Era da molto tempo che volevo aprire una discussione del genere ma non so perchè non lo avevo mai fatto....
Dunque,io sono un volontario dall'ottobre del 2003,ho praticato con costanza e molte volte con sacrifici(Natale,primo dell'anno,Pasqua,giorno della Santa protettrice della città li ho passati in gran parte nella Casa Famiglia che frequento e di cui posso affermare di fare ormai parte),ho smesso per l'estate per via di viaggi e di impossibilità nel muovermi(problemi con la macchina ancora antecedenti all'incidente)e ho ricominciato oggi(nonostante l'assenza della macchina ....)tra atroci dolori e una stanchezza immane(il volontariato è come l'attività fisica,se non ne fai per molto tempo riiniziare è traumatico),ho la schiena a pezzi e le braccia gonfie come non le avevo viste da diverso tempo ormai...
Parlo di questa esperienza non solo per comunicare e trasmettervi le emozioni che questa esperienza mi sta concedendo,ma anche perchè spero che questo possa essere per tutti voi un invito a provare(ovviamente riferendomi a coloro i quali non lo abbiano già fatto o stiano già facendo tipo Vaina e Ashan se non sbaglio).
Questa è una esperienza molto forte e profonda,mi ha aiutato a capire molte cose e soprattutto mi ha concesso di essere anche solo lontanamente utile a qualcuno in questa società,cosa non indifferente.è una scelta che non mi pento di aver fatto nonostante i molti sacrifici che ha richiesto,nonostante le molte frustrazioni e le molte delusioni.Sono parte di una casa famiglia e in quanto tale tanto ospite quanto ognuno degli ospiti al suo interno,siamo diventati come una famiglia,io sono il più piccolo e soprattutto uno degli ultimi arrivati ma nonostante questo non hanno avuto pregiudizi e mi hanno inserito e accolto a braccia aperte.Io ho preso la cosa molto a cuore e molto sul serio,fregandomene del consiglio di iniziare piano con al massimo un'ora settimanale,ho fissato un giorno con tre ore di servizio dando la disponibilità per altri due,quindi non era affatto raro che facessi anche sei ore settimanali se non nove.Eppure mi rendo conto che è ancora poco,due ragazzi(non obiettori)che andavano all'università,prima del mio arrivo passavano sempre quasio tutta la settimana in casa famiglia,e non certo per poche ore.Dopo il mio arrivo hanno avuto un attimo di respiro perchè a quanto ho capito nessuno fa mai più di due ore oltre a me e a loro due,quindi gli ho consentito di avere più tempo.Ma questo io l'ho trovato assurdo,com'è possibile che ci sia una situazione simile?Perchè quei due poveretti dovevano privarsi di tante cose,persino di una preparazione universitaria adeguata?Allora ho iniziato la mia campagna a scuola per l'introduzione al volontariato,campagna che purtroppo è stata stroncata sul nascere causa vacanza estiva.....
Ad ogni modo,ho già detto molto,ora dite la vostra
PS:questa foto risale a questo pomeriggio Agatino.Lui è Agatino,una delle persone più buone che io abbia mai conosciuto,gli sono molto legato e lo considero un vero amico
Bravissimo che fai volontariato!
Ricordavo cmq che facevi qualcosa del genere, non il dove, però.
Ora io, a strettoi rogore di termini, non faccio più volontariato, essendo un operatore Caritas. In pratica, considerando quello che mi pagano e i sacrifici, parzialmente lo si può considerare ancora tale. In fin dei conti son diventato opertaore perchè cmq volevo andare avanti in un cammino di aiuto nel sociale, mentre continuo a studiare ingegneria elettrica.
Ho cominciato il volontariato alla Casa della Carità di Vigevano, una struttura di prima accoglienza per senzatetto nel maggio del 2000 (avevo compito 20 anni da poco). La Casa mette a disposizione 10 posti letto ogni sera, ed è gestita da un operatore della Caritas in collaborazione con un volontario, i quali passano nella struttura tutta la notte (possibilmente dormendo nelle proprie stanze...). Quando c'è, la sera distribuiamo del cibo che o la Caritas o la gente ci porta. Significativa la generosità del pescivendolo di fronte, che ogni sera cucina il pesce avanzato per noi. Senza Vittorio la disponibilità di cibo sarebbe assai bassa.
La Casa della Carità, iniziativa partita dalla mia parroicchia, la B.V. Addolorata di Vigevano, è nata nel 1988 per volere dell'indimenticabile mons. Pino Sabaini. All'inaugurazione ero il chierichetto che porse l'aspersaorio a Don Pino. Mi piace ricordarlo, perchè a posteriori sembra quasi che sia rimasto legato alla Casa della Carità fin dalla nascità della stessa...
