Ho sentito oggi che pare il nuovo papa sarà un papa nero. Tutto torna come nelle profezie di Nostradamus, ora io mi chiedo se siamo davvero all'inizio della fine e all'inizio dei 2000 anni di Satana o all'Apocalisse. Molte delle sue profezie, seppur magari liberamente interpretate, si sono verificate. Che ci aspetti un tempo di guerra?
Beh,secondo Nostradadmus Karol non avrebbe mai potuto mettere piede a Catania.....
Sinceramente mi rifiuto di credere a profezie o cose simili quindi ritengo che il papa nero possa solo essere un'ottima cura per il razzismo nelle zone cristiane più estremiste e razziste(leggi Texas e soci)
il problema è che si avvererebbe una profezia dei Pitura Freska!
Questo è molto più inquietante!
Non credo proprio. Comunque mi auguro che venga eletto a Pontefice un Papa nero. Per quel che riguarda le profezie di Nostradamus sono scettico e molto. Sono più attendibili quelle Maya che affermano che la fine del mondo sarà nel 2012. E a quanto ne so non hanno quasi mai sbagliato Si vedrà !!
Nn credo ke ci si poxa affidare a Nostrdamus...
la veridicità delle sue "profezie" è stata ritenuta sbalorditiva da alcuni, ma questo solo xké vi hanno letto solo quello ke volevano leggere...
Guarda, io le profezie le ho sempre considerate della gran pagliacciate, da chiunque siano effettuate... a starci dietro il mondo sarebbe dovuto finire chissà quante volte... servono a complicare la vita a chi ci crede e nient'altro.
ciao a tutti,
guardiamo bene il cielo magari vediamo una cometa rossa.
Vorse i draghi si stanno risvegliando.
Viva Stark
il problema è che si avvererebbe una profezia dei Pitura Freska!Questo è molto più inquietante!
wahahahaha vero!
Comunque, le profezie di Nostradamus si sono sempre avverate, ma l'interpretazione giusta è sempre stata data a posteriori, intendo dopo che è successo il fatto... così sì è facile
E poi le sue profezie sono così confuse che dentro puoi leggerci di tutto!
Sono più attendibili quelle Maya che affermano che la fine del mondo sarà nel 2012
Ah sì, forse ho presente... il 21 dicembre 2012... c'entrano qualcosa i 13 teschi di cristallo? Comunque anche qui, non so quanto sia attendibile. Anche se le leggende sono sempre affascinanti.
guardiamo bene il cielo magari vediamo una cometa rossa.Vorse i draghi si stanno risvegliando.
chi vivrà, vedrà. Sono scettico...è facile dare interpretazioni a posteriori.
Io cmq sono a favore di un papa brasiliano, se lo meritano
Ciao a tutti,
mia moglie è brasiliana e se il papa sarà brasiliano.....
festa festa fino al mattino
in effetti sarebbe una bellissima cosa un papa africano o sudamericano...
comunque se prorio si deve considerare una profezia io al massimo riterrei più attendibile questa...
Il mondo malato potrebbe morire in 50 annidi Cristiana Pulcinelli
Addomesticare la natura. Far sì che produca ciò di cui abbiamo bisogno nella quantità più elevata possibile. Il sogno di generazioni e generazioni di uomini negli ultimi cinquant'anni sembrava vicino a diventare realtà. La disponibilità degli alimenti è aumentata ad un ritmo uguale o superiore all'incremento demografico, dicono gli esperti, e la produzione agricola mondiale è cresciuta del 10% dal dopoguerra a oggi. Ma a quale prezzo?
Un rapporto presentato ieri a Roma dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao) e dal Wwf e contemporaneamente in altre nove capitali del mondo ci costringe a fare i conti. È il «Millennium Ecosystem Assessment Report», frutto di quattro anni di lavoro cui hanno partecipato 1360 esperti provenienti da 95 paesi. Lo scopo del progetto, lanciato da Annan nel 2000, era quello di comprendere la situazione in cui versano gli ecosistemi del pianeta e le conseguenze dei loro cambiamenti per il benessere dell'umanità. I risultati non sono incoraggianti: i nostri ecosistemi sono malati e nei prossimi 50 anni potrebbero collassare.
