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Italiexit
di Lord Beric
creato il 25 giugno 2016

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Inviato il 28 giugno 2016 17:36 Autore

Incredibile che una regione popolosa come la Campania non abbia nemmeno un voto in questo sondaggio... :wacko:


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Stefano Snow
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Inviato il 12 luglio 2016 20:20

Bene invece la Liguria, si piazza davanti al Piemonte :victory: :salta:

 

Que viva il pesto :stralol:



Euron Gioiagrigia
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Euron Gioiagrigia
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Inviato il 13 dicembre 2019 16:31
Il 27/6/2016 at 14:02, joramun dice:

 ora come ora c'è uno sbilanciamento troppo marcato tra organismi non eletti che hanno un grande potere (BCE), e organismi eletti che non hanno altro potere se non scrivere norme cretine sulla quantità di siero da mettere nelle mozzarelle.

 

Su questo concordo. 

Comunque vorrei rilanciare la discussione sulla scia dell'esito del voto inglese di oggi. Dato che sono ignorante in materia e non capisco veramente nulla di economia, vorrei un'analisi seria e corredata da fonti su qual potrebbero essere le conseguenze per l'economia italiana di un'uscita dall'UE. Ho provato a documentarmi su Internet ma ci sono veramente troppi pareri discordanti.


Quante balle!

David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024

 

L'egoismo è un diritto, lo vogliamo dire o no? L'egoismo è il motore del mondo. Senza l'egoismo, quello che si manifesta nella cura per la propria famiglia, o dei propri interessi, quello che ogni giorno pratichiamo, non esisterebbero nemmeno sviluppo e progresso. È necessario sempre diffidare dei buoni samaritani, quelli che affermano di agire esclusivamente per il bene comune. Sono spesso degli impostori.

Giuseppe Cruciani, Via Crux

 

So di essere di media statura, ma... non vedo giganti intorno a me.

Giulio Andreotti interpretato da Toni Servillo, Il divo di Paolo Sorrentino

 

- Lei quindi crede? - le domanda la giornalista.

La moglie del premier scuote il capo. - Spero. È un po' diverso. Non penso sia proprio uguale.

- Non lo so, - fa la Reitner, poi aggiunge tra sé: - Nemmeno io sono una grande esperta.

Niccolò Ammaniti, La vita intima

 

Far away and far away

Flows the river of pure Day;

Cold and sweet the river runs

Through a thousand, thousand suns.

Fredegond Shove, The River of Life


Lord Beric
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Inviato il 13 dicembre 2019 17:18 Autore

Beh, chiaramente dipende dallo scenario specifico.

 

Quello che ci sarebbe in ogni caso è un fortissimo shock inflattivo: quale che fosse il cambio iniziale, in poche settimane la lira tornerebbe al valore che compete al nostro Paese in termini di solidità dei conti e produzione di valore. Diciamo che un deprezzamento intorno al 30% a naso mi sembra sensato. Gli effetti pratici non sto nemmeno a dirli.

 

Il secondo aspetto è che il passaggio da una moneta forte ad una debole è piuttosto critico per un Paese indebitato.

Il debito detenuto in mani estere resterebbe nella valuta in cui è stato contratto, perché l'Italia non avrebbe il potere di riconvertirlo. Il deprezzamento della lira di cui al punto sopra renderebbe quel debito terribilmente più costoso in tempi molto rapidi.

Il debito detenuto in mani italiane potrebbe essere riconvertito in lire, e quindi non avrebbe non avrebbe un aggravio effettivo per lo Stato. Però quel debito, espresso in una valuta più debole e meno garantita, renderebbe immediatamente più deboli i suoi detentori. Ora, le nostre banche hanno in pancia un sacco di titoli di Stato (scelta scellerata che la politica impone alla finanza), che oggi hanno un certo livello di fiducia e di garanzia principalmente grazie a mamma BCE. Una Banca d'Italia che stampa lire come fossero soldi del Monopoli non garantirebbe gli stessi livelli. Le banche italiane dovrebbero ascrivere questa differenza di fiducia a perdita di valore, risultando di fatto sottocapitalizzate, più fragili e più esposte alla speculazione (a meno di non far diventare l'Italia come la Corea del Nord e tirarla fuori dai mercati internazionali).

 

Altro aspetto fondamentale: sebbene la nostra bilancia commerciale con l'estero sia positiva e questo garantisca un afflusso di valuta forte nel Paese, noi siamo importatori netti di energia. Il petrolio si compra in dollari, e il dollaro è una valuta forte. Ogni svalutazione rispetto al dollaro sarebbe pertanto un doloroso cetriolone dove non batte il sole.

 

Andando oltre, le ondate di svalutazione potrebbero forse avere il vantaggio di incrementare le esportazioni e in qualche modo rilanciare l'economia, perché i prodotti italiani diventerebbero più competitivi sui mercati esteri a valuta più forte della nostra. Questa cosa però non ha funzionato negli anni '80 e '90 e a mio personale parere funzionerebbe ancora meno oggi. Da un lato per quanto tu possa svalutare non potrai mai essere competitivo nella produzione di massa con i Paesi asiatici; dall'altro la nostra patriottica e lungimirante classe imprenditoriale ha sempre usato le svalutazioni programmate della Prima Repubblica come alternativa ad un reale sviluppo produttivo: se sono competitivo perché la mia moneta vale di meno, perché mai dovrei rinnovare il mio parco macchine, investire in ricerca e sviluppo, eccetera?

 

A questo sommiamo l'uscita dal mercato unico, che oggi garantisce l'assenza di dazi verso altri 27 (tra poco 26) Paesi. Certo, potremmo fare i protezionisti a casa nostra, ma io troverei più intelligente cercare di vendere il mio prosecco ad una platea di 500 milioni di europei, che fermare lo champagne al Frejus per cercare di controllare un mercato di 60 milioni di italiani.