La struttura è stata gestita dalla Parrocchia per vari anni. in orogine c'erano bem 60 volontari (!), poi col tempo sono scemati, e nel 1999 (se non erro), in seguito al degenerare della situazione interne degli ospiti ed a un fattaccio (due marocchini accoltellarono un albanese per un posto letto), la Casa fu chiusa per alcuni mesi.
Allora il nuovo parroco, Don Luigi Colombo, visto anche la scarsità di volontari, si accordò con la mnascente Caritad Diocesana Vigevanese, e la collaborazione riprese con le modalità sopra indicate. La sicurezza è aumentata, visto che gli ospiti passaano prima dal Centro d'Ascolto in Caritas, per poi essere accolti. Quindi casi di pericolo sono fortemente diminuiti.
Avevo i dati del servizio che fornisce la Casa, ma non so più dove li ho messi.
Tornando alla mia esperienza, inizia appunto il 20 maggio 2000, su invito di un mio collega di catechismo (60enne). Devo dire che l'impatto fu fortissimo. Non sono uno che vive fuori dal mondo. Ho sempre avuto ben presente la povertà e il disagio. Ma devo ammettere che rimasi veramente un pò distrutto. La cosa che più, ricordo, mi diede fastidio, fu la puzza che avevano (dovuta al sudire provocato dal caldo... in generale si lavano!). Ricordo che la mattina dopo feci ben due doccie, nel tentativo di portarmi via una puzza immaginaria che continuavo a sentirmi addosso.
Poii ovviamente il volontariato prende. Facevo una notte ogni tre settimane, anche di più in alcuni casi. Era cmq brllo, anche se veramente pesante. Specie con certa gente (marocchini e algerini) è difficile parlare. Molti ospiti ritengono che tutto sia loro dovuto. Poco ringraziano. Ma non importa. Ritenevo, e tuttora ritengo, che fosse giusto quel che facevo per loro.
Poi nel settembre 2003 accettai (alla seconda richiesta) di doiventare operatore della Caritas. Il grado di impegno salì vertiginosamente, ma pure la conoscenza verso queste realtà. Le notti divennero sei al mese, più tre riunioni sempre mensili (due con uno psicologo...). Ma l'eqipe, composta da ragazzi miei coetanei è sempre stata fonte di divertimento. Un pò meno il lavoro. I volontari son sempre diminuiti, sovente si faceva (si fà) la notte da soli. Ci tengo a sottolineare come dei cinque operatori, ben tre eravamo stati chierichetti insieme, nonche compagni di cortile, abitando nello stesso palazzo. ci eravamo persi di vista alle superiori, e ci siamo reincontrati in Caritas. A maggio 2004, con l'ingresso di altri due operatori (fra cui mio fratello), siamo saliti a cinque ex-chierichetti nonchè compagni di cortile! Cmq a febbraio 2004 ho avuto un parziale trasferimento. La Caritas, in collaborazione col SERD, aprì un'altra casa di accoglienza, per ex-tossici ed (ex-)alcolisti, chiamata Casa Charmel. Fui destinato anche alla nuova struttura, facendi quindi tre notti a Casa della Carità, e tre-quattro a Casa Charmel. Anche qui un'esperienza bellissima. A settembre 2004 fui trasferito solo a Casa della Carità, e a Casa Samuele (II accoglienza per immigrati), poi do nuovo solo a Casa Charmel. attualmente, e per il futuro prossimo, la mia destinazione è Casa Charmel, come collaboratore del SERD. Casa della Cartà spetta ai nuovi, i "vecchi" con un pò di esperienza tocca il compito un pò più difficile degli ex-tossici ed ex-alcolisti. Mi è fortemente spiaciuto lasciare Casa della Carità, nella quale per tre anni ho fatto da volontario. Ho sempre cercato di tiorare in ballo altri miei coetanei, ma nessuno ha mai accettato. Solo un mio amico, all'epoca diacono, oggi sacerdote, ha fatto un pò di esperienza lì.
Mi hanno sempre detto che facevo un volontariato di "frontiera". se devo essere sincero, non l'ho mai ritenuto tale. Mi è semptre sembrato più facile stare con costroro in altre realtà di volontariato. Ma sono opinioni.
