15 minuti di applausi e hola dagli spalti!Secondo me l'indizio più grosso su Robb ce lo ha dato Martin proprio attraverso la negazione di un suo PoV. Così emerge quello che Robb deve essere: non il ragazzo, lo Stark, l'erede, la persona, il re, l'uomo.
Ma il suo ruolo. Nudo e crudo. Non ciò che lui è, ma ciò che deve essere.
Robb E' un ruolo, è ciò che gli altri vedono in lui, è il suo (tragico) destino. Non c'è spazio per la sua personalità. E non tanto a sottolinearne la quasi esclusiva funzionalità narrativa a discapito di una vera e propria identità di personaggio, quanto per sottolinearne, negandogli l'io pensante, l'aspetto tragico di eroe sacrificale. Un po' come i personaggi storici, come avete ben detto (mi viene in mente Corradino di Svevia ad esempio), dei quali conosciamo le gesta, ma non i pensieri. Questa visione in terza persona, anzichè sacrificare l'empatia col personaggio, riesce a trasmettermi ancora più tristezza, come se la distanza coi pensieri di questo sfortunato ragazzo fosse la misura della solitudine, del vuoto e dell'enorme peso sul cuore che doveva portare.
Bellissimo post, condivido in pieno.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Per me invece l'errore più grosso e' nominare roose Bolton comandante di metà esercito e nn indagare sui numerosi insuccessi che consegue ; il lord sanguisuga deve aver fatto morire circa 10k soldati colla sua gestione ( ha circa 16k quando l'esercito si divide alle torri gemelle;quando vi ritorna <5k e quasi tutti suoi )
Uh, grazie Lyra!
A sostegno di ciò che dicevo, leggendo gli altri post, notavo un continuo cercare, sottolineare analizzare gli errori commessi da Robb.
Ebbene, Robb commette un mucchio di errori, è vero, dovuti ad inesperienza, rigidità, senso del dovere, ecc...
Ma gli errori più grossi che Robb paga non sono i suoi. "Che le colpe dei padri ricadano sui figli" è il detto che gli si addice di più. A partire dalla mancanza di strategia di Ned, che agisce prima di mettere al sicuro la sua famiglia. All'imbarazzante serie di cavolate fatte da Cat (ok, non ne parlo, sono di parte, la tollero poco), che mette di fatto il marito contro i Lannister senza uno straccio di prova. Ai suoi zii, Edmure col suo errore militare che sposta completamente l'inerzia della guerra e delle alleanze, Lysa che tradisce la sua famiglia per Ditocorto. A Sansa che vende il padre per un'illusione.
Robb passa la vita a mettere pezze. Le mette male, a volte non le mette affatto. Ma è costretto a partire sempre da una situazione scomoda, dalla quale non commettere errori è praticamente impossibile. Lui fa il meglio che può. Militarmente fa anche bene. Ma non è nato per comandare. Se la trasposizione tv ci trasmette un Robb più adulto, maturo, consapevole, basta rileggere alcuni passaggi dei pov di Bran (sempre il più lucido nell'analizzare gli altri) per capire quanto il Giovane Lupo difettasse di carisma naturale.
".......e spero che questa sera vorrete onorare il nostro desco con la vostra presenza>> Perfino Bran notò la goffaggine con la quale Robb il lord aveva fatto quella dichiarazione. Parole imparate per l'occasione, e anche malamente, non certo scaturite dal cuore."
Insomma, fa le cose fatte per bene finchè non deve "metterci del suo".
Quanta differenza con Jon! Con lo stesso Bran. E con suo padre, "non nato per comandare" per diritto di nascita, ma ricco di quelle doti che permettono a un lord di essere un leader.
Condivido il tuo precedente post ma Robb di errori ne commette parecchi ed anche gravi, per esempio ha mandato Theon da Balon quando anche sua madre (che non è certo una cima) gli ha vivamente consigliato di non farlo, anche la responsabilità del patto di matrimonio spezzato è tutta sua..
