Re Artù: figura a metà tra la storia e la leggenda. Il mitico re che ha riunito la Gran Bretagna sotto un unico regno. Figlio di re Uther Pendragon e Igraine. Uther Pendragon ha come simbolo un drago per l'appunto (qualcuno ha detto Rhaegar? XD). Igraine era già sposata con il duca di cornovaglia Gorlois, ucciso da uther pendragon stesso. La figura di Igraine era legata alle divinità celtiche, gli dei della terra e della natura (qualcuno ha detto Lyanna XD). Questa unione tra Uther e Igraine fu profetizzata e architettata da Merlino. Lui aveva profetizzato che dalla loro unione sarebbe nato un grande re che avrebbe salvato la gran Bretagna e aveva unito tutti i popoli (qualcuno ha detto profezia del principe che fu promesso?)
Artù aveva una sorellastra "cattiva" Morgana, che gli darà un figlio malvagio Mordred. La sorellastra potrebbe essere Daenerys? Arya?? Sansa?? Non so.
Re Artù comunque viene comunque cresciuto da merlino di nascosto. Anche Jon viene cresciuto in incognito da qualcun'altro. Prima da Ned, poi dal lord Comandante Mormont, poi viene aiutato da Sam e poi nella serie tv da Davos, Melisandre ecc.
Re Artù ha una spada leggendaria, la famosa Excalibur. Jon è AA secondo molti indizi nei libri ed è avvalorato ancor di più da alcuni segnali che ci sono nella serie tv, e quindi avrà anche lui una famosa spada leggendaria Lightbringer. Anche lungo artiglio è in un certo senso una spada leggendaria perchè diversa dalle altre.
Quindi prima di Re Artù i regni della Gran Bretagna erano divisi, i barbari scorrazzavano dovunque (gli scozzesi se non erro), se questo parallelismo è giusto Jon dovrebbe essere colui che riunirà i 7 regni di Westeros sotto un unico regno. :)
Secondo il libro pubblicato da Massimo Valerio Manfredi, Excalibur era una spada ottenuta da un meteorite, il nome sta per ex caelis, letteralmente dal cielo. Cosa vi ricorda nel mondo delle cronache di una spada leggendaria fatta da un meteorite caduto dal cielo? Alba-Dawn, la leggendaria spada di Arthur Dayne. Anche qui un altro parallelismo: Arthur Dayne e re Artù!
Come apprendiamo dalla serie tv, Jon è nato da Lyanna Stark sotto una stella sanguinante: Alba ricoperta dal sangue di Arthur Dayne, la spada dell'alba. Nella serie tv si sente un bambino (Jon) nascere mentre che Arthur Dayne, la spada dell'alba muore. Ned in seguito appoggia la spada di Arthur al letto di Lyanna morente, in un letto di sangue.Tutti questi parallelismi tra la figura di Jon e re Artù secondo me non sono una casualità.
He is the prince that was promised, and his is the song of ice and fire
C.K.P.K Comitato Kitters per Kit: perchè a noi ci piace!
The north remembers
Quando soffiano i venti freddi dell'inverno il lupo solitario muore, ma il branco sopravvive. Arriverà l'ora dei lupi (cit)
No non sono una casualità e a questo punto possiamo ipotizzare che
La portatrice di luce,la spada sia appunto Exc...pardon la spada dell'alba di Ser Arthur Dayne che aveva difeso in un certo senso Jon a costo della sua vita ?
E poi ci darebbe da dire circa il ruolo della magia nel mondo di Artù e in quello delle cronache ...basti pensare al destino di Merlino...
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
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« I am a wolf and I fear nobody. »
''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
Nota di servizio: Se mettete il tag nel titolo non è necessario usare il tasto spoiler. I testi vanno occultati solo se nel titolo non c'è alcuna indicazione, in questo caso continuate pure a parlare liberamente del tema senza sentirvi obbligati a segnalare e coprire.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Bene allora continuerò a fare questa analisi senza il tasto spoiler :)
Continuando con il paragone con il ciclo arturiano: secondo me le figure di Merlino e di Viviana, la dama del lago potrebbero essere assimilate con Bloodraven (Il corvo a tre occhi) e Melisandre.
Vorrei analizzare la figura di Mordred. Secondo alcuni testi Mordred è il frutto dell'incesto tra Artù e sua sorella Morgana, secondo altre fonti è figlio di un'altra sorella di Artù e il marito Lot. Mordred rappresenta dunque un figlio che tradisce il padre Artù. La figura traditrice di Mordred che uccide Artù potrebbe essere, nel punto in cui sono arrivate ora le Cronache, le varie figure dei guardiani della notte che lo uccidono. Jon Snow nei libri spesso si sente responsabile per i guardiani della notte proprio come un padre, e i suoi "figli" lo uccidono. Nella serie tv è ancora più emblematica la figura di Olly, il ragazzino che Jon Snow aveva adottato come un figlio e che stava addestrando per insegnargli l'arte del comando e lui lo pugnala.
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Merlino rappresenta in un certo senso la magia bianca,un poco come Gandalf
Avrei pensato che i maestri che erano precettori,medici,in un certo senso anche astronomi e "comunicatori" a distanza con i corvi e pure meteorologi sono assimilabili in un certo senso al Merlino di Artù.Essi ovviamente erano reperbili solo nelle case dei gran signori o alla barriera
Anche perché i guaritori e le guaritrici ,le cosiddette streghe, erano considerati maghi o se si preferisce stregoni che facevano magia bianca.
Inoltre se si fa mente locale a Sam Tarly...beh lui afferma proprio che voleva essere un MAGO,Jon lo autorizza ad andare alla cittadella,per apprendere anche i fenomeni naturali in senso lato,compresa la forgiatura dell'acciaio di Valyria.
