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Reti per servizi essenziali
di Lord Beric
creato il 31 gennaio 2007

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Lord Beric
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Lord Beric
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Guardiani della Notte

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Inviato il 31 gennaio 2007 18:30 Autore

Prologo: ho seguito con attenzione il dibattito tra Giavazzi e Scalfari su Corriere/Repubblica riguardo all'opera di privatizzazione/nazionalizzazione delle reti relative ad servizi pubblici essenziali, tipo telefonia, acqua, ferrovie, autostrade.

Tanto per capirci con un esempio, si parla dei binari, non dei treni; degli acquedotti, non dell'acqua che vi circola; dei fili del telefono, non del gestore telefonico.

 

Le tesi: la tesi privatista vorrebbe che le reti fossero gestite da privati, evitando casi di monopolio, quindi con una pluralità di gestori. In tale modo si creerebbe concorrenza, non si avrebbe un unico colosso monopolista in mano allo Stato o ad un privato, e le "virtù taumaturgiche del mercato" <cit. Giavazzi> permetterebbero di far sì che ai cittadini arrivi sempre un servizio di eccellenza.

La tesi pubblicista invece prevede che le infrasturutture debbano essere in qualche modo di possesso dello Stato, diciamo IRIzzate. In tal modo il servizio sarebbe egualitario per tutti i cittadini, si avrebbero garanzie che il gestore non agirebbe per scopo di lucro, come invece farebbe un privato, ma al tempo stesso si creerebbe una condizione di monopolio che getta ombre sull'effettiva qualità del servizio.

 

la domanda: semplice semplice. Dal punto di vista puramente ideologico, quindi senza tirare in ballo cose del tipo "lo fa Prodi quindi è sbagliato" o "lo ha fatto Berlusconi quindi è sbagliato", come la pensate in materia? Tra l'altro, per voi la tesi che ritenete giusta andrebbe applicata a tutte le reti che compongono le infrastrutture italiane oppure fareste dei distinguo?


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Inviato il 31 gennaio 2007 18:40

/me MODERATOR mode ON

 

Per la serie prevenire è meglio che curare:

 

Madonne e Messeri questo topic è stato aperto per parlare dal punto di vista ideologico della questione e non dal punto di vista politico.

 

Quindi cerchiamo di non farla degenerare come sempre in una battaglia tra la destra e la sinistra. Pena un turno in prigione senza passare dal via!

 

/me MODERATOR mode OFF


K
khal Rakharo
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khal Rakharo
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Inviato il 31 gennaio 2007 19:10

Parlo con l'esperienza delle grandi privatizzazioni svizzere: NO.

 

Un servizio pubblico che viene privatizzato guarda al profitto, quindi smette presto di fornire prestazioni poco redditizie.

Semplicissimo esempio: fino a dieci/quindici anni fa, la Posta svizzera era un gioiello, rapida, efficientissima, affidabile, persino proverbiale: si dice ancora "una faccenda andata come una lettera alla posta" per indicare "tutto liscio, in fretta e bene".

Poi c'è stata la privatizzazioni, uffici postali periferici sono stati chiusi, prezzi sono aumentati, casini sono nati, gente è stata licenziata... Dal punto di vista della gente, di _tutta_ la gente senza distinzioni di parte politica, un fallimento su tutta la linea.

 

Non so quanto bene funzionino i servizi pubblici in italia <_< ma ho i miei dubbi che possano migliorare o diventare più convenienti con la privatizzazione.


S
Ser Arthur Dayne
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Ser Arthur Dayne
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Inviato il 31 gennaio 2007 19:36

io credo che per alcune cose come l'acqua e la sanità ci dovrebbe essere una forte componente decisionale da parte dei cittadini innanzi tutto; detto questo non so se e come sarebbe possibile. Forse una soluzione sarebbe privatizzare ma previe le dovute regolamentazioni, quindi in Italia la vedo male


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xaytar
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Inviato il 31 gennaio 2007 19:42

La seconda che hai detto, vedi caso ferrovie inglesi eccetera... certo è che il pubblicismo può causare sprechi, cme ci insegna striscia la notizia, quindi bisogna probabilmente agire sui controlli o sulla cultura della res publica...


