non è che le droghe leggere siano in sé e per sé portatrici di chissà quale germi della decadenza, ma il punto è che l'efficienza lavorativa e l'integrità morale dell'Europa è già bella che compromessa.
E non fatevi ingannare dalla Germania che spacca, adesso che sono i primi della classe come al solito
1) si crederanno gli unti dal signore, quelli speciali
2) decideranno di fare tutto da soli perché gli altri sono inferiori, padroni del loro destino germanico
3) punteranno a diventare i capetti
4) falliranno miseramente e si ritroveranno ridotti a un cumulo di macerie
è più forte di loro, ciclicamente loro ci provano e falliscono. Adesso siamo circa a fine fase 2) inizio fase 3).
e questo processo è stato innescato da un laissez faire e relativismo morale post'68 che non accenna a fermarsi. Le droghe leggere legalizzate avranno un impatto poco rilevante, lo so benissimo, chi vuole può già usarle tranquillamente, ma ripeto, non c'è proprio bisogno di incentivi in questo senso.
e non è che i cattivi arriveranno con la royal navy a cannoneggiarci, non gli serve, ai nostri "avversari" basta lavorare e impegnarsi più duramente di noi per toglierci l'egemonia. E quando quel momento arriverà saranno caxxi amari.
e ripeto: non è certo colpa delle droghe leggere se da 50 anni siamo seduti sugli allori a pensare alle libertà soggettive senza un progetto globale, ma non è che la cosa aiuta a disincantarsi. Anzi.
In concreto, gli esami tossicologici sui cannabinoidi possono restare positivi fino ad un mese dopo il giorno dell'effettivo consumo. Quindi, legalizzare - o depenalizzare- in generale, e proibire l'uso a determinate categorie di lavoratori? Mi sembra concretamente difficile.
Guarda che il fatto che la sostanza sia rilevata dagli esami non vuol dire che eserciti ancora i suoi effetti sull'organismo.
E' proprio quello che volevo dire, coi cannabinoidi sei "positivo" anche dopo giorni, quando l'effetto è passato.
E in misura minore ciò può avvenire anche con sostanze più "pesanti",per quanto senso abbia la distinzione
io non le legalizzerei, ma quando qualcosa è illegale la sua richiesta sale alle stelle, quindi non so sono indeciso. so solo che non ne farei mai uso.
Votato C e A
Riporto un intervento fatto su un altro forum e che condivido appieno.
"La legalizzazione (...) non è del tipo "fumiamo beatamente e siamo tutti felici...che bello, danziamo insieme, suoniamo i bonghi e spulciamoci vicendevolmente i nostri lerciosi dread"...è piuttosto del tipo "ok, se proprio non riesci a farne a meno perchè appartieni a quella classe di umani che si fanno male da soli, hai diritto a tot grammi al mese da acquistare in farmacia"
Se la dipendenza da cannabis sia più o meno dannosa per l'organismo umano rispetto ad altre dipendenze legalizzate, è davvero poco importante...ed è ancora meno importante che ce lo venga a dire the lancet. E' una dipendenza e, come tutte le dipendenze, è da evitare ed è quasi sempre spia di problemi esistenziali più reconditi (come insicurezza, insoddisfazione, ricerca dell'evasione dal reale, ecc).
Fra l'altro, un individuo che decide di fare uso abituale di cannabis di certo non ha fra le sue migliori qualità quella del "buon senso". Ovviamente, se si droga e poi si mette anche al volante, allora vuol dire che ne è totalmente privo.
Quello che voglio dire è che un comportamento del genere, ovvero il comportamente di un consumatore abituale di cannabis, è un comportamento comunque errato che non va condannato in maniera troppo pesante, ma non va neanche preso alla leggera come fosse una cosa normale o addirittura incoraggiato. Ed è errato non perchè lo ha detto il papa o perchè lo ha detto il moralista di turno (ma sai chi se ne frega?), ma perchè si tratta di una dipendenza che può pesantemente compromettere la vita di un uomo. Che poi possa comprometterla di più o di meno rispetto alla dipendenza dalle sigarette o dall'alcol, è davvero poco rilevante e forse anche relativo."
