Ecco un bel sondaggione complesso sugli scenari futuri che si aprono con le dimissioni di Berlusconi.
Voto o nuovo governo? Cosa sperate e perché?
Che tipo di Governo avreste in caso in mente, e quali sono i primi nodi che dovrebbe affrontare?
E' un pezzo che penso che - purtroppo - la situazione complessiva del nostro paese possa essere affrontata solo da un governo con un'amplissima maggioranza parlamentare e possibilmente con l'autorevolezza ed il disinteresse che possono essere legati solo all'esclusione di interessi elettorali contingenti.
Questo non significa necessariamente un governo tecnico, ovviamente: sarebbe anzi tendenzialmente meglio un governo politico, appena uscito da elezioni vittoriose, purché godesse, come dicevo, di una maggioranza ampia... grosso modo del tipo di quella di centrodestra uscita dalle ultime elezioni.
Oggi questa prospettiva purtroppo mi sembra improbabile: tutti i sondaggi sembrano dire che, in caso di elezioni immediate, il centrosinistra vincerebbe nettamente (discutibile, peraltro), ma senza una maggioranza solida al Senato; cosa quest'ultima che ritengo quasi inevitabile in uno scenario tripolare.
Detto questo, la contingenza presenta anche qualche caratteristica in più: basta vedere gli ondeggiamenti di questi giorni dei vari parametri finanziari, ondeggiamenti facilmente attribuibili all'incertezza politica del momento.
Sarò allarmista (di sicuro sono allarmato) e influenzabile, ma non credo che ci sia la possibilità di andare a elezioni subito senza che il paese vada in bancarotta.
Detto questo, mi sembrerebbe certo più trasparente un governo minimo, che ci porti fuori dal pericolo immediato e poi ci porti ad elezioni. Ma in tutta onestà non ho idea di cosa nello specifico sia necessario fare come programma minimo.
Per fare un esempio semplice, si parla da anni di abolizione delle province, e mi pare che anche la famosa lettere della BCE la ponga come riforma ineludibile; però per farlo dovremmo modificare la Costituzione, e passerebbero mesi...
E' ovvio però che resta quello che ho detto: ho parlato di un governo con ampia maggioranza, non certo di un governicchio di minoranza.
In altre parole, questo auspico, ma se non ci stanno almeno PD e PDL questa possibilità non esiste e non sarebbe neppure opportuno perseguirla.
Per rispondere al sondaggio, quindi, auspico un governo di larghe intese (cioè sostenuto almeno da PD e PDL), della durata possibilmente solo di qualche mese, per gestire l'emergenza, e composto preferibilmente da soli tecnici.
Cosa deve fare questo governo? Non essendo io un economista, mi sa che deve fare ciascuna delle cose dell'elenco, che però, come sempre, sono solo dei titoletti, che vanno riempiti di contenuti.
Sono abbastanza d'accordo con quanto detto da Koorlick. L'unica cosa significativamente differente è che il governo tecnico lo farei durare fino a fine legislatura. In questa situazione penso sia meglio che i ministri siano tutti tecnici.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Fosse per me, farei commissariare tutta l'azienda Italia da qualche supermanager straniero, non sto scherzando. Uno che veramente potrebbe "trattare lo stato come un'azienda" e farla fruttare, in termini sia economici che sociali. Pura utopia.
Andando più sul pratico ... per me più tecnici ci sono e meglio è. Data la qualità media del nostro ceto politico, un branco di espertoni non potrà fare peggio, credo.
La prima riforma? Via le province!
Essendo vero quanto detto da Sharingan, mi sembra altresì vero che invece una legge del tipo "Via tutte le province con meno di un milione di abitanti" non avrebbe bisogno di riforma costituzionale. Così facendo ne resterebbero qualcosa tipo 11 sulle 110 attuali.Per fare un esempio semplice, si parla da anni di abolizione delle province, e mi pare che anche la famosa lettere della BCE la ponga come riforma ineludibile; però per farlo dovremmo modificare la Costituzione, e passerebbero mesi...
