« He smiled a lot, as if the world were a secret joke that only he was clever enough to understand. »
Un character che, senza alcun dubbio, merita le sue attenzioni sul piano analitico e narrativo. Theon è realismo e diamante nascosto. E', come pochi dei suoi pari, l'identificazione stessa di un percorso umano. Ed è altrettanto protagonista dei picchi di scrittura di GRRM, apice raggiunto per l'appunto nella qualità dei suoi PoV in ADWD, ancor più imprescindibili in un volume alquanto dispersivo e a tratti confusionario rispetto al solito.
Il personaggio deve principalmente la sua fama alla dissociazione della propria natura a seguito delle violenze subite. Tuttavia tale considerazione andrebbe riveduta tenendo conto degli archi precedenti. Theon stesso è caratteristico e degno di nota già precedentemente.
Egli non ha nulla che lo faccia risaltare, è un varco aperto in cui si inseriscono le emozioni più naturali ed istantanee che una persona possa provare ed i sentimenti maggiormente banali ed immediati, soprattutto in negativo, pertanto diviene realistico nell'esporre l'essere umano nelle sue cadute e nella propria natura miseramente superficiale. E' un tipo di persona di cui si può aver riscontro ogni giorno nella propria vita, pertanto non aleatorio.
Theon è, appunto, inizialmente superficiale, ma la sua frivolezza va intesa ad ampio raggio. Egli non è in grado di giungere a relazioni concrete, molto probabilmente a causa di una situazione familiare disastrata e inconsistente. Nell'incapacità di relazionarsi agli altri in modo solido la maggior responsabilità è riconducibile all'impossibilità di concentrarsi concretamente sulla natura e lo spessore altrui. L'attenzione, da vero egocentrico, è invece su sé stesso. Dunque egli agisce verso coloro che gli sono intorno solo in funzione della propria figura, auto costringendosi ad una scelta bidimensionale quanto ristretta. La persona che ha di fronte diviene un soggetto da compiacere o deridere (umiliare). Muta, conseguentemente a ciò, in elemento da cui ricevere approvazione o da annientare.
Non vi sono scelte di mezzo, non vi sono compromessi, poiché non vi è ricerca di profondità, a causa del proprio consapevole bisogno, che altrettanto lo distanzia dal prestare l'occhio alle necessità altrui. Nel momento in cui la persona non suscita nessuna delle due sopracitate sensazioni, essa non riceve l'interesse di Theon e dunque è essenzialmente ad egli indifferente.
Tale mancanza di equilibrio è trasferita anche nelle proprie azioni e percezioni, che vertono sempre sulla ricerca del sensazionalismo e del gesto eclatante, le quali altrimenti non avrebbero senso di esistere per assenza di risonanza e soddisfazione personale. Egli è l'esagerazione di sé stesso e ciò che inizialmente compie è sempre viziato da tale difetto comportamentale, che lo porta a situazioni e stati d'animo ambivalentemente eccessivi.
La natura insicura e debole, (giudicata malamente già dal proprio inconscio!), si riveste di atteggiamenti fatui e privi di consistenza, lasciandogli assumere un aspetto baldanzoso, ardito, macchiettisticamente spavaldo, al punto da risultare bizzarro. I suoi pensieri sono perlopiù disorganizzati, accelerati dalla necessità di colmare un proprio bisogno, portandolo ad una dimensione di irrazionalità in cui predispone alla propria persona delle mete irraggiungibili (in atto pratico e quindi reale) per puro senso di vanagloria. Ciò lascia intendere che egli non sia privo di una furbizia basica e maliziosa, ma che non la sfrutti a causa dei propri stimoli ed impulsi incontrovertibili, che portano la sua mente a deragliare in stato continuativo. Un Pindaro poco mancato.
Non malvagio, bensì ingenuo nella mancanza di controllo, costantemente deviato da una rivendicazione ossessivo compulsiva dell'approvazione altrui e del consolidamento della sua figura, auto considerata insignificante se non edificata e consolidata da un'azione che gli conferisca gloria eterna e rispetto incondizionato. Qui poggia gran parte della natura iniziale e del senso di abbandono e mancanza di riferimento, equamente inevitabili data la cronistoria personale. Benché i comportamenti dovrebbero avere missione d'identificarlo parzialmente come intoccabile narcisista, gli stessi espongono invece, inesorabilmente, la totale e costante vulnerabilità alle opinioni del circondario, sia positive che negative, non portandolo in quest'ultimo caso ad una chiusura permalosa, quanto ad un totale senso di smarrimento e dolore, prova finale di un orgoglio tutt'altro che latente oltre ogni sciarada.
