E' di questi giorni la notizia che riguarda Tiziano Ferro e il suo coming out pubblico sul quotidiano Vanity Fair.
Alla vigilia della pubblicazione della sua autobiografia, il noto cantante ha scelto di non mentire più agli italiani e a se stesso (così almeno sostiene), condividendo con il resto del mondo il suo orientamento sessuale.
Quanto ci sia di opportunistico in questo è tutto da vedere. Ferro ha dichiarato di esser stanco di soffrire e di voler vivere finalmente bene, allontanandosi da quel dolore che da anni esprime nelle sue canzoni. In quel che ho potuto leggere nell'anteprima dell'intervista lo spunto per aprire questo topic mi è giunto dalle seguenti parole
Mi dà fastidio quando si parla di accettazione dell'omosessualità. Io, semmai, sogno la condivisione. Una famiglia che accetti le mie scelte non mi basta, voglio che le viva insieme a me. E lo stesso vale per i miei amici
Quello che mi chiedo e chiedo a voi è che percezione ci sia dell'omosessualità nel 2010. Parliamo ancora di accettazione, di tolleranza evidenziando in questo una diversità vissuta ancora in maniera netta. Io vivo in una realtà abbastanza retrograda. Abito infatti in un paesino della Sicilia occidentale nel quale l'omosessualità è ancora considerata il peggiore dei mali possibili e immaginabili. Più di una volta ho ascoltato gente sostenere che sarebbe stato meglio avere una figlia "prostituta" anziché lesbica e ho visto un generale assenso in chi ascoltava. Mi sono fatto una ragione di questo modo di ragionare, considerando o almeno sperando che fossimo un unicum o comunque una rara eccezione rispetto al resto della società. Forse ho finto di non cogliere l'imprinting cattolico, o probabilmente mi sono lasciato ingannare da telefilm, prima solo made in Usa poi anche italiani, nei quali i gay abitano in un mondo che li vive come componenti comuni della complessa varietà generale. Poi invece basta aprire i giornali per leggere di ragazzi soggetti ad atti di bullismo in quanto effemminati e/o gay, ragazzi della mia amata terra che si suicidano perché non accettati dalla famiglia; e ancora preti (della cui specchiata vita privata non è possibile parlare) che invece parlano di malattie, di abonimio rispetto a Dio; infine quei politici che pur professando apertura mentale e tolleranza massima, poi non solo storcono il naso alla visione di due uomini o ragazze che dichiarano di amarsi, ma cercano il facile applauso con battute di cattivo gusto. Non mi va di fare riferimenti politici precisi, tuttavia mi trovo a stupirmi come mai nel nord così progredito possano trovarsi politici che hanno grandissima rappresentanza attualmente e che mostrano un livello di apertura mentale che rasenta lo zero. Non mi va di generalizzare ovviamente, quindi mi scuso in anticipo con chi dovesse sentirsi offeso da questa considerazione e, per quel che vale, spero vivamente di sbagliarmi e che anche voi che abitate il nord del progresso, sconfessiate questa mia impressione che potrebbe anche esser falsata da tv e giornali faziosi.
Può il coming out di un cantante famoso, di un conduttore, di un attore esser davvero una violenza per chi lo ascolta? In questa nazione di paradossi è possibile che la sofferenza di qualcuno che si confessa scateni l'insofferenza di chi non voleva conoscere quel percorso e soprattutto il risultato dello stesso? Infine per tornare alla domanda che ho posto nel sottotitolo del topic, dichiarare il proprio orientamento è secondo voi una scelta disinteressata (per orgoglio, fierezza, voglia di condivisione), un obbligo (preventivo per evitare scandali, ritorsioni, diffamazioni) o una prassi da terzo millennio (cosa non si farebbe per una maggiore notorietà)?
Addio Got
"Lo scempio ha due teste"
Studiando biologia ho capito che l'omosessualità è qualcosa di perfettamente naturale tanto quanto l'eterosessualità. Moltissime specie animali hanno individui omosessuali che formano coppie per la vita ed a volte allevano cuccioli.
