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1588: LA DISFATTA DELL'INVINCIBILE ARMADA
G di GIL GALAD
creato il 17 maggio 2015

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GIL GALAD
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Inviato il 17 maggio 2015 16:43 Autore

Come avrete già capito amo la Storia, tutta la Storia, tanto da aver optato quando scelsi quasi 20anni fa di iscrivermi alla Facoltà di Scienze Politiche per l'indirizzo Storico. Da tempo volevo aprire questa discussione su un evento poco conosciuto, ma determinante per l'evoluzione storica successiva dell'Europa e del mondo intero. Un evento che se avesse visto un esito finale differente ancora oggi ne subiremmo le conseguenze e sicuramente oggi molto se non tutto sarebbe differente.

Mi riferisco alla sconfitta della flotta Spagnola, l'Invincibile Armada appunto come veniva chiamata, nel canale della Manica contro le navi inglesi della Regina Elisabetta I nel 1588. All'epoca la Spagna aveva una netta supremazia sui mari soprattutto nell'Atlantico e dominava i commerci con le sue enormi colonie americane. L'Inghilterra non era ancora una potenza dei mari benché con le scorrerie dei suoi pirati corsari come primo fra tutti Francis Drake desse molto fastidio agli spagnoli. La Spagna veniva contrastata quasi esclusivamente nel Mediterraneo dall'Impero Ottomano (e in misura minore dalla Francia) a cui pochi anni prima aveva inflitto una grandiosa sconfitta nella famosa battaglia di Lepanto del 1571, insieme ai veneziani uniti nella Lega Santa voluta dal papato. Una vittoria che fu più simbolica come concordano oramai tutti gli storici che decisiva dato che i turchi per almeno un altro secolo continuarono a minacciare l'europa cristiana sino al fallito attacco alla città di Vienna.

Molte ragioni portarono Re Filippo II allo scontro, economiche certo ma anche ragioni di rivalsa verso quella che ricordiamo era stata sua cognata (Filippo era stato sposato infatti con la sorella di Elisabetta I Tudor, Maria che è passata alla storia come la sanguinaria nella sua ferocia di estirpare il protestantesimo dall'isola ma che fallì per la sua morte dopo soli 5 anni di regno) e soprattutto perché da fervente cattolico spinto dalla Chiesa voleva abbattere quella "insolente" regina protestante e ripulire il paese dai protestanti coadiuvato dalla terribile inquisizione. Più avanti nella discussione posterò un resoconto della battaglia e non solo. Ora con la sconfitta dell'Armada, dovuta ad errori tattici come l'aver voluto separare la flotta nella Manica, la Storia mutò drasticamente. La Spagna da dominatrice e potenza mondiale passo in pochi decenni a paese marginale mentre l'Inghilterra divenne il paese più forte e sviluppato del globo. Inoltre pensate se quel giorno gli spagnoli avessero vinto le colonie inglesi americane che poi divennero gli Stati Uniti non sarebbero mai sorte. Oggi non sarebbe l'inglese la lingua principale e la Chiesa Cattolica avrebbe estirpato la religione protestante non solo dall'isola ma molto probabilmente da tutta europa. Il peso ancora forte che la Chiesa Cattolica oggi ha sarebbe enormemente superiore con le conseguenze che sulle libertà, la scienza e tanti altri aspetti della vita potete immaginare.

Questa sconfitta dell'Armada è quasi passata come un evento secondario del corso storico, mentre mutò il mondo e merita di entrare tra le battaglie più importanti e decisive.

Ne scrivo se volete per discuterne, per confrontarci su cosa sarebbe potuto accadere se le cose fossero andate all'opposto e per portarne a conoscenza di coloro che non ne sapevano molto.