A mio modo di vedere il problema narrativo non sono gli errori. Gli errori, sopratutto alcuni di essi, sottolineano quel realismo di cui parlavo poc'anzi. Da errori di fiducia a errori di passione adolescenziale dovuti a sconforto e confusione. Inoltre in ASOIAF ne commettono anche i più astuti, talvolta.
La questione pende maggiormente su una personalità non troppo definita e basata sull'idealizzazione di ciò che è stato il padre. Robb non segue un filo indipendente, non si distacca da tale bolla, non sviluppa una mentalità ed una personalità del tutto autonoma come accade ai fratelli. Fuori dal campo, come è stato detto da @shewolf, difetta particolarmente di carisma naturale. Nonostante militarmente debba per forza sprigionarlo, altrimenti non si spiegherebbe un determinato seguito. Ciò non implica che sia anonimo, ma astratto sì.
Inoltre il suo arco è l'unico che, pur procedendo a lente tappe, mi ha dato la sensazione di procedere a velocità smisurata. C'è stata troppa voglia di farlo giungere a destinazione con celerità, come se quella destinazione fosse la sua unica ragione d'esistere, rendendolo appunto una funzione narrativa e non un'identità autonoma per cui provare empatia. E' un po' come se per Martin Robb fosse solo le Nozze Rosse o gli errori che hanno portato ad esse. E questo è un pensiero che non perdono.
Paradosso per paradosso, non avrei trovato malvagia l'idea di un Brandon Stark in erba. Un personaggio più impulsivo, furente, totalmente abbracciato al suo sangue di lupo (da cui Robb, infine, si dissocia nell'opera canonica). Ogni tanto Robb questo lato è riuscito, fugacemente, a mostrarlo. E lì l'ho trovato certamente più interessante.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Uh, grazie Lyra!
A sostegno di ciò che dicevo, leggendo gli altri post, notavo un continuo cercare, sottolineare analizzare gli errori commessi da Robb.
Ebbene, Robb commette un mucchio di errori, è vero, dovuti ad inesperienza, rigidità, senso del dovere, ecc...
Ma gli errori più grossi che Robb paga non sono i suoi. "Che le colpe dei padri ricadano sui figli" è il detto che gli si addice di più. A partire dalla mancanza di strategia di Ned, che agisce prima di mettere al sicuro la sua famiglia. All'imbarazzante serie di cavolate fatte da Cat (ok, non ne parlo, sono di parte, la tollero poco), che mette di fatto il marito contro i Lannister senza uno straccio di prova. Ai suoi zii, Edmure col suo errore militare che sposta completamente l'inerzia della guerra e delle alleanze, Lysa che tradisce la sua famiglia per Ditocorto. A Sansa che vende il padre per un'illusione.
Robb passa la vita a mettere pezze. Le mette male, a volte non le mette affatto. Ma è costretto a partire sempre da una situazione scomoda, dalla quale non commettere errori è praticamente impossibile. Lui fa il meglio che può. Militarmente fa anche bene. Ma non è nato per comandare. Se la trasposizione tv ci trasmette un Robb più adulto, maturo, consapevole, basta rileggere alcuni passaggi dei pov di Bran (sempre il più lucido nell'analizzare gli altri) per capire quanto il Giovane Lupo difettasse di carisma naturale.
".......e spero che questa sera vorrete onorare il nostro desco con la vostra presenza>> Perfino Bran notò la goffaggine con la quale Robb il lord aveva fatto quella dichiarazione. Parole imparate per l'occasione, e anche malamente, non certo scaturite dal cuore."
Insomma, fa le cose fatte per bene finchè non deve "metterci del suo".
Quanta differenza con Jon! Con lo stesso Bran. E con suo padre, "non nato per comandare" per diritto di nascita, ma ricco di quelle doti che permettono a un lord di essere un leader.
In questo caso però, per l'episodio che hai citato, era alle primissime armi come Lord.