E Sam sarà il Merlino del White Wolf Aemon Jon Targaryen ...sul cui vessillo campeggerà un drago ....rosso su fondo nero con metalupo bianco(e occhio rosso)
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Un topic che sa di nuovo, che offre spunti ampiamente interessanti ad ampie vedute.
Di sicuro quanto è stato sottolineato ha una sua logica, ma io farei anche un passo indietro alla visione propria, soggettiva e oggettiva, che si può ritrovare nello scopo di Jon Snow come creazione narrativa.
Abbiamo due modi differenti di intendere Jon, come sai. Per me il suo destino è tragico, è nato in tragedia per la tragedia. Una tragedia personale, nella quale è destinato a non prevalere mai a lungo termine e mai per proprio tornaconto. Per me Jon è un distruttore, come lo è per certi versi anche Daenerys. Trovo che sia anch'egli destinato al ruolo di distruttore della società attuale, ma con margini più decisivi e cupi rispetto a sua zia, che opererà questa distruzione nel caos e a livello sociopolitico.
Jon distruggerà, invece, la concezione umana e la fragilità morale della società attuale. E lo farà confrontandosi con una minaccia ritenuta onirica, utopica, improbabile. Ancora una volta assorbirà il male per sé, non ne avrà sfogo. Vedrà i mostri e interagirà con loro, senza alcun riconoscimento. E per me lì si ferma il suo arco.
Per te invece Jon è meno distruttore e, sorprendentemente, costruttore e ricostruttore. Tu figuri l'ipotesi di un Jon destinato a ricomporre i pezzi di un regno disperso, caotico e insanguinato, volontariamente o meno. E adduci tale ipotesi sia ad un riconoscimento morale da parte della società stessa, sia a una sua liceità dinastica. Per me la tua teoria, in questo senso, è validissima. Perché gli spunti per profilare uno scenario del genere sono visibili. Ma trovo che la tragicità di Jon sia infine sminuita o messa da parte per qualcosa di più pratico.
Certamente con la figura di Artù ha molti punti in comune. L'emarginazione iniziale, lo status da simil bastardo, l'inconsapevolezza della propria vera identità. Entrambi sono, consci o meno, ''addestrati'' in modo diretto e indiretto ad un ruolo di responsabilità futura e a scalata. Pedine di un destino elevato, di una visione fatalista. Artù forse finisce con l'essere ancor più consapevole e maturo. Per ora non si può andare oltre perché non si può prendere atto delle reazioni di Jon, ignaro dei suoi veri natali. Ma anche qui credo che Jon sarebbe più morbido e meno convinto.
Ancor più interessante, comunque, è Lightbringer-Excalibur. Ecco, questo è un passaggio veramente convincente. Io sono stato sempre convinto che Dawn fosse Portatrice di Luce. Il perché è semplice... E' una spada unica, particolare e viene specificato che non abbia in sé acciaio Valyriano. Inoltre viene sì nominata con importanza, ma anche trascurata sotto una certa luce, quindi dimenticata in favore di altri dettagli. E' uno svelare e un non svelare. Senza alcuna ostentazione. E secondo me laddove c'è validità non ostentata, c'è quasi sempre la soluzione del potere.
Comunque un eventuale parallelo c'è anche con Lancillotto e non solo con Artù. Anch'egli orfano di nobili origini, ignaro di suddetta nobiltà. Lancillotto conquista inoltre la fortezza di Dolorous Gard, dove Ginevra è tenuta in ostaggio e la rinomina Joyous Guard. Nel cimitero ritrova inoltre una tomba con una grande lastra di metallo che indica che l'uomo che conquista la fortezza sarà in grado di sollevarla. Lancillotto vi riesce e lì trova iscrizioni con indicata la sua vera paternità.
Quindi sì, non è da escludere che Martin si sia ispirato anche a miti e leggende celtiche.
Quanto a Game Of Thrones in sé, per Bran non è da escludere un ruolo alla simil Merlino. Come ho detto fatico a vedere per lui altri sbocchi se non quello di preparare l'eventuale Azor Ahai alla battaglia finale. Quindi mi aspetto che Bran guidi Jon o chi per esso.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Posso dire Jon che trovo veramente molto belle e di peso e profondamente colte e sentite le tue analisi?Mai fini a se stesse ....
In effetti credo che Martin abbia preso materiale dalle leggende celtiche che mi piacciono molto
Ricordavo circa Lancillotto, anche il particolare della fortezza cui viene cambiato il nome e quello della tomba che e' stato riportato nel 3D Cosa c'è nelle Cripte di Grande Inverno...tutto molto emozionante e suggestivo...come sono,del resto le storie collegate in un certo modo ai veri protagonisti dei libri di Martin e cioè gli Stark (anche quelli collegati ai Targaryen )
Ancora Artù ,figura leggendaria addirittura potrebbe essere tale Lucio Artorio Casto
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Lucio_Artorio_Casto
e chi ha visto il film King Arthur lo ricorda bene...questo film ebbe la consulenza di Massimo Valerio Manfredi,e ricordo benissimo che Artù combatteva proprio con un vessillo a forma di drago che il vento faceva alzare ...un uomo solo questo Artù che combatteva con i suoi amici cavalieri,prima per Roma,ma poi per la Britannia
I romani e la Britannia hanno una qualche assonanza con l'opera di Martin dato che e' noto come la Barriera sia stata suggerita dal vallo di Adriano.
