Be, molta Sci-fi è ambientata in mondi paralleli, in un futuro lontano o su una Terra talmente diversa da come la conosciamo che può a buon diritto essere un mondo alternativo al nostro. Secondo me, perciò, non ha senso questa distinzioni tra "realismo di genere", perchè a questo punto un thriller dovrebbe essere il massimo del realismo possibile, e molte volte non è così. Tra fantasy e Sci-fi, invece, io ho percepito "più vera" la Terra di Mezzo, che il ciclo delle Fondazioni di Asimov. Come anche Westeros più della Terra di Mezzo (limitatamente a TLoR) e il ciclo di Dune superiore a tutti questi.
Qesta distinzione di "realismo di genere" può anche non esserci, ma è così che viene percepita dalla maggior parte delle persone.
Inoltre,il fatto stesso che la fantascienza abbia all'interno del suo nome -scienza,sta a significare che essa DEVE essere vincolata a certi criteri che il pubblico percepisce come più veri.Il che magari non è neanche vero,perchè magari un'opera come la Fondazione viene magari percepita come più lontana rispetto a,che so, ASOIAF.Però,il fatto stesso di dare le varie spiegazioni scientifiche (psicostoria,l'Impero galattico in decadenza,ecc) la rende...come dire...più appetibile.
Non dimenticare inoltre che,nella generica considerazione della fantasy come genere di serie B,pesa molto quello che è forse il suo elemento più caratteristico,cioè la magia.Giraci intorno quanto ti pare,ma ogni fantasy ha la sua dose di magia ed è proprio questa che spesso causa l'allontanamento della critica e del grande pubblico.
Almeno da noi,perchè se poi andiamo nel mondo anglosassone vediamo invece che questa considerazione perde di validità,almeno per quanto riguarda il pubblico.La critica,invece,continua a preferire la scifi,anche da loro.Quando,nel 1998,venne fatto dalle librerie Waterstone (in UK) un sondaggio su quale fosse il libro del secolo,a sorpresa di tutti i critici vinse il LOTR.Il sondaggio venne ripetuto da altre librerie e giornali e diede sempre lo stesso risultato.Addirittura,furono gli stessi critici ad organizzare controsondaggi (credendo pilotati i precedenti)che diedero lo stesso risultato...Immaginatevi ora un identico sondaggio organizzato da noi in Italia...
Concordo.Il problema del realismo credo dipenda solo dagli autori e dalle storie che vogliono raccontare. Dalla capacità che hanno di distaccarsi dai modelli a cui fanno riferimento, da precise scelte narrative.
Per esempio io mi sono sempre chiesto perchè nel fantasy classico tutti gli elfi adoperino gli archi, siano ottimi guerrieri, maghi, sacerdoti ma non siano cacciatori, nessuno di loro sia un semplice fornaio o unagricoltore. Tutti i nani vivono sotto le montagne e sono dei fabbri ma non hanno una struttura sociale complessa con una divisione dei compiti, ecc. Insomma è anche per pigrizia che, imho, un mondo fantasy classico non è reale.
Elfi e nani rispecchiano quei criteri perchè l'influsso di Tolkien pesa ancora molto.Eppure,so di autori che hanno fatto cose completamente diverse,ad esempio Terry Pratchett,sul quale triex può certamente erudirti più di me.In quel caso però,stiamo parlando quasi di "parodia del genere",almeno per quello che gli ho sentito dire in chat.E questo perchè il modello tolkieniano è quello di riferimento.
Il che avviene,tra l'altro,perchè è finora la migliore sintesi e ricostruzione possibile di quei miti e quelle leggende nei quali elfi e nani erano il pane quotidiano.Penso alla letteratura finnica (Kalevala),scandinava (Edda) e anglosassone (Beowulf).In quei testi ci sono draghi,elfi (addirittura divisi tra elfi chiari ed elfi scuri) e nani.Bene,se oggi abbiamo elfi patiti dell'arco e nani montanari,è per via di questo sostrato culturale rielaborato da Tolkien.
Peraltro,quando dici che gli elfi non sono cacciatori e i nani non hanno una società complessa,commetti un errore.Non tutti i fantasy mantengono questi stereotipi.