 

http://www.warfare.it/img/storie_img/armada.png

 

 

https://4.bp.blogspot.com/-QvBKhFwumNM/VGPsiRPluRI/AAAAAAABRys/_wAQm8cspkc/s1600/06166--644x400.jpg

 

 

 

 

L’Invincibile Armada salpa verso la tragedia dalla Spagna

QUATTRO secoli or sono nelle acque dell’angusto canale della Manica si scontrarono due flotte. Fu una battaglia che vide contrapposti protestanti e cattolici nell’ambito del conflitto che nel XVI secolo coinvolse gli eserciti di Elisabetta I, la regina protestante d’Inghilterra, e di Filippo II, il re cattolico di Spagna. “Per le persone del tempo lo scontro nella Manica tra la flotta inglese e quella spagnola fu”, secondo un libro sull’argomento, “una guerra all’ultimo sangue tra le forze del bene e quelle del male”. — The Defeat of the Spanish Armada.

Gli osservatori inglesi di quel periodo descrissero la flotta spagnola, la famosa Invencible Armada (Invincibile Armata), come “la più grande forza navale che avessero mai visto in mare aperto”. La spedizione della flotta spagnola ebbe però un tragico epilogo, soprattutto per le migliaia di persone che persero la vita. Quale obiettivo si proponeva e perché fallì?

Perché tentarono l’invasione?

Erano anni che i corsari inglesi saccheggiavano le navi spagnole, e la regina Elisabetta forniva appoggi alla ribellione degli olandesi contro il dominio spagnolo. Inoltre il cattolico Filippo II si sentiva in dovere di aiutare i cattolici inglesi a soffocare l’“eresia” protestante che avanzava nel loro paese. Per questo l’Armada aveva a bordo circa 180 sacerdoti e consiglieri religiosi. Quando vennero reclutati gli equipaggi, tutti dovettero confessarsi e ricevere la comunione.

Il sentimento religioso del popolo spagnolo e del suo re fu incarnato dall’eminente gesuita Pedro de Ribadeneira, che disse: “Dio nostro Signore, la cui causa e santissima fede difendiamo, andrà davanti a noi; e con un tale capitano non abbiamo nulla da temere”. Dal canto loro, gli inglesi speravano che una vittoria decisiva rendesse possibile la diffusione del protestantesimo in tutta Europa.

Il piano di invasione del re di Spagna sembrava semplice: l’Armada doveva risalire la Manica e prendere a bordo il duca di Parma e i suoi 30.000 veterani di stanza nelle Fiandre.* Insieme avrebbero attraversato la Manica approdando sulla costa dell’Essex, per poi marciare su Londra. Filippo credeva che i cattolici inglesi avrebbero abbandonato la regina protestante e si sarebbero uniti alle file del suo esercito.

Il piano del re, però, aveva serie lacune. Benché credesse di avere dalla sua parte la divina provvidenza, Filippo aveva sottovalutato due grossi ostacoli: la potenza della marina inglese e la difficoltà di trovare un approdo adeguato, con acque sufficientemente profonde, per far salire a bordo le truppe del duca di Parma.

Una flotta enorme ma poco agile

Filippo nominò il duca di Medina Sidonia comandante in capo dell’Armada. Il duca non aveva grande esperienza navale, ma era un abile organizzatore, e subito si conquistò la fiducia dei suoi esperti capitani. Insieme allestirono un contingente e approvvigionarono al meglio l’enorme flotta. Con meticolosità codificarono segnali e comandi di navigazione, e stabilirono le formazioni che avrebbero tenuto unite le loro forze altrimenti troppo eterogenee.

Infine, il 29 maggio 1588, i 130 galeoni dell’Armada salparono da Lisbona con a bordo quasi 20.000 soldati e 8.000 marinai. Ma i venti avversi e una tempesta li obbligarono a riparare nel porto di La Coruña, nella Spagna nord-occidentale, per raddobbare le navi e stivare altre provviste. Preoccupato per la scarsità di viveri e per le malattie dei suoi uomini, il duca di Medina Sidonia scrisse al re esponendo chiaramente i suoi dubbi sull’intera impresa, ma Filippo insisté che l’ammiraglio si attenesse al piano prestabilito. Così, i pesanti vascelli continuarono il loro viaggio e finalmente, due mesi dopo aver lasciato Lisbona, raggiunsero la Manica.

