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Realismo nel fantasy
S di Ser Balon Swann
creato il 07 maggio 2009

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Seetharaman Toral
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Inviato il 16 maggio 2009 13:20

quando leggo un fantasy mi basta che sia coerente con la sua ambientazione, non quella reale.

Questo ovviamente presume che l'ambientazione sia stata molto ben curata e non lasciata semplicemente allo sbando o in balia della fantasia del lettore, come per esempio nei libri della troisi (dato che è stata citata in questo topic, ma anche nella saga degli orchi di nicholls siam lì...)


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Ser Balon Swann
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Inviato il 16 maggio 2009 13:49 Autore
quando leggo un fantasy mi basta che sia coerente con la sua ambientazione, non quella reale.

 

la coerenza dell'ambientazione credo sia necessaria in ogni bel romanzo, che sia fantasy, storico, avventuroso, fantascientifico.

 

resta il fatto che in un romanzo storico/d'attualità, oltre che la coerenza, è necessario anche il realismo, l'attinenza alla realtà.


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Inviato il 16 maggio 2009 14:08

ma infatti ho detto "quando leggo un fantasy"...un romanzo storico o d'attualità che riporte date e fatti sbagliati, avvenimenti che violano leggi di fisica e logica magari può anche piacermi personalmente,ma non potrò mai dire che si tratta di un buon romanzo >_>


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Inviato il 16 maggio 2009 14:42
quando leggo un fantasy mi basta che sia coerente con la sua ambientazione, non quella reale.

 

la coerenza dell'ambientazione credo sia necessaria in ogni bel romanzo, che sia fantasy, storico, avventuroso, fantascientifico.

 

resta il fatto che in un romanzo storico/d'attualità, oltre che la coerenza, è necessario anche il realismo, l'attinenza alla realtà.

 

Non sempre. Anzi in molti romanzi storici ci sono invenzioni piuttosto grosse. Che poi sia preferibile una certa aderenza alla storia posso anche essere d'accordo, ma nei fatti non avviene così.

 

PS.: questa non è più una discussione da Forte Orientale?


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Inviato il 16 maggio 2009 15:14

Il Forte Orientale è per parlare di autori; discussioni sui generi vanno lí o in Approdo del Re (in passato, almeno una dovrebbe essere stata aperta in lí) >_>


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Ser Balon Swann
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Inviato il 16 maggio 2009 19:14 Autore
Non sempre. Anzi in molti romanzi storici ci sono invenzioni piuttosto grosse. Che poi sia preferibile una certa aderenza alla storia posso anche essere d'accordo, ma nei fatti non avviene così.

 

se sono "piuttosto" grosse (tipo Napoleone che vince a Waterloo) come romanzo storico solitamente sarà considerato pessimo, diventa una specie di fanta-storia tipo il Gladiatore.

se sono piccole libertà che l'autore si prende, tipo cambiare date o alcune azioni di qualche personaggio storico, pazienza.

rimane il fatto che solitamente l'autore le menziona alla fine/all'inizio del libro, il che significa che il lavoro di indagine l'ha fatto.

 

anche i romanzi thriller/spionaggio non è che possano permettersi di inventarsi Stati o situazioni politiche fuori di testa (La Repubblica Dominicana domina il mondo), e soprattutto e così via... altrimenti diventa fanta-politica alla James Bond.

Ad esempio, Le Carrè è molto serio, preparato e informato, Cussler si limita a scrivere cavolate.

E comunque nemmeno cussler può prescindere completamente da tecnologia, informazioni scientifiche eccetera.

 

 

nei fantasy non c'è indagine, nessun tipo di indagine in questi campi.

 

 

con questo non voglio dire che il fantasy o la fanta-storia o la fanta-politica siano generi inferiori, anzi spesso sono più belli e ben scritti di tanti romanzoni storici... resta il fatto che scrivendo un fantasy si glissa una serie di aspetti che in altri generi sono (o dovrebbero essere) un requisito fondamentale.