Io sono favorevole, al 70% per strappare il "mercato" alla criminalità organizzata. Su questa base i legalizzerei tutte le droghe. La lotta va fatta in altri modi, con l'informazione. Tutti sanno che se bevi un bicchiere di varechina muori. Allora perché sniffare un bicchiere di eroina dovrebbe essere diverso? Sia chiaro, invece le sanzioni per chi svolge attività sotto effetto vanno alzate. Poi ognuno può fare ciò vuole a casa propria. Se ci si riduce a larve viventi non devono essere affari dello stato. L'obiettivo deve essere la responsabilizzazione.
Esempio sbagliato: la gestione della legalizzazione del gioco d'azzardo.
Si è fatta tanta propaganda e si è affidato il controllo a certe aziende private sovvenzionate dallo stato (vado a memoria eh, so il fattaccio solo per linee generali). Poi cosa è successo? Le aziende non sono state in grado di ripagare l'investimento, quindi soldi pubblici sprecati, ma in compenso abbiamo avuto il riconoscimento della dipendenza da gioco d'azzardo come patologia, un monte di gente che ha rovinato se stessa e i propri congiunti, arricchendo i furbi proprietari delle case, e impoverendo ancor più lo stato che gli paga le cure mediche e psicologiche.
Zut-zut, non ci siamo.
Per questo ho votato per la coltivazione libera, lo stato deve darsi da fare nella prevenzione, non nel salvataggio dei deficienti da sè stessi quando è troppo tardi.
Se la dipendenza da cannabis sia più o meno dannosa per l'organismo umano rispetto ad altre dipendenze legalizzate, è davvero poco importante...ed è ancora meno importante che ce lo venga a dire the lancet. E' una dipendenza e, come tutte le dipendenze, è da evitare ed è quasi sempre spia di problemi esistenziali più reconditi (come insicurezza, insoddisfazione, ricerca dell'evasione dal reale, ecc).
Non concordo con questa affermazione.
O meglio, potrei concordare con questa affermazione solo in caso di uno stato iperliberista in cui ogni forma di droga è legale e ogni forma di sanità è privata. In questo chissenefrega chi cosa è più grave e cosa no.
Tuttavia, nel momento in cui abbiamo uno stato che ci dice cosa è legale e cosa no, e abbiamo una sanità pubblica, trovo importante che considerazioni di ordine medico siano tenute in considerazione dal legislatore, sia dal punto di vista della tutela dei cittadini sia dal punto di vista della spesa pubblica sanitaria.
E trovo veramente ipocrita la posizione di chi si straccia le vesti per impedire la legalizzazione della cannabis quando sono legali sostanze ben più deleterie per la persona in questione e per chi gli sta intorno.
In sostanza, se lo Stato vuole avere voce in capitolo nel decidere quali sostanze è permesso consumare e quali no, ritengo indispensabile che ciò venga fatto con parametri scientifici e legati agli effetti reali delle sostanze impattate.
Anche nell'ottica di combattere tutte le dipendenze, come tu affermi, credo sia molto più saggio investire la maggior quantità di risorse verso le dipendenze più dannose. Se tutti i soldi spesi per scovare e incarcerare chi si fa una canna fossero spesi per una campagna di prevenzione contro l'uso sconsiderato dell'alcol - indicato come sostanza più pericolosa soprattutto per chi sta vicino al consumatore - penso che sarebbe un miglioramento.
Sia il raffreddore sia il cancro sono malattie senza cura. Eppure investiamo cifre considerevolmente diverse nella ricerca per l'uno e per l'altro. E nel farlo siamo guidati da parametri legati alla pericolosità della malattia e al suo impatto sociale. Avendo risorse finite, gerarchizzare e definire delle priorità è importante.
E nel momento in cui vedo tante risorse (e sanzioni) impiegate per combattere l'uso di una sostanza di pericolosità medio-bassa, mentre sostanze a pericolosità alta sono perfettamente legali e in proporzione vi sono poche campagne per un loro uso corretto (o in generale contro il loro consumo) trovo giusto gridare tanto allo spreco quanto all'ipocrisia.
