se hai visto la versione integrale con una buona mezz'ora in più , tutta sulla terra, che da un contributo enorme al "pathos" del film.
Più lo vedo e più penso che probabilmente è sullo stesso piano qualitativo di 2001... se non fosse per il fatto che è uscito poco dopo.
E' molto più di mezz'ora, forse è anche più di un ora, tutta colpa delle edizioni paoline che al momento della prima uscita han pensato bene di tagliare tutta la prima parte del film, praticamente fino all'entrata in mosca....
Non per nulla era stato soprannominato, in unione sovietica, "la risposta russa a 2001 odissesa nello spazio"
Ed ora una anche a Tarkovskj
(e di STALKER cosa ne dici?)
Non per nulla era stato soprannominato, in unione sovietica, "la risposta russa a 2001 odissesa nello spazio"
Temo che questa fosse più che altro una trovata di De Laurentiis per il lancio del film. Così come i tagli della versione italiana sono "merito" suo... un nome una garanzia (vedi Dune)
Il film è splendido, comunque.
No comment sul remake di Soderbergh
Ciao
Quoto Oberon nell'affermare che Blade Runner sia un capolavoro.
Ho letto il libro (non mi ha colpito più di tanto, non me lo ricordo).
Ho visto cinque o sei volte la versione originale del film (la prima non ci ho capito una mazza, poi piano piano la comprensione).
Ho visto al cinema the director's cut. Un altro film. Come giustamente già scritto da altri in questa sede l'eliminazione del finale di Kubrick, l'eliminazione della voce narrante (indispensabile per capire il film le prime volte), e la scena dell'unicorno hanno stravolto il film.
La colonna sonora è incredibile (provate ad ascoltarla verso sera, sorseggiando qualcosa di alcolico e guardando le luci di una metropoli da una posizione elevata...).
Il monologo del replicante prima di morire l'ho imparato a memoria
Alcune scene hanno dato l'imprimatur all'immaginazione del futuro prossimo (tra cui l'elaborazione delle fotografie trovate da Deckard).
Amo quel film :smack:
Ops, ho trovato per caso questo 3d, aperto quando ancora non ero iscritto...mi permetto di riusumarla anche se tardivamente...
Blade Runner è da quindici anni ormai il mio film preferito, non mi stanco mai di rivederlo (ho conservato il videoregistratore solo per questo film!) e lo considero un punto di riferimento per tutta la cinematografia.
E' una fusione perfetta (e molta rara) di immagini e musiche, le quali donano al film un potere visionario incomparabile, mezzo formidabile per veicolare nelle nostre menti i messaggi del film...ancora oggi - a distanza di 23 anni - resto sbalordito dall'impatto con le scene iniziali.
Per chi ha letto anche il libro è evidente come Scott si sia solamente ispirato a Dick (quest'ultimo tra l'altro ha partecipato - prima di morire - a quasi tutta la fase di produzione del film dandone un giudizio ampiamente positivo), cercando poi di adattare il tema centrale (il rapporto tra umano e androide) alle sue esigenze stilistiche e artistiche; le stesse parole "blade runner" non compaiono mai nel libro di Dick.
***BREVI SPOILER SU FILM E ROMANZO***
Il romanzo è ambientato a San Francisco, anno 1992. L’aria è irrespirabile, particelle cancerogene e mutagene circondano l’atmosfera e il cielo non è più visibile, i rifiuti si rigenerano da soli come un'entità viva e senziente. La terra è spopolata perché tutti gli uomini che hanno potuto sono emigrati su Marte. Gli enormi palazzi sono vuoti e rimbombano di silenzio. I regni animale e vegetale sono per lo più estinti: non c’è più quasi nulla di vivo sulla terra raccontata da Dick; non solo ciò che è vivo si confonde con quello che non lo è, rendendo fondamentale per i vivi la necessità di possedere qualcosa di vivo e non soltanto una copia. Tale ambiguità non riguarda solo gli animali, bensì l'umanità stessa costretta a confondersi con gli androidi: esseri identici agli umani ma ritenuti incapaci di provare emozioni (del resto è quello che fa il test VK, misura l'empatia...).
Scott propone come ambientazione una ipertecnologica Los Angeles del 2019. La città è tetra e opprimente, ma allo stesso tempo sovrappopolata, viva e guidata, nella sua multietnicità, dalla cultura giapponese da sempre simbolo di modernità. Tecnologie futuristiche e antiquate convivono con equilibrio ricreando un’ambientazione perfettamente credibile, in netta contrapposizione con la San Francisco di Dick.