In seguito secondo me Robb è riuscito a sviluppare una certa abilità nel comportarsi da Lord e soprattutto da sovrano, sebbene si nota sempre il fatto che il ruolo del King in the North gli sta stretto ed è una cosa che gli pesa fare, ma nonostante ciò vuole fare del suo meglio. E' una responsabilità che lui non ha chiesto ed è emblematica l'immagine della corona che gli pesa sulla testa e che gli lascia i solchi sulle tempie.
Inoltre, da nordico, è persona poco avezza a formalità e occasioni pubbliche, ma col tempo impara a gestirsi abbastanza bene.
Anche sul piano dell'eloquenza, io rimango sempre impressionata per il modo in cui intorta sua madre nel loro colloquio dopo che lei ha liberato Jaime e lui sposato Jeyne, così come il modo in cui la scavalca "da persona adulta e compresa nel suo ruolo di sovrano" nell'ultimo colloquio prima di arrivare alle Torri Gemelle. In quel frangente direi che è più Robb a comportarsi da adulto sensato che non sua madre Cat, quando le manifesta il suo punto di vista sulla questione della successione.
Io credo che Robb sia una figura tragica anche perchè, da quel poco che sappiamo, mi sembra abbia compreso molto bene la situazione nella quale si trova, la precarietà della sua figura, eppure affronta tutto a testa alta e non si tira indietro o addossa le responsabilità ad altri.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Ma sembra che il vento sia in entrambi
Dovrei rileggere tutte le parti relative a Robb, ma non ricordo ne vengano esaltate le qualità personali in pov diversi da quelli di Catelyn. Si parla di lui sempre di lui dal punto di vistra politico e militare, ossia per il ruolo che ricopre. Lui è stato allevato per essere Lord, ha assistito il padre ed ha imparato bene la lezione. Formalmente sa come ci si comporta quando si è alla guida di un popolo, anche se con la guerra deve farci i conti da solo. E ci sta pure che col tempo, grazie alla sua intelligenza e ai consigli delle molte (forse troppe) persone cha ha attorno, assieme ad una naturale maturazione dovuta all'età, impari anche a sviluppare una certa abilità diplomatica e dialettica.
Però l'impressione che avuto tra le righe è che la cosa non gli venga così naturale come accade al fratello. Jon ha una innata predisposizione alla leadership: metà della confraternita e metà del popolo libero lo riconoscono come capo in un contesto dove il diritto di nascita non conta, tanto che anche l'inflessibile Stannis Baratheon sembra trattarlo con un rispetto superiore.
Robb sarebbe riuscito ad emergere in un contesto di "democrazia"?
Io credo che Robb sia una figura tragica anche perchè, da quel poco che sappiamo, mi sembra abbia compreso molto bene la situazione nella quale si trova, la precarietà della sua figura, eppure affronta tutto a testa alta e non si tira indietro o addossa le responsabilità ad altri.
Sarebbe la cosa che maggiormente lo accomunerebbe al padre, perchè derivante da un'intima consapevolezza e non da una mera imitazione di comportamenti.
Paradosso per paradosso, non avrei trovato malvagia l'idea di un Brandon Stark in erba. Un personaggio più impulsivo, furente, totalmente abbracciato al suo sangue di lupo (da cui Robb, infine, si dissocia nell'opera canonica). Ogni tanto Robb questo lato è riuscito, fugacemente, a mostrarlo. E lì l'ho trovato certamente più interessante.
Se fosse stato un "sangue di lupo" come Brandon, forse ci saremmo affezionati di più al personaggio, lo avremmo rispettato di più, ma, almeno a me, non avrebbe dato lo stesso senso di amarezza......di rimpianto.
Credo che non si possa paragonare l'abilità di leadership di Jon e Robb, proprio perché il primo ne ha una derivazione naturale mentre il secondo è costretto ad un adattamento rapido e forzato. L'ammirazione e il seguito che Jon riesce ad ottenere con le sue sole forze è saldo e particolare ed è derivante di una personalità propria e in via di sviluppo. Quella di Robb è più la concretizzazione di insegnamenti impartiti. Non ha indipendenza interiore, od una sua strada. E lì si trova il proprio limite. Non ha una sua intimità.