Perchè per confutare il primo caso posso citarti lo stesso Silmarillion,dove gli elfi maghi,inteso come elfi in grado di lanciare incantesimi,sono pochi,la maggior parte sono guerrieri. C'è anche la saga di Shannara, dove la città elfica di Arborlon è descritta con dovizia di dettagli e dove sono presenti non solo arcieri e maghi,ma anche artigiani,contadini,allevatori e cacciatori (i Cacciatori Elfi sono il corpo d'elite dell'esercito elfo).Ancora,Melnibonè,il decadente impero immaginato da Moorcock,i cui abitanti sembrano avere diversi tratti in comune con il concetto di elfo scuro,è descritto con ampia dovizia di particolari,per ogni strato sociale.Ed i suoi guerrieri più letali non combattono con archi,ma in sella a draghi o sulle auree chiatte da battaglia. Ancora, i romanzi di Warhammer presentano elfi con una società complessa,divisa in 3 "sottorazze" (alti elfi,elfi scuri ed elfi silvani),ognuna con la sua società ed i suoi stili di combattimento (elfi alti:milizie cittadine di picchieri ed arcieri,corpi d'elite di fanteria come i maestri di spada e i leoni bianchi cioè cacciatori d'elite/elfi scuri: milizia cittadina di picchieri e balestrieri,corpi d'elite di fanteria come le streghe elfe cioè cultiste del dio del piacere che combattono in preda ad un frenetico desiderio di morte/ elfi silvani: milizie di picchieri e soprattutto di arcieri,corpi d'elite di arcieri e danzatori di guerra cioè elfi che combattono con 2 armi secondo diversi stili).
Sui nani ed il fatto che non abbiano una società complessa,posso citarti i romanzi di Warhammer,dove essi sono divisi in tante roccaforti isolate,ognuna con le sue tradizioni,ognuna con i suoi artigiani, i suoi minatori, i suoi guerrieri,i suoi esploratori.Pensa altrimenti ai romanzi dei Forgotten Realms e soprattutto a quelli di Drizzt do Urden,dove il clan nanico dei Battlehammer è descritto con dovizia di particolari e ti sembra quasi di respirare la vita di questo clan costretto all'esilio. Ancora,pur non avendolo letto,mi hanno parlato molto bene della serie di Markus Heitz,dove sono i nani ad essere protagonisti.
In conclusione,non è vero che elfi e nani sono sempre la solita solfa e che sono privi di spessore,ma è anche vero che,se quando sono fatti in un certo modo piacciono di più,un motivo ci sarà.
Peraltro,sul tema delle razze viste in modo diverso dal solito,posso consigliarti la prima trilogia degli Orchi di Stann Nichols,dove sono proprio i pelleverde ad essere i protagonisti,contro i malvagi umani :unsure: .
Peraltro,sul tema delle razze viste in modo diverso dal solito,posso consigliarti la prima trilogia degli Orchi di Stann Nichols,dove sono proprio i pelleverde ad essere i protagonisti,contro i malvagi umani :unsure: .
a me il primo libro di quella saga non è piaciuto, mi aspettavo di più da questo ribaltone...
invece si seguono semplicemente gli stessi stereotipi di prima, solo che si scambiano semplicemente i nomi tra "buoni" e "cattivi" :unsure:
comunque quello a cui mi riferisco io è proprio queste riomanere attaccati a razze classiche e compagnia bella, quando eistono ottimi fantasy che tutta quella marmaglia non ce l'hanno. E poco cambia se ogni tanto si aggiunge qualche variante o si aggiunge un elfo stupratore.
MODERATOR MODE ON
Visto il tema della discussione, credo sia più adatta al Forte Orientale.
Sposto :unsure:
MODERATOR MODE OFF
Be, molta Sci-fi è ambientata in mondi paralleli, in un futuro lontano o su una Terra talmente diversa da come la conosciamo che può a buon diritto essere un mondo alternativo al nostro. Secondo me, perciò, non ha senso questa distinzioni tra "realismo di genere", perchè a questo punto un thriller dovrebbe essere il massimo del realismo possibile, e molte volte non è così. Tra fantasy e Sci-fi, invece, io ho percepito "più vera" la Terra di Mezzo, che il ciclo delle Fondazioni di Asimov. Come anche Westeros più della Terra di Mezzo (limitatamente a TLoR) e il ciclo di Dune superiore a tutti questi.
Qesta distinzione di "realismo di genere" può anche non esserci, ma è così che viene percepita dalla maggior parte delle persone.
Inoltre,il fatto stesso che la fantascienza abbia all'interno del suo nome -scienza,sta a significare che essa DEVE essere vincolata a certi criteri che il pubblico percepisce come più veri.Il che magari non è neanche vero,perchè magari un'opera come la Fondazione viene magari percepita come più lontana rispetto a,che so, ASOIAF.Però,il fatto stesso di dare le varie spiegazioni scientifiche (psicostoria,l'Impero galattico in decadenza,ecc) la rende...come dire...più appetibile.
Non dimenticare inoltre che,nella generica considerazione della fantasy come genere di serie B,pesa molto quello che è forse il suo elemento più caratteristico,cioè la magia.Giraci intorno quanto ti pare,ma ogni fantasy ha la sua dose di magia ed è proprio questa che spesso causa l'allontanamento della critica e del grande pubblico.
Almeno da noi[..]
Sulla magia, c'è poco da fare, è l'elemento fantastico per eccellenza. Ma che differenza c'è tra dire "io posso volare lanciando un incantesimo " (magia) e "io posso volare perchè riesco ad aumentare l'agitazione delle molecole del mio corpo tramite un impulso elettromagnetico con uno strumento da me inventato." (sci-fi)
A me sembrano esattamente la stessa cosa. Come in un contesto fantasy la verosimiglianza vuole lo sviluppo di una certa magia, così in un contesto Sci-fi ci dev'essere un'adeguato sviluppo della tecnologia scientifica. In entrambi i casi queste frasi risultano verosimili, possibili, se adeguatamente supportate da spiegazioni nei loro rispettivi ambiti, ma nel mondo reale sono false. Quindi dire il fantasy è "meno reale" della Sci-fi per me è sbagliato. Dovrebbe dirsi è "meno verosimile". Ma questa lacuna è dovuta agli scrittori non alla storia trattata o al fantasy in sè.
Elfi e nani rispecchiano quei criteri perchè l'influsso di Tolkien pesa ancora molto.[..]
Il che avviene,tra l'altro,perchè è finora la migliore sintesi e ricostruzione possibile di quei miti e quelle leggende nei quali elfi e nani erano il pane quotidiano.Penso alla letteratura finnica (Kalevala),scandinava (Edda) e anglosassone (Beowulf).In quei testi ci sono draghi,elfi (addirittura divisi tra elfi chiari ed elfi scuri) e nani.Bene,se oggi abbiamo elfi patiti dell'arco e nani montanari,è per via di questo sostrato culturale rielaborato da Tolkien.
Peraltro,quando dici che gli elfi non sono cacciatori e i nani non hanno una società complessa,commetti un errore.Non tutti i fantasy mantengono questi stereotipi.
Perchè per confutare il primo caso posso citarti lo stesso Silmarillion,[..]Ancora,Melnibonè,il decadente impero immaginato da Moorcock,[...]
Sui nani ed il fatto che non abbiano una società complessa,posso citarti i romanzi di Warhammer,[...]
In conclusione,non è vero che elfi e nani sono sempre la solita solfa e che sono privi di spessore,ma è anche vero che,se quando sono fatti in un certo modo piacciono di più,un motivo ci sarà.
Peraltro,sul tema delle razze viste in modo diverso dal solito,posso consigliarti la prima trilogia degli Orchi di Stann Nichols,dove sono proprio i pelleverde ad essere i protagonisti,contro i malvagi umani :unsure: .
Prendo appunti e mi segno Moorcock da leggere. A quanto sembra potrebbe interessarmi parecchio. :unsure: A proposito potresti dirmi da dove iniziare?
Ovviamente la mia era una semplificazione voluta e, fortunatamente, ci sono diversi scrittori che non ne fanno parte. :victory:
Comunque il punto centrale di quello che volevo dire era che una una storia non è reale perchè narra eventi reali, ma perchè narra eventi che potrebbero accadere in quel contesto. E quindi se il fantasy viene percepito come lettura poco reale, e declassata a serie B non è, imho, colpa della materia che tratta ma colpa degli scrittori (la maggior parte) che non rispettano quei vincoli di verosimiglianza che tutti gli altri generi si danno.
E' sempre molto difficile stabilire il grado di realismo di qualunque cosa. Ad esempio, nonostante il suo realismo, mi fa specie notare come, in Martin, la dimensione tempo venga trattata in modo disinvolto e non sappiamo come si chiamino i giorni della settimana o i mesi dell'anno (che non vengono mai menzionati).
Al contrario ci sono sempre riferimenti puntuali a giorni del mese, fasi lunari e distanze chilometriche in un'opera come "Joseph Andrews", che di realistico per altri versi ha poco. Quindi, restando nell'ambito delle Cronache, il trattamento delle scansioni cronologiche in Martin mi sembra lasci a desiderare.