Non credi che la pubblicità possa creare "un gusto" invece di limitarsi a propagandarlo? Io si'. Non credi che la pubblicità tenda a uniformare, invece che a valorizzare la diversità? Io si'.
Ok, ora capisco meglio quello che vuoi dire, ma non vedo la situazione così tragica.
Quello che hai detto ben descrive la situazione dei film e delle case cinematografiche: il gusto "creato" per determinati film d'azione o comici (mission impossible 40000 e natale su marte) tutti uguali a se stessi, lì la situazione è in effetti grave, e la pubblicità e le recensioni decidono già per un buon 80% il successo di un film.
Nonostante ciò continuano a uscire buoni film.
Perchè ?
Perchè accanto a un pubblico che vede nel cinema solo svago e divertimento, c'è un pubblico che vuole un cinema diverso, vuole emozioni, riflessioni etc etc, e per quanto possa essere in minoranza è comunque un numero che permette al cinema di un certo livello di sopravvivere, come saranno le percentuali ? 80% Vs 20% ? 70% Vs 30% ? Comunque sia il buon cinema resta.
E nella letteratura come siamo messi ?
Siamo messi meglio, molto meglio, la percentuale di persone che in un libro cerca solo svago è davvero in minoranza, anche perchè tipicamente ben pochi libri contengono solo svago.
I libri di Licia sono sicuramente un fenomeno commerciale (per quanto il successo di Licia non sia paragonabile a quello di Paolini o Melissa P, parliamo di volumi di vendita molto diversi) ma contengono anche qualcosa, trasmettono qualcosa.
Se vedi i vari commenti di Ibs, Bol o anche di forum vari, vedrai che accanto a persone che non vedono nulla in quei libri, ci sono anche persone colpite dalla figura del Tiranno, persone che si sono riconosciute nei caratteri di Nihal e Sennar, persone che hanno ricevuto messaggi, oltre che emozioni, dai libri.
Fossero anche poche vorrebbe comunque dire che Licia è riuscita nel suo scopo: comunicare qualcosa di se stessa a dei lettori, oltre a divertirli.
"Natale sul nilo" o "mission impossible" invece cosa ti lasciano ?
Ho letto e amato Turtledove, in particolare il ciclo del "La legione perduta": straordinario l'attacco, l'idea di base, molto belle le descrizioni delle battaglie e le ambientazioni, ma alla fine del ciclo mi è rimasto solo il divertimento.
I personaggi di Turtledove non mi hanno lasciato nulla, il cattivo è stato una delusione a livello psicologico, eppure Turtledove è un autore molto apprezzato tra i lettori fantasy "esperti" e non è mai stato lanciato in Italia come fenomeno commerciale.
Ho invece adorato Stroud e la sua trilogia di Bartimeus, anche lui presentato come libro per ragazzi e fenomeno commerciale, Bartimeus, Nathaniel, Kitty mi hanno trasmesso e lasciato molto, non solo divertimento.
Infine manterrei separati i discorsi sulla quarta di copertina e quelli sulla pubblicità:
qualunque casa lancia il libro con una quarta di copertina e una copertina che siano d'effetto, la pubblicità e altri slogan vengono solo dopo, solo se il libro vende.
Posso farti l'esempio di Licia perchè, ovviamente, lo conosco molto bene: Licia venne lanciata con una buona copertina e una quarta di copertina abbastanza ambiziosa, una buona distribuzione sopratutto nelle librerie mondadori (ovvio) e con una intervista su "Venerdì di Repubblica" dove si parlava dell'uscita del libro.
Basta.
Dopo una settimana aveva venduto circa 2000 copie, e solo allora arrivò il quadratino sulla prima pagina di Repubblica, l'intervista a Chi, la pubblicità su Focus etc etc etc e cominciarono gli slogan "tolkien al femminile" e così via.
