Theon è un fallito. Sono i pg che vengono meglio a Martin, perché lui stesso lo è stato per anni.

Fallito, lo preciso, nel senso di persona dalle grandi potenzialità che, appunto, fallisce nel realizzarle. 

Interessante osservazione, @MezzoUomo. Il fallimento, d'altronde, se inteso come errore e riflessione sul medesimo è lo strumento d'evoluzione e crescita più adeguato. In Theon il fallimento è sconforto, monopolio d'emozioni ma anche una continua spinta verso il non essere ciò che è per natura. Dunque oltre che un lato didattico, vi è anche una trappola inconscia non da poco per la sua mente, questo già pre-Reek.

Uno dei miei personaggi preferiti e uno dei più complicati dell'intera saga.

Il suo problema, per me, è essere, come posso dire... troppo Greyjoy per essere uno Stark e troppo Stark per essere un Greyjoy.

Ha un estremo bisogno di sentirsi parte di qualcosa, di sentirsi accettato dall’una o dall’altra famiglia (perché no, da tutte e due? nemmeno lui lo sa con certezza).

In ADWD dice che da ragazzino aveva sognato che Eddard gli facesse sposare Sansa e così sarebbe stato parte della famiglia. Ecco ho trovato la citazione: 'He remembered a time when he had thought that Lord Eddard Stark might marry him to Sansa and claim him for a son, but that had only been a child’s fancy.'

Insomma, ci prova, a farsi valere. Riesce a stringere amicizia con Robb, ma tutti nel castello gli ricordano che è solo un protetto / un ostaggio. Cresciuto, prova a dimostrare a suo padre Balon di essere sempre rimasto un uomo di ferro, degno di essere un Greyjoy, ma Balon non lo considera nemmeno più il suo erede.

Insomma, è un dramma: sta in un limbo e non riesce a sentirsi sereno e accettato.

Penso che il suo essere, all’inizio, spaccone e sbruffone, sempre pronto a deridere gli altri, sia una sorta di corazza per nascondere la sua vulnerabilità interiore, il suo sentirsi sempre fuori posto.

Una cosa che mi ha stupito è il suo pensiero in ACOK, dove dice (metto il testo in lingua): ‘Theon told himself he must be as cold and deliberate as Lord Eddard.’ e poi ancora ‘I will be as good a lord to you as Eddard Stark ever was.'
E’ interessante il fatto che lo prenda da esempio, nonostante non sia il suo vero padre e soprattutto nonostante Ghiaccio sia sempre pronta a staccargli la testa se Balon si ribella di nuovo. Theon sa che Eddard non esiterebbe, se fosse il caso. Eppure è colui che gli trasmette un modello da seguire. Theon, forse inconsapevolmente è giunto a rispettarlo, ad ammirarlo, a voler ‘essere come lui’. Eddard l’ha influenzato molto, basti pensare che, come Robb e Jon, anche Theon arriva a calare la spada lui stesso, quando pronuncia la sentenza di morte.

Credo che Eddard lo abbia preso come protetto anche per cercare di fare di lui una persona migliore e penso che ci sia riuscito in parte. Se fosse invece diventato il protetto di Robert, come sarebbe cresciuto?

Penso che la sua ‘punizione’ sia stata troppo pesante. Doveva pagare per le sue colpe, è giusto: è colpevole di aver tradito Robb ecc. ecc., ma onestamente c’è gente a Westeros che ha fatto di peggio eppure o l’ha fatta franca, oppure ha avuto una morte rapida e indolore. Lui si è beccato Ramsey e… altro che dannazione eterna nel più profondo dei sette inferi!
A me fa un mucchio pena e spero che possa trovare una fine dignitosa. Una delle scene che mi è piaciuta di più è quando si trova nel parco degli dei di Winterfell e pensa che sarebbe dovuto morire con Robb; l’ho trovata molto toccante anche perché dimostra al 100% di essere pentito.
Quando poi ha salvato Jeyne Poole mi ha trasmesso coraggio e voglia di rivalsa… Credo che dentro di sé abbia voluto dimostrare a se stesso di valere ancora qualcosa, di saper fare qualcosa di positivo pure lui, oltre che a saper tradire Robb. Il fatto che riesca a trovare la forza per farlo è meraviglioso. Io spero sul serio che riesca a trovare un po’ di serenità. Insomma, dopotutto ‘what is dead may never die, but rises again harder and stronger’. Forza Theon!

Mi sento di concordare con te.

Theon, che è già un soggetto interessante per il suo realismo e la sua imperfezione prima della fase di Reek, assurge a totale libertà solo dopo un tortuoso cammino, sia metarofico che non. La sua parabola mi riporta ai concetti di Wilde sulla sofferenza, secondo cui il dolore è l'unica via per formare un'identità solida, trovando coscienza di ciò che si è e del proprio vissuto. Ed in effetti questo accade a Theon nelle sue ultime battute. Ritrova convinzioni concrete, allontanandosi da tutto ciò che è superficialità e apparenza, provando ad accettare la propria individualità senza che essa sfoci più nella compiacenza o nella ricerca di un qualcosa di superiore ed esterno.

Egli è cosciente degli atti passati, dei frammenti rotti del presente, dell'ombra del futuro. Tutto ciò grava su di lui come un peso irrimediabile, ma per paradosso lo alleggerisce da un qualcosa che, filosoficamente, lo ha sfinito nella ''vita passata'', laddove era un nomade della mente, alla ricerca di concetti realmente suoi e stabili. Ed è nella presa d'atto di questo dolore che egli si è voluto ridare nuovamente slancio, provando per una volta in vita sua a vivere, pur a livello estemporaneo per il momento, un qualcosa dettato solo ed esclusivamente dalla propria volontà e libertà, senza remore, senza giudizi, senza conseguenze.