Anche il rimpianto citato non penso sopraggiunga per la sua morte in sé, ma per il fallimento della sua causa. Perché è con la sua causa che si entra maggiormente e principalmente in contatto. Non con Robb Stark il ragazzo. Difficilmente ci si affeziona a lui come identità.
Per questo ritengo che, fosse stato un Brandon Stark, avrebbe potuto assurgere ad una personalità ed un'identità caratterizzante, singolare, unica. Ciò che in verità gli manca nel confronto con i fratelli. E dei suoi eventuali errori di impulsività mi interessa relativamente. Non vedo perché processarlo per questo. E' il fattore introspettivo e psicologico ad essere latente. Che poi abbia sbagliato o avrebbe potuto commettere errori anche in altre vesti, è decisamente relativo.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
È un po' quello che non capisco dall'inizio delle tue argomentazioni: non è un controsenso, o forse meglio scontato, dire che Robb non ha una sua intimità, che non ha una sua identità, quando non abbiamo un suo PoV?
Di certo non ha un carattere eccessivo o peculiare che spicca anche extra PoV, ma come sottolineavo quella di Robb è una situazione particolare anche perché praticamente ci è narrato solo dagli occhi di sua madre, che tende a vederlo secondo il suo metro.
Se poi ti rammarichi di questo posso capire, ma ripeto io Robb lo intuisco comunque e non lo vedo nè piatto nè banale. È una figura più lieve e riflessiva, un po' come Jon, anche se ha dei momenti in cui emerge il lupo, che poi purtroppo lui soffoca sempre di più. Anche Jon peraltro sarebbe stato arduo da capire senza PoV personali.
Sarebbe stato, sempre secondo me, molto più banale un Brandon 2.0 tutto badass.
Ah, ovviamente parli con una che a Robb come identità si è affezionata parecchio e si, io ho sofferto nel leggerlo mentre moriva non solo per la causa ma anche proprio per lui perché ho immaginato il modo in cui deve essersi sentito, così solo, tradito da tutti gli amici e disperato nel credere di aver fallito nel proteggere il suo branco e tutto quello che la sua famiglia aveva costruito.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Ma sembra che il vento sia in entrambi
Grazie JonSnow per aver pubblicato, oltre a questo, una serie di thread per discutere alcuni personaggi più da vicino! Essendo in rilettura, partecipo poco, ma mi piace molto leggere le tue opinioni e quelle degli altri utenti.
Ma veniamo a Robb...
Sicuramente il suo ruolo è estremamente funzionale alla narrazione, ma non si può dire che il suo personaggio non segua un arco definito.
Senz'altro come ha rimarcato Martin si poteva fare di più, dargli un pov, o anche presentarlo da pov meno monotoni di quello di Cat.
Nella mia personale lettura, Robb, al pari dei suoi fratelli escluso Rickon, è stato educato sotto una campana di vetro ed in maniera incompleta. I giovani Stark, in particolare i più grandi, sono molto ingenui ed acerbi e poco pronti ad affrontare le difficoltà della vita: basti pensare ai primi capitoli di Sansa e Jon in AGOT. Ma anche all'avventatezza di Arya e all'assenza di malizia di Bran.
A livello militare Robb si dimostra un ottimo stratega rispetto alle attese: riesce inaspettatamente a battere i Lannister e catturare Jaime mettendo in atto la migliore strategia date le forze in atto.
Purtroppo poi, essendo ben conscio dell'inferiorità numerica e cercando di dare ascolto alle diverse voci degli alfieri del nord e delle terre dei fiumi, inizia a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte inanellando una serie di errori che vanno a minare la sua stessa fazione, a partire dalla proposta di pace a Cersei.