In più, se anche servissero a qualcosa queste province, esse sopravvivebbero laddove la complessità del sistema e maggiore e quindi possono esseredi maggior aiuto. Proprio non capisco l'esigenza delle tante recenti miniprovince nate negli ultimi 20 anni, che so, la provincia di Carbonia-Iglesias per esempio (con rispetto parlando per chi vive lì, e so che ce ne sono qui su barriera XD), a parte la volontà di creare nuove poltrone ovviamente.
Mastro Architetto dei giochi
Indiscusso Campione dell'errore di battituraù
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`Proudly Stark!`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`LaBarriera Fanlover`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`Ned Wannabe`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
"O Wind, If Winter comes, can Spring be far behind?"
(P.B.Shelley)
A patto che non si inventano le aree metropolitane o altre amenità del genere per far rientrare dalla finestra quello che esce dalla porta.La prima riforma? Via le province!
Fosse per me, farei commissariare tutta l'azienda Italia da qualche supermanager straniero
Lo scrissi anch'io qualche tempo fa.
Non uno soltanto, ma un Consiglio, che sarebbe più facilmente controllabile. Controllo e supervisione potrebbero essere assegnati a un Organismo Nazionale, che interverrebbe soltanto in caso di azioni ritenute anticostituzionali o palesemente contrarie al bene nazionale.
Gil Galad - Stella di radianza
Gil,non siamo nelle condizioni di aspettare 2 mesi (se va bene) per avere il nuovo governo e mettere in atto quello che ci viene chiesto di mettere in atto.Governo che sarebbe eletto con la attuale legge elettorale,tra l'altro...
Mi trovo d'accordissimo con questo articolo pubblicato su "Il Nichilista":
Qui non è questione di schierarsi, ma di prendere atto che siamo commissariati dalla Banca centrale europea e dal Fondo monetario internazionale. La prima ha imposto delle misure che ritiene adatte per farci uscire dalla tormenta. Il secondo ne verificherà l’implementazione passo dopo passo. Terzo incomodo, il presidente del Consiglio uscente, Berlusconi. Che rendeva vane le nostre promesse a entrambi i soggetti.
Non c’è molto altro da dire su questa crisi di governo: si è semplicemente cercato di rimuovere il terzo incomodo, così da rendere credibili le nostre promesse di attuazione di quanto ci è stato dettato. Un compito a cui Napolitano non ha voluto (né potuto) sottrarsi dopo che la maggioranza è venuta a mancare sul voto del rendiconto dello Stato. Così che i mercati, fiduciosi che finalmente ci metteremo in moto sui binari disegnati dall’Europa, ci hanno consentito di tirare il fiato. Ma solo per questo. Inutile gridare alla «macelleria sociale»: l’alternativa è ben peggio, cioè il protrarsi di una situazione economicamente insostenibile, fino al fallimento. Inutile porre veti e distinguo. O meglio: utile solo a fini elettorali, quando saremo fuori dalla bufera; o per alzare la posta nella contrattazione dei ministri e dei margini (strettissimi) che ci sono consentiti per rimanere uno Stato sovrano.
Mario Monti sembra poter riuscire nella difficile impresa di formare un fronte di moderati, di ogni schieramento, che dovranno assumersi la responsabilità di dare vita a una maggioranza capace di far digerire al Paese le lacrime e il sangue. Dal Pdl al Pd, come si è sentito ripetere da più parti in questi giorni. Di Pietro non ci sta, la Lega nemmeno. Vendola a tempo. E dentro ogni schieramento ci si divide tra chi accetta di buon grado la soluzione, chi meno, chi per niente.