In tutto questo processo si cela una schiavitù morale e identitaria precedente a qualunque tortura psicofisica, che lo costringe ad un costante ciclo di azioni di fortuna, puramente vacue e di necessità, nonché totalmente distanti da uno sviluppo di vera individualità e di volontà personale, qui realmente latente poiché soggetta ad un continuo giogo di impressioni e risoluzioni.
Ed è anche ciò che si manifesta, per riflesso, nella parte ritenuta più interessante e cioè la trasformazione in Reek. La complessa struttura di sensazionalismo erode nel dolore della lama che lo scuoia, portandolo a rivelare basi e contenuti tanto celati quanto articolati, mai affrontati poiché mai individuati dentro di sé, quindi inediti. Per ogni goccia di sangue perduta comincia un processo dissociativo ed inevitabile, che lo allontana passo dopo passo dalla pelle sporcata dai peccati commessi. La coscienza, comunque già presente in modo importante dentro di lui, è ultimo baluardo di un corpo corrotto ed una mente distrutta. La medesima lascia ancor di più scorgere l'assenza di cattiveria vera e propria, in favore di una consapevolezza finale che, nell'espiazione, lo strugge in modo infinito e anche qui nel caso, esagerato, causando un pentimento moralmente auto flagellante e mai saturo.
Nelle celle in cui è rinchiuso, tra dolori atroci, odori insopportabili e ripugnanti deiezioni, Theon si avvicina quanto più possibile alla sfrontatezza dell'Anna Freud. Il suo vero io diviene solo un sintomo e tutto ciò che dentro di lui è inconscio, lo porta ad una nuova consapevolezza di sé. Nella tortuosa dissociazione ed automortificazione, quindi ironicamente proprio nello scherno e nell'umiliazione, per una sorta di giustizia poetica, egli distrugge la precedente natura d'accatto ed eccessività, ritrovando consapevolezza con un sé stesso stavolta credibile nella sua forma più cruda e reale.
La fuga finale, così come le ultime sevizie, non sono altro che la pressione sul grilletto di una pistola già carica. Un'azione di volontà a sfavore di una di stimolo. E' l'atto risolutivo di una persona screpolata nell'intimità, di un eterno questuante che ha sempre creduto di elemosinare approvazione e rispetto, ignorando che in realtà presentasse proprio in quei momenti richieste più profonde.
In poche parole Theon, soprattutto a prodotto completo, è un pg chiave ed interessante sotto tutti i profili. Lo è sul piano umano per gran parte di ASOIAF, in quanto complessato ed irriverente, come molte persone nella vita, quindi riscontrabile, vicino. Lo è sul piano psicanalitico, poiché incline ad ogni disturbo ed evoluzione della propria psiche e quindi infine della propria mente. Lo è sul piano morale, basico, a causa di un pentimento virtuoso quanto nevrotico. Lo è narrativamente, in quanto aperto ad ogni prospettiva del caso.
Ciò detto, qual è la vostra opinione su questo character?
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Un altro personaggio che rientra nella mia top ten, una vera perla in cui GRRM riversa la sua enorme abilità narrativa e un character assolutamente ricco e imprescindibile, forse il simbolo stesso di ASOIAF, di sicuro quello che nobilita maggiormente ADWD.
Come ha giustamente detto JonSnow, la situazione familiare ha un peso determinante nel definire la personalità di Theon. Strappato alla sua famiglia naturale in giovane età, cresciuto sotto gli Stark nella duplice veste di protetto e ostaggio, Theon matura dentro di sé una serie di contraddizioni fin dall'inizio. Si sente alla pari con Robb e tutti gli altri, tanto da mostrare spavalderie già in alcuni passaggi di AGOT come quando salva Bran, ma allo stesso tempo sente di non essere come loro, vedendo l'immagine di Ned con Ghiaccio in mano pronto a decapitarlo se Balon sgarra. Quando torna alle Isole di Ferro, è contento e orgoglioso di ritornare dal suo vero padre pensando di mostrare con orgoglio la sua presunta crescita, ma il padre e lo zio Victarion lo sbugiardano pesantemente mostrandogli quanto sia lontano dall'ideale di un uomo di ferro. A questo punto torna al Nord, tradisce gli Stark e cerca di comportarsi come un vero uomo di ferro, ma tutti al Nord cominciano a definirlo turncloak e kinslayer, gli aggettivi peggiori con cui nominare un uomo a Westeros. E come se lo sradicamento esistenziale maturato fino ad ora non fosse sufficiente, diventa vittima di Ramsay che gli toglie tutte le sue abilità (il sorriso rompendogli i denti, l'abilità con l'arco mutilandogli le dita e il successo con le donne evirandolo, anche se quest'ultimo passaggio non è chiaro) gettandolo ulteriormente in un buco oscuro da cui, nonostante tutto, riesce a sollevarsi salvando Jeyne Poole, ossia compiendo il suo primo vero atto eroico in tutta la saga.
