L'impresa della guida italiana Ario Sciolari, l'attraversamento a piedi dell'Alaska in quello che è uno degli inverni più freddi degli ultimi decenni, ha riportato alla ribalta uno dei temi forse più scottanti in materia di crisi energetica e di ambiente.
L'Alaska Wildlife Artic Refuge è uno dei principali parchi degli USA, e vi rimando agli articoli per ulteriori informazioni.
Fatto sta che nel territorio protetto si trovano anche dei giacimenti petroliferi, e da diverso tempo il governo statunitense cerca di metterci sopra le mani.
A complicare ulteriormente la questione c'è il fatto che quelle terre sono popolate dagli indigeni Gwich'in, la cui sopravvivenza (almeno nelle attuali condizioni di vita) dipende strettamente dall'equilibrio ecologico del luogo.
Da qui una serie di domande e considerazioni...
Da un lato abbiamo il petrolio, ovvero energia. Energia di cui effettivamente c'è sempre più bisogno per riuscire a supportare un sistema economico sempre più affamato... Un ecosistema locale salvaguardato che cosa offre in questi termini?
Dall'altro lato abbiamo invece le ragioni di chi sostiene che mantenere intatta la biosfera è un nostro preciso dovere nei confronti di chi verrà dopo di noi, di chi afferma che paesaggi come la tundra non hanno prezzo, e che la vita dei Gwich'in non deve essere toccata dal "progresso" contro la loro volontà...
Cosa ne pensate?
Linko qui un paio di articoli che ho trovato in giro per la rete, alla ricerca di notizie...
Associazione per i popoli minacciati
Ci sono anche svariati bloggers che hanno riportato la notizia, ma in quel caso le notizie credo siano ancora più di parte rispetto agli articoli che ho segnalato, i quali sono in ogni caso di fonte ambientalista (semplicemente perché non ne ho trovati con taglio opposto).
Io sto dalla parte dei conservazionisti.
Visceralmente.
Un mondo senza più luoghi incontaminati per me è un mondo in cui non varrebbe la pena di vivere.
Penso che la crescita senza un minimo di cognizione porti solamente ad un impoverimento del mondo futuro,in tutti i campi.Sul mercato le prime imprese che saltano son quelle che ragionano solo nel breve periodo...certe aree è bene che restino protette.
credo che ci sia ancora parecchio petrolio in medio oriente da importare e soppratutto in texas a casa loro senza andare a distruggere l'ecosistema di un popolo sopratutto se è così fragile!
ma sopratutto credo che ormai sia fondamentale trovare nuovi tipi di energie ormai la crisi energetica stà diventando ogni anno più imponente siamo arrivati ad un aumento dei barili di petrolio da 51 a 63 dollari,e noncredo che sia finita,ogni anno continuerà ad aumentare sempre di più!
e anche in italia secondo me dobbiamo di novo fermarci e riflettere sul nucleare se sia il caso di utilizzarlo anche da noi,e se sia il caso di fare un nuovo referendum visto che l'altro è stato fatto sulla scia del disastro di Chernobyll!
scusate se alla fine sono andato un poco OT ma credo che sia comunque collegato al discorso di quì sopra...
Secondo alcune ricerche indipendenti, il petrolio estratto dal parco naturale dell'Alaska non soddisferebbe nemmeno il fabbisogno USA di soli sei mesi, inoltre ci vorranno anni prima che il petrolio della zona possa giungere sul mercato.
riporto due spezzoni dell'articolo che Beric ha riportato, spezzone che mi sembra molto chiaro. Vale la pena di distruggere una delle ultime oasi che ancora non sono state toccate dall'uomo per una quantità di petrolio minima utilizzabile tra 20 anni??
Gli ambientalisti infine temono che questa decisione possa costituire un precedente per revocare la tutela ambientale anche a altre zone protette.
anche questo potrebbe essere vero, una volta aperta la porta...
Penso che se gli stessi soldi investiti per far sloggiare gli indiani nativi, devastare la regione, piantare i pozzi, estrarre il petrolio e trasformarlo in benzina fossero investiti in ricerca e produzione di altre energie ecocompatibili, quel petrolio sarebbe molto meno utile, necessario ed appettibile...
Sono di parte? Forse, ma dieci anni passati a fare il responsabile di un gruppo d'appoggio di Greenpeace lasciano il segno...
Allora... La mia opinione "a pelle" coincide con quella di Alyssa, che mi sto accorgendo di quotare sempre più spesso...
Mi limito ad una osservazione sulle parole di Morgil: "invece che cercare nuovi pozzi in Alaska potrebbero continuare ad usare quelli in Medio Oriente o quelli in Texas". Questo significa che il deserto vale di meno della tundra? O che, visto che il Texas è già antropizzato, tanto vale devastarlo fino in fondo a suon di trivellazioni?
Una domanda a Fra: hai detto che certe aree è bene che siano protette. Ma cosa significa "proteggere"? Conservazionismo allo stato puro? Questa non è protezione, è immobilismo. Oppure comportarsi come se l'uomo non ci fosse? Si potrebbe fare in un sistema chiuso, ma se io impianto una fabbrica lungo un fiume subito a monte di un parco nazionale, credo che l'influenza si faccia sentire eccome... Se è OT si può creare un topic apposta, ma credo valga la pena discutere su cosa significhi "proteggere" un territorio.