Tuttavia, nel momento in cui abbiamo uno stato che ci dice cosa è legale e cosa no, e abbiamo una sanità pubblica, trovo importante che considerazioni di ordine medico siano tenute in considerazione dal legislatore, sia dal punto di vista della tutela dei cittadini sia dal punto di vista della spesa pubblica sanitaria.E trovo veramente ipocrita la posizione di chi si straccia le vesti per impedire la legalizzazione della cannabis quando sono legali sostanze ben più deleterie per la persona in questione e per chi gli sta intorno.In sostanza, se lo Stato vuole avere voce in capitolo nel decidere quali sostanze è permesso consumare e quali no, ritengo indispensabile che ciò venga fatto con parametri scientifici e legati agli effetti reali delle sostanze impattate.Anche nell'ottica di combattere tutte le dipendenze, come tu affermi, credo sia molto più saggio investire la maggior quantità di risorse verso le dipendenze più dannose. Se tutti i soldi spesi per scovare e incarcerare chi si fa una canna fossero spesi per una campagna di prevenzione contro l'uso sconsiderato dell'alcol - indicato come sostanza più pericolosa soprattutto per chi sta vicino al consumatore - penso che sarebbe un miglioramento.Sia il raffreddore sia il cancro sono malattie senza cura. Eppure investiamo cifre considerevolmente diverse nella ricerca per l'uno e per l'altro. E nel farlo siamo guidati da parametri legati alla pericolosità della malattia e al suo impatto sociale. Avendo risorse finite, gerarchizzare e definire delle priorità è importante.E nel momento in cui vedo tante risorse (e sanzioni) impiegate per combattere l'uso di una sostanza di pericolosità medio-bassa, mentre sostanze a pericolosità alta sono perfettamente legali e in proporzione vi sono poche campagne per un loro uso corretto (o in generale contro il loro consumo) trovo giusto gridare tanto allo spreco quanto all'ipocrisia.
Scusami ma mi sembra che tu non stia rispondendo a me ma piuttosto esponi di nuovo il tuo punto di vista. Oppure non hai capito il senso del post, ma non credo visto che ho detto inizialmente che ho votato per legalizzazione e coltivazione casalinga!
La mia e la tua visione discordano soltanto sulla considerazione etica del fumatore, che alla fine importa poco, e sulla questione della differenza tra droghe leggere o pesanti, con tu che affermi che le energie dello stato andrebbero usate per combattere le pesanti e io che invece sostengo l'assenza di differenza. Ma attenzione, lo faccio perché io le legalizzerei tutte fino alla coca e oltre. La battaglia va fatta prima, sull'informazione, e questo è un punto su cui entrambi insistiamo molto.
Per il fatto dell'intervento dello stato io non dico che lo stato dovrebbe fregarsene. Ma mi dà fastidio che i soldi pubblici vengano usati per curare lesioni autoinflitte (da cui il fatto della prevenzione). In questo campo (che non è riconducibile ad una malattia) io sostengo che i soldi lo stato non dovrebbe cacciarli: ognuno è libero di avere la propria dipendenza, basta che se la paghi da solo. Questo è il concetto: modello tolleranza ottomana: professa la religione che vuoi m poi paga la tassa religiosa " />
Sì, ma infatti in linea teorica sono d'accordo con te nella legalizzazione massiva e nel carico delle relative spese sanitarie sull'interessato (anche se c'è da dire che uno fatto di coca che ammazza qualcuno guidando potrà anche pagare miliardi di risarcimento ma non riporterà in vita chi ha ucciso).
Tuttavia ritengo sia irrealizzabile nel sistema attuale. E all'interno del sistema attuale ritengo che differenziare su parametri scientifici e non su parametri mediatici o in ogni caso di dubbia validità sia importante, tutto qui.
