Il progetto si pone vari obiettivi atti anche a riqualificare la figura odierna del fantastico, cercando di capire quale sia la reale portata di tale fenomeno, e a dare visibilità a chi nel mondo del fantastico opera; per maggiori informazioni gli indirizzi sono http://www.epicamente.net e http://www.epicamente.net/progetto.htm
«Il Signore degli Anelli, Harry Potter, Le Cronache di Narnia, Eragon, Cronache del mondo emerso... l'elenco di titoli potrebbe ragionevolmente continuare, ma ormai il suo scopo è chiaramente raggiunto: puntare l'attenzione sul recente, travolgente, successo di pubblico conseguito dalle principali opere di ambientazione fantastica proposte alle platee negli ultimi anni, sia per quanto riguarda pubblicazioni editoriali che per quanto attiene le opere cinematografiche che spesso e volentieri fanno da traino nei confronti di una mole di spettatori/clienti ancora più vasta. In taluni di questi casi non è insensato neppure parlare di capolavoro. Eppure, per il mondo editoriale, tutto ciò non basta ancora a giustificare una piena affermazione del genere fantastico e/o epico moderno quale genere letterario e culturale a pieno titolo.
Duole, infatti, constatare come il mercato librario sia appiattito su una "logica" di spartizione delle quote di tiratura applicata con criteri che lasciano semplicemente costernati. Tanto per capire qual è il meccanismo che governa la produzione e distribuzione libraria nel nostro paese, meccanismo che manco a dirlo è basato su aride e non troppo precise o dettagliate stime numeriche, occorre dare uno sguardo alla fotografia del meccanismo stesso. La fonte è una ricerca operata da Roberto Amadi e presentata pubblicamente in occasione del convegno tematico all'interno di EpicaMente (http://www.epicamente.net), di cui di seguito si riporta una sintesi dei risultati.
Le case editrici tradizionalmente attive sul versante della letteratura fantastica sono, tanto per non far nomi, Fanucci, Nord e Armenia, per i cui tipi escono ogni anno nuovi volumi per un fatturato annuo che si aggira attorno ai tre milioni di euro. Se si aggiunge anche la fetta di torta targata Mondadori, ritagliando dalla sua produzione ad esempio i cicli di Shannara e di Narnia, e il gruppo RCS con le saghe della Terra di Mezzo e di Eragon, ebbene queste altre due aggiunte ammontano a circa altri sette milioni di euro fatturati annualmente. Se si pensa che il mercato editoriale annuo fattura complessivamente duecento milioni di euro, le proporzioni sono presto fatte: il fantastico ha un peso complessivo pari al 5% dell'ammontare totale.
Questo fa sì che la narrativa fantastica venga considerata dagli editori alla stregua di una "piccola nicchia". A favore o a torto? Per dare una risposta serve qualche altro elemento di indagine.
Ovviamente non si può prescindere dal pubblico a cui si rivolge l'offerta narrativa - chiunque venda ha sempre in mente un certo obiettivo di pubblico cui proporre in maniera più o meno mirata il proprio prodotto. Il problema è che il criterio per determinare questo obiettivo è stabilito secondo parametri eufemisticamente discutibili. Sempre sulla scia di esperienze scellerate quale il noto sondaggio di qualche mese fa (si era in luglio, forse effetto dei primi caldi?) e diffuso dal Corriere della Sera, per i cui dettagli rimandiamo all'esauriente articolo pubblicato su FantasyMagazine (http://www.fantasymagazine.it/notizie/3205/), apprendiamo che, per quanto concerne l'editoria, il lettore-tipo di certa letteratura è caratterizzato in questi termini: maschio, età compresa tra i 20 e i 35, residente al nord. Pertanto, care amiche di mezza età che abitateal di sotto del Po, rassegnatevi: comunque sia popolata la vostra libreria, anche se in essa troneggiano le collezioni complete delle saghe di cui sopra, magari corredate dalle rispettive edizioni di lusso uscite in particolari ricorrenze, non sarete mai considerate lettrici del fantastico e quella nicchia editoriale non vi prenderà mai in considerazione come potenziali acquirenti.
Peraltro, la scrematura operata dagli editori è ancora meno accurata del sondaggio citato, se possibile: non vi compare infatti una serie di dati quantomeno basilari per analizzare a dovere un fenomeno quale la diffusione della letteratura, ad esempio il grado di istruzione del campione sondato. Già questo farebbe pensare a una logica che privilegia il criterio merceologico al reale gusto dei lettori... ma purtroppo le brutte sorprese non sono finite qui.