 

 

per questo il fantasy è generalmente considerato un genere di serie B, ritengo (a parte i grandi autori come tolkien o martin, che riescono, attraverso altri aspetti della scrittura come l'approfondimento psicologico, la complessità della trame, a cura dell'ambientazione, la potenza dei sentimenti, a risultare superiori alla maggior parte degli autori "realisti" in tali aspetti)


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Inviato il 16 maggio 2009 19:35

Il fantasy è considerato di serie B esattamente per questo motivo,cioè perchè "parla di cose che non esistono".La stessa scifi,ben più blasonata,affronta sovente questo medesimo ostracismo,tanto dal grande pubblico quanto dal mondo intellettuale.

Un altro motivo di questa scarsa considerazione (almeno da parte della critica) risiede inoltre nel fatto che si tratta di generi che nascono primariamente con un intento commerciale.Qualcuno dovrebbe forse ricordare a questi critici che Shakespeare scriveva proprio per guadagnarsi da vivere e che ha dato vita a veri e propri capolavori ,alcuni dei quali ormai diventati opere canoniche >_> ...


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Inviato il 16 maggio 2009 20:03
se sono "piuttosto" grosse (tipo Napoleone che vince a Waterloo) come romanzo storico solitamente sarà considerato pessimo, diventa una specie di fanta-storia tipo il Gladiatore.

 

Facciamo un'esempio. Nella serie "Emperor" di Conn Iggulden 95b1ded1c3b5e76d7058e735a32c67c8'95b1ded1c3b5e76d7058e735a32c67c8

Silla viene assassinato. Cosa che nella realtà non è mai avvenuta.

Eppure nonostante questo ho trovato la serie molto ben fatta e appassionante. Ma se vogliamo potrei citare Dumas. La storia della Maschera di Ferro per esempio è una corbelleria bella e buona, eppure non mi pare che Dumas venga considerato un pessimo scrittore.

 

nei fantasy non c'è indagine, nessun tipo di indagine in questi campi.

 

Questa è una supposizione.

 

Piuttosto direi che gli autori fantasy hanno la facoltà di forzare un po' di più questi dati reali, ma magari un certo lavoro di ricerca c'è.

 

per questo il fantasy è generalmente considerato un genere di serie B, ritengo

 

Questo avviene più che altro in Italia. Per quale motivo? Io credo perchè la cultura è considerata come qualcosa di elitario e anche moralistico (tutto ciò che inerisce a mafia, olocausto, impegno politico è ok).


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Inviato il 16 maggio 2009 20:51 Autore

Il romanzo di Conn Iggulden è un fantasy romanico, praticamente... e infatti è stato criticato per queste sue libertà eccessive (rapporti di parentela inventati tra cesare e bruto, ottaviano maestro della guerra...)

rimane comuqnue un libro piacevole, che ho letto con grande avidità

 

la maschera di ferro è diversa, l'argomento è il "sottobosco" della Storia, fatti non accertati che possono essere manipolati come si vuole.

 

resta il fatto che sia Conn che Dumas probabilemte hanno speso in biblioteca a cercare informazioni storiche molto più che paolini, o la troisi, o terry brooks.

 

 

Questa è una supposizione.

 

Piuttosto direi che gli autori fantasy hanno la facoltà di forzare un po' di più questi dati reali, ma magari un certo lavoro di ricerca c'è.

 

secondo me questo è negare l'evidenza... che dati reali storici e geografici e biografici avrebbe forzato martin? e tolkien?

 

uno scrittore fantasy prima di scrivere può anche studiarsi kant, la genetica dei peperoni e le sacre scritture dei fenici (lo può fare chiunque, anche uno scrittore di romanzi rosa)

 

resta il fatto che per scrivere un romanzo fantasy, non è necessario.

 

se vuoi, bene, il tuo romanzo fantasy acquisterà sicuramente un valore aggiunto, ma non è assolutamente necessario per scrivere un libro che si attesti in quella che è considerata la qualità "media" del genere.

