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ADWD - Capitolo di Jon?
A di ALBIONE
creato il 07 gennaio 2008

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ALBIONE
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ALBIONE
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Inviato il 07 gennaio 2008 20:06 Autore

Cercavo l'ultimo capitolo di Jon cmpleto uscito sul sito di Martin... è già stato tradotto?


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ALBIONE
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ALBIONE
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Inviato il 14 gennaio 2008 19:44 Autore

Nessuno mi può aiutare?


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khal Rakharo
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khal Rakharo
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Inviato il 14 gennaio 2008 21:19

A quanto pare no, non è ancora stato tradotto ;)


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Marzio Seaworth
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Marzio Seaworth
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Inviato il 16 gennaio 2008 16:34

Se mi dite dove trovarlo, ve lo traduco io. Però ci vorrà un po'.



Neshira
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Neshira
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Inviato il 16 gennaio 2008 17:05

E' l'ultimo sui sample nel sito di Martin. Che poi sarebbe Jon 1 nell'indice di ADwD qui sul forum...ma Jon 2 completo io non l'ho trovato, solo il riassunto.

 

Io sono alla seconda pagina A4, facciamo a metà? Anche in due ci vorrà un po'. Un bel po'.

Poi se c'è in giro Jon 2 COMPLETO e sto facendo un lavoro inutile passatemi il link...


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Inviato il 16 gennaio 2008 20:07
Poi se c'è in giro Jon 2 COMPLETO e sto facendo un lavoro inutile passatemi il link...

 

I riassunti che compaiono qui su Torre del Re sono opera di volontari che prendono appunti quando Martin, a qualche incontro con i fan, legge a voce alta qualche suo capitolo. Tra l'altro, questo fa sì che non sia neppure detto che quei riassunti siano "attuali", nel senso che Martin potrebbe anche aver riscritto integralmente i capitoli da cui sono tratti.

Dato che lui stesso ha diffidato tutti dal pubblicare i capitoli integrali, di solito questo non viene fatto: gli unici testi completi, che io sappia, sono dunque quelli che ha pubblicato lui sul suo sito.



Neshira
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Guardiani della Notte

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Inviato il 16 gennaio 2008 21:18

Tra l'altro, questo fa sì che non sia neppure detto che quei riassunti siano "attuali", nel senso che Martin potrebbe anche aver riscritto integralmente i capitoli da cui sono tratti.

Speriamo!

 

Dato che lui stesso ha diffidato tutti dal pubblicare i capitoli integrali, di solito questo non viene fatto: gli unici testi completi, che io sappia, sono dunque quelli che ha pubblicato lui sul suo sito.

 

Ma non lascia i link ai capitoli che lui stesso pubblica via via? O li sostituisce sempre sulla stessa pagina?

In sostanza quindi il capitolo di cui si chiedeva la traduzione qui è quello che compare sul isample del sito ora, o no? ^_^


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Guardiani della Notte

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Inviato il 16 gennaio 2008 22:20

Temo di essermi perso un passaggio ^_^

Comunque sì, il capitolo di cui si chiede la traduzione ora è quello pubblicato ora sul sito di Martin, ed è l'unico capitolo completo di Jon che sia stato pubblicato (oltre a quello, ce ne sono uno di Daenerys ed uno di Tyrion... li mette sempre sulla stessa pagina, ma ha promesso periodicamente di fare il giro tra i tre).



Neshira
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Neshira
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Guardiani della Notte

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Inviato il 16 gennaio 2008 22:26

Temo di essermi perso un passaggio ^_^

 

Speriamo = speriamo che li cambi davvero nella versione definitiva, sarà come avere tre capitoli nuovi in più no?


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Guardiani della Notte

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Inviato il 17 gennaio 2008 13:58

Ah, ok, allora non credo :unsure:

Senz'altro modifica i capitoli che legge via via, e quindi è probabile che nella versione definitiva non corrispondano esattamente ai riassunti che ne abbiamo.

Modifica anche quelli pubblicati sul suo sito, ma credo che le modifiche, in questo caso, siano solo di dettaglio: il senso dovrebbe restare quello, direi.


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karplus
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karplus
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Inviato il 21 gennaio 2008 14:01

L'ho letto stanotte, veramente molto bello. É completo, e fa venire una gran voglia di leggere adwd. :wacko:

Tra una settimana potrò mettermi a tradurlo magari, prima sono oberato dagli esami... :huh:


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ALBIONE
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ALBIONE
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Inviato il 21 gennaio 2008 19:28 Autore

Ringrazio allora a chi si cimenterà per la traduzione di modo da renderlo "godibile" a tutti noi della Barriera! :huh:



Neshira
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Neshira
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Guardiani della Notte

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Inviato il 22 gennaio 2008 14:51

Visto che in due si fa presto :(

 

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Un lupo bianco si muoveva attraverso una foresta nera, sotto una vetta pallida alta come il cielo. La luna correva con lui, scivolando tra l'intreccio di rami nudi sopra la sua testa, attraverso il cielo stellato.

''Snow'', mormorava la luna.

Il lupo non diede risposta. La neve si frantumava sotto le sue zampe. Il vento sospirava tra gli alberi. E, lontano, egli poteva udire i suoi compagni di branco chiamarlo, da eguale a eguale.

Anche loro stavano cacciando. Una pioggia selvaggia si abbatteva sul suo fratello nero mentre questo strappava la carne di un'enorme caprone, lavando il sangue dal suo fianco dove il lungo corno del caprone l'aveva straziato. Altrove, la sua sorella minore alzò la testa per cantare alla luna, e un centinaio dei piccoli cugini grigi interruppe la caccia per cantare con lei.

Le colline erano più calde nel luogo dove essi si trovavano, e piene di selvaggina. Molte notti il branco di sua sorella aveva banchettato con la carne di pecore, vacche e cavalli, le prede degli uomini, e a volte persino con la carne dell'uomo stesso.