Artù in King Arthur,il film, combatte anche perché la civiltà romana ,che ha permeato tutta l'era moderna ,non fosse spazzata via da barbari sanguinari e distruttori e anche qui di assonanze ne abbiamo
Tornando a Jon io credo che ,grazie al suo sangue magico ,doppiamente magico ,porterà equilibrio nello squilibro attuale ,finita la sua missione non so che fine farà ,so solo che tutti gli uomini devono morire e che Artù mori' in battaglia,ma del resto una morte eroica da vita eterna...ed e' leggenda
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Dimenticavo di Bran che ti ricorda Merlino,devo dire che non ci avevo pensato ,ma ovviamente la cosa e' plausibile
Il dato interessante e' che ad un certo punto Merlino lascia Artù e viene imprigionato dalla sua allieva maga Viviana se non erro...una volta che Artù ha dato vita al regno di Camelot con tavola rotonda perché tutti erano uguali (sconfitti gli estranei ,sarà creato un nuovo regno non teocratico ne' con potere assoluto del re da parte di Jon,il prescelto?) la magia man mano scomparirà non avendo piu' motivo di esistere
Tutto diverrà leggenda e anche dei draghi si diranno meraviglie
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Artù e Jon hanno in comune anche il viaggio dell'eroe
Il viaggio dell'eroe si svolge in dodici tappe ( il monomito di Christopher Vogler):
Mondo ordinario. L’eroe lascia un mondo per cominciare un viaggio, ed entra in un altro mondo.
Richiamo all’avventura. La sfida, si stabilisce l’obiettivo e il percorso da farsi. Entra in gioco il messaggero.
Rifiuto del richiamo. L’Eroe è riluttante, dice no, evita un evento.
Incontro col Mentore. Quello di cui ha bisogno l’eroe per mettersi in viaggio.
Varco della prima soglia. L’eroe accetta la sfida. (Fine primo atto).
Prove, nemici, alleati.
Avvicinamento alla caverna più recondita (seconda soglia)
Prova centrale. In genere c’è un rovescio di fortuna, temporaneo, che mette suspence.
Ricompensa. L’eroe, sopravvissuto, “festeggia” (anche per l’aver imparato qualcosa). (Fine secondo atto).
Via del ritorno. Bisogno del ritorno, ma trasformato.
Resurrezione (terza soglia-climax). Non è la prova più grande, ma la definitiva.
Ritorno con l’elisir. L’eroe torna rinato, definitivamente cambiato, e porta con sé l’esperienza raggiunta
Quindi storie molto diverse tra loro, appartenenti a generi differenti e con toni diversi, alla fine possono essere ricondotte a un’unica struttura.
da http://www.magrathea.it/2009/05/10/il-viaggio-delleroe-una-struttura-narrativa-epica/
https://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Campbell
e c'è ancora tanto altro....
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Tornando al discorso Vallo di Adriano c'è da dire che ,volendo si trova un altro collegamento tra i due RE
Il forte romano di Camboglanna sul vallo di Adriano è spessio associato a re Artù ma la connessiione con Jon è parimenti chiara (Castel Black)
https://en.wikipedia.org/wiki/Battle_of_Camlann
E poi c'è ancora altro...arrivando al nocciolo della questione...
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@Jon Snow; interessante il parallelismo tra Jon Snow e Lancillotto che hai fatto, e si in effetti calza anche quello. Martin sicuramente non ha fatto un copia e incolla tra gli elementi del ciclo bretone e le sue cronache ma ha di certo preso spunto da varie storie, e come sappiamo tutti anche da elementi storici come la guerra delle due Rose, mescolando i vari elementi in modo innovativo.
Jon Snow, secondo me è una figura in un primo momento distruttrice e in seguito costruttrice o per meglio dire ri-costruttrice.
Distruttrice perchè in un primo momento sarà colui che dovrà guidare l'umanità fuori dalla lunga notte come rincarnazione di AA-principe che fu promesso e in seguito secondo me ri-costruirà quello che rimane del mondo degli uomini dopo la fine della lunga notte. Ci sono diversi indizi a riguardo. Come dicevo dal parallelo con re Artù che ho fatto nel primo post, lui è frutto di una profezia ideata da Merlino e Merlino stesso fa di tutto per farla realizzare. Fa incontrare Uther e Igreine, quando quest'ultima è ancora sposata con Gorlois. Uther capisce subito che Igreine deve essere sua. Non vi ricorda il torneo di Harrenal dove Lyanna (Igreine) era già impegnata con Gorlois (Robert), ma Uther (Rhaegar) vede in Lyanna la donna adatta come sua compagna, per avere l'erede (Jon) che è stato profetizzato che dovrà riunire la Bretannia (i 7 regni). Notiamo poi che Pendragon significa letteralmente "testa di drago" e "condottiero nella guerra", entrambi titoli che si possono dare sia a Rgaegar che a Jon Snow. Sia nei libri che nella serie tv Jon ha guidato in prima persona i guardiani della notte prima in diverse spedizioni, e nella serie tv è stato in prima linea per la riconquista di Grande Inverno. Aggiungo alla figura profetica di Jon il fatto che secondo alcune cronache astronomiche nel sesto secolo d.C in Europa c'è stata una cometa rossa che è passata sui cieli del nord Europa che ha causato uno sbriciolamento di detriti della cometa che ha causato un periodo di cambiamenti climatici e buio dove le colture marcivano e epidemie sterminavano le persone, potremmo paragonarlo al lungo inverno che porta alla lunga notte nelle cronache e all'arrivo degli estranei. Questa cometa rossa secondo alcuni scritti del ciclo bretone, presagiva la morte di Ambrosio Aureliano, l'ascesa di Uther Pendragon e la nascita di Artù. Altro parallelismo che possiamo di sicuro ritrovare nelle cronache è la presenza della cometa rossa che fa nascere i draghi di Daenerys, al risveglio della magia dei preti rossi e al risveglio degli estranei, preludio della Lunga notte e dell'arrivo di qualcuno che dovrà combatterli.
