Ma sul manovrone riguardante la riforma del mercato del lavoro nessuno dice nulla? :) :) :)
Che dire... un'attenuazione delle garanzie per i licenziamenti è SACROSANTA, lavoro in un p.a. in cui un terzo dei dipendenti dovrebbe essere in mezzo alla strada. Inoltre se l'impresa sa che una volta che assume non può più (di fatto) licenziare ci pensa tre volte ed ecco che prolifera il tempo determinato... Ovviamente si tratta sempre di vedere, nel merito, se le garanzie che residuano sono sufficienti, ma questo non lo so, il disegno di legge non l'ho ancora letto.
Di male in peggio, da persona di idee socialdemocratiche questa riforma non va per niente per quanto riguarda l'articolo 18 se passa così come è con una scusa qualsiasi il datore di lavoro ti può costringere ad andare dal giudice che poi anche se ti da ragione alla fine ti vedi con 15-27 stipendi in mano ma senza più il posto e quindi la solita fregatura per i lavoratori. Dopo i pensionati un'altra bella batosta per le fasce deboli e come sempre colpite di questo paese. Riformare dovrebbe significare migliorare l'esistente cambiarlo in positivo e non togliere tutele e diritti acquisiti nel corso degli anni con sacrifici e lotte in nome di un presunto pensiero liberista dominante che sta portando l'occidente nel baratro. La crisi è stata prodotta dai banchieri americani e si è diffusa poi in Europa con i tristemente famosi titoli spazzatura e i guasti chi li deve pagare? Sempre i soliti noti mentre le banche continuano a fare i loro guai e si lamentano pure se si prospetta la possibile cancellazione delle spese per i pensionati che hanno un c/c fino a 1500 E. Monti si sta dimostrando il più fedele scudiero della politica neoliberista, una riforma del lavoro come questa ci avvicina sempre più al modello americano e ci allontana dalla tradizione europea laburista del' 900. Si arriverà un giorno, vedrete, al punto che si potrà perdere il lavoro dal mattino alla sera. Bella prospettiva per noi tutti. Tempi duri signori, tempi durissimi ci attendono!!
Gil Galad - Stella di radianza
Ribadisco, non ho letto il contenuto della manovra. Però il proliferare dei contratti a tempo definito è ANCHE conseguenza della difficoltà di licenziamento. La flessibilità del mercato del lavoro, in se stessa, non è il male assoluto (negli Stati Uniti cambiare lavoro è addirittura un diritto), dipende da COME viene realizzata. Ma su questo aspetto di leggere il testo della legge.
Di per se c'è un ampio "spettro" di tutele, tra il mercato del lavoro stile Italia anni '70 quello americano, passando per i vari modelli Tedesco, piuttosto che Danese.
Che proprio non funziona, invece, è il doppio-binario Italo-Spagnolo. Una volta visto che il sistema si era grippato (per varie ragioni, dalle normative, alla loro reale applicazione) e la disoccupazione rischiava di espoldere, al posto di "correggere il tiro", si è creato il secondo binario. In modo che da una parte fossero mantenuto il massimo delle tutele, mentre dall'altra vi fosse, gioco-forza il massimo della flessibilità... molto peggio che in America nei fatti. Visto che in USA questo "peso" è spartito tra TUTTI, per cui non è che continui a saltare da una posizione iper-precaria all'altra, essendo che lì sono protetti tutti dalla stessa normativa, non ci sei solo tu stagista-sifago sempre in prima linea (tralasciando il fatto in tutti i contratti si parla di buonuscita, ed in più i sindacati potrebbero reagire...).
L'attuale riforma mi sembra voglia portare "il modello tedesco" per quanto riguarda "l'uscita", o più che la legislazione tedesca, la sua applicazione: in Germania il giudice non dispone praticamente mai il reintegro, e se il licenziamento è dovuto a ragioni economiche è lo stesso sindacato a dare il semaforo verde all'azienda (per tutelare gli altri lavoratori!!!). Mi sembra che quello che vuol fare il governo è forzare "il sistema" a funzionare come in Germania, per legge........... uhm...
L'imitare il "modello tedesco" però si ferma qui, perché poi i contratti di lavoro tedeschi sono diversi, i meccanismi di ingresso nel mercato del lavoro sono diversi etc...
Hildebrand, hai chiarito quello che intendevo dire e ti ringrazio: io contesto proprio questo, che si è ingessato il sistema delle tutele per chi è già "dentro" e per gli altri si è rinunciato invece a qualunque garanzia. A me non dispiace rinunciare a qualche tutela in materia di flessibilità, se questo significa estendere a tutti lo stesso livello di garanzia.
Abbiamo separato i messaggi riguardanti la riforma del mercato del lavoro per rendere meno dispersivo e generico il topic precedente.
