https://www.cineblog.it/post/924440/martin-scorsese-chiarisce-i-suoi-commenti-sui-film-marvel
Alla fine mi sembra la soluzione più sensata.
Si è decisamente ripreso. Sul pericolo dell'eccessiva semplificazione non si può che dargli ragione.
«When you heard him play his high harp with the silver strings and sing of twilights and tears
and the death of kings, you could not but feel that he was singing of himself and those he loved.»
— A STORM OF SWORDS
Riprendo la discussione sullo spunto di quanto si stava dicendo nel topic sul DCEU.
Questa volta intendo focalizzare la discussione sul tema del controllo del film da parte di un regista. E lo spunto, oltre a quanto si stava dicendo nella discussione sull'universo DC, mi è venuto anche guardando ieri Lolita, uno dei capolavori di Stanley Kubrick.
In tutti i film di questo regista, con l'eccezione di Spartacus, si nota la totalità del controllo da parte del regista sulla sua opera. Tutto è pensato dal regista, dalla sceneggiatura (che è fatta da altri, ma supervisionata da Kubrick) alle scenografie e soprattutto alla fotografia. Kubrick era un vero esteta delle immagini, capace di girare una scena anche diverse decine di volte finché non la riteneva perfetti. E alla fine i suoi film erano davvero personali.
Tutta questa libertà non riguardava solo Kubrick: negli ultimi decenni del Ventesimo secolo vi erano anche altri grandi registi (Scorsese, Coppola, Cimino, Ferrara, Spielberg ecc.) e molti di essi sono in attività ancora adesso, e fanno ancora film autoriali, come diceva Zio Frank nell'altra discussione. Ma non è più la tendenza maggioritaria.
Un film d'autore, come The Irishman (che poi si può ritenere noioso, ma questa è un'altra storia), è diventata l'eccezione, non la norma. L'esempio del supercalcolatore citato da Lyra e Phoenix ne è l'esempio: gli sceneggiatori e il regista sono diventati solo dei meri esecutori, non offrono più nulla di personale. Tutto passa in mano ai produttori, che trattano il film in questione in maniera "industriale", come una catena di montaggio, invece che come una delicata scultura in legno forgiata da un artigiano.
Aveva ragione MezzoUomo: se si vuole cercare qualcosa di originale bisogna cercare nel vasto mondo delle serie tv. E anche lì bisogna avere fortuna.
Quante balle!
David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024
L'egoismo è un diritto, lo vogliamo dire o no? L'egoismo è il motore del mondo. Senza l'egoismo, quello che si manifesta nella cura per la propria famiglia, o dei propri interessi, quello che ogni giorno pratichiamo, non esisterebbero nemmeno sviluppo e progresso. È necessario sempre diffidare dei buoni samaritani, quelli che affermano di agire esclusivamente per il bene comune. Sono spesso degli impostori.
Giuseppe Cruciani, Via Crux
So di essere di media statura, ma... non vedo giganti intorno a me.
Giulio Andreotti interpretato da Toni Servillo, Il divo di Paolo Sorrentino
- Lei quindi crede? - le domanda la giornalista.
La moglie del premier scuote il capo. - Spero. È un po' diverso. Non penso sia proprio uguale.
- Non lo so, - fa la Reitner, poi aggiunge tra sé: - Nemmeno io sono una grande esperta.
Niccolò Ammaniti, La vita intima
Far away and far away
Flows the river of pure Day;
Cold and sweet the river runs
Through a thousand, thousand suns.
Fredegond Shove, The River of Life
Io non lo vedo tutto sto problema, Sono aumentati i franchise, non sono diminuiti i film d'autore
ricordate che per ogni Scorsese ci sono decine di Sorrentino persino più sopravvalutati, quindi meglio cosi
Kubrick era ossessionato dalla perfezione nelle sue opere cinematografiche, certe volte sottoponendo gli stessi attori a sedute devastanti. Il protagonista di Arancia meccanica, perdonatemi non ricordo il nome, subì una lesione della retine a forza di provare e riprovare la scena della "terapia antiviolenza"...
Collaborava strettamente con tutti gli altri comparti, la sceneggiatura di 2001 odissea nello spazio l'ha scritta a 4 mani con Arthur C. Clarke.
Io non dico che bisogna ritornare a tali livelli, come ha evidenziato Lyra, anche piuttosto soporiferi talvolta, ma mi piacerebbe che ci fosse un'impronta più personale anche nei vari franchising che vanno tanto di moda. La cinematografia è comunque una forma d'arte e mi spiace pensare che ingerenze economiche e diktat da parte dei finanziatori possano incidere così tanto sull'opera di un registi, attori, sceneggiatori.
1 hour fa, Zio Frank dice:Io non lo vedo tutto sto problema, Sono aumentati i franchise, non sono diminuiti i film d'autore
ricordate che per ogni Scorsese ci sono decine di Sorrentino persino più sopravvalutati, quindi meglio cosi
Non la vedo cosí semplice. Perché fare film di qualitá != fare film economici. E ci sono una grande quantitá di esempi di film di altissima qualitá, ma che hanno anche richiesto un budget bello sostanzioso.