Se la dipendenza da cannabis sia più o meno dannosa per l'organismo umano rispetto ad altre dipendenze legalizzate, è davvero poco importante...ed è ancora meno importante che ce lo venga a dire the lancet. E' una dipendenza e, come tutte le dipendenze, è da evitare ed è quasi sempre spia di problemi esistenziali più reconditi (come insicurezza, insoddisfazione, ricerca dell'evasione dal reale, ecc).
tu che affermi che le energie dello stato andrebbero usate per combattere le pesanti e io che invece sostengo l'assenza di differenza
La cannabis non è una droga che da dipendenza, ma provoca solo quelli che vengono definiti effetti "da abuso". Senza entrare nel tecnico, vuol dire che rarissimamente (in realtà quasi mai) un consumatore di cannabis manifesta sintomi da astinenza, nel momento in cui viene privato della sostanza di cui fa uso, cosa che invece avviene sistematicamente con altre sostanze, come la cocaina, l'eroina (soprattutto) e altre). Questo è uno dei principi fondamentali su cui si basa la differenziazione principale tra "droghe leggere" e "droghe pesanti", che esiste, è accettata da pressochè tutta la comunità medica, e che è la base da cui partono le legislazioni di moltissimi paesi.
mi dà fastidio che i soldi pubblici vengano usati per curare lesioni autoinflitte
Quindi anche l'obesità, per dire? O l'alcolismo? O le ferite di chi fa sport estremi? O i tentativi di suicidio?
In questo campo (che non è riconducibile ad una malattia)
La dipendenza da droghe pesanti, come l'eroina, è una malattia.
Non quoto perché tanto si tratta del post sopra il mio.
Forse la cannabis non darà dipendenza fisica, ma sicuramente ne dà di psicologica. E il discorso non ne è particolarmente inficiato. È comunque un, alimento, se vuoi, che causa alterazioni psichiche il cui uso non dovrebbe essere favorito. Non vietato, ma nemmeno favorito. Ora quando dicevo che non vi è differenza non intendevo tra cannabis e coca, ma tra droghe leggere e pesanti. Differenziazione molto controversa ed utilzzata principalmente per giustificare ed autogiustificarsi, anche e sopratutto a livello di legislazione. Se usato per dire che la coca è peggio della cannabis ok, ma non oltre. Certo è un concetto pratico in alcuni casi, ma dannoso in altri ("salite da me e facciamoci tutti tanto è solo roba leggera").
Obesità, alcolismo eccetera. Escludendo ovviamente i casi di soggetti deboli (minori, chi è naturalmente portato ad essere obeso anche se mangia pochissimo, ecc). Si tratta tutte di lesioni autoinflitte, che se provenienti da soggetti razionali e consapevoli non vedo perché dovrebbero essere incentivate da delle cure gratis. Ognuno dovrebbe essere capace di capire cosa sta facendo a se stesso nel 2014 dopo Cristo. Per non parlare dei tentativi di suicidio (gente che si dimentica la sua collocazione spazio temporale. Nei paesi poveri i suicidi sono molto più rari. Cinque generazioni fa potevi essere un servo della gleba nella Russia zarista) o addirittura chi fa sport estremi. Apparte che quelli hanno un'assicurazione coi cosiddetti e non gli paga certo lo stato le cure non-salvavita. Ma scherziamo? li hai messi davvero insieme agli altri per farmi cambiare idea? Ma lol
Non c'è bisogno che ti risponda sull'ultimo punto, mi pare chiaro che c'è differenza tra malattia e autolesione. Casomai aggiungo che chi fornisce sostanze a soggetti deboli deve essere condannato al pagamento della spese conseguenti, ma è un principio sancito da millenni.
Non vietato, ma nemmeno favorito. Ora quando dicevo che non vi è differenza non intendevo tra cannabis e coca, ma tra droghe leggere e pesanti. Differenziazione molto controversa ed utilzzata principalmente per giustificare ed autogiustificarsi
Nessuna autogiustificazione, nè suddivisione controversa o posticciamente ideologica. Semplicemente quello che suggeriscono, ovunque e da anni, l'esperienza clinica e la pratica medica. Se sei in astinenza da eroina (craving, in linguaggio tecnico) per procurarti la dose ammazzi la gente. Per la cannabis e altre sostanze non succede.
Si tratta tutte di lesioni autoinflitte
Si tratta di malattie. E se ti rifiuti di considerarle tali, sono comunque debolezze: una comunità ha il dovere di occuparsi dei suoi membri più deboli e marginali.
