In vero il cambio d'abiti di Cersei espone il desiderio più incisivo e malcelato nei recessi della sua mente, ossia una brama fallica, un allontanarsi dalla vita errata in cui è stata prigioniera, un avvicinarsi a ciò che sarebbe potuta essere in quanto uomo, perché l'uomo, per quanto deriso e bistrattato nel momento in cui ella scarica su di esso le colpe, celando i propri limiti dietro il sessismo, è più che rilevante in positivo nella considerazione che ne fa. E' condannato dal suo giudizio, ma al tempo stesso Cersei finisce con l'elevarne la figura poiché rappresentativa del padre, a sua volta rappresentativo del potere inteso come livello massimo. La femminilità, come ella stessa raccontava a Sansa, le è servita come unica arma a disposizione, come l'appiglio decisivo per restare agganciata al gioco di poteri. Ma ora lei è autorità suprema. Non vi è più nulla da scalare. Nessuna figura di potere a cui aggrapparsi o ingraziarsi. E' lei stessa il potere.
Ne consegue che il suo outfit non ha più alcun senso di esprimere femminilità.
Per di più concordo anch'io che abbiano insistito molto col girl power anche nei vari costumi, lasciando intendere la femminilità come un sinonimo di debolezza e una visione maschilista.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Beh, ma molti capi di abbigliamento tipicamente femminili sono frutto di una visione maschilista. Voglio dire, gonne, corsetti, tacchi alti e capelli lunghi...
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
In che epoca? Perchè rimanendo a got sansa è un ottima sarta e per fare un altro esempio caterina d' aragona prima moglie di enrico VIII continuava a cucirgli le camicie anche dopo il divorzio (o almeno questo è quello che si è visto ne i tudors ). Nei secoli chi ha creato la moda femminile?
Che bello! Mi piace moltissimo come questo topic, iniziato con considerazioni estetiche, ci abbia portato man mano ad un’interpretazione molto più profonda
Se gli abiti, in GoT, corrispondono all’identità, niente di strano che nelle ultime stagioni siano cambiati tanto. Perché i personaggi, per le esperienze fortissime e spesso traumatizzanti che hanno vissuto, si sono evoluti (insomma, quasi tutti: le Serpi no, ed infatti non sono cambiati neanche i loro abiti / look esteriori. Ma sarà un caso che, appena entrate seriamente nel gioco, sono durate un nanosecondo? Va be’, il vero motivo di entrambe le cose –mancata evoluzione e fine istantanea- forse è che al pubblico non erano piaciute, e quindi gli sceneggiatori non se ne sono più curati e se le sono volute togliere dai piedi. Ma volendo dare un senso più alto alla cosa potremmo pensare che, diversamente da altri, non hanno saputo sentire il cambiamento dei venti, adattarsi, evolvere, magari imparando a giocare più di strategia e meno di forza, occhiatacce truci e gridolini di battaglia; e questo ha segnato la loro fine in un mondo difficile che, invece, richiede fluidità, cambiamento e crescita continua) e/o hanno scoperto che la propria identità non è monolitica, ma è contaminazione o sintesi di componenti diverse, di esperienze contrastanti che hanno costruito il loro vissuto e ciò che sono adesso; e lo stesso avviene del loro abbigliamento, che diventa qualcosa di ibrido, anomalo, nuovo, profondamente personale.
A questo punto direi proprio che sui costumi in Got sia stato fatto un lavoro egregio, al di là dl fatto estetico, facendoli diventare vere e proprie proiezioni esterne della personalità dei personaggi e del loro vissuto. O forse, più ancora, un corrispondente esteriore dell’identità dei personaggi. Tema, la ricerca della propria identità, che in Asoiaf è molto importante (pensiamo a quanti personaggi cercano di capire chi sono realmente, in senso letterale o metaforico: Jon, Theon, Danaerys, Jaime, Sansa, il Mastino...).