''Snow'' chiamò di nuovo la luna dall'alto, gracchiando.

Il lupo bianco procedette senza rumore lungo il sentiero umano, sotto il picco gelato. Il gusto di sangue, ossa e muscoli era ancora sulla sua lingua, e le sue orecchie risuonavano della canzone

dei cento cugini, ma aveva perso l'altro fratello, quello con la pelliccia grigia e l'odore del sole.

Una volta erano stati in sei, cinque a piagnucolare ciechi nella neve accanto al corpo della loro madre, e lui, quello pallido, solo a strisciare via tra gli alberi sulle zampe malferme mentre i suoi compagni di cucciolata poppavano latte freddo dai suoi capezzoli morti e induriti.

Ora erano rimasti solo in quattro dei sei nati quel giorno, e uno di loro se n'era andato via, perduto.

''Snow'' insistette la luna.

Il lupo bianco corse via da lei, una bianca freccia che volava oltre il ghiaccio e si affrettava verso la caverna della notte dove il sole si era nascosto, mentre il suo respiro si gelava nell'aria.

Nelle notti senza stelle il grande picco era nero come la pietra, un' alta oscurità torreggiante sul vasto mondo; ma quando la luna si mostrava brillava con le pallide tonalità del ghiaccio come un fiume gelato. Il pelo del lupo era spesso e arruffato, ma ma quando il vento soffiava lungo il ghiaccio nessuna pelliccia poteva tener fuori il freddo.

Dall'altra parte, il lupo lo percepiva, il vento era ancora più freddo: era là che si trovava suo fratello, il fratello grigio che odorava d'estate.

''Snow''. Un ghiacciolo cadde rotolando da un albero. Il lupo bianco si voltò verso il suono e snudò i denti.

''Snow'' il pelo del lupo si raddrizzò, mentre gli alberi si dissolvevano intorno a lui.

''Snow, snow, snow'' le grida erano accompagnate da un battito d'ali. Un corvo volava attraverso l'oscurità.

Il corvo atterrò sul petto di Jon Snow con un rumore sordo e un grattare di artigli. ''SNOW'' gli strillò in faccia, sbattendo le ali.

''Ti sento''. La camera era buia,il suo pagliericcio duro. Luce grigia trapelava dalle imposte, promettendo un altro giorno coperto e freddo. Nei suoi sogni di lupo era sempre notte.

''E' così che svegliavi Mormont? Togli le tue piume dalla mia faccia'' Jon si contorse per liberare un braccio dalle proprie coperte e scacciare il corvo. Era un uccello grande, vecchio e sfrontato e malandato, completamente senza paura.

''Snow'' gridò, svolazzando sul suo trespolo. ''Snow, snow''.

Jon agguantò il cuscino con una mano e lo lanciò, ma l'uccello prese il volo. Il cuscino colpì il muro e si aprì, spargendo l'imbottitura ovunque proprio mentre Edd Tollett l'Addolorato faceva capolino dalla porta.

''Domando scusa'' disse l'attendente, ignorando il vortice di piume. ''Devo portare qualcosa per colazione al signore?''

''Granturco'' gridò il corvo ''Granturco, granturco!''.

'Corvo arrosto'' suggerì Jon '' e mezza pinta di birra''.

''Tripla porzione di granturco e una di corvo arrosto'' disse Edd. ''Molto bene, mio signore, è solo che stamattina Hobb ha preparato uova sode, salsiccia nera, e stufato di mele con prugne. Le mele cotte con le prugne sono eccellenti, a parte le prugne. Per conto mio, non mangio mai prugne. Beh...c'è stata una volta in cui Hobb le ha tritate con castagne e carote e le ha nascoste in una gallina. Mai fidarsi di un cuoco, nossignore: ti imprugneranno quando meno te l'aspetti''

''Più tardi''.

la colazione poteva aspettare, Stannis no. ''Problemi alle palizzate l'altra notte?''

''Non da quando avete messo guardie per le guardie, signore''.

''Bene''. Un migliaio di bruti erano stati rinchiusi oltre la barriera, i prigionieri che Stannis Baratheon aveva fatto quando i suoi cavalieri avevano fatto a pezzi il rappezzato esercito di Mance Rayder.

Molti dei prigionieri erano donne, e alcune delle guardie le avevano fatte passare di nascosto per scaldarsi il letto. Uomini del re, uomini della regina, sembrava che non fosse importante. Qualcuno dei fratelli in nero aveva provato a fare lo stesso,

Gli uomini erano uomini, e queste erano le uniche donne per mille leghe all'intorno.

''Altri due bruti si sono presentati per arrendersi'' proseguì Edd. '' Una madre con una ragazzina attaccata alle gonne. Aveva anche un neonato maschio, tutto fatto su in una pelliccia, ma era morto.''

''Morto'' disse il corvo del vecchio orso. Era una delle parole preferite dell'uccello.

''Morto, morto, morto''.

Appartenenti al popolo libero arrivavano alla spicciolata quasi ogni notte, creature quasi morte di fame e congelate che erano fuggite dalla battaglia sotto la Barriera, solo per accorgersi che non avevano un posto dove fuggire.

''La madre è stata interrogata?'' chiese Jon. Stannis Baratheon aveva fatto a pezzi l'esercito di Mance Rayder e fatto prigioniero il suo Re Oltre La Barriera...ma i bruti erano ancora là fuori, il Lacrimoso e Tormund Flagello dei Giganti e altri mille.

''Sissignore'' disse Edd,''ma tutto quel che sa è di essere fuggita durante la battaglia e in seguito di essersi nascosta nella foresta. L'abbiamo rimpinzata di porridge e spedita alle palizzate, e abbiamo bruciato il neonato.