E poi sono bisessuale quindi potete immaginare il mio pensiero sull'argomento.
Se mi chiedi se è possibile che il coming out di qualcuno, es. Tiziano Ferro, possa scatenare insofferenza in chi lo ascolta ti dico sì. Purtroppo sì.
In ogni caso Tiziano Ferro temo abbia dovuto dichiararlo per poter avere una vita sentimentale non nascosta.
Ed alla fine credo sia la condizione di tutti.
Io sono mezza-in-the-closet e con alcune persone non posso parlare liberamente, non posso dire nulla se incontro una nuova ragazza o parlare dei miei problemi con la mia ragazza. Alcune persone invece lo sanno, ma fanno finta di nulla, hanno tagliato dalla loro mente l'informazione.
E questo mi irrita immensamente perché per me il coming out non è mai stato facile.
Accettazione è la parola chiave, secondo me. Prima di qualsiasi altra cosa serve accettazione, non solo tolleranza. Io non voglio che la mia sessualità venga "tollerata" (non lo so, per me ha un'accezione negativa perché mi ricorda alcune mie amiche che hanno tollerato e poi dimenticato il mio coming out) vorrei che venisse accettata.
Quindi credo che il coming out sia una necessità. Io la vedo come una necessità. Vorrei poterlo dire una volta per tutte a tutti così da non dovermi più preoccupare di nascondere nulla.
PS: La situazione in Italia è effettivamente molto indietro.
Mi ricordo che qualche mese fa avevano censurato i baci e le scene del film sulla rai Brokeback Mountain. Solo un piccolo esempio.
Secondo me il migliore dei mondi possibili è quello dove dichiarazioni del genere sono inutili, dove se uno è gay, etero, bisex o qualsivoglia altra inclinazione (permessa dalla legge, teniamo fuori la pedofilia o altre pratiche dal discorso) non debba avere bisogno di confessarlo o di un pubblico che lo accetti o lo capisca, ma possa semplicemente vivere come cavolo gli pare rendendo conto solo a sé stesso e alle persone importanti per la proria vita.
In primo luogo questo significa superare i sensi di colpa interni che derivano dall'educazione. Spesso capita che una persona omosessuale si senta inconsciamente "sbagliata" indipendentemente dall'atteggiamento altrui, solo perché da piccolo gli hanno detto che era così.
Poi, naturalmente, ci sono i problemi legati alla società. E questi problemi ci sono, inutile negarlo.
L'omosessualità è considerata sbagliata, contro natura (qualsiasi cosa voglia dire questo, probabilmente perché non permette la procreazione). Ma c'è di più. Nell'immaginario collettivo la persona omosessuale è completamente appiattita, per l'appunto, sulla sua sessualità. Non si immagina quella persona nella sua vita, lavoro, studio, tempo libero... ma solo nelle attività più o meno legate alle sue inclinazioni: ci si immagina un gay nei locali gay, o in scene di sesso gay. Ma a chi verrebbe in mente di farlo con il proprio vicino di scrivania etero? Questo comporta associazioni ingiustificate e sgradevoli: omosessualità implica promiscuità, fino quasi alla prostituzione.
Per le lesbiche esiste poi il problema supplementare legato all'immaginario erotico maschile, che in una società maschilista come la nostra tende spesso a ridurre l'amore saffico ad esibizione voyeuristica rivolta sempre e comunque ad un pubblico di uomini.
Ne esce così la figura dell'omosessuale come persona interamente dominata dalla sfera sessuale, cosa che contribuisce ulteriormente alla sua demonizzazione.
C'è anche da dire che manifestazioni ed esibizioni tipo i gay-pride aiutano questo stereotipo, quindi da un certo punto di vista gli omosessuali hanno una pur piccola parte di responsabilità dell'immagine che viene data di loro.
Il problema è comunque culturale prima che politico.