Theon è questo: un personaggio alla ricerca di una identità, di un suo spazio vitale, di una nicchia in cui affermarsi, cosa testimoniata dal fatto che quando cattura Winterfell non intende distruggerla ma diventarne capo, come a testimoniare e affermare sé stesso di fronte a tutti gli altri e il mondo interno. Le sofferenze che patisce all'interno della trama sono atroci, ma non hanno necessariamente un carattere espiativo: Theon soffre perché è vittima delle circostanze e di un ambiente ostile, a partire dalla famiglia originale, proseguendo con quella "adottiva" e finendo con i Bolton. E non è detto che nonostante tutto quello che ha passato sopravvivrà al termine di tutto: Martin sarebbe capacissimo di farlo fuori nell'ultimo libro (credo che in TWOW sopravvivrà), magari casualmente o in maniera ridicola.
Di sicuro, Theon Greyjoy ha ancora molto da dirci, e conferma il fatto che la famiglia Greyjoy è in assoluto la più disfunzionale e assurda di tutta Westeros, a cominciare dal cupo e ossessivo Balon, proseguendo con il guerrafondaio Victarion, il fanatico Aeron, il nichilista Euron e finendo con il disgraziato Theon. In fondo, Asha è la più normale
5 hours fa, JonSnow; dice:Lo è sul piano psicanalitico, poiché incline ad ogni disturbo ed evoluzione della propria psiche e quindi infine della propria mente.
Probabilmente è troppo banale per scriverlo e se probabilmente scoprirò l'acqua calda, ma mi lancio lo stesso
Theon-1 (il personaggio prima che attraversi l'orrore delle torture) è alla disperata ricerca di una figura paterna. Ha sempre sentito Ed come un surrogato di padre, come in effetti era. Quando si trova davanti, dopo anni, il padre biologico, che lo tratta con disprezzo e, in sostanza, lo rinnega, viene travolto dal desiderio di conquistarne la stima e la considerazione. Tutto quello che fa in quella fase -il tradimento, le imprese sconsiderate- nasce da un carattere spaccone e sopra le righe, ma prima ancora dal desiderio di colmare un vuoto, di riempire un ruolo, un posto che nella sua vita nessuno ha mai occupato. Non penso che le sue insubordinazioni e bislacche iniziative -fino alla follia di andare, con un gruppo sparuto di uomini, a conquistare nientemeno che Grande Inverno- siano smargiassate fini a se stesse. Io le vedo come un grido, una richiesta di considerazione. Fatti, questo sì, da un individuo propenso ad agire alla leggera, senza considerare le conseguenze; ma con dentro di sè un bisogno reale e non superficiale. Forse sono condizionata dalla serie tv, dove questo a un certo punto viene esplicitato abbastanza chiaramente (il dialogo tra lui e Ramsey dopo la finta liberazione); ma mi piace pensare che sia nascosto tra le righe anche nel libro. E se proprio questa lettura vi sembra eccessivamente pro-Theon, possiamo sempre arretrare di un passo e notare che comunque Theon è un albero senza radici. Cresciuto lontano dalla sua famiglia, come ospite-ostaggio. Come e più di Jon, è cresciuto sentendosi fuori luogo e fuori contesto; è un non-Stark e un non-più-Greyjoy. Quello che cerca, a prescindere dalla considerazione da parte del padre, è un'identità, un'appartenenza. Tornare ad essere un Iron Man, dato che non è mai stato uno Stark.
Resta il fatto, indifendibile, che per procurarsele agisce in modo totalmente disumano. Usa il prossimo come un mero strumento, un materiale da usare o un ostacolo da rimuovere. Ma la sua evoluzione successiva -l'umanità che acquisirà quando scoprirà, letteralmente sulla sua pelle, cos'è la sofferenza- fa pensare che, più che per crudeltà consapevole e appagata di se stessa (come invece un Ramsey) agisca così per una totale, malata leggerezza e patologica mancanza di comprensione umana. Dirò una sciocchezza, ma è come se avesse vissuto i primi vent'anni della sua vita in un sogno / delirio di onnipotenza, e ci voglia la discesa nell'abisso -mesi di atrocità, dolore, terrore- per fargli aprire gli occhi ed approdare nel mondo reale.