Che un simile governo sia concettualmente impresentabile è piuttosto chiaro. Del resto, deve limitarsi a eseguire: quindi non ci saranno grosse occasioni per scontri sui massimi sistemi. O così o si salta per aria. Sbagliato, inaccettabile, ma è così. Ci sarà tempo per distribuire le responsabilità del tracollo (in larga parte della maggioranza che ha governato per otto degli ultimi dieci anni; in parte minore, ma comunque significativa, alle opposizioni che non sono riusciti a presentare un’alternativa credibile per trasformare le macerie del centrodestra nella prima pietra di un edificio completamente nuovo): le elezioni serviranno anche a quello. Ma fino ad allora, e nella totale assenza di alternative praticabili, è inutile gridare al complotto della finanza cattiva, delle banche cattive, dei supermanager cattivi, alla politica che si fa dettare i programmi dall’economia, alla sovranità popolare tradita etc etc.
Peggio, è dannoso. Perché erode l’ultimo residuo di credibilità rimasto al Paese (sta già accadendo, con i continui litigi, le accuse tra compagni di partito, i cambi di casacca, le coalizioni che – costruite in anni di congressi e mezze parole – si liquefanno all’istante). Meglio pensarci quando avremo tempo e modo di farlo. Ora non è quel tempo.
Si ingoi il rospo, insomma. Fermo restando che quando questo esecutivo di transizione avrà obbedito (e magari cambiato una buona volta la legge elettorale), tutta l’attuale dirigenza non può che compiere un ulteriore atto di responsabilità nazionale: cambiare mestiere, e lasciarlo a qualcuno che abbia una faccia spendibile, giovane (meglio) o vecchio che sia. Così che, finalmente, si possa tornare a dare alla politica il primato che le spetta.
Bell'articolo, Joramun. Riassume molto bene sono pienamente d'accordo con esso.
Aggiungo che a mio parere il governo, qualunque sia, tecnico, politico o misto, dovrà mettere in atto riforme dure ed impopolari e dovrà partire proprio dalle misure più ostiche ed impopolari proprio per far iacquistare credibilità all'Italia: nella situazione di internazionale diffidenza in cui siamo il minimo indispensabile delle riforme non affatto è il minimo sindacale.
In questo articolo del Corriere,è riassunto l'esito del colloquio di ieri tra Berlusconi e Mario Monti.Ora saranno anche indiscrezioni della prima ora,ma....non sarebbe stato meglio dare a B. il contentino di Letta vicepremier ma fare la riforma elettorale e tutte le altre riforme di tipo istituzionale di cui abbiamo bisogno?
Quanto pensate siano realistici e realizzabili questi accordi?Ve lo chiedo perchè,pur capendo l'inderogabilità delle misure economiche,a me interessa che il governo Monti metta mano sopratutto a queste cose qui....
Io non credo che Berlusconi abbia avuto molta scelta. Il Governo tecnico gli è stato sostanzialmente imposto a forza da Napolitano, l'UE e i mercati. Mi è subito parso evidente che la sua possibilità di trattativa fosse pressochè nulla e l'esito sembra proprio confermare questo. Un crollo finanziario dell'Italia avrebbe verosimilmente provocato un analogo crollo di Mediaset e un ulteriore discredito verso la politica in generale e il PdL in particolare.
Riguardo alla durata penso anche che tutti i discorsi siano abbastanza aleatori. Non dobbiamo infatti dimenticare che questo è un Governo che comunque durerà massimo fino a inizio 2013 (per termine legislatura) e che quindi si occuperà di non moltissime cose. Poi se saranno 3 mesi, 6 o 1 anno non lo so, ma penso anche che non sarà scontato che i partiti potranno staccare la spina quando vogliono. Non sappiamo come evolverà la crisi e cosa servirà esattamente per superarla. Inoltre bisogna anche capire come si strutturerà il PdL al proprio interno, quale linea vincerà e se il partito rimarrà in piedi. Insomma i paletti messi a Monti mi sembrano più che altro un operazione di facciata ma attuata con la consapevolezza che in questo momento l'Italia è di fatto in mano a Napolitano, Draghi e l'UE.