Si combatte nella Manica

Quando la flotta spagnola arrivò in prossimità delle coste di Plymouth, nell’Inghilterra sud-occidentale, gli inglesi erano lì ad attenderla. I vascelli delle due flotte nemiche si equivalevano per numero, ma non per forma. I galeoni spagnoli erano molto elevati sul pelo dell’acqua e sui loro ponti c’erano numerosi cannoni a breve gittata. Le enormi torrette a prua e a poppa li rendevano simili a fortezze galleggianti. La tattica spagnola prevedeva che gli uomini abbordassero la nave avversaria per sopraffare il nemico. I vascelli inglesi erano più bassi, più veloci e con cannoni a più lunga gittata. La strategia dei loro capitani era di evitare di avvicinarsi troppo al nemico e distruggere le navi spagnole da lontano.

Per contrastare la maggiore agilità della flotta inglese e la sua potenza di fuoco, l’ammiraglio spagnolo ideò una formazione difensiva a mezzaluna: i galeoni più forti con cannoni a maggiore gittata dovevano proteggere le estremità. Da qualunque direzione fosse venuto il nemico, l’Armada avrebbe potuto virare e affrontarlo proprio come un bufalo che punta le corna verso un leone che avanza.

Tra le due flotte ci furono piccoli scontri per tutta la lunghezza della Manica e due battaglie minori. La formazione difensiva spagnola si dimostrò efficace e il fuoco inglese non riuscì ad affondare nessun galeone. I capitani inglesi conclusero che dovevano in qualche modo scompaginare la formazione e avvicinarsi di più al nemico. L’occasione si presentò il 7 agosto.

Il duca di Medina Sidonia, attenendosi agli ordini ricevuti, guidò la flotta per incontrare il duca di Parma e le sue truppe. Attendendo notizie di quest’ultimo, ordinò alla flotta di gettare l’ancora nei pressi di Calais, sulla costa francese. Mentre i vascelli spagnoli erano ormeggiati e vulnerabili, gli inglesi lanciarono contro di loro otto brulotti, piccole navi incendiarie. La maggioranza dei capitani spagnoli cercò disperatamente di prendere il largo e sfuggire al pericolo. Poi il forte vento e la corrente spinsero i galeoni verso nord.

Allo spuntare del giorno si combatté la battaglia decisiva: la flotta inglese fece fuoco sui vascelli spagnoli a distanza ravvicinata, facendone colare a picco almeno tre e danneggiandone molti altri. Gli spagnoli con poche munizioni tentarono invano di resistere all’assalto.

Una violenta tempesta costrinse gli inglesi a sospendere l’attacco fino all’indomani. Quella mattina, riorganizzatasi in formazione di mezzaluna ma con poche munizioni, l’Armada si volse verso il nemico pronta a combattere. Prima che gli inglesi potessero aprire il fuoco, però, i vascelli spagnoli si ritrovarono con la costa sottovento, spinti inesorabilmente dallecorrenti e dal vento verso i banchi di sabbia della Zelanda, nei pressi della costa olandese.

Quando il disastro sembrava inevitabile, i venti mutarono direzione e portarono l’Armadaverso la salvezza, spingendola a nord in mare aperto. La rotta per fare ritorno a Calais, però, era bloccata dalla flotta inglese, e i venti costrinsero i galeoni spagnoli ormai allo sbando ancora più a nord. Il duca di Medina Sidonia non aveva scelta: risolse di ritirarsi per salvare il maggior numero di vascelli e di uomini e rientrare in Spagna circumnavigando la Scozia e l’Irlanda.

Tempeste e naufragi

I vascelli spagnoli, già provati, ebbero un viaggio di ritorno tutt’altro che facile. Le provviste scarseggiavano, e anche l’acqua, poiché i barili perdevano. Molte navi erano state gravemente danneggiate dagli attacchi inglesi e poche erano ancora idonee alla navigazione. Oltre a ciò, al largo della costa nord-occidentale dell’Irlanda l’Armada fu flagellata per due settimane da violente tempeste. Alcune navi sparirono nel nulla, altre fecero naufragio al largo della costa irlandese.