Buona continuazione. ;)
Addio Got
"Lo scempio ha due teste"
Ho lavorato per molti anni in una amministrazione pubblica, ho fatto il consulente del lavoro e della materia me ne intendo abbastanza. Se il parlamento non modifica il testo, in pratica cambierà molto poco, perchè i licenziamenti discriminatori restano vietati e sanzionati col reintegro. Il vero problema è che copiamo sempre il peggio delle legislazioni di altri stati.La flessibilità in uscita va bene solo se accompagnata da provvedimenti che aiutino chi ha perso o non trova lavoro. Ii sussidio di disoccupazione in italia è strutturato malissimo rispetto a inghilterra, Germania, Francia e persino USA. Da noi ci sono circa 4 milioni di disoccupat senza alcun ammortizzatore sociale.i
Possono ancora arrivare delle modifiche, penso che comunque non cambieranno poi molto all'atto pratico.
Da quello che ho capito però c'è il serio rischio che i processi sul lavoro potrebbero subire un'impennata non indifferente, perchè anche se è previsto uno snellimento del processo in sè la legge com'è ora in pratica porterà alla nascita di un numero di contenziosi enorme, gli avvocati del settore già sono in visibilio..
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Quello che a me non piace è che possa essere l'azienda a decidere se un certo licenziamento è economico o meno.
Tolto questo, che imho dovrebbe stare nelle mani del giudice, il resto lo considero un passo avanti rispetto all'attuale situazione.
Per come la vedo io, e premetto che non me ne intendo:
-Nelle p.a. dovrebbero abbassare i livelli di garanzia. Questo NON per licenziare, ma per dare una svegliata a quelli che vi si appoggiano facendo il minimo a non dare per scontato il proprio posto. La reputazione dell'intera categoria migliorerebbe (perche' non é bello per chi lavora sodo, e ce ne sono, sentirsi dire che non fa niente perche' e' nella p.a.) e aumenterebbe l'intera efficienza.
-La flessibilitá puó andare bene ma con i dovuti distinguo. Intanto, se per un trentene trovare un nuovo lavoro é una cosa, per un cinquantenne é tutto un altro paio di maniche. Secondo, la flessibilitá é sostenibile SOLO CON STIPENDI ADEGUATI! Io prorammatore laureato, non potrei sostenermi nei 3-4 mesi necessari a trovarmi un nuovo posto di lavoro.
Quindi dovrebbero secondo me proporre qualcosa tipo 2 livelli di stipendio: un contratto 'blindato' come ora, e uno flessibile con uno stipendio il 20% piú alto (o una cifra adeguata in base alle statistiche sulla probabilitá di perdere il lavoro e sul tempo medio necessario a trovarne uno nuovo.
La necessitá di avere entrambi i tipi di contratto serve per evitare che gli stipendi di quello flessibile non ritornino in pochi anni a quelli attuali. Ad esempio, se mi offrono 1200 euro 'flessibile' so che la versione 'blindata' sarebbe 1000 e faccio i mie conti.
La scelta del contratto potrebbe essere data al dipendente e/o alla ditta.
-DEVONO trovare un sistema per il quale l'aviditá di alcuni imprenditori non debba essere pagata dai dipendenti, altrimenti non si va da nessuna parte: credo che anche tra gli imprenditori ci siano 'i soliti che pagano' e quelli che fanno i furbi. Per difendere gli imprenditori onesti dovrebbero essere severi con gli altri.
Io devo ancora vedere qualcosa come 5 o 6 mila euro dal mio datore precedente: mi sono dovuto licenziare perche' non pagava lo stipendio (e come a me doveva soldi a una caterva di altre persone, compresi i miei colleghi). Risultato? Io devo ancora vederli (e riprendermi da un esaurimento al quale questa situazione aveva contribuito), e lui é ancora a piede libero, nonostante insolvenze, due o tre cause in corso, fallimenti costanti delle aziende che apre a nome di famigliari etc...
Premetto che non ho letto il testo definitivo della proposta e pertanto mi baso solo sulle anticipazioni giornalistiche (cosa che non si dovrebbe fare mai, ma per pigrizia finisco per fare quasi sempre :unsure:).
Se l'assunto di partenza è che serva un po' di flessibilità in più per fare ripartire il mercato, attirare investimenti esteri e quindi creare nuovi posti di lavoro... beh, non sono un economista, ma ci credo pochino: a me pare che la flessibilità fosse già pure troppa e non credo, invece, che l'art. 18 di per sé bloccasse chissà che, o comunque non credo che bloccasse molto più di quel che può bloccare una tutela obbligatoria pesante come può essere l'obbligo di risarcimento di 15/27 mensilità (temo un'enormità per molte aziende medio-piccole).