Ovviamente, concordo anche io che i soldi necessari per rendere produttivo quel pezzo di tundra sarebbero meglio spesi per ricerche a lungo termine su fonti alternative, ma d'altra parte c'è bisogno di energia ora, e il prezzo del petrolio di certo scoraggia investimenti che potrebbero rivelarsi produttivi solo tra 20 anni...
Una domanda a Fra: hai detto che certe aree è bene che siano protette. Ma cosa significa "proteggere"? Conservazionismo allo stato puro? Questa non è protezione, è immobilismo. Oppure comportarsi come se l'uomo non ci fosse? Si potrebbe fare in un sistema chiuso, ma se io impianto una fabbrica lungo un fiume subito a monte di un parco nazionale, credo che l'influenza si faccia sentire eccome... Se è OT si può creare un topic apposta, ma credo valga la pena discutere su cosa significhi "proteggere" un territorio.
Brevemente:in quel contesto ho utilizzato "proteggere" con significato di tutela e salvaguardia Non un chiudersi a riccio quindi,ma una sana interazione,anche perchè penso che quest'ultima sia inevitabile,specie per la direzione in cui procede la società moderna =P
Mi limito ad una osservazione sulle parole di Morgil: "invece che cercare nuovi pozzi in Alaska potrebbero continuare ad usare quelli in Medio Oriente o quelli in Texas". Questo significa che il deserto vale di meno della tundra? O che, visto che il Texas è già antropizzato, tanto vale devastarlo fino in fondo a suon di trivellazioni?
secondo me il discorso non và posto in questi termini,il fatto è che l'economia del medioriente si basa sull'estrazione petrolifera,non si stà andando a distruggere un ecosistema(anche perchè ormai perecchio minato vedi incendi ai pozzi ecc)me semplicemente di non alterarne uno nuovo,non sono un ambientalista anzi direi il contrario mi piaccio no sì gli animali,ma capisco che ci sono dei bisogni umani a cui la nostra epoca non può fare ancora a meno e uno di questi è il petrolio purtroppo,quello che dico è che le zone estrattive da cui prendere il petrolio ci sono e non sono ancora zone in crisi,quindi non ha molto senso distruggerne una nuova solo per precauzione!
riguardo al texas non ha creato problemi a nessuno l'estrazione petrolifera anzi ha fatto proliferare la regione,prima che arrivassero i coloni americani mi pare ci fssero gli spagnoli e i messicani,quindi la cultura antecedente ovvero quella indiana era già stata bella che estirpata purtroppo a colpi di lancia e gesuiti!
non hanno distrutto nulla in texas secondo me,non potevano fare più danni di quanti non ne avessero già fatto nei secoli precedenti i conquistadores!
Non possiamo limitarci a sfruttare il nostro pianeta e strizzarlo come una spugna. Cerchiamo di preservare quel poco che rimane senza fare gli esosi. Siamo già arrivati ad un punto di non ritorno; vediamo di non peggiorare ulteriormente le cose. Vediamo di concentrare la nostra attenzione su nuove forme di energia, magari pulita. Sfruttiamo il sole che ci scalda !! Se tutti avessimo pannelli solari sui tetti delle case, ci sarebbe energia in abbondanza per tutti. I termoutilizzatori bruciano sporco e producono energia. Di possibilità ce ne son tante basta solo saperle cogliere.
Ma sfortunatamente il sistema non la pensa così evidentemente. Pensa sia più conveniente continuare con il petrolio e con tutto l'ambaradan che c'è dietro.
Sfruttiamo il sole che ci scalda !! Se tutti avessimo pannelli solari sui tetti delle case, ci sarebbe energia in abbondanza per tutti. I termoutilizzatori bruciano sporco e producono energia. Di possibilità ce ne son tante basta solo saperle cogliere
Ma prima di saperle cogliere bisogna vedere se si possono cogliere: purtroppo non è solo questione di interessi del sistema, prendendo a esempio l'energia solare quando se ne parla non si considera, tra le tante cose, che produce pochissimo, che il tipo di energia non è compatibile con quella della rete, che non dovrebbe permettere (una su tutte) di usare cose come caricabatterie, che per adattare l'energia si dovrebbero mettere miriadi di cose (prima per adattarla, poi per ripulirla), ecc.
Anche la combustioni di rifiuti urbani è una strada, però almeno nelle centrali dovrebbe comunque trattarsi di un misto di combustibili fossili e rifiuti, in quanto questi ultimi non hanno un sufficiente calore specifico.
Sulla questione in oggetto alla discussione, sicuramente sarebbero da valutare pro e contro: non conosco benissimo l'argomento, quindi non posso dire granché, però se effettivamente l'intervento estrattivo distruggerebbe il sistema cosí com'è, il tutto per avere pochi mesi tra decine d'anni... penserei seriamente a lasciar perdere, e a lasciare l'ambiente com'è; poi bisognerebbe vedere l'effettivo impatto sulla vita dei residenti...