La politica potrebbe intervenire? Sì, forzando la mano alla morale pubblica nella speranza di farla cambiare. Un po' come per le questione femminile: si forza per legge la presenza di donne nelle aziende per abituare la società alla loro presenza.
Qui la questione non è presenza o non presenza, ma accettazione. Quindi diritti civili e sociali.
Mi ero interessato al tema dopo l'episodio del suicidio di Tyler Clementi, negli USA, e la legislazione italiana prevede sanzioni contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro. E basta. Forse sarebbe ora di adeguarci ad altre nazioni.
Detto questo... se ascolto le canzoni di Tiziano Ferro rischio di prendermi la gaytudine anche io? :unsure: ;)
La situazione in Italia alle soglie del 2011 non è certo delle migliori. Purtroppo viviamo in un paese ancora pieno di bigotti e falsi moralisti dove ha ancora tantissima voce (pur essendo uno stato "teoricamente" laico) una chiesa che considera l'omossessualità una malattia (e che tra le altre cose considera l'ordinazione femminile un'eresia allo stesso livello della pedofilia e della pedopornografia...parliamone).
Personalmente ho diversi amici gay e bisessuali e non mi ha mai dato fastidio stare con loro nemmeno nei momenti in cui si scambiavano effusioni (allo stesso modo se vedessi una coppia di amici etero baciarsi o tenersi per mano).
Purtroppo per molti non è così. Qui a Cagliari è giusto notizia di quest'estate il fatto che due giovani gay siano stati insultati e denunciati al mare perchè si stavano scambiando delle carezze (quando magari si dovrebbe dire qualcosa alle coppie etero che ancora un pò copulano davanti a tutta la spiaggia).
Per la maggior parte della popolazione i riferimenti ai gay sono quasi sempre collegati o a qualche personaggio famoso o a manifestazioni quali i gay-pride. E per quanto concerne quest'ultima manifestazione devo dire che purtroppo, per come viene presentata alle masse dai media, a volte risulta controproducente...almeno per quanto riguarda diversi casi che ho visto. Infatti si punta sempre a inquadrare e dare spessore alle particolarità, come i carri con ragazzi in costumi da drag queen o cose simili...che ovviamente scandalizzano almeno un 50% della popolazione....che non esita ad ettichettare l'omossessualità come qualcosa di diverso ed estremo. Quando invece, se vedessero miei amici si accorgerebbero che sono ragazzi normalissimi, sia nel modo di fare e di vestire.
C'è poi il coming out dei personaggi famosi. In questo caso trovo molto dfficile giudicare la cosa perchè sono convinta che in tv nulla viene detto per caso e quindi mi rimane un senso di negativo per qualsiasi cosa viene detta. Insomma, il fatto che Tiziano Ferro abbia dichiarato questo in prossimità dell'uscita del suo libro, per quanto possa esser pura coincidenza, mi lascia un senso di calcolo che mi indispettisce. Quindi, quello che riguarda il mondo dello spettacolo, lo lascio da parte.
Il coming out delle persone comuni è invece un'altra cosa. Delle persone che conosco solo pochi sono gay dichiarati in famiglia, ma lo sono solo con gli amici. Una volta mi sono ritrovata in un locale per gay e un amico mi ha chiesto di fingermi la sua ragazza perchè c'era anche un suo cugino che non sapeva nulla e non voleva che la cosa si sapesse in famiglia. Insomma è una situazione difficile. Purtroppo per quieto vivere si tiene tutto nascosto e non mi sento di dare torto a chi ha paura di perdere l'appoggio/stima dei genitori. E' di certo una scelta che richiede una dose di coraggio e di voglia di normalità e stimo tantissimo chi ci riesce.
No, decisamente in Italia non c'è una buona situazione alla fine del 2010.
