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XXX Contest di Scrittura Creativa
di Viserion
creato il 02 ottobre 2014

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Viserion
Sommo Drago Dorato della Confraternita
Guardiani della Notte
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Viserion
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Guardiani della Notte

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Inviato il 13 ottobre 2014 10:54 Autore

Anche se fuori concorso, scriverò qualcosa. Promesso.

Se non trovo il tempo, vedrò di crearlo apposta per il contest ;)

Così vi voglio! Bravissimo!!

Addio Got

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"Lo scempio ha due teste"


Maya
GdN in the Sky with Diamonds
Guardiani della Notte
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Maya
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Guardiani della Notte

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Inviato il 13 ottobre 2014 11:09

 

A me qualche giorno in più farebbe comodo. [emoji4]

Direi allora di approfittare e sperare che un po' di tempo in più ispiri anche altri. E' il primo contest senza pezzi di Hacktuhana e fa strano... scrittori tornare in voi!!! Ad ogni modo prolunghiamo: avete tempo fino a domenica per provarci. ;)

 

 

 

Grazie! :ninja:L'Autunno è sempre un periodo complicato, ma a questo punto non posso che fare il possibile e l'impossibile per tirar fuori il coniglio dal cilindro. ;)


"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)

 

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A
Albert Stark
Alchimista del Ghiaccio e del Fuoco
Guardiani della Notte
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Guardiani della Notte

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Inviato il 13 ottobre 2014 11:46

Ovviamente nulla in contrario a prolungare il tempo :)


A
Aeron Plain
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Aeron Plain
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A

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1591 messaggi
Inviato il 13 ottobre 2014 21:21

il tema mi piace molto :)

solo che in questi ultimi giorni il lavoro mi ha prosciugato un po'...

domani ho il giorno libero, prometto di impegnarmi a scrivere qualcosa di decente, grazie! :ninja:


 

S9G46wt.pngSrpjfk1.jpg

 

H
hacktuhana
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hacktuhana
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H

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Inviato il 14 ottobre 2014 21:03

Sarei rimasto a secco stavolta se non ci fosse stata la proroga del termine stabilito!

 

Cercherò di farne tesoro, anche se è un periodo un po' così... e l'ispirazione stride col tema scelto, per ora.

 

Tema di per se molto bello, sia chiaro :)


H
hacktuhana
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hacktuhana
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Inviato il 16 ottobre 2014 13:45

Contest di scrittura creativa

titolo:

Perché?

 

 

Un giorno Dio decise di soddisfare alcune curiosità delle specie animali che aveva creato.

 

Si sedette di fronte ad un gruppo di rappresentanti abbastanza eterogeneo, e per poter far si che la cosa fosse soddisfacente, diede a tutti capacità di intelletto e parola.

 

Disse però a chi era intervenuto, che avrebbe risposto ad una sola domanda per ciasc(hed)uno.

 

(perché la parentesi??? Mah mi piacciono le stramberie, Hed, Head, testa, capo, capoccia dio :D ) ehm... nda)

 

Andiamo avanti!

 

Il primo a prender la parola fu un grosso Gorilla, che, anche con una certa veemenza disse: "Perché lui(indicando l'uomo), e non noi(girandosi dietro e facendo un gesto del braccio a comprendere alcuni altri rappresentanti di altre razze di scimmie), perché non IO! Forte e poderoso?"

 

Dio rispose: perché anche lui(indicando sempre l'uomo) è uno di voi, è quell'io che poi hai aggiunto, non ti rende nemmeno diverso, anzi, probabilmente saresti stato ricordato in maniera molto amara, dai tuoi simili.

 

L'uomo allora prese la parola e con un preambolo atto ad evitare di ricevere una risposta non appagante la sua curiosità, infine disse:" Perché tutto questo?", aprendo le mani e abbassando le braccia come a voler comprendere ogni cosa.

 

Al che Dio replicò: "Perché questo(mimando lo stesso gesto dell'uomo), non è tutto!".

 

Con più umiltà si fece avanti allora un Cane, che chiese di voler soddisfare davvero una curiosità a cui non riusciva a dare senso: "perché, se mi lanciano un rametto o una pallina, io non posso resistere e corro a prenderla per riportarla indietro?"