Tra l'altro io credo anche che sia tutto vantaggio del PdL tirarla un po' più per le lunghe, anche soltanto per sistemare le mille beghe interne, decidere cosa fare con la Lega e scegliersi un (nuovo) leader.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Questo sicuramente.I miei timori riguardavano il fatto che,al di la delle manovre economiche per rimettere i conti in ordine e rilanciare l'economia,questo nuovo governo ha il DOVERE di attuare la riforma elettorale e la riforma dell'assetto istituzionale.ne ha l'obbligo perchè se non si fanno adesso non si faranno più e per questo paese sarà la fine.Tra l'altro io credo anche che sia tutto vantaggio del PdL tirarla un po' più per le lunghe, anche soltanto per sistemare le mille beghe interne, decidere cosa fare con la Lega e scegliersi un (nuovo) leader.
Tanto per dire.....io,personalmente,se alle prossime elezioni si va con questa legge elettorale,col cavolo che vado a votare.
Allora. Questo governo (tecnico/Monti), rispetto al precedente ha due punti di forza:
a) E' guidato da una persona più presentabile.
b) Non è vincolato ad una sola "fazione politica", ma può raccogliere in parlamento voti a destra ed a manca per far passare le riforme. (questo decresce il potere dei singoli di sabotare l'azione del governo, ma è da vedere se si riesce)
Ma, per il resto i parlamentari (e gli elettori!) rimangono gli stessi.
Ho votato, rispettivamente:
1)"Un governo che intervenga sui temi fondamentali dell'economia": i problemi attuali del Paese risiedono nell'economia ed è là che bisogna intervenire.
2)"Altro": un governo tecnico con solo alcuni componenti politici, rappresentanti Fli, Udc, PD, Idv e Sel (in pratica, le principali forze di opposizione, dato che la "maggioranza", al momento, non mi pare più tale) mi sembra la soluzione migliore. Un governo puramente tecnico, per me, si espone al rischio di vedere le sue scelte vanificate da un successivo governo politico, che potrebbe benissimo cancellarle.
3)"Patrimoniale": è vero che almeno 3/4 degli italiani vive in una casa di proprietà, ma fatta bene la patrimoniale permetterebbe di alleggerire di molto il carico fiscale che finora grava sulle spalle dei soliti noti (sempre più tassati, by the way). Magari escludendo la prima casa, come propone Bonanni, potrebbe funzionare.
Quanto a cosa mi aspetto da questo governo, cito Churchill: sangue, lacrime e sudore. La situazione economica è pesante, Monti è un elemento di quel potere economico che l'ha creata, non vedo come sia ancora possibile aspettarsi un periodo allegro e felice.
Guardando le verie opzioni del sondaggio (ultima parte) mi vengono in mente le seguenti considerazioni:
"La norma sui licenziamenti facili unita al sussidio di disoccupazione"
Direi più che altro "riforma del mercato del lavoro", ad assoluta priorità.
"la patrimoniale" è inutile. Da liquidità a breve termine ma stop, e rischia sul medio di avere più effetti negativi che positivi.
"L'abolizione del vitalizio ai parlamentari" tutto va finché fa brodo ma servono riforme più ampie.
"Il pareggio di bilancio in Costituzione" ottimo, in principio. Bisogna poi vedere cosa vanno esattamente a scrivere (L'Italia ripudia la guerra, ma la fa lo stesso?)
"L'abolizione delle province" prima è meglio è.
"Il dimezzamento dei parlamentari". Io ne terrei i 2/3 (200/400), ma vabbeh ci son molte altre cose.
"La legge elettorale" questa non centra nulla con l'economia ed i nostri simpatici parlamentari lo sanno benissimo, sono proprio curioso di vedere se verrà cambiata o meno. Secondo me si voterà ancora con il Porcellum, a meno che PD/PDL non si accordino per qualcosa che blindi il bipartitismo. (non essendoci nessun lega-udc-mastella-altri che possano minacciare di far cadere il governo)