Qua dimostra i limiti della sua educazione nordica ma anche la sfortuna nel non poter instaurare relazioni con personaggi che abbiano un qualche peso politico, a differenza di quanto invece succede a Jon. Anche Jon quando esce da Winterfell è molto acerbo, ma trascorre del tempo con Tyrion, riceve ed ascolta i consigli di Donal Noye per essere accettato dai suoi compagni, viene preso sotto l'ala di Mormont e Maester Aemon. Un discorso simile lo si può fare per Sansa. A Robb tutto questo manca e infatti è proprio il terreno su cui viene battuto. I suoi alfieri non dimostrano grossa intelligenza politica proclamandolo re del Nord ed impedendogli così qualsiasi alleanza con uno dei restanti Baratheon, non aveva grandi maestri intorno a lui (escluso Roose).
Non mi piace neanche vederlo come un emulo del padre, non credo che lo sia, come non lo è Jon. Entrambi lo prendono come un modello, ma agiscono autonomamente. Per rimarcare la diversità tra Ned e Robb, credo che sia sufficiente pensare al tradimento della promessa matrimoniale fatta ai Frey: Ned per tenere fede alla promessa matrimoniale tra Stark e Tully, morto Brandon, ne ha ereditato la moglie, rafforzando i legami tra famiglie che erano scese in guerra dallo stesso lato. Mentre Ned agisce per l'onore e la salvezza della propria casata ereditando la promessa di matrimonio, Robb sacrifica l'onore della propria casata ed anche sé stesso mancando alla promessa di matrimonio. Questa differenza è estremamente peculiare e molto tragica: Robb ha vissuto la sua vita accanto ad un padre, la cui unica onta è stato avere un bastardo, una madre, disonorata dal tradimento, e a Jon, in cui era evidente la difficoltà e lo svantaggio di essere un bastardo; la sua sensibilità non gli ha permesso di agire altrimenti.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
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"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Comunque Robb come leadership e strategia militare mi sembra assolutamente migliore di Jon, considerando anche le enormi responsablità che si ritrova..
È un po' quello che non capisco dall'inizio delle tue argomentazioni: non è un controsenso, o forse meglio scontato, dire che Robb non ha una sua intimità, che non ha una sua identità, quando non abbiamo un suo PoV?
Di certo non ha un carattere eccessivo o peculiare che spicca anche extra PoV, ma come sottolineavo quella di Robb è una situazione particolare anche perché praticamente ci è narrato solo dagli occhi di sua madre, che tende a vederlo secondo il suo metro.
Se poi ti rammarichi di questo posso capire, ma ripeto io Robb lo intuisco comunque e non lo vedo nè piatto nè banale.
Come ho già detto, la mancanza di Pov è relativa. Ci sono molti altri personaggi che sopperiscono ampiamente a questo handicap e finiscono quasi per essere caratterialmente al pari di chi, invece, un Point Of View lo possiede. Sicuramente la monotonia percettiva di Catelyn contribuisce in negativo e va ad inficiare ancor di più il problema di fondo. Come tu hai appena sottolineato, Robb a differenza dei fratelli non ha un carattere peculiare e non spicca. Credo che tutto ciò sia voluto e al contempo involontario. Martin voleva semplicemente esporre il bravo ragazzo e figlio devoto che, pur con tutte le buone intenzioni possibili, non può sopravvivere in un mondo corrotto e votato al tradimento. E soprattutto voleva rompere il cliché dello stesso figlio che vendica con successo il proprio padre. Nel voler stupire gran parte dei lettori e nel voler porre in essere una funzione ha finito con il trascurare quasi totalmente l'introspettiva e la psicologia di Robb, non definendola e lasciandola talvolta a sé stessa.
Trovo che sia stato allevato per la morte. E che Martin si sia voluto concentrare fin troppo su questo epilogo che non nel mezzo. Le sue qualità come scrittore ci sono ben note, ma anche lui può essere affetto da tracotanza o imprecisione, per questo penso che lo sia stato con Robb Stark. E non è un caso, secondo me, se sia il suo cruccio principale.
È una figura più lieve e riflessiva, un po' come Jon, anche se ha dei momenti in cui emerge il lupo, che poi purtroppo lui soffoca sempre di più. Anche Jon peraltro sarebbe stato arduo da capire senza PoV personali.
Sarebbe stato, sempre secondo me, molto più banale un Brandon 2.0 tutto badass.