Attualmente faccio, dicevo sette notti a Casa Charmel, e mi toccherà anche la serata di Capodanno (sic!). Oltre a questo, ho due turni mensili ai bagni pubblici, dove la Caritas, in collaborazione col Comune, gestisce un servizio di docce gratuito (in questo momento è di turno mio fratello).
devo dire che quel che faccio lo faccio volentieri, anche se costa sacrificio. A volte è veramente pesante fare la notte e poi andare in università. Se volessi cmq dei soldi farei altro. Un barman nei locali notturni facendo sei turni al mese guadagna il doppio di quel che prendo io (e vedendo ben altra gente!!!).
Ma rimane sempre bello fare qualcosa per gli altri. No, mi sbaglio. Credete di fare per gli altri, ma come mi disse una volta una mia amica: "credi di fare il volontariato per gli altri, in realtà lo fai per te stesso".
Perchè il volontariato chiede tanto, ma latrettanto da.
Ciao!
Vainamoinen
Io invece faccio, per quanto mi è possibile, volontariato alla Casa di Riposo Santa Maria della Rosa, qua vicino. Ho iniziato quest'anno e mi trovo davvero bene. Ormai conosco un sacco di gente che sta lì. C'è una signora che è patita per la briscola, un altro che nn fa altro che parlare della sua vita... una l'ho convinta persino a leggere le Cronache!
A volte bisogna essere pazienti, anche moooooolto pazienti, ma alla fine e gratificante sapere di aver fatto qualcosa di utile per gli altri! Un' esperienza ke consiglio a tutti!
Grandi!
Io sono volontaria alla pubblica assistenza del mio paese,facciamo i turni settimanali (io ed il mio gruppo siamo di turno proprio il lunedì sera!) ed a rotazione il sabato e la domenica.E' vero che ci sono tanti sacrifici da fare (noi quando siamo di turno siamo reperibili anche la notte,e quando fai le quattro del mattino in ospedale e la mattina alle sette ti suona la sveglia.....),ma quando riesci a salvare la vita a qualcuno,tutte le fatiche del mondo spariscono!Stiamo facendo un corso di aggiornamento proprio adesso e tutte le volte è sempre più difficile,sono sempre di più le cose che devi imparare per la sicurezza nn solo del paziente ma anche di te stesso....ormai siamo quasi paramedici!!!Oltre a questo,sono nell'AIB (Anti Incendio Boschivo) e nella Protezione Civile.
Si cerca di essere utili nel possibile.Se ancora nn lo siete,diventate volontari perchè anche se a volte può essere faticoso e richiedere un bell'impegno,penso che sia anche gratificante:aiutare una persona anziana ad andare avanti,dare gioia ad un bambino che nn ha più i genitori,riuscire a salvare la vita ad una persona rimasta coinvolta in un incidente stradale,sono tutte esperienze che ti lasciano per forza un segno.Scusate la retorica,ma è la sacrosanta verità.Ciao a tutti!
Concordo con quanto già detto da voi e aggiungo,riallacciandomi al ricordo di Gabriele sulla puzza,chenon so per quale assurda ragione io sono diventato agli occhi di Mirella(una degli ospiti)l'addetto alla spazzatura...mi spiego,io ci vadao dalle 3 alle 6,bene,lei alle 3 e 10 circa mi inizia a ricordare che se non mi dispiace prima di andarmene posso buttare la spazzatura,ovvero quattro sacchi enromi stipati in tre posti diversi(inizio a credere che la spazzatura venga lasciata là a marcire finchè non è il mio turno...).Inoltre credo che quella non si possa definire spazzatura,sono armi chimiche,una cosa devastante,la puzza che fanno è qualcosa di atroce,quasi peggio di vedere Bruno Vespa nudo con un perizoma leopardato che fa sadomaso con Cecchi Paone vestito da cinghiale...a parte che il più delle volte mi spettano due viaggi perchè non ho quattro mani(o almeno le altre due ancora non mi sono spuntate)e che alla puzza devastante si uniscono un peso non indifferente(specie per le mie esili braccine da puffo)e una certa distanza tra i luoghi in cui viene stipata la spazzatura e il cassonetto sulla strada(un tempo erano due ma purtroppo il più vicino è andato bruciato qualche mese fa e non è mai stato rimpiazzato....)
alcuni di voi lo sanno gia, gli ultimi 6 capodanni li ho passati in un orfanotrofio qui a monza a lavorare, e passero anche il prossimo, cmq la mia famiglia segue dei ragazzi con la sindrome di dawn da molto tempo cosa che facevo assiduamente anche io fino alle superiori adesso aiuto l'orfanotrofio gia citato sopra....io non mi sento un "volontario" che fa volontariato in senso lato nel senso che non mi sento di fare volontariato, forse per cultura o esperienza, per me è un'esperienza assolutamente normale, è la vita di tutti i giorni
cdmq esperienza da fare per chi non l'ha mai fatta
ciauzz
Beh, io tecnicamente non faccio volontariato, ma il mio lavoro, visto quello che mi pagano in confronto all'impegno richiesto, si potrebbe quasi considerare tale.
