Giusto così, per giocare, se oggi vi venisse fatta la domanda secca "Volete che l'italia esca dalla UE" oppure "Volete che l'Italia esca dall'Euro" oppure entrambe le cose (fermo restando che stare nell'Euro senza fare parte della UE non esiste) cosa scegliereste?

E perché?

Metto nel sondaggio anche un paio di informazioni geografiche e anagrafiche in modo da divertirci a vedere cosa viene fuori...

Fortunatamente non si possono indire realmente referendum simili, però qui da noi non si sa mai!

Se mai ci fosse voterei per rimanere, uscire non ha senso, già siamo messi male da dentro, figuriamoci da fuori. Anche cambiare solo la moneta rimanendo dentro l'UE sarebbe una pazzia, che valore avrebbe la lira o qualunque altra moneta alternativa?

Comunque sia non sarebbe una domanda da fare al popolo, è già complessa per gli addetti ai lavori, figuriamoci a chi non ha manco le basi. Esistono dei politici eletti da noi che dovrebbero svolgere queste faccende, se non sono capaci la prossima volta non si votano, non si indice un referedum per sostituirli.

Ma ci manca la fascia di età fondamentale! 😂

Io ho votato restare in EU e con l'euro, perché non si può pensare di concorrere con paesi come gli US o la Cina da piccola italietta e visto che l'unica politica economica messa in campo dall'italia è stata la continua svalutazione della lira per esportare meglio, preferirei che le politiche economiche fossero decise altrove in maniera più intelligente. Resta il problema che i governi "post-entrata nell'euro" non hanno mai sponsorizzato delle politiche economiche per far abituare l'Italia all'euro.

Sono lieto che non dovremo mai fare un referendum del genere (vedere la nostra Costituzione), ma se per caso fosse possibile farlo voterei per restare nella UE e nell'euro.

Dentro l'UE e dentro l'Eurozona.

p.s. nel 1989 si tenne un referendum d'indirizzo che in parole povere chiedeva se i cittadini volessero o meno che la CEE diventasse la Federazione Europea, volendo si potrebbe ripetere l'evento con un'altra legge ad hoc.

UE + Euro anche per me, e condivido il discorso fatto sulla competizione globale.

Voto UE più Euro, anche se anche se...

L'ue è un grande progetto, ambizioso, impostato molto bene e proseguito malissimo.

Questo perché si è proceduti inizialmente a creare un'area di libero scambio sempre più estesa, ad uniformare le regole di alcuni settori e le legislazioni commerciali dei paesi membri. Ottimo.

L'errore madornale è stato fatto nell'avanzare sempre più a fondo nelle micro e macro regole di produzione nazionale senza fare altrettanto nella politica fiscale e nell'amministrazione pubblica. Fai quadrare il bilancio, come vuoi ma fallo.

La moneta unica senza una politica economica comune ed allo stesso tempo flessibile alle esigenze dei singoli stati è stata una pazzia, senza se e senza ma.

Se si adottano politiche fiscali diverse e si hanno politiche sociali diverse, sistemi di tutela e integrazione sindacale nelle imprese diversi, settori industriali di punta diversi, la politica monetaria unica è inefficiente.

Se ogni paese vive un ciclo economico diverso, la stessa politica è corretta per alcuni paesi e controproducente per altri.

LItalia ha subito dieci anni di politica monetaria prociclica, un flagello, mentre paesi come la Germania perfettamente anticiclica. Al cambio di ciclo tedesco la politica è diventata espansiva e noi abbiamo arrancato dieci anni, anni buttati.

Vi sono differenze madornali nella fiscalità tra noi e molti paesi dell'Est Europa, sicché con la stessa moneta e gli stessi vincoli di bilancio e di bilancia perdiamo enormemente in concorrenza. Chissà perché alcuni stabilimenti chiusi in Italia hanno riaperto in Polonia.

Se dico di rimanere nell'Euro è solo perché ora ci torna utile, ci permette, con enorme differenza rispetto ai primi anni di moneta unica, di mantenere potere d'acquisto ed è funzionale per la nostra produzione. Come moneta forte ci è utile nelle importazioni, importando principalmente beni di consumo da paesi con monete deboli e materie prime; esportando prodotti di qualità e tecnologici di per sé già costosi e di fascia alta, non risente particolarmente di questo peso dell'Euro.

Inoltre determinati vincoli ci aiutano a diventare un paese decente, meno lascivo e superficiale sul piano dell'efficienza amministrativa, della spesa di governo, della famosa tenuta dei conti.

Abbiamo un debito mostruoso e va pagato, c'è poco da fare.

La famosa svalutazione della Lira fu effettuata più per permettere allo stesso tempo di ridurre il peso degli interessi sul debito e di spingere la crecita del pil, che per esportare (ciò non tolga che abbia aiutato in un periodo statico).