È nel classificare un libro, infatti, che questo meccanismo che non esitiamo a definire perverso dà il meglio del peggio di sé. Si prenda a titolo di esempio il fenomeno Potter e le centinaia di migliaia di copie che può aver venduto fino ad ora, senza ancora considerare l'ultimo libro che in edizione italiana deve ancora uscire ma del quale si ha già un monte prenotazioni stimato talmente consistente da farlo immediatamente balzare in testa alla classifica dei tomi venduti. Naturalmente, dal momento che ha una diffusione assai più vasta rispetto all'icona del famigerato lettore medio di storie fantastiche, essendo concupito da persone di ogni età e provenienza geografica, ovviamente se fosse inserito nel novero della letteratura "di nicchia" causerebbe il superamento di gran lunga quella famigerata soglia del 5%. Quindi, solo per quel motivo non è considerato fantastico.
Si potrebbe discutere, e si discute molto, sulla liceità di dividere certe opere per genere, come sappiamo bene da queste parti quando abbiamo tentato di ipotizzare una possibile categorizzazione delle opere tolkieniane per poi dover ammettere che essa non è ipotizzabile a causa del gran numero di possibili piani di lettura: ma una categorizzazione che si basa esclusivamente su criteri percentuali, e che per giunta si rifiuta di mutare queste percentuali in favore di un equilibrio merceologico artificiale e artificioso mantenuto esclusivamente per convenienza, è molto oltre l'esser definita discutibile.
La spiacevole conseguenza di questa sorta di ghettizzazione è che un lettore che non rientra nella categoria media, come ad esempio un cinquantenne che ostentasse la sua brava copia del "Principe Mezzosangue" tolta fresca fresca dallo scaffale della libreria, viene inevitabilmente additato come immaturo, come se invece di allietare la sua mente con un vero e proprio fenomeno letterario mondiale si stesse trastullando con un giocattolo da prima infanzia. Se un certo genere di letteratura continua ad essere sottostimato e ingabbiato in categorie che non rispondono al vero e risultano eccessivamente denigratorie, non si riuscirà mai ad affermare la valenza culturale di cui può essere portatore.
È ora di mettere in campo iniziative serie e studi mirati, effettuati finalmente con metodi attendibili, per restituire piena dignità a un movimento di pensiero degno erede della tradizione epica classica, insomma» (Gianluca Comastri).
secondo me è solo una moda,visto il successo del signore degli anelli o di harry potter!forse dovuto alla tremenda carenza di figure positive!
Sull'analisi si può essere anche d'accordo, ma sulla conclusione... rabbrividisco
La questione dei generi secondo me è paradossale: l'unica divisione che abbia un significato è per lingua e paese imho (letteratura italiana, inglese, tedesca, francese e via dicendo), tutto il resto è un'etichetta commerciale (giallo, horror, fantasy, sentimentale, politico, spionaggio, processuale e chi più ne ha più ne metta, tutti marchi di linea più che caratterizzanti l'opera letteraria).
Non a caso un giallo, ad esempio, può essere O italiano O tedesco, mentre un libro italiano può essere sia fantasy che horror, che d'intrigo e compagnia cantando
Ciauz
Il fatto è che se fanno film solo da fantasy per ragazzi (tralasciando il sda) non si abbraccerà mai completamente il fantasy in tutti i suoi aspetti.
Concordo sul dire che il fantasy ultimamente è più una moda post hp post sda, mi auguro solo che questa cosa porti lettori anche alle altre branche del fantasy.
anche a me il fenomeno pare come una moda passeggera...non meno di nove anni fa io che leggevo tantissimo fantasy per vocazione spesso non venivo capita,oppure il tipo di letteratura che io prediligevo era considerati inferiore,per bambini...etc..una vera tristezza considerare un genere letterario inferiore agli altri..
dopo l'uscita del film il signore degli anelli,invece tutti improvvisamente si sono ricreduti...alcuni sinceramente..altri ipocritamente...
CHE NERVI!!!!!!!!!!!
non deve piacere per forza a tutti no??
eppoi i film non dicono MAI tutto quello che c'e' da dire..non si conosce il libro dopo aver visto il film...
PROPRIO NO,e vale per i libri datati come le cronache di narnia esia x i recenti,come harry potter...
