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Il sangue dei vinti
M di Morgil
creato il 21 marzo 2008

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Morgil
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Inviato il 21 marzo 2008 12:06 Autore

è un argomento di cui nessuno vuol parlare,di cui si trovano pochi libri e di cui quel poco che sò lo sò per bocca di mio nonno che ha vissuto il ritorno dalla jugoslavia dei partigiani di Tito e della discesa per lo stivale tra brigate nere e criminali spacciati per partigiani e partigiani che andavano per le spiccie.

 

leggendo il libro di Panza "Sconosciuto 1945"sono venuto a sapere cose che nn immaginavo minimamente pur avendo studiato storia all'università ed essendo di questa materia grande appassionato.

 

quello che mi chedo io è il perchè di tutto questo silenzio,e perchè come nel caso di Pansa quando qualcuno prova a parlare tentano in tutti i modi di chiudergli la bocca?Non sarebbe il caso a distanza di oltre 60 anni di fare luce su una pagina di storia che ancora ci divide e ci tormenta?


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sharingan
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Inviato il 21 marzo 2008 12:42

Riguardo alla guerra civile io credo che ci siano soprattutto responsabilità politiche. All'epoca il Partito Comunista stava al Governo e quindi si procedette a nascondere questo evento. Anche la DC tuttavia non mosse un dito forse per mantenere buoni rapporti con Tito. Non dimentichiamo inoltre che a livello internazionale Tito faceva era utile perchè era sì comunista ma non-allineato all'URSS e quindi faceva comodo alle potenze occidentali.

Poi la Resistenza era e a volte rimane un ottimo strumento di propaganda da parte di fazioni politiche dell'una e dell'altra parte. Basta vedere le manifestazioni per la Liberazione che, invece di essere una festa nazionale, è diventata un momento di divisione. Questa è una grave responsabilità della sinistra che per anni ha prosperato su questo evento. Evidenziare i punti oscuri della guerra partigiana non significa negare la validità organica di questo movimento ma solo dare una visione più ampia e veritiera dei fatti. E i fatti sono che in Italia si combattè una guerra civile. Punto. Nessuno mette in discussione che i partigiani avessero ragione, solo che bisogna evidenziare anche i tratti negativi e gli errori commessi dai singoli. E nella questione delle foibe ci fu un violento movimento anti-italiano da parte dei titini. Questo dovrebbe trovare tutti d'accordo ma purtroppo c'è chi ancora si riconosce nell'ideologia e non nello stato-nazione. Eroe è colui che lotta per quest'ideologia, non colui che si batte per lo Stato in generale. Credere ancora adesso che a Cuba si viva bene e che non ci sono perseguitati politici significa rinunciare a priori alla verità. E così vale anche per le foibe.

Certo ignobile, a mio modo di vedere, anche la strumentalizzazione fatta da una parte della destra che cerca tramite la questione-foibe di ''depenalizzare'' i crimini del fascismo e di usare queste armi anche per l'attuale propaganda politica. Non a caso la fiction sulle foibe è uscita sulla Rai quando questa era in mano al centrodestra. Anche questo un tentativo di propaganda del tutto simile a quello fatto dalla sinistra.

Si cerca insomma in tutti i modi di giustificare la propria posizione politica presente evocando i fatti del passato.

Nel caso di Pansa lo scandalo viene perchè Pansa è di sinistra e in una certa ala della sinistra queste svolte non sono ammesse, come non è ammesso candidare imprenditori, avere delle convinzioni religiose o prendersi un tè alla Casa Bianca(salvo poi eccezioni quando ti offrono un posto alla Presidenza della Camera).


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Inviato il 21 marzo 2008 13:19

Riguardo ai crimini di guerra, io tendo a essere estremamente comprensivo (non che li giustifichi, però li trovo psicologicamente spiegabili)

 

 

insomma, immaginate di dover andare all'assalto di un postazione nemica... il blocco allo stomaco prima dell'assalto, le preghiere, i ricordi... e poi via di corsa, le pallottole che ti fischiano intorno, il tuo migliore amico che cade ucciso...

 

adrenalina a mille, valori ormonali completamente sballati... forse anch'io sparerei al nemico che si è arreso.

 

Stesso discorso per i partigiani di Tito... mi hanno rubato la casa, mi hanno ucciso la sorella, vivo nel costante terrore che mi piombino addoso le SS... rabbia costante, terrore costante, l'esaltazione e lo follia che deriva dall'entrare in un villaggio nemico (magari mezzi ubriachi)...