Bruciare bmbini morti non era più un problema per Jon Snow; quelli vivi erano un'altra cosa. Due re per risvegliare il drago, ricordò. Prima il padre e poi il figlio, così che entrambi sarebbero morti da re. Le parole erano state mormorate da uno degli uomini della regina mentre Mastro Aemon gli puliva le ferite dopo la battaglia.

Jon era rimasto scioccato quando gli erano state ripetute. ''Era la febbre a parlare per lui'' aveva detto, ma Mastro Aemon non era stato d'accordo. ''C'è del potere nel sangue di un re, Jon'' l'aveva avvertito '' e uomini migliori di Stannis hanno fatto cose peggiori.''.

Il re poteva essere duro e inflessibile, vero, ma un bambino, ancora un lattante? Solo un mostro avrebbe consegnato un bambino alle fiamme.

Pisciò nel buio, riempendo il suo vaso da notte mentre il corvo del vecchio orso si lamentava sottovoce. I sogni di lupo si erano fatti più forti, e Jon si trovava a ricordarli persino da sveglio.

Spettro sapeva che Ventogrigio era morto. Robb era morto ai Gemelli, tradito da uomini che aveva creduto suoi amici, e Ventogrigio era perito con lui. Anche Bran e Rickon erano stati assassinati, decapitati da quel voltagabbana di Theon Greyjoy...ma se i sogni non mentivano, i loro metalupi erano fuggiti. Alla Corona della Regina uno di loro era spuntato dall'oscurità per salvare la vita di Jon. Doveva essersi trattato di Estate. Il suo pelo era grigio, e Cagnaccio era nero. Si chiese se una parte dei suoi fratelli morti sopravviveva nei loro lupi.

Jon riempì il suo catino dalla brocca d'acqua accanto al letto, si lavò la faccia e le mani, indossò un completo pulito di lana nera, allacciò un corpetto di cuoio nero, e si infilò un paio di stivali consunti. Il corvo di Mormont osservò con acuti occhi neri, poi svolazzò fino alla finestra. ''Mi hai preso per il tuo servo?'' chiese Jon all'uccello. Quando piegò all'indietro la finestra con i suoi spessi pannelli a rombo di vetro giallo, il freddo del mattino lo colpì in faccia. Fece un respiro per scacciare le ragnatele della notte mentre il corvo volava via. Quell'uccello era troppo sveglio.

Era stato il compagno del Vecchio Orso per lunghi anni, ma questo non gli aveva impedito di mangiare la faccia di Mormont una volta morto.

Fuori della sua camera da letto una fuga di gradini scendeva fino ad una stanza più larga, arredata con un tavolo di pino pieno di graffi e una dozzina di sedie in quercia e cuoio. Con Stannis nella Torre del Re e la Torre del Lord Comandante ridotta ad un guscio bruciato, Jon si era insediato nelle modeste stanze di Donal Noye dietro l'armeria.

La concessione che il re gli aveva presentato perchè la firmasse si trovava sul tavolo, sotto una coppa d'argento che una volta era stata di Donal Noye. Il fabbro con un braccio solo aveva lasciato pochi effetti personali: la coppa, sei penny e una stella di rame, una spilla di niello con la fibbia rotta, un corpetto di broccato ammuffito con il cervo di Capo Tempesta. I suoi tesori consistevano nei suoi attrezzi, e nelle spade e nei coltelli che fabbricava. La sua vita era alla forgia.

Jon spostò la coppa di lato e rilesse la pergamena. Se metto il mio sigillo, sarò ricordato per sempre come il lord comandante che ha ceduto la Barriera, pensò, ma se dovessi rifiutare...

Stannis Baratheon si stava rivelando un ospite irritabile, e irrequieto. Aveva cavalcato per la strada del re fin quasi alla Corona della Regina, battuto ogni pecorso tra le baracche vuote di Città della Talpa, ispezionato i forti in rovina alla Corona della Regina e a Scudodiquercia. Ogni notte camminava in cima alla Barriera con Lady Melisandre, e durante il giorno visitava le palizzate, scegliendo prigionieri perchè la donna rossa li interrogasse. Non ama essere ostacolato. Jon temeva che quella non sarebbe stata una mattinata piacevole.

Dall'armeria proveniva un clangore di scudi e spade, mentre l'ultima infornata di ragazzi e reclute inesperte si armava. Poteva sentire la voce di 'Ferro' Emmett' che diceva loro di sbrigarsi. Cotter Pyke non era stato felice di perderlo, ma il giovane ranger aveva un dono per allenare gli uomini. Amava il combattimento, e avrebbe insegnato ad amarlo anche ai suoi ragazzi. O così sperava lui.

Il mantello di Jon pendeva su un paletto accanto alla porta, il suo fodero da un altro. Li indossò tutti e due e si avviò verso l'armeria. Vide che il tappeto dove dormiva Spettro era vuoto. Due guardie erano in piedi all'interno delle porte, abbigliate in mantelli neri ed elmetti di ferro, le lance nelle loro mani.

''Vuole un seguito, signore?'' chiese Garse.

''Penso di poter trovare la Torre del Re anche da solo''. Jon odiava avere guardie al seguito dovunque andasse. Lo faceva sentire come una mamma papera davanti ad una processione di paperelle.

I ragazzi di 'Ferro' Emmett erano totalmente assorbiti nel cortile quando Jon uscì fuori, le spade smussate che cozzavano sugli scudi e risuonavano una contro l'altra. Jon si fermò un momento a guardare mentre Cavallo incalzava SaltaRobin contro il pozzo. Cavallo aveva la stoffa di un buon guerriero, decise. Era forte e sarebbe diventato ancora più forte, ed aveva dei buoni istinti.

SaltaRobin era un'altra storia. La sua gamba di legno era già un bello svantaggio, ma in più aveva paura di essere colpito. Forse possiamo farne un attendente.

