La notizia è apparsa su tutti i giornali, si sta parlando Piano Polonia per i lavoratori degli stabilimenti italiani della Electrolux, con riduzioni dello stipendio - ora parzialmente smentite dall'azienda - di quasi il 50%, riduzione delle pause, dei permessi, dei premi di produzione, eccetera, pena la chiusura degli stabilimenti.
Ovviamente è partita la protesta dei sindacati.
Ecco, voi che ne pensate in merito di quanto sta accadendo?
Penso a quanto fossero sciocchi gli ottimisti (tra cui mi ci metto anche io) che 10/15 anni fa, all'affacciarsi della potenza cinese sul mercato mondiale, pensavano che il boom della Cina sarebbe durato giusto il tempo necessario affinchè i nostri diritti sul lavoro, le nostre tutele salariali eccetera, penetrassero nel loro sistema economico, portandolo ad un inevitabile collasso.
È accaduto l'esatto opposto.
la manodopera a basso costo è più efficiente della manodopera tutelata, con salario minimo, diritti eccetera. Il sogno di ogni imprenditore.
imporre dazi, standard di tutela per i lavoratori e requisiti ambientali sulle merci d'importazione, e presto, finché siamo in posizione di forza (relativa), questo è l'unico modo che l'Europa ha per sopravvivere.
finché avevamo la superiorità tecnologica e il know how potevamo permetterci di usare la Cina e l'India per fare il "lavoro sporco", ora non più. E sul lungo termine è inutile che ci mettiamo a competere abbassando salari e via discorrendo, loro sono 3 miliardi e noi 300milioni, se giochiamo al ribasso abbiamo già perso.
dobbiamo riuscire a trovarci in una posizione geopolitica di forza o quantomeno non di debolezza tra 20-30 anni (o 50, o 10, non so). Mettersi a giocare al piccolo capitalista schiavista è il modo peggiore per riuscirci.
Poi non sarà più un problema, tanto a breve non esisterà più la democrazia, in quanto ogni economia sul pianeta diventerà per necessità fortemente dirigista e faremo quello che va fatto per sopravvivere.
la democrazia nasce e funziona solo se alla base c'è un'economia di tipo liberale, ma l'economia di tipo liberale per funzionare ha bisogno di risorse potenzialmente illimitate. Se Tizio ha una un impresa che fabbrica di carta, e io voglio iniziarne un altra con metodi più efficienti e nuove idee, posso farlo se ci sono ancora alberi nelle foreste da tagliare. E a breve non ci saranno più foreste da tagliare.
Penso che quelli della Electrolux dovevano consultare un avvocato migliore: anche se i sindacati dovessero firmare quella porcata, i singoli lavoratori poi avrebbero il diritto di ricorrere al giudice per farsi riportare lo stipendio ad un livello accettabile.
Dietro al caso Electrolux, ma anche dietro a tutti i casi simili e alla crisi economica in generale, c'è una sola regia: la logica del profitto che tutto fagocita e tutto distrugge. Ci salveremo solo quando avremo riconosciuto e sconfitto il vero nemico dell'umanità, cioè il capitalismo.
Sul caso Electrolux penso tutto il male possibile di chi ha tirato fuori quelle malsane idee. Il mio timore è che il caso Electrolux possa fare da apripista ad altre situazioni simili, ma confido in un'opposizione brutale al progetto che lo stronchi sul nascere.
Concordo poi con Balon nella sua analisi. Non è giocando a fare i piccoli tiranni che usciamo dalla crisi. Una cosa del genere denota una scarsa attenzione al medio e lungo termine, che è poi lo storico limite, a mio parere, dei nostri imprenditori (tranne lodevoli ma rare eccezioni).
Se si vuole "vincere", occorre ragionare anche sul lungo termine. E sul lungo termine non vai molto avanti con quelle politiche dittatoriali. Piuttosto, sfruttando la poca forza che ancora abbiamo, bisogna puntare su una produzione di qualità. E anche sul continuo sviluppo della ricerca: non mi stancherò mai di ripeterlo, un investimento nella ricerca di base (oltre che in quella applicata, si capisce) si ripaga in maniera proficua. Da non dimenticare poi una diminuzione del costo del lavoro.