 

Questo avviene più che altro in Italia. Per quale motivo? Io credo perchè la cultura è considerata come qualcosa di elitario e anche moralistico (tutto ciò che inerisce a mafia, olocausto, impegno politico è ok).

 

 

in tutto il mondo è così; nel resto del mondo ci sarà meno elitarismo nei confronti di mafia e olocausto, d'accordo, ma il fantasy rimane un genere di serie B, proprio perchè considerato "facile".

per scrivere un bel fantasy non è necessario praticamente nessun approfondimento nozionistico, proprio come i romanzi rosa alla moccia o gli horror. Infatti sono generi che lasciano spazio a teen-ager con in mano una bella trama e poco più.

 

N.B. mi riferisco al "genere": alcuni singoli fantasy (6-7, e questo comunque la dice lunga) sono considerati capolavori massimi della letteratura... è il genere di cui io parlo


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Inviato il 16 maggio 2009 21:12
resta il fatto che sia Conn che Dumas probabilemte hanno speso in biblioteca a cercare informazioni storiche molto più che paolini, o la troisi, o terry brooks.

 

Diciamo che è molto probabile.

 

secondo me questo è negare l'evidenza... che dati reali storici e geografici e biografici avrebbe forzato martin? e tolkien?

 

Allora Martin dice che la sua saga è di ambientazione medievale, però ci presenta eserciti con 50-60000 uomini se non di più (Renly 100000 mi pare). Se le Cronache non fossero un fantasy ma sarebbero un romanzo sulla battaglia di Legnano, sarebbe ridicolo. Questo non toglie però che delle ricerche Martin le abbia fatte. Non lo ha detto lui stesso che prende ispirazione da fatti storici? Tutti sappiamo della Guerra delle Due Rose. Ma abbiamo segnalato anche altri spunti.

 

Quindi sia un romanziere storico che uno fantasy possono dedicare ugual tempo a delle ricerche, ma poi sarà il modo in cui queste saranno utilizzate a essere diverso.

 

resta il fatto che per scrivere un romanzo fantasy, non è necessario.

 

Sicuro. Questo non lo nego.

 

in tutto il mondo è così; nel resto del mondo ci sarà meno elitarismo nei confronti di mafia e olocausto, d'accordo, ma il fantasy rimane un genere di serie B, proprio perchè considerato "facile".

 

Quali sarebbero i generi di serie A?

 

Il giallo no, il thriller nemmeno. l'horror? Neanche a parlarne. Fantascienza? Così, così. Solo il drammone?

 

A me pare che il pregiudizio di genere sia una prerogativa molto italiana. Per esempio anche il fumetto è tenuto molto in considerazione all'estero. Da noi è roba da ragazzini.


 

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Inviato il 16 maggio 2009 21:33 Autore
Quindi sia un romanziere storico che uno fantasy possono dedicare ugual tempo a delle ricerche, ma poi sarà il modo in cui queste saranno utilizzate a essere diverso.

 

un romanziere fantasy può anche dedicarci tutta la vita, a ricerche storiche e linguistiche e mitologiche (come ha fatto tolkien)... ma per scrivere un fantasy "medio" non è necessario, a quanto pare (mi baso sul fatto che la maggior parte dei fantasy considerati medio-buon livello non recano traccia di questi approfondimenti, vedi hp, brooks, paolini, troisi, dragonlance, la stessa torre nera)

 

 

Quali sarebbero i generi di serie A?

 

beh, che io sappia gli scrittori fantasy non vincono spesso nobel o un pulitzer... così come i cine-panettoni e gli horror vanno maluccio agli oscar.

 

comunque: se dovessi dire quali sono i generi di serie A dello scorso secolo direi sicuramente i romanzi di attualità, più che altro basati sull'introspezione... john fante, kerouac, hemingway, garcia marquez, allende... mentre per il secolo prima sicuramente il romanzo storico.