intanto, come sempre, complimenti a jonsnow per aver aperto un'altra ottima discussione! il quadro generale è quello che avete riportato tutti, ossia quello di uno dei personaggi piu complessi e interessanti della saga!
ambizione, autocommiserazione, rabbia, affetto nascosto verso un'altra famiglia nonostante formalmente fosse un ostaggio, pentimento, voglia di rivalsa, perdita totale di se stessi ma allo stesso tempo introspezione psicologica piu sviluppata di prima...............tutto questo inserito in un contesto che vede theon greyjoy protagonista di molte vicende diverse tra loro nell'arco della saga e che lo portano a contatto di tanti personaggi diversi, rafforzandone l'interesse!
mi verrebbe da dire che avrebbe tutte le potenzialita per emergere, ma casca sempre nel posto o nella situazione sbagliata, da ultimo erede delle isole di ferro avrebbe potuto diventare un ironborn al 100 per 100 e rendere fiera la sua famiglia, ma viene portato a grande inverno! da ostaggio, nonostante un rapporto buono con robb, non puo essere in totale sintonia con l'ambiente ne essere trattato veramente come uno di famiglia!
un'insofferenza nemmeno troppo nascosta che, una volta che il padre lo rinnega, lo porta a voler mostrare qualcosa di piu, con la presa di grande inverno e il tradimento verso robb, ossia con l'inizio delle sue tribolazioni, la prigionia con ramsay, reek, gli splendidi capitoli di ADWD, fondamentali per mantenere il libro su livelli discreti! anche la descrizione abbastanza dettagliata di quello che subisce, con riflessi devastanti sul fisico(anch'essi ben raccontati), aiutano a comprendere quello che patisce, un guscio vuoto all'esterno, una coscienza silenziosa ma ancora presente e anche piu profonda di prima all'interno!
uno dei personaggi dal futuro piu incerto, sarei molto curioso di vedere cosa gli riserva TWOW
" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "
Aggiungo che è evidente che da questo punto di vista Theon ha molto in comune con il primo Tyrion: entrambi cercano invano un riconoscimento da un padre che, invece, li respinge e rifiuta. Apparentemente può sembrare più grave ed estrema la situazione di Tyrion, dato che suo padre arriva al punto di cospirare contro la sua vita. Ma anche Theon si è sentito tradito, abbandonato dal padre, che, lasciandolo come ostaggio nelle mani del nemico, oltre ad avere ufficializzato un abbandono ha messo a repentaglio la sua sopravvivenza. Theon ha vissuto anni fondamentali per la sua formazione senza una figura paterna; Tyrion li ha vissuti con una figura paterna glaciale, inaccessibile, che anni dopo arriverà a rifiutare il proprio ruolo dicendogli “Tu non sei mio figlio”. I due personaggi sono arrivati, nel loro percorso, ad un punto molto simile. Ma qui emerge la differenza nei loro caratteri: Tyrion, che ha una sua personalità già formata, solida e definita, uccide il padre; Theon sceglie di adeguarsi, di rinnegare il mondo in cui è stato cresciuto, di modificarsi pur di compiacerlo e conquistare un riconoscimento impossibile. Non sto dicendo che il parricidio sia una scelta adulta, né tantomeno raccomandabile nella real life, eh Ma per tradurlo in termini più adatti alla vita nel mondo reale, lo possiamo vedere come una metafora: uccidere la propria necessità di un’approvazione, di un riconoscimento esterno da parte di qualcuno che, seppure così importante per te, non te lo concederà mai. Prendere atto una volta per tutte che quel vuoto dentro di te c’è e ci sarà sempre, ma non puoi impostare la tua esistenza e te stesso sull’impossibile tentativo di colmarlo: devi trovare il modo di guardarci dentro senza caderci. DI accettarlo, accettare il dolore e la mancanza; costruirci una cicatrice intorno e continuare il tuo cammino e la costruzione di te stesso. Theon, più debole (essere violento e crudele con il prossimo non significa essere forte, anzi, spesso significa il contrario), dalla personalità informe ed inconsistente, dipendente da mille fattori esterni, più sbruffone che forte, sceglie invece di lanciarsi a capofitto nell’impresa impossibile di riconquistare l’approvazione di una figura paterna di fatto inaccessibile, di farsi plasmare dal padre e dal proprio desiderio di un padre: crede di dimostrare di essere un Uomo Di Ferro; sta dimostrando di essere un uomo di plastilina.