La lotta finì improvvisamente, con SaltaRobin a terra.

''Bel lavoro'' disse Jon a Cavallo '' ma abbassi troppo lo scudo quando ti fai avanti nella foga di un attacco. E' una cosa che dovrai correggere, o ti farà ammazzare.''

''Si, signore. Lo terrò più alto la prossima volta''. Cavallo tirò in piedi SaltaRobin, e il ragazzo più piccolo fece un inchino impacciato.

Anche alcuni dei cavalieri di Stannis si stavano allenando, nella parte più lontana del cortile. Uomini del re in un angolo, e uomini della regina nell'altro, non mancò di notare, ma solo pochi. E' troppo freddo per la maggior parte di loro. Mentre Jon li superava a grandi passi, un voce tonante lo chiamò.

''RAGAZZO! TU, LAGGIU'! RAGAZZO!''

'Ragazzo' non era il modo peggiore in cui Jon era stato chiamato da quando era stato scelto lord comandante. Lo ignorò.

''Snow'' insistette la voce ''Lord Comandante''.

Savolta si fermò e si girò. ''Ser?''

Il cavaliere lo sovrastava di venti centimetri ''un uomo che porta l'acciaio di Valyria dovrebbe usarlo per qualcosa di più che grattarsi il sedere''

Jon l'aveva visto in giro per il castello; un cavaliere di grande fama, a sentirlo parlare. Durante la battaglia sotto la Barriera Ser Godry Farring aveva ucciso un gigante in fuga, battendolo mentre lo inseguiva a cavallo e piantandogli la lancia nella schiena, e poi era smontato per spiccare la testa pietosamente piccola della creatura.

Gli uomini della regina avevano preso a chiamarlo Godry l'Ammazzagiganti. Ogni volta che lo sentiva, Jon si ricordava di Ygritte, piangente. Io sono l'ultimo dei giganti.

''Io uso Lungoartiglio quando devo, ser''.

''Quanto bene, però?'' Ser Godry sguainò la propria spada ''Mostramelo. Prometto di non farti male ragazzo''.

Che gentile da parte tua, pensò Jon. '' Un'altra volta forse. Ora come ora ho paura di avere altre cose da fare.''

''Hai paura. Lo vedo''. Ser Godry guardò i suoi amici, ghignando.''Ha paura'' disse di nuovo, per i più lenti.

''Scusatemi'' Jon mostrò loro la schiena. Il Castello Nero sembrava un posto squallido e abbandonato alla pallida luce dell'alba. Il mio possedimento, riflettè Jon imbronciato; una rovina tanto quanto una piazzaforte.

La Torre del Lord Comandante era un guscio vuoto, La Sala Comune una pila di tizzoni anneriti, e la Torre di Hardin aveva l'aria di poter essere buttata giù dalla prima raffica di vento...anche se aveva avuto quell'aria per anni. Dietro ogni cosa si alzava la Barriera, pallida e immensa.

Persino a quell'ora brulicava di uomini, costruttori che spingevano su una nuova scala per unirla ai resti di quella vecchia. Othell Yarwyck aveva messo all'opera tutti gli uomini disponibili, e lavoravano dall'alba al tramonto. Senza la scala, non c'era modo di raggiungere la sommità del muro se non tramite carrucola. Non sarebbe servito se i bruti avessero attaccato di nuovo.

Il grande stendardo di guerra dorato di Casa Baratheon schioccava come una frusta al di sopra della Torre del Re, sul tetto che Jon aveva pattugliato con l'arco in mano non molto tempo prima, ammazzando Thenns e Gente Libera a fianco di Satin e Dick Follard il Sordo. Due uomini della regina stavano in piedi sui gradini rabbrividendo, le loro mani infilate sotto le ascelle e le lance appoggiate contro la porta.

''Questi guanti di tessuto non servono a niente'' gli disse Jon. ''Passate da Bowen Marsch domattina, e darà a ognuno di voi un paio di guanti di pelle bordati di pelliccia.

''Lo faremo mio signore, e grazie'' disse la guardia più anziana.

''Cioè,se le nostre maledette mani non saranno cadute dal freddo'' aggiunse il giovane, il suo respiro una nebbia pallida. ''Pensavo che facesse freddo lassù nelle marcite di Dorne, che cosa sapevo?''

Niente, pensò Jon Snow, proprio come me.

A metà dei gradini che salivano a spirale si imbattè in Samwell Tarly, diretto di sotto.

''Sei andato dal re?'' gli chiese Jon. Sam annuì. ''Mastro Aemon mi ha mandato con una lettera.

''Vedo''. Alcuni lord si fidavano dei loro maestri perchè leggessero le lettere ne riportassero i contenuti, ma Stannis insisteva per rompere personalmente i sigilli.

''Come l'ha presa Stannis?''

''Non bene, dalla faccia''. Sam ridusse la propria voce ad un sussurro ''non dovrei parlarne''.

''Allora non farlo''. Jon si chiese quale degli alfieri di suo padre aveva rifiutato di sottomettersi a Stannis questa volta. Il re era stato piuttosto pronto a spargere la voce quando Karhold si era dichiarato dalla sua parte.

''Come va tra te e il tuo arco lungo?'' chiese a Sam.

''Ho trovato un buon libro sull'arte dell'arco'' disse il giovane grasso. ''Ma farlo è più difficile. Mi vengono le vesciche''.

''Insisti. Il tuo arco può servirci sulla Barriera prima o poi, se gli Estranei si fanno in una notte scura''

''Oh, spero di no'' disse Sam, rabbrividendo.

Jon trovò altre guardie fuori delle camere del re. ''Non sono permesse armi in presenza di Sua Grazia, signore'' disse il loro sergente. ''Devo avere quella spada. E anche i vostri coltelli''.

Non sarebbe servito a niente protestare, Jon lo sapeva. Consegnò loro le sue armi.