Che un libro trasmetta un messaggio o meno non mi sembra fondamentale. Si legge anche per mero diletto Sono tanti, però, gli elementi che caratterizzano un buon romanzo. Io per esempio non condivido il tuo giudizio su Turtledove, che secondo me caratterizza in maniera meravigliosa i suoi personaggi e che tu abbia trovato poco significativa la figura di Avshar mi lascia perplesso, visto che è per molti versi simile al Tiranno. Ma vedi, tu sei riuscito a trovare altri elementi per apprezzare Turtledove. Se ci fai caso chi non è riuscito a vedere il mondo emerso con gli occhi di Nihal, non ha trovato nessun altra ragione per apprezzare il ciclo. Chi leggendo Eragon ha notato i numerosissimi deja vu con Guerre Stellari non è riuscito a procedere con la lettura. Il tuo paragone con i "cinepanettoni" non è cogente per un motivo fondamentale:
Per quanto ti possa sembrare strano, sono convinto che Boldi in "Ole'" si sia davvero sforzato di offrire qualcosa di nuovo. L'ha detto a mari e monti e in varie interviste. Putroppo Boldi non è un grande attore e a parte pernacchie e scoregge non riesce a far ridere in altro modo. Non è quello che si dice un attore eclettico.
In definitiva rappresentare sé stessi è facile, essere compresi dal pubblico è più difficile (e in questo chapeau a Licia, nonostante la pubblicità), ma ciò non basta per fare di uno scrittore un grande scrittore. Saresti sopreso , per esempio, del numero di citazioni antiche contenute nell'opera di Turtledove e chi come me si interessa di storia ama molto queste cose. Turtledove, Martin, Gemmell a fronte di inevitabili carenze hanno innumerevoli frecce al loro arco: una ambientazione definita, una notevole caratterizzazione dei personaggi, un intreccio coerente. Leggere con il cuore non è mai un metro di giudizio affidabile, imho. Quante letture ci sono sembrate in passato notevolissime e poi le abbiamo ridimensionate dopo alcuni anni? Io chiudo qui, saluti
Se ci fai caso chi non è riuscito a vedere il mondo emerso con gli occhi di Nihal, non ha trovato nessun altra ragione per apprezzare il ciclo.
Non ci crederai, ma questa è una delle critiche negative sui libri di Licia più intelligenti che ho mai sentito; non mi trovi daccordo ma hai espresso il tuo punto di vista in modo costruttivo ed EDUCATO, ed è molto molto raro.
Per il resto non sono daccordo con te, sia su Avshar che trovo mortalmente noioso e poco interessante se confrontato al Tiranno, sia sulla caratterizzazione dei personaggi che mi sembra fin troppo trascurata; rimane un ciclo che ho apprezzato, ma rimane anche la punta di delusione per questi difetti.
Daccordo invece sul fatto che per cura delle ambientazioni e riferimenti storici Licia è decisamente inferiore a Turtledove.
Una quarta di copertina del genere potrà attirare l'attenzione di chi tipicamente non frequenta granchè le librerie, ossia di un lettore non abituale. Quando questo si verifica non vedo danno che possa essere causato all'autore o al lettore, semmai vedo solo benefici per entrambi.
Sarà esperienza personale non estensibile, sarà che i miei romanzi non hanno il valore di quelli di Licia, sarà (mettici quello che vuoi), ma una quarta di copertina e una presentazione del genere (bandiamo dal discorso la pubblicità) fanno danno all'autore.
E di questo dovresti rendertene conto soprattutto considerando (come avete certamente fatto) la quantità di lettori che si scagliano contro Licia e il livore assoluto delle loro parole.
Ho conosciuto Licia di persona e come persona la stimo, mi è stata subito simpatica. Non ho avuto il piacere di conoscere te. Ma mi sorprende un po' che non siate ancora arrivati alla conclusione che l'arroganza della Mondadori (e di molti altri editori) sia la primissima causa di reazioni spropositate.