B
Blackfyre
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Blackfyre
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Inviato il 31 gennaio 2007 19:49

Argomento molto interessante.

 

Le reti di distribuzione devono essere gestite dallo stato, perchè un privato avrebbe un potere (e quindi un lucro) oltre ogni immaginazione. Ad esempio la rete di distribuzione elettrica è competenza del GRTN, ovvero il gestore della rete elettrica nazionale, che è una società che NON HA SCOPO DI LUCRO e i cui utili vanno (andrebbero) utilizzati per potenziare la rete stessa. Sempre rimanendo in ambito elettrico sono presenti degli "imbuti" per cui in certe zone non è possibile trasportare tutta l'energia richiesta. A seguito di questo c'è un meccanismo di prezzi dell'energia (che non toccano noi, ma che toccano i grandi consumatori/distributori) che vanno a portare lucro al gestore, il quale userà (si spera) questo lucro per sistemare questi problemi di insufficienza di rete.

 

Quindi è molto importante che le reti di distribuzione rimangano di competenza pubblica mentre il servizio da distribuire dovrebbe, a mio avviso, essere privatizzato per garantire concorrenza e miglioramento per gli utenti.


Q
Qhorin Halfhand
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Inviato il 31 gennaio 2007 19:55

La seconda che hai detto, vedi caso ferrovie inglesi eccetera... certo è che il pubblicismo può causare sprechi, cme ci insegna striscia la notizia, quindi bisogna probabilmente agire sui controlli o sulla cultura della res publica...

 

 

Qhoto Ale in questa frase.

 

Entrambe le soluzioni hanno i loro pro e contro, ma se le cose sono fatto come si deve allora è difficile che creino problemi.

Quando si capirà che "pubblico" non vuol dire "mio" ma "di tutti", allora forse le cose cambieranno <_<



Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri
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Lord Beric
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Inviato il 31 gennaio 2007 20:35 Autore

Quando si capirà che "pubblico" non vuol dire "mio" ma "di tutti", allora forse le cose cambieranno <_<

 

Più che altro si confonde la res publica con la res nullitas, nella definizione del pubblico...

 

 

 

Personalmente anche io sono dell'idea che una IRIzzazione del paese non possa che fare bene allo Stato inteso come cittadinanza.

Certo è che non avrei mai pensato di approvare il cosiddetto Piano Rovati per l'acquisizione della rete fissa Telecom da parte della Cassa Depositi & Prestiti. ^_^

 

 

Una privatizzazione delle ferrovie secondo il modello svedese, con rete pubblica e treni privati, imho è il modello migliore, anche se condivido le preoccupazioni di Scalfari quando teme mille società sulla tratta Milano - Roma e nessuna su quella Teramo - L'Aquila... ^_^ Forse con bandi adeguati stile Alitalia si può però ovviare alla situazione.

 

Per la rete telefonica, imho la proprietà delle connessioni dovrebbe essere statale.

Idem per la sanità e per le autostrade.

 

Metterei invece dei distinguo nei casi di reti internet e reti idriche.

Nel primo caso, visto che in genere la connessione fisica è strettamente legata all'offerta commerciale, e non essendo il servizio veramente essenziale, sarei per mantenere la privatizzazione delle reti.

Nel secondo, invece, per ragioni di equità sociale verso quello che io anacronisticamente considero ancora un bisogno dell'uomo invece che un semplice diritto, mi piacerebbe vedere una nazionalizzazione complessiva, oppure aziende che siano in grado di operare contemporaneamente su tutto il territorio nazionale: non sarebbe opportuno che il prezzo dell'acqua per un cittadino di Asti sia più alto (come d'altra parte è ora) del prezzo per un cittadino di Aosta.