All'interno del parlatorio l'aria era calda. Lady Melisandre era seduta vicino al fuoco, il suo rubino luccicante contro la pelle pallida della gola. Ygritte era stata baciata dal fuoco; la sacerdotessa rossa era fuoco, e i suoi capelli erano fiamma e sangue. Stannis era in piedi dietro il tavolo rozzamente tagliato dove il Vecchio Orso usava sedere per i pasti.

A coprire la tavola c'era una grande mappa del nord, dipinta su un pezzo di pelle consumata. Una candela di sego ne teneva giù una estremità, un guanto d'acciaio l'altra.

Il re indossava brache di lana e un corsetto imbottito,ma in qualche modo appariva rigido e a disagio come se fosse bardato in corazza di piastre e maglia di ferro. La sua pelle era cuoio pallido,la sua barba tagliata così corta che avrebbe potuto essere dipinta. Una frangia intorno alle tempie era tutto quello che rimaneva dei suoi capelli neri. In mano aveva una pergamena con un sigillo rotto di cera verde scuro.

Jon si inginocchiò. Il re lo guardò male e agitò rabbiosamente la pergamena.

''Alzati. Dimmi, chi è Lyanna Mormont?''

''Una delle figlie di Lady Maege. Sire. La più giovane. Le è stato dato il nome della sorella del lord mio padre.''

''Per ingraziarselo, il lord tuo padre, senza dubbio. Quanti anni ha questa dannata ragazzina?''

''Jon dovette pensare un momento ''Dieci, o ci è così vicina che non fa differenza. Posso sapere come ha offeso Vostra Grazia?''

Stannis lesse la lettera ''L'Isola dell'Orso non riconosce altro re che il Re del Nord, il cui nome è STARK. Una ragazzina di dieci anni, dici, e ha la presunzione di rimproverare il suo legittimo re.

La sua barba cortissima si stendeva come un'ombra sulle guance incavate.

''Vedi di tenere per te queste notizie, Lord Snow. Karhold è dalla mia parte, è tutto quel che gli uomini devono sapere. Non accetterò che i tuoi fratelli si scambino storielle di come questa bambina mi ha sputato in faccia.''

''Come ordinate, Sire''. Jon sapeva che Maege Mormont aveva cavalcato a sud con Robb. Anche sua figlia maggiore si era unita all'esercito del Giovane Lupo. Comunque, se anche tutte e due erano morte, Lady Maege aveva altre figlie, più giovani di Dacey ma più grandi di Lyanna. Non capiva perchè la più giovane dei Mormont dovesse scrivere a Stannis; e una parte di lui non poteva fare a meno di chiedersi se la risposta della ragazza avrebbe potuto essere diversa, nel caso di una lettera sigillata con un metalupo invece di un cervo, e firmata da Jon Stark, lord di Grande Inverno.

E' troppo tardi per questi dubbi, ricordò a se stesso. Hai fatto la tua scelta.

''Sono state spedite due dozzine di corvi'' si lamentò amaramente il re ''e ancora non otteniamo altra risposta che silenzio e disobbedienza. La dichiarazione di fedeltà al proprio re è un dovere di ogni leale sottoposto. Eppure gli alfieri di tuo padre mi voltano le spalle. Arnolf Karstark è l'unico uomo d'onore del nord?''

Arnolf Karstark era lo zio del defunto lord Rickard. Era stato nominato castellano di Karhold quando suo nipote e i suoi figli erano andati a sud con Robb, ed era stato il primo a mandare un corvo in risposta alla pretesa di fedeltà di Stannis, dichiarando al propria alleanza. Jon avrebbe potuto sottolineare che i Karstark non avevano altra scelta: Lord Rickard aveva tradito il metalupo e sparso il sangue dei leoni; il cervo era l'ultima speranza di Kahold, e Stannis lo sapeva bene quanto lui.

''In tempi confusi come questi, persino uomini d'onore devono chiedersi quale è il loro dovere'' disse al re ''Vostra Grazia non è il solo re del regno che pretende fedeltà''

''Dimmi, Lord Snow'' disse Lady Melisandre '' dov'erano questi altri re qundo i bruti assaltavano la tua Barriera?''

''Mille leghe lontano, e sordi al nostro bisogno. Non l'ho dimenticato. Nè lo farò in futuro. Ma gli alfieri di mio padre hanno mogli e figli da proteggere, e sudditi che moriranno se dovessero fare la scelta sbagliata. Gli state chiedendo molto, Sire. Dategli tempo e avrete le vostre risposte''.

''Risposte come questa?'' Stannis appallottolò la lettera di Lyanna nel pugno.

''Persino nel nord gli uomini temono la collera di Tywin Lannister'' disse Jon. '' E anche i Bolton sono dei pessimi nemici. Non è stato il caso a mettere un uomo scuoiato sui loro stendardi. Il nord ha cavalcato con Robb, ha sanguinato con lui, è morto per lui. Hanno cenato con dolore e morte e ora voi arrivate ad offrirgli il bis. Potete biasimarli se esitano? Perdonatemi, Vostra Grazia, ma alcuni vi guarderanno e vedranno solo un altro pretendente destinato alla rovina''.

''Se Sua Grazia è destinato alla rovina, lo è anche il tuo regno'' disse Lady Melisandre. ''Ricordalo, Jon Snow: è il solo vero re di Westeros che sta in piedi di fronte a te''

Jon mantenne la sua faccia una maschera ''come dite voi, signora''.

Stannis sbuffò. ''Spendi le tue parole come come se ciascuna fosse un drago d'oro. Mi chiedo, quanto ne avete messo da parte, di oro?''

''Oro?'' Erano questi i draghi che voleva risvegliare la donna rossa? Draghi fatti d'oro?

''Le tasse che riscuotiamo sono pagate in natura, Vostra Grazia. La Guardia è ricca di rape, ma povera di monete''.