 

Dio sorrise: "in quel momento sei tu che prendi il guinzaglio della situazione, e se ti sembra stupido correre dietro ad una pallina, non sembra meno stupido chi continua a lanciartela sapendo che gliela riporterai sempre, ma ti dico di più, tienti stretto quel gesto, perché è dove il tuo padrone(fece una pausa a quella parola), ti dimostra la sua premura incondizionata".

 

Il Gatto stava per esplodere per poter parlare subito dopo il Cane, ma aspettò un altro animale.

 

Così il Maiale chiese mestamente:" perché di me non si butta nulla?"

:" Perché... tutto sommato anche tu non butti nulla di quel che ti viene dato".

 

Allora il Gatto chiese:"Perché non ci sono io sul Trono di Spade?"

 

(Che c’entra? Schhhhhhhhh nda)

 

Dio rimase un attimo perplesso

 

(vedi? Anche lui… schhhhhhhh nda)

 

ma la domanda subitanea del Leone prese la sua attenzione:"A proposito di troni, io sono, sarei, il re della foresta, e allora perché vivo di stenti e sono in via di estinzione?".

Anche la Tigre incalzò:"e io che nemmeno mi debbo fregiare di stupidi titoli umani, perché ho il medesimo problema?"

 

Dio disse loro:"Tu Leone evidentemente non sei un buon re, e tu Tigre, non meriti di esserlo, vi do un consiglio: adattatevi ai cambiamenti, cosa che non fece un vostro lontano parente estinto e ben più forte di voi".

 

Il Gatto insistette, visto che non aveva avuto risposta: "Perché non ci sono io sul Trono di Spade?"

 

(non dire niente… nda)

 

Stavolta Dio parve proprio ignorarlo...

 

La Tartaruga invece la mise su un piano completamente diverso:"perché la mia esistenza può arrivare ad essere molto lunga, se poi posso vedere ben poco di questo mondo?"

 

:" E' una questione di equilibrio, e no, non ti dirò che chi va piano va sano e va lontano, ma che il mondo è tutto quello che potete osservare, non finireste mai fi guardarne le meraviglie" rispose Dio, un po’ compiacendosi anche.

 

Al che una bellissima Farfalla intervenne e disse quasi piangendo:"Io rappresento la bellezza, l'amore, la libertà, eppure quel che mi è concesso non è altro che un battito di ali, prima di morire, come se dovessi in realtà essere la metafora di ognuno di noi intervenuto qui, e di chi rappresentiamo oggi, puoi scegliere tante cose, modellare parte della tua vita, ma non puoi che sottostare alla fine della propria identità, individualità, qualunque essa sia stata".

 

Dio rimase in silenzio per un istante, poi disse alla Farfalla: "tu sei un angelo, e come tale scoprirai cosa sia l'esistenza e la bellezza, l'amore e la libertà, veramente".

 

Parve che tutto fosse finito, ma non per il Gatto!

 

Egli insistette:"Ma allora! Perché non ci sono io sul Trono di Spade?"

 

Dio, con calma, rispose": caro Gatto, mi aspettavo di più dalla tua curiosità, visto quanta te ne danno credito averne, ma... il Trono di Spade non esiste, è un libro, un romanzo, un'invenzione anche carina direi,

 

(in effetti, poi Martin un po’ dio ci si sente eh… forse per quello che… ok ok, andiamo avanti nda)

 

che nulla ha a che fare con la realtà, come puoi stare tu su quel Trono? Vuoi forse essere solo un mero scritto di successo?"

 

Il Gatto replicò:" Se il Trono di Spade non esiste, tu, dove sei seduto allora?"


A
Akyan
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Akyan
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Utente
319 messaggi
Inviato il 17 ottobre 2014 22:49
XXX Contest di scrittura creativa

Dai, finalmente ce l'ho fatta. Spero vi piaccia, buona lettura! :)



Il grande film intitolato Storia

(4979 caratteri)


«Chi sei?»

«Dove mi stai portando?»

«Ma quanto è lungo questo corridoio?»

«Perché mi hai rapito?»

«Mi spieghi cosa ho fatto di male?»

«Uuufff, sono stanco. Ci possiamo sedere?»

«Ma per caso hai un palo su per il c**o?»


Una mano mi colpì in faccia. No, allora non era sorda. Le avevo pure contate le domande: 109, nuovo record. Nessuna risposta, ma in compenso uno schiaffo e una guancia dolorante.

Una donna mi stava scortando da qualche parte, schiena eretta, spalle indietro e braccia ritte lungo i fianchi.