Discorsi interessanti i vostri. Certamente, come abbiamo sottolineato, parte dei meccanismi comportamentali di Theon sono riconducibili ad una figura paterna latente o sfuggevole. Anche lo stesso Eddard, che in parte è assurto a ciò come figura sostitutiva e di fortuna, per ovvie ragioni e costrizioni derivate dalla condizione di ostaggio non ha potuto trasmettergli la capacità di creare e avere scambi di empatia con le persone circostanti, nonostante non sia stato manchevole di buon esempi sotto il profilo dell'onore.
Aggiungo comunque che il discorso sulle relazioni superficiali non esclude che Theon sia in grado di provare affetto, per quanto in determinati stadi e non corroborati da uno stretto senso di volontà. Non è vero, ad esempio, che con Robb non abbia condiviso nulla su questo piano.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Scusa la domanda JonSnow;
Fermo restando che con Robb Theon ha un rapporto di "amicizia " in senso lato,come si pone con Jon il bastardo e perché ?
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
;
« I am a wolf and I fear nobody. »
''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
Domanda che porta ad un discorso lievemente complesso. Di primo impatto il raffronto Jon-Theon porterebbe con sé facili giudizi basati sul reciproco piano umorale. Di fondo, l'interazione del duo costituisce invece basi molto più complesse. Sono entrambi soggetti, nel vicendevole scontro, ad emozioni rudimentali e pratiche. Jon Snow è esattamente tutto ciò che Theon è in grado di schernire facilmente, nella sua immancabile malinconia ed eccessiva serietà. D'altro canto Theon è esattamente tutto ciò da cui Jon Snow si distanzierebbe in ogni contesto. Rappresenta una mancanza di serietà, una superficialità che lo rende poco affidabile ed inaccettabile per chi, come lui, ha come costante metro di paragone etico e comportamentale la figura di Ned, ancor più di Robb.
Entrambi invidiano poi, consapevoli o meno, le reciproche posizioni. Jon Snow lo status nobiliare di Theon che, per quanto non sia Stark, gli apre possibilità di vita di maggior prestigio rispetto alla posizione di Bastardo. Theon invidia invece Jon per una maggior integrazione e considerazione in quegli stessi Stark di cui, come ogni soggetto importante nella sua vita, ricerca approvazione. Jon, per quanto bastardo, è a livello di empatia e considerazione più vicino a Robb e fratelli di quanto potrà mai esserlo lui.
In conclusione vi sono sempre stati le basi per uno scambio di interazioni interessanti, così come potrebbero essere in futuro altre disposizioni inedite.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
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Ma,sempre secondo te,Jon avrebbe schernito pesantemente Theon come ha fatto quest'ultimo nel momento in cui vengono trovati i metalupi?
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
;
« I am a wolf and I fear nobody. »
''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
No perché si tratta di personalità diverse alla base. Un Theon vede nel diverso e nel debole un rimando alla propria insicurezza, quindi tende a ignorarlo o buttarlo giù con umiliazione verbale. Non per malvagità o cattiveria intrinseca, come detto precedentemente, ma per un'indole meschina che è primordiale alla sua evoluzione. Jon vede nel debole un'occasione per appagare il proprio stato interiore, che in caso di mancato appoggio alla persona in questione gli porterebbe un senso di fastidio che tradirebbe i principi ricevuti da Ned, figura che, ribadisco, tende a mitizzare anche più di Robb a causa del suo status di emarginato.
Poi con due cronistorie differenti, avrebbero potuto avere caratteri diversi e la situazione avrebbe avuto un approccio altrettanto diverso.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
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« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Analisi interessante che condivido.
Che posso aggiungere?
Theon fondamentalmente non sa chi è. Infatti non è casuale che sia toccato proprio a lui di venire seviziato e demolito per far spazio ad un Reek che condivide con un Theon indefinito pre-torture lo stesso corpo. Theon ha tratti di irrazionalità perché è cresciuto senza certezze, o meglio con l'onere e la possibilità di scegliersele. Portato via da casa, più come prigioniero che come protetto, cresce in un ambiente di per sé sano, dove l'unico elemento di conflittualità è l'odio di Cat per Jon. Ovviamete è prigioniero, ma in un certo senso è libero di essere chi vuole, perché a casa Stark è un ospite estraneo al contesto.
L'unico metro di paragone sono gli altri, ma non familiari, conoscenti, non persone da cui ricevere affetto ma con cui confrontarsi. E per farlo deve farsi notare, diventa sfacciato, esuberante, eccessivo. Si impegna negli addestramenti, Rob è oltretutto un rivale, un esempio, per lui. Diventa un eccellente arciere.