Comunque il mio discorso, un po' estremizzato, era per rendere palese che, se applicassimo il tuo ragionamento di prestare cure mediche solo a chi non direttamente responsabile del proprio male, credo che negli ospedali ci finirebbero si e no un paio di persone al giorno.
Non c'è bisogno che ti risponda sull'ultimo punto, mi pare chiaro che c'è differenza tra malattia e autolesione.
Allora chiama tutti i Ser.T d'Italia e tutti i centri simili nel mondo, e avvisali che smettano di somministrare metadone e fornire assistenza psicologica e riabilitativa; e chiama pure i curatori di pressocche tutti i manuali di medicina e psichiatria, visto che per loro la dipendenza da sostanze è una patologia a tutti gli effetti.
Non quoto perché tanto si tratta del post sopra il mio.
Forse la cannabis non darà dipendenza fisica, ma sicuramente ne dà di psicologica. E il discorso non ne è particolarmente inficiato. È comunque un, alimento, se vuoi, che causa alterazioni psichiche il cui uso non dovrebbe essere favorito. Non vietato, ma nemmeno favorito. Ora quando dicevo che non vi è differenza non intendevo tra cannabis e coca, ma tra droghe leggere e pesanti. Differenziazione molto controversa ed utilzzata principalmente per giustificare ed autogiustificarsi, anche e sopratutto a livello di legislazione. Se usato per dire che la coca è peggio della cannabis ok, ma non oltre. Certo è un concetto pratico in alcuni casi, ma dannoso in altri ("salite da me e facciamoci tutti tanto è solo roba leggera").
La dipendenza psicologica è semplicemente la ricerca del senso di piacere provocato da una sostanza ma vi è assenza totale di sintomi fisici (il delirium tremens degli alcolisti può uccidere). Semplificando al massimo la dipendenza psicologica è un nome per indicare un processo di condizionamento in cui l'assumere una sostanza (comportamento) provoca senso di piacere (rinforzo). Ovviamente questo discorso potrebbe essere applicato a moltissime cose oltre alle sostanze psicoattive.
La differenza tra droghe pesanti e leggere esiste eccome! Un esempio? La caffeina che è una sostanza psicoattiva dalle proprietà eccitanti. Nessuno al giorno d'oggi si sognerebbe di bandirla perchè sempre droga è...
Obesità, alcolismo eccetera. Escludendo ovviamente i casi di soggetti deboli (minori, chi è naturalmente portato ad essere obeso anche se mangia pochissimo, ecc). Si tratta tutte di lesioni autoinflitte, che se provenienti da soggetti razionali e consapevoli non vedo perché dovrebbero essere incentivate da delle cure gratis. Ognuno dovrebbe essere capace di capire cosa sta facendo a se stesso nel 2014 dopo Cristo. Per non parlare dei tentativi di suicidio (gente che si dimentica la sua collocazione spazio temporale. Nei paesi poveri i suicidi sono molto più rari. Cinque generazioni fa potevi essere un servo della gleba nella Russia zarista) o addirittura chi fa sport estremi. Apparte che quelli hanno un'assicurazione coi cosiddetti e non gli paga certo lo stato le cure non-salvavita. Ma scherziamo? li hai messi davvero insieme agli altri per farmi cambiare idea? Ma lol
Quindi gli schizofrenici? Li lasciamo a bucarsi lo stomaco con un coltello perchè è stupido e irrazionale credere di essere stati riempiti di veleno? E i depressi? Facciamo che la mutua gli passa solo gli orari dei treni (merci compresi)?
Non puoi presupporre che gli uomini agiscano sempre in maniera razionale. Non è così purtroppo (o per fortuna, dipende dall'argomento di discussione). Inoltre la libertà di scegliere dell'individuo è alta solo quando decide di iniziare il consumo di una sostanza, ma cala drammaticamente quando si instaura una dipendenza... Un tossicodipendente deve deve deve DEVE avere la sua dose, la spinta interna è fortissima e ci vuole una volontà di ferro solo per decidere che forse si è passato il limite e quindi cercare aiuto.
