E' ovvio che se concorrono attenuanti e aggravanti bisogna fare un bilanciamento (in questo caso la corte d'appello ha dato un giudizio di equivalenza... può sembrare paradossale, ma se fosse vero quello che sembrano scriverne i giornalisti la pena sarebbe stata molto più bassa, inferiore ai dieci anni in caso di generiche prevalenti)
Nel mio commento precedente mi riferivo al fatto che nella sentenza la gelosia immotivata è stata riconosciuta come aggravante (motivi abietti e futili), mentre a leggere i giornali e il tam tam sui social sembra che sia stata un'attenuante
Come spesso capita, le sentenze vengono lette poco e male, e i giornali si appigliano su una frasetta decontestualizzata per fare notizia.
Non che non si possa discutere questa sentenza: secondo me le attenuanti generiche avrebbero anche potuto non essere date, oppure avrebbero potuto essere considerate prevalenti le aggravanti in sede di bilanciamento... però la discussione andrebbe fata sui contenuti reali della sentenza e sulle questioni reali che pone, non sulla fuffa, come troppo spesso succede.
Aggiungo che mi pare lecito pure discutere dell'effettivo equilibrio del nostro sistema penale: non troverei scandaloso se qualcuno dicesse che il bilanciamento come previsto dal codice non va bene, o che per reati gravi non dovrebbe essere consentito l'abbreviato, o che comunque lo sconto di pena è troppo alto; però va fatto con considerazioni giuridiche, se possibile, non ipotizzando fantasiosamente la mala fede dei giudici o contestando idee politiche che non c'entrano niente
Aggiungo un dettaglio che può sembrare strano ma che potrebbe aver alimentato il corto circuito: in un caso così, con l'abbreviato, non sarebbe stato possibile dare una pena intermedia tra 30 e 16 anni, perché senza attenuanti (o con le aggravanti ritenute prevalenti sulle attenuanti) la pena sarebbe stata inevitabilmente di 30 anni secchi, mentre concedendo un'attenuante equivalente si passa direttamente ad una pena compresa tra 14 e 16 anni di reclusione. 16 anni era la pena MASSIMA una volta riconosciute le generiche equivalenti.
Passare dall'ergastolo a 24 anni non avrebbe fatto la stessa impressione, credo, eppure il concetto (giuridicamente parlando) è esattamente lo stesso.
Il caso di Genova ricade nella stessa situazione di quello discusso poco sopra?
Aritmeticamente sì (anche qui si tratta di un abbreviato, con la concessione di attenuanti generiche ritenute equivalenti alle aggravanti, e quindi massimo della pena base per l'omicidio), nel merito non lo so, perché la sentenza non l'ho letta.
Certo, rilevo che tutti gli organi di stampa dicono che il PM non intende appellare la sentenza, nonostante avesse chiesto la condanna a 30 anni, il che mi fa pensare che la concessione delle generiche sia ben fondata.
Il 19/1/2019 at 16:25, Oggettivista dice:Scrivo giusto perché, leggendo la discussione, noto che quasi tutti parlano di riabilitazione/rieducazione dei carcerati (per alcuni dovrebbe essere una funzione importante del carcere, per altri la più importante e per altri ancora addirittura la sola funzione), secondo me invece la funzione principale, se non l'unica, della pena dovrebbe essere proprio quella punitiva. Commetti un crimine? Vieni punito di conseguenza. Nessuna legge del taglione, non sto dicendo che al ladro di polli vada tagliata la mano destra o al ragazzino con la fionda vada cavato un occhio, ma sostenere che chi commette un crimine vada punito è semplice buon senso.
Riesumo la discussione e mi attacco a questo pezzo per una precisazione: in altri tempi ero d'accordo con quanto detto da Oggettivista, ma mi sono ricordato cosa dice una parte dell'articolo 27 della Costituzione (forse qualcuno l'ha già citato):
CitaLe pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Come impostazione mi sembra comunque che quella europea sia piuttosto diversa da quella americana, che tende invece maggiormente sulla punizione del condannato (e non mi sembra che lì le cose vadano molto meglio). Almeno è questa l'impressione superficiale che ho sempre avuto io, non ho fatto studi giuridici.
Quante balle!
David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024
L'egoismo è un diritto, lo vogliamo dire o no? L'egoismo è il motore del mondo. Senza l'egoismo, quello che si manifesta nella cura per la propria famiglia, o dei propri interessi, quello che ogni giorno pratichiamo, non esisterebbero nemmeno sviluppo e progresso. È necessario sempre diffidare dei buoni samaritani, quelli che affermano di agire esclusivamente per il bene comune. Sono spesso degli impostori.
Giuseppe Cruciani, Via Crux
So di essere di media statura, ma... non vedo giganti intorno a me.
Giulio Andreotti interpretato da Toni Servillo, Il divo di Paolo Sorrentino
- Lei quindi crede? - le domanda la giornalista.
La moglie del premier scuote il capo. - Spero. È un po' diverso. Non penso sia proprio uguale.
- Non lo so, - fa la Reitner, poi aggiunge tra sé: - Nemmeno io sono una grande esperta.
Niccolò Ammaniti, La vita intima
Far away and far away
Flows the river of pure Day;
Cold and sweet the river runs
Through a thousand, thousand suns.
Fredegond Shove, The River of Life
Riprendo questo topic per suggerire a chiunque fosse interessato al tema la lettura di "A sangue freddo" di Truman Capote che, oltre a essere un esempio di eccellente letteratura, apre a una profonda riflessione sul tema "giusta pena, pena giusta". L'ho finito alcuni giorni fa e non riesco a togliermi dalla mente tutte le riflessioni in merito che mi ha suggerito.