Ecosistemi
Cerchiamo di capire che cosa hanno studiato gli esperti dell’Onu. Un ecosistema è un complesso di piante, animali, microrganismi e ambiente inanimato che interagisce come un'unità. Gli ecosistemi possono essere non toccati dall'uomo, come le foreste naturali, oppure profondamente modificati dalla nostra attività, come le aree agricole e quelle urbane.
Biodiversità
Si è così scoperto che negli ultimi 50 anni gli esseri umani hanno modificato gli ecosistemi più rapidamente e profondamente che in qualsiasi altro periodo della storia. Lo scopo era soddisfare la crescente richiesta di alimenti, acqua potabile, fibre ed energia. Oggi, ad esempio, un quarto delle terre emerse è destinato ad uso agricolo. Ma il prezzo di questi cambiamenti è stato molto alto. La prima cosa che ci dice la ricerca, infatti, è che c'è stata una perdita secca di biodiversità: il numero delle specie viventi sul nostro pianeta sta diminuendo a causa del cambiamento del loro habitat naturale. Naturalmente, l'estinzione non è un fenomeno nuovo sulla Terra, ma da quando c'è l'uomo il tasso di perdita delle specie viventi è cresciuto di mille volte e si prevede che crescerà ancora in modo esponenziale.
Dall'acqua al clima
Non che il lavoro dell'uomo non abbia prodotto benefici: i cambiamenti negli ecosistemi hanno contribuito allo sviluppo economico di molte popolazioni. Ma oggi il 60% dei servizi forniti dagli ecosistemi (acqua, i prodotti agricoli, la pesca, la regolazione del clima) sono degradati o utilizzati in modo insostenibile. In particolare l'acqua e la pesca sono già oggi sfruttati oltre i livelli sostenibili. In tutto il mondo la quantità di pescato ha raggiunto il picco negli anni ‘80, mentre oggi è in diminuzione: le riserve si stanno prosciugando. In alcune aree si calcola che il pescato sia un decimo di quello che era prima dell'introduzione della pesca industriale. Per l'acqua il discorso è diverso. È vero che l'acqua dolce disponibile in teoria è molta, ma negli ultimi 40 anni è raddoppiato il prelievo da fiumi e laghi e oggi gli uomini utilizzano fra il 40 e il 50% delle acque correnti accessibili alla maggior parte della popolazione. Inoltre, nel mondo le risorse idriche sono distribuite in modo disomogeneo: in molte aree l'acqua è utilizzata in quantità superiore a quella che il sistema fluviale locale possa sopportare. I rifornimenti devono essere trasportati da altre regioni o prelevati da riserve che non possono essere ricostituite. Il problema quindi si sposta sulle generazioni future. Ma non è tutto. Per far posto ai terreni coltivabili abbiamo bruciato foreste producendo anidride carbonica, una delle maggiori responsabili dell'effetto serra. E per far sì che i nostri raccolti fossero più copiosi abbiamo versato dosi inaudite di fertilizzanti chimici con il risultato che la presenza di azoto e fosforo sul suolo è triplicata in pochi anni. Arrivati al mare, azoto e fosforo favoriscono la crescita di alghe che uccidono i pesci.
Il futuro
La pressione a cui sottoponiamo gli ecosistemi è destinata a crescere e potrà impedire il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo che l’Onu si è dato: ridurre povertà, fame e malattie entro il 2015. Perché, c'è bisogno di dirlo?, i paesi più poveri sono quelli più colpiti dagli effetti negativi dei cambiamenti degli ecosistemi. Possibili vie d'uscita però ci sono. Il rapporto disegna 4 scenari per il futuro. In tutti e 4 emergono tendenze simili per quanto riguarda la crescita della pressione sugli ecosistemi, tuttavia tre scenari mostrano la possibilità di contrastare la tendenza al degrado: sono quelli in cui i governi tendono a favorire la cooperazione internazionale. Il quarto scenario, chiamato «ordine basato sulla forza», è il più apocalittico: un mondo frammentato in cui ogni Paese si preoccupa solo della propria sicurezza e della propria economia con scarsa attenzione ai problemi ambientali, produrrà un collasso degli ecosistemi entro il 2050 e rappresenterà un freno alla crescita economica globale. Gli strumenti per ridurre il degrado ci sono: bisogna inserire l’ambiente nella valutazione economica delle nostre scelte, rafforzare le politiche di gestione delle risorse, favorire comportamenti individuali «virtuosi», sviluppare e utilizzare le tecnologie a basso impatto ambientale. Ma i politici sappiano che bisogna agire subito.
direi che quantomeno si basa su fonti più attendibili...
Nella mia posizione di Veneziano campanilista e orgoglioso, non potrei che essere contento dell'elezione di un papa nero, come dissero i fu Pitura Freska
Cmq sinceramente sono preoccupato dall'elezione del nuovo papa non a causa delle profezie di nostradamus (mi trovo d'accordissimo nel definirle pagliacciate), ma perchè rischiamo di mettere la società più potente del mondo in mano a gente che non la saprebbe gestire....e se il Vaticano crolla, anche mezza italia se ne va con lui (penso che dal punto di vista economico-politico non ci siano dubbi in questo senso)...
Per l'elezione del prossimo papa le possibilità sono due:
1) "Un papa di transizione": un cardinale italiano, per esempio Tettamanzi, conservatore e già un po' avanti con gli anni; nell'attesa che i tempi per una riforma siano più maturi
2) Un papa rivoluzionario che porti avanti le riforme nella chiesa: in questo caso sarebbe un papa sudamericano (brasiliano o cileno) o africano.
Probabilmente si punterà su una mondializzazione della Chiesa, anche perché i nuovi baluardi del cattolicesimo sono Africa e Sudamerica, ma conclave riserva sempre delle sorprese, quindi dovremo aspettare il 18 di aprile per saperne di più.
Per quanto riguarda Nostradamus.... no comment
Tra l'altro non capirò mai perché si usa questo termine "APOCALISSE". Apocalisse in greco significa RIVELAZIONE...
il libro dell'Apocalisse è il libro della Rivelazione di Gesù Cristo.
Quindi non ha niente a che fare co' a fine der mondo...
Mah, effettivamente, per ciò che concenrne Nostradamus, il significato di molte sue centurie è stato compreso solo a posteriori...
Cecità nostra, o bisogno di trovare conferme anche dove non ce ne sono??
Per ciò che concerne il prossimo Papa... Mah, non saprei cosa aspettarmi, ma credo che un Pontefice di transizione sarebbe forse la scelta più semplice ed indolore... Un Papa che volesse proseguire immediatamente ed in maniera eclatante sulla via intrapresa da Giovanni Paolo II si ritroverebbe schiacciato dal confronto in partenza...
Per quanto riguarda l'apocalisse nel 2012...bè, pare che il nostro conto degli anni sia sfasato rispetto a quello Maya, nn so esattamente di quanti anni, forse sei...
Comunque, per quanto mi riguarda non credo ad un'ipotetica fine del mondo.
Credo che, se Dio dovesse decretare la fine del mondo in base alla stessa filosofia applicata a Sodoma e Gomorra, faremmo prima ad autodistruggerci con tutte le porcate che stiamo facendo, inquinamento, guerre etc...
Credo che la fine del mondo saremo noi a portarla
Gli ultimi sette giorni della storia
In principio Dio creò la terra. Dopo parecchi milioni di anni, l'uo-
mo si fece coraggio e decise di assumersi il comando dl mondo e del futuro.
Allora cominciarono gli ultimi sette giorni della storia.
Il mattino del primo giorno, l'uomo decise di essere libero, bello e felice.
Decise di non essere più a immagine di Dio, ma di essere semplicemente uomo.
Dovendo tuttavia credere il qualcosa, credette nella libertà e nella felicità, nel-
la borsa valori e nel progresso, nella pianificazione e nello sviluppo special-
mente nella sicurezza nazionale e internazionale. Sì, la sicurezza era la base.
Lanciò satelliti di investigazione e preparò missili carichi di bombe antiatomiche,
E fu sera e fu mattino: primo giorno.
Nel secondo giorno degli ultimi temp, morirono i pesci dei fiumi inqui-
nati dagli scarichi industriali. Morirono i pesci del mare per gli scoli delle
grandi petroliere e per il deposito di rifiuti contaminanti nel fondo degli
oceani: i depositi erano radioattivi. Morirono gli uccelli del cielo impregnati
di gas velenosi (inversione di clima). Morirono gli animali che attraversavano
incauti le grandi autostrade, avvelenati dagli scarichi plumbei del traffico in-
fernale. ma morirono anche i cagnolini di lusso per eccesso di colorante che
arrossiva le salsicce.
E fu sera e fu mattino: secondo giorno.
Nel terzo giorno seccò l'erba dei prati, seccarono le foglie sugli alberi, il
muschio sulle rocce e i fiori nei giardini, poichè l'uomo aveva deciso di con-
trollare le stagioni e conformarle a una pianificazione ben precisa. Ci fu però
un piccolo errore ne computer delle piogge e, finchè non fu scoperto il difet-
to, le sorgenti seccarono e le barche che veleggiavano festose sui fiumi si are-
narononei letti rinsecchiti.
E fu sera e fu mattino: terzo giorno.
Nel quarto giorno morirono quattro dei cinque miliardi di uomini: alcuni
contaminati da irus coltivati in provette scientifiche, altri per la dimenticanza
imperdonabile di chiedere i depositi batteriologici preparati per la guerra suc-
cessiva, altri ancora morirono di fame poichè alcuni meracnti avevano deciso
di chidere i depositi per far aumentare il prezzo del grano. E gli uomini, co-
sternati da tutta quella morte maledissero Dio: se egli era buono, perchè per-
metteva tanti mali?
E fu sera e fu mattino: quarto giorno.
Nel quinto giorno gli uomini decisero di azionare il pulsante rosso della
bomba atomica, poichè si sentivano minaciati. Il fuoco avvolse il pianeta, le
montagne fumarono, i mari evaporarono. Nelle città, gli scheletri di cemento
armato divennero neri, lanciando fumo dalle orbite aperte. E gli angeli del
cielo furono spaventati nel vedere il pianeta azzurro prendere il colore del fuo-
co, coprirsi di marrone sporco e infine rimaner color cenere. Essi inter-
ruppero i propri canti per dieci minuti.
E fu sera e fu mattino: quinto giorno.
Nel sesto giorno si spense la luce: polvere ecenere coprirono il sole, la lu-
na e le stelle. L'ultimo scarafaggio che si era rifugiato in un nascondiglio anti-
atomico morì per eccesso di calore.
E fu sera e fu mattino: sesto giorno.
Nel settimo giorno c'era pace, finalmente! La terra era informe e vuota, le
tenebre coprivano l'abisso e lo spirito dell'uomo, il fantasma dell'uomo, aleg-
giava sulle cose.
Ma nell'inferno si commentava la storia affascinante dell'uomo che aveva
preso il comando del mondo, e risate sguaiate echeggiarono fino ai cori degli
angeli.
Nulla impedisce che l'uomo vada fino ai limiti delle sue possibilità, ma resta
ancora una speranza: che il mondo, e con esso il suo futuro, sia nelle mani di un
altro (Jorg Zink)