Ma non lo fa con un algoritmo specifico che nessuno aveva creato prima, no? Dietro l'algoritmo c'è un lavoro, comunque...
In quel caso l'algoritmo è solo l'esplicitazione di un processo automatico acquisito, ma ragioniamo esattamente in quel modo
Il fatto che sia scritto in C++ o che sia un pensiero non credo che cambi molto, è solo una traduzione dopotutto
Sai qualche esempio piú specifico?
Credo sia OT, comunque riguarda alcune parti delle storyboard e del messaggio pubblicitario. Gli slogan non possono essere in realtà venduti come prodotto d'ingegno ad esempio. Sono un esempio calzante: scritti in un linguaggio, riapprontati secondo una logica che sia originale e che colpisca (leggi secondo un processo utile ai fini della programmazione ndr) ma non sono oggetto di "vendita" (così come non sono oggetto di brevetto). Questo perchè è la campagna pubblicitaria (il programma) che ha un valore economico, non lo slogan (il singolo algoritmo).
:D
perché sarebbe idealmente sbagliato poter proteggere parlavo di un algoritmo ex-novo da me creato, senza che altri lo avessero mai ideato... io non voglio proteggere le istruzioni, ma il modo da me ideato per metterle assieme e ottenere qualcosa di innovativo.
Perchè è come se tu registrassi la parola "essere" e impedissi a tutti quelli che vogliono scrivere libri di utilizzarla
La questione è che si dovrebbe poter brevettare solo qualcosa di senso compiuto (un'applicazione appunto).
Porto un esempio concreto: la Xerox (che fa macchine fotocopiatrici) quando inventò la fotocopiatrice brevettò il progetto non solo nell'insieme, ma anche in molti componenti specifici (il carrello della carta bianca, il rullo per prendere i fogli etc etc). Questo in modo da costringere le eventuali imprese concorrenti a studiarsi un loro modo di costruire le fotocopiatrici dall'inizio alla fine, senza "copiare" in nessun componente. Ora, nella logica spesso ci si ritrova con UN solo modo per fare in maniera ottimizzata le cose e quindi non c'è il modo di INVENTARSI strade diverse. Laddove ce n'è la possibilità si brevetta (ed è per quello che i programmi sono tutelati, perchè l'interfaccia, le opzioni, i tipi di elaborazioni, possono variare enormemente).
Ciauz
Scusate l'assenza...
Ho letto tutta la discussione, e mi trovo completamente in accordo con quanto detto finora da Damien Amfar.
Posso solo aggiungere, non so, un ulteriore esempio per tentare di spiegare perchè un algoritmo è diverso da un programma finito e perchè non pùò (almeno ancora per oggi) e non deve essere brevettato.
Perchè mi pare sia già stato detto tutto...
Comunque, il punto fondamentale è dato da un semplice concetto secondo me.
Definire cosa sia brevettabile non è semplice come può sembrare, ma finora dopo lotte tra produttori e consumatori, e tra produttori e produttori, avevamo ottenuto una legislazione più o meno accettabile.
Il motivo per cui ad essere brevettabili sono soltanto le "opere finite", lasciatemele definire così, è perchè se si introduce la brevettabilità di concetti più semplici, come la resistenza del tostapane o un algoritmo (che è ancora più semplice della resistenza) si ricade in un processo ricorsivo per cui "se posso brevettare questo, allora posso brevettare anche quest'altro" e cosi via, e fino a che punto si arriverà??
Ed inoltre si lede un diritto fondamentale comune a tutti, quello di poter utilizzare liberamente il proprio intelletto.
Se vietiamo alle persone di usare particolari pensieri, particolari strumenti di base, come potranno costruire nuove cose, nuovi pensieri?
E vietare di utilizzare un algoritmo ad un programmatore, sarebbe come vietare ad uno scrittore di usare la sequenza di parole "lei si trovava" oppure ad un musicista di usare la sequenza di note "re sol do".....cosa succederebbe? nessuno potrebbe piu scrivere canzoni, nessuno potrebbe piu scrivere libri, nessuno potrebbe piu creare niente perchè mancherebbero le basi per farlo.
E vi assicuro che non è una visione catastrofica della cosa. Purtroppo...