Come un eurodeputato italiano (non ricordo esattamente chi) disse una volta a Farage, con la Brexit l'Italia avrebbe trovato più difficile esportare il Chianti nel Regno Unito, ma il Regno Unito avrebbe trovato più difficile esportare fish & chips in altri 27 Paesi.

Per non parlare di quelle multinazionali (es. Philip Morris) che hanno scelto l'Italia come sito produttivo o commerciale per accedere liberamente al mercato UE e che porterebbero inevitabilmente le loro sedi altrove, come in effetti sta succedendo in UK.

Per non parlare delle aziende che oggi sono il fiore all'occhiello della nostra industria che si ritroverebbero fuori dai progetti europei (Fincantieri, Leonardo, Alenia Spazio...).

 

Aspetto poco significativo in Italia ma importantissimo in linea teorica, la libera circolazione delle persone significa libera circolazione di cervelli e di idee. E non lo dico in senso astratto, ma parlo proprio di ricerca, di base e industriale. Parlo di brevetti, quindi soldi, sviluppo tecnologico.

 

 

 

Poi certo, certi aspetti potrebbero essere mitigati o esasperati dal fatto che si esca con o senza accordi commerciali.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 13 dicembre 2019 17:27

La costituzione non consente di sottoporre i trattati internazionali a quesito referendario, quindi è una cosa molto speculativa.  Poi non lo si dice mai, ma l’Italia ha già fatto una parte consistente delle riforme consigliate dall’OCSE, tanto vale completarle e beneficiare della stabilità monetaria e dei tassi relativamente bassi. Va ricordato che l’Euro e L’Europa sono stati costruiti soprattutto per fini politici più che economici. Prendere ordini dai tedeschi è fastidioso. Ma prenderli da americani e cinesi non è molto meglio temo.


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Il Lord
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Inviato il 13 dicembre 2019 19:38

Infatti la politica, quella seria, dovrebbe parlare di come riformare i trattati (per esempio riforma del consiglio ed iniziativa legislativa riconosciuta anche al parlamento, 2 cose semplici che potrebbero disinnescare i decenni di bufale sulla UE) e puntare sul dato logico che riformare è più semplice e vantaggioso che distruggere, se hai l'intonaco della casa crepato non butti giù tutto il palazzo ma rifai solo l'intonaco.



Euron Gioiagrigia
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Inviato il 05 maggio 2020 13:42
Il 26/6/2016 at 21:35, LyannaSnow dice:

 Lo saremmo ancora di più con una vera e propria unità politica, come Stati Uniti d'Europa.

 

Leggo con ritardo questo commento. Spero non di vedere mai gli stati europei perdere la propria indipendenza, e in particolare l'Italia, a favore di un governo centrale. Prima di tutto, come diceva Ser Balon Swann altrove, è di fatto impossibile: gli stati europei sono troppo diversi, la diversità che c'è tra di essi non è minimamente paragonabile a quella che c'è tra gli stati degli USA. E secondo, mi sembrerebbe ingiusto.

L'UE è necessaria e su questo siamo d'accordo (mi sono pentito di aver votato l'opzione "lasciare l'UE" in questo sondaggio, ma all'epoca avevo idee diverse), ma si può migliorare il sistema attuale (chiaramente difettoso) senza per questo annullare le differenze nazionali. La realtà non è un videogioco tipo Mass Effect in cui vige il governo mondiale e tutti ne sono contenti.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024

 

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Baby Rickon
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Baby Rickon




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Inviato il 07 maggio 2020 10:16

Non sono un'esperta di economia né di politica, e spesso e volentieri me ne disinteresso se così si può dire proprio perché faccio fatica a capirla... 

Io credo che il senso dell'Europa sia quello di consentire a tutti gli Stati che ne fanno parte di non scomparire, nel senso di venire affossati e dimenticati. Nel mondo di oggi, con nazioni molto più grandi, popolose e produttive (?), i piccoli staterelli, ivi compresi noi, che una volta erano il fulcro sarebbero destinati a perdere di importanza. Ho sempre pensato che lo scopo primo di questa Unione fosse evitare di ritornare in guerra e cercare di vivere pacificamente fra gli stati, per poter essere più forti di fronte alle nuove potenze. Ma fine. Non sono mai stata d'accordo con l'idea di una lingua unica per esempio, e tutta una serie di idee che potrebbero annullare l'identità di nazioni che ne hanno avuta una per centinaia di anni. Stati, come dicevate più su molto diversi e lontani fra loro.

L'Unione la vedo di più come un patto pacifico fra Stati sempre in lotta, e per essere più forti a livello internazionale, è evidente che l'euro funziona in senso generale. Per valutare se questo sia un bene o un male per l'Italia non ne ho per niente le competenze. Credo che un ritorno alla lira sia però impossibile, al massimo sarebbe dovuto essere come l'Inghilterra che pur essendo dentro ha mantenuto da sempre la sua moneta, senza invertire rotta.

 

Non voto niente, proprio perché la mia visione dell'Europa unita non è quella composta da commissioni e banche centrali, ma più un'alleanza fra stati diversi.


...Wild as a winter storm...

"Are we going home? [ ...] I want my horse. And I want applecakes and butter and honey, and Shaggy. Are we going where Shaggydog is?"

"Yes" Bran promised.

"Take me home!" Rickon demanded. "I want to be home!"

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Zio Frank
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Zio Frank


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Inviato il 07 maggio 2020 10:41

La CEE funzionava cosi bene


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Lord Beric
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Aegon il mediocre
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