Per questo un Euro più debole ci farebbe solo che comodo con il debito che ci troviamo.

Tuttavia ritengo più intelligente su lungo periodo e strutturalmente, mantenere una moneta forte e una certa rigidità fiscale, insieme ad una spinta espansiva che Draghi sta effettuando in modo marcato ed uno stimolo di spesa (appunto fisco rigido) per far sì che si abbia una crescita del pil con bilancia commerciale all'attivo.

Ciò vuol dire pagare questo cavolo di debito seriamente e grazie ai mezzi che abbiamo e ad una serietà e trasparenza utili a far abbassare il peso degli interessi grazie ad un aumento del nostro rating e ad un calo dell'altra star dei tg, lo spread.

Tutto ciò anziché svalutare la moneta e rimetterci su altri fronti. Perché con le materie e le fonti energetiche che importiamo, comunque con una moneta debole, l'import crescerebbe nel volume di costo, ostacolando sempre la concorrenza delle nostre imprese e si avrebbe maggiore inflazione nei prezzi di qualsiasi cosa e ci scommetterei, visti i tempi e la scuola di pensiero economico dominante in Europa, non un aumento proporzionale dei salari.

L'Europa è utile, ma il Parlamento europeo è troppo debole e inconcludente, neanche sappiamo dai media cosa si approvi ed invece quei dibattiti sarebbero di gran lunga più importanti di quelli nazionali.

L'elezione diretta del presidente della commissione è stato un passo doveroso e tardivo di integrazione.

La miopia e la lentezza nella gestione dell'immigrazione, della fiscalità e della politica estera comunitaria sono falle da sistemare da dentro e non uscendo dall'unione con la speranza di diventare uno stato canaglia, un paradiso fiscale, un nonnulla nel panorama globale.

L'Europa è utile, ma il Parlamento europeo è troppo debole e inconcludente, neanche sappiamo dai media cosa si approvi ed invece quei dibattiti sarebbero di gran lunga più importanti di quelli nazionali.

L'elezione diretta del presidente della commissione è stato un passo doveroso e tardivo di integrazione.

A questo proposito ho sentito pareri contrastanti: da un lato si dice che sia il parlamento europeo ad essere troppo deboli, su altri fronti che sia la commissione ad esserlo.

Tu come la vedi?

Entrambe sono deboli, secondo me.

Il Parlamento lo è in quanto, andando a spulciare su quanto viene fatto, sembra un consultorio dove ogni membro cerca di tirare acqua al mulino natio o di perseguire battaglie legate agli argomenti sensibili su cui il partito di appartenenza batte cassa in patria.

Esistono formazioni partitiche europee ma sono deboli contenitori.

Invece le commissioni parlamentari lavorano,fanno il loro sui singoli argomenti di competenza.

Ne esce un risutato paradossale: non viene prodotto nulla di organico, nessuna vera riforma comunitaria ma vengono emanati regolamenti dettagliati e puntuali su piccoli campi di applicazione. La storia delle vongole, diventata famosa per la strumentalizzazione della lega è vera,assurda,è un esempio e non è l'unica.

La commissione è debole perché lo è nei poteri, non è una mancanza ma un tratto.

Siamo qualcosa di più largo di una federazione ed è pure plausibile che il potere esecutivo europeo sia limitato.

Invece lavorano molto i consultivi composti da rappresentanti dei vari paesi circa singoli progetti di armonizzazione.

Vedesi Solvency e Basilea come esempi.

Ciò è un fenomeno lampante dello stato di incompletezza dell'unione ed è un paradosso, per rievocare il discorso che facevo, che si sia adottato l'euro, prima del compimento e dell'attuazione del l'armonizzazione di tutti i principali codici, degli istituti di vigilanza, delle leggi e della gestione circa l'immigrazione e la gestione delle frontiere comunitarie.

Io voterei assolutamente per rimanere: l'Unione (in concomitanza con altri fatti) ha garantito un periodo di pace che l'Europa non aveva mai visto, ha permesso la libera circolazione tra i cittadini europei e le merci. Cose non da poco a mio parere.

I difetti non mancano, negarlo è impossibile: c'è un certo Germania-centrismo, molti storcono il naso perché l'UE vuole 'salvare solo le banche a scapito dei cittadini' e, nel solito rimpianto che ci caratterizza sempre, 'si stava meglio quando c'era la lira'. Forse è così, forse no, ma chi pensa di uscire senza pagarne le conseguenze in termini anzitutto economici s'illude alla grande. Volenti o nolenti siamo ormai legati a doppio filo all'euro, rinunciarci avrebbe come conseguenza un tracollo finanziario che la nostra economia ancora debole non reggerebbe.