Sì infatti, x me è solo la vaga speranza di qlk regista di eguagliare il successo ottenuto da ISDA...
le possibilità a mio avviso sono due: o è una moda, o è una controcultura che cresce.
se dal livello puramente commerciale mi sembra una moda, poichè le case editrici (a parte le storiche del fantasy) ci puntano per cavalcare l'onda del momento (vedi caso Troisi), dal punto di vista degli acquirenti e in senso più vasto della situazione socioculturale, mi sento di protendere di più verso la seconda ipotesi.
come giustamente dice andromeda
non meno di nove anni fa io che leggevo tantissimo fantasy per vocazione spesso non venivo capita,
e lo stesso si può dire per i cartoni animati od i manga, e basta pensare al crescente successo di LuccaComics... la situazione va al di là del semplice fantasy, per carità, ma anche circondare questo genere di un'etichetta così favorisce quell'ingiustizia editoriale... insomma, l'additamento che colpisce il cinquantenne che legge harry potter oggi è meno frequente di dieci anni fa
Credo ke da molti continueremo ad essere considerati lettori di nicchia!
Mio fratello ke studia lettere mi prende in giro ogni volta ke mi compro un libro...io me ne frego xkè ormai lo so, ma è assurdo ke capolavori come SdA e Le cronache dello zio o la saga di jordan siano considerate letture x ragazzi e immature!!
Ke la diffusione di questa letteratura sia aumentata con Sda e HP è un dato di fatto, come è un dato di fatto ke questi lettori ibridi ke conoscono la fantasy letteraria solo dopo il primo approccio cinematografico se ne innamorano e non smettono +di leggere fantasy( almeno la gran parte)!...
...e allora xkè non la piantano di considerarci lettori immaturi??.... ma la gente è stupida!...l'unica cosa ke vedono è ke ci sono draghi e streghe e magia..e allora credono ke leggiamo Biancaneve!!
Ciao
Bry
sono d'accordo con brynder...se ci sono personaggi fantastici nei racconti,alcuni non vedono piu' aldila' di quello..come se non si potesse imparare qualcosa anche da un mago!?
dopotutto sono sempre esseri umani gli scrittori,no?
ciao!
Mah... io non vedo il problema... che le case editrici seguano una logica esclusivamente commerciale è ovvio quanto sacrosanto, non vendono certo libri per vocazione ma perchè ci guadagnano. E se il loro guadagnare si risolve nel relegare Martin o Brooks o Jordan in una nicchia del loro panorama di offerte, non vedo dove stia il male.
Dal canto mio, leggo quello che mi pare, di chi mi addita come immaturo me ne frego senza problemi, e mi frego con ancor più di quale genere racchiude i libri che leggo, tanto non cambia molto (senza contare che spesso questa categorizzazione è a dir poco imprecisa)... insomma... non vedo dove stia il senso di scrivere un articolo così polemico (la polemica è coperta dal tono con cui è scritta, spacciata per un'analisi del panorama culturale, ma è polemica).
E' oggettivo che la fantasy è considerata una lettura di nicchia... ma che lo sia o non lo sia, per un lettore, cosa cambia? Tanto i libri si trovano lo stesso...
Paolo.
hm il fatto che comunque gli appassionati di fantasy crescano e diano vita a generazioni adulte che apprezzano questo genere è vero, mi lascia solo perplessa il fatto che questo genere, lasciato nell'ombra o riservato ai marmocchi secondo i più, sia stato messo sotto gli occhi di tutti così, di colpo, un'esplosione e un mucchio di pecore che dicono "io non ho mai considerato il fantasy un genere per bambini!" ...diciamo che le persone che non lo vedevano di buon occhio hanno un'occasione per essere ipocrite, mentre quelle che già lo apprezzavano hanno solo da guadagnarci.
Il genere "Fantasy" o "Fantastico", che dir si voglia, può essere definito, molto in generale, nient'altro che l'evoluzione attraverso i secoli dell'epica e, conseguentemente, delle "chançons des gestes". Quindi, ha alle spalle una pesante eredità, ma questo i più non lo sanno...
Purtroppo c'è da considerare che, sebbene calzante, il nome stesso del genere può trarre in inganno: il termine "fantasy" in inglese ha a che fare con la fantasia, ovviamente, ma anche con termini quali "illusione" e"simulazione". Simulazione di un "mondo", in cui vivono (parlando sempre generalmente) strane creature ed interagiscono forze sconosciute, incomprensibili o più semplicemente inspiegabili... In questo senso rischia (come spesso avviene) di essere tacciato di superficialià.
Ma perché, se davvero deriva dall'epica, il fantasy viene così bistrattato?