''Non è probabile che le rape soddisfino Salladhor Saan. Mi servono oro e argento''

''Per quello, avete bisogno di Porto Bianco. La città non è paragonabile Vecchiacittà o ad Approdo del Re, ma è ancora un porto fiorente. Lord Manderly è il più ricco degli alfieri di mio padre.''

''Lord-Troppo-Grasso-Per-Stare-A-Cavallo''. La lettera che Lord Wyman Manderly aveva spedito in risposta da Porto Bianco parlava della sua età, della sua malattia e di poco altro. Stannis aveva ordinato a Jon di non parlare nemmeno di quella.

''Forse a sua signoria piacerebbe l'idea di una moglie dei bruti.'' suggerì Lady Melisandre. ''E' sposato quest'uomo grasso, Lord Snow?''.

''Sua moglie è morta da molto tempo. Lord Wyman ha due figli adulti, e nipoti dal maggiore di loro. Ed è troppo grasso per sedersi su un cavallo. Almeno duecento chili. Val non lo accetterebbe mai.''

''Per una volta potresti cercare di darmi una risposta che mi piaccia, Lord Snow''.

''Voglio sperare che la verità vi piaccia, Sire. I vostri uomini chiamano Val 'principessa' ma per il popolo libero lei è solo la sorella della moglie morta del loro re. Se la forzate a sposare un uomo che non vuole è probabile che gli tagli la gola la prima notte di nozze; ma anche se lei accetta suo marito, questo non significa che i bruti lo seguiranno, o che seguiranno voi. L'unico uomo che può legarli alla vostra causa è Mance Rayder''.

''Questo lo so'' disse Stannis infelice. ''Ho passato ore a parlare con quell'uomo. Sa di tutto e di più sul nostro vero nemico, e in lui c'è forza, te lo concedo. Anche se dovesse rinunciare alla sua regalità, tuttavia, rimane uno spergiuro. Se permetto di vivere ad un disertore, la cosa incoraggerà altri a disertare. No. Le leggi devono essere fatte di ferro, non di porridge. La vita di Mance Rayder è condannata da ogni legge dei Sette Regni''.

''La legge si ferma alla Barriera, Vostra Grazia. Potreste fare buon uso di Mance''.

''Lo farò. Lo brucerò, e mostrerò al nord come tratto voltagabbana e traditori. Ho altri uomini per guidare i bruti. E ho il figlio di Mance, non dimenticarlo. Una volta che il padre muore, il figlio sarà Re Oltre La barriera.''

'''Vostra Grazia è in errore''. Tu non sai niente, Jon Snow, era solita dire Ygritte, ma aveva imparato. ''Il neonato non è un principe, non più di quanto Val sia una principessa. Non si diventa Re Oltre La Barriera perchè lo era tuo padre''.

''Bene'' disse Stannis ''perchè non sopporterò altri re a Westeros. Basta parlare di Rayder. Hai firmato la concessione?''.

Ci siamo. Jon chiuse le proprie dita bruciate e le riaprì. ''No, Vostra Grazia. Chiedete troppo.''

''Davvero? Ti ho chiesto di diventare Lord di Grande Inverno e Guardiano del Nord. Quei castelli mi servono''

''Vi abbiamo ceduto il Forte della Notte'' disse Jon Snow.

''Ratti e rovine. Un dono che non costa nulla a chi lo fa è un dono da taccagno. Il tuo stesso uomo, Yarwyck, dice che ci vorrà mezzo anno prima che il castello sia adatto per abitarci''

''Gli altri forti non sono in condizioni migliori''

''Lo so. Non importa. Sono tutto quello che abbiamo. Ci sono diciannove forti lungo la Barriera, e tu hai uomini solo in tre di essi. Io intendo avere una guarnigione in ognuno prima che l'anno sia finito''.

''Non ho problemi con questo, Sire, ma si va dicendo anche che intendete concedere questi castelli ai vostri lord e cavalieri, da tenere come propri domini in qualità di vassalli di Vostra Grazia''

''Ci si aspetta che i re siano di manica larga con i loro seguaci. Forse che Lord Eddard non ha insegnato niente al suo bastardo? Molti dei miei lord e cavalieri hanno abbandonato ricche terre e castelli robusti nel sud. La loro lealtà dovrebbe rimanere senza ricompensa?''

''Se Vostra Grazia desidera perdere tutti gli alfieri di mio padre, non c'è un modo più sicuro che dare le magioni del nord a lord meridionali''

''Come posso perdere quello che non ho? Potresti ricordare che avevo sperato di assegnare Grande Inverno ad un uomo del nord. Ad un figlio di Eddard Stark. Mi ha gettato in faccia la mia offerta''

Stannis Baratheon con un rancore era come un mastino con un osso; lo masticava fino a ridurlo a schegge.

''Per diritto Grande Inverno dovrebbe andare a mia sorella Sansa''

''Lady Lannister, vuoi dire? Sei così ansioso di vedere il Folletto appollaiato sul seggio di tuo padre?''

''No'' disse Jon.

''Bene. Non accadrà finchè vivo, Lord Snow''

Jon non era così stupido da insistere su quello. ''Sire, alcuni dichiarano che avete intenzione di concedere terre e castelli a Rattleshirt e al Magnar dei Thenn''

Gli occhi del re divennero dure pietre azzurre. Strinse i denti e disse ''Chi te l'ha detto?''

''E' importante?'' La voce girava per tutto il Castello Nero. ''Se proprio dovete saperlo, è Gilly che mi ha raccontato la storia''.

''Chi è Gilly?'' volle sapere il re.

''La balia'' disse Lady Melisandre. ''Vostra Grazia le ha dato la libertà di girare per il castello''.

''Non per spargere storie. E' richiesta per le sue t**te, non per la sua lingua. Voglio più latte da lei, e meno messaggi''

''Il Castello Nero non ha bisogno di bocche inutili'' approvò Jon.'' Sto per mandare Gilly a sud, sulla prossima nave per Eastwatch''

Melisandre toccò il rubino che aveva al collo. ''Gilly sta allattando il figlio di Dalla come il proprio. Sembra crudele da parte tua separare il nostro principino dal suo fratello di latte, mio signore''

Attento ora, attento.

''Il latte della madre è l'unica cosa che hanno in comune. Il figlio di Gilly è più grosso e robusto. Da calci e pizzicotti al principe, e lo allontana dal seno. Craster era suo padre, un uomo crudele e avido, e il sangue non mente''.

Stannis aggrottò le sopracciglia. ''Mi era stato detto che la balia era la moglie di questo Craster''.

''Moglie e figlia. Craster sposava tutte le sue figlie. Il figlio di Gilly è il frutto della loro unione''

''Il suo stesso padre l'ha messa incinta? Allora ce ne libereremo davvero. Non sopporterò certi abomini qui. Questa non è Approdo del Re''

''Posso trovare un'altra balia. Se non ce n'è nessuna tra i bruti, manderò a cercare tra i clan delle montagne. Fino ad allora, se per Vostra Grazia va bene, per il bambino basterà il latte di capra.''

''Un povero trattamento per un principe...ma meglio che il latte di pu***na, si'' Stannis tamburellò le dita sulla mappa. ''Se possiamo tornare alla questione di questi forti...''

''Vostra Grazia'' disse Jon, con gelida cortesia, ''Ho ospitato e nutrito i vostri uomini, a grave detrimento delle nostre scorte invernali. Li ho vestiti perchè non gelassero''

Stannis non era soddisfatto. ''Si, hai diviso il tuo maiale salato e il porridge, e ci hai gettato qualche straccio nero per tenerci caldi. Stracci che i bruti avrebbero tolto ai vostri cadaveri se io non fossi venuto a nord''

Jon ignorò il commento. ''Vi ho dato pastura per i cavalli, e una volta che la scala sarà completata vi presterò i costruttori per restaurare il Forte della Notte. Mi sono persino detto d'accordo a permettervi di stanziare dei bruti nel Dono, che fu dato per sempre ai Guardiani della Notte''.

''Mi offri terre vuote e desolate, però mi neghi i castelli che mi servono per ricompensare i miei alfieri''

''I Guardiani della Notte hanno costruito quei forti...''

''E i Guardiani li hanno abbandonati''

''...per difendere la Barriera'' terminò Jon testardamente '' non come seggi per bruti e lord meridionali. Le pietre di questi forti sono tenute insieme con il sangue e le ossa dei miei fratelli morti da molto tempo. Non posso darveli''

''Non puoi o non vuoi?'' I tendini nel collo del re sporgevano netti come spade. ''E pensare che ti ho offerto un nome''.

''Io ho un nome, Vostra Grazia''.

''Snow. Neve. C'è mai stato un nome più carico di cattivi presagi?'' Stannis toccò l'elsa della sua spada

''Esattamente chi credi di essere?''

''Il guardiano delle mura. La spada nelle tenebre''

''Non cianciarmi le tue filastrocche'' Stannis sfoderò la spada che chiamava Portatrice di Luce. ''Ecco la tua spada nelle tenebre''. La luce scorreva su e giù lungo la lama: ora rossa, ora gialla ora color arancio, dipingendo il viso del re in tonalità brillanti e dure.

''Persino un ragazzino inesperto dovrebbe essere capace di vederlo. Sei cieco?''

''No, Sire. Sono d'accordo sul fatto che questi castelli devono avere una guarnigione...''

''Il giovane comandante è d'accordo. Che fortuna''

'' - di Guardiani della Notte'' finì Jon.

''Non hai abbastanza uomini''

''Allora datemeli, Sire. Io fornirò ufficiali per ciascuno dei forti abbandonati, uomini esperti che conoscono la Barriera e le terre al di là, che sanno come sopravvivere meglio all'inverno che sta arrivando. In cambio di tutto quello che vi abbiamo dato, concedetemi gli uomini per completare le guarnigioni. Armigeri, balestrieri, reclute. Prenderò persino i vostri malati e feriti.''

Stannis lo fissò incredulo, poi latrò una risata. ''Ne hai di coraggio, Snow, te lo concedo, ma sei pazzo se pensi che i miei uomini prenderanno il nero''

''Possono indossare mantelli di qualunque colore scelgano, finchè obbediscono ai miei ufficiali come ubbidirebbero ai vostri''

Il re era irremovibile. ''Ho lord e cavalieri al mio servizio, progenie di nobili case dall'onore antichissimo. Non ci si può aspettare che servano sotto borseggiatori, villani e assassini''.

O bastardi, Sire? ''Il tuo stesso Primo cavaliere è un contrabbandiere''

''Era un contrabbandiere. Gli ho accorciato le dita per quello. Mi dicono che sei il novecentonovantottesimo a comandare il Guardiani della Notte, Lord Snow. Mi chiedo che potrebbe dire il novecentonovantanovesimo di questi castelli.

La vista della tua testa su una picca potrebbe ispirargli un po più di collaborazione''

Il re appoggiò la sua spada luminosa sulla mappa, allineata con la Barriera, l'acciaio che scintillava come la luce del sole sull'acqua.

''Sei lord comandante solo perchè io lo permetto. Faresti meglio a ricordarlo''

''Sono lord comandante perchè i miei fratelli mi hanno scelto''

''Davvero?'' La mappa stava tra di loro come un campo di battaglia, prosciugato dei colori dalla spada che brillava. ''Alliser Thorne si lamenta del modo in cui sei stato scelto, e non posso dire che non ne abbia motivo. Il conteggio è stato fatto da un uomo cieco con il tuo grasso amico attaccato al gomito. E Slynt ti chiama voltagabbana.''