Licia ha subito e subisce tuttora le conseguenze di scelte di marketing scellerate, da farabutti che usano, anziché "condurre per mano, presentando". La sua fortuna (e merito, per carità) è che vende tanto (non azzarderei paragoni con Melissa P, che parla di sesso - limitatevi a guardarvi attorno nell'ambito del fantasy, che mi sembra più realistico). E siccome vende tanto, le conseguenze sono limitate e rientrano nel "basta che se ne parli".
Tutto dipende dal carattere di Licia, dalla sua forza.
A me, 30 volte inferiore per vendite, leggere boiate scritte attorno ai miei libri e alla mia persona di conseguenza a una "gestione" sbagliata del mio primo libro ha fatto riflettere molto (oltreché infuriare, nei primi tempi).
Poi, c'è chi preferisce parlarsi onestamente allo specchio, circa la situazione. E chi, invece, trova più conveniente non farlo. E nel caso di Licia, che vende 30 volte me (ma forse più ancora! Non conosco le ultime cifre), è comprensibile fare buon viso a cattivo gioco.
Ma, e sia chiaro che considero le mie parole soggettive - e non voglio imporre la mia visione -, cattivo gioco resta.
Del resto, io vado ripetendolo da tempo: aver venduto pochissimo è la seconda peggior situazione in cui mi potessi trovare. La prima è vendere senza diventare milionario. Nel mio caso, infatti, posso permettermi la libertà di scelta assoluta, tanto rinuncio a poco. :wacko:
Da persona onesta a persona onesta, Sesshoumaru, ti chiedo: credi che se la Mondadori avesse presentato Licia in modo assolutamente sobrio e i detrattori avessero conosciuto Licia di persona (molto più facile, giacché tutt'altro che aizzati dall'arragonza della Mondadori - come invece è avvenuto), che è tutto fuorché arrogante, certe boiate sul suo conto e sui suoi libri sarebbero circolate in pari misura?
P.S.: la mia decisione è OT, magari riprendo il discorso nella discussione su "La Rocca dei Silenzi".
per la questione 1984..
Il fan medio del "grande fratello" (parlo di appassionati, non di chi ci capita disgraziatamente su facendo zapping):
1) è già tanto se sa scrivere il proprio nome
2) sicuramente non ha la più pallida idea della correlazione tra il titolo di quella ciofeca di programma e il contenuto di quel capolavoro che è 1984...
Da persona onesta a persona onesta, Sesshoumaru, ti chiedo: credi che se la Mondadori avesse presentato Licia in modo assolutamente sobrio e i detrattori avessero conosciuto Licia di persona (molto più facile, giacché tutt'altro che aizzati dall'arragonza della Mondadori - come invece è avvenuto), che è tutto fuorché arrogante, certe boiate sul suo conto e sui suoi libri sarebbero circolate in pari misura?
Io (signor nessuno) sono un esempio lampante, dopo aver letto 2 dei 3 libri (non ce l'ho fatta proprio..) non ho fatto altro che parlarne male forse in maniera un pò superficiale, ma mi rendo conto che le mie aspettative erano state gonfiate da un marketing ad hoc oltre che dalla volontà di voler sostenere un fantasy italiano (mi sono logicamente trovato a dire mai più.... :wacko: )
Ciao.
Una quarta di copertina del genere potrà attirare l'attenzione di chi tipicamente non frequenta granchè le librerie, ossia di un lettore non abituale. Quando questo si verifica non vedo danno che possa essere causato all'autore o al lettore, semmai vedo solo benefici per entrambi.Sarà esperienza personale non estensibile, sarà che i miei romanzi non hanno il valore di quelli di Licia, sarà (mettici quello che vuoi), ma una quarta di copertina e una presentazione del genere (bandiamo dal discorso la pubblicità) fanno danno all'autore.
E di questo dovresti rendertene conto soprattutto considerando (come avete certamente fatto) la quantità di lettori che si scagliano contro Licia e il livore assoluto delle loro parole.
Ho conosciuto Licia di persona e come persona la stimo, mi è stata subito simpatica. Non ho avuto il piacere di conoscere te. Ma mi sorprende un po' che non siate ancora arrivati alla conclusione che l'arroganza della Mondadori (e di molti altri editori) sia la primissima causa di reazioni spropositate.