Detto questo, invece di trincerarci dietro affermazioni di carattere prevalentemente ideologico, da una parte e dall'altra, credo che la proposta andrebbe valutata nel merito, sulla base delle politiche che riteniamo prioritarie.
Da questo punto di vista, io credo che la priorità assoluta in materia di lavoro sia ridurre la disparità tra i garantiti (lavoratori a tempo indeterminato per datori di lavoro sopra i 15 dipendenti) ed i quasi-per nulla-garantiti (tutti gli altri lavoratori), e credo che su questo punto la proposta faccia abbastanza passi avanti - da quel che ho capito, elimina la distinzione tra aziende sopra e sotto i 15 dipendenti e prende provvedimenti di sfavore verso le false partite IVA ed anche verso gli svariati tipi di contratti a tempo determinato. E su questo altare secondo me si può pure sacrificare un pezzettino dell'art. 18.
...fermo restando che sarei più contento se riuscissero ad estendere il regime tedesco (come ho imparato in questi giorni :unsure:) anche ai licenziamenti "economici".
Restano fuori i lavoratori pubblici, rispetto ai quali magari sarebbe il caso di fare qualcosa.
Il punto più preoccupante della riforma è proprio legato al contenzioso e all'arbitrarietà della distinzione tra licenziamenti disciplinari ed economici, che temo rischi di essere spesso un po' fumosa.
Su questo a quel che ho letto dovrebbe esserci una disposizione che attribuisce al giudice la possibilità di riqualificare il licenziamento ove la sua natura disciplinare o economica venga contestata, e quindi applicare la sanzione prevista per la sua "vera" natura.
Temo in ogni caso che aumenterà la discrezionalità e quindi l'arbitrio del giudicante. Non so invece se aumenterà il contenzioso, così come non sono del tutto convinto che aumenteranno i licenziamenti...
Koorlick, altro tema dolente, che apprendo solo ora: in assenza di un salario minimo garantito, i costi supplementari sulle ore di lavoro precario verranno ribaltati sui lavoratori!
Questa cosa spero venga modificata...
Ho lavorato per molti anni in una amministrazione pubblica, ho fatto il consulente del lavoro e della materia me ne intendo abbastanza. Se il parlamento non modifica il testo, in pratica cambierà molto poco, perchè i licenziamenti discriminatori restano vietati e sanzionati col reintegro. Il vero problema è che copiamo sempre il peggio delle legislazioni di altri stati.La flessibilità in uscita va bene solo se accompagnata da provvedimenti che aiutino chi ha perso o non trova lavoro. Ii sussidio di disoccupazione in italia è strutturato malissimo rispetto a inghilterra, Germania, Francia e persino USA. Da noi ci sono circa 4 milioni di disoccupat senza alcun ammortizzatore sociale.i
Infatti secondo me non passerà mai così come è, è un Disegno di legge che deve passare tra le mani del parlamento....
Ad ogni modo la situazione attuale è davvero pessima (globalmente parlando, poi magari il singolo lavoratore è riuscito a piazzarsi bene, nonostante tutto ed allora buon per lui), nel senso che somma precarietà da una parte e stipendi bassi dall'altra, peggiorarla la vedo molto dura.
Credo che nessuno abbia letto ancora il testo definitivo perché ancora non esiste, neppure i deputati mi pare l'abbiano ancora ricevuto. Cmq ancora ieri la "cara" professoressa Fornero ha ribadito che lei si opporrà a qualunque modica soprattutto sull'articolo 18. Ora come sapete la Fornero è di Torino la mia città e certamente avrete appreso che lei, la figlia e pure il marito lavorano tutti nella stessa Università qui nel capoluogo Piemontese. Quindi altro che flessibilità, per loro esiste solo l'eredità del posto fisso. Sicuramente la figlia sarà un'ottima ricercatrice questo non posso dirlo, ma il fatto che stia facendo carriera nello stesso luogo di lavoro dei genitori è abbastanza strano no? Come diceva qualcuno a essere sospettosi si fa peccato ma spesso ci si azzecca...
Qui si predica male e si razzola peggio, se un ministro è "portatore" di una cambiamento (non voglia chiamarla riforma perché come già detto una riforma dovrebbe essere migliorativa della situazione esistente e non il contrario) deve esserne lo specchio fedele e non l'opposto. La ministra Fornero ha già fregato i pensionati con le sue finte lacrime ora sta fregando tutti i lavoratori con la sua sua supponenza. L'articolo 18 non è il problema lo dicono pure gli imprenditori. E' ora di finirla di cercare risorse sempre nelle solite tasche, di colpire i soliti noti. Questo non è ideologismo. Dove è finita la possibilità di introdurre la patrimoniale? Si è reintrodotta l'ICI che colpisce in modo indiscriminato tutti. Dove è finita la possibile tassazione delle rendite finanziarie al 20%?
Gil Galad - Stella di radianza