Ciao a tutti!
certo qua ci sono appassionati di Martin e fantasy di ogni genere, ma la fantascienza?
Io ci sto facendo la tesi di laurea, e sarebbe bello poter inserire all' interno una specie di questionario, su come viene letta la fantascienza...(e cosa la differenzia dal fantasy, in positivo e in negativo..)
In pratica, secondo voi, è solo letteratura di evasione, o può esserci un fondamento sociologico in essa?Questa è la domanda che mi pongo nel mio lavoro, e se qualcuno ha voglia di aiutarmi lasciando il suo pensiero e la sua esperienza, mi farebbe molto piacere!
Grazie a tutti!
Arya
Credo che non ti potrò essere di molto aiuto :shock:
decisamente la fantascienza non è il mio genere...anzi nutro per lei un'avversione "a pelle". La cosa più vicina alla fantascienza che ho letto sono alcuni libri della saga di Darkover, ma appunto mi hanno lasciato decisamente l'amaro in bocca (per quanto io adori la zimmer bradley)
Personalmente ritengo che la fantascienza affascini per l'innato desiderio dell'uomo di esplorare sempre mondi nuovi. Ergo: terminata l'esplorazione della terra c'è l'universo, dove puoi scriverci quello che vuoi. Sempre fantasia, certo...ma rivolta al futuro (mentre tendenzialmente il fantasy ha sempre o quasi un'ambientazione in stile medievale). Forse è per questo che tra i due generi opto per il secondo...sono una sporca classicista, non mi piace la tecnologia e adoro il passato.
In bocca al lupo per la tesi in ogni caso :shock:
Personalmente ho letto poco di fantascienza: qualche racconto di Isaac Asimov, "La via della croce e del drago" dello zio Martine e poco altro.
Mi piace molto il filone cinematografico della fantascienza, sono un fanatico di Stargate SG-1, Star Trek: Enterprise e del magnifico Star Wars, di George Lucas.
Io vedo la fantascienza come i "nuovi" viaggi di Gulliver o come Robinson Crusoe ambientato nello spazio.
La tematica dell'esplorazione è da sempre una delle preferite dal pubblico di tutti i tempi, la passione e l'attrazione per l'ignoto, le possibilità di conoscere nuove e straordinarie culture.
Credo che la fantascienza sia molto apprezzata perchè non parla di cose conosciute o di cose affini al nostro passato, ma si presenta come un gioco di immaginazione che ci permette di liberare la mente e di fanatsticare deliberatamente sull'aspetto degli alieni o sul futuro dell'universo.
Un po' come l'Africa prima delle esplorazioni: si credeva fosse abitata da animali mitologici e da strane creature con le ali e la coda.
L'ignoto ci permette di favoleggiare senza essere criticati per un nostro eccessivo volo di fantasia.
io amo la fantascienza, la amo da quando mi misero in mano un libro di asimov. che posso dirti? direi che ci sono 2 tipi di fantascienza: quella di evasione (star wars, o star trek, per citare la tv, oppure il ciclo di Ilium, per rimanere nei libri), e poi esista la fantascienza più alta, quella del ciclo delle fondazioni di Asimov, per capirci, oppure quella di dune. la caratteristica di questa fantascienza più alta è principalmente quella di risultare a tratti terribilmente complessa, e a volta può accadere anche in quella di pura evasione (ilium al proposito è illuminante). e qst, direi, è la differenza principale col fantasy: non esiste un fantasy troppo complicato, o meglio, esiste in rari casi (martin, o ericksson, per dire i recenti), ma cmq rimane confinata nella pura evasione, principalmente forse perchè tratta un balzo nel "passato", in ambientazioni medievaleggianti. la sci-fi invece è proiettata al futuro, quindi per uno scrittore è facile ipotizzare futuri sviluppi sociali, magari azzeccandoci anche. e la complessità che ne consegue è tanto più alta quanto più ardita è l'ipotesi sociale di partenza. per esempio, in Dune l'idea di una civiltà neo-feudale splamata sulla galassia ha obbligato herbert, già nel primo volume che è quasi pura evasione, a creare piani nei piani nei piani, per reggere la trama di un intrigo di certe dimensioni e renderlo coerente con la struttura sociale scelta, inserendoci anche un fortissimo elemento religioso. nel ciclo delle fondazioni asimov, creando la psico-storia, ha dovuto immaginare sviluppi sociali coerenti, che hanno complicato una trama di per sè non proprio complessa.