E con 20 film Marvel/DC/Disney ogni anno, la cui uscita é accompagnata da un marketing da centinaia di milioni di dollari, per chiunque finanziare film "diversi" é diventato un grandissimo rischio. E quindi non li finanziano. E quando lo fanno, esigono il controllo quasi totale, per assicurarsi che la ricetta "vincente" venga applicata alla lettera. E quando il controllo passa nelle mani delle case di produzione, i risultati si vedono, purtroppo.
Abbiamo ancora i Nolan a tenere duro, ma per quanto?
Ma non è colpa dei film marvel, una moda che prima o poi si esaurirà.
Io questa contrazione del mercato non la vedo ,anzi il sottobosco è vivissimo, basti vedere il volume di film horror e le serie tv di tutti i generi.
Riguardo ai film d'autore va fatto un discorso con paragone calcistico
Se l'Italia non vince non è perché spendiamo poco sui giovani o sugli italiani
Ma semplicemente Bonucci non è Cannavaro
Chiesa non è del Piero o Totti, verratti non è pirlo
Nel cinema la generazione d'oro è invecchiata e il ricambio non è all' altezza e questo lo sanno anche i finanziatori, anche i piccoli finanziatori
Detto questo c'è sicuramente un blocco delle novità, infatti piuttosto che inventarsi nuove storie trovi 3000 remake, reboot, e siccome chi non ha idee tende a distruggere le idee passate ti ritrovi dei remake, reboot, sequel orribili che distruggono il passato .
16 minutes fa, Zio Frank dice:Detto questo c'è sicuramente un blocco delle novità, infatti piuttosto che inventarsi nuove storie trovi 3000 remake, reboot, e siccome chi non ha idee tende a distruggere le idee passate ti ritrovi dei remake, reboot, sequel orribili che distruggono il passato .
É quello che sto dicendo Ma il problema non sono i bravi autori. Infatti é incredibile come registi alla loro prima esperienza in film da 200 milioni riescano a portare a casa il risultato, quindi il talento non manca. Cosí come gli sceneggiatori Marvel, alle prese con cast enormi, decine di film da intrecciare etc etc. Manca proprio la volontá di rischiare, e quella arriva da chi ci mette i soldi. La "colpa" dei film Marvel & co. é di aver "drogato" il mercato, mostrato che, con le giuste ricette, si potevano fare film da 600/800/1000 milioni anche piú volte all'anno. Le ricette sono il basso rischio, gli universi cinematici, la riduzione dei film al minimo comune multiplo (quindi film politically correct, pg13, uso massiccio di IP con enormi fan bases, riciclo di idee collaudate etc). E ora tutti vogliono emularla, perché se ci riesci ti fai i grossi soldi. E se tutti vogliono emularla, chi investe altrove? Prendi Dunca Jones, al tempo di Moon sembrava una stella nascente. Film fatto con 2 spiccioli. Poi gli hanno dato piú soldi per fare Source Code, ma giá lá si vede una maggiore commercializzazione. Poi Ancora piú soldi, ed é venuto fuori Warcraft.
Ma negli anni 90, erano i registi come Cameron, Zemeckis, Spielberg, Emmerich, McTiernan, Verhoeven ad avere il controllo creativo. A volte riuscivano a volte meno, ma questo non impediva alle case di provarci comunque, perché era la qualitá che pagava, la novitá, non l'aderenza a qualche semplice formuletta. E quindi rischiavano.
EDIT: a supporto di ció, basta vedere quanto spesso al giorno d'oggi vengono cambiati i registi subito prima o durante una produzione, segno che al vertice non c'é il regista, che dovrebbe avere il controllo creativo del progetto, ma che il regista ormai é un "tecnico" che puoi rimpiazzare, perché tanto la visione da implementare é quella della produzione. Altro indizio é l'incredibile somiglianza estetica dei film Marvel (ma non solo). Con cosí tante mani, tanti estri creativi che ci hanno lavorato, come é possibile ottenere risultati tanto simili? Risposta: perché il regista non imprime la propria visione, la propria estetica, ma quella di chi foraggia...
Ieri leggevo che il solo EndGame ha fruttato alla Disney un utile netto intorno ai 900 milioni di dollari...
È ovvio che sia più facile lasciarsi trascinare da queste cifre per un investitore che non puntare sul "nuovo"
Però endgame è il punto di arrivo di un progetto innovativo
Se negli anni 90 inizi 2000 in piena depressione da batman di schumacher ,mi avessero detto che un giorno sarebbe iniziato un progetto del g3nere non ci avrei creduto
Senza freddy contro jason non esisterebbe endgame quindi magari già oggi esistono le basi per il prossimo ventennio solo che ce ne accorgeremo a posteriori
E' anche vero che nel tempo è aumentato in modo esponenziale l'accesso a risorse che prima erano molto più limitate.