Finalmente il 23 settembre, dopo molte traversie, i primi galeoni dell’Armada arrivarono a Santander, nella Spagna settentrionale. Fecero ritorno poco più di 60 navi e metà degli uomini che erano partiti originariamente da Lisbona. Ne erano annegati migliaia, mentre molti altri erano morti durante il viaggio di ritorno a causa delle ferite riportate o delle malattie. Ma l’incubo non era finito neanche per quelli che riuscirono a raggiungere la costa spagnola.

Il libro citato all’inizio spiega: “Diversi [equipaggi] non avevano più niente da mangiare e morirono d’inedia” anche se erano ormeggiati in un porto spagnolo. Il libro racconta che una nave si incagliò nel porto di Laredo “perché non c’erano abbastanza uomini per ammainare le vele e gettare l’ancora”.

Una sconfitta significativa

La sconfitta dell’Armada diede fiducia ai protestanti dell’Europa settentrionale, anche se le guerre di religione continuarono. Che i protestanti ritenessero il loro trionfo una prova del favore divino è evidente da una medaglia commemorativa coniata nei Paesi Bassi. Vi si legge Flavit יהוה et dissipati sunt 1588, cioè “Soffiò Geova e furono dispersi, 1588”.

Successivamente la Gran Bretagna assunse il ruolo di potenza mondiale. Uno storico spiega: “Nel 1763 la Gran Bretagna emergeva quale principale potenza commerciale e coloniale del mondo”. (Modern Europe to 1870) Come fa notare un’altra opera, “nel 1763 l’impero britannico aveva soggiogato il mondo quasi fosse una nuova e più grande Roma”. (Navy and Empire) In seguito la Gran Bretagna si unì alla sua ex colonia, gli Stati Uniti d’America, e insieme formarono la potenza mondiale anglo-americana.

 


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Inviato il 17 maggio 2015 20:25

qunado aprirò il topic sul 1492 e sul perchè è finito il medioeo mi banneranno


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Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 17 maggio 2015 21:03

Personalmente credo che la sconfitta dell'invicibile armada sia stata una sconfitta importante sì per la Spagna, ma non la annovererei tra le battaglie decisive/risolutiv per la Storia dell'umanità.

Semplicemente ne ha accelerato il declino della Spagna, ma una vittoria non avrebbe potuto invertirlo.

La Spagna si era messa nella condizione di fallire come superpotenza quando aveva pensato di poter combattere contro il mondo intero grazie all'oro/argente dello Americhe, a cui si accompagnava una politica monetaria ed economica a dir poco miope, nonché un atteggiamento solitamente "sprezzante" e crudele nei confronti degli Stati sottomessi (cosa che ne ha escluso non solo quasi ogni tipo di integrazione, ma anche di fedeltà)

 

Troppi fronti aperti, troppi nemici (turchi, paesi bassi, inglesi, francesi, mezzo sacro romano impero protestante, diversi stati italiani...).

La Spagna avrebbe potuto conquistare e sottomettere l'Inghilterra se vinceva lo scontro nella manica? Mah. Per me no.

Non riusciva manco a tenersi i Paesi bassi, regione dalla tradizione militare e dall'identità nazionale ampiamente inferiore a quella inglese, nonché infinitamente più facile da raggiungere per le truppe dalla Spagna/Fiandre incaricate di reprimere le costanti rivolte.

Forse potevano conquistare Londra e forse potevano rovesciare Elisabetta, ma prima o poi sarebbero stati ricacciati, come è accaduto praticamente ovunque nel giro di due generazioni.

 

Tra l'altro, personalmente non vedo neppure in Elisabetta la reale fondatrice della potenza inglese. In altre parole, non è a lei che si deve l'Impero Britannico. E' stata una grande sovrana, certo, ma dal pdv delle colonie il turning point che ha posto le basi per il secolo d'oro dell'Inghilterra è stata la guerra dei sette anni.

 

 

Infine, un appunto su Lepanto: quella sì che fu decisiva (in combinato disposto con Malta, forse addirittura più importante).