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Inviato il 31 gennaio 2007 21:14
la rete di distribuzione elettrica è competenza del GRTN, ovvero il gestore della rete elettrica nazionale, che è una società che NON HA SCOPO DI LUCRO e i cui utili vanno (andrebbero) utilizzati per potenziare la rete stessa

La rete di trasmissione, non di distribuzione <_<

 

 

Sempre rimanendo in ambito elettrico sono presenti degli "imbuti" per cui in certe zone non è possibile trasportare tutta l'energia richiesta. A seguito di questo c'è un meccanismo di prezzi dell'energia (che non toccano noi, ma che toccano i grandi consumatori/distributori) che vanno a portare lucro al gestore, il quale userà (si spera) questo lucro per sistemare questi problemi di insufficienza di rete

Dipende un po' dal meccanismo usato: ci sono diversi meccanismi di prezzo e di contratto, a seconda di quello preso in considerazione la questione varia; in pratica, il meccanismo di cui tu parli fa sí che laddove la portata delle linee non sia sufficiente si creino prezzi diversi non solo punto a punto, ma anche per la singola coppia compratore/venditore (io ti vendo l'energia a cinque, tu la compri a dieci, i cinque in piú se li prende il gestore). Questo però non dovrebbe toccare solo i grandi distributori/gestori, ma chiunque compri/venda energia senza i classici contratti.


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Inviato il 31 gennaio 2007 21:22

Penso alla sanità e posso pensare analogamente al resto. La privatizzazione fa danni nel momento in cui antepone il bilancio al bene del paese, pensare alla sanità USA. Il pubblico funziona ma va controllato.


M
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Inviato il 31 gennaio 2007 21:59
Penso alla sanità e posso pensare analogamente al resto. La privatizzazione fa danni nel momento in cui antepone il bilancio al bene del paese, pensare alla sanità USA

Dipende da come viene realizzato: pensa a un sistema in cui chi compra fa offerte e chi vende anche, offerte che vengono relazionate da un ente autonomo e magari statale che tira fuori il prezzo di mercato: se il prezzo è deciso esternamente, e fare prezzi alti aumenta il rischio di non vendere, il bilancio può essere anteposto fino a un certo punto.


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Inviato il 31 gennaio 2007 22:04

La rete di trasmissione, non di distribuzione

 

Già...

 

Questo però non dovrebbe toccare solo i grandi distributori/gestori, ma chiunque compri/venda energia senza i classici contratti.

 

Si infatti ma il mercato italiano è stato liberalizzato...però è in pratica ancora un monopolio quindi la questione dei contratti privati viene gestita solamente per i grandi consumatori.


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Inviato il 31 gennaio 2007 22:11
la questione dei contratti privati viene gestita solamente per i grandi consumatori

La questione dei contratti privati è gestita con un po' tutti, inoltre ora anche chi ha una partita IVA può scegliere di comprare da fornitori diversi; il meccanismo cui accennavi tu, che si ripercuote su venditori e compratori, funziona per la borsa elettrica, non so se si applichi ugualmente ai normali contratti (vorrebbe dire un intervento esterno volto a far aumentare il prezzo previsto per il compratore e dimuire quello previsto per il venditore)...


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Inviato il 01 febbraio 2007 0:00

Per quanto riguarda tutti i servizi essenziali io sono fortemente favorevole alla "tesi pubblicista" (anche perchè non mi sembra poi così scontata l'equazione più concorrenza = più qualità) anche se purtroppo vedo nel Paese una forte carenza del senso della res publica, carenza che rischierebbe di ripercuotersi anche sul rigore degli indispensabili sistemi di controllo.


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Inviato il 01 febbraio 2007 10:38

Per quanto mi riguarda, sono sempre stata dell'idea "meglio poco e male per tutti che tanto e bene per pochi", e questo solo un'applicazione della c.d. "tesi pubblicista" puo' provare a garantirlo.

 

Naturalmente l'ideale sarebbe "tanto e bene per tutti", ma per ottenerlo si richiederebbe un lungo e impegnativo processo di presa di coscienza della res publica che, come alcuni hanno gia' sottolineato, nel nostro attuale contesto sarebbe tutt'altro che semplice.

 

Concordo con quanti ritengono che la soluzione alle "pecche" sia un efficiente sistema di controlli, e con quanti negano l'equazione piu' concorrenza = piu' qualita'.


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