Ma la maggiore e più importante differenza tra le due opere - imho - consiste nel fatto che, mentre Scott si concentra sulla possibilità che negli androidi ci sia dell’umanità, Dick fissa l’attenzione sull’impossibilità di distinguere tra uomini e androidi.
Blade Runner analizza a fondo la psicologia dell’androide che si manifesta nelle loro reazioni e pensieri a volte razionali, altre insensate alla costante ricerca di una possibile umanità. Essi la bramano pur provando ripugnanza per l'uomo. L'uomo si salva, apparentemente, dal tormento (anche se nella Director's cut, la sicura androidicità di Deckard pone le basi del suo tormento interiore, sicuramente molto più intimo dell'amore per un replicante, che - imho - avrebbe potuto essere un'ottima base di partenza per un sequel...)
Per Dick l’essere umano non è più in grado di conoscere se stesso. L’identità del protagonista (un cacciatore di androidi) è costantemente messa in discussione ed egli non è capace di ritrovare in sé la certezza della sua umanità. Diventa impossibile distinguere tra uomini e androidi perché la realtà stessa ha perso la sua stabilità. L’umano ha perso la propria umanità senza neanche rendersene conto. Del resto, questo è un tema ricorrente nella letteratura dickiana. Egli condanna gli uomini a vivere nell’illusione di poter comprendere la realtà basandosi su falsi sogni. Gli stessi falsi sogni che popolano le menti degli androidi sotto forma di ricordi artificiali e che permettono loro di illudersi di essere umani. Dick studia l’inconscio, la follia, l’allucinazione, la paranoia data dalla necessità di dover distinguere a tutti i costi ciò che è umano da ciò che non lo è distruggendo qualsiasi speranza di poter arrivare a una realtà oggettiva.
Un'altro tema interessante del film è il rapporto tra i replicanti ed il loro creatore (Tyrrell), al quale chiedono più umanità ("più umano dell'umano, questo è il nostro slogan..."). Essi chiedono al loro padre (Dio) più vita, più tempo non importa se esso verrà impiegato a fuggire o a nascondersi...è l'irrazionale paura di ognuno di noi di fronte alla morte ed all'oblio che spaventa anche i replicanti con una piccola differenza: essi amano la vita, non solo la propria ma quella di ogni essere vivente, anche dell'uomo loro 'predatore' naturale.
Spero di aver dato qualche spunto di riflessione in più per invogliare qualcuno di voi a rivedere il film (e magari leggere il libro) e perchè no rivalutarlo.
In ogni caso, capolavoro o no, per me resta una pietra miliare del cinema
...bel commento!
Parlavi di sequel e mi e venuto in mente che oltre al libro di Dick, ci devono essere in giro altri libri...
Uno e il libro tratto dal film... che sinceramente mi sembra una boiata...
Il secondo, mi pare sia di Jeter, e la continuazione del film... l'avevo letto tempo fa e non mi sembrava malaccio
Dal commento devo dedurre che sei anche appassionato di Dick?
Grazie, amo veramente tanto il binomio creativo Dick+Scott, hanno dato vita - imho - a qualcosa di irripetibile, che si è ripatuta (forse) solo nel caso di Shining (King+Kubrick)...il libro di Jeter non l'ho mai letto...ce ne dovrebbe essere anche un terzo scritto da un altro autore ancora di cui non ricordo il nome...
Amo i romanzi di Dick, scoperti proprio grazie al film di Scott...mi fa enormemente piacere che anche in Italia si stia dando il giusto spazio a questo autore praticamente quasi sconosciuto ai lettori fino ad una decina di anni fa
il film di per sè è carino, ma per il semplice fatto ch enon c'azzecca quasi nulla con il libro mi ha fatto veramente schifo.
Blade Runner è da quindici anni ormai il mio film preferito, non mi stanco mai di rivederlo (ho conservato il videoregistratore solo per questo film!) e lo considero un punto di riferimento per tutta la cinematografia.
E' una fusione perfetta (e molta rara) di immagini e musiche, le quali donano al film un potere visionario incomparabile, mezzo formidabile per veicolare nelle nostre menti i messaggi del film...ancora oggi - a distanza di 23 anni - resto sbalordito dall'impatto con le scene iniziali.