«Che ore sono?» tentai. Nulla.

Erano venuti a prendermi a scuola subito dopo l’ora di storia. Mi ricordavo ancora la faccia di quella vecchia deficiente. La professoressa Bosconi era un’incapace. Era l’ora che andasse in pensione, ma solo io lo desideravo. Gli altri erano contenti del suo metodo: c’era una confusione ogni volta durante la lezione, la sua voce raschiante che tentava di sovrastare il baccano, invano. Una signora fantastica per tutti, non per me.

Non sapeva nulla della sua materia. Sempre a sbirciare da quelle sue mappe concettuali del ca**o. Leggeva, sfogliava e aggiungeva qualcosa di suo. Però bastava una domanda per smontarla.

«Prof, ma perché?» Ed eccola che balbettando andava su tutte le furie.

«E quindi?»

«E dopo?»

Ieri mi ero beccato pure una nota: “il ragazzo è un impertinente”; mi feci una risata. Invece oggi, ci ero andato più pesante: 37 domande. Quella poveretta non mi ascoltò nemmeno, continuò la sua “lezione”. Poi alla fine arrivò la tizia. Mi mise delle manette, tutti che osservavano sbalorditi. Mi buttò nel retro di un furgone, mi bendò e mi scaricò dentro questo lungo corridoio. Dopo ore forse, con la gola secca e senza più interrogativi (scandalo, pensai tra me e me) la gita sotterranea arrivò a conclusione. Un pesante portone si spalancò. Mi girai e la donna si era volatilizzata.

Una sala enorme si estendeva infinita, milioni di banchetti affollavano l’interno. Scorsi un signore che si avvicinava e mi strinse la mano. Regnava quasi il silenzio, solamente il grattare delle piume sui fogli. Poi quell’atmosfera venne interrotta.

«Giuseppe, giusto?» Annuii, perplesso. Non ebbi tempo di domandare che lui mi tappò la bocca. Ci incamminammo tra le file dei banchi.

«Non chiedere. Qui sfamerai i tuoi dubbi, conoscerai il passato e il futuro, comprenderai il presente. Partiamo da qui.»

Si avvicinò a uno degli scribi. Lo guardammo che intingeva e scarabocchiava, alzava pensieroso il capo e poi di nuovo intingeva. Lessi tra alcuni fogli sparpagliati ciò che sembrava un titolo: “TERZA GUERRA MONDIALE”.

Mi girai verso il signore, confuso. Mi sorrise, poi si mosse verso un altro banchetto. Restai immobile e chiesi allo scriba.

«Perché scrivi questo?» Posò la piuma e vidi che aveva scritto per ultimo “... l’appena sorta Repubblica del Kasai si alleò con la Cina per sferrare nel 2097 l’attacco al Brasile. Fu la celebre battaglia per l’oro blu.

Alzò lentamente lo sguardo, fulminandomi. «Cosa credi che studieranno i mocciosi come te fra un centinaio di anni?»

«Ma cos...? Non sei mica tu a decidere se ci sarà una Terza Guerra Mondiale!»

«Giuseppe, vieni qua.» Il signore da lontano fece cenno di avvicinarmi. «Guarda. Pure quest’altro è molto interessante.» Si toccò la barbetta sul mento. «Costui che sta scrivendo discende dagli inventori della Scoperta dell’America. Che famiglia fantasiosa. Non è geniale l’dea che gli Stati Uniti si spezzettino in mille Stati perché ci sarà una rivolta dei neri?»

Arrivai lì vicino e guardai l’altro scriba che inventava.

«Ma cos’è sto posto? Quello come può credere che in futuro studieranno le cagate che scrive?»

«Non essere così duro, ragazzo. È sempre stato così. Noi inventiamo, noi creiamo, e voi imparate. Vi gasate perché qui camminarono i Latini. Ma in realtà il mondo è fermo, non è altro che un grande set cinematografico, e qui dimorano gli sceneggiatori del grande film intitolato Storia. Nulla è esistito. Questa è la risposta a tutto.» Mi accarezzò.

«Mio nonno era un partigiano! È finto pure quello? Dai rispondi, idiota!»

«Si, è finto, figlio mio. Tuo nonno era… ah, si Franco. Grande uomo. Il migliore dei nostri infiltrati.»