Lavoro come assistente alla comunicazione con un ragazzo non vedente, lo assisto a scuola e due volte alla settimana vado a casa sua per fargli fare i compiti (abita a un'ora da casa mia... ).
La cosa mi lascia poco tempo libero (che passo perlopiù a studiare) e mi impedisce di fare attivamente volontariato, anche se mi piacerebbe.
Il problema è che lavorando in situazioni di disagio c'è sempre il rischio di burn-out, causato dal grande stress e dalle inevitabili ansie che un impegno del genere comporta. L'investimento emotivo in queste situazioni è enorme, e i risultati, effettivamente, sono molto piccoli, lenti e graduali; la rotazione del personale nelle comunità e nei centri di accoglienza è grande, e difficilmente un operatore riesce a gestire tali conflitti a lungo. Con questo non dico che non sia gratificante, anzi!
Il tirocinio svolto nel carcere di San Vittore e la tesi fatta a Bollate mi hanno aperto un mondo nuovo davanti, è stata un'esperienza che ripeterei subito.
Domanda: i miei genitori vorrebbero fare volontariato in un orfanotrofio a Milano o nei pressi: ce ne sono? Io non ne ho trovati nè saprei dove cercare...
Fede, tu che fai volontariato in tali strutture, avresti modo di darmi qualche indicazione?
Volontariato... uhm. Bellissima esperienza, senza dubbio, ma nel mio caso sconfina assolutamente nella professione. Sto finendo - se Dio vuole - il corso di laurea in medicina, e... beh, ho passato tanto tempo in pronto soccorso e in reparto, ovviamente senza essere pagata nella maniera più assoluta. Ma non è questo il punto. Ci sono molti modi di fare il medico, e cercare di occuparsi di una persona non è facile.
Quando dico "una persona" intendo sia la persona fisica, il corpo, che può essere affetto da malattie molto diverse, sia il vissuto di malattia di queste persone, che spesso si trovano a dipendere da altri, senza davvero capire che cosa sta succedendo loro e come affrontarlo.
La differenza fondamentale fra me e un volontario, potrebbe dire qualcuno, è che la mia è una scelta professionale, non è una missione. quella del volontario lo è. Ma fino a che punto questa differenza esiste davvero?
Concordo con Fede,questa è stata una delle argomentazioni che ho portato quando l'anno scorso ho deciso di proporre a scuola un progetto di volontariato(cercando di ovviare così alla devastante carenza di personale nella casa famiglia e alla devastante piattezza morale di noi liceali),ho dovuto parlare con diverse persone,a un gruppo di pseudo volenterosi volontari.Sapete come è andata a finire?Ho parlato a vuoto per un'ora,un'ora di monologo per sentirmi porre le stesse domande cui avevo avuto modo di rispondere nel corso del discorso,alla fine ho ottenuto solo 4 numeri di telefono(di tre rappresentanti di istituto nemmeno uno......)di quattro ragazze interessate,peccato che poi non si siano più fatte sentire...ma invece quel gran bel gruppo è riuscito a fare qualcosa di molto utile:la giornata del dolce(o qualcosa del genere),ovvero un po'di gente porta dolci e noi paghiamo per comprare una misera fetta,i ricavati vanno a finire in beneficenza non so dove,e così tutti contenti,tutti con la coscienza a posto....bella l'iniziativa,peccato che sia intrisa di ipocrisia e a me queste schifezze non vanno mica giù(anche se ho usufruito dei dolci,12 euro circa se ne sono andati,ovvero 12 fette pagate più le rimanenze che vengono distribuite alla fine...bei ricordi zuccherosi )
Fede, tu che fai volontariato in tali strutture, avresti modo di darmi qualche indicazione?