Per chi ha letto anche il libro è evidente come Scott si sia solamente ispirato a Dick (quest'ultimo tra l'altro ha partecipato - prima di morire - a quasi tutta la fase di produzione del film dandone un giudizio ampiamente positivo), cercando poi di adattare il tema centrale (il rapporto tra umano e androide) alle sue esigenze stilistiche e artistiche; le stesse parole "blade runner" non compaiono mai nel libro di Dick.
straquoto,io adoro sto film
gran film, unico difetto la colonna sonora, ( o meglio i brani Vangelisiani, quelli piu psichedelici sono molto belli) ovviamnete niente di rivoluzionario, considerando che Metropolis è uscito 50 anni prima e sul ciberpunk aveva gia detto tutto.
la cosa che piu mi fa arrabbiare di questo film sono le 6 edizioni esistenti, io ho visto solo quella classica col finale con le riprese delle montagne (che sono state date a Scott da kubrick dal girato di "shining" dato che il buon ridley aveva finito i soldi del budget) e quella director's cut del 1992 senza voce fuori campo, solo due colpi di pistola alla ragazza e il finale tagliato.
Bella discussione sul mio film preferito, con commenti molto interessanti.
Le profonde differenze fra il fim di Scott ed il romanzo di Dick cui è ispirato (non credo siano casuali i cambiamenti dei nomi dei personaggi fra film e libro) secondo me costituiscono un pregio della pellicola che in questo modo non è solo il mero tentativo di trasposizione cinematografica di un libro (non a caso un film che amo quasi altrettanto di Blade Runner è Apocalypse now, che si limita ad una generica ispirazione a "Cuore di tenebra" di Conrad).
La mia passione per Blade Runner deve molto alla sua estetica (per me sublime anche a 23 anni dal'uscita del film) ma non credo ne sarei rimasta tanto colpita se non ci avessi trovato anche messaggi per me particolarmente significativi.
Molti ricordano il bellissimo, teatrale monologo finale di Roy ma io sono rimasta altrettanto e forse ancora più colpita da altre scene (il dialogo fra Roy e Tyrell)
e da altre battute ("il commercio, questo è il nostro scopo alla Tyrell Corporation", "Io non sono nel business, io sono il business", "bella esperienza vivere nel terrore, vero? In questo consiste essere uno schiavo"... tanto per citarne alcune)... forse l'aspetto che più mi è rimasto impresso è la mercificazione dei replicanti il loro aspetto di "cose-persone" che, dolorosamente, si intuisce come applicabile per alcuni aspetti anche a noi stessi ...
il film di per sè è carino, ma per il semplice fatto ch enon c'azzecca quasi nulla con il libro mi ha fatto veramente schifo.
In che senso, scusa?
Non è un mistero che Scott abbia voluto solo ispirarsi al tema dei 'replicante' senza voler fare alcun tentativo di adattamento del romanzo...
la cosa che piu mi fa arrabbiare di questo film sono le 6 edizioni esistenti
Quali sono le altre 4
Sicuramente Blade Runner e Do Androids Dream of Electric Sheeps non ci azzeccano poi tanto, la cosa non mi dispiace però tantissimo...
Dick è un grande, però è evidente la sua abitudine di pasteggiare a LSD, i suoi libri, IMHO, alternano momenti grandiosi a fasi per i miei gusti troppo deliranti, ad esempio in Do Androids Dream of Electric Sheeps confesso che la parte "religiosa", l'asino, il rospo e quant'altro non l'ho mai troppo digerita.
Scott ha tirato fuori un film "potente" e visionario, che colpisce tantissimo, ha incredibilmente azzeccato tutti gli attori, in particolare Hauer è un Roy Baty di spessore eccezionale (nel libro gli androidi sono molto più abbozzati) e disperante umanità...
Il monologo sotto la pioggia è dannatamente retorico ma dannatamente bello (ecco, Scott, cfr. Il Gladiatore, è uno che con la retorica ci sa fare), insomma è uno di quei film che non può non colpire...
"Tempo...bastante"
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
la cosa che piu mi fa arrabbiare di questo film sono le 6 edizioni esistenti
Quali sono le altre 4 :smack:
Questo link è abbastanza esauriente.
Grazie, Indifferent_sun non sapevo ci fossero così tante versioni diverse...del resto tale situazione sembra essere conforme alla travagliata vicenda del film :smack:
Il monologo sotto la pioggia è dannatamente retorico ma dannatamente bello...
A proposito di retorica:
"Avvampando gli angeli caddero; profondo il tuono riempì le loro rive, bruciando con i roghi dell'orco".