Non c'è bisogno che ti risponda sull'ultimo punto, mi pare chiaro che c'è differenza tra malattia e autolesione. Casomai aggiungo che chi fornisce sostanze a soggetti deboli deve essere condannato al pagamento della spese conseguenti, ma è un principio sancito da millenni.
Concordo con il dire che l'autolesione non è una malattia... Perchè infatti è un sintomo.
Sono col cellulare quindi perdonate i quote artigianali.
Questione 1, esistenza della differenza tra droghe pesanti e leggere
Joramun
"Nessuna autogiustificazione, nè suddivisione controversa o posticciamente ideologica. Semplicemente quello che suggeriscono, ovunque e da anni, l'esperienza clinica e la pratica medica. Se sei in astinenza da eroina (craving, in linguaggio tecnico) per procurarti la dose ammazzi la gente. Per la cannabis e altre sostanze non succede."
Cpt. Samuel Vimes
"La dipendenza psicologica è semplicemente la ricerca del senso di piacere provocato da una sostanza ma vi è assenza totale di sintomi fisici (il delirium tremens degli alcolisti può uccidere). Semplificando al massimo la dipendenza psicologica è un nome per indicare un processo di condizionamento in cui l'assumere una sostanza (comportamento) provoca senso di piacere (rinforzo). Ovviamente questo discorso potrebbe essere applicato a moltissime cose oltre alle sostanze psicoattive.
La differenza tra droghe pesanti e leggere esiste eccome! Un esempio? La caffeina che è una sostanza psicoattiva dalle proprietà eccitanti. Nessuno al giorno d'oggi si sognerebbe di bandirla perchè sempre droga è..."
Ho fatto i compiti a casa. Come ho già detto, la differenza tra droghe leggere e pesanti È utile per alcune cose, ma è altrettanto dannosa per altro. Non c'è una vera linea di demarcazione se non quella che è messa soggettivamente. Ho detto: ok per cannabis vs eroina, meno ok per altro. So benissimo che il caffè è una droga... Non ho remore a chiamarlo così. (per la cronaca, non è che non lo bevo). E non ho mai detto di vietare niente anzi. Il fatto è che possiamo ben dire che il caffè sta alla marjuana come questa sta all'eroina. Ma possiamo anche dire che bere due litri di espresso fa male quanto tredici canne o qualche microgrammo di eroina (mo non criticatemi sulle quantità che non sono un esperto di dosi). Di quel la differenza può essere utile ma ha fondamento scientifico poco rigoroso e direi soggettivo per le sostanze borderline.
Questione 2, assistenza sanitaria pubblica
Joramun
"Si tratta di malattie. E se ti rifiuti di considerarle tali, sono comunque debolezze: una comunità ha il dovere di occuparsi dei suoi membri più deboli e marginali.
Comunque il mio discorso, un po' estremizzato, era per rendere palese che, se applicassimo il tuo ragionamento di prestare cure mediche solo a chi non direttamente responsabile del proprio male, credo che negli ospedali ci finirebbero si e no un paio di persone al giorno.
Allora chiama tutti i Ser.T d'Italia e tutti i centri simili nel mondo, e avvisali che smettano di somministrare metadone e fornire assistenza psicologica e riabilitativa; e chiama pure i curatori di pressocche tutti i manuali di medicina e psichiatria, visto che per loro la dipendenza da sostanze è una patologia a tutti gli effetti."
Cpt. Vimes
"Quindi gli schizofrenici? Li lasciamo a bucarsi lo stomaco con un coltello perchè è stupido e irrazionale credere di essere stati riempiti di veleno? E i depressi? Facciamo che la mutua gli passa solo gli orari dei treni (merci compresi)?
Concordo con il dire che l'autolesione non è una malattia... Perchè infatti è un sintomo."