ma certo allora
ti do i link alle associazioni che conosco, cmq "stai attenta" perchè se non conosci nessuno alcuni posti ti fanno parlare con lo psicologo e ti pongono 2000 domande sul perchè vuoi fare il volontario....io stesso la prima volta sono stato un po così, poi è passato, dipende dai posti
cmq un'esempio: nella cooperativa di ragazzi dawn non si fa "assistenza" in senso lato, mi spiego, loro hanno dei lavori manuali da fare che poi li vendono alle aziende (tipo che ne so buloni, viti telecomandi...) e te stai li con loro fai due chiacchere e li aiuti nel lavoro
cmq:
http://www.piccolaopera.it/index2.html sarebbe l'associaione degli orfanotrofi
e poi non ho trovato il link per la cooperativa di ragazzi dawn cmq è: Cooperativa "il Seme" e dovrebbe avere diverse succursali anche a como e milano (se non sbaglio)
poi se sei interessata ad associazioni di senza tetto non posso non segnalarti:
http://www.fratelettore.it/ che tra l'altro fratel ettore è morto pochi mesi fa
ah dimenticavo: parole sante Italo, parole sante, ti capisco
La differenza fondamentale fra me e un volontario, potrebbe dire qualcuno, è che la mia è una scelta professionale, non è una missione. quella del volontario lo è. Ma fino a che punto questa differenza esiste davvero?
bella domanda
ciaoooo
qui a monza a lavorare
Nooooooo! Davvero 6 di Monza? Io fino a 4 anni fa abitavo a Villasanta!
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Dimenticavo... ogni tanto faccio catechismo ai bambini delle elementari...
A volte mi viene voglia di strozzarli dal casino ke fanno
Ma alla fine, mi ci sono affezionato :smack:
Lavoro come assistente alla comunicazione con un ragazzo non vedente, lo assisto a scuola e due volte alla settimana vado a casa sua per fargli fare i compiti (abita a un'ora da casa mia... ).
Davvero?
Allora siamo (quasi) colleghi! :smack:
Io ho fatto il servizio civile all'Unione Italiana Ciechi della mia città (Pordenone); so che per molti è una perdita ditempo, ma per me è stata un'esperienza entusiasmante.
Terminato il servizio, sono rimasto come collaboratore, e seguo un ragazzo ipovedente nelle sue attività pomeridiane (in particolare lo aiuto a fare i compiti). Naturalmente è un impegno "sociale" ma non volontariato, dato che vengo pagato.
Oltre a questo, ho mantenuto i contatti con molti dei soci, e in particolare continuo a collaborare (qui sì da volontario) con la biblionastroteca sezionale: la sezione ha un certo numero di libri registrati su cassetta da volontari, ad uso di persone con difficoltà visive. Io registro libri (a tempo perso) e collaboro saltuariamente alla scelta dei libri e alla loro catalogazione.
Dimenticavo... ogni tanto faccio catechismo ai bambini delle elementari...A volte mi viene voglia di strozzarli dal casino ke fanno
Ma alla fine, mi ci sono affezionato
Come ti capisco!!!
Anch'io sono catechista, da ben 8 anni...
Attualmente stò portando avantoi la stessa classe da 4 anni: cioè i miei "anatroccoli" ora fanno IV elementare (lo dico perchè voi ambrosiani se non erro cominciate dopo iol catechismo...)
Ciao!
Lavorare coi non vedenti! :smack:
E' un lavoro difficile ma appagante!
Se tutto va bene dopo la laurea farò la tiflologa (e quindi la coordinatrice). Sicuramente comunque molto stancante, considerando che il ragazzo con cui lavoro ha dei deficit cognitivi....
Fede, grazie per il link, adesso il mio papozzo contatterà qualche struttura e magari i miei riusciranno a donare un po' del loro tempo per assistere qualche bambino sfortunato...
/bastarda mode ON
e mi lasceranno la casa libera
/bastarda mode OFF
Fede, grazie per il link, adesso il mio papozzo contatterà qualche struttura e magari i miei riusciranno a donare un po' del loro tempo per assistere qualche bambino sfortunato...
ecco colgo l'occasione
molte delle case famiglia, hanno bisogno delle cose piu svariate, giocattoli, vestiti, dolci..etc
siccome risiedono molti bambini piccoli da un certo punto di vista ricevono molti regali "materiali" (giocattoli)
diciamo che i ragazzi che ne ricevono meno sono quelli dai 16 anni fino ai 18,
non so era solo per rendere l'idea, vi faccio un'esempio stupido:
l'altranno un signore ha regalato un motorino ad uno dei ragazzi
provate ad informarvi magari potreste rendervi utile anche in modi che magari non pensate neanche
altro esempio: l'ultima volta ho portato 200 focaccine a monza,...pensavo che non le avrebero neanche guardate...invece....successo dell'anno!!!!
ciauzzz