Sottolineo alcuni punti in cui la corrispondenza tra abiti ed identità è particolarmente evidente:
Jon: pur non essendo più un Corvo, continua a vestire di nero. Tutto torna: dopo il tradimento dei congiurati, che lo ha ... ehm.... ferito tantissimo (scusate la battutaccia, non ho resistito ) , deluso ed amareggiato, ha voltato le spalle ai Guardiani. “Voltato le spalle” proprio letteralmente: in una scena tanto semplice ed essenziale quanto intensa, in cui si percepiva tutto il dolore per essersi visto crollare addosso il mondo in cui credeva e a cui aveva donato tutto se stesso. E in cui, tra l'altro, il concetto veniva visualizzato proprio mediante il togliersi di dosso un capo di vestiario-simbolo, il mantello piumato.
Ma, evidentemente, l’avere fatto parte per anni di qualcosa di così forte e significativo ti resta dentro. Jon è diventato adulto in quell’ambiente, per molto tempo lo ha amato; in se’ porta il ricordo del Vecchio Orso (che, gli piacesse o meno, in una fase della sua vita ancora di crescita e formazione è stato il sostituto della figura paterna, figura di cui Jon ha sempre sentito un bisogno enorme), di Maestro Aemon e di tanti amici caduti; combatte ancora con la spada di Mormont. E anche ora che ha gettato il mantello dei Corvi, la causa a cui continua a dedicarsi e per cui è disposto a dare la vita è la lotta agli Estranei, alla minaccia che incombe da oltre la Barriera. Jon è ancora un Guardiano, seppure sui generis; forse più ancora di quanto lui stesso si renda conto. Si è riappropriato della sua identità Stark, ma non ha cancellato quella di GdN, non se l'è scrollata dalle spalle abbandonandola dietro di se' come il mantello piumato lasciato al Forte della Notte: ha solo portato la missione dei Guardiani ad un livello più alto e più adatto ai tempi. E quindi: pelliccia di lupo, capelli legati e tanti altre caratteristiche che sono un po' il vessillo degli Stark tradotto in vestiario. Ma in nero.
GdN forever, per dirla con uno slogan scioccherello.
Mi chiedo cosa succederà quando scoprirà di avere anche una componente Targaryen ma va bè, questo è un altro discorso
Theon: lo cito perché qui la corrispondenza abiti <----> identità è addirittura esplicita. Pensate all’incontro col padre. Questi lo accusa di avere tradito le sue radici da Uomo di Ferro, e su cosa si concretizza il discorso? Sugli abiti. Balon lo accusa, se ricordo bene, di essere vestito come un damerino effeminato, o qualcosa del genere; poi gli chiede se le sue vesti, che giudica decadenti e da continentale rammollito, sono state ottenute con l’oro o col ferro...
(Per inciso, il dilemma sulla natura di Theon, combattuta tra due appartenenze, verrà risolto brillantemente –è sarcasmo, eh- da Ramsay. Che lo ridurrà a Reek: una identità nuova, miserabile, fatta di poco più di niente, un grumo di sporcizia e terrore; vestito di stracci amorfi ed incolori. Non più Stark né Uomo di Ferro: un essere generico, che ha perso tutto di se’).
Danaerys: mi ripeto un po’, ma qui il discorso abito = identità è evidentissimo, in Got e ancora più nei libri; quindi vorei spenderci ancora due parole, anche se dirò cose banali. All’inizio di entrambi, la conosciamo proprio in una specie di cerimonia di vestizione. D. viene letteralmente “vestita” da altri: le ancelle la agghindano come se fosse un manichino, facendole indossare l’abito scelto da Illyrio e accessori vari sulla cui scelta, si capisce chiaramente, lei non ha avuto alcuna voce in capitolo; anzi, sembra proprio che li veda per la prima volta. Sono stati decisi dal Magistro e Viserys con l’intento di renderla un oggetto di scambio per Drogo, appetibile ed esibito in modo smaccatamente sessuale. Lei subisce, infelice ma passiva e anche rassegnata: probabilmente pensa che quello sia il suo ruolo nella vita, non immagina nemmeno che potrebbe essere diverso. Che potrebbe avere una identità propria ed autonoma. Che potrebbe scegliere, cosa indossare e cosa essere.
