In caso di mia mancata scelta circa la donazione, ritengo che il mio corpo debba appartenere ai miei congiunti e che ogni scelta su di esso spetti a loro e a loro soltanto, così come non vorrei mai che potessero essere espiantati gli organi di un mio congiunto che non avesse manifestato la sua volontà senza chiedere il mio consenso.
Per inciso sia io che i miei familiari siamo favorevoli alla donazione degli organi, siamo reciprocamente informati riguardo all'argomento e abbiamo esplicitato la nostra scelta ma sono più che convinta che in assenza di questo consenso esplicito non dovremmo essere considerati potenziali donatori ope legis.
Troverei l'impossibilità di veder rispettato un esplicito diniego all'espianto un'idea di stampo vagamente totalitario ma anche l'idea del silenzio assenso mi sembra poco rispettosa nei confronti di chi perde una persona cara, credo sarebbe molto meglio incrementare il consenso informato (ed esplicito) piuttosto che ricorrere ad un atto che, nonostante la nobiltà dei fini, sa quasi di prepotenza.
Personalmente sotto questo aspetto concordo con Lyanna: "Se veramente una persona non ha alcuna intenzione di donare i propri organi non costa grande fatica compilare un modulo e barrare la casella NO". Vero, si potrebbe sostenere che la stessa cosa vale per il "sí": "Se veramente una persona ha intenzione di donare i propri organi non costa grande fatica compilare un modulo e barrare la casella SÍ"; la differenza è che col silenzio assenso il non fare la prima fatica potenzialmente salva delle vite, col non silenzio assenso il non fare la seconda potenzialmente ne stronca (o almeno impedisce di salvarle). Ora, ci sono diverse persone che se ne fregano dei loro organi, non è che siano contrari a donarli, ma non hanno interesse per l'argomento, e proprio per questo non barrano caselline: non hanno voglia né interesse di informarsi, o di compilare moduli. Una scelta dei genitori in un simile caso potrebbe essere la differenza tra la vita e la morte di altre persone, anche se la scelta, positiva o negativa che sia, non darebbe contro ad alcuna volontà del deceduto; subentrerebbe quindi l'idea dei parenti. Ha senso?
Ora, le possibilità sono due: o si deve barrare la casellina "sí", e sono quelli favorevoli a dover fare la "fatica"; o si deve barrare la casellina "no", e sono i contrari a dover fare la "fatica". Considerando che uno che se ne freghi nel primo caso potenzialmente impedisce di salvare vite, mentre nel secondo le salva; hai avuto la possibilità di negare il consenso, te ne sei fregato; perché a rimetterci dev'essere un altro? Personalmente preferisco la seconda possibilità.
Il Primo Ministro Inglese Gordon Brown ha annunciato di voler modificare la legge sulla donazione degli organi; in pratica se un paziente non firma un documento dove dichiara di essere esplicitamente contrario all'espianto dei propri organi, una volta deceduto potrà subirne l'espianto anche se i propri congiunti più stretti fossero contrari...
Opinioni?
Io sono d'accordo...la donazione degli organi è un gesto molto bello e...UTILE!
Non tutti però sono disposti ad accettarla...mi riferisco al condivisibile "egoismo" dei parenti del defunto (anke perchè a lui ke è morto non dovrebbe più interessare)...dovrebbe esserci più sensibilizzazione verso questo argomento! :wub:
Una domanda abbastanza idiota ma che potrebbe essere interessante. La religione cattolica (cito questa perchè è la più importante in Italia) cosa pensa riguardo l'espianto di organi? In teoria il corpo di un defunto dovrebbe rimanere sepolto e integro in attesa del ritorno di Dio, dell'Apocalisse, ecc...Va bene anche se gli manca qualcosina?
Comunque, tornando seri, sono in linea con quanto detto da Mornon nel suo ultimo intervento. E, sebbene tutti i miei parenti sappiano come sia favorevole alla donazione, non mi dispiacerebbe avere la sicurezza legislativa che sarà rispettata la mia volontà, in caso questi evitino di ricordarselo al momento giusto così presi dal dolore.
Una domanda abbastanza idiota ma che potrebbe essere interessante. La religione cattolica (cito questa perchè è la più importante in Italia) cosa pensa riguardo l'espianto di organi? In teoria il corpo di un defunto dovrebbe rimanere sepolto e integro in attesa del ritorno di Dio, dell'Apocalisse, ecc...Va bene anche se gli manca qualcosina?