Un aspetto che gli storici militari spesso dimenticano è che i numeri contano, ma conta tanto anche l'esperienza. Contano i comandanti stagionati, contano i veterani. Spesso sono loro che fanno vincere o perdere le guerre. Quando Napoleone tra il 1809 e il 1812 perse i migliori marescialli e le migliore truppe, a poco gli servì ricostituire eserciti numericamente pari ai precedenti. Non vinse più mezza battaglia. Stesso discorso per la Spagna dopo Rocroi 1643, o la Wermacht dopo l'immane sforzo del '42-'43 culminato a Kursk, o i Romani dopo Adrianopoli 378.

A Lepanto il meglio della flotta turca colò a picco.

Per ricostruire una flotta e trovare gli equipaggi basta poco, ma per ricostruire una una potenza navale manovrata da uomini esperti e comandata con perizia, beh quello non è semplice.

 

Direte voi: ma perché non fai lo stesso discorso per l'invincibile armada? Perché come detto imho la Spagna paradossalmente poteva anche vincere più battaglie di quello che ha fatto, ma avrebbe comunque perso la sua folle guerra contro il mondo, perché semplicemente i costi erano insostenibili.

L'impero Ottomano aveva ben altro retroterra, era un vero Impero e non uno Stato con dei possedimenti da spolpare. Aveva un sistema amministrativo ben più solido e raffinato, non drogato dai galeoni pieni di tesori, e nel 1571 non era ancora entrato nella fase di stagnazione. Perdere la supremazia sui mari per una generazione ha dato agli Stati europei un vantaggio che sono poi riusciti abilmente a conservare e incrementare, laddove invece la Spagna non era nelle condizioni di fare altrettanto con l'eventuale vittoria sulla manica.


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Guardiano della notte
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Guardiano della notte
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Inviato il 17 maggio 2015 23:33

A proposito di un'eventuale vittoria spagnola, mi piace ricordare il bel romanzo fantastorico "Il trono d'Inghilterra", ambientato in un'Inghilterra sotto il giogo spagnolo, a seguito appunto della vittoria dell'Invincibile Armada. William Shakespeare e Lope de Vega (contemporanei, giova ricordarlo), vi figurano come protagonisti principali in un torbido intrigo che ha come posta il trono inglese e il ritorno al potere di Elisabetta. È scritto bene e molto ben documentato, a cominciare proprio dall'atteggiamento spagnolo, non decisamente conciliante e incoraggiante anzi la ribellione inglese.


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Seth Heristal
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Inviato il 18 maggio 2015 14:30

Comunque bisogna assolutamente conquistare l'Inghilterra prima del 2066. Non ho intenzione di dare ai detestabili albionici la soddisfazione del millenario


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GIL GALAD
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Inviato il 18 maggio 2015 16:42 Autore

Balon concordo sul fatto come dici che se anche gli spagnoli avessero vinto l'Inghilterra nel lungo periodo si sarebbe liberata dal loro giogo, ma le conseguenze ripeto sarebbero state importanti. Il declino spagnolo si sarebbe cmq rallentato non avendo in breve tempo, come invece avvenne da pressoché subito all'inizio del 1600, un concorrente formidabile sui mari che prese il sopravvento rapidamente. Inoltre i padri pellegrini protestanti delle colonie inglesi divenute poi gli Stati Uniti non sarebbero partiti dato che il protestantesimo sarebbe stato estirpato con ferocia terribile. Molto probabilmente anche buona parte del nordamerica sarebbe stato colonizzato dagli spagnoli. Il dibattito è ancora aperto, secondo me fu una battaglia decisiva o quantomeno in caso di vittoria spagnola avrebbe ritardato minimo di almeno un secolo ciò che poi avvenne.

 

Piccola postilla sulla battaglia di Lepanto, fu grandiosa anche decisiva in quel momento (anche unita all'epica difesa di pochi anni prima di Malta da parte dei Cavalieri di San Giovanni, altrimenti i turchi avrebbero avuto una testa di ponte per poi attaccare la Sicilia e l'Italia meridionale), ma come sostiene anche il grande professore Alessandro Barbero autore della pregevole opera Lepanto la Battagli dei tre imperi (uno dei migliori libri su Lepanto senza dubbio) le conseguenze furono più psicologiche che concrete. D'altronde quell'alleanza creata dal Papa a fatica si sfaldò subito nonostante il trionfo.