In pratica, secondo voi, è solo letteratura di evasione, o può esserci un fondamento sociologico in essa?
può esserci? C'è eccome!
La vera fantascienza nasce proprio come sondaggio sulle possibilità umane in altri contesti, più o meno reali, più o meno ideali. E non parlo solo di Platone e di Tommaso Moro: pensa a Wells, pensa soprattutto a Orwell e Huxley. Quella è la matrice di tutta la fantascienza.
A differenza della Fantasy, purtroppo nel bene o nel male profondamente legata alla sua origine pulp, popolare, e quindi di intrattenimento a livello più o meno basso (unica eccezione, Tolkien, che probabilmente avrebbe maltollerato la stessa definizione per le proprie opere: lui fa mitopoiesi, per quanto fantastica), la SF nasce profondamente ancorata alle speculazioni filosofiche. Poi si è molto differenziata, soprattutto quando il miraggio della rapida evoluzione tecnologica del secolo scorso ha fatto sì che le domande sui possibili esiti dello sviluppo della nostra società si spostassero giocoforza anche sull'immaginazione delle concrete possibilità offerte dalla tecnologia, e quindi non più le fantasie di Verne.
Sostanzialmente i tre filoni più nobili di interrogativi che la SF si pone sono:
-che futuro per una società X, date le premesse Y e un lasso di tempo Z?
-che impatto sociale, economico, culturale e psicologico deriva da un dato sviluppo tecnologico e scientifico? (iper-informatizzazione, tecnologie aerospaziali iperavanzate, costruzione di IA etc; ma anche domande più complesse, come la messa alla prova della tenuta della teoria della relatività e l'impatto su una società se davvero si potessero raggiungere velocità relativistiche).
-che impatto sociale, economico, culturale e psicologico deriverebbe dall'interazione con l'Alieno?
Va da se che questi tre quesiti fondamentali si intersecano tra loro in maniera assai profonda, dando origine ad altre domande ancora più complesse e dai contorni sfumati.
E' anche vero che come per tutti i generi letterari complessi (e la SF è tra i più complessi e variegati), esistono le facili derive narrative di puro intrattenimento. Ma non nasce con questa prospettiva, anche se la Space Opera è diventata una forma tipica e di alto intrattenimento delle sue derive.
E anche nei casi di space opera più conclamata e commerciale, come ad esempio il caso di Star Trek, non è affatto detto che non abbia addentellati di tipo culturale: proprio in questi giorni è uscito in libreria (solo in inglese, deve ancora essere tradotto) un libro composto di nove saggi di filosofi e scienziati, che si intitola "philosophy in star trek", che sonda i più profondi interrogativi posti dalla serie legandoli alle più recenti acquisizioni della meditazione, e non si tratta a volte di problemi oziosi.
Infine, la SF è stata usata da veri e propri scrittori-scienziati come forma di divulgazione e anche di dialogo tra scienza e immaginario. Non alludo solo ad Aasimov, che tutto sommato è più uno scrittore (e neanche tanto bravo, per i miei standard attuali) che altro, ma soprattutto ad Arthur C. Clarke, che commenta i suoi stessi libri dichiarando gli articoli scientifici da cui trae determinate ipotesi e speculazioni. La SF dialoga profondamente con la scienza. Inutile aggiungere che uno dei miei scrittori preferiti, David Brin, è uno scienziato della NASA e un astrofisico di professione. D'accordo, lo sarebbe anche la troisi, ma stendiamo un velo... :shock:
Insomma, la SF è definitely un genere letterario alto e dalle profonde implicazioni.
Se interessa un discorso di questo tipo, posso provare a mettere in campo tutte le mie (limitate) competenze in materia. Un giorno mi piacerebbe scriverne qualcosa, en passant. :shock:
Ho letto asimov, non tutto ma quasi.
Io suoi sono libri di fantascienza perché ambientati in un futuro lontano da noi, ma sono dei e veri propri di libri di sociologia e politica.