Infondo, accostando molto brutalmente le due cose, anche nel genere epico si incontrano strane creature e forze magiche; la simbologia (almeno, quella occidentale) del drago nasce proprio da questo genere; basti pensare al "Beowulf" per esempio, tanto per citarne uno famoso....
Che la risposta stia nel fatto che tanto l'epica, quanto les chançons des gestes sono state, per così dire, "canonizzate"all'interno della Letteratura (con la L maiuscola)?
Può darsi, ma è solo un'ipotesi.
Il fatto che all'interno del Fantasy confluisca anche parte della "letteratura" per bambini/ragazzi, non deve sminuire l'intero genere, anzi.
Quanti adulti guardano e leggono Harry Potter? (e non è detto che debbano essere per forza dei genitori)
E non dimentichiamo che neppure James M. Barrie (il creatore di Peter Pan, tanto per intenderci), ebbe vita facile quando cercò di far conoscere quello che oggi è considerato uno dei suoi masterpieces.....
Sinceramente ho mai capito il perché di tutta questa diffidenza nei confronti di questo genere e dei suoi lettori.....
Il "fenomeno modaiolo" scatenato dal cinema dopo l'uscita del Il Signore degli Anelli prima, i vari Harry Potter poi e Le Cronache di Narnia ora, a mio avviso rischia di lasciare il tempo che trova, ovvero resterà un mero "fenomeno passeggero". Tuttavia per ciò che concerne la "letteratura" (passatemi il termine, please) Fantasy, credo sia troppo presto per giudicare....
Ai posteri l'ardua sentenza.
Kisses
La questione dei generi secondo me è paradossale: l'unica divisione che abbia un significato è per lingua e paese imho (letteratura italiana, inglese, tedesca, francese e via dicendo), tutto il resto è un'etichetta commerciale (giallo, horror, fantasy, sentimentale, politico, spionaggio, processuale e chi più ne ha più ne metta, tutti marchi di linea più che caratterizzanti l'opera letteraria)
Vero Il problema è che a essere denigrati sono, oltre al genere in sé, in generale i libri che vengono fatti ricadere dentro questa definizione, da cui forse é almeno in parte una denigrazione che parte dal genere per arrivare sui libri.
le possibilità a mio avviso sono due: o è una moda, o è una controcultura che cresce
Possibile, sicuramente ci sono analogie con situazioni passate
è un dato di fatto ke questi lettori ibridi ke conoscono la fantasy letteraria solo dopo il primo approccio cinematografico se ne innamorano e non smettono +di leggere fantasy
"Ibridi" perché partono dalla cinematografia?
non vedo dove stia il senso di scrivere un articolo così polemico (la polemica è coperta dal tono con cui è scritta, spacciata per un'analisi del panorama culturale, ma è polemica)
Possibile che ci siano vene polemiche, ma il senso dell'articolo (che poi non è un articolo, ma un messaggio mandato alla lista di associati di un'associazione per presentare EpicaMente) penso sia quello lí descritto: analizzare la situazione.
Il problema è che a essere denigrati sono, oltre al genere in sé, in generale i libri che vengono fatti ricadere dentro questa definizione, da cui forse é almeno in parte una denigrazione che parte dal genere per arrivare sui libri.
Beh è evidente. Il pregiudizio di genere nasce proprio da quell'editoria che etichetta la fantasy come tale e a monte come fenomeno di nicchia (anche letterariamente, attenzione non è solo una questione di marketing).
Riprendo un paio di punti:
1) Darklady, analisi perfetta. Secondo me però lo snobbismo letterario verso la fantasy si genera proprio dal voler identificare questo genere come erede dell'epica e delle sue figure. La fantasy moderna dovrebbe essere di più, dovrebbe superare quei clichè e quelle strutture ma ancora non l'ha fatto. Forse più che essere migliore dovrebbe essere un movimento letterario significativamente DIVERSO dall'epica.
Non lo è e di conseguenza non è granchè interessante visto che di epica ci si può abbeverare alla fonte.
2) La letteratura per bambini è un'altra invenzione commerciale, utile per vendere un prodotto di nessun valore letterario e progettato per essere di intrattenimento. Il citato Peter Pan è non ha come pubblico appetibile solo i bambini, nonostante sia a loro dedicato. Guarda un po', è fantasy ma viene apprezzato
Ciauz
Il mio professore di letteratura, persona che reputo davvero intelligente, seria e in gamba eccetera, è un fanatico di Harry Potter...
Speriamo che il buon momento del fantasy duri (...almeno finché non ho scritto un libro io, così magari riesco a trovar qualcuno che lo legge! XDDDD)