Ah, ovviamente parli con una che a Robb come identità si è affezionata parecchio e si, io ho sofferto nel leggerlo mentre moriva non solo per la causa ma anche proprio per lui perché ho immaginato il modo in cui deve essersi sentito, così solo, tradito da tutti gli amici e disperato nel credere di aver fallito nel proteggere il suo branco e tutto quello che la sua famiglia aveva costruito.
Credo che valga fino a un certo punto per quanto riguarda Jon. All'inizio è quasi sempre marcato come un impulsivo pieno di rabbia repressa, ancora ''verde'' a come funzioni il mondo. Ma ha un'evoluzione graduale in una figura molto più cupa e a tratti malinconica. In questa sua seconda veste può sopravvivere con successo anche senza Pov. E penso che ne avremo prova con TWOW. In piccola parte lo abbiamo già visto tramite Melisandre.
Il Robb Stark lupo forse è l'unico Robb che mi abbia coinvolto. Ma con il riferimento a Brandon non facevo capo a sfaccettature badass e folle guerriero solitario. Ma ad una figura magari molto più irascibile ed impulsiva, più tracotante. Lo avrei trovato caratterialmente peculiare al pari degli altri. In verità qualsiasi connotazione caratteriale riscontrabile sarebbe stato già un gran successo.
Io trovo superfluo focalizzarmi sugli errori da lui commessi per sviluppare la mia critica. Anche perché tali errori sono narrativamente quasi perfetti per l'arco che si era scelto di proporre e realistici con l'impreparazione di fondo del personaggio stesso. La mia critica è più psicologica, laddove credo che il personaggio di Robb Stark latiti.
Non trovo che Robb sia un personaggio pessimo, lo trovo semplicemente incompleto ed il rammarico sta nel fatto che Martin si sia limitato a proporre il suo arco con un occhio quasi sempre puntato al suo epilogo che al percorso in essere. Egli stesso si è concentrato più sulla causa e sugli errori di Robb Stark, che su Robb Stark.
Il mio pensiero è che sarebbe potuto essere tranquillamente al pari dei fratelli con qualche accorgimento e attenzione in più. Ma non ha voluto e di questo gliene faccio una colpa.
PS. E' vero, dimenticavo come abbia ''intortato'' la madre. Ammetto che lì sono stato completamente dalla sua parte. Se non altro perché è una ripicca morale non da poco ed estrinsecata meravigliosamente.
Non mi piace neanche vederlo come un emulo del padre, non credo che lo sia, come non lo è Jon. Entrambi lo prendono come un modello, ma agiscono autonomamente. Per rimarcare la diversità tra Ned e Robb, credo che sia sufficiente pensare al tradimento della promessa matrimoniale fatta ai Frey: Ned per tenere fede alla promessa matrimoniale tra Stark e Tully, morto Brandon, ne ha ereditato la moglie, rafforzando i legami tra famiglie che erano scese in guerra dallo stesso lato. Mentre Ned agisce per l'onore e la salvezza della propria casata ereditando la promessa di matrimonio, Robb sacrifica l'onore della propria casata ed anche sé stesso mancando alla promessa di matrimonio. Questa differenza è estremamente peculiare e molto tragica: Robb ha vissuto la sua vita accanto ad un padre, la cui unica onta è stato avere un bastardo, una madre, disonorata dal tradimento, e a Jon, in cui era evidente la difficoltà e lo svantaggio di essere un bastardo; la sua sensibilità non gli ha permesso di agire altrimenti.
E invece secondo me questo non basta a slegarli. Robb commette quell'errore perché ha pur sempre 15 anni. Non possiamo sapere se Ned alla stessa età, in un momento di debolezza, non potesse commettere lo stesso sbaglio. Inoltre va tenuto conto anche del fatto che noi siamo consapevoli che Ned in realtà non abbia mai disonorato né tradito Catelyn, ma nel mondo di ASOIAF non lo si è. Quindi questa leggerezza di Robb avvicina in realtà ancor di più la sua figura a quella del padre, anch'egli caduto tra le braccia di un'altra donna nonostante fosse promesso/sposato a Catelyn.