Fase due: la felice scoperta degli abiti Dotraki. Che per la prima volta la fanno sentire forte, fiera, libera. D. ama quegli abiti, perchè segnano un cambiamento, un taglio netto con il passato. I nuovi abiti appartengono alla fase della sua vita in cui scopre, per la prima volta, di poter avere fiducia in se stessa. Così, piena di entusiasmo, crede di essere giunta al suo punto di arrivo, di avere trovato la propria identità. Non si rende conto che è ancora un’identità altrui, estranea alle sue radici e, anche in questo caso, imposta. Non credo sia un caso che molti abiti, in particolare i gilet di cuoio decorato, le sono arrivati dal Khalasar come doni di nozze: è una nuova imposizione di identità, una nuova "cerimonia di vestizione". Così, D. scambia il sollievo per essersi affrancata dal fratello e avere reciso ogni legame con la schiavitù dorata della sua vita precedente, con la scoperta della vera se stessa. In quanto al senso di potere e libertà che prova, nella sua vita da Khaleesi e nelle sue nuove vesti di cuoio conciato, dopo la morte di Drogo, quasi tutto andrà in fumo. Credeva di aver trovato il suo mondo, di essere devientata parte di un tutto. Scoprirà di essere stata una meteora, nel mondo dotrako. Di aver brillato solo di luce riflessa, in quanto moglie di un condottiero; di essere stata accettata ed accolta solo per questo, e solo temporaneamente. E che la sua identità, il suo posto nel mondo, sono ancora tutti da costruire.
Poi, le Città Libere. Qui nei libri è evidentissimo come Danaerys sia ancora fluida, priva di una forma propria: non solo per essere accettata adegua di volta in volta il proprio abbigliamento, anche conciandosi in modo alquanto bislacco; ma a un certo punto c’è il discorso esplicito di Ser Barristan (o Jorah? scusate, non sono sicura) sul fatto che “chi vuole essere re di una città dove si indossano copricapi con le orecchie flosce, deve indossare un copricapo con le orecchie flosce”. Ok, è una metafora sull’adattarsi alla mentalità corrente. Ma vale anche in senso letterale: nei libri Martin è accuratissimo nel descrivere, di volta in volta, gli abiti di Danaerys, strettamente improntati alle usanze locali. E penso stia cercando di dirci qualcosa, non credo lo faccia perché improvvisamente si scopre appassionato di moda, frange e drappeggi Danaerys sta cercando di farsi accettare da un tessuto sociale e culturale che si chiude a riccio per respingerla, non solo per la sua carica eversiva che scardina alla base tutto un sistema di privilegi sociali, ma perchè la percepisce come un corpo estraneo, la straniera piovuta da chissà dove che in pochi giorni si è insediata sul trono e ha spazzato via equilibri consolidati da secoli. Così, nel tentativo -tutto sommato vano- di essere accettata, di ridurre la sensazione di estraneità, Danaerys accetta ancora una volta di farsi plasmare. Gli abiti che cambiano a seconda della città in cui si trova raccontano di una personalità ancora incerta, indefinita, in ricerca di una connotazione precisa.
In Got la parte delle città libere è stata ridotta (e meno male, dico io ). Ma è evidentissimo il fatto che l’abbigliamento di Danaerys cambi man mano che si riappropria delle proprie radici Targ, fino a diventare qualcosa di nuovo e suo peculiare quando salpa verso il Continente e Dragonstone. Dopo anni di camaleontismo, finalmente il suo stile (che non è solo una questione estetica, ma è il modo in cui si presenta al mondo) diventa personale, autonomo, unico. Dopo anni di apprendistato, ricerca, tentativi e lenta costruzione di se stessa, finalmente Danaerys sa chi è.
Bene. Comunque, tutto questo non esclude gli altri tipo di letture che sono state date in questo topic: credo che tutte abbiano del vero, e che nel percorso degli abiti in Got si sovrappongano e intreccino molti elementi, in modo davvero affascinante. Direi quasi che in Got gli abiti hanno più profondità e contenuto di certi dialoghi!
Belle le osservazioni soprattutto su Daenerys. Lei è il personaggio che più di tutti muta stile di abito, acconciature, accessori...mutazioni figlie della sua realtà errabonda, ma ancora di più della sua perpetua ricerca di identità. Gli altri, bene o male, conservano quasi tutti quasi sempre (a parte appunto i casi citati sopra) una sorta di imprinting nello stile e nei colori delle proprie casate. Il caso di Dany è appunto un caso di conquistatrice che conquista adattandosi allo stile del popolo vinto, una rivoluzionaria sì, ma anche una ragazzina alla ricerca di se stessa.