Il vostro guaio è che non sapete andare oltre i termini. Può anche essere una patologia ma se uno ha scelto di prendersela? C'era un passo che mi sono perso nel copia e incolla, cioè l'attenuante di non essere completamente in sé poiché la dipendenza è già iniziata. Non sono nato ieri: la dipendenza non inizia di botto ma in maniera graduale, e dunque si ha perfino il tempo di rendersene conto: vediamo questa cosa in maniera opposta, mi spiace. Gli schizofrenici e i depressi non hanno scelto di esserlo, tanto che per il primo il curator furiosi esiste già nel diritto romano. Un dipendente da cocaina sì. Hai detto quasi bene alla fine: l'autolesione è un sintomo. Ma è diverso se è sintomo di altro, di esterno (vedi tutti i soggetti deboli di cui mi accusate di non considerare) o di semplice e pura stupidità.
Nemmeno credo che in questo modo svuoteremmo gli ospedali. A me sembra che quelli finiti lì dentro per propria volontà siano ben pochi. Sono sopratutto anziani, il cui corpo volente o nolente non è più in forma, incidentati, eccetera.
(tra parentesi, inizialmente non avevo capito il fatto degli ospedali: dicevo: due persone al giorno in ospedale; embè, non è positivo? Magari si potesse raggiungere questo risultato semplicemente drogandosi responsabilmente!)
E nemmeno voglio impedire alla brava gente dei Ser.T. di fare il loro lavoro: chiedo soltanto di essere lasciato libero di scegliere di contribuire monetariamente al loro operato. Così come di non farlo.
Per dimostrarvi che non è un intento sanzionatorio (ok non solo sanzionatorio " /> ) il mio, vi confesso che ho pensato anche un'altra cosa: finanziamento delle cliniche di recupero tramite tassa su chi vende le sostanze stesse: che ne dite?
Il vostro guaio è che non sapete andare oltre i termini. Può anche essere una patologia ma se uno ha scelto di prendersela?
Stica. Magari da medico ti faccio un cazziatone, ma ti curo lo stesso....è la ragione stessa dell'esistenza della professione: guai se i medici si mettessero a scegliere chi curare. Specie se non parliamo di disturbi "lievi" o "passeggeri" come un influenza o l'essere in sovrappeso: qua una volta che ci finisci sotto, con sostanze come l'eroina, se non ricevi assistenza medica non ne esci.
Nemmeno credo che in questo modo svuoteremmo gli ospedali. A me sembra che quelli finiti lì dentro per propria volontà siano ben pochi.
Tu non hai parlato di volontà, hai parlato di stupidità e di responsabilità, che è diverso. E se usi quei parametri, di gente che non dovremmo più curare ne sarebbero piene le fosse: chi esce di casa senza coprirsi bene, chi fuma, chi eccede con gli zuccheri, chi si rompe una caviglia facendo skate, chi guarda la tv troppo da vicino, chi resta per troppo tempo al sole, chi va in Africa senza vaccinarsi, chi non fa attenzione coi coltelli, chi non fa attenzione coi martelli, chi si mena fuori da una discoteca.....vuoi curare solo i vecchi?
tra parentesi, inizialmente non avevo capito il fatto degli ospedali: dicevo: due persone al giorno in ospedale; embè, non è positivo?
Se quel numero dipendesse dall'effettiva assenza di malattie si, certo che lo sarebbe. Se invece dipende dal fatto che lasci le persone fuori dagli ospedali perchè te gli stupidi, gli irresponsabili e i disattenti non li curi....beh, no, non lo è.
E nemmeno voglio impedire alla brava gente dei Ser.T. di fare il loro lavoro: chiedo soltanto di essere lasciato libero di scegliere di contribuire monetariamente al loro operato. Così come di non farlo.
Come sottolineava Beric, tale opzione è propria di uno stato ultraliberista. Da noi ( e in molti altri stati), quando paghi le tasse le stai dando alla comunità, che collettivamente sceglie come spenderle...è cosi che chi magari non ha figli, in una certa misura, paga anche gli asili per chi di figli ne ha tre. Per quello il punto è stabilire se noi, come comunità e non come individui, dobbiamo prestare assistenza a queste persone.