In un mondo ideale, varebbe la massima che ho letto tempo fa su un libro, dove un centurione romano diceva al suo tribuno "Nessuno guarderà se vai al letto con una donna, un uomo o una capra, finchè continuerai ad usare la tua testa e a non ragionare coi sensi". Trovo che questa pragmaticità porterebbe un gran bene alla nostra società, sia a Sud che a Nord. Purtroppo, abbiamo perso quella pragmaticità in cambio della morale bigotta.
Sulla domanda circa quale sia la motivazione che spinge attualmente al coming out, a me sembra che sia un mix tra la questione dell'orgoglio personale e la necessità.
Non so, dipende dalla persona credo.
Per me il coming out non è stato affatto una questione di orgoglio, ma di necessità e... bhè, senso di colpa.
Quando vivi con delle persone con cui parli, lavori e scherzi, ma con le quali non hai fatto coming out... bhè, è avere un segreto.
Perché un'amica può chiedermi "Il tuo uomo ideale" e dentro di me penso "E la mia donna ideale?"
Un'amica mi potrà dire: "Ho incontrato un ragazzo fantastico."
Ed io mi sentirtò in colpa perché non le ho risposto "Ho incontrato una ragazza che adoro."
Non è un senso di colpa interiore, il mio. Non mi sento in colpa ad essere bisessuale perché la trovo una cosa perfettamente normale ed è ciò che studio ogni volta che apro un libro universitario di etologia o biologia: la natura.
Quoto pienamente il discorso della persona omosessuale come appiattita alla sessualità.
Fortunatamente a me non è successo personalmente perché ho fatto coming out con pochi amici e quelli che non hanno "apprezzato" preferiscono far finta che io non abbia mai detto nulla.
Però lo noto in giro, soprattutto nella sfera femminile.
Ho sentito discorsi di omofobi che mi dicevano "Due gay mi fanno schifo, ma se sono due belle donne va bene."
Comunque credo che le cose stiano migliorando. La mia generazione è altilenante, ma vedo mia sorella che ha sui 16 anni e che vive a scuola una situazione abbastanza serena.
Può il coming out di un cantante famoso, di un conduttore, di un attore esser davvero una violenza per chi lo ascolta? In questa nazione di paradossi è possibile che la sofferenza di qualcuno che si confessa scateni l'insofferenza di chi non voleva conoscere quel percorso e soprattutto il risultato dello stesso?
Direi di no. Anzi a me sembra il contrario. Il coming out di una persona famosa come Tiziano Ferro potrebbe aiutare a sviluppare il dibattito e a far comprendere a molte persone che l'omosessualità è qualcosa di assolutamente normale e naturale. Senza contare che Tiziano Ferro è un gay che "non fa il gay". Cosa voglio dire con questo? Fin'ora la TV italiana ha dato un'immagine quasi unidirezionale degli omosessuali (o persone non eterosessuali), concepiti come delle macchiette più o meno ridicole (Platinette, Malgioglio, Maicol del GF, Maurizia Paradiso, etc....). E' chiara la conseguenza: il maschio gay viene visto come una "donna mancata", privo di virilità, intento a sculettare di continuo e a vestire abiti pittoreschi. Ovviamente il mondo reale è ben diverso e coesistono un'infinità di variabili di omosessualità (così come di eterosessualità) e mi sembra giusto che la gente sappia che esistono anche tipologie di omosessuali che mantengono in pieno la propria virilità e che non hanno nessun comportamento diverso da un maschio eterosessuale (a parte appunto i propri gusti sessuali). Tiziano Ferro (e tutti gli altri che lo seguiranno in questa strada) può sicuramente essere d'aiuto in questo aspetto.
Da questo discorso si arriva facilmente alla questione dell'informazione. Mi è chiaro infatti che molte persone sono totalmente ignoranti sulle questioni inerenti alla sessualità. Faccio due esempi che rendono meglio l'idea:
1. Un giorno parlo con un mio amico di omosessualità e lui mi dice: "Perchè un gay (maschio si intende) non si opera e diventa femmina?". Una domanda simile può far sorridere ed apparire assolutamente ridicola, ma purtroppo credo che rappresenti uno spaccato della confusione presente in molte persone, che ignorano quasi del tutto cosa significhi essere omosessuale. In questo caso il mio amico assimila l'omosessualità alla transessualità e non ne vede le evidenti differenze.