E passiamo a
Cersei Lannister
La trasformazione di Cersei Lannister alla fine della scorsa stagione è tutto un programma e credo nelle intenzioni di chi l’ha programmata essa ha il suo clou certamente nella 6 x 10,che riporta un finale drammatico,cupo e foriero di tanti accadimenti negativi .Secondo il costumista l'abbigliamento militarizzato di Cersei vuole essere un omaggio alle donne del gioco dei troni
Il suo nuovo look vuol dire allo spettatore una cosa precisa e cioè che Cersei è la regina dei sette regni ma soprattutto che si appresta a resistere, in tutti i modi,con le unghie e con i denti, ma il tutto è covato dentro e nascosto dietro un sorriso tirato ,forzato ed ironico
Cersei è incoronata regina ma ha una sua armatura: una donna conosciuta per la sua bellezza, il suo orgoglio e la sua ricchezza abbandona gli ori e i rossi , i colori della sua casata e si mostra come un guscio fortificato e a lutto ( segue paradossalmente il percorso inverso di Daenerys Targaryen )
Quando abbiamo incontrato per la prima volta Cersei ella vestiva nel classico stile del sud con pettinature sofisticate e complicate e con vestiti elaborati , con maniche grandi, colori audaci e rifiniture di pelle.In effetti Cersei, nelle prime stagioni, ha usato i suoi vestiti per evidenziare al meglio la sua sessualità e ,quindi, per avere tramite essa ,il controllo su coloro che la circondavano. Quando la scorsa stagione è finita, dopo aver sofferto per la perdita dei suoi figli e , a maggior ragione ancora con ferite devastanti al suo orgoglio procurate da quella straordinaria ,umiliante, passeggiata della vergogna, l'essenza di Cersei e dei suoi vestiti cambia ,infatti ella indossa tessuti scuri, pesanti, cuciture intricate, spalline militari e una semplice corona: tutto diventa la sua armatura. Questi dettagli sono ancora più evidenti nella settima stagione, infatti Cersei è ancora pesantemente a lutto, ergo,per esempio ha voluto una corona minimalista perché ha perso tutti i suoi figli, Tommen in particolare :Cersei vuole trasmettere allo spettatore un concetto preciso e cioè che ha pagato un prezzo elevato per questa corona.
Clapton ha scelto una silhouette inconfondibile per gli abiti di Cersei, aggiungendo strati lavorati a ricamo con perline e accessori per indicare che nonostante tutto Cersei è un personaggio fragile
È ancora in lutto. Ha perso i suoi figli. Ha pagato un prezzo elevato per la sua corona. Usa quelle perline come un senso di potere ma sono fragili e servono solo ad adornare. Ha una collana e queste spalline abbondanti , ma questi elementi sono separati dal vestito.
Tutto può essere rimosso e inoltre, quello che è veramente importante del suo abbigliamento,è il semplice abito che indossa sotto: Cersei si abbiglia con lusso essenziale ma mette in evidenza dei particolari ( che possono essere “smontati” ) per mostrare la sua forza, ma c'è tanta una fragilità in quella forza.
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
;
« I am a wolf and I fear nobody. »
''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
GoT ci dimostra che i cambiamenti morali, psicologici e le varie maturazioni seguano di pari passo il cambio di outfit o un suo stravolgimento. Pertanto temo che, con la rivelazione di Jon-Targaryen, finiranno col modificare nuovamente il suo vestiario e di conseguenza il modo di proporlo. Mi auguro, comunque, che non si esageri nel caso. Questo Jon Snow ha trovato a livello d'apparenza una sua dimensione unica, originale, a metà tra gli insegnamenti assimilati, la vicinanza al padre adottivo, suo vero mentore e la sua indipendenza mentale, che lo ha portato a sobbarcarsi della missione chiave che pende sui 7 Regni.
Edit: Ovviamente tutto ciò al netto dell'armatura a due lupi senza mantello, in cui Kit è gonfio, ridicolo e sfiora l'aspetto di un Hobbit.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Poi parlerò pure di Jon anche se non ha ancora coscienza di essere Targaryen e quindi veste Stark
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« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
Come vestono i targ? A parte daenerys abbiamo visto aerys in primissimo piano durante una visione di bran, rhaegar per pochi secondi durante il matrimonio con lyanna. Non ricordo altre visioni dei vestiti targ e a dire il vero non ricordo nemmeno un quadro, un dipinto raffigurante i vecchi re e regine.
3 hours fa, JonSnow; dice:GoT ci dimostra che i cambiamenti morali, psicologici e le varie maturazioni seguano di pari passo il cambio di outfit o un suo stravolgimento. Pertanto temo che, con la rivelazione di Jon-Targaryen, finiranno col modificare nuovamente il suo vestiario e di conseguenza il modo di proporlo. Mi auguro, comunque, che non si esageri nel caso. Questo Jon Snow ha trovato a livello d'apparenza una sua dimensione unica, originale, a metà tra gli insegnamenti assimilati, la vicinanza al padre adottivo, suo vero mentore e la sua indipendenza mentale, che lo ha portato a sobbarcarsi della missione chiave che pende sui 7 Regni.
Edit: Ovviamente tutto ciò al netto dell'armatura a due lupi senza mantello, in cui Kit è gonfio, ridicolo e sfiora l'aspetto di un Hobbit.
Non è solo l'armatura è quella specie di "palandrana" che portano tutti gli uomini piú ora anche Arya al Nord, fatta in pelle e che riveste il busto e scende a coprire le gambe fino al ginocchio. Praticamente fa sembrare tutti tozzi e nani e se uno non ha la fortuna di essere ben proporzionato risulta veramente ridicolo cosa che accade anche a Theon/Allen.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
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the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Kit e Alfie messi insieme non arrivano a Gwendoline. In verità basta Sophie a ridicolizzarli, su YouTube ci sono un paio di video dove lei li trolla allegramente.
Poi la magia del cinema aiuta molto... ma un uomo sotto i 6 piedi resta comunque bassino e un certo tipo di abbigliamento non aiuta.
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Il 22 ottobre 2017 at 17:42, Lyra Stark dice:Non è solo l'armatura è quella specie di "palandrana" che portano tutti gli uomini piú ora anche Arya al Nord, fatta in pelle e che riveste il busto e scende a coprire le gambe fino al ginocchio. Praticamente fa sembrare tutti tozzi e nani e se uno non ha la fortuna di essere ben proporzionato risulta veramente ridicolo cosa che accade anche a Theon/Allen.
Ma secondo me fino ad un certo punto. Nella 6, in vesti Stark di cuoio, non c'era molto questo difetto. Da quando gli hanno affibbiato la placca d'acciaio con i due lupi tutto ciò è molto più evidente. L'effetto di Kit in queste vesti non è diverso da quello di un uomo con il baricentro infossato nelle sabbie del deserto, o chiuso a stento in un barile. Che poi sia un nano, non ci piove.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
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« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Esatto non è tanto questione di altezza, ma proprio di proporzioni. Poi lo fa sembrare più tozzo, ma la stessa Sophie io trovo che sembri un fagotto. Trovo incredibile che i costumisti non si accorgano di questi difetti e non correggano i tagli. E inoltre la pellaccia di lupo fa sembrare un po' tutti gli Stark ingobbiti.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
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Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Suppongo che volessero renderli imponenti (Sansa in particolare doveva passare dall'impressione di fragilità e debolezza delle prime stagioni ad una figura maestosa e forte). Ma ci sono andati un po' pesante e, più che maestosi li hanno fatti diventare massicci, infagottati come degli appendiabiti.
Però a me piacciono lo stesso: in fondo vivono in tempi duri, e la guerra non è mai stata elegante. Quindi il tutto mi sembra abbastanza verosimile. Anche se, ora che me lo avete fatto notare, sembrano tutti diventati un po' più piccoli: è un po' come se si fossero messi tutti quanti d andare in giro camminando con le ginocchia piegate
Ma non è che i laboratori di sartoria sono loontano mille miglia dagli attori? Avenno le loro misure ma se sul set usano un paio di calzature più alte o più basse poi non s se ci sia qualcuno per correggere quei vestiti così complessi.. Se mi misuro oggi un abito e vado a ritirarlo dopo qualche mese dovrò mettere in conto che magari mi starà più largo o più stretto in funzione dell' aumento di peso.