In essi si trovano confronti tra usi e costumi di personaggi di mondi differenti, confronti su idee e modi di vedere la vita molti differenti.
Addirittura mi sento di dire che nei suoi si possono trovare mentalità molto futuriste per così dire e anche alcune mentalità ottocentesche o ancora più antiche.
Specie nei primi libri in cui si parla tantissimo di vita, morte, eutanasia, allungamento artificiale della vita, controllo e non controllo delle nascite si vede benissimo l'aspetto sociologico.
Per certi versi asimov è anche educativo :shock:
Futuriste cioè proiettate nel futuro, o futuriste nel senso di guerrafandaie?
Futuriste nel senso di proiettate nel futuro o cmq distanti dal modo di pensare attuale.
Che l'aggettivo Futurista stesse per guerrafondaio non l'avevo mai sentito se devo essere sincero (o forse non ricordo di averlo sentito).
Da dove deriva?
sotto il profilo del puntiglio lessicale, ha ragione Snowmane.
Se intendi "proiettate nel futuro", allora devi usare l'aggettivo "futuristiche" o "futuribili".
"Futurista" è invece solo ciò che concerne il Futurismo. E il Futurismo, a prescindere dal contenuto artistico della corrente, è noto per avere inneggiato in alcune sue espressioni estreme ad azione, ardimento e quindi anche bellicosità, affermazione vitale attraverso la violenza, ed è noto quanto simili declinazioni del Futurismo abbiano influenzato ambienti più o meno fascisti e comunque bellicisti.
Ecco, concordo che la cosa poteva essere espressa in maniera un po' più esplicita... :stralol:
Il movimento futurista era un movimento artisico e letterario che però aveva anche un riscontro politico.
L'arte futurista è caratterizzata da movimento frenetico, immagini incredibilmente caotiche e si sviluppa intorno agli anni 20. Un esponente di spicco era Boccioni (la statua sui 20 cent. è sua).
La letteratura futurista era invece caratterizzata da estrema semplicità del liguaggio, scompaiono le rime, scompaiono avverbi, aggettivi, punteggiatura, si fa ampio uso di onomatopee (bum, ciak, sbang...).
Ne sono esempi le tavole parolibere (le cui parole si dispongono a formare un'immagine), la poesi "Bombardamento" di Filippo Tommaso Marinetti.
A livello intellettuale erano persone che sostenevano l'industrializzazione e nel progresso, che credevano che la guerra fosse un modo utile per pulire la società dai reietti e dalla feccia, erano interventisti e nazionalisti. Erano guerrafondai e vennero elogiati dal fascismo. Grandi esponenti del movimento Futurista erano Filippo Tommaso Marinetti, Papini e Fortunato Depero.
Certo la fantascienza, essendo un genere che include tra le sue file una serie infinita di sottoprodotti, può ricondurre le sue origini "alte" alla letteratura utopista o ad autori del calibro di Swift, di Poe, della Shelley,di Verne, Wells, Huxley...
Ma può anche essere circoscritta alla semplice space opera, con la terminologia western e l'ideale dell'uomo moderno, ariano, che conquista e spacca l'universo..
Quello che non voglio però è buttare tutto in un caldo minestrone che ha della saccenza, ma poco contenuto..
Quello che mi interessa è la funzione critica e saggistica dello strumento narrativo.
La FS nasce soprattutto per un clima di razionalismo e postivismo che la circondava, nasce anche nell'america travolta dalla prima guerra mondiale, come tentativo ultimo di rilanciare quel sogno americano di fine secolo, oramai svanito..
Nasce per il senso di sconfitta dell'uomo moderno, per la sua incapacità di stare al passo con il progresso tecnologico, l'industrializzazione, la crescita demografica...
Asimov si inserisce in questo contesto, certo non è tra i più geniali, non certo ai livelli di Orwell, di Huxley, e non profondo come la Le Guin,ma egli si affaccia sul sentiero fantascientifico appena 18enne e ci resta fino alla fine della sua vita.