Quindi secondo questo parallelo Jon Snow e re Artù sono entrambi principi della linea del drago. Entrambi sono destinati ad avere una spada magica/particolare. Jon Snow Portatrice di Luce (che secondo i motivi che ho scritto sopra secondo me è Alba) e Artù Excalibur. La cometa rossa presagisce il ritorno dei draghi al comando (in westeros ci sono anche i draghi letteralmente). In entrambi i cicli abbiamo un periodo di prosperità (la lunga estate delle cronache) che finisce con una cometa rossa nel cielo.
Aggiungo elementi delle cronache conosciuti a tutti perchè lui è davvero AA-il principe che fu promesso: le lacrime di Bowen Marsh, e Jon viene ritrovato nei libri con fumo che esce dal suo corpo. Il monaco Gildas descrive nei suoi scritti la Britannia come un isola fumante letteralmente per la guerra.
Figura ri-costruttrice perchè Jon secondo me dopo aver guidato i popoli di Westeros fuori dalla lunga notte li riunirà sotto un unico grande regno proprio come ha fatto re Artù con i popoli della Britannia, prima divisi e in guerra tra loro proprio come lo sono i sette regni di Westeros a questo punto delle cronache.
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Molto bene,concordo,ma su Lancillotto,grande spadaccino c'è molto da speculare
Per ora riporto che secondo qualcuno il Merlino di Jon sarebbe Melisandre...ma non credo ecco
Merlin è un mentore per Artù, gli è affezionato, ed è raffigurato come onesto, saggio, affidabile, ecc Melisandre è tutt'altro : Lei è fanatica, subdola, manipolatrice e spesso dice mezze verità o distorce eventi per raggiungere i suoi scopi,certo probabilmente farà rinascere l'eroe della saga,ma non c'è affetto,stima riconoscenza tra i due,a quello che si capisce ,anche se potrebbe avere qualcosa a che fare con Alba la portatrice di luce e chissà con Nissa Nissa
In tema Anche Martin ci mette del suo, in una intervista ha detto tra l'altro
Bran is the first viewpoint character. In the back of their heads, people are thinking Bran is the hero of the story. He's young King Arthur. We're going to follow this young boy – and then, boom: You don't expect something like that to happen to him. So that was successful [laughs].
came sua abitudine ci trolla,ma la lingua batte dove il dente,Arthur...comunque uno Strak,duole
http://www.rollingstone.com/tv/news/george-r-r-martin-the-rolling-stone-interview-20140423
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Molto bene,concordo,ma su Lancillotto,grande spadaccino c'è molto da speculare
Per ora riporto che secondo qualcuno il Merlino di Jon sarebbe Melisandre...ma non credo ecco
Merlino e' un mentore per Artù, gli è affezionato, ed è raffigurato come onesto, saggio, affidabile, ecc Melisandre è tutt'altro : Lei è fanatica, subdola, manipolatrice, pratica magia nera e spesso dice mezze verità o distorce eventi per raggiungere i suoi scopi,certo probabilmente farà rinascere l'eroe della saga,ma non c'è affetto,stima riconoscenza tra i due,a quello che si capisce ,anche se potrebbe avere qualcosa a che fare con la spada dell'Alba , la portatrice di luce e chissà con Nissa Nissa
In tema anche Martin ci mette del suo, in una intervista ha detto tra l'altro
Bran is the first viewpoint character. In the back of their heads, people are thinking Bran is the hero of the story. He's young King Arthur. We're going to follow this young boy and then, boom: You don't expect something like that to happen to him. So that was successful [laughs].
come sua abitudine ci trolla,ma la lingua batte dove il dente,Arthur...comunque uno Strak,duole
http://www.rollingstone.com/tv/news/george-r-r-martin-the-rolling-stone-interview-20140423
continua....
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Bellissimo topic e magnifici interventi.
Poiché Lyanna mi ha confermato di intendere questo topic come un thread di raccolta di tutti i parallelismi tra Asoiaf e il Ciclo arturiano, e dato che sono arrivata abbondantemente in ritardo per dire qualcosa che sia farina del mio sacco, mi permetto di condividere con voi i contenuti principali di un topic analogo che ho seguito su asoiaf.westeros.org. Li riporto nella loro versione integrale, per non intaccare la complessità delle argomentazioni, limitandomi ad evidenziarne i punti salienti.
EDIT: Il testo è in inglese e piuttosto lungo, quindi metto sotto spoiler per non fare impazzire chi eventualmente sia collegato da cell. XD Più avanti, riaffronterò i punti più interessanti singolarmente.
1) Arthur Dayne: Sir Lancelot
At first glance, who better to fulfill the role of First Knight than Arthur Dayne, Sword of the Morning, almost universally reckoned to be the finest knight who ever lived? Wikipedia cites this scholarly description of Lancelot:
Another detail about Lancelot: His castle and the location of his final resting place? Joyous Gard. Formerly called Dolorous Gard, the name was changed to Joyous Gard after Arthur and Gwenhyfar visit as his guests. If it were a tower, it might well be called… the Tower of Joy.
- According to Pamela Raabe, in Chretien de Troyes’ work Lancelot is portrayed as not only the bravest of knights, but one that everyone he meets is forced to describe as uniquely perfect
Raabe, Pamela (1987) Chretien’s Lancelot and the Sublimity of Adultery. Toronto Quarterly. 57:259-270
Compare with:
- The finest knight I ever saw was Ser Arthur Dayne, who would have killed me but for Howland Reed. (Eddard Stark to Bran Stark, ACoK, ch.21)
- I learned from Ser Arthur Dayne , the Sword of the Morning, who could have slain all five of you with his left hand while he was taking a piss with his right. (Jaime Lannister to Loras Tyrell, ASoS, Ch.67)
In Chretien de Troyes tale “The Knight of the Cart” which introduced the Lancelot-Gwenhyfar affair to the medieval world, Lancelot rescues Gwenhyfar, who has been abducted by Melwas (Meleagant) His quest portrays the struggles to balance his role as King Arthur’s warrior within the framework of courtly love and his affair with Gwenhyfar. In order to reach her to effect the rescue, he must travel in a cart which the audience understands to be a mode of transport usually reserved for criminals. This foreshadows the consummation of the affair, which occurs after the rescue. Essentially, Lancelot breaks his contract with his king and becomes a criminal or social outcast through his actions. Critically, his role as the King’s First Knight does not change, but has been sullied. There is a possible parallel here with Arthur Dayne and Elia Martell. If Arthur has broken his vows and betrayed his King/Prince we may have a compelling reason for him to become involved in the murky affair of Rhaegar and Lyanna Stark.
So now we have Rhaegar as Arthur married to Elia as Gwenhyfar. By all accounts, R+E (like A+G) had a marriage of mutual respect and fondness, if not passion. Arthur Dayne, the Sword of the Morning and “bravest of knights” is Lancelot, King Arthur’s First Knight who before he learned his true name was known only as “The White Knight.” Here’s where it gets sticky. If there was a relationship between Arthur and Elia, then we would have a compelling reason for Rhaegar to set Elia aside and pave the way for R+L. Can we find anything in the text to support this? And how does Lyanna Stark fit in?
More on that to come.
2) Lyanna Stark: Elaine of Corbenic transforms into Gwenhyfar
Lancelot has a son called Galahad with a woman named Elaine of Corbenic. The father of Elaine of Corbenic is the Fisher King, sometimes called King Pelles, the guardian of the Holy Grail. Legend has it that he is descended from Bron who was a follower of Joseph of Arimathea, who brought the Grail to Britain. He is also thought to be derived from the character of Bran the Blessed from the Welsh Mabinogian. Bran possessed a magic cauldron that could resurrect the dead. This seems likely the province of Heresy, with the North being closely connected to the cauldron, the resurrected dead of the LoAW, the name Bran, and Welsh mythology in general. Given that, I would assume a Stark connection to the characters of Elaine and Pelles.
Malory describes Elaine as “passing fair and young.” Compare that to Eddard Stark’s memory of his sister (AGoT, ch.4) “Lyanna had only been sixteen, a child woman of surpassing loveliness.”
After Lancelot rescues Elaine from a scalding bath (something favored by at least one Targ we know) she falls in love with him. Applying this to Lyanna, could she have been in trouble with a Targaryen? Did Aerys actually discover the truth behind tKotLT only to have someone save her from punishment at the tournament? Was Rhaegar’s crowning her QoLaB a symbolic message to his father that she was under his protection? In the story of Elaine of Corbenic and Lancelot, Elaine must ultimately resort to a magical disguise to trick him into lying with her and conceiving Galahad. I propose that, with typical Martinism, the analogy is now given a different twist.
Lancelot is closely connected with a traditional folk story that has three main elements: a child raised by a water sidhe, the reappearance of the (now grown) hero at a tournament on three consecutive days in three different disguises, and the rescue of a kidnapped queen.
If we assume the Lyanna Stark is tKotLT and also analogous to Elaine of Corbenic, we see that she is associated with disguises. The disguise Elaine assumes is of Gwenhyfar. If we assign the role of sidhe child to the crannogman (I know, a bit of a stretch…) and agree that Lyanna’s disguise as tKotLT and defeat of three champions satisfies the second element we have two of the elements of the original topos present. This may be a hint that Lyanna is now moving into the third element or the role of Gwenhyfar, the captive queen.
A note about the etymology of Corbenic, which I believe ties Corbenic, Elaine and the Fisher King very closely to the Starks. There are a number of possible linguistic connections, among them the Brythonic Caer Bran (literally Fort of Bran, or Fort of the Raven) and the middle French corbin, also meaning Raven, thought by many to be an allusion to Bran the Blessed with whom the Fisher King is closely connected)
3) Rhaegar Targaryen: The many faces of the “princely youth”
In most versions of the Gwenhyfar abduction story, the abductor is Melwas (or Meleagant) also known as the “Summer King”, whose name means “princely youth.” Melwas holds Gwenhyfvar captive in his tower for nearly a year. In later versions, the kidnapper is Arthur’s own nephew/son Mordred and the end comes with the Battle of Camlann, with Arthur killing Mordred and receiving in turn the grievous wound that leads to his departure for Avalon. It is important to recognize that in some versions of the Lancelot story, the kidnapper is Lancelot himself and is simultaneously a kidnapping and a rescue. In these versions of the story, Gwenhyfar has been sentenced to be burned to death due to her betrayal of the king and Lancelot transports her to Joyous Gard for her own safety. This is too strong a parallel to ignore and I wonder again:what if Aerys knew of Lyanna's deception? Would his son and Kingsguard stand by as he threatened to burn a highborn maiden for an imagined slight? We know from Ser Jaime that this was his preferred method of dealing with all who displeased him. We also know that he was a paranoid maniac who held a grudge. What if Aerys himself, a year following the tourney, sent men to seize Lyanna Stark as she travelled to Riverrun with the intent of bringing her to face the King’s “Justice”? Might Rhaegar and the KG closest to him not have staged a rescue? Can we find the logic in shifting the role of Lancelot to Rhaegar?