Che il caso Electrolux farà da apripista ad un attacco generalizzato al salario dei lavoratori italiani è assolutamente vero: è fatto apposta. E' lotta di classe contro gli operai. Gli industriali non vogliono rinunciare a una virgola dei loro profitti e scaricano i costi della crisi sui lavoratori. Miopemente, perchè sulla produzioni di elettrodomestici, in particolare, il costo della manodopera incide per una bassa percentuale. E' un modo per ribadire la supremazia di classe.
Questo della Electrolux è un pò il secondo tempo del disgraziato film in cui Marchionne alla FIAT di Pomigliano ha fatto a pezzi lo Statuto dei Lavoratori, aprendo di fatto la strada alla messa in discussione a livello nazionale del contratto nazionale di lavoro. Con i sindacati confederali collaborazionisti.
Se i lavoratori troveranno unità e lotteranno in un nuovo sindacato di classe, le cose cambieranno e i padroni abbasseranno la testa; se cederanno anche su quest'altro saliente, arretreranno ulteriormente le proprie condizioni di lavoro e di vita.
La verità e non vorrei sembrare un neocomunista (anche perché quell'ideologia pur partendo da qualche presupposto giusto ha poi virato verso un destino tragico e di orrori) è che siamo difronte a nuove o meglio vecchie forme di sfruttamento e alienazione della classe lavoratrice ricattata e prevaricata. Le vecchie forme di lotta oramai non servono più o non ottengono alcun risultato anche perché i lavoratori diciamolo non hanno più alcuna rappresentanza politica e il sindacato si è chiuso nel suo fortino e solo in rari casi ottiene qualcosa. Il caso Eletrolux segna un nuovo balzo di questa situazione. Mentre negli USA Obama cerca di introdurre qualche elemento che lì viene addirittura definito "socialista" come l'innalzamento a 10 dollari del salario orario minimo dei lavoratori statali o la riforma sanitaria (un panicello caldo in quel sistema dove le assicurazioni dominano) qui in Europa continuano queste politiche e questi "massacri sociali" di lavoratori e ceti oramai non solo deboli ma anche di qielli che una volta si definivano medi. Tutto in nome non si sa di quale liberismo e rigorismo. Il futuro ed il presente è sempre più nero e non vedo soluzioni. Solo un cambio radicale di politiche e direi di sistema economico (ormai il capitalismo trionfante unito ad una globalizzazione sregolata è una rovina) potrà dare speranza, ma queste cose richiedono decenni e altri scossoni e di tempo non ne è rimasto più.
Gil Galad - Stella di radianza
Il punto, semplicemente, è che per rilanciare l'economia servirebbe lavoro, che da a tutti potere di spendere che a sua volta si tramuterà in ricavi per chi produce, ed eventuali nuovi aumenti nei salari per aumentare di nuovo il potere d'acquisto. Purtroppo questo è un processo lento, e che richiederebbe non solo sacrifici da parte di tanti imprenditori, ma anche lo sguardo rivolto verso un futuro non troppo vicino. Nell'ottica dei guadagni a breve termine i nostri imprenditori sono dei campioni, ma non capiscono che finiscono per tagliarsi le gambe da soli togliendo dal mercato gli acquirenti, e finendo per avere sempre meno profitti. L'apice di questa situazione lo stiamo vedendo con Telecom, che per guardare al breve termine e agli investitori che richiedevano questi ricavi non ha voluto investire nel potenziamento dei suoi servizi, con la conseguenza che ora loro rischiano di dover vendere tutto, e noi ci ritroviamo in un paese che sta perdendo l'avvento di un boom economico che l'avanzamento tecnologico sta portando in tanti altri paesi - in particolare del nord Europa.
Il modello Cina non può essere esportato in tutto il mondo perché l'economia collasserebbe se tutti fossero sfruttati e nessuno avesse più soldi da spendere.
Il punto, semplicemente, è che per rilanciare l'economia servirebbe lavoro, che da a tutti potere di spendere che a sua volta si tramuterà in ricavi per chi produce, ed eventuali nuovi aumenti nei salari per aumentare di nuovo il potere d'acquisto. Purtroppo questo è un processo lento, e che richiederebbe non solo sacrifici da parte di tanti imprenditori, ma anche lo sguardo rivolto verso un futuro non troppo vicino. Nell'ottica dei guadagni a breve termine i nostri imprenditori sono dei campioni, ma non capiscono che finiscono per tagliarsