qual'è la canzone di questo incredibile,inarrivabile e geniale poeta che riascoltate + volentieri?
io la versione musicata di "s'i fossi foco","la ballata degli impiccati","la canzone delle'amore ceco" e "bocca di rosa".
p.s.vi ricordate la canzone sul nano? non è perfetta per Tyrion?
La ballata del Michè e La Canzone di Marinella.....inimitabili!!!
Le riascolto più che volentieri, e anche di più, forse perchè mi riportano indietro all'infanzia (che poi tanto indietro non è )...a quando me le cantava mia amdre come ninna nanna
Il testamento, La ballata del michè, il re fa rullare i tamburi e molte altre..
Qual è quella del nano scusa?
Creuza de mä, Don Raffae', Geordie (Gabry Ponte al rogo ), La Guerra di Piero, Il pescatore, etc, etc.
Grande Faber, R.I.P.
Ciao
De Andrè Poeta
Difficile fare classifiche uhmm..Don raffaè è fantastica,ma anche il testamento,la guerra di piero la ballata di michè e marinella (che dedico ad una personcina speciale )
troppo un grande
La ballata dell'amore cieco
La ballata dell'amore cieco
La ballata dell'amore cieco
La ballata dell'amore cieco (vale per 100000000 punti)
poi La canzone di marinella cantata assieme alla MITICA Mina,
Geordie,
La guerra di Piero.
Qual è quella del nano scusa?
La canzone del nano è "Un giudice" e fa parte dell'albun "Non all'amore, non al denaro né al cielo".
Personalmente adoro De André , come credo si sia notato dalle mie varie firme...
Le canzoni che preferisco, in linea di massima, sono Un blasfemo e La canzone del padre, ma come dimenticare capolavori come Inverno o Verranno a chiederti del nostro amore?
Se poi vogliamo andare asull'analisi dei testi, allora come non ricordare gli arditi collegamenti con Cent'anni di solitudine offerti da Sally, o quelli ancora più fini tra il Recitativo ed Il Conte di Montecristo...
E poi l'amore egoista e assoluto di Dolcenera: "Il tumulto del cielo ha sbagliato momento"...
La satira sociale del Carlo Martello, e la denuncia di Khorakhanè, Nella mia ora di libertà, Don Raffaé e soprattutto della splendida La domenica delle salme...
E poi... "E la radio di bordo è una sfera di cristallo, dice che il vento si farà lupo, il mare si farà sciacallo"... La poesia imagista, sicuramente analogica, di Parlando del naufragio della London Value...
L'album La buona novella credo meriti una menzione particolare, non dimentichiamo che quest'opera straordinaria è stata la risposta di De André al '68!!
Non parlo poi delle canzoni dedicate alle donne, da Via del campo alla Ballata dell'amore cieco, passando per quelle che ho nella firma attualmente...
Infine, forse la canzone più intima ed autobiografica di De André, una delle più difficili... Amico fragile, che non per nulla ha dato il nome al concerto in suo onore subito dopo la sua morte...
Mi fermo qui, potrei andare avanti a parlare di Faber per ore...
PS: i testi di De André sono molto difficili e pieni di collegamenti e riferimenti... Se qualcuno volesse analisi o spunti su qualche canzone non ha che da chiedere...
Ehi...dimenticavo "E fu la notte" (che la dedico a...chi so io ... e lui sa chi è )
Grande grande un mito!!!!!
Sicuramente, un mito, per rivolta sociale direi anche il bombarolo, poi che mi piacci assai il testamento, e ci metterei pure la guerra di piero.
un grande che se ne è andato....
son d'accordo con fanya, "La Ballata dell'Amore Cieco" rules, ma ce ne son verament tante altre di bellissime
io ho una vera adorazione per De Andre', mi sono anche svenato qualche anno fa per comprare il cofanetto con l'opera completa, ma non mi sono assolutamente pentito...
[quotepassando per quelle che ho nella firma attualmente...
]
Conosci anche le versioni originali di Coen e Brassens?
Io non ho mai sentito la Giovanna D'arco di Coen
Le canzoni di De Andrè mi piacciono più o meno tutte, dietro a ognuna c'è un mondo...
personalmente adoro De Andrè , come credo si sia notato dalle mie varie firme
Si nota , però secondo me Suzanne perde molto con la traduzione di De Andrè... come tutte le canzoni tradotte, d'altra parte
Si, effettivamente le canzoni in lingua originale rendono meglio... Però le reinterpretazioni di De André non sono mai banali traduzioni, tanto che lo stesso Bob Dylan sì è complimentato con Faber per Via della povertà...
E per Benjen, sì, la versione di Coen si può trovare in giro...
Ore 21... Dopo un quarto d'ora nella saletta d'ingresso, si spalancano le porte del piccolo teatro Tangram, a Torino.
Con una certa emozione, un misto di curiosità e apprensione, occupiamo due posti in prima fila. La conversazione è frammentaria e banale, un mero tentativo di far passare il tempo prima che inizi lo spettacolo.
Improvvisamente le luci si spengono, e si sente levarsi una musica. Le parole di Le nuvole si spandono nell'aria, dolci, malinconiche, mentre una soffusa luce rossastra inizia ad illuminare la sala.
Spente le ultime note della canzone, fa il suo ingresso in scena il relatore, l'uomo che ci avrebbe accompagnati in questo viaggio alla riscoperta di Faber, dei personaggi che animano le sue storie così come animano ogni giorno della nostra esistenza quotidiana. Prima ancora di presentarsi, intona Anime salve.
Dopo una lettura molto coinvolgente di un ritratto di De André, tratta dal libro di Serra, il relatore inizia a cantare Città vecchia, e poi la canzone di Marinella.
Parliamo poi del '68, degli anni della contestazione, e di come De André sia riuscito ad esprimere il suo messaggio: siamo quindi a La buona novella, di cui legge, in maniera assolutamente fantastica, stralci di Il sogno di Maria, facendoci letteralmente venire la pelle d'oca, e poi cantando quello che è forse il manifesto di Fabrizio: Il testamento di Tito.
Affrontiamo poi le ballate, e le traduzioni dalle canzoni straniere dei cantautori dell'epoca. Il relatore si lancia in una versione molto divertente de Il gorilla, ma il tono "elevato" della serata viene immediatamente ripristinato da Suzanne. Infine, ballata tra le ballate, non può mancare Geordie.
Dalle traduzioni di canzoni a quelle di testi il passo è breve, e così ecco una lettura di stralci da Dormono sulla collina, cui fa seguito Il suonatore Jones. Poi, quasi senza preavviso, ecco l'originale e la copia a confronto: rapidamente si susseguono Un giudice ed Un malato di cuore messe a confronto con le versioni di Edgar Lee Master.
Parlare di De André significa, oltre che parlare di Genova, anche parlare di Sardegna. Ecco quindi alcune letture di stralci del suo romanzo, e poi la dolcissima ed incantevole Hotel Supramonte.
Infine, un omaggio ai protagonisti di De André, le persone. Ed il finale annunciato si compie con Don Raffaé, la lettura della lettera della prostituta apparsa sui giornali dopo la morte del cantante, ed infine Bocca di rosa.
Il relatore scompare tra gli applausi, ma viene richiamato a gran voce sul palco... Non vogliamo che se ne vada, vogliamo continuare a far rivivere De André, questa sera e per sempre, vogliamo continuare a cantare con lui. E allora ecco, come ultimo omaggio, Khorakanè, e per finire una struggente melodia d'amore, La canzone dell'amore perduto.
Questa volta è finita davvero, e a noi non restano che le bellissime sensazioni condivise in questa magnifica serata....