 

chissà, forse questo sarà il secolo del fantasy, le premesse ci sarebbero anche, però secondo me deve ancora fare un salto di qualità, e quel salto è proprio l'attingere, l'ispirarsi ad altri "campi" della realtà come hanno fatto tolkien e martin


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Inviato il 17 maggio 2009 13:43

Il fantasy è considerato di serie B esattamente per questo motivo,cioè perchè "parla di cose che non esistono".La stessa scifi,ben più blasonata,affronta sovente questo medesimo ostracismo,tanto dal grande pubblico quanto dal mondo intellettuale...

la "fortuna" della fantascienza è quello di aver avuto praticamente fin da subito due diversi filoni, quello di puro "intrattenimento" e quello "riflessivo", sicchè anche chi non è amante del genere e conosce solo di nome gli autori più conosciuti, sa che non si tratta solo di cagatelle. Ed spessissimo anche libri di successo di fantascienza con molta azione hanno anche un bel carico di spunti, riflessioni e compagnia bella all'interno.

 

Nel fantasy purtroppo ancora libri del genere sono molto pochi, o se ne pubblicano molti pochi.

Quando vado in giro in internet in cerca di trame, se spulcio il settore fantascienza trovo molti libri che non sono mazzata e basta, nel fantasy invece è difficilissimo trovarne uo che sembri diverso.

E' la stessa storia dei thriller, trovarne uno che sia effettivamente diverso dagli altri è un'impresa titanica.

Con questo non intendo che in questi generi scarseggino le buone letture, scarseggiano quelle definirei con quel qualcosa in più che le farebbe svettare.

Ultimamente poi il fantasy, essendo comunque un genere facile (volendo scrivere schifezze, è più facile scrivere una scmenza fantasy che una scemenza storica o drammatica) è invaso dalle cose più ignobili che mi sia capitato di vedere :unsure:


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Inviato il 17 maggio 2009 14:50

In realtà la scifi,più che avere due filoni distinti,ha sempre presentato in sè caratteristiche tali da generare,nel mezzo di opere magari scritte per motivi onestamente commerciali, spunti di riflessione superiori a quelli della stessa narrativa mainstream. Come dici tu,anche un libro che magari presenta molta azione,può contenere idee che finiscono poi per rivoluzionare un'epoca.Pensa a "Neuromante",una storia tutto sommato di tipo thriller-azione con pesanti innesti della nascente cultura informatica:ha dato vita non solo al genere letterario cyberpunk,ma anche influenzato tutta una generazione di scrittori,registi,semplici utenti della Rete.

 

Io credo che il motivo principale di questa differenza rispetto al fantasy stia proprio nella caratteristica precipua della scifi,cioè il suo "dover" spiegare razionalmente il mondo creato dallo scrittore di turno.Nel "Rivan Codex",il noto autore fantasy David Eddings dice che la fantasy è superiore alla scifi perchè lo scrittore fantasy non deve preoccuparsi di motivare scientificamente quello che scrive.Io credo che abbia ragione solo in parte. E' vero che Tolkien non è obbligato a spiegare come faccia Smaug a volare ,ma è anche vero che il mondo subcreato da uno scrittore fantasy deve avere una sua coerenza interna.In soldoni,se Tolkien dice che gli elfi combattono di preferenza con l'arco,poi mi deve spiegare perchè magari uno di loro se ne andrà in giro con un'alabarda spaziale, per fare un banale esempio (e sono grato a Tolkien perchè non ha messo un tale personaggio,sebbene Gil Galad possa accostarvisi :unsure: ).

 

Il problema però è che, per quanta coerenza interna possieda un'opera fantasy,il fatto stesso di essere ambientata in un mondo che non è il nostro la priva di quell'impatto che un'opera di scifi invece possiede.E questo perchè,giusto o sbagliato che appaia ai nostri occhi,l'opera di scifi viene percepita come "più vera" dell'altra.E siccome viene percepita come "più vera",di conseguenza siamo più pronti a captarne i messaggi.Nel fantasy,quando non vi sia dietro uno scrittore con le sfere cubiche,questo è più difficile, perchè la maggior parte delle persone non è in grado di andare oltre il "ah,questa è un'opera fantasy,quindi ambientata in un mondo non reale,vabbè leggiamola tanto per divertirci un po'".