Una cosa che sicuramente si può aggiungere è che come Tyrion si è costruito una facciata, uno scudo, ma pur non avendo la personalità, l'arguzia, la sete di conoscenza del nano, Theon è attento, valuta tutto, lungo tutta la sua parabola valuta specialmente le persone, anche giudicandole certo. A casa Stark fa le sue valutazioni, Rob è l'erede, gli dedica attenzioni, in più Rob non è particolarmente arguto e diventano, se non amici, compagni di scherzo. Perché Theon lo sa prendere. Jon è il bastardo mesto e uggioso, lo vede e lo timbra come poco utile alla sua sopravvivenza.
Sopravvivenza perché Theon, non dimentichiamocelo, è solo.
E non può che essere solo, un ragazzo che tornato a casa, viene accusato di colpe che non ha ed è inviato a considerare nemici quelli sotto il cui tetto dormiva.
Chi è Theon? Ovviamente Theon non lo sa.
Poi arriva Reek, l'animale impaurito e servile. Autostima distrutta, zero desideri tranne la morte, zero speranze, per la prima volta non gli importa più nulla degli sguardi che ha attorno, dei giudizi, di apparire. Oltre a non essere nessuno di preciso, ora non è proprio nessuno, un'esistenza inutile.
Quando si ambienta nei panni di Reek esce fuori l'istinto, l'osservazione, un poco di saggezza e di misura per la prima volta.
Quando arriva al punto di buttarsi dalle mura, ha iniziato a costruire un vero e autentico Theon, dato non dalle origini, la formazione, i legami, la sovrastruttura diciamo, ma esclusivamente dal suo sentire e ragionare. In ADWD è estremamente misurato, ha ripreso le sue capacità di valutare, ma ora non le usa più come prima da arrampicatore sociale, ora le usa per sopravvivere. Cosciente dei suoi sbagli e delle sue ingenuità, se avrà un futuro, non sarà più da scellerato.
Spoiler TWOW
Theon torna anche a ridere, ma la sua risata è diversa. Gode ancora delle debolezze altrui, non prende nulla sul serio, ma ora lo fa perché può permetterselo, può prdere solo la vita di cui non gli importa nulla. Ora la sua risata assomiglia più a quella di Tyrion che a quella di un cretino. Gli hanno fatto abbassare la cresta e se la rialzerà sarà solo perché è consapevole di se stesso. Anche se non so come farà a superare la componente di Reek che gli rimarrà addosso a oltranza. In qualche modo deve concorrere a formare il nuovo Theon
Spoiler Serie TV
Spero solo non diventi quel depresso che dobbiamo sorbirci nella serie
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
Io devo fare un mea culpa: non sono mai riuscita a leggere riga per riga le parti cartacee in cui gradualmente Ramsay trasformava Theon in Reek. Una difficoltà che è tornata anche nella versione televisiva. Anche se fatico ad ammetterlo sono piuttosto sensibile e ho detestato Ramsay con tutto il cuore. Questo tipo di malessere deriva dalla totale gratuità con cui Ramsay opera su Theon andando a modificarne esattamente l'identità. La nostra identità, detto in maniera molto semplificata, è composta da un nucleo di credenze profonde riguardanti noi stessi, unito al modo in cui il nostro sè si rapporta agli altri esseri umani e una terza parte che è il sè sociale, ovvero la nostra risposta profonda alle reazioni che i nostri comportamenti inducono negli altri e al grado di approvazione o disapprovazione che generano. Ovviamente Ramsay smonta, col corpo di Theon, le due identità sociali:Ramsay diventa l'unica interazione di Theon, e Ramsay è in un atteggiamento di costante disapprovazione per Theon mentre lo malmena. Logico che il povero alla fine pensi di meritare quel trattamento, pur temendolo e detestandolo. Si crea un rapporto malato che ha ben descritto Umberto Eco ne "Il nome della Rosa":superato un limite umano chi subisce la tortura desidera compiacere l'aguzzino, e l'aguzzino entra nella mente e nei desideri della vittima. Non è propriamente una sindrome di Stoccolma, ma un vero vincolo emotivo.
Theon, che ha ancora di sè solo quella struttura profonda, ma comunque lesa, torna Reek quando gli eventi in qualche modo rievocano l'agire di Ramsay. Io credo che la fuga gli abbia ridato coraggio, ma non può naturalmente prescindere da un'idea di sè e della vita che è totalmente stravolta. La psiche infatti ha dei forti margini di ripresa,ma oltre un certo limite la capacità di rielaborare le esperienze è giocoforza disabilitata, perchè il cervello di fronte a traumi troppo grossi da razionalizzare entra in un loop oscuro (avete presente il disturbo post traumatico da stress, o sindrome del soldato?)