Sfruttiamo il sole che ci scalda !! Se tutti avessimo pannelli solari sui tetti delle case, ci sarebbe energia in abbondanza per tutti
Beh forse non ci sarebbe prorpio energia in abbondanza per tutti .ò... considera che un normale pannello commerciale viene di norma utilizzato per alimentare il solo scaldabagno di una casa e solo poche volte può esserci un surplus che può essere immesso nella rete o utilizzato per altro......quindise ogni abitazione avesse i suoi pannelli solari sarebbe sì un grande passo in avanti ( a parte i problemi sottolineati da Mornon ) ma non risolerebbe così facilmente i problemi energetici.
Comunque quella farebbe già parte di una strada da seguire.....maggiore diffusione di pannelli fotovoltaici, turbine eoliche, idroelettriche, geotermiche e quantaltro....ma soprattutto bisogna andare avanti con le ricerche su queste fonti rinnovabili perchè al livello tecnologico attuale esse non sono ancora in grado di incidere pesantemente sulla produzione energretica quanto il termoelettrico o il nucleare ( non me lo sono inventato l'ho letto in vari articoli su riviste più o meno scientifiche)
Per quanto riguarda il problema specifico del post non so dire molto anche se io personalmente tenderei a salvaguardare il + possibile l'ambiente come investimento sul futuro......anche se poi in pratica il petrolio da qualche parte bisogna tirarlo fuori per ora ....non so...
L'energia pulita non esiste, non fosse altro che per il secondo principio della termodinamica...
Il mio discorso era il seguente: di energia abbiamo bisogno, e ne abbiamo bisogno ora; dall'altro lato abbiamo la salvaguardia dell'ambiente... Le due cose sono paragonabili?
Probabilmente, se si estraesse il petrolio contenuti nelle aree protette, il prezzo del greggio scenderebbe, anche in misura considerevole...
Vale la pena proteggere queste zone? Se sì, perché?
L'ambiente va tutelato ferocemente. L'uomo deve capire che se continua a persistere è proprio grazie a questo pianeta che egli stesso sta masochisticamente distruggendo. L'energia io la metto in secondo piano, xkè secondo me l'uomo deve imparare ad amare innanzitutto la natura, quindi sè stesso come specie, gli animali e l'ambiente che lo circonda (anzi che lo circondava, visto che ormai invece di zone verdi siamo circondati da colate di asfalto). E comunque, non esiste solo l'energia solare come energia alternativa. Faccio presente che esistono macchine, mi sembra della Toyota, che da 0 a 50-60 km\h vanno con un motore elettrico, da 60 in su a benzina, sistema che permette di consumare e di inquinare pochissimo. Se tutti avessero macchine del genere, o magari una buona fetta della popolazione mondiale, state sicuri che 1) il prezzo del petrolio si abbasserebbe in quanto ormai non estremamente indispensabile, e 2) si spera che i capi internazionali nn si scannino più per accaparrarsi territori con vasta presenza di petrolio.
Vale la pena proteggere queste zone? Se sì, perché?
E' una bella domanda..io penso una cosa:certe zone e certi ambienti,sono ciò che incentiva l'uomo a vivere con un sorriso in più sta vita.Comprometterle definitivamente,significherebbe rendere il mondo in cui viviamo un posto peggiore.Preferisco pagar un po' di più ora piuttosto che privare i miei figli di certi luoghie di certe emozioni.Il petrolio poi,assieme al gas,non è uan fonte infinita,lo sappiam tutti:dobbiam piano piano abituarci a ragionare con fonti energetiche diverse.E le alternative ci sono e sono molte Tutte comportano costi più o meno alti,ma chi si ferma è perduto.
Faccio presente che esistono macchine, mi sembra della Toyota, che da 0 a 50-60 km\h vanno con un motore elettrico, da 60 in su a benzina, sistema che permette di consumare e di inquinare pochissimo.
Son vetture ibride:Prius della Toyota e la Honda Civic Ima.Sostanzialmente l'uso dle motore elettrico,che interviene solo entro certe percorrenze,permette di raggiungere consumi effettivi veramente bassi:per la Prius si parla di 25 km/l nel ciclo cittadino.Calcola che i diesel odierni,che dichiaran consumi bassissimi,effettivamente in città sotto i 14 km/l non vanno.Io dico di più:in brasile la Fiat produce automobili che vanno ad alcol:il flex fuel è un sistema progettato dalla magneti marelli e l'alcol come tutti sappiamo presenta una serie di vantaggi infiniti rispetto al petrolio.Idem per il metano:con 12 euro con la Punto natural Power il mio amico è arrivato oltre a Roma =P Poi si vocifera di idrogeno...io credo più nei biocarburanti,ovvero nei caburanti derivati da prodotti agricoli.I vecchi motori li digerivano anche semi-puri..la tecnologia c'è.Poi c'è anche l'elettrico,che fa parte del gruppo delel ZEV,ma,coem pe ril caso dell'idrogeno,bisognerebeb valutar l'effetto "traslazione" di cui parlava mornon