Come ho detto, non sarebbe stato arduo marcare maggiormente Robb e renderlo caratterialmente indipendente, ma Martin non ha voluto. O meglio, non l'ha reputato necessario per ciò che andava a proporre.
@Draco Targaryen
Come leadership in battaglia e strategia militare credo proprio di sì. Si può dire che sul campo Robb abbia talento naturale. Ed infatti come facevo notare qualche post addietro, è l'unico punto in cui Martin lo abbia fatto risaltare e reso unico.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
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« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Io trovo diversi punti discordanti tra Ned e Robb.
Ned è malinconico, triste, "grigio", con un'aura di quelle pronte per il peggio, per il momento in cui il mondo sarà duro e "oscuro".
Ned è riassunto in tutto e per tutyo nello slogan di casa Stark, l'inverno sta arrivando.
Robb no.
È normale che abbia come modello il padre nelle dinamiche di certe decisioni e atteggiamenti, da adolescente segue ancora i modelli senza i quali, in determinate circostanze non ha alcuna esperienza e neanche un pensiero ben formato.
Robb non è deciso come Ned, si aggrappa alle poche persone cge ritiene essere fonte del suo provare sentimento.
Cat e Theon.
Non ha più nessun altro, oltre il suo Vento Grigio...
È indubbio che il suo maggior ruolo nella saga sia stato concepito come un evento focale di importanza centrale, a discapito di un approfondimento psicologico del personaggio, ma nell'economia di una saga c'è bisogno di queste figure.
Non si possono approfondire tutti in maniera "maniacale".
Robb la sua personalità ce l'ha, Martin gliel'ha data, e di certo ha proprio voluto che fosse quella di un ragazzo, dopotutto, nonostante le grandi potenzialità.
Nel cinico mondo di Martin non basta.
Vedi Rhaegar...
Io riesco a distinguerlo abbastanza nettamente dagli altri di famiglia, ed il ruolo che gli è spettato è "giustamente" tragico.
È bello per quello Robb, anche e proprio per questo senso di ciò che poteva essere e non è stato.
Magari Martin ha voluto rafforzare questa sensazione su Robb, dichiarando che avrebbe fatto un suo POV col senno di poi.
Certo incide anche, poi, sul personaggio, la trasposizione della serie, dove diventa più centrale e protagonista, pur mantenendo inalterato il suo ruolo di "evento determinante" della storia tutta.
Semplificando molto, robb nn ha esperienza e quindi cerca di seguire alla lettera l'esempio di ned. Questi invece ha sviluppato la propria personalità negli anni
@JonSnow: infatti la differenza che volevo sottolineare tra Ned e Robb è che seppure entrambi abbiano avuto un momento di debolezza "secondo ciò che è noto a Westeros", Ned è ritornato all'ovile, Robb ha fatto una scelta diversa. Avrebbe anche potuto pensare che un momento di debolezza non si nega a nessuno viste le vicende del padre.
Mi trovo molto d'accordo con hack per il resto.
Sulla leadership: non ho avuto l'impressione che Jon avesse una leadership innata rispetto a Robb, ma che le esperienze che affrontano separatamente mettano in luce in ognuno un diverso tipo di guida. Anzi ho trovato più naturale la leadership espressa da Robb, e più matura quella espressa da Jon. Entrambi hanno avuto un'educazione simile ma interrotta. Robb riesce ad esprimere una leadership naturale nella campagna che compie, soprattutto in battaglia e come stratega militare senza avere ulteriori insegnamenti, la sua educazione interrotta è ciò che lo porta ad essere così, rendendolo però un disastro a livello politico e relazionale.
Jon invece ha la possibilità di interfacciarsi con dei personaggi di diversa levatura (Tyrion, Donal, Mormont, Aemon) e può porsi verso di loro come apprendista. Robb non può, è colui che deve comandare i suoi alfieri. Non dimentichiamoci che Jon prima del discorsetto di Donal alla barriera era abbastanza spacciato.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
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"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.