Personalmente trovo I Greyjoy difficili da sopportare, e non sono mai stata neppure tra quelli che hanno pensato che Theon abbia meritato di essere ridotto a Reek, nonostante il tradimento indecente ai danni degli Stark .
Quello di Theon è un personaggio a cui sono affezionata e che dopo la trasformazione ha ricevuto poca o nessuna gentilezza.
Il paragone con Jon è interessante perche sono potenzialmente molto simili, ma all'atto divergono completamente. Entrambi vivono una situazione di rifiuto, che forse per Jon è ancora più diretta, ma semplicemente Jon sceglie di dipendere al minimo dall'approvazione altrui e quindi diventa molto introspettivo, attento, tiene un basso profilo e intanto cresce in esperienze e capacità. Theon cerca di vincere le sue paure dirigendosi verso l'approvazione degli altri:lo sguardo è esterno e la crescita manca.
Il ciclo di redenzione ormai lo hanno entrambi, (perchè in un certo modo entrambi si sentono colpevoli o manchevoli), ma Jon lo ha porta avanti da sempre sopratutto attraverso scelte non convenzionali ma per lui sensate, Theon è dovuto passare attraverso Ramsay per vedere in sè, e ora credo che si avvi a concludere il suo arco narrativo, spero più che dignitosamente.
Le condizioni oggettive erano, psicologicamente, tanto simili per i due, che in un ipotetico disegno astrologico dei personaggi li avevo collocati nella stessa casa, ma uno in evoluzione positiva e l'altro in negativo (ogni tanto mi diletto con questi simbolismi del cavolo...). Comunque..incursione da serie TV
sarà interessante vederli insieme a breve per trarre conclusioni.
Ho scritto un vero papiro, ma anche per il tipo di studi fatti, questo tipo di argomenti mi prende sempre moltissimo.
Magnifica l'analisi di Jon Snow e ricchi di spunti interessanti i commenti di tutti...
Quanto a me, ho sempre considerato Theon il personaggio tragico per eccellenza nell'universo delle cronache. Una persona alla ricerca di una propria identità, in modo più solitario se possibile di un Jon Snow o di un Tyrion, entrambi reietti ma che nel loro essere emarginati riescono a trarre la propria forza e a imporsi su un gruppo sociale. Theon no, non ha i Guardiani della Notte, non ha gli intrighi del Concilio Ristretto. Un uomo che non ha connessioni con la propria figura materna - né in positivo né in negativo. Ancora una volta, tracciando un paragone con Jon e Tyrion, come Theon senza madre, notiamo una differenza sì piccola, ma altrettanto incisiva. L'assenza della madre comporta, infatti, una connotazione identitaria: è l'assenza della madre di Jon a renderlo il bastardo, è stata la morte per parto della madre del nano, oltre alla sua deformità fisica, a fare di Tyrion il Folletto odiato dal padre e dalla sorella. Nulla di tutto questo può essere attribuito a Theon (ma potrei sbagliarmi). Con la morte di Ned Stark anche il suo viaggio ha inizio. Un viaggio senza una meta se non, forse, quella di trovare se stesso. E quindi, il ritorno dal Padre, il tentativo disperato di conciliare le due identità: quella di Stark e quella di Uomo di ferro. Il rifiuto del Lord che ha valore sia narrativo che psicologici. Motore degli eventi che porteranno alla presa di Winterfell da parte degli uomini di Ferro, esso pone finalmente Theon davanti alla domanda che forse è il suo reale quid identitario: chi sei tu?Non a caso, alle mutilazioni fisiche di Ramsay segue la perdita del proprio nome, connotazione identitaria per eccellenza. Da quel momento, la riconquista del sé parte attraverso la riconquista del proprio nome e in questa luce io leggo SPOILER GOT 6 STAGIONE
l'avvicinamento e la partenza (nella serie) insieme alla sorella. Dal vivere in superficie iniziale (forse, utile a evitare proprio la fatale domanda) al ripiegamento finale, la parabola di un personaggio che per sfuggire alla disperazione deve innanzitutto ritrovare se stesso. Ma che per dare senso alla propria esistenza quell'identità ha dovuto prima di tutto perderlo, per ricominciare da quella prima, importante consapevolezza: che il suo vero padre è morto ammazzato in quel di Approdo del Re.
Theon è certamente uno dei personaggi delle Cronache che preferisco, da grande appassionato della tragedia greca e dell'opera di Shakespeare trovo che questo ragazzo disperato, che finge per tutta la vita una serenità che non ha, perso nei suoi fantasmi interiori fin da piccolo faccia risaltare al meglio la profondità della produzione martiniana
Colgo l'occasione per farvi conoscere un mio piccolo omaggio a Theon, scritto qualche tempo fa (da leggere con il ritmo e della sigla del famoso anime Lady Oscar)
ODE AL VOLTAGABBANA
è nato un nuovo sangue di ferro
ma il padre sconfitto
al lupo vincente
lo cede e lo scorderà
Cresci Theon con chi ti carezza
ma la spada ti mostra ogni dì
non sei un bastardo ma meno vali
per chi ti da il pane ed il vin
sei un bulletto che ride e che scherza
ma la notte nel letto sei sol
ed il sangue di ferro fa male
ti senti uno Stark nel cuor
Un solo fratello ti cerca e ti vuole
Robb il futuro signor,
sei la sua spalla
e lui il protettore di Theon, il Kracken traditor
Venne la prova, l'ardua sentenza,
devi sceglier chi tradir
il fato è scritto, sangue o cuore,
non c'è modo di sfuggir
L'aria salmastra, la nebbia, il mare
credi che questo ha valore per te
ma il padre che ti ha venduto non vuole,
solo un lupo egli vede in te!
Chi ha tradito una volta e non muore,
solo tradire in futuro saprà
scegliere il sangue contro l'onore
un duro prezzo avrà
Forse ci credi, forse ti illudi,
e il martirio cerchi te,
trovi il bastardo di Forte Terrore
e ringrazi il Ciel
Ora che Reek è dolore e morte,
Theon rinascer puro può,
potrà agire da cavaliere,
da vero Stark qual nato non'è!
Una fanciulla anch'essa spezzata
che sola vede speme in te
lei non è niente e Reek sempre trema
ma forse Theon ancora c'è!
Salta dal muro nel buio vuoto
come l'anima che vedi in te
Pel traditore del Nord e dei lupi
Sorte migliore non v'è!
Il 29 luglio 2017 at 10:05, Northern Moon dice:Magnifica l'analisi di Jon Snow e ricchi di spunti interessanti i commenti di tutti...
Quanto a me, ho sempre considerato Theon il personaggio tragico per eccellenza nell'universo delle cronache. Una persona alla ricerca di una propria identità, in modo più solitario se possibile di un Jon Snow o di un Tyrion, entrambi reietti ma che nel loro essere emarginati riescono a trarre la propria forza e a imporsi su un gruppo sociale. Theon no, non ha i Guardiani della Notte, non ha gli intrighi del Concilio Ristretto. Un uomo che non ha connessioni con la propria figura materna - né in positivo né in negativo. Ancora una volta, tracciando un paragone con Jon e Tyrion, come Theon senza madre, notiamo una differenza sì piccola, ma altrettanto incisiva. L'assenza della madre comporta, infatti, una connotazione identitaria: è l'assenza della madre di Jon a renderlo il bastardo, è stata la morte per parto della madre del nano, oltre alla sua deformità fisica, a fare di Tyrion il Folletto odiato dal padre e dalla sorella. Nulla di tutto questo può essere attribuito a Theon (ma potrei sbagliarmi). Con la morte di Ned Stark anche il suo viaggio ha inizio. Un viaggio senza una meta se non, forse, quella di trovare se stesso. E quindi, il ritorno dal Padre, il tentativo disperato di conciliare le due identità: quella di Stark e quella di Uomo di ferro. Il rifiuto del Lord che ha valore sia narrativo che psicologici. Motore degli eventi che porteranno alla presa di Winterfell da parte degli uomini di Ferro, esso pone finalmente Theon davanti alla domanda che forse è il suo reale quid identitario: chi sei tu?Non a caso, alle mutilazioni fisiche di Ramsay segue la perdita del proprio nome, connotazione identitaria per eccellenza. Da quel momento, la riconquista del sé parte attraverso la riconquista del proprio nome e in questa luce io leggo SPOILER GOT 6 STAGIONE
l'avvicinamento e la partenza (nella serie) insieme alla sorella. Dal vivere in superficie iniziale (forse, utile a evitare proprio la fatale domanda) al ripiegamento finale, la parabola di un personaggio che per sfuggire alla disperazione deve innanzitutto ritrovare se stesso. Ma che per dare senso alla propria esistenza quell'identità ha dovuto prima di tutto perderlo, per ricominciare da quella prima, importante consapevolezza: che il suo vero padre è morto ammazzato in quel di Approdo del Re.
Sì, osservazione da rimarcare. Anche le complicazioni derivate dal non relazionarsi con una figura materna hanno contribuito, al netto dello spregio e della lontananza dal padre.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.