Gli tirai un calcio nelle palle. Cadde per terra uggiolando dal dolore. Poi si fece una risata. «Bel caratterino. Dai, hai due giorni per scoprire più che puoi. Conoscerai di tutto e di più. Ah, piccolo spoiler.» Incominciò a bisbigliare. «Fra 47 anni sbarcheremo su Marte. O almeno là fuori lo crederanno.» Ancora risate.

«Perché lo fate?»

«Non saprei, è divertente.»


Rimasi lì dentro per due giorni e nel frattempo la mia mente si colmò di milioni di date e avvenimenti. Guerre, invenzioni, tradimenti, un paio di bombe H, rivoluzioni e armistizi.

Il signore mi ritrovò sdraiato per terra, mentre mi strappavo i capelli. “Tutto falso…

«Fammi uscire di qui. Non ne posso più.»

«No, ragazzetto. Sono pericolosi quelli come te, troppo curiosi. Hai soddisfatto i tuoi bisogni? Bene, ora devi morire.» E mi prese per mano.


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Aeron Plain
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Inviato il 19 ottobre 2014 3:47

XXX Contest di Scrittura Creativa

Spoiler

 

Babbo Natale non esiste.

Era questa la tagliente verità che aveva sconvolto la vita di Giacomo. Gli era stata rivelata dal suo nuovo compagno di banco, quello con le orecchie a sventola e gli occhiali strani.

<< Non esiste. Sono i tuoi genitori a comprarti i regali. Perché, tu ci credi? >> disse con tono saccente.

<< Io? Nooo! >> rispose Giacomo, ma dentro di lui si sentì sprofondare.

Dopo un po’ di tempo però, dovette ammettere che il suo compagno aveva ragione, in fondo.

Tutto adesso aveva perfettamente senso: Quelle strane domande di sua Madre su cosa gli sarebbe piaciuto ricevere; il divieto di restare svegli per vederlo arrivare; il fatto che portasse i regali solo ai bambini buoni, anche se non aveva mai sentito di un bambino rimasto a secco, nemmeno quello stroxxo del suo compagno di banco.

Tuttavia, da allora, il mondo gli sembrò perdere molta della sua magia, anche se si sentì in parte sollevato nello scoprire che non c’era nessun vecchio con la barba che lo osservava giorno e notte, per sapere se faceva il bravo o no.

Ma la cosa più importante di tutta la faccenda era che mancavano due giorni a Natale, quindi i regali dovevano essere già in casa, nascosti da qualche parte!

E lui sapeva dove.

Qualche giorno prima era passato davanti alla camera da letto della Mamma e l’aveva vista su una sedia, intenta a nascondere una busta di plastica bianca nello spazio tra l’armadio e il soffitto. Quando lei lo notò, esclamò stizzita:

<< Che ci fai qui, Giacomo? Vai a giocare, non vedi che sto facendo le pulizie? >> Era sempre così gentile con lui, quel nervosismo lo insospettì.

E adesso Giacomo era lì, davanti alla muta e strafottente mole dell’armadio di legno scuro, mentre la Mamma era via con i suoi soliti amici.

Aveva pianificato tutto nei minimi dettagli, non aspettava altro che quel momento.

Prese la stessa vecchia sedia, ci salì sopra ed iniziò a tirare fuori i tre cassettoni intermedi, che usò come gradini mentre si aggrappava ad uno dei pomelli delle ante.

Sono come Stallone in quel film sulle montagne! “ Pensò orgoglioso mentre apriva l’anta di sinistra.

Il familiare aroma di lavanda lo inebriò.

Profumo di bucato, profumo di pulito... profumo di buono. “ Appoggiò uno dei piedi sopra il cumulo di piumoni piegati e fece leva, tenendosi allo spigolo alto dell’anta aperta.

Cosa sarà? Gheos ,il gormita della terra...

Con un sorriso sottile stampato in faccia, allungò la mano destra sopra l’armadio, cercando a tentoni la busta.

... o il DVD di SpongeBob?

Sentì il rumore della plastica accartocciarsi sotto le sua dita.

O magari la Nintendo D ...

Scivolò.

<< Porca... >>

Si tenne con entrambe le mani aggrappato e trovò rapidamente un appiglio per i piedi, ma sul pavimento adesso c’era una catasta di piumoni sparsi, ed era un grosso problema. Doveva rimettere tutto apposto, esattamente come lo aveva trovato, altrimenti la Mamma se ne sarebbe accorta.

I grandi ci devono tenere più di noi a tutta questa storia di Babbo Natale. Se no, non farebbero tutta questa fatica.

Il secondo tentativo andò a colpo sicuro. Tenne la busta di plastica con i denti, mentre scendeva lentamente dalla sua montagna personale. Aveva la bocca completamente secca ed un brivido gli attraversò il corpo per l’emozione.

Dentro la busta c’era una vecchia scatola da scarpe beige, un po’ troppo leggera per i suoi gusti.

L’adagiò sul letto e tolse il coperchio.

Un cucchiaio bruciacchiato, un laccio di plastica, una bustina con della roba simile a sale grosso, una siringa sfusa ed altre due impacchettate.

Nient’altro.

Giacomo sapeva cos'erano, sapeva a cosa servivano quelle cose, l’aveva visto in uno di quei brutti film che danno la sera tardi.

Non è una medicina, il cassetto delle medicine è in bagno. Questa è... È...

L'inevitabilità della sua conclusione lo aveva travolto in pieno, ma non riusciva nemmeno a pensare a quella parola. Si trovava di fronte ad un pezzo di mondo estraneo, sporco, impossibile.

La testa prese a girargli, i contorni della vista sembravano sempre più confusi, provava freddo.

Apposto, devo mettere tutto appost...

Il suono delle chiavi di sua Madre che entrano nella serratura arrivò come dal nulla all'improvviso.

Un solo pensiero, tanto assurdo quanto dolce, attraversò la sua mente in quell'istante.

Il mio regalo non c’è. Forse Babbo Natale esiste davvero. Deve esistere.


 

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S
Ser Lostdream
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630 messaggi
Ser Lostdream
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S

Utente
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Inviato il 19 ottobre 2014 10:48

Alla fine ce l'ho fatta a buttar giù qualcosa. Ecco il mio racconto fuori concorso! :)

 

 

XXX Contest di Scrittura Creativa

 

 

Epilogo

 

Il distributore di benzina con piccolo chiosco annesso era sperduto in mezzo alle montagne. L’ultimo segno di civiltà. Da lì in poi, solo chilometri di strette strade sterrate che s’inerpicavano tra i boschi. Percorsi diciassette chilometri, sulla destra, un piccolo ponte attraversava il fiume che scendeva a valle. Era nascosto alla vista, infatti la maggior parte delle auto, poche a dire la verità, proseguivano senza neppure accorgersi di quel passaggio. Subito oltre, il capolinea. L’auto andava lasciata ed era necessario camminare per un’ora buona prima di vedere, finalmente, la casa. Anche se, chiamarla casa era già un’iperbole. Un rifugio, poco più di trenta metri quadri, interamente in legno. Niente elettricità, niente acqua corrente. L’ultimo ripetitore per i cellulari si trovava troppo distante, tanto da non dover temere di sentirlo squillare. Qui si trovava Bruce, da solo, da poco meno di tre ore, quando sentì bussare alla porta.

 

Bruce sobbalzò, facendo quasi cadere la candela che usava per leggere. Fissò la porta con occhi spalancati. Sicuramente la sua immaginazione gli aveva fatto un brutto scherzo. Nessuno sapeva dove, o come trovarlo.

Toc toc toc

Tre colpi. Nessun dubbio. Qualcuno stava bussando alla porta.

Bruce non era un tipo pauroso, altrimenti non sarebbe mai andato fin lì, in quel posto sperduto, per passare una settimana all’insegna della meditazione e della solitudine per staccare un po’ dal rumore del mondo. In quel momento si sentì però tutt’altro che rilassato.

Raccolse la candela da terra e si avvicinò furtivo alla finestra. Sbirciò fuori.

Non c’era nessuno.

Bruce corrugò la fronte e prese coraggio. Si avvicinò a rapidi passi alla porta e la spalancò. Subito dopo urlò.

 

Sull’uscio una grande sagoma rettangolare, larga circa un metro e alta uno e trenta, occupava il passaggio.

“Cosa diavolo è?” esclamò.

Bruce guardò meglio: Era un pacco regalo.

Aiutandosi con la luce della candela vide che il pacco era avvolto in preziosa carta rossa con pallini verdi e contornato da un fiocco d’argento. In cima, sbucava un bigliettino.

Tremando un po’, Bruce lo prese e lo lesse:

 

“Caro Bruce,

questo regalo è per te.