Ti copio il testo che ho trovato sul Catechismo della Chiesa Cattolica:
Il trapianto di organi è conforme alla legge morale se i danni e i rischi fisici e psichici in cui incorre il donatore sono proporzionati al bene che si cerca per il destinatario. La donazione di organi dopo la morte è un atto nobile e meritorio ed è da incoraggiare come manifestazione di generosa solidarietà. Non è moralmente accettabile se il donatore o i suoi aventi diritto non vi hanno dato il loro esplicito consenso. È inoltre moralmente inammissibile provocare direttamente la mutilazione invalidante o la morte di un essere umano, sia pure per ritardare il decesso di altre persone.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
La legge in questo modo non danneggia nessuno (in fondo è morto), ma può favorirne molti.
I parenti che diritto hanno di disporre del SUO corpo?
Concordo. Fra l'altro, non so cosa dica la legge inglese a riguardo, ma in Italia nemmeno noi stessi siamo pienamente padroni del nostro corpo da VIVI, figuriamoci da morti...
Di questo argomento ne avevo parlato proprio una decina di giorni fa con mia madre e con alcuni amici dei miei genitori che erano a casa mia!
Io mi dichiaravo favorevole al silenzio assenso e, lo ammetto, nella mia ignoranza credevo che vigesse questa legge in Italia. Invece mi hanno appunto spiegato che in caso di silenzio, scelgono i congiunti e mia madre ha commentato qualcosa tipo: "in quei momenti non credo proprio sia facile scegliere per il bene degli altri e consentire la donazione degli organi"... Siccome credo che se io non voglio donare gli organi posso farlo esplicitando questa cosa, inoltre non penso sia troppo delicato e carino chiedere ai miei genitori, in un momento di profondo dolore, cosa ne devono fare di me e considerando che questa scelta può fare la differenza tra salvare e non una o più vite umane, a fronte di ciò sono assolutamente favorevole al silenzio assenso: la trovo una sceltà di estrema civiltà e pro il bene collettivo...Ecco, qualcuno dice che alla propria morte il corpo dovrebbe essere di proprietà dei congiunti e non dello stato...personalmente, posto che il corpo era mio, credo sia meglio che questa "proprietà" passi a chi ne ha bisogno
Ornella. ^_^
Personalmente sotto questo aspetto concordo con Lyanna: "Se veramente una persona non ha alcuna intenzione di donare i propri organi non costa grande fatica compilare un modulo e barrare la casella NO". Vero, si potrebbe sostenere che la stessa cosa vale per il "sí": "Se veramente una persona ha intenzione di donare i propri organi non costa grande fatica compilare un modulo e barrare la casella SÍ"; la differenza è che col silenzio assenso il non fare la prima fatica potenzialmente salva delle vite, col non silenzio assenso il non fare la seconda potenzialmente ne stronca (o almeno impedisce di salvarle). Ora, ci sono diverse persone che se ne fregano dei loro organi, non è che siano contrari a donarli, ma non hanno interesse per l'argomento, e proprio per questo non barrano caselline: non hanno voglia né interesse di informarsi, o di compilare moduli. Una scelta dei genitori in un simile caso potrebbe essere la differenza tra la vita e la morte di altre persone, anche se la scelta, positiva o negativa che sia, non darebbe contro ad alcuna volontà del deceduto; subentrerebbe quindi l'idea dei parenti. Ha senso?Ora, le possibilità sono due: o si deve barrare la casellina "sí", e sono quelli favorevoli a dover fare la "fatica"; o si deve barrare la casellina "no", e sono i contrari a dover fare la "fatica". Considerando che uno che se ne freghi nel primo caso potenzialmente impedisce di salvare vite, mentre nel secondo le salva; hai avuto la possibilità di negare il consenso, te ne sei fregato; perché a rimetterci dev'essere un altro? Personalmente preferisco la seconda possibilità.
Sono d' accordo, favorevolissima.
In caso di mia mancata scelta circa la donazione, ritengo che il mio corpo debba appartenere ai miei congiunti e che ogni scelta su di esso spetti a loro e a loro soltanto, così come non vorrei mai che potessero essere espiantati gli organi di un mio congiunto che non avesse manifestato la sua volontà senza chiedere il mio consenso.