E poi, a dirla tutta, io credo nei valori dell'Europa, sono orgogliosa di essere una cittadina europea: i valori su cui si fonda e i suoi obiettivi (almeno sulla carta) mi piacciono molto. È vero, a conti fatti l'UE non ha poi tutti questi poteri politici e credo che non si arriverà mai agli Stati uniti d'Europa, ma l'uscita dell'Inghilterra, da sempre recalcitrante al potere continentale, potrebbe rappresentare un'occasione da sfruttare per rendere tutto più forte.

Quindi voterei rimanere senza alcun dubbio.

Quello che temo è che la popolazione sta invecchiando anche in Italia e rappresenta la maggioranza: se davvero ci fosse un referendum in stile Brexit non sarebbero in pochi a votare per l'uscita, seguendo il populismo che non vuole immigrati e regole dalla Germania (e sui primi ci sarebbe da chiedere come potremmo rifiutarli noi, che siamo il paese più esposto).

Spero davvero non si arrivi mai a una cosa del genere.

Ultimamente discuto spesso con mio padre di questa faccenda. Lui sostiene che "si stava meglio quando c'era la lira" e che faremmo bene a tirarci fuori dall'UE. Io credo che chi rimpiange i bei tempi passati non ha capito che indietro non ci torneremo mai. Non è che se da domani si tornasse alla Lira e si uscisse dall'UE si riavrebbe il boom economico. Non è che ritorneremmo in grado di "costruire casa con stipendi da impiegati" come i nonni.

La situazione economica italiana, europea e mondiale è assolutamente diversa.

Viviamo un periodo di crisi delle istituzioni, a iniziare da quelle nate alla fine della seconda guerra mondiale (l'ONU, ad esempio, sempre più inutile). Viviamo in un momento di crisi della democrazia in generale.

Ho votato restare nell'UE, con l'euro. Anche io credo nei valori dell'Europa e mi sento cittadina europea. Credo che uscire, nella situazione attuale, sarebbe un errore. Allo stesso tempo vedo che l'Europa così come è adesso è molto lontana dal sogno originale e dai suoi valori, e mi preoccupano le voci dei populisti che propongono facili soluzioni e parlano alla pancia delle gente, così come i vecchi politici che fanno gli interessi di una oligarchia consolidata.

L'Inghilterra ha sempre tenuto i piedi in due staffe - è entrata nell'UE ma mai fino in fondo, mantenendo i rapporti privilegiati che ha con America e altre ex colonie, il Commonwealth che ha lasciato un'eredità di rapporti commerciali privilegiati. La situazione italiana è completamente diversa.

L'italia non può permettersi di uscire dall'Eurozona e o dall'Ue, farebbe la fine della Grecia ma senza essere salvata

I problemi dell'UE ?

l'aver fatto entrare tutti i paesi dell'est europa, con una storia, una politica, una economia totalmente diverse.
Nel migliore dei casi era troppo presto. Nel peggiore non dovevano essere fatti entrare e bon

Sopratutto, l'ue NON doveva essere quello che è ora.
Molti contestano, europa dei banchieri, europa sbagliata ecc ecc. La verità è che una grande riforma strutturale e costituzionale europea è stata fatta fallire dagli stessi paesi membri fondatori. Ricordo i referendum che diedero esito negativo in Francia e Olanda.
E' troppo facile dare la colpa a Bruxelles della situazione attuale quando i veri colpevoli sono i Paesi stessi che adesso tante accuse lanciano e sono finiti in preda dell'estrema destra xenofoba.

Così adesso ci troviamo un'Unione che non è quello che voleva essere ne quello che dovrebbe essere, con membri che non dovevano essere fatti entrare e i cui stessi paesi leader fanno di tutto (consapevolmente o meno) per boicottare. Si accusa di quarto reich l'unico paese davvero solido che ha tappato le falle, la Spagna non ha il governo da 1 anno, noi col referendum di ottobre rischiamo di tornare al caos del 2011..

Non aiuta il diffuso sentimento euro scettico molto forte nei paesi fondatori. Quelli che dovrebbero essere i più solidi e convinti sono in realtà pieni di dubbi, paralizzati politicamente.
E' troppo facile parlare alla pancia, fare populismo, sfruttare l'ignoranza, dire 4 caxate nazionaliste e propagandiste (farage, le pen, salvini..)

P.S. a voler uscire e ad avere i maggiori dubbi sono sopratutto i vecchi, (vedi referendum brexit) che in questo modo costringono le future generazioni ad adeguarsi a scelte non volute da loro. E' terribile se ci pensate

Senza europa e euro come paese non esisteremo più e penso che questo sia un dato di fatto.

Vi sono voti per l'uscita ma non vi sono motivazioni, mi piacerebbe leggerle per sapere cosa ne pensa chi vorrebbe un Italia autonoma.

Sono per il rimanere nell'euro e nell'UE.

Senza Euro e senza l'UE l'Italia non sarebbe minimamente competitiva con il resto del mondo nè economicamente, nè politicamente.