The Melwas version also has clear parallels to the Rhaegar-Lyanna story, if we once again shift analogies and treat Rhaegar (the reported abductor) as Melwas (the “princely youth”). The captivity and its length are direct parallels, as is the dramatic Battle of the Trident with the Battle of Camlann. Gwenhyfar went to her deathbed filled with guilt for the lives lost in her name, as I have always imagined Lyanna Stark must have done. I think here is the justification for shifting the role of Lancelot to Rhaegar: the reverse path from Mordred/Rhaegar, who perished at Camlann/Trident, to Melwas/Rhaegar, the “princely youth” who held the queen in his tower for a year, to Lancelot, who rescued the queen from the fire, all playing the same role of abductor. Rhaegar as Lancelot adds a new dimension to the adulterous nature of R+L, as seen in Chretien de Troyes “Knight of the Cart”. If we could support the speculation about Arthur Dayne and Elia with a shred of textual evidence, the elements of the “abduction” that many find so troublesome begin to look quite different.
4)Ashara Dayne: The Lady of Shalott [questo punto mi piace tantissimo, è un parallelismo a cui ho sempre pensato!]
Lancelot is closely associated with three women named Elaine (one of many applications of triplism in the Arthurian cycle). His mother is Elaine, the wife of King Ban of Benioc. When they are forced to flee their lands, Lancelot is taken by the Lady of the Lake and raised, as was Arthur, in ignorance of his identity. Elaine of Astolat (better known to many as the Lady of Shallott) falls in love with Lancelot at a tournament, is rejected by him and later when she dies of a broken heart, her body is floated downstream to Camelot, where the reason for her death becomes known to the court and all mourn the tragedy of her demise. While not completely analogous, this story has strong elements of the Ashara Dayne story as we know it: a noble young woman, a lover at a tourney, death from a broken heart and her body floating away. Of the possible candidates I would place Brandon Stark here in the role of Lancelot. A young man who fought in the tourney and was unhorsed by Rhaegar, as Lancelot was unhorsed by his cousin Bors at the Astolat Touney. In the case of Elaine and Lancelot, she tended the wounds he sustained. This is a possible scenario for Ashara and Brandon, although never mentioned, and a situation like that of Robb Stark and Jeyne Westerling may have arisen. Brandon, we have every reason to believe, did not possess the extreme sense of honor that his nephew, the son of the honorable Eddard, would later show. He would leave in the morning, pleading his commitment to Catelyn Stark and leave Ashara to cope with the consequences. Taking Ashara’s story and its parallels to Elaine of Astolat at face value doesn’t rule out other possibilities, such as a faked death or a baby swap. The analogy rather enhances all possible outcomes.
5) Lord Stark: The Fisher King
The Fisher King is sometimes known as the Wounded King and is nearly always presented with a leg or groin wound. Because the wound causes a loss of fertility, his kingdom becomes barren (as in “The Wasteland”) and he has little to do but fish in the river outside his palace. He is Keeper of the Grail, but must wait for the chosen one to heal him. Only when he is healed is the chosen one (alternately, Peredur, Percival or Galahad) allowed to “achieve” the Grail. The legend of the Fisher King is closely related to the story of Bran the Blessed and his magical cauldron from the Mabinogian, a mythical cycle the Heresy threads have already shown to be closely related to the Stark family. Interestingly, the Mabinogian uses a severed head as the motif, rather than a lower body wound. Celtic scholars believe some Celts practiced a cult of head worship, as that is where they believed the soul resided. In fact, Diodorus Siculus, in his 1st century History, relates: “[Celts] cut off the heads of enemies slain in battle and attach them to the necks of their horses.” We have seen this motif with the story told about the Freys’ treatment of Robb Stark and Grey Wind.
In some versions of the story we are presented with a father and son pair, representing the wounded King and his fishing counterpart. I propose that Ned Stark, whose leg wound precedes his death which leaves his “kingdom” almost literally a wasteland, represents the wounded aspect of the Fisher King. Lord Rickard stands in as the patriarch of the clan in whose keeping the “sangreal” or cauldron has been left. Of course, it is Lyanna herself who represents the cauldron, as in Celtic mythology the cauldron is well known to represent a womb. (Every modern reader of The Da Vinci Code could tell you of the possible etymological link of “sangreal” to the phrase “blood royal.”) Robb Stark represents the severed head on the platter (the original “sangreal”), presented to the Welsh hero Peredur, who later recognizes it as his cousin. Jon Snow, as the son of Lyanna Stark and cousin of Robb, ties together the two versions of the Grail: the cauldron/womb and the vessel/platter.
6) Jon Snow: Arthur/Galahad, The Prince that was Promised/Azor Ahai Reborn
In ASoIaF we are told about the Prince that was Promised, whom many also equate with the eastern legend of Azor Ahai Reborn. The signs of the Prince’s coming are believed to be:
· The birth of a prince from the line of the dragon (gender may not matter, per Maester Aemon)
· Born amidst smoke and salt
· A bleeding star
· Return of dragons
Of Azor Ahai, we have this, from Melisandre: “There will come a day after a long summer when the stars bleed and the cold breath of darkness falls heavy on the world. In this dread hour a warrior shall draw from the fire a burning sword. And that sword shall be Lightbringer, the Red Sword of Heroes, and he who clasps it shall be Azor Ahai come again, and the darkness shall flee before him."
