Le reti (binari cavi telefonici acquedotti) devono essere in mano allo stato, ma uno Stato con la S maiuscola, uno Stato in grado di mantenere efficienti e perfettamente funzionanti queste reti e in Italia questo non succede o cmq succede poco e male
I gestori poi devono essere privati per dare una qualità sempre migliore agli utenti.
Tutto quanto secondo me ovviamente....
Secondo me molte delle risposte date finora non sono del tutto coerenti con la domanda iniziale: le considerazioni che valgono per i servizi pubblici essenziali, quelli che fondano il welfare (sanità, istruzioni, pensioni) sono molto diverse da quelle che possono essere fatte per le infrastrutture e le reti.
Preciso che sono ben lungi dall'essere un economista, e probabilmente non ho neppure le informazioni e l'approfondimento che (come sempre) sembra avere Matteo - prima ho letto l'articolo di ieri di Giavazzi, ma lì mi fermo :D
Il punto però è che secondo me l'alternativa posta inizialmente è - almeno in parte - mal posta. Può darsi che sia limitato io, ma non vedo alcuna possibilità concreta di gestire le reti in un regime concorrenziale (che è doverso da dire privato, ovviamente).
Non ci arrivo. I fili del telefono, per dire, sono quelli sono: gestirli in modo concorrenziale vorrebbe dire concedere ai singoli gestori la possibilità di possedere i proprio cavi... e quindi provocherebbe una moltiplicazione esponenziale delle reti, che difficilmente potrebbero essere connesse tra loro. Oppure, se si volesse preservare comunque l'idea di rete unica ma affidarla a più privati, si dovrebbe optare per concessioni locali, che però sarebbe un altro modo di dire monopolio.
Allora, l'alternativa tra pubblico e privato esiste, ovviamente: ma secondo me è tra monopolio pubblico e monopolio privato.
Per esempio: creare un ente pubblico che gestisca le reti, e lasci la gestione del servizio ai privati? E con quale autonomia dal potere politico? (molto difficile la strada dell'ente indipendente, credo)
Oppure: creare un ente privato (e terzo), ponendo una serie di regole precise (una sorta di controllo giuridico anziché economico)?
Oppure: creare una società unica di cui siano azionisti le società di gestione del servizio (che imho favorirebbe la formazione di cartelli etc.)?
Oppure come ora nella telefonia (e non solo): lasciare il servizio ai privati, ma affidare la gestione della rete ad uno dei concorrenti? La soluzione di gran lunga peggiore, imho.
Preciso che sono ben lungi dall'essere un economista, e probabilmente non ho neppure le informazioni e l'approfondimento che (come sempre) sembra avere Matteo - prima ho letto l'articolo di ieri di Giavazzi, ma lì mi fermo :singing:
Il punto però è che secondo me l'alternativa posta inizialmente è - almeno in parte - mal posta. Può darsi che sia limitato io, ma non vedo alcuna possibilità concreta di gestire le reti in un regime concorrenziale (che è doverso da dire privato, ovviamente).
Non ci arrivo. I fili del telefono, per dire, sono quelli sono: gestirli in modo concorrenziale vorrebbe dire concedere ai singoli gestori la possibilità di possedere i proprio cavi... e quindi provocherebbe una moltiplicazione esponenziale delle reti, che difficilmente potrebbero essere connesse tra loro. Oppure, se si volesse preservare comunque l'idea di rete unica ma affidarla a più privati, si dovrebbe optare per concessioni locali, che però sarebbe un altro modo di dire monopolio.
Allora, l'alternativa tra pubblico e privato esiste, ovviamente: ma secondo me è tra monopolio pubblico e monopolio privato.
Per esempio: creare un ente pubblico che gestisca le reti, e lasci la gestione del servizio ai privati? E con quale autonomia dal potere politico? (molto difficile la strada dell'ente indipendente, credo)
Oppure: creare un ente privato (e terzo), ponendo una serie di regole precise (una sorta di controllo giuridico anziché economico)?
Oppure: creare una società unica di cui siano azionisti le società di gestione del servizio (che imho favorirebbe la formazione di cartelli etc.)?
Oppure come ora nella telefonia (e non solo): lasciare il servizio ai privati, ma affidare la gestione della rete ad uno dei concorrenti? La soluzione di gran lunga peggiore, imho.
Il discorso che sollevi sull'impossibilità di offrire concorrenza era quello che anche a me rendeva impossibile pensare ad una privatizzazione nel settore delle reti. Io mi ero posto il problema sulle tratte ferroviarie, dove forse è ancora più evidente, ma in sostanza il problema non cambia: come si fa a fare concorrenza in modo da sfruttare le virtù taumaturgiche del mercato auspicate da Giavazzi?
Riguardo alle soluzioni che hai proposto, credo che la prima e la seconda siano quelle che si possono di più avvicinare al dualismo pubblico/privato di cui sarebbe interessante, ideologicamente, parlare.
Tuttavia mi sento di proporre una terza via, quella auspicata (e mai realizzata) da Guido Rossi nella gestione della Telecom: la public company.
Si spezzetta così tanto l'azionariato della compagnia da impedire aggregazioni di potere tali da creare un "proprietario" della rete, con clausole precise anti-scalata.
In questo modo si dovrebbe garantire la pubblicizzazione, ma non la statalizzazione, della rete.
Per quanto riguarda la gestione della rete, ammetto invece di avere le idee più confuse: l'assemblea degli azionisti se ricordo bene ha un certo potere sul consiglio di amministrazione e sull'ad, nel caso in cui questi non seguano una certa politica, ma qui questo metodo mi pare più difficile da attuare. E sappiamo bene che i vincoli statutari in fondo sono solo pezzi di carta.
Forse una normale gestione aziendale e un controllo da parte di un'Authority potrebbe essere la soluzione migliore per questo problema, problema che comunque è comune a tutte le forme di governance trattate, anche se in fondo sposta il discorso dalla società all'Authority.
Purtroppo il problema dell'ente "radice" di cui tutti gli altri si devono fidare è un problema senza soluzione ottimale, come ben sa e può dimostrare chiunque mastichi qualcosa di sicurezza delle reti internet. :unsure:
la domanda: semplice semplice. Dal punto di vista puramente ideologico, quindi senza tirare in ballo cose del tipo "lo fa Prodi quindi è sbagliato" o "lo ha fatto Berlusconi quindi è sbagliato", come la pensate in materia? Tra l'altro, per voi la tesi che ritenete giusta andrebbe applicata a tutte le reti che compongono le infrastrutture italiane oppure fareste dei distinguo?
Rispondo rapido e senza aver letto le altre reply...ma ho poco tempo,e l'argomento mi interessa.
A mio avviso,parlare di "concorrenza" sulle reti e sulle infrastrutture fondamentali,ha poco senso.Si avran inevitabilmente due situazioni:monopoli pubblici o monopoli privati.In Italia si sente sempre più gente lamentarsi dell'inefficienza del pubblico,a ragione in certi casi...ma sotto gli occhi abbiam esempi disastrosi anche per quanto concerne situazioni ormai di palese monopolio privato.Non cito per evitare di scadere in effimere polemiche legate alla politica le privatizzazioni promosse con i piedi a fien anni 90,ma gli esempi son lampanti e sotto gli occhi di tutti.Il fatto è che per definizione in certi settori il privato proprio non può entrare,perchè non ha convenienza:son settori che posson occupare solamente soggetti pubblici oppure enti non profit (ma qui penso più al welfare che alle reti) o legati a differenti ottiche di gestione.C'è una terza via invero,ibrida che i paesi anglosassoni adottano già da tempo,e che auspicai in certi casi anche per il nostro paese e proposi in topic dove si discuteva di telecom e alitalia:la pubblic company.Realtà al nostro mercato ignota,che non andrà a risolvere tutti i problemi,ma almeno evita l'inefficienza del pubblico e i limiti piuttosto evidenti del privato.Un buon compromesso insomma.Ma anche qui,il discorso sarebbe lungo da fare...non in tutti i settori la pezza della pubblic company può esser posta in essere.Mettiamoal così per adesso,poi male che vada approfondirò meglio
Quesito interessante, e assai complicato. In breve.
Tendenzialmente sono per le privatizzazioni, ma la cosa varia da campo a campo.
Ad esempio, per le ferrovie son contento che siano privatizzate (direttiva europea 91/440), visto che le FS pubbliche avevano un buco di bilancio nel 1985 di 200'000 miliardi di lire...
Viceversa, la rete elettrica e la produzione di energia privatizzata ci costa di più di quando era pubblica.
Ugualmente, per la televisione, son contrario a dover pagare un canone alla rai, poichè di essa posso farne a meno. Ma non apprezzo nenache le pay-tv....
Ciao!
Mi verrebbe da dire nessuno dei due.
In presenza di uno stato forte, l'ideale sarebbe affidare il tutto a privati "di fiducia" dello stato (secondo il modello comunista cinese o fascista italiano), che abbinano il meglio del mondo privato al controllo pubblico, ma è anche vero che possono provocare degenerazioni locali e piccole mafie.
In mancanza di uno Stato forte (quale è il nostro caso IMHO) entrambe le soluzioni portano a monopoli assai poco efficienti.
Dovendo proprio scegliere, propenderei per un sistema statale, perchè preferisco che a salassarmi, a questo punto, sia il mio stato, e che magari dopo usi un pò di quello che mi ruba per il mio stesso bene, piuttosto che una megacorporazione.