2. Un altro giorno su un forum mi sono trovato a parlare con una ragazza di bisessualità e ho scoperto che la tizia in questione era particolarmente confusa. Secondo lei infatti essere bisessuali significa andare sempre con un uomo e una donna. In pratica i bisessuali sarebbero dei bigami permanenti a cui piace tenersi un uomo e una donna al proprio fianco in qualsiasi relazione della propria vita. :unsure:
In questi due casi la mancanza di informazione è fondamentale. Spesso le persone si fanno un'idea delle cose che si basa più sul sentito dire o su chissà cos'altro, sfociando così in credenze che non hanno nulla a che vedere con la razionalità. Per ovviare a questo andazzo non c'è altra via che armarsi di pazienza per cercare di informare le persone, senza per altro trattare i soggetti ignoranti (nel senso letterale del termine intendo) con superficialità e disprezzo (anche se sarebbe il primo istinto). Bisogna prendere atto che una parte dei cittadini non conosce un determinato bagaglio di conoscenze, spesso anche non per colpa loro. Le scuole potrebbero essere un buon mezzo per diffondere queste vitali informazioni.
"Due gay mi fanno schifo, ma se sono due belle donne va bene."
In questa frase penso si celi uno dei cardini dell'omofobia. Penso infatti che l'omofobia sia una variante diretta del maschilismo, almeno per quanto riguarda l'Italia. La società italiana ancora adesso assegna al maschio un ruolo di guida, di asse portante della famiglia, o comunque si tende a differenziare il ruolo del maschio da quello della femmina. Il maschio deve essere "dominante", "forte", deve "proteggere" la femmina. Tutto ciò che mina la virilità del maschio dominante è vista negativamente, perchè scardina quello che è un assunto che nella famiglia italiana viene dato per scontato. Infatti spesso i genitori sono fieri della precocità del proprio figlio ("che bello, ha già la ragazzina", ma spesso non lo sono affatto se questa precocità viene dimostrata dalla figlia femmina); allo stesso modo una donna che frequenta tanti uomini è considerata spesso tr@@a, mentre un uomo che ha successo con più donne è visto come un playboy affascinante.
Chiudo dicendo che sono comunque tendenze destinate a cambiare, anzi qualcosa nella società sta già cambiando, già il fatto che se ne parli è comunque una dimostrazione di questo.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Il problema della differenza fra Sessualità e Identità sessuale è una cosa grave. So che è sciocco, ma una volta mi sono infervorata perché a Forum (il programma) avevano scritto "discriminata a causa della sua sessualità" intendendo però l'Identità sessuale (era una donna che un tempo era stata uomo).
La questione della bisessualità mi fa ridere. Un po' tristemente, ma mi fa ridere. Una volta ho sentito anche un uomo che mi diceva che bisessuale significa sentirsi sia uomo che donna.
Per il maschilismo: assolutamente vero. Però trovo molta più discriminazione nella parte femminile dei miei amici che in quella maschile. Forse è perché sono una donna io e mi vedono come "minaccia"? Non lo so.
allora... una premessa.
se negli animali sono stati rilevati solo soggetti caratterizzati da comportamenti omosessuali accanto a quelli eterosessuali (soggetti bisessuali, potremmo dire), il discorso che faccio di seguito non vale.
se invece negli animali sono stati rilevati anche soggetti caratterizzati da tendenze esclusivamente omosessuali, il discorso vale.
io farei attenzione a "giustificare" l'omosessualità dicendo che è "biologicamente naturale"
perchè è altrettanto naturale che, in alcune specie di mammiferi (come l'uomo), la figura del "maschio dominante" sia importante.
ed è ovvio che il membro omosessuale del branco non possa essere "il maschio dominante", in quanto escluso dalla fondamentale "lotta per le femmine"
insomma, in "natura" un maschio omosessuale è, se gli va bene, destinato a ricoprire una posizione gerarchicamente molto bassa... se gli va male, essere cacciato o ucciso dagli altri maschi, a seconda dell'aggressività della specie presa in considerazione.
questo atteggiamento mi sembra palese anche nell'uomo.
è un istinto primordiale, quello dei maschi eterossessuali, di allontanare (o peggio) il soggetto omosessuale.
che poi quest'istinto possa essere quasi totalmente inibito da educazione, buon cuore, razionalità e via discorrendo è un altro discorso.
dunque, ribadisco: se dicendo che "è naturale" possiamo giustificare l'esistenza dell'omosessualità, con la stessa motivazione possiamo giustificare anche la sua repressione.
allora... una premessa.
se negli animali sono stati rilevati solo soggetti caratterizzati da comportamenti omosessuali accanto a quelli eterosessuali (soggetti bisessuali, potremmo dire), il discorso che faccio di seguito non vale.
se invece negli animali sono stati rilevati anche soggetti caratterizzati da tendenze esclusivamente omosessuali, il discorso vale.
io farei attenzione a "giustificare" l'omosessualità dicendo che è "biologicamente naturale"
perchè è altrettanto naturale che, in alcune specie di mammiferi (come l'uomo), la figura del "maschio dominante" sia importante.
ed è ovvio che il membro omosessuale del branco non possa essere "il maschio dominante", in quanto escluso dalla fondamentale "lotta per le femmine"
Sì, sono stati riscontrati sia atteggiamenti bisessuali che omosessuali (sia femminili che maschili).
Ovviamente naturale non significa giusto : D ma ho fiducia nella ragione umana come mezzo che applichi il naturale quando questo non arreca danno agli altri.
Lo stupro è naturale perché c'è in natura, ma arreca danno quindi l'uomo dovrebbe usare la propria cultura e la propria etica (anch'essa naturale : D perché ogni animale ha una cultura) per evitarlo. E così via.
insomma, in "natura" un maschio omosessuale è, se gli va bene, destinato a ricoprire una posizione gerarchicamente molto bassa... se gli va male, essere cacciato o ucciso dagli altri maschi, a seconda dell'aggressività della specie presa in considerazione.
Sei sicuro? Non mi pare di aver letto nulla di simile da alcuna parte.
Anzi, coppie omosessuali, per esempio due oche maschi, hanno più possibilità di allevare una buona/più prole a volte e non credo che simili dati siano possibili se la coppia sia così in basso nella scala gerarchica.
E fino ad ora non ho mai sentito di animali omosessuali cacciati ed uccisi dal proprio gruppo. Non so, di solito leggo cose di ornitologia quindi forse parli di mammiferi. Però non ho sentito nulla nemmeno lì.
Anzi, ho sentito varie storie di, per esempio, delfine femmine che fanno coppia a vita e vengono perfettamente accettate nel gruppo.
Proverò a cercare informazioni su PubMed.
Non so, di solito leggo cose di ornitologia quindi forse parli di mammiferi. Però non ho sentito nulla nemmeno lì.
boh, penso a animali come leoni o gorilla, dove i maschi lottano tra loro per il controllo sulle femmine e, di riflesso, sul resto del branco.
non so se l'uomo sia paragonabile a questa tipologia di mammiferi, ma a me sembrerebbe di sì.
di conseguenza, colui che non ha "l'impulso" di lottare per le femmine sarà inevitabilmente posto in una posizione gerarchica inferiore.
Non capisco qual è il vantaggio dell'uccidere un individuo omosessuale.
Anzi, i maschi così non hanno competizione.
Hai qualcosa da leggere sull'argomento? Sono interessata all'etologia (spero di riuscire a laurearmi un giorno XD) e quindi mi piacerebbe rimanere informata.
Certo, l'uomo è perfettamente comparabile ai mammiferi.
Come ho detto mi interesso di più di ornitologia però bisogna sottolineare la differenza fra gerarchia (e posto inferiore nella gerarchia) e, per citarti, "quello dei maschi eterossessuali, di allontanare (o peggio) il soggetto omosessuale."
Gerarchia significa che sono perfettamente inegrati nel gruppo. Infatti, per esempio nei lupi, senza il maschio omega il gruppo non è stabile.
Non sono certa di quale sia il ruolo gerarchico degli animali omosessuali nei gruppi di mammiferi, ma mi andrò ad informare.
guarda, io non sono un esperto e mi baso sui documentari di Piero Angela e Discovery Channel.
ma mi sembra che in certe specie il capobranco sia colui che ha sconfitto il capobranco precedente per il "controllo" delle femmine.
i giovani del branco, una volta raggiunta la maturità sessuale, "sfidano" il capobranco.
se vincono, buon per loro.
se perdono, vengono allontanati (o restano uccisi, in alcuni casi... capita)
se non fanno niente... vengono allontanati comunque.
in ogni caso, anche negli animali dove non c'è questo meccanismo di sfida, il capobranco è comunque colui che ha il controllo sulle femmine.
dunque, di riflesso, l'omosessuale avrà sempre una posizione gerarchica inferiore.
il soggetto eterosessuale potenzialmente può diventare capobranco, l'omosessuale no... insomma non è ipotizzabile un capobranco esclusivamente omosessuale.
Bhè i Gorilla se non sbaglio hanno un solo maschio per territorio quindi tu stai parlando diun branco che non può sostenere più di un maschio per tot femmine.
Ed anche i leoni sono pochi maschi per molte femmine.
Ci sono altri mammiferi dove maschi e femmine vivono assieme nello stesso branco senza alcun problema.
Non è detto che il capobranco sia maschio, intando.
Ovviamente un branco esclusivamente omosessuale non esiste perché si estinguerebbe O.ò visto che non può riprodursi, mi sembra chiaro.
Però non credo sia detto che un omosessuale sia per forza nella posizione più bassa.
Prendo di nuovo i lupi perché ahimè sono i mammiferi che conosco un po' di più. Il capobranco qui è un maschio ed è colui che ha il controllo delle o della femmina alfa. Però sotto di lui c'è tutta una complessa gerarchia di maschi che possono essere o non essere omosessuali visto che comunque è solo il capobranco a doversi riprodurre.
Quindi è fattibile che un individuo omosessuale sia beta ed uno eterosessuale omega.
Almeno credo.
Ho cercato sul mio fidato pubmed ma non ho trovato nulla sulla discriminazione in natura dell'omosessualità.
Non è detto che il capobranco sia maschio, intando
ovviamente il mio discorso può essere applicato solo ai brachi dove il capobranco sia maschio.
in ogni caso credo siano la maggioranza
Ovviamente un branco esclusivamente omosessuale non esiste perché si estinguerebbe O.ò visto che non può riprodursi, mi sembra chiaro.
ovvio...
ma io go scritto che un capobranco non può essere esclusivamente omosessuale (al massimo può essere bisex)
Però non credo sia detto che un omosessuale sia per forza nella posizione più bassa.
non ho detto che l'omosessuale debba per forza ricoprire la posizione più bassa.
ho detto che ricoprirà una posizione necessariamente più bassa rispetto al capobranco
il punto è semplicemente questo: nei mammiferi dove il controllo sulle femmine coincide con il controllo sul resto del branco, un soggetto totalmente omosessuale sarà impossibilitato a raggiungere lo status di capobranco.
dunque ciò comporterà:
- una posizione gerarchica necessariamente inferiore al massimo raggiungibile (nel caso di animali tipo lupi)
- allontanamento dal branco e impossibilità di formarne uno proprio (nel caso di animali tipo leoni o gorilla)