non avevo pensato alla "normalità" dei rimasti. in effetti sono spariti i troppo giusti, i troppo sbagliati, i buoni, i brutti, i belli e i cattivi. sul trono però ci va quello meno normale di tutti, uno che fino a poco prima aveva negato il proprio nome e che ora invece non si pone neanche la domanda se lui è quello "giusto", accetta in un nanosecondo. il senso generale della saga per me? affinché tutto cambi, nulla deve cambiare.
12 hours fa, Kubala dice:dllIn particolare:
- Chi è a questo punto, ammesso ne esista uno, il vero protagonista del Trono di Spade?
- La storia è lineare o circolare?
- Quale è, ammesso esista, la morale della favola?
Non sono domande semplici a cui rispondere, ma cercherò di farlo secondo quello che è il mio punto di vista.
a.
Martin ha dichiarato, mi sembra di ricordare, che il cuore di Asoiaf sono Jon e Daenerys, ma a mio modo di vedere il protagonista delle cronache è semplicemente l’essere umano, del quale ci viene restituita una visione disincantata e, a tratti, cinica. E’ l’uomo nella sua miseria, con le sue paure e le sue debolezze, il motore delle cronache, e sono le pulsioni dell’animo umano, dipinte sempre in toni di grigio e mai in bianco o nero, che muovono l’ingranaggio della narrazione. L’uomo di Martin, i cui moti dell’animo egli ci racconta con tanta minuzia, non è né votato al bene né schiavo del male, ma è capace sia dell’uno che dell’altro ed è profondamente solo, costretto in un’arena in cui non sempre sopravvive il migliore.
b.
Per quanto riguarda l’elemento fantasy non sembra che in Got possa esserci una ciclicità: la minaccia dei White Walkers è stata debellata e il corvo a Tre Occhi pare aver rivolto la sua attenzione a sud della barriera, il che può essere visto come una conferma del fatto che il nemico non debba ritornare. Del resto l’inserimento del Re della Notte e il suo ruolo di grande cattivo ha trasformato un avversario in origine misterioso ed indefinito in un obiettivo facilmente eliminabile. La saga potrà forse contemplare una ciclicità, ma non possiamo esprimerci finché rimane incompiuta.
Neppure per le vicende che ruotano intorno al gioco del trono e che esulano dall’elemento fantasy parlerei di ciclicità, bensì di un perdurare delle medesime condizioni: gli Estranei si sono arenati a Grande Inverno e, non a caso, la guerra per il trono finisce per coinvolgere gli uomini soltanto. Ci sono state guerre in passato e ce ne saranno in futuro, alternate a periodi di pace più o meno lunghi, e lo scontro tra Cersei e Daenerys è solo uno dei tanti conflitti che hanno sconvolto e sconvolgeranno il continente. Dopo la distruzione del trono di spade abbiamo ancora un concilio e un re, abbiamo i potenti che decidono, tessendo intrighi e sorseggiando vino, e abbiamo il popolo che continua a subire. La presenza di Bran potrebbe aver introdotto una sorta di discontinuità rispetto al passato, ma l’entità di questa novità può non essere così significativa ed è comunque tutta da esplorare. Avremo la dinastia dei Corvi a Tre Occhi o dopo la sua morte si tornerà ad un regnante meno lungimirante? L’unico cerchio che si richiude su sé stesso riguarda i Targaryen, che hanno forgiato nel fuoco e nel sangue il trono di spade e che attraverso il fuoco e il sangue lo hanno riconsegnato all’oblio. L’indipendenza del Nord porta quasi a sospettare che si stia preparando un ritorno ad una situazione pre-Aegon, con regni divisi e tutto ciò che ne consegue.
c.
Se con il termine di morale della favola ti riferisci all’insegnamento morale che possiamo trarre dalle cronache, direi che l’unica cosa che emerge è che il bene non paga e che non sempre si riceve ciò che si merita, indipendentemente dal fatto che si commettano crimini o gesta di altruismo. Martin non è Tolkien e la cortina che si solleva dopo la morte nelle cronache disvela null’altro che il buio e il vuoto.
Per quanto riguarda il trionfo dell’uomo "normale" non sono d’accordo con le tue conclusioni, perché il concilio ristretto è formato da persone che sono tutt’altro che normali.
Bran è un veggente non più uomo da tempo, ed è l’antitesi della normalità; Davos è un veterano di guerra, sopravvissuto ad innumerevoli battaglie; Tyrion, al netto delle esigenze di copione durante il periodo in cui era primo cavaliere di Daenerys, è una mente eccelsa; Sam non possiede coraggio, ma è baciato dalla fortuna, che lo mantiene vivo anche quando non dovrebbe, e primeggia in intelligenza; Brienne è un’eroina, primo cavaliere donna di Westeros; Bronn… Bronn è l’elemento comico, ma di normale ha poco anche lui. Non si tratta in alcun modo di gente normale. Mancano sicuramente figure carismatiche come Tywin, ma non sempre il concilio ristretto ha avuto un Tywin primo cavaliere e sicuramente qualcuno del suo calibro riapparirà prima o poi. Tra l’altro si è sempre insistito sul fatto che, tra i figli di Tywin, Tyrion sia quello che più gli assomiglia in forza ed acume.
La magia permane attraverso il Corvo a Tre Occhi anche dopo la scomparsa degli Estranei. C’è ancora il culto di R’hllor, c’è ancora Asshai, seppure non a Westeros. L’ultimo drago non è morto e lo stesso sangue Targaryen resta nel mondo. Non assistiamo ad una fine della magia, ma ad un suo mettersi da parte da un lato e ad una sua manifesta ingerenza nelle vicende umane attraverso Bran dall'altro. Gli elfi lasciano la Terra di Mezzo per non tornare mai più e davvero, per Tolkien, è l’avvento del tempo degli uomini, ma con Bran sul trono di Westeros come possiamo parlare in Got di un tempo degli uomini? Non è detto che ciò accada anche nelle cronache, anzi, personalmente mi auguro che ci venga risparmiata questa interferenza.
"Cala la notte, e la mia guardia ha inizio. Non si concluderà fino alla mia morte. Io non avrò moglie, non possiederò terra, non sarò padre di figli. Non porterò corona e non vorrò gloria. Io vivrò al mio posto, e al mio posto morirò. Io sono la spada nelle tenebre. Io sono la sentinella che veglia sulla barriera. Io sono il fuoco che arde contro il freddo, la luce che porta l'alba, il corno che risveglia i dormienti, lo scudo che veglia sui domini degli uomini. Io consacro la mia vita e il mio onore ai Guardiani della Notte. Per questa notte e per tutte le notti a venire."
22 minutes fa, Nefrea dice:La magia permane attraverso il Corvo a Tre Occhi anche dopo la scomparsa degli Estranei. C’è ancora il culto di R’hllor, c’è ancora Asshai, seppure non a Westeros
Beh, può anche darsi che sparisca, in fondo il grande nemico (ahahahahah) del loro credo è stato sconfitto.
12 hours fa, Kubala dice:Ciò che mi piacerebbe però condividere con voi sono alcuni pensieri sulla storia nel suo insiema, e più ancora se voi vi vedete un qualche senso generale.
In particolare:
- Chi è a questo punto, ammesso ne esista uno, il vero protagonista del Trono di Spade?
- La storia è lineare o circolare?
- Quale è, ammesso esista, la morale della favola?
A) il protagonista del Trono di Spade è Dany. L'intera storia potrebbe anzi avere quale sottotitolo The Rise of Daenarys Targaryen an her Fall (by the coward Jon Snow)
B) è una storia tristemente circolare che la protagonista cerca disperatamente di spezzare con esiti tragici
C) ci sono tre morali.
La prima è di natura prettamente femminista. Gli uomini dicono di volere una donna forte, solo per poi accoltellarla al cuore quando non possono più controllarla. Dopo però piangono.
La seconda è di natura prettamente filosofica. La vera libertà ha un prezzo, e sotto sotto ben pochi sono disposti a pagarlo.
La terza è di natura storica. Per ogni Trotsky c'è uno Stalin. E un Mercader. E un Beria.
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
16 minutes fa, King Glice dice:Beh, può anche darsi che sparisca, in fondo il grande nemico (ahahahahah) del loro credo è stato sconfitto.
Certo, potrebbe benissimo succedere, ma nel momento in cui la serie si conclude non è possibile affermare che nel mondo non ci sia più magia. L'elemento che mi lascia perplessa è la nomina di Bran a re. Bran è stato proposto da Tyrion in virtù del suo legame con la magia (egli è la memoria del mondo) e se fosse rimasto accanto agli alberi diga, senza porsi alla guida di Westeros, sarei anch'io portata a ritenere che la magia sia destinata a svanire, ma in questo modo qualche dubbio sorge.
"Cala la notte, e la mia guardia ha inizio. Non si concluderà fino alla mia morte. Io non avrò moglie, non possiederò terra, non sarò padre di figli. Non porterò corona e non vorrò gloria. Io vivrò al mio posto, e al mio posto morirò. Io sono la spada nelle tenebre. Io sono la sentinella che veglia sulla barriera. Io sono il fuoco che arde contro il freddo, la luce che porta l'alba, il corno che risveglia i dormienti, lo scudo che veglia sui domini degli uomini. Io consacro la mia vita e il mio onore ai Guardiani della Notte. Per questa notte e per tutte le notti a venire."
Concordo, la storia segna il continuo e la fine dell'era Targaryen sostanzialmente, con la differenza che dove tutto era iniziato con Aegon e la filosofia Targ, finisce col suo equivalente femminile e un'ascesa simile, ma dalla conclusione diversa
Avere prospettive ed idee diverse, che mi offrano spunti e suggestioni cui non avevo pensato, è proprio ciò in cui speravo.
Credo però di essermi spiegato male: quando dico "normali", non intendo "mediocri", intendo "umani".
I personaggi che hanno carattere magico o eroico "oltre i limiti dell'umano" (lo stesso Jon non mi dite che è umano ... qual è l'essere umano che, sapendo di avere un diritto di nascita superiore ed un supporto importante, non sarebbe stato colto da un minimo di ambizione? chi avrebbe ucciso "per dovere" la persona amata?) sono morti, esiliati o scomparsi chissà dove.
Restano esseri umani con i loro pregi, i loro ideali e le loro ambizioni, le cadute e le risalite.
Lo so anch'io che Tyrion è intelligente, ma nei limiti dell'umano, con tutti i suoi errori di valutazione, i suoi moti ideali (il discorso al processo per l'omicidio di Joffrey, il gettare la spilla davanti a Dany) e le sue piccole miserie (e ancora non mi levo dalla testa che, nel suo discorso a Jon, incida anche il tentativo di salvarsi la pelle).
Così come sono umani (e spesso provati, vedi Sansa) gli altri che restano nei (ex) sette regni.
L'unico essere "sovrannaturale" rimasto è Bran ma (anche alla luce del discorso di Tyrion - che poi è la voce degli autori - sul valore unificante delle "storie") lo vedo più come un simbolo. Lui è l'emblema della memoria, del ricordo di ciò che è stato, di un'era degli eroi (e della magia) ormai tramontata.
Per tornare invece a chi è il protagonista ed alla eventuale ciclicità o linearità della storia, dire che protagonista è la dinastia Targaryen o è il Trono di Spade (che ne è l'emblema) non mi pare molto dissimile. Ed in questo senso, di nuovo, la storia termina dove era iniziata e mi sembra la chiusura dell'anello.
Non so, questa è una possibile prospettiva che mi è venuta in mente e che volevo condividere ... ma mi interessano ancor più altre possibili prospettive.
Sì, in termini strettamente narrativi le cronache raccontano dell'ascesa e della caduta dei Targaryen, per cui non posso che trovarmi d'accordo.
Mi è chiaro cosa intendi quando parli di gente normale, ma a questo punto si assiste semplicemente ad una restaurazione di ciò che c'era pima della parentesi Estranei: Jon, l'eroe reticente, è emerso in funzione della lotta contro il nemico non umano, e in Got perde questa prerogativa con la vittoria di Grande Inverno. A Grande Inverno muore il Jon eroe e Jon si trasforma in Aegon Targaryen, la cui unica funzione è quella di veicolare la distruzione della casa a cui appartiene. E' difficile perciò che questo Jon, così raccontato, simboleggi la fine di un'era. Vedo il suo avvento come un evento eccezionale e necessario, che si colloca nel fluire della storia, ma che non apre né chiude nessuna porta. Non abbiamo un prima Jon e un dopo Jon, perché quello che c'era prima ce lo ritroviamo dopo.
Le persone che siedono al concilio ristretto dopo il suo esilio non si differenziano in quanto a caratteristiche da quelle che lo componevano prima del rogo di Approdo del Re. Non c'è nessun cambiamento vero, solo un restyling di governo, mi verrebbe da dire.
Gli unici che hanno vissuto un vero cambiamento sono stati i Targaryen, praticamente inceneriti.
"Cala la notte, e la mia guardia ha inizio. Non si concluderà fino alla mia morte. Io non avrò moglie, non possiederò terra, non sarò padre di figli. Non porterò corona e non vorrò gloria. Io vivrò al mio posto, e al mio posto morirò. Io sono la spada nelle tenebre. Io sono la sentinella che veglia sulla barriera. Io sono il fuoco che arde contro il freddo, la luce che porta l'alba, il corno che risveglia i dormienti, lo scudo che veglia sui domini degli uomini. Io consacro la mia vita e il mio onore ai Guardiani della Notte. Per questa notte e per tutte le notti a venire."