 

forse anch'io avrei fatto quello che hanno fatto

 

 

 

Per questi motivi io biasimo chi provoca le guerre, non chi le combatte


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sharingan
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Inviato il 21 marzo 2008 14:46
adrenalina a mille, valori ormonali completamente sballati... forse anch'io sparerei al nemico che si è arreso.

 

Ma non si è trattato solo di questo. Ci sono state esecuzioni per rivalità personali, gente uccisa perchè non comunista, preti, sospetti collaborazionisti, stupri, uccisioni di bambini, partigiani di diversa fazione politica etc... In linea di massima anche io ritengo che una certa forma di rappresaglia sia psicologicamente comprensibile ma verso il nemico non verso il popolano inerte. Questo mi sembra andare un po' oltre... ripeto non significa mettere in discussione la Resistenza ma i singoli casi di crudeltà vanno censurati e quando questi casi sono ripetuti vanno accertate le responsabilità politiche.

 

Stesso discorso per i partigiani di Tito... mi hanno rubato la casa, mi hanno ucciso la sorella, vivo nel costante terrore che mi piombino addoso le SS... rabbia costante, terrore costante, l'esaltazione e lo follia che deriva dall'entrare in un villaggio nemico (magari mezzi ubriachi)...

 

Tito voleva conquistare un pezzo di terra in più. Così ha fomentato un odio anti-italiano per approfittare. Quello che è successo è la replica di ciò che ha fatto Hitler con gli ebrei. Tito l'ha fatto con gli italiani. Gli italiani ammazzati nelle foibe non c'entrano nulla con le SS.


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
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Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
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Inviato il 21 marzo 2008 15:04
Tito voleva conquistare un pezzo di terra in più. Così ha fomentato un odio anti-italiano per approfittare. Quello che è successo è la replica di ciò che ha fatto Hitler con gli ebrei. Tito l'ha fatto con gli italiani. Gli italiani ammazzati nelle foibe non c'entrano nulla con le SS.

 

dicevo, per un partigiano iugoslavo il terrore di essere fucilato da Ss o ustascia croati o chi per loro era costante... e certo le vittime delle foibe non appogiavano i partigiani di Tito, per non dire (e infatti non lo dico) che sostenessero le SS e gli Ustascia

 

Quello che bisogna capire è che in guerra non ci sono "terre di nessuno"... il barcamenarsi, l'essere neutrali, il cercare di "rimanerne fuori" può essere una tecnica di sopravvivenza, ma non da assolutamente garanzie.

 

In guerra, e nella guerra civile in special modo, vale il "O sei con me oppure sei contro di me"

 

Il fatto che tu, civile italiano, non sia fascista, non simpatizzi per SS e compagnia, non abbia mai fatto male ad una mosca, è del tutto indifferente. Se non sei stato con me, allora eri contro di me.

 

 

La guerra è una cosa orribile, ma una volta cominciata segue le sue regole, ed è inutile star lì a recriminare sui partigiani che fucilano i popolani.

 

Io credo che la guerra non si debba proprio cominciare, e chi la provoca è un immenso criminale... ma una volta cominciata, ripeto, ogni umana decenza (può) andare a farsi benedire.

Le regole cambiano, in sostanza.

 

Quindi l'unico modo per essere sicuri di sopravvivere a una guerra è fare fagotto e traferirsi in Kansas, e non barcamenarsi tra ustascia, SS, partigiani rossi e compagnia.


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Inviato il 21 marzo 2008 16:40

 

 

Tito voleva conquistare un pezzo di terra in più. Così ha fomentato un odio anti-italiano per approfittare. Quello che è successo è la replica di ciò che ha fatto Hitler con gli ebrei. Tito l'ha fatto con gli italiani. Gli italiani ammazzati nelle foibe non c'entrano nulla con le SS.

 

Diciamo che i partigiani titini avevano anche altre motivazioni...gli italiani in Jugoslavia hanno fatto peggio dei nazisti, cercando anche di italianizzare la regione con la forza, quindi il sentimento antiitaliano nella regione era molto forte e le foibe, se non una giustificazione, almeno una motivazione storica la trovano.


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Inviato il 21 marzo 2008 16:52

Arkantos, ti dico una cosa, sicuramente banale, ma che si tende a dimentticare: la storia la scrive chi vince.

Io ho letto un libro di Pansa, IL SANGUE DEI VINTI mi pare, e ti dirò, ho letto cose che sapevo già, se come mè ti piace la storia, non seguire i libri più del dovuto, chiedi mai "nonni" o comunque a persone anziane; o meglio, fai tu delle ricerche. Io ne ho fatte in giro quì in periferia nord di Bologna, ed ho scoperto che quì, le violenza e le atrocità non hanno avuto colori politici, ma non biasimo nessuno, la sofferenza e la paura, portano a fare cose assurde.