Stica. Magari da medico ti faccio un cazziatone, ma ti curo lo stesso....è la ragione stessa dell'esistenza della professione: guai se i medici si mettessero a scegliere chi curare. Specie se non parliamo di disturbi "lievi" o "passeggeri" come un influenza o l'essere in sovrappeso: qua una volta che ci finisci sotto, con sostanze come l'eroina, se non ricevi assistenza medica non ne esci.
Chi ha detto niente sui medici?
Tu non hai parlato di volontà, hai parlato di stupidità e di responsabilità, che è diverso. E se usi quei parametri, di gente che non dovremmo più curare ne sarebbero piene le fosse: chi esce di casa senza coprirsi bene, chi fuma, chi eccede con gli zuccheri, chi si rompe una caviglia facendo skate, chi guarda la tv troppo da vicino, chi resta per troppo tempo al sole, chi va in Africa senza vaccinarsi, chi non fa attenzione coi coltelli, chi non fa attenzione coi martelli, chi si mena fuori da una discoteca.....vuoi curare solo i vecchi?
Se vuoi possiamo parlare della scelta di essere stupidi. Continui a mettere casi che non c'entrano niente. In nessuno (tranne forse quello di andare in Africa senza vaccinarsi) di quelli che hai elencato mi risulta una scelta precisa autodistruttiva: in tutti quello che fa male è l'incidente. Facci caso: tutti possono essere dovuti ad errori involontari. Mentre non ti puoi drogare "per sbaglio". Specie anche perché la dipendenza non comincia alla prima assunzione.
tra parentesi, inizialmente non avevo capito il fatto degli ospedali: dicevo: due persone al giorno in ospedale; embè, non è positivo?
Se quel numero dipendesse dall'effettiva assenza di malattie si, certo che lo sarebbe. Se invece dipende dal fatto che lasci le persone fuori dagli ospedali perchè te gli stupidi, gli irresponsabili e i disattenti non li curi....beh, no, non lo è.
Mi pare di aver scritto che INIZIALMENTE non avevo capito. Non sfruttare uno scherzo per attribuirmi cose che non ho detto.
Come sottolineava Beric, tale opzione è propria di uno stato ultraliberista. Da noi ( e in molti altri stati), quando paghi le tasse le stai dando alla comunità, che collettivamente sceglie come spenderle...è cosi che chi magari non ha figli, in una certa misura, paga anche gli asili per chi di figli ne ha tre. Per quello il punto è stabilire se noi, come comunità e non come individui, dobbiamo prestare assistenza a queste persone.
Come comunità, ritengo le misure di sfavor le migliori per cose come le droghe. È un concetto meritevole quello di prestare assistenza a chi non è capace di esercitare correttamente la libertà d'azione che lo stato riesce a darti. Ma non per questi i cittadini smetteranno di sbagliare. Vorrai dunque concordare che altrettanto meritevole e in più responsabilizzante è cercare di evitare per quanto possibile a monte il loro errore rendendolo poco appetitoso.
Ho proposto pure una misura alternativa meno draconiana e più buonista. Quest'ultima ha il pregio di garantire copertura assistenziale ma perde così facendo il tratto dissuasivo. Non saprei dire se sia migliore.
Come comunità, ritengo le misure di sfavor le migliori per cose come le droghe. È un concetto meritevole quello di prestare assistenza a chi non è capace di esercitare correttamente la libertà d'azione che lo stato riesce a darti. Ma non per questi i cittadini smetteranno di sbagliare. Vorrai dunque concordare che altrettanto meritevole e in più responsabilizzante è cercare di evitare per quanto possibile a monte il loro errore rendendolo poco appetitoso.
Mi sembra che la punibilità penale ed una certa emarginazione sociale rendano già "poco appetitoso" il consumo di droghe. Mi sembra di intuire che a te non dispiacerebbe un graduale incremento delle sanzioni, i maledetti drogati potrebbero essere dissuasi dali loro comportamenti autodistruttivi con i laori forzati, l'obbligo di indossare una sorta di uniforme per identificarel la sostanza d'abuso.
Per quanto riguarda quei pochi che tentano il recupero, non deve essere finanziato dallo stato ma da quello che si riesce a recuperare dalla criminalità organizzata.... con la stessa logica,si potrebbero finanziare le carceri.... forse anche la polizia.