Oppure un locandiere ad Arya frittella e Gendric?
e no...
nella prima ipotesi c'eri più vicino...
Gli viene detto mentre è ad harrenal ?
Gli viene detto mentre è ad harrenal ?
no, neppure...
Un soldato Lannister ad Arya?
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Le viene detto dopo le Nozze Rosse, non mi pare che a dirglielo sia ilMastino...dovrebbe essere uno di quelli che incontrano mentre cercano di allotanarsi dalle Torri Gemelle...
Un soldato Lannister ad Arya?
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No
Invece è proprio il mastino.Le viene detto dopo le Nozze Rosse, non mi pare che a dirglielo sia ilMastino...dovrebbe essere uno di quelli che incontrano mentre cercano di allotanarsi dalle Torri Gemelle...
Tyrion prima aveva ipotizzato la montagna, non potevo dargliela per buona, per questo gli ho detto che c'era andato vicino...
Anche il momento è quello esatto. Bravo.
Il pezzo è questo...
Vuoto. Arya Stark aveva questa sensazione ogni mattina, a ogni risveglio. Non era fame, sebbene a volte ci fosse anche quella. Era una cavità, un vuoto, là dove un tempo c'era il suo cuore, dove un tempo dimoravano i suoi fratelli, i suoi genitori. Le doleva anche la testa. Non forte come all'inizio, ma abbastanza. A questo però Arya si era abituata, e il bitorzolo almeno si stava riducendo. Invece il vuoto dentro di lei era sempre uguale. "Non andrà mai via. Mai più..." ripeteva a se stessa ogni volta che andava a dormire.
C'erano mattine in cui non voleva nemmeno svegliarsi. Si raggomitolava sotto il mantello, con gli occhi chiusi, cercando di imporsi di continuare a dormire. Se solo il Mastino l'avesse lasciata in pace, avrebbe dormito tutto il giorno e poi tutta la notte.
E avrebbe sognato. Quella era la cosa più bella. Sognava quasi ogni notte. Un branco di lupi, guidato da lei. In quelle visioni notturne, Arya era più grande di tutti loro, più forte, più veloce, più insidiosa. Poteva correre più rapida dei cavalli e combattere con più ferocia dei leoni. Quando snudava le zanne perfino gli uomini fuggivano. La sua pancia non rimaneva mai vuota troppo a lungo, e la sua pelliccia, la teneva al caldo anche quando soffiava il vento gelido. E insieme a lei c'erano i suoi fratelli e le sue sorelle, tantissimi, feroci, terribili e suoi. Non l'avrebbero mai abbandonata.
Ma anche se le sue notti erano piene di lupi, i suoi giorni appartenevano al cane. Che Arya lo volesse o no, ogni mattina Sandor Clegane la costringeva ad alzarsi. La minacciava con la sua voce raschiante, oppure la trascinava in piedi, scuotendola bruscamente. Una volta arrivò addirittura a rovesciarle sulla testa un elmo pieno di acqua gelata. Lei era schizzata in piedi sputacchiando, tremando. Aveva cercato di dargli un calcio, cui il Mastino aveva risposto con una risata. «Asciugati e da' da mangiare a quei fottuti cavalli» le aveva ordinato. E lei aveva obbedito
(...)
Certi giorni, nel loro vagabondare, videro anche delle persone: contadini nei campi, guardiani di porci al pascolo con gli animali, una donna che mungeva una vacca, uno scudiero intento a portare un messaggio lungo una strada scavata dai solchi delle ruote dei carri. Ma Arya non aveva voglia di parlare a nessuno di loro. Per lei era come se fossero gli abitanti di una terra lontana, che si esprimevano in una lingua sconosciuta. Non avevano nulla a che fare con lei, né lei con loro.
E poi, farsi vedere non era sicuro. Spesso, lungo le contorte strade di campagna passavano drappelli di cavalieri, preceduti dal vessillo con i due torrioni dei Frey. «Vanno a caccia di uomini del Nord sbandati» l'aveva avvertita il Mastino. «Ogni volta che senti rumore di zoccoli, abbassa in fretta la testa. Difficile che si tratti di amici.»
A te " />
Ma prima ci deve prendere di spada.
...dovrebbe essere facile: chi a chi, e in che occasione.
Lo dice Asha?
Oppure davos?
Nessuno dei due.
Robb?
No.
Il mastino?
No.
Jon?
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