 

Non è un caso se,quando parlo coi clienti della mia libreria di autori di qualità,nella fantasy mi citano pochi nomi (Tolkien, Martin, Moorcock, Ende, Jordan) mentre invece si farebbe notte a parlare di quelli di scifi (Asimov,Van Vogt, Bradbury, Heinlein, Shiel, Gibson, Sterling, Le Guin, Pohl, Turtledove, Dick, Lem,ecc ecc).


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Inviato il 17 maggio 2009 16:42

 

 

Il problema però è che, per quanta coerenza interna possieda un'opera fantasy,il fatto stesso di essere ambientata in un mondo che non è il nostro la priva di quell'impatto che un'opera di scifi invece possiede.E questo perchè,giusto o sbagliato che appaia ai nostri occhi,l'opera di scifi viene percepita come "più vera" dell'altra.E siccome viene percepita come "più vera",di conseguenza siamo più pronti a captarne i messaggi.

 

Un problema che da lettrice ho io col fantasy è proprio l'approccio chemolti degli autori pubblicati hanno col genere stesso: molte avventura, mazzate, narrazione, praticamente intrattenimento e basta.

Il fantasy lo trovo ancora troppo legato ai "modelli", incatenato nei canoni. Non lo ritengo ancora un genere completamente maturato.

Nella maggioranza dei fantasy c'è qualcuno che compie un "viaggio", qualcuno che viene alle mani con qualcuno, qualcuno che cerca qualche oggetto o qualche eletto.

E' ancora un genere troppo ristretto, speriamo di non dover aspettare troppo affinchè cresca.


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Inviato il 17 maggio 2009 17:24

Il problema però è che, per quanta coerenza interna possieda un'opera fantasy,il fatto stesso di essere ambientata in un mondo che non è il nostro la priva di quell'impatto che un'opera di scifi invece possiede.E questo perchè,giusto o sbagliato che appaia ai nostri occhi,l'opera di scifi viene percepita come "più vera" dell'altra.E siccome viene percepita come "più vera",di conseguenza siamo più pronti a captarne i messaggi.

 

Be, molta Sci-fi è ambientata in mondi paralleli, in un futuro lontano o su una Terra talmente diversa da come la conosciamo che può a buon diritto essere un mondo alternativo al nostro. Secondo me, perciò, non ha senso questa distinzioni tra "realismo di genere", perchè a questo punto un thriller dovrebbe essere il massimo del realismo possibile, e molte volte non è così. Tra fantasy e Sci-fi, invece, io ho percepito "più vera" la Terra di Mezzo, che il ciclo delle Fondazioni di Asimov. Come anche Westeros più della Terra di Mezzo (limitatamente a TLoR) e il ciclo di Dune superiore a tutti questi.

 

Come dice Seetharaman Toral

Il fantasy lo trovo ancora troppo legato ai "modelli", incatenato nei canoni. Non lo ritengo ancora un genere completamente maturato.

Nella maggioranza dei fantasy c'è qualcuno che compie un "viaggio", qualcuno che viene alle mani con qualcuno, qualcuno che cerca qualche oggetto o qualche eletto.

E' ancora un genere troppo ristretto, speriamo di non dover aspettare troppo affinchè cresca.

Concordo.

Il problema del realismo credo dipenda solo dagli autori e dalle storie che vogliono raccontare. Dalla capacità che hanno di distaccarsi dai modelli a cui fanno riferimento, da precise scelte narrative.

 

Per esempio io mi sono sempre chiesto perchè nel fantasy classico tutti gli elfi adoperino gli archi, siano ottimi guerrieri, maghi, sacerdoti ma non siano cacciatori, nessuno di loro sia un semplice fornaio o unagricoltore. Tutti i nani vivono sotto le montagne e sono dei fabbri ma non hanno una struttura sociale complessa con una divisione dei compiti, ecc. Insomma è anche per pigrizia che, imho, un mondo fantasy classico non è reale. :unsure:


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