Su wikia got. Com viene riportato che
1) il misterioso principe di dorne sarebbe un martell
2) tra i lord anonimi che partecipano al concilio ci sarebbero un nordico, uno delle Stormlands e 2 valligiani.
Proprio neutrale e per nulla filo Stark come assemblea
@Kubala e @sabienne ... bella intuizione sul finale in cui restano a galla i 'normali' *_*, non si notava subito ma ci sta: Martin ha sempre detto di ammirare il finale del Signore degli Anelli (libro) e anche lì a parte l'agrodolce tutto quello che è 'speciale' se ne va all'ovest.
Bran re secondo me non è un'input dello Zio, in questo caso l'eccezione ci sarebbe per quello.
La morale è che se sei tondo muori tondo, se sei quadro muori quadro. Se sei matto era perché la moneta è caduta male e di nuovo se sei tondo muori tondo! Per questo la fine è insipida perché se non si alza l eroe o l antieroe si mina l epica!! A chi piacerebbe se Simba alla fine della storia non regnasse ma tornasse a caxxeggiare nella giungla cantando Akuna matata? O se Rochi invece di esultare alla fine della corsa sulla scalinata si soffiasse il naso? Bho?!? Lezione prima di scrittura creativa D&D assenti!
hai detto giusto. quello che manca tra le tante cose è proprio l'epica. non c'è mai un momento veramente esaltante. un discorso pre battaglia entusiasmante. io ancora oggi quando riguardo quello di theoden in LOTR mi emoziono
L'eroe non solo non viene esaltato, ma si fa di tutto per affossarlo...
"Cala la notte, e la mia guardia ha inizio. Non si concluderà fino alla mia morte. Io non avrò moglie, non possiederò terra, non sarò padre di figli. Non porterò corona e non vorrò gloria. Io vivrò al mio posto, e al mio posto morirò. Io sono la spada nelle tenebre. Io sono la sentinella che veglia sulla barriera. Io sono il fuoco che arde contro il freddo, la luce che porta l'alba, il corno che risveglia i dormienti, lo scudo che veglia sui domini degli uomini. Io consacro la mia vita e il mio onore ai Guardiani della Notte. Per questa notte e per tutte le notti a venire."
Io però credo che la mancanza di epicità nel finale di questa stagione, oltre che ad un problema di strumenti narrativi mal utilizzati, sia un po' la cartina tornasole che dovrebbe dirci quanto sia cambiato l'impianto narrativo nelle storie dal gusto epico e fantasy. Dal 2003 - anno di uscita dell'ultimo capitolo del signore degli anelli - al 2019 sono passati sedici anni, le cose che sono successe hanno definitivamente cambiato il sottotesto dei prodotti di narrativa.
Lotr è una saga cinmatografica high fantasy nell'eccezione più classica del termine, GOT è una saga low fantasy nel senso più aderente possibile al termine. Da questo punto visita non mi aspettavo niente di diverso, è azzeccata e molto moderna.
non sono molto d'accordo. per un semplice motivo. got rispetto ai libri è cambiato molto durante le varie stagioni. il tuo discorso può avere senso per le prime stagioni dove spesso tra l'altro i soldati di tutte le fazioni e le guerre sono presentate in maniera molto cruda. stupri torture ecc...basta vedere tutta la parte di harrenal. ma dal momento che hai creato il NK e portato allo scontro vivi-morti e quindi bene contro il male assoluto, un po come lotr contro sauron, allora si che hai bisogno di grandi momenti epici. invece ci sono vari cambi di registro che hanno creato confusione nello spettatore. questo non vuol dire che poi doveva finire "bene". perché anche se per sacrificio estremo una morte rimane sempre una morte.
per questo se ripenso alla terza puntata la battaglia campale dura poco visto che i non morti rispetto alle prime stagioni diventano totalmente invicibili, più altri errori come dothraki ecc... ma per il resto c'è fin troppa confusione. poi quando si ritrovano il nk contro jon dai ma come fai a non farli affrontare! stessa cosa per altri estranei. anche quindi nel nemico manca la parte epica.
anche nella quinta stessa cosa. la battaglia militare dura 5 min. in entrambe le puntate che dovevano essere le più spettacolari alla fine sono entrambe dei massacri. belle da vedere ma alla lunga non così entusiasmanti.