Per inciso sia io che i miei familiari siamo favorevoli alla donazione degli organi, siamo reciprocamente informati riguardo all'argomento e abbiamo esplicitato la nostra scelta ma sono più che convinta che in assenza di questo consenso esplicito non dovremmo essere considerati potenziali donatori ope legis.
Troverei l'impossibilità di veder rispettato un esplicito diniego all'espianto un'idea di stampo vagamente totalitario ma anche l'idea del silenzio assenso mi sembra poco rispettosa nei confronti di chi perde una persona cara, credo sarebbe molto meglio incrementare il consenso informato (ed esplicito) piuttosto che ricorrere ad un atto che, nonostante la nobiltà dei fini, sa quasi di prepotenza.
Per me la sopravvivenza di una persona ancora esistente viene decisamente prima di questo principio di rispetto della volontà dei parenti riguardo ad un morto.
Sarà che sono per un' etica basata più sulla concretezza e meno sul sentimentalismo.
Mi trovo concorde con quanto già ampiamente dibattuto da Mornon: quanto espresso da Alyssa è condivisibile in termini di principio generale, ma di fronte ad una vita umana credo non avrei dubbi sulla via da intraprendere
Dipende un po' da quando una persona viene definita morta e dai suoi desideri circa rianimazioni e misure estreme...., ma tutto sommato favorevole.
Io sono favorevole all'espiantazione degli organi in mancanza di un consenso esplicito. Io in queste questioni non riesco a pormi troppe questioni etiche, ma ragiono più in termini pratici: i miei organi possono salvare vite? Sì. A me servono ancora? No. Ai miei genitori, a mia moglie o a qualsiasi parente stretto servono a qualcosa? No. La decisione è presto presa.
Ora dico una baggianata,ma non si potrebbe stabilire una specie di "dichiarazione" obbligatoria da far fare a tutti,una volta raggiunto un tot di anni?Cosi facendo si potrebbe regolamentare una cosa che per ora,se ho ben capito,e` lasciata alla responsabilita del singolo,ed evitare ogni ambiguita.
:wacko: ;) :D
Premesso che sono assolutamente favolevole al silenzio assenso, cerco di spiegare il mio punto di vista:
La donazione degli organi è innegabilmente utile, tanto alla collettività quanto ai (tanti) singoli che ne necessitano. Ritengo che il mio corpo appartenga a me e a me soltanto, dunque ne allo stato ne ai miei familiari, e penso che, dopo la morte (ovvero nel momento in cui perdo la proprietà del mio corpo) sia giusto che, a meno di un mio esplicito dissenso, tale proprietà passi alla collettività, ovvero allo stato, e per la collettività risulti utile. Anche perché lo stato ha come dovere di occuparsi della collettività, senza violare i diritti dei singoli, ed il silenzio assenso mi sembra una modalità che raggiunge questo obiettivo senza violarne il vincolo (i diritti sul mio corpo sono miei e cessano al momento della mia morte, a meno che io stesso non disponga altrimenti prima, come per qualunque altra proprietà). Inoltre credo che sia anche più pratico: se ben ricordo l'espianto può essere eseguito solo per un breve periodo dopo la dipartita e ritengo che delegare in quel momento questa decisione ai congiunti possa essere spesso un'aggiunta al loro dolore.
Infine se ciò servisse anche a dare un colpo al commercio illegale di organi sarebbe un surplus non indifferente...
i diritti sul mio corpo sono miei e cessano al momento della mia morte, a meno che io stesso non disponga altrimenti prima, come per qualunque altra proprietà
Questo punto è a mio parere estremamente interessante: ogni proprietà dell'individuo, alla sua morte, in assenza di testamento passa alla gestione statale, nel senso che sono le leggi a decidere cosa farne; il mutuo assenso non sarebbe altro che una legge analoga, che direbbe "In assenza di 'testamento', le leggi dello Stato decidono come disporre del 'bene' (il corpo)".
Ora, per ovvi motivi sentimentali il corpo è qualcosa di diverso dalle altre proprietà del defunto, ma è anche vero che è molto piú deperibile degli "altri" beni (nel senso che l'espianto non può aspettare chissà quanto), e che quindi ogni decisione in merito va fatta nel momento forse peggiore, ossia appena morta la persona, quando non si è esattamente in una condizione di lucidità. Penso che questo "compensi" la differenza sentimentale, e l'analogia con il testamento mi pare logica.