Non aprirlo.”

“P.S. Davvero, non farlo o tutto finirà!”

 

Bruce si guardò attorno. La mezza luna in cielo si vedeva appena e l’oscurità attorno alla casa era quasi totale.

“Ehi! Chi c’è?” chiese.

Dal buio non giunse nessuna risposta.

“Che scherzo del caxxo è questo?”.

Anche questa volta, solo silenzio.

 

Dopo aver acceso altre candele e portato il pacco all’interno della casa, Bruce si sedette a pensare. Non era un pacco pesante, anzi, era incredibilmente leggero. Scuotendolo, non si udiva alcun rumore. Si rigirava tra le mani il bigliettino. Chi poteva averlo scritto? Chi poteva aver fatto la consegna? Si concentrò il più possibile senza trovare alcuna risposta. Si alzò e cominciò a girare attorno al pacco. Due giri in senso orario, dietrofront, due giri in senso inverso. Poi arrivò l’idea: chi era passato di lì, doveva certamente aver lasciato delle tracce. Non c’erano dubbi. Fuori avrebbe trovato un segno. Frugò nella borsa per trovare una torcia elettrica e uscì rapido.

 

La luce della torcia squarciava il buio, dando alla vegetazione un colorito spettrale. Girò innumerevoli volte attorno alla casa, scrutando ogni centimetro di terreno ed esaminando ogni ramo del sottobosco. Niente.

 

Ci aveva riflettuto a lungo e alla fine Bruce giunse a una conclusione: se voleva scoprire chi c’era dietro a quello scherzo, doveva aprire il pacco. Le candele si erano oramai tutte consumate, ma fuori era quasi l’alba e poteva ora distinguere i contorni dello scarno arredamento. Ancora un po’ titubante tese la mano e afferrò un lembo del fiocco.

“Davvero, non farlo o tutto finirà!”

 

Quell’avvertimento gli tornò in mente, costringendolo a fermarsi.

“Di cosa hai paura?” si chiese, per darsi coraggio, “avanti, vediamo cosa c’è.”

Tirò il nastro e in lontananza udì un forte boato. I leggeri vetri della casa vibrarono.

Iniziò a strappare la carta rossa e la poca luce del sole del mattino sembrò indietreggiare.

Bruce strizzò gli occhi per vedere nell’oscurità. Era una semplice scatola. Niente di più.

Bruce deglutì e tese la mano verso il coperchio.

“Forza, fifone, aprilo e vediamo cosa c’è dentro,” si disse.

Bruce sollevò il coperchio.

 

 

Tutto finì.

 


E
Erin
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Inviato il 19 ottobre 2014 11:42

oh bene! sono felice di vedere che i racconti sono giunti *___*



Viserion
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Viserion
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Inviato il 19 ottobre 2014 20:59 Autore

Ebbene scrittori barrieristi il tempo a vostra disposizione è terminato. Nonostate il rinvio non siamo andati oltre i 5 pezzi e per un pelo abbiamo sfiorato la votazione a una sola preferenza.

Da questo momento fino a giovedì sera, ore 21, potete votare i 5 pezzi in concorso (magro bottino) con 2 preferenze. Buona votazione a tutti!


Addio Got

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"Lo scempio ha due teste"


Lord Beric
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Lord Beric
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Inviato il 20 ottobre 2014 19:36

A questo giro voto hacktuhana, racconto molto interessante, leggero e divertente ma con spunti di saggezza.

 

E poi Akyan, per una storia avvincente e soprattutto sorprendente ad ogni nuovo paragrafo.


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Inviato il 20 ottobre 2014 20:01

Voto Erin e Ser Lostdream e hacktuhana. :scrib:


E
Erin
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Erin
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Inviato il 20 ottobre 2014 22:14

@Exall

il racconto di Ser Lostdream è fuori concorso :ehmmm:

 

Grazie mille però per il voto al mio racconto!

 

Per quanto mi riguarda domani spero di rileggerli tutti, così oltre al voto potrò commentare :)


A
Albert Stark
Alchimista del Ghiaccio e del Fuoco
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Albert Stark
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Guardiani della Notte

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Inviato il 20 ottobre 2014 22:16

Sono mancato 3-4 dal PC, quanti avete scritto? xD

Come al solito mi ritroverò a leggere/votare all'ultimo :)


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