 

Infatti:

La battaglia di Lepanto fu la prima grande vittoria di un'armata o flotta cristiana occidentale contro l'Impero ottomano. La sua importanza fu perlopiù psicologica, dato che fino a quel momento i turchi erano stati per decenni in piena espansione territoriale e avevano precedentemente vinto tutte le principali battaglie contro i cristiani d'oriente. La vittoria dell'alleanza cristiana non segnò comunque una vera e propria svolta nel processo di contenimento dell'espansionismo turco. Gli ottomani infatti riuscirono già nel periodo successivo ad incrementare i propri domini, strappando, fra l'altro, alcune isole, come Creta, ai veneziani. La parabola discendente vissuta dall'impero ottomano nel corso del Seicento, riflette semmai una fase di declino che coinvolse all'epoca tutti i Paesi affacciati nel bacino del Mediterraneo in seguito allo spostamento verso le rotte oceaniche dei grandi traffici internazionali.

In realtà più di un secolo dopo Lepanto i turchi erano ancora sotto le mura di Vienna (1683), mentre Venezia dovette combattere altre lunghe guerre con l'Impero ottomano, perdendo infine il controllo su tutte le isole e i porti che possedeva in Egeo ed eccetto le isole Ionie. Inoltre la flotta ottomana riuscì a sconfiggere quella veneziana presso capo Matapan al principio del Settecento; segno che l'impero, pur in relativa decadenza, continuava ad essere una delle principali potenze europee. La scarsa coesione tra i vincitori impedì alle forze alleate di sfruttare appieno la vittoria per ottenere una supremazia duratura sugli Ottomani. Non solo: l'esercito cristiano non riconquistò neppure l'isola di Cipro, che era caduta da appena due mesi in possesso ottomano. Questo a causa del volere di Filippo II, il quale non voleva che i Veneziani acquisissero troppi vantaggi dalla vittoria, visto che essi erano i più strenui rivali del progetto politico spagnolo di dominio della penisola italiana.

Nel 1573 la Serenissima fu quindi costretta a firmare un trattato di pace a condizioni poco favorevoli.


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Inviato il 18 maggio 2015 21:34

Per cui la cessione dell'avanzata sul mare contro flotte che prese una per volta sarebbero state inferiori e fagocitate mano mano sarebbe più psicologica che concreta? Boh.

 

Comunque, per quanto riguarda l'invincibile armada, per alcuni versi alla spagna andò anche bene che se la flotta del duca di Medina Sidonia riusciva a incontrarsi con la flotta da sbarco gli spagnoli ci perdevano pure l'esercito.


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Inviato il 19 maggio 2015 11:34

Infatti...

 

1. Anche fosse stata una vittoria meramente psicologica, è stata una delle più grandi inienzioni di fiducia di tutti i tempi

 

2. Può essere che non sia stata sfruttata a dovere dai cristiani causa beghe interne, ma se fosse andata diversamente? Cioè se i cristiani avessero perso e gli ottomani (che non avevano particolari beghe interne) avessero ben sfruttato la vittoria? La situazione non sarebbe stata affatto piacevole

 

3. E' assai sottovalutato l'impatto che certe battaglie hanno sullo sterminare intere generazioni di veterani ben addestrati (altro esempio: Midway per l'areonautica giapponese). John Keegan nel suo "la storia della guerra" fa notare come la supremazia navale turca, fino a quel momento, fosse in buona parte dovuta alla straordinaria efficacia degli arcieri navali dotati di arco composito, arcieri che dovevano essere addestrati in una generazione e che furono praticamente sterminati a Lepanto. E che, vista l'urgenza di ricostituire una nuova flotta, furono sostituiti da archibugeri.

Non perché l'archibugio fosse un arma intrinsecamente superiore all'arco, ma perché qualunque fesso poteva imparare a usarlo in due mesi, mentre per formare un arciere efficace ci volevano anni.


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Inviato il 19 maggio 2015 12:36 Autore

Io seguo ciò che dicono gli storici come Alessandro Barbero, uno dei massimi studiosi di quel periodo. Anche per me fu una grandiosa vittoria e leggendo le pagine che descrivono lo scontro si capisce bene che fu una battaglia selvaggia ma anche epica. Se poi spagnoli e veneziani si fecero guidare dai loro egoismi economici e tutta l'alleanza andò in frantumi essi stessi sporcarono quel trionfo. Balon personalmente la penso come te, se avessero vinto i turchi sarebbero stati cavoli amari. Insieme alla resistenza di Malta dei Cavalieri di San Giovanni Lepanto rimane secondo me decisiva. Ma mi inchino agli storici.


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Inviato il 19 maggio 2015 13:14

Beh non è che tra gli storici ci sia unanimità su Lepanto. Molti continuano a classificarla come uno degli scontri più importanti di sempre (tra cui Keegan per i suddetti motivi)

Lo stesso Barbero afferma (e trovo tale affermazione francamente incompatibile con quella della non particolare rilevanza della battaglia) che in caso di sconfitta i turchi avrebberp potuto prendere corfu e da lì invadere l'Italia e/o marciare su roma.

 

Robetta insomma..


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Inviato il 19 maggio 2015 21:22

Di base non è simpatico ne troppo sensato inchinarsi a nessuno. Poi non capisco perchè ci si dovrebbe inchinare agli storici. Infine penso che se la tesi del suddetto storico sia effettivamente quella qui portata, sarebbe opportuno leggere di più prima di scrivere.


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Inviato il 19 maggio 2015 23:30 Autore

Io verso chi ne sa più di me mi inchino sempre e Alessandro Barbero è uno dei migliori storici italiani che abbiamo, sul medioevo secondo me di meglio c'è solo Franco Cardini. Sul leggere di più posso dire che su Lepanto mi sono fatto una certa "cultura" avendo letto i quattro seguenti libri:

 

Alessandro Barbero: Lepanto la battaglia dei tre imperi

Roger Crowley Imperi del mare

Angus Konstam Lepanto 1571 (volume prettamente militare)

Niccolò Capponi Lepanto 1571 La Lega Santa contro l'impero Ottomano

 

 

Certo si può sempre migliorare.....


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Inviato il 20 maggio 2015 8:22

MODERATORE MODE ON

 

Vi ricordo che il topic è sulla disfatta dell'Invincibile Armada, non su Lepanto. Se volete parlare di quell'argomento, aprite un topic apposito. Grazie.

 

MODERATORE MODE OFF


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Inviato il 03 giugno 2015 17:46

La Spagna era già in un periodo di decadenza irreversibile per la mentalità della classe dirigente di allora. Un Paese che vive solamente scialacquando ricchezze depredate è destinato a crollare rapidamente non appena le suddette finiscono, così come è stato.

La dominazione dell'Inghilterra non sarebbe mai avvenuta perchè anche se la flotta avesse vinto la Spagna non sarebbe stata capace di invadere il Paese, troppe guerre e troppi debiti per mantenere un esercito attivo così lontano da casa, (qualcuno ha detto Fiandre?).

Per quanto riguarda Lepanto, la flotta spagnola sarebbe stata praticamente inconcludente essendo composta da vascelli oceanici poco adatti al combattimento mediterraneo (l'Armada), di fatti la battaglia fu vinta dalle Galeazze veneziane in massima parte.

Inoltre la potenza inglese era ancora lungi dall'essere costruita, al tempo infatti le isole britanniche erano ancora considerate 4 sassi nebbiosi abitati da barbari, una sconfitta non avrebbe rallentato l'espansione inglese, che inizierà praticamente un secolo dopo.

Sono abbastanza convinto nel dire che indipendentemente da tutto una vittoria dell'Armada non avrebbe cambiato praticamente nulla della Storia.


STA USCENDO IL MIO ROMANZO STORICO! TIENITI AGGIORNATO SULLA PAGINA UFFICIALE
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Inviato il 04 giugno 2015 1:36

Vi posto questo. é un'analisi sintetica e interessante.

Troverete anche altre battaglie.

 

http://www.arsbellica.it/pagine/moderna/Armada/Armada.html


                                                                           19884467_10213276566612556_1074857699646

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