Il 3/1/2021 at 12:57, Maya ha scritto:Riprendo questo topic per suggerire a chiunque fosse interessato al tema la lettura di "A sangue freddo" di Truman Capote che, oltre a essere un esempio di eccellente letteratura, apre a una profonda riflessione sul tema "giusta pena, pena giusta". L'ho finito alcuni giorni fa e non riesco a togliermi dalla mente tutte le riflessioni in merito che mi ha suggerito.
Ovvero? Se non le sveli sembra che lo scrivi solo per far venire voglia di leggere il libro...
In effetti, voglio farvi venire la voglia di leggere questo libro bellissimo.
Non so se conoscete un po' la storia: in pratica offre una ricostruzione molto dettagliata di un caso di pluriomicidio avvenuto in Kansas alla fine del 1960. Fece molto scalpore per la violenza perpetrata (una famiglia di quattro persone sterminata in modo brutale) rapportata al "bottino" raccolto dai due malviventi (cinquanta dollari, una radiolina portatile e un binocolo).
Capote scelse di seguire le indagini dai primi giorni dopo il ritrovamento dei corpi, l'inchiesta, il processo e l'esecuzione della pena capitale dei due assassini. Il romanzo raccoglie tutti i dati e le testimonianze relative al caso e, in maniera molto precisa e oggettiva, racconta tutti i fatti, equilibrando commozione per le vittime e analisi dei due assassini. Lungi dal voler dare loro attenuanti o giustificazioni, Capote racconta infatti anche il dramma sociale alle spalle dei colpevoli.
Dal racconto emerge l'incapacità della giustizia dell'epoca di andare oltre i codici: ad esempio, c'è una parte in cui viene illustrato come durante il processo in primo grado il parere di uno psicologo, chiamato a deporre in merito allo stato mentale dei due imputati, sia stato largamente trascurato e banalizzato in risposte "sì" e "no". Nel suo referto (fornito a parte a Capote) l'esperto offre un'analisi molto accurata della psicologia dei due assassini e delle problematiche notevoli dei due soggetti.
Una delle grandi riflessioni che apre "A sangue freddo" riguarda però il "bisogno innato" di "lavare il sangue con il sangue". Perry Smith (uno dei due colpevoli) è l'esempio vivente di questa grande contraddizione: a un certo punto dichiara una cosa tipo "non avevo nulla contro i Clutter (le sue vittime), anzi, mi piacevano. Solo che erano lì e hanno pagato loro per tutti gli altri (intendendo così tutte le persone che negli anni lo avevano abusato, picchiato, offeso, umiliato". In un altro punto è lo stesso Smith a sottolineare l'assurdità di una giustizia che si vuole compiere con la pena di morte, macchiandosi così di un crimine identico a quello che vorrebbe punire.
Ci sono inoltre tante "voci" che si esprimono in maniera contraddittoria dichiarandosi "contrarie alla pena di morte, ma magari in questo caso...", come se ideologicamente rifiutassero l'idea, ma poi concretamente ritenessero "giusto" fare un'eccezione in un caso specifico di inumana violenza su vittime innocenti.
"A sangue freddo" ribadisce l'inutilità sostanziale e tutto sommato largamente riconosciuta della pena di morte come mezzo correttivo, ma suggerisce anche che l'essere umano sia quasi naturalmente portato a fare giustizia cancellando la violenza con altra violenza, la morte con altra morte.
Non so se sono riuscita a darvi l'idea. Io stessa sto ancora metabolizzando la riflessione che questa storia ha fatto maturare in me. Forse, sì, per capire vi deve proprio venire la voglia di leggerlo.
Intervista di Internazionale a Mauro Palma, fondatore dell'associazione Antigone, sul tema della durezza del carcere e dei problemi sociali e umani che comporta.
https://www.essenziale.it/notizie/giuseppe-rizzo/2022/11/22/mauro-palma-carcere
Quante balle!
David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024
L'egoismo è un diritto, lo vogliamo dire o no? L'egoismo è il motore del mondo. Senza l'egoismo, quello che si manifesta nella cura per la propria famiglia, o dei propri interessi, quello che ogni giorno pratichiamo, non esisterebbero nemmeno sviluppo e progresso. È necessario sempre diffidare dei buoni samaritani, quelli che affermano di agire esclusivamente per il bene comune. Sono spesso degli impostori.
Giuseppe Cruciani, Via Crux
So di essere di media statura, ma... non vedo giganti intorno a me.
Giulio Andreotti interpretato da Toni Servillo, Il divo di Paolo Sorrentino
- Lei quindi crede? - le domanda la giornalista.
La moglie del premier scuote il capo. - Spero. È un po' diverso. Non penso sia proprio uguale.
- Non lo so, - fa la Reitner, poi aggiunge tra sé: - Nemmeno io sono una grande esperta.
Niccolò Ammaniti, La vita intima
Far away and far away
Flows the river of pure Day;
Cold and sweet the river runs
Through a thousand, thousand suns.
Fredegond Shove, The River of Life
Il 4/1/2021 at 16:04, Maya ha scritto:"A sangue freddo" ribadisce l'inutilità sostanziale e tutto sommato largamente riconosciuta della pena di morte come mezzo correttivo, ma suggerisce anche che l'essere umano sia quasi naturalmente portato a fare giustizia cancellando la violenza con altra violenza, la morte con altra morte.
Niente di sorprendente in questo, basta masticare un po' di storia. Chissà se Capoterra conosceva i Longobardi
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi