Esistono romanzi storici d'azione ambientati nel medioevo italiano? E' un periodo caotico di cui vorrei sapere di più e su cui potrebbero scrivere decine di romanzi, ne conoscete qualcuno? Magari non troppo vecchi così che non siano introvabili o pesanti da leggere ^^", grazie!
io ho letto Goffredo di Buglione di Angela P Fassio edito editrice nord (mi sembra, l'ho letto 3 anni fa), sembra un romazo storico in quanto i personaggi sn realmente esisititi ma a volte sfocia un po nel fantasy.
nn è ambientato solo in italia, ma segue la storia di goffredo di buglione...
io l'ho trovato carino, te lo consiglio
ciao ciao oberon
Sì, l'ho già letto, molto bello, vorrei libri di questo genere ambientati in Italia, sul nostro paese si scrivono pochissimi romanzi storici eppure con la situazione politica italiana in quel periodo di spunti per scrivere romanzi ce ne sono tantissimi, l'italia era un vero caos all'epoca e sarebbe interessante saperne di più!
Se t'interessa anche quel periodo storico definibile più come tardoantico che altomedievale ti consiglio di provare Il longobardo di Marco Salvador, edizioni Piemme, ambientato nell'Italia fra la fine del VI e l'inizio del VII secolo, all'epoca di Teodolinda e di Rotari.
A me è piaciuto, so che l'autore ha scritto altri due romanzi ambientati nell'Italia longobarda ma non ho ancora avuto occasione di leggerli.
Quoto Alyssa Arryn. Anch'io ho letto "il longobardo", mi é piaciuto.
Mio padre sta leggendo uno dei due sequel, "l'ultimo dei longobardi", e dice che é anche meglio.
Meritano davvero, anche perché il periodo del 600/700 d. c. non viene usato spesso nei romanzi storici, quindi se vuoi leggere qualcosa di diverso...
Valeria Montaldi: "Il mercante di lana", "il signore del falco", "il monaco inglese". Sono ben scritti e prestano attenzione ai dettagli ed alla situazione dell'epoca (ammetto di essere di parte: il secondol'ho presentato io a Bassano, ma solo dopo averlo letto attentamente ed esserne stato convinto). I primi due sono editi da Pemme (ed ora li trovi anche riuniti in edizione economica), il terzo da Mondadori.
Ciao
Il Longobardo l'ho già letto, molto bello, altro bel libro che mi ha raccontato un periodo di cui sapevo pochissimo, probabilmente è da questo libro che mi sono iniziato a incuriosire, è proprio strano che scrivano così poco sull'Italia, gran parte dei romanzi medievali sono ambientati o in Inghilterra o in Francia ma il medioevo non è stato mica solo li e c'è stata molta più azione dalle nostre parti anche grazie al potere del Papa, cercherò i seguiti!
Eddard quelli che hai proposto tu sembrano più dei gialli ambientati nel passato, comunque gli darò un occhiata, grazie e se ne ricordate altri postateli!
il prossimo anno tutti davanti al sarcofago di Goffredo....
Posso fare una critica? Ho letto Il monaco inglese della Montaldi. Non mi è piaciuto per niente. L'ho trovato banale e scontato. So che ha fatto ricerche e si vede che ha curato i dettagli del "contorno", ma la storia in se stessa mi ha delusa. Opinione del tutto personale, ma mi andava di dirla :-)
Se t'interessa anche quel periodo storico definibile più come tardoantico che altomedievale ti consiglio di provare Il longobardo di Marco Salvador, edizioni Piemme, ambientato nell'Italia fra la fine del VI e l'inizio del VII secolo, all'epoca di Teodolinda e di Rotari.
A me è piaciuto, so che l'autore ha scritto altri due romanzi ambientati nell'Italia longobarda ma non ho ancora avuto occasione di leggerli.
Sono riuscito a leggere anche "L'ultimo Longobardo" e la ricostruzione storica mi è piaciuta molto, però non mi è piaciuta la storia del protagonista, come ne "Il Longobardo" il protagonista è uno sfigato a cui va sempre tutto storto, sembra quasi che a Marco Salvador piacia veder finire male i suoi protagonisti, spero che almeno "La vendetta del Longobardo" finisca un pò meglio!
Condivido il giudizio di Ser Bronn su L'ultimo longobardo: l'ambientazione storica è affascinante (il "concilio del cadavere", l'invasione degli Ungari di Arpad, la Roma della "pornocrazia"...) ma il protagonista e la sua vicenda sono un po'deboli (Arechi non è Stiliano), la stesura sembra un po' affrettata.
Peccato, credo sarebbe potuto venirne fuori un libro migliore.
Un amico mi ha segnalato questo forum. Lo ha fatto con una buona dose di affettuosa ironia, perché aveva trovato il altro sito (del quale non ricordo il nome) questa affermazione: ‘i personaggi di Salvador sono un po’ sfigati!’. Perciò, leggendo qui “sembra che a Salvador piaccia veder finire male i suoi protagonisti”, ha trovato conferma di una sua convinzione, cioè che io non sappia fare l’occhiolino al lettore.
Santa verità. Solo che non è una mia incapacità, semplicemente non voglio farlo.
Ma, prima di continuare, desidero spiegare perché intervengo questa volta e proprio qui. Mi sembrate lettori forti, piuttosto ferrati nel genere ‘storico’, e mi piacerebbe discutere con voi su alcune mie particolari ‘visioni’ delle “gesta”.
Solitamente io seguo i mie personaggi fino alla loro uscita, non dalla storia ma dalla Storia. Quasi inevitabile, perciò, il doverli seppellire. Fisicamente o metaforicamente. Inoltre, se l’autore non vuole correre il rischio di finire nel fantasy, le vicende umane dei grandi personaggi sono solitamente più tragedia che commedia. Raramente, inoltre, sono epopee, soprattutto se si considera la quantità di sangue e lacrime che le sfilate trionfali nascondono. Insomma, non credo proprio esistano ‘eroi’ esclusivamente positivi. Pure il “mondo” nel quale essi agiscono è crudele, dalla natura agli uomini; e, ripeto, non volendo fare del fantasy, elfi, gnomi e orchi non possono stare nei mie libri. Infine, tanto per non mettere troppa carne al fuoco, anche nei duelli e nelle guerre cerco di rimanermi nella realtà. Vi faccio un esempio. Due pugili, mettiamo due pesi massimi, riposati e ben nutriti, in un ring comodo, in mutande, dopo dieci riprese (30 minuti intervallati da pause) sembrano degli ubriachi. Le braccia pesano quintali, i movimenti sono da rallentatore. Ora prendete due contendenti medievali, magari al terzo duello consecutivo, con circa una settantina di chili addosso fra vestiti, imbottiture e armatura, uno scudo di almeno altri 4/5 chili in una mano e altri 2/3 di spada o mazza o ascia nell’altra, per quanto pensate possano duellare? Con quale agilità? Quali “eroiche” acrobazie sono in grado di fare? Insomma, alle volte la “sfiga”, il “finir male” non è un vezzo dell’autore, ma una inevitabile realtà. Sempre non sia fantasy, naturalmente. Un saluto a tutti e un grazie sia per i complimenti sia per le critiche.
Marco Salvador
Innanzitutto benvenuto su "Barriera", è un piacere poter scambiare opinioni con un autore.
Ho letto tutti e tre i libri sul periodo longobardo prendendoli in prestito nella biblioteca circolante della mia città; avevo letto "Il longobardo", ne ero rimasta molto favorevolmente colpita e quando ho appreso da internet l'esistenza degli altri due romanzi ne ho consigliato l'acquisto.
Mi sono piaciuti tutti e tre sia per l'ambientazione storica che per i protagonisti (la maggior parte dei lettori di Martin credo apprezzino il realismo più degli elfi e degli orchi) ma trovo che il primo avesse una marcia in più: Stiliano era molto ben caratterizzato come personaggio, così come il comprimario storico Rotari; i protagonisti dei libri successivi a me sono sembrati meno vividi, mi sono immedesimata meno in loro durante la lettura (in "la vendetta del longobardo però ho adorato Adelperga!).
La "sfortuna" di Stiliano, Evaldo e Arechi per quanto mi riguarda è tutt'altro che un difetto e lo schema narrativo che parte dalla fine per ripercorrere le loro vicende, comune ai tre libri, a me è sempre piaciuto.
Grazie per avermi fatto incuriosire su aspetti del periodo tardoantico ed altomedievale che conoscevo molto poco, come ad esempio il donatismo ed altre eresie dell'epoca, mi auguro di poter leggere altri romanzi storici di Marco Salvador!
Anche per Me è un piacere darle il benvenuto su Barriera, è inoltre un vero onore scambiare qualche idea con un autore che stimo molto e i cui i libri ho apprezzato moltissimo.
Volevo anch'io dirle che l'attinenza con la realtà dei suoi personaggi e anche la "sfiga" che a volte li attanaglia è la vera forza dei suoi libri (alomeno per i miei gusti). Le vicende di STilano mi hanno appassionato di più dei seguiti ma che comunque sono rimasti ad alti livelli.
Infine un grazie un pò particolare perchè sono un Beneventano da sempre legato alla mia discendenza di Sannita, dopo aver letto il Longobardo ho iniziato a notare motli particolari ancora "Vivi" su come la storia e cultura longobarda abbiano segnato luoghi, usanze e persone delle mie parti.
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Grazie a voi, Alyssa e Red. E scusate il ritardo, ma ero a zonzo causa traduzioni varie dei romanzi. Cercavo critiche, per capire dove potevano esserci problemi. Ma i complimenti sono pure graditi. In quanto alla storia 'beneventana' (e dell'intero meridione direi) mi sembra strano che io, un friulano di 4/4, sia uno dei pochi a 'romanzarla'. Forse ci sono troppe menzogne risorgimentali da smascherare, e il coraggio manca. Certo è che senza la Benevento di Arechi, la Salerno di Adelperga, la Sicilia di Federico e infine la magnifica Napoli di molti secoli, l'Italia sarebbe stata monca, zoppa e guercia. Un saluto.
MS