Licia ha subito e subisce tuttora le conseguenze di scelte di marketing scellerate, da farabutti che usano, anziché "condurre per mano, presentando". La sua fortuna (e merito, per carità) è che vende tanto (non azzarderei paragoni con Melissa P, che parla di sesso - limitatevi a guardarvi attorno nell'ambito del fantasy, che mi sembra più realistico). E siccome vende tanto, le conseguenze sono limitate e rientrano nel "basta che se ne parli".
Tutto dipende dal carattere di Licia, dalla sua forza.
A me, 30 volte inferiore per vendite, leggere boiate scritte attorno ai miei libri e alla mia persona di conseguenza a una "gestione" sbagliata del mio primo libro ha fatto riflettere molto (oltreché infuriare, nei primi tempi).
Poi, c'è chi preferisce parlarsi onestamente allo specchio, circa la situazione. E chi, invece, trova più conveniente non farlo. E nel caso di Licia, che vende 30 volte me (ma forse più ancora! Non conosco le ultime cifre), è comprensibile fare buon viso a cattivo gioco.
Ma, e sia chiaro che considero le mie parole soggettive - e non voglio imporre la mia visione -, cattivo gioco resta.
Del resto, io vado ripetendolo da tempo: aver venduto pochissimo è la seconda peggior situazione in cui mi potessi trovare. La prima è vendere senza diventare milionario. Nel mio caso, infatti, posso permettermi la libertà di scelta assoluta, tanto rinuncio a poco. >_>
Da persona onesta a persona onesta, Sesshoumaru, ti chiedo: credi che se la Mondadori avesse presentato Licia in modo assolutamente sobrio e i detrattori avessero conosciuto Licia di persona (molto più facile, giacché tutt'altro che aizzati dall'arragonza della Mondadori - come invece è avvenuto), che è tutto fuorché arrogante, certe boiate sul suo conto e sui suoi libri sarebbero circolate in pari misura?
P.S.: la mia decisione è OT, magari riprendo il discorso nella discussione su "La Rocca dei Silenzi".
E' proprio la reazione spropositata dei lettori fantasy quella che non capisco, come può un lettore scafato indignarsi e incazzarsi per una quarta in tono "trombone" ?
Si dovrebbe fare 4 risate, questo si, e ignorare bellamente una quarta del genere, ma perchè incazzarsi in questo modo ?
I giornali, la pubblicità, gonfiano e stravolgono sempre il pensiero di un autore, per questo una persona esperta li dovrebbe ignorare!
Licia non voleva ovviamente "stravolgere il genere", "essere la nuova tolkien" o boiate così, voleva raccontare una storia, e comunicare al lettore qualcosa insieme alla storia, e quel qualcosa lo si trova solo sul libro, le frasi trombone sono solo messe per attirare l'attenzione, per vendere di più, PUNTO.
Perchè, perchè inca##arcisi tanto ?
Che siano stupide, che se le potevano anche risparmiare etc etc è certamente vero, ma signori una casa editrice DEVE anche vendere, è così che è fatta la nostra economia.
Ste frasi attirano chi non legge quasi mai, quindi se il risultato è che persone che tipicamente leggono poco si avvicinano alla lettura e spendono 15-20 euro per un libro invece che per altre cose allora ben venga!
Vogliamo evitare tutto questo ? Bene, facciamo che i libri li pubblica lo stato, non una società a scopo di lucro come sono tutte le case editrici, non vedo altra soluzione.
Senza questo tipo di pubblicità che attira nuove persone, il mercato dell'editoria non potrebbe competere con altri mercati (film, videogames etc etc), inutile prenderci in giro.
inutile prenderci in giro
Figurati, Sesshoumaru, credi che io non capisca la situazione? Credi che io non abbia subito il "parlottare confuso" (spesso offensivo) dei detrattori? Basta andare su IBS o BOL per capire che anche con me non ci sono andati leggeri (prendendo di mira un ben misero bersaglio, come ho avuto modo di commentare in una considerazione sul mio sito).
Ma continui a girare attorno al punto... e non hai risposto alla mia domanda - che poi è il tema principale di questa discussione inaugurata da Stefano. O, forse, devo pensare che hai risposto implicitamente, dandomi ragione?
Licia ha ricevuto giovamento o danno dall'arroganza della Mondadori?
inutile prenderci in giroFigurati, Sesshoumaru, credi che io non capisca la situazione? Credi che io non abbia subito il "parlottare confuso" (spesso offensivo) dei detrattori? Basta andare su IBS o BOL per capire che anche con me non ci sono andati leggeri (prendendo di mira un ben misero bersaglio, come ho avuto modo di commentare in una considerazione sul mio sito).
Ma continui a girare attorno al punto... e non hai risposto alla mia domanda - che poi è il tema principale di questa discussione inaugurata da Stefano. O, forse, devo pensare che hai risposto implicitamente, dandomi ragione?
Licia ha ricevuto giovamento o danno dall'arroganza della Mondadori?
E' un dato di fatto che molte persone, spesso ragazzi, che tipicamente leggono poco hanno invece letto con soddisfazione il libro di Licia.
Se il motivo è da ricercare nell'arroganza della Mondadori (e bada bene che non ne ho idea, suppongo di si ma non lo so), allora la risposta alla tua domanda è: entrambi.
Danno, perchè si è attirata l'odio (si, in alcuni casi proprio l'odio), il pregiudizio e le false aspettative (ma di nuovo, non capisco il perchè delle false aspettative) di una parte dei lettori "scafati"; giovamento perchè si è guadagnata la lettura di molte persone che senza l'arroganza della mondadori avrebbero ignorato il libro, e al di là del guadagno economico questo mi sembra comunque un risultato positivo, non trovi ?
Se il motivo è da ricercare nell'arroganza della Mondadori (e bada bene che non ne ho idea, suppongo di si ma non lo so), allora la risposta alla tua domanda è: entrambi.
Grazie per la risposta.
Capisco il tuo punto di vista. E concordo con te sul fatto che, se l'arroganza della Mondadori è il motivo dell'avvicinamento di certi lettori, la risposta è "entrambi".
Resto però dell'idea che l'arroganza della Mondadori ha un solo effetto positivo: ha fatto inalberare i soliti "benpensanti", che a forza di parlarne male hanno fatto pubblicità a Licia (basta che se ne parli, per l'appunto). Ma - e questa è una mia convinzione, nulla più - l'arroganza ha avvicinato assai pochi lettori in modo diretto alle Cronache del Mondo Emerso. Mi spiace, ma sono dell'idea che l'onestà intellettuale paghi e che il popolo non è bue come sembri. E io, che per primo pretendo rispetto come autore dai lettori, difendo il diritto del lettore a essere trattato con onestà.
E non devo essere un lettore scafato per capire che mi si sta pigliando per i fondelli.
Rovescio della medaglia. Lo stesso tipo di atteggiamento editoriale, con un autore assai meno pubblicizzato, Andrea D'Angelo (scusami, ma io non accetto come ragionamento valido quello che considera un'intervista sul "Venerdì di Repubblica" qualcosa che viene prima della pubblicità, perché questo significa non avere il senso delle proporzioni), ha fatto danni ben maggiori (e, per carità, i danni maggiori dipenderanno anche da quanto fanno schifo i miei romanzi... ma dubito che sia solo per questo...).
Tutto questo nulla vuole togliere ai meriti di Licia, che certo non sono il più indicato a elencare (lo stesso vale per i demeriti). Tuttavia, Sesshoumaru (scusami, non ricordo il tuo nome di battesimo - che preferirei usare), se si perde di vista "la diritta via" soltanto perché si hanno dei buoni risultati, allora stiamo freschi.
Qui la questione è se si approva o meno un certo modo di fare editoria. Tu lo approvi, mi pare, perché porta a dei risultati buoni, oltreché cattivi. Io no, perché lo trovo intellettualmente disonesto e sono fermamente convinto che esista il modo per vendere libri con altrettanta efficacia senza prendere per i fondelli il lettore (e usare l'autore).
E se a Licia andava male? Tu e lei avreste un'altra opinione, ne sono certo.
Forse io sono soltanto un inguaribile idealista del piffero, che non ha futuro in un'economia (gonfiata) che puzza di marcio in ogni settore. Per come la vedo io, la necrosi avanza.
Forse io sono soltanto un inguaribile idealista del piffero, che non ha futuro in un'economia (gonfiata) che puzza di marcio in ogni settore. Per come la vedo io, la necrosi avanza.
Lo sono anch'io - idealista - e concordo con te. Del resto ogni tanto succede che uno scrittore abbia successo prima di cadere nelle grinfie del marketing attraverso il metodo più semplice del mondo, che poi - guarda un pò - è quello di gran lunga più efficace: il _passaparola_.
Penso, ad esempio, al caso di R. Saviano con il suo "Gomorra".
Qui la questione è se si approva o meno un certo modo di fare editoria. Tu lo approvi, mi pare, perché porta a dei risultati buoni, oltreché cattivi. Io no, perché lo trovo intellettualmente disonesto e sono fermamente convinto che esista il modo per vendere libri con altrettanta efficacia senza prendere per i fondelli il lettore (e usare l'autore).
Mi intrometto nella discussione solo riguardo a quest'ultimo punto. Non sei il primo ad avere sviluppato un legittimo rifiuto verso certe forme di mercificazione estrema del mercato editoriale con le conseguenti esagerazioni, né il male è legato esclusivamente alla nostra realtà nazionale, ma è tipico di tutto un sistema. Esempio che posso portarti è la trilogia The Black Magician di Trudi Canavan, un'autrice australiana ancora inedita da noi - a meno che i diritti di traduzione non siano stati recentemente acquistati. Leggo lanci editoriali pompatissimi, vedo vendite molto consistenti sul mercato anglosassone e mi chiedo se davvero possa essere una nuova fenomenale scoperta. Qualche ricerca e comincio a trovare recensioni discordanti da parte dei lettori. Riesco ad avere sottomano il testo del primo libro, leggo le prime cento pagine per onestà intellettuale verso chi le ha scritte e tiro il mio giudizio: trama banale, stile piatto, sviluppo prevedibile, presenza di quei "nodi emotivi" tipici di una scrittura femminile, background storico-politico del contesto senza spessore, incisività zero. Una saga simile ha tutte le carte in regola per vendere discretamente anche in Italia allo stesso pubblico che compra Eragon o l'ottantanovesimo libro del ciclo di Shannara o il duecentoquarantesimo di Forgotten Realms e simili. Pubblico giovane, spesso molto giovane. Lavorando di marketing venderà in italia come ha venduto nei paesi anglosassoni, ma è e resta una boiata che qualunque lettore fantasy scafato riconoscerà come tale.
Questo è il mercato editoriale medio. Comprendo la tua stanchezza, il sentirsi demotivato, ma non approvo la resa.
La salvezza sta nel web.
In molti scrivono fantasy o fantascienza, soprattutto oltreoceano, e hanno il proprio sito, in cui pubblicano liberamente le loro opere. A volte resti sorpreso dalla qualità. La piccola editoria prima o poi se ne accorge, magari li pubblica con cinque dieci anni di ritardo, quasi sicuramente senza ritorni economici rilevanti per chi scrive, ma qualcosa si muove.
Da noi, anche se non è fantasy, posso portarti a esempio il percorso del collettivo di Luther Blissett, sfociato in Q - secondo me il migliore romanzo storico-avventuroso visto in Italia negli ultimi vent'anni. Per scelta, tutto ciò che questi scrittori producono è scaricabile lecitamente e gratuitamente dal web a beneficio di chiunque voglia accostarsi incuriosito senza bisogno di sganciare pecunia a priori ai grossi trust editoriali nostrani.
Se una certa editoria disgusta perchè ormai un libro sembra seguire le stesse logiche di vendita del prosciutto o del paio di scarpe griffate, tocca a noi ribellarci. Un noi esteso - lettori, scrittori, traduttori, piccoli editori, operatori culturali. Gli spazi intellettualmente liberi ancora esistono, occupiamoli. Le persone ancora autonomamente pensanti non sono estinte - i forum su web ne sono una delle prove più lampanti - occorre solo crederci.
Chiara
Non ho nulla da aggiungere a quello che ha detto Negrore: sono completamente d'accordo con lui. Se i moderatori me lo permettono aggiungo una pubblicità progresso, come sorta di commiato:
Adele Scherz, un'amica di fantasy-story sta coronando il suo sogno di pubblicazione. E' molto in gamba, credetemi sulla parola. Quando avrò maggiori informazioni, ve le fornirò ;-)
Comprendo la tua stanchezza, il sentirsi demotivato, ma non approvo la resa.
Molto bene, Chiara. Siamo d'accordo.
Anche perché... quale resa? E chi si arrende? Pensi che io si qui a discuterne con serietà pur essendomi arreso? Non sono incline all'incoerenza! ;)
Infatti, e ti posso assicurare che non sto né mentendo, né scherzando, se scriverò mai qualcosa di nuovo, una delle possibilità è muovermi da solo, indipendente dalle case editrici (rinunciando così a un sacco di vantaggi, ma ottenendone degli altri).
Ma non è la sola strada. Esiste anche la possibilità di cercare piccoli editori che fanno le cose bene. Ma anche qui a me sembra il discorso venga troppo semplificato. Esistono un sacco di piccoli editori per bene, e un altro sacco di piccoli editori che "se la tirano", convinti di essere alternativi, migliori e che si danno un molte arie pur producendo porcate (e sputando su case editrici più commerciali, ma decisamente migliori, anche per qualità dei testi).
Non sputo sulle grosse case editrici, anche perché una l'ho vissuta direttamente sulla mia pelle e, oltre a cose discutibili, esistono un sacco di cose ottime (e, ancora di più, di persone d'oro, disponibili, professionali e che insegnano davvero molto).
Il modo in cui è uscito il mio ultimo romanzo, ad esempio, dimostra che la sobrietà e l'onestà non sono appannaggio dei soli piccoli. Esistono ancora case editrici che puntano a fare le cose in un certo modo, magari rischiando di più (visti i risultati...).
Quello che io invito a fare è a stare molto attenti alle conclusioni che si traggono:
1. Non è vero che tutti i grandi editori "giocano sporco".
2. Non è vero che tutti i piccoli editori sono "bravi".
3. E' necessario far sì che le "nuove penne" crescano come coscienza collettiva (manca movimento, in Italia), si aiutino e si sostengano, tentino di costruire un retroterra che aiuti i più inesperti a muoversi in un mercato che è fatto di squali, ma anche di delfini.
Il mio lo sto facendo da prima di diventare edito. Non ho smesso e non smetterò mai di mettere in piazza la mia (piccola) esperienza, finché mi occuperò di scrittura (a tal proposito, ho in progetto una terza parte della mia rubrica "Un nuovo mondo", che parlerà molto chiaro, credetemi. E mi costerà qualche nemico in più e qualche vecchio nemico più arrabbiato di prima).
L'unica via è non menarsela e non menarla al prossimo, quali che siano i risultati ottenuti (di solito "la si mena" quando i risultati ottenuti sono buoni).
Almeno, io la vedo così. Se uno scrittore non fa dell'onestà intellettuale la sua bandiera, è meglio che cambi arte.
Il problema è il "movimento", già piccolo di suo, che si autocastra, incapace di prendere una rotta costruttiva comune e che si rotola agonizzante al suolo, a causa di lotte intestine.
Chi attacca frontalmente Licia Troisi, per fare un esempio conosciuto a voi tutti, non si rende conto che si dà la zappa sui piedi da solo (centrandoli). E non si tratta di fare buon viso a cattivo gioco, ma di instaurare un vero dialogo e di non giudicare e accusare, partendo in quarta. Ricordate, c'è sempre da imparare, anche da chi vi sembra non possa insegnare nulla (pregiudizio).
Un piccolo esempio, per spiegarvi il mio pensiero. Pensate che Licia non potrebbe aiutare il movimento, perché avete una brutta opinione dei suoi libri? I gusti non si discutono, ma credete davvero che sapere come funzionano concretamente le cose in Mondadori sia qualcosa che non merita di essere ascoltato? Ritengo che l'esempio renda perfettamente l'idea di ciò che io credo vi stiate perdendo. Chiaro, instaurando un dialogo civile, forse Licia potrebbe essere disposta a condividere parte della sua esperienza, o tutta. O forse non sarebbe disponibile. Ma certo attaccandola (spesso scrivendo scempiaggini gigantesche) non porta ad alcun risultato. (Breve sottolineatura: non ho letto che alcuni brevi messaggi su Licia di questo forum, quindi non sto avanzando critiche a nessuno. Uso un "esempio bollente" per rendere l'idea).
Ci vuole più umiltà e abnegazione. Di conseguenza verrebbe un dialogo costruttivo. E, dopo ancora, magari, un movimento. E dal movimento nascerebbe sicuramente del buono, che aiuterebbe tutti.
Ho già sperimentato sulla mia pelle, però, quanto questo mio pallino del "movimento" venga visto come un'utopia dai più. Peccato. Anche perché credere è l'unico modo per riuscire in qualcosa.
Io sinceramente sono d'accordo x alcune cose sia con Giuliano (sesshoumaru...cavolo mi sono ricordata il tuo nome ;)) che con Andrea (Negróre)....mi spiego meglio...
Penso che le quarte di copertina, la pubblicità, le fascette, ecc siano un mero mezzo x vendere quel determinato libro! La casa editrice ha quello come scopo, purtroppo spesso sono "disonesti" con l'utenza perchè dicono una marea di cavolate!
Prima andava di moda "il successore di Tolkien"....ora dicono "il libro che ha rivoluzionato il fantasy"....c'è una discussione apposita dove abbiamo commentato questa cosa, quindi non mi ripeto! :)
Io penso che questa cosa sia MOLTO disonesta verso l'utente che si aspetta un certo tipo di libro e verso l'autore che viene etichetatto, in maniera errata, come il "responsabile" di tutto quello che l'editore dice.
Da una parte però fa vendere tante copie...e quindi l'editore è contento e lo scrittore si è fatto conscere nel bene e nel male.
Allora io non do' tutta la colpa all'editoria x una cosa del genere, il loro scopo è vendere quindi fanno di tutto, ahimè, per riuscirci.....io do' la colpa a noi lettori che ci cadiamo come pere cotte! ;)
Quelli non esperti del genere, più di tanto non li posso accusare, ma mi incavolo con i più scafati che ormai dovrebbero capire come si comportano le case editrici...e sopratutto NON dovrebbero prendersela con lo scrittore se la loro casa editrice ha sparato cavolate su di lui a non finire!
Cmq Licia, Paolini, Brooks (e qui mi attirerò le ire di molti) e altri del genere per me ci DEVONO essere perchè anche quello è fantasy, semplice/già sentito, ma per me serve anche quello....serve per far avvicinare altri utenti al genere, serve ai lettori più giovani, serve quando vuoi leggere qualcosa di meno impegnativo.
Però mi aspetto specialmente da Licia dei libri successivi di maggior spessore perchè la considero una ragazza molto intelligente che per me ne ha le capacità.
Andrea forse il problema tuo è stato una poca pubblicità e la pesantezza del primo libro, che penso abbia frenato molti....per esempio se non ti avessi "conosciuto" sul forum, io stessa mi serei fermata alle 7 gemme. :)
Cmq bella discussione, sia per i contenuti che per i toni fin qui tenuti :(
Polgara