Spero che i dubbi di alcuni siano stati un pò chiariti, se così non è mi dispiace ma allora l'unico modo possibile è conoscere bene la materia di cui stiamo parlando, perciò comprate un libro di programmazione se ancora non avete colto la differenza tra il famoso tostapane e un algoritmo...
E ripeto, un algoritmo NON è un programma...
Ciao
posto un articolo molto interessante tratto da un blog Tocque-ville, come al solito abbastanza acido contro le misure pro-monopolio... BLOG
Il 6 luglio il Parlamento Europeo voterà la proposta di direttiva per i brevetti software, con questo mio scritto cerco di riassumere un po’ le varie notizie trovate in rete sulla questione cercando di dare un quadro sintetico ma esauriente del problema.
Iniziamo innanzitutto cercando di dare una definizione del concetto di brevetto applicato al mondo del software e per far questo lo confrontiamo con il concetto di copyright già in vigore.
Copyright:
Protegge l’espressione letterale di un’ opera
● Gratuito
● Automatico
● Lunga durata
Brevetto:
Protegge un’ idea
● Costoso
● Dura 20 anni
● Dovrebbe stimolare l’innovazione
Facciamo un’ esempio:
2005 - © - Mario Rossi
max=A[0];
for(i=1;i<10;i++){
if (a>max)
max=a;
}
questa è un’opera ipotetica coperta da copyright di un ipotetico signor Mario Rossi, è vietato copiarla, ma se quest’opera fosse protetta da brevetto sarebbe vietato copiarne l’idea. In questo caso l’idea alla base dell’opera è quella di confrontare le componenti di un vettore con una variabile max opportunamente inizializzata al fine di determinare l’elemento massimo dell’array.
Dopo aver capito il concetto di brevetto cerchiamo di vedere un po’ com’è la situazione attuale nel campo del software
Cosa succede negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti è oggi possibile brevettare il software, i brevetti sono in possesso di società multinazionali quali IBM, MICROSOFT, APPLE e via dicendo, molto spesso questi brevetti sono usati come merce di scambio con altre società, oppure da persone giuridiche create appositamente, le cosiddette «litigation companies», la cui unica attività è riscuotere licenze d’uso sui brevetti che detengono, senza svolgere alcuna attività produttiva né inventiva. La situazione statunitense non è per niente rosea in quanto piccole aziende o programmatori indipendenti sono quasi inesistenti.
Alcuni esempi famosi di quelli che possono essere i brevetti software sono ad esempio:
· «l’acquisto via rete con un singolo click» di Amazon
· il brevetto sul «link» di British Telecom
Cosa succede in Europa
In Europa i brevetti software sono (erano?) vietati difatti:
nel 1973 il trattato di Monaco sancisce la NON brevettabilità dei metodi matematici. Stabilisce anche che i programmi per Computer sono da considerarsi metodi matematici e dunque i programmi per Computer non sono brevettabili.
Però nel 1997 è stato proposto dalla Commissione Europea di valutare l’introduzione legale dei brevetti sotware con motivazione il «bisogno di uniformare il mercato europeo a quello americano», pensando con ciò di aiutare il mercato europeo. Nel 2002 c’è stata la stesura di una proposta di Direttiva Europea in tal senso da parte della Commissione.
La Commissione Europea ha anche finanziato diversi studi tra cui uno studio sugli effetti di una modifica della normativa, che è stato affidato all’«Intellectual Property Institute» di Londra le cui conclusioni dicono che «lo sviluppo dell’economia statunitense ha beneficiato dalla brevettabilità del software» e che «le nostre piccole e medie imprese non reputano interessante usufruire dei brevetti, ma potrebbero benissimo cambiare idea».
In realtà, la proposta di direttiva in favore dei brevetti software costituisce una seria minaccia alla libera concorrenza, alle piccole e medie imprese e agli sviluppatori indipendenti.
Al contrario grazie alla non introduzione dei brevetti software l’Unione Europea godrà di condizioni più favorevoli all’economia ed alla concorrenza, meno adatte a pratiche di monopolio travestite da azioni legali di protezione delle invenzioni.
La Commissione Europea ha negli anni sollecitato altri studi e pareri sul problema nel frattempo, nonostante il divieto ancora esistente, l’Ufficio Brevetti Europeo ha già approvato 30.000 brevetti software.
Ora, la proposta di direttiva sulle «invenzioni implementate su calcolatore» mira ad estendere il campo di brevettabilità accettando la pratica corrente dell’Ufficio Brevetti.
Il 18 Maggio 2004, il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea ha approvato la proposta della presidenza Irlandese per una direttiva che permette la brevettabilità praticamente illimitata dei programmi per elaboratore. Voti favorevoli da parte di, Cecoslovacchia, Francia, Olanda, Regno Unito, Svezia, ed Ungheria. L’Italia si è astenuta. Mercoledì 6 aprile ci sarà il voto finale del Parlamento sulla proposta di direttiva sui brevetti software
Alcuni esempi di brevetti europei:
· brevetto sul formato grafico JPEG
· ridimensionamento di una finestra grafica quando è oscurata da un’altra finestra
In conclusione si può dire che l’istituzione della brevettabilità viene spinta principalmente da soggetti (grandi aziende ed uffici brevetti in primis) con un interesse personale nella questione.
Qualsiasi programma oggi esistente o che un domani potrebbe venire creato inevitabilmente va a infrangere numerosi brevetti software già validi negli Stati Uniti e potenzialmente anche in Europa.
L’attuale impostazione legislativa rappresenta un vantaggio competitivo dell’Europa rispetto a USA e Giappone. Non c’è motivo valido di cambiarla, in quanto cambiarla ci esporrebbe a pratiche di monopolio e di eliminazione sleale della concorrenza, proprio nel campo strategico delle nuove tecnologie informatiche.
Seguono alcuni link interessanti per approfondire l’argomento da cui ho tratto spunto per la creazione di questo scritto:
Nosoftwarepatents
Esempio di pagina web di uno shop on line con relativi brevetti violati
Free Software Foundation
Petizione contro i brevetti software
Vogliono brevettare i tortellini (interessante metafora)
Lettera di Stallman ai parlamentari italiani
Software libero
Why Patents Are Bad for Software (Simson L. Garfinkel, Richard M. Stallman, Mitchell Kapor)
Non dimenticate una ricerca con Google.
Spero lo troviate interessante
Ciauz
Copyright:Protegge l’espressione letterale di un’ opera
● Gratuito
Come si fa a proteggere un'opera con copyright gratuitamente?
nel 1973 il trattato di Monaco sancisce la NON brevettabilità dei metodi matematici. Stabilisce anche che i programmi per Computer sono da considerarsi metodi matematici e dunque i programmi per Computer non sono brevettabili
Quindi non si potrebbe brevettare, poniamo, un Word?
Perchè puoi dimostrare di averla scritta tu prendendo le dovute precauzioni e non necessariamente devi registrarla in SIAE et similia.
Word non è brevettabile, no. E' protetto da copyright ma non è brevettabile. Un esempio interessante credo sia OpenOffice, che è una suite con le stesse caratteristiche di MS Office più altre aggiunte da programmatori che non c'entravano nulla con il progetto originale, ma che hanno potuto migliorare il programma visto che OOffice è un progetto open source. Come per Linux, questo non toglie che raccogliere le varie suite e componenti aggiuntive, completarle con un manuale d'uso e d'assistenza non possa essere venduto come prodotto nei negozi
Ciauz
XDDDDDDDDDDDDDDDDDdd
Eccellente Eccellente
:D :D
Ciauz
Perchè puoi dimostrare di averla scritta tu prendendo le dovute precauzioni
Sai come? Io so alcuni modi, ma valgono come attestazione di data, non di autore...
eVVAI
mornon, per quanto riguarda le immagini, gli autori in genere sovrappongono una scritta semitrasparente o in rilievo del tipo " copyright di pinco pallino 2005", in modo che sia difficilmente modificabile , siccome l'immagine stessa viene alterata (e queste scritte sono parecchio fastidiose). Per quanto riguarda altri ambiti ne so nulla XP
Comunque la vittoria è il minimo
Yahooooo!!!
Sai come? Io so alcuni modi, ma valgono come attestazione di data, non di autore...
Te lo mandi firmato e sigillato in cera lacca
Ciauz
Te lo mandi firmato e sigillato in cera lacca
Firmato pagina per pagina, giusto? Mi mancava la necessità della ceralacca