And: “When the red star bleeds and the darkness gathers, Azor Ahai shall be born again amidst smoke and salt…”
The bleeding star and smoke and salt seem to be what connects the two prophecies. To indicate the Prince will also wield a sword, we have Rhaegar’s pronouncement: “I will require a sword and armor. It seems I must be a warrior.”
In both cases, the Prince and AAR, we seem to be dealing with a messianic figure.
In Arthurian legend, King Arthur himself stands in the role of Messiah, the King that was and will come again to save his people. In other words: the Prince that was promised to return. This messianic figure occurs frequently in European tradition. Finn Mac Cumhaill in Ireland, Arthur in Britain, Bran the Blessed of Wales, Ogier the Dane, Saint Wenceslas of Bohemia, Frederick Barbarossa of Germany and, the mighty Charlemagne of France and a host of others are all reputed to be sleeping under a mountain or lost beyond a Wall or sea, waiting for the final need of their people to return for their salvation.
King Pelles, according to Malory, had reason to believe that Galahad, his daughter Elaine’s son by Lancelot, would become the greatest knight the world has known and lead “a foreign country… out of danger,” something Jon Snow has already done for the Wildlings. (In Welsh tradition Galahad is descended from Bron, one of the original followers of Joseph of Arimathea, whose name is a very close cognate to the name Bran, held by numerous illustrious Stark ancestors).
Much of the story of Galahad the Grail Knight as we know it was first recorded by the same French monastic order responsible for the founding of the Knights Templar. Galahad’s arms are usually depicted as identical to those of a Templar. As a quasi-religious knightly order whose members took vows of chastity, poverty and obedience and swore to protect the Holy Land and Christianity’s sacred relics from foreign invaders, there is a strong parallel to be made here with the Night’s Watch and with a messianic mission. Galahad himself is closely analogous to Arthur, earning a mystical sword and wide repute as a knight at a young age.
Getting back to the parallels between the messianic figures of tPtwP/AAR and Arthur/Galahad we should first deal with the “bleeding star.”
In both traditions in asoiaf, there is a bleeding star which most assume to be a red comet. Indeed, we see a red comet blazing across the Westerosi sky around the time of the birth of Daenerys’ dragons. While the comet has different names and significance in various regions, the most common associations seem to be fire and blood or, as Old Nan puts it “...dragons, boy” undeniably relating it to House Targaryen. Yet on several occasions it is also likened to a sword, including by Septon Chayle of Winterfell “…the sword that slays the seasons.”
Meanwhile, in Arthurian legend there is a very important comet, also associated with blood and dragons. Legend has it that Arthur’s father Uther Pendragon took his name from a red, dragon-like comet seen in the sky over Britain as his brother and king lay dying. “Pendragon” literally means “chief dragon” or “war leader” but can also be interpreted as “hanging dragon.” This red comet alternately presaged the death of Aurelius Ambrosius, the rise of Uther and the birth of Arthur. In all instances, it is closely associated with the British version of “dragons.” There are now scientists who believe that a comet’s tail passing over northern Europe in the sixth century caused a bombardment of debris that led to a period of climate change and darkness where crops failed and disease killed people in the tens of thousands. In fact early chronicles are rife with descriptions of sixth century comets, which are most often associated with fire, blood and dragons. One can’t help but notice the similarity to the bleeding star and the impending long winter in asoiaf. These same scientific discoveries have led to theorists who postulate that the myths of Arthur’s sword, his many battles and his mysterious departure are really expressions of the passing of a large comet over Britain, which brings us to the parallel of the swords.
The magical sword is another common theme in northern European legend, with swords made by the legendary Norse blacksmith Wayland Smith found in the possession of everyone from Sigurd and Roland to Ogier the Dane and King Arthur. Both Arthur and Galahad possess magical swords that they retrieved from a stone by a test of worthiness only they could pass. Compare to the legendary sword of AAR, “Lightbringer” and the renowned Stark great sword, “Ice” (the original, not Eddard Stark’s Valyrian steel model). While it is early to tell, it has been predicted that Jon Snow will find himself in possession of one of these swords (or both, or are they one and the same?
Checking in with the list of PtwP and AAR portents and parallels, we have Jon Snow and Arthur as princes of the line of dragons, predicted to wield or wielding a magical sword, and dragons returning to the world (literally in Westeros, in the form of the descendants of Constantine II in ancient Britain.) We have a long summer ending and a red comet in the sky in both worlds, more or less, and “the cold breath of darkness” is certainly about to hit the world of Westeros like a ton of bricks, while according to chronicles the sixth century saw drought, unusual summer frosts and “failure of bread.” So what of salt and smoke? Those are actually the easiest signs to find as salt can be found in tears (plenty of those in Westeros and IRL, including Bowen Marsh’s) and smoke is also ever present (witness Jon’s wound “smoking” in his final ADwD chapter and the monk Gildas describing the smoking island of Britain in 540AD) Finally, since R+L have been shown to parallel both Uther and Ygraine (traditional) and Elaine and Lancelot (upon closer inspection), from parentage to comets to swords either Arthur or Galahad work for Jon Snow. Of course, his story has yet to play out upon the page so there will be new depths to explore in the future.
7) Elia Martell: Gwenhyfar Redux
Earlier, the parallel of Arthur Dayne to Sir Lancelot was explored. Elia was posited in the role of Gwenhyfvar, with Lyanna Stark in the role of Elaine. In keeping with Elaine’s theme of disguise, Lyanna transforms into Gwenhyfar to Rhaegar’s evolving Lancelot. The offspring of R+L, at once Arthur to their Uther and Ygrain, can thus also be viewed as the embodiment of Galahad. Yet this scenario leaves discussion of Elia at unsatisfactory loose ends. Inspired by a discussion about her role in ASoIaF, and a thorough re-read of all references, we come back to themes of Gwenhyfar in the character of Elia Martell.