Quindi se una volta la spuntavano autori veramente autoriali, c'erano i grandi progetti ma anche quelli più coraggiosi, adesso è tutto più amplificato e strabordante. Giocoforza è necessario effettuare delle scelte e queste, come in molti ambiti della società di oggi, vengono effettuate considerando soprattutto il profitto. Non tutte però e non sempre con risultati degradanti.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
17 hours fa, Zio Frank dice:Però endgame è il punto di arrivo di un progetto innovativo
Su questo concordo (Anche se si tratta di uno sforzo prima di tutto produttivo: se parli di Lotr parli di Jackson, se parli di Ritorno al futuro parli di Zemeckis, se parli dei film Marvel parli di Disney. Vedi come confronto la saga altrettanto popolare di Harry Potter, dove registi e sceneggiatori, non tanto vincolati come le controparti Marvel, hanno avuto libertá creativa nel definire estetica, passo e temi, con un Columbus piú giocoso, un Cuaron piú cupo, un Yates piú psicologico e intimista).
19 hours fa, Manifredde dice:Ma negli anni 90, erano i registi come Cameron, Zemeckis, Spielberg, Emmerich, McTiernan, Verhoeven ad avere il controllo creativo.
A proposito di Zemeckis, ricordo di aver letto che quando diresse Chi ha incastrato Roger Rabbit Michael Eisner della Disney gli chiese di alleggerire alcuni dialoghi che contenevano dei doppi sensi, e il regista si rifiutò. Quindi è proprio come dici tu, un tempo c'era molta più libertà creativa.
Quante balle!
David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024
L'egoismo è un diritto, lo vogliamo dire o no? L'egoismo è il motore del mondo. Senza l'egoismo, quello che si manifesta nella cura per la propria famiglia, o dei propri interessi, quello che ogni giorno pratichiamo, non esisterebbero nemmeno sviluppo e progresso. È necessario sempre diffidare dei buoni samaritani, quelli che affermano di agire esclusivamente per il bene comune. Sono spesso degli impostori.
Giuseppe Cruciani, Via Crux
So di essere di media statura, ma... non vedo giganti intorno a me.
Giulio Andreotti interpretato da Toni Servillo, Il divo di Paolo Sorrentino
- Lei quindi crede? - le domanda la giornalista.
La moglie del premier scuote il capo. - Spero. È un po' diverso. Non penso sia proprio uguale.
- Non lo so, - fa la Reitner, poi aggiunge tra sé: - Nemmeno io sono una grande esperta.
Niccolò Ammaniti, La vita intima
Far away and far away
Flows the river of pure Day;
Cold and sweet the river runs
Through a thousand, thousand suns.
Fredegond Shove, The River of Life
Tra l'altro dovrebbe tornare presto con The witches in cui recitano Anne Hathaway e Octavia Spenser che pare una cosa da ragazzi ma carina come idea (basato ovviamente sulle streghe).
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Provo a offrire il mio piccolissimo e molto modesto contributo a questa bella discussione.
Non so dire se il cinema sia in declino o meno. Mi pare che in ogni stagione dell'arte si sia guardato alla precedente con una sorta di rimpianto-nostalgia per un valore perduto. Quindi forse la sensazione di declino accompagna l'evoluzione dell'arte o del pubblico. Non so...
Volendo provare a guardare la cosa in termini di evoluzione - e non entrando quindi nel merito artistico, perché non ne ho le competenze - da spettatrice ho notato nei film più recenti un maggiore sconfinamento dai canoni "classici" di genere. Vi faccio un esempio e premetto che la mia esperienza più recente riguarda soprattutto i film di animazione e/o per bambini. I film della mia infanzia avevano per lo più un chiaro orientamento in termini di linguaggio/target: parlavano ai bambini e a quella parte dell'adulto che ancora lo era. Con questo, molti di quei film sono ancora delle "perle" eccezionali.
Nella narrazione moderna di genere mi pare ci siano invece tantissimi momenti in cui si parla anche solo agli adulti. Non perché ci siano messaggi subliminali spinti eh. Le battute però sono chiaramente costruite per i grandi. Penso ai film Dreamworks che in qualche modo sono stati i primi a parlare anche ai grandi. Tuttavia, anche i Disney spesso seguono questa strada. Mi viene in mente Ralph Spacca Internet: tantissimi momenti ironizzano sul comportamento di noi utenti digitali in rete o su alcune funzioni (penso all'omino stressante che vuole completare le frasi come avviene nei suggerimenti nelle quei, ad esempio). La scena delle principesse Disney con Vanellope che, sentiti gli abusi cui sono "normalmente" sottoposte le principesse, chiede se deve chiamare la polizia ha fatto ridere noi grandi più che i bambini, così come solo noi grandi abbiamo capito la battuta sul linguaggio strano della principessa di Ribelle (che non solo è scozzese, ma "dell'altra casa di produzione" per cui non parla come le altre). E così pure film come Inside Out o Coco si rivolgono a un pubblico molto più ampio di quello dei bambini.
Non so se in altri generi stia avvenendo lo stesso ma in questo lo noto molto, al netto di qualsiasi considerazione sulla qualità artistica (anche perché a me i film per bambini piacciono praticamente tutti! )