E chi poteva riconoscerne uno meglio di Slynt? ''Un voltagabbana vi direbbe quello che volete sentire per tradirvi in seguito. Vostra Grazia sa che sono stato scelto correttamente. Mio padre ha sempre detto che siete un uomo giusto''.

Giusto ma duro erano state le esatte parole di Lord Eddard, ma Jon non credeva che sarebbe stato saggio metterne a parte gli altri.

''Lord Eddard non era mio amico, ma non era del tutto irragionevole'' disse Stannis ''Lui mi avrebbe dato questi castelli''.

Mai. ''Non posso parlare per quello che avrebbe fatto mio padre. Io ho fatto un voto, Vostra Grazia. La Barriera è mia.''

''Per ora. Vedremo quanto bene la mantieni''. Stannis puntò il dito verso di lui '' Tieniti le tue rovine, visto che per te significano così tanto. Ma ti prometto che se qualcuna rimane vuota per la fine dell'anno, la prenderò con o senza il tuo permesso. E se anche una sola dovesse cadere nelle mani del nemico, la tua testa seguirà presto. Ora fuori''

Lady Melisandre si alzò dal suo posto vicino al focolare. ''Con il vostro permesso, Sire, accompagnerò Lord Snow di nuovo alle sue camere''

''Perchè? Conosce la strada''. Stannis li congedò entrambi con un gesto della mano. ''Fai come vuoi. Devan, del cibo. Uova sode e acqua al limone''.

Dopo il calore delle stanze del re, sulla scala esternail freddo si sentiva tanto da gelare le ossa. ''Si alza il vento, mia signora''. Il sergente avvertì Melisandre mentre restituiva a Jon le sue armi ''Forse vorrete un mantello più caldo''.

''Ho la mia fede per scaldarmi'' La donna rossa scese per i gradini accanto a Jon.

''Sua Grazia si sta affezionando a voi''

''Me ne sono accorto. Ha minacciato di decapitarmi solo due volte''

Melisandre rise. ''Sono i suoi silenzi che dovreste temere, non le sue parole''

Mentre uscivano allo scoperto nel cortile, il vento riempì il mantello di Jon e lo mandò a sbattere contro di lei. La sacerdotessa rossa spazzò da parte la lana nera e fece scivolare il proprio braccio sotto quello di lui.

''Può darsi che abbiate ragione riguardo al re bruto. Guarderò nelle fiamme e pregherò il Signore della Luce di inviarmi un segno. I miei fuochi mi mostrano molto, Jon Snow. Posso vedere attraverso pietra e terra, e trovare la verità nell'oscurità delle anime degli uomini.

Posso parlare a re morti da lungo tempo e a bambini non ancora nati, e osservare gli anni e le stagioni passare oltre in un battito di ciglia, fino alla fine dei giorni.''

''I vostri fuochi non si sbagliano mai?''

''Mai...sebbene noi sacerdoti siamo mortali e talvolta sbagliamo, confondendo quello che deve avvenire con quello che potrebbe avvenire''

Jon poteva sentire il calore di lei, persino attraverso la lana e il cuoio bollito. La vista dei due a braccetto stava attirando sguardi curiosi. Ci sarebbero stati dei bisbigli nelle camerate quella notte.

''Se puoi veramente vedere il domani nelle tue fiamme, dimmi quando e come avverrà il prossimo attacco dei bruti.'' disse, svincolandosi da lei.

''R'hllor ci invia le visioni che vuole, ma cercherò questo Tormund nelle fiamme''

Le labbra rosse di Melisandre si arricciarono in un sorriso. '' Ti ho visto nei miei fuochi, Jon Snow''.

''E' una minaccia, signora? Intendete bruciare anche me?''

''Non capisci quello che voglio dire'' . Ella rise. ''Temo di metterti a disagio, Lord Snow''

Jon non lo negò. ''La Barriera non è posto per una donna''.

''Ti sbagli. Ho sognato la tua Barriera, Jon Snow. E' grande la sapienza che l'ha innalzata, e grandi gli incantesimi imprigionati sotto il ghiaccio. Noi camminiamo sotto uno dei cardini del mondo''

Melisandre guardò in su fissandola teneramente, il suo respiro una nuvola di nebbia calda nell'aria.

''Questo è il mio posto tanto quanto il tuo, e molto presto avrai un bisogno disperato di me. Non rifiutare la mia amicizia, Jon. Ti ho visto nella tempesta, incalzato da nemici su ogni lato. Hai così tanti nemici. Devo dirti i loro nomi?''

''Conosco i loro nomi''

''Non esserne così sicuro.'' Il rubino alla gola di Melisandre brillava rosso. ''Non sono i nemici che ti maledicono a viso aperto che devi temere, ma quello che ti sorridono mentre guardi e affilano i loro coltelli quando volti le spalle. Faresti bene a tenere il tuo lupo vicino. Ghiaccio, questo vedo, e pugnali nel buio. Sangue gelato e indurito, e acciaio snudato. Era molto freddo''

''E' sempre freddo sulla Barriera''

''Lo pensi?''

''Lo so, mia signora''

''E allora, tu non sai niente, Jon Snow'' sussurrò lei.


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Phemt
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Inviato il 23 gennaio 2008 18:06

ragazzi mi potete linkare anche gli altri capitoli di adwd che nn riesco a trovarli?ho trovato solo i riassunti ma vorrei leggere il capitolo vero e proprio...grazie :(


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zack86sq
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zack86sq
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Inviato il 27 gennaio 2008 14:09

Grazie a chi ha fatto il lavoro di traduzione. :D

Mi avete fatto venire voglia di leggere di nuovo Martin e il solo pensiero di dover aspettare non si sa quanto mi da un fastidio..


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