As I will be exploring in much greater depth in the forthcoming Sansa installment, Gwenhyfar's story has earth goddess themes, with links to the early Welsh triple goddess and strong parallels to Persephone. The name Gwenhyfar can be translated to "White Fay (Spirit)" which supports her supernatural origin. Most of the earliest references to the character come from the Welsh triads where, as the three queens of Arthur indicate, we find a strong association with the triple goddess. In the story of Culhwch and Olwen she is referenced as one of Arthur's "otherworld" weapons, while several other triads reference her involvement in the battle of Camlann and her "faithlessness" as a wife. Speculation surrounding some of these references is that Gwenhyfar is representative of Arthur's sovereignty, which is in keeping with divine origins.
Elia Martell is described by Barristan Selmy as "a good woman... kind and clever, with a gentle heart and a sweet wit".
ADwD, chapter 23
Her marriage with Rhaegar was marked by "fondness" rather than passion, most likely the union of a well schooled prince and princess who, while they didn't choose each other, had no real complaints of each other. Aerys, in his paranoia, may have felt he needed the union with Dorne to keep them faithful, in much the same way a British king may have "needed" to wed a representative of the British earth goddess. The characterization of Gwenhyfar as a faithless wife in the triads seems to come from nowhere, unless one considers the practice of the representative of sovereign goddess taking an annual mate. While on the one hand this furthers Gwenhyfar's association with a divine character, it also opens the door to later tales of Gwenhyfar's infidelity with Lancelot and therefore the suggested parallel of Elia and Arthur to Gwenhyfar and Lancelot.
What makes this parallel fascinating, and even possible, is that there is very little agreement in the sources about the nature of Gwenhyfar and Lancelot's infidelity and not much consistency in portrayal of their characters. Gwenhyfar is alternately strong, passive, assertive, insipid, judgmental, gentle, shrewish, maternal, treacherous and tragic. Similarly, there is a lot of confusion about the character of Elia Martell among ASoIaF fandom. Much of the characterization of Elia Martell is highly reminiscent of Gwenhyfar: she is sweet, gentle, maternal (though of uncertain childbearing ability) and inspires great love and loyalty among those who knew her, but is also assumed to be weak or passive because of R+L. Some assume she drove Rhaegar away with her feebleness. While on the one hand the parallel supports an earthy, maternal image for both, it also becomes very much about the lack of information and confusion about the motives and character of each woman.
After a thorough examination of the Arthurian source material pertaining to Arthur and Gwenhyfar, one is left with the distinct impression that there is much that remains untold, hidden in the mists of time. Similarly, we must reach the same conclusion about Rhaegar and Elia: we don't have sufficient insight into their private lives to pass character judgments. Even what we know of the outcome remains shrouded in mystery. Is there room to believe Elia had opinions and relationships prior to her marriage to Rhaegar? Yes, absolutely. Is there room to accept that there is much and more we don't yet know about R+E and suspend judgment, as we should for Arthur and Gwenhyfar? Let's hope so!
E questo è quanto. Alcuni punti sono molto interessanti e, se siete d'accordo, potremmo approfondirli (magari anche tradurli) =)
Jon Snow nell'accezione di principe che fu promesso/reincarnazione di AA, è dunque una figura messianica. Ci tengo a ricordare anche il paragone che ho fatto nel topic della seconda puntata della sesta stagione quando dicevo di aver visto nella figura di Jon Snow deposto e melisandre lavarlo prima del rituale magico che porta alla sua rinascita, una figura cristologica.
Nel ciclo Arturiano Bretone, Re Artù incarna questa stessa figura messianica. Rappresenta dunque il re promesso che salverà il popolo. In altre parole Artù rappresenta il principe che fu promesso.
Questa figura messianica si può ritrovare spesso nella tradizione europea: Finn Mac Cumhaill in Irlanda, Artu in Gran Bretagna, Bran il benedetto in Galles, San Venceslao in Boemia, Federico Barbarossa in germania e Carlo Magno in Francia.
Mi soffermo ora su un altro parallelismo: Jon Snow e Galahad.
Galahad è il figlio di Lancillotto e Elaine di Corbenic. Eleine e Galahad sono strettamente collegati con la ricerca del Santo Graal nel ciclo arturiano. Eleine è la figlia del Re Pescatore. Il re pescatore era convinto che suo nipote Galahad sarebbe diventato il più grande cavaliere che il mondo abbia conosciuto e che fosse destinato a condurre "un paese straniero ... fuori pericolo," qualcosa Jon Snow ha già fatto per i bruti. Galahad discende da Bron, uno dei primi seguaci di giuseppe d'arimatea. Il nome Bron è affine con Bran, nome comune tra i famosi antenati della famiglia Stark. Galahad stesso è affine alla storia di re Artù e quindi di Jon Snow in quanto anche egli riceve una spada mistica in giovane età e si conquista il titolo di cavaliere.
Quindi sia Jon Snow che Galahad in un età sorprendentemente giovane si uniscono ad una organizzazione che richiede il celibato e da poveri di proteggere il loro regno dalle minacce straniere e entrambi ricevono una una spada magica. Entrambi hanno un padre che si innamora di una donna irragiungibile: Lancillotto di Elaine e Rhaegar di Lyanna.
He is the prince that was promised, and his is the song of ice and fire
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The north remembers
Quando soffiano i venti freddi dell'inverno il lupo solitario muore, ma il branco sopravvive. Arriverà l'ora dei lupi (cit)