E in questo lungo periodo subisce la metamorfosi, Da Homo Sol e Nemesis, dove gli umani si rivelano superiori( o più adattati) a qualsiasi creatura aliena, ai robot positronici,alla Fondazione,dove l'uomo riesce quasi a sconfiggere se stesso, all'ultimo romanzo, Fondazione Anno Zero, pieno di pathos ma scarno di fs...
Quello che ha sempre dichiarato egli stesso è la funzione pedagogica della fantascienza, un metodo di approccio alla scienza per i giovani (divulgazione scientifica alla Verne..), quello che nemmeno lui si è visto addosso è la sua trasformazione, attraverso i suoi personaggi, del clima storico vissuto e del suo modo di percepirlo...
Così la psicostoria all'inizio è all'inizio una scienza capace di "prevedere il futuro", ovvero di analizzare il comportamento della massa umana tramite calcoli matematici, poi diventa fallace, puramente statistica, e alla fine viene abbandonata per scelte superiori, l'unione dei mondi.
Così la concezione di potere,all'inizio infallibile, audace, centralizzato nelle mani dell'imperatore, poi il crollo, la sua conseguente decentralizzazione, e il suo effetto tramite il controllo, il grande occhio della seconda fondazione...
Così gli esperimenti eugenetici, baluardo degli spaziali, che diventano disumanizzanti e delittuosi( certo un omaggio a brave new word) nel meraviglioso Il sole nudo...
Asimov non è solo uno scrittore, ma un filosofo della storia, e di diritto si colloca tra i più importanti nell'evoluzione del genere, grazie alla sua capacità di toccare tutte o quasi le problematiche evidenziate dalla nascita della sf fino ad oggi.
...
Quello che mi propongo di fare non è solo spiegare tutto questo, ma dare alle sfaccetature del genere, un percorso di ricerca, che parte non dal p.v. accademico standard, ma dai lettori di fs, quello che la lettura sprona per la riflessione, per l'autocritica della nostra società, per l'impatto che essa può dare.
Grazie a tutti
Arya_
Forse si legge la Fantascenza per avere uno scorcio divertente di come potrebbe diventare il mondo fra 40, 50, 100 anni, immaginando che piega possa prendere la clonazione o l'evoluzione della tecnologia nucleare.
Forse leggiamo fantascenza per ricordare a noi stessi che il dittatoriale Impero Galattico non è poi così assurdo (ricalca perfettamente la storia del partito nazista) o che la degenerazione di alcune tecnologie può portare a disastri come nel "Pianeta delle Scimmia".
La fantascienza è sicuramente riflessione sulla condizione umana, solo che molti vogliono trattare di temi attuali e caldi avendo allo stesso tempo un periodo di evasione dal mondo frenetico.
E' una letteratura che insegna ma che diverte allo stesso tempo.
Quello che mi propongo di fare non è solo spiegare tutto questo, ma dare alle sfaccetature del genere, un percorso di ricerca, che parte non dal p.v. accademico standard, ma dai lettori di fs, quello che la lettura sprona per la riflessione, per l'autocritica della nostra società, per l'impatto che essa può dare.
Grazie a tutti
Arya_
secondo me, se intendi affrontare la tua tesi in questo modo, allora dovresti stilare un questionario da risolvere come indagine sociologica. Prelevare un campione di x lettori, e propinare loro il test, poi trarne un consuntivo.
Ho una curiosità: ti interessi di SF per una tesi di letteratura straniera? per una tesi in DAMS? oppure in sociologia? o che altro? :stralol:
Ho già fatto ricerche di questo tipo, ma volevo cambiare l'approccio standard, non un questionario, ma opinioni libere sull'argomento, attraverso uno strumento relativamente nuovo ma ancora poco utilizzato per certi scopi, se non altro...e vedere come funziona. il forum come un focus group "alternativo", insomma...
Cmq è solo una parte( e solo ancora nella mia testa) della mia tesi, dipende dal risultato ovviamente...
Per il resto mi propongo di spiegare e analizzare 2 aspetti del ciclo della Fondazione.La psicostoria come scienza matematica parallela alla teoria dei giochi, e il ruolo del potere nell'impero galattico, riprendendo l'immenso lavoro a riguardo di Foucalt.
E mi laureo in una misera triennale di scienze politiche, a dire il vero, ma ho un relatore, per fortuna, abbastanza aperto!