Ad esempio, tu sai che reparti (o fascisti o partigiani) operavano nella tua zona?

Non credo che i libri di storia delo dicano...


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Inviato il 21 marzo 2008 17:42 Autore

Purtroppo sò solo che mio nonno stava al san marco,e che dal 43 al 44 è stata una continua lotta contro tutti,riguardo ai reparti in sardegna nn ci sono state azioni di partigiani,è stata liberata dagli alleati!

 

però anche io la penso come te diciamo che i libri di pansa mi hanno aperto una porta,ora mi stò informando sulla figura di Borghese personaggio che mi sono stupito a scoprire non fascista!


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Inviato il 21 marzo 2008 18:30

Pansa, purtroppo per i suoi lettori, non è uno storico: è un giornalista che raccogli informazioni sparse, e le butta in un gran calderone, giocando su dietrologie, informazioni poco note, frasi ad effetto e presunte novità. Da cui la sua trilogia I figli dell'aquila, Il sangue dei vinti, Sconosciuto 1945, che vengono ammantate di presunta veridicità ed obiettività.

Consiglio la lettura di questi altri libri, per avere una visione migliore:

 

C. Pavone Una guerra civile

G. Oliva Si ammazza troppo poco

G. Oliva Le tre Italie del '45

G. Oliva La resa dei conti

G. Oliva I vinti e i liberati

G. Mazzantini E i Balilla andarono a Salò

C. Pisanò Io fascista

P. Melograni Con la XXIII Brigata Nera fino al carcere

 

Gli ultimi tre sono libri di memorie. E ce ne sono anche parecchi altri...


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Inviato il 21 marzo 2008 19:36 Autore

Ti ringrazio,vedrò di procurarmeli!


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Inviato il 24 marzo 2008 18:18

Io credo che la guerra non si debba proprio cominciare, e chi la provoca è un immenso criminale... ma una volta cominciata, ripeto, ogni umana decenza (può) andare a farsi benedire.

Le regole cambiano, in sostanza.

A volte non è forse peggio restare alla finestra a sperare nel tempo delle farfalle come la famosa politica Chamberlain che permise alla Germania di riarmarsi e scatenare il secondo conflitto mondiale?


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Inviato il 24 marzo 2008 20:33

La via della diplomazia però dovrebbe sempre essere tentata... se poi l'altro vuole la guerra a tutti i costi, certo bisogna difendersi.

 

Chamberlain ha fatto quello che andava fatto, nessuno pensava che Hitler fosse quello che era, insomma, la Germania era il Paese più civilizzato del mondo... un po' come se Bush desse il via all'olocausto degli arabi... roba da fantapolitica


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Inviato il 24 marzo 2008 21:14

Che debba essere tentata sono d'accordo, ci mancherebbe. Solo che non deve essere del tipo "tutte le concessioni purchè non ci sia guerra", che di fatti è stata la politica di Chamberlain.


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Inviato il 24 marzo 2008 21:34 Autore

Che debba essere tentata sono d'accordo, ci mancherebbe. Solo che non deve essere del tipo "tutte le concessioni purchè non ci sia guerra", che di fatti è stata la politica di Chamberlain.

a causa del pacifismo e del volemosi bene dilagante abbiamo dimenticato troppe cose e troppe sofferenze,20 anni fà chiunque avesse provato a emulare qualcosa del genere si sarebbe trovato 250.000 uomini del patto atlantico ai confini in 24 ore! :wacko:


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Inviato il 24 marzo 2008 23:24
Chamberlain ha fatto quello che andava fatto, nessuno pensava che Hitler fosse quello che era, insomma, la Germania era il Paese più civilizzato del mondo

Questa è una interpretazione un po' antiquata, oggi si pensa che Chamberlain fosse perfettamente cosciente che ben presto si sarebbe dovuto fare una guerra contro Hitler, ma nel 1938 giudicava impreparata l'Inghilterra, e con Monaco cercò di prendere tempo sperando di riuscire a preparare meglio il suo paese, ma Hitler riuscì a restare un passo avanti militarmente. Poi ovviamente non è che si potesse andare a spiegare queste cose agli inglesi, quindi la retorica della "pace nella nostra epoca".

 

causa del pacifismo e del volemosi bene dilagante abbiamo dimenticato troppe cose e troppe sofferenze

Vero, ma la scomparsa del "nemico alle porte" non ha certamente aiutato e oggi le aree di conflitto sono percepite come lontane e quindi non pericolose; l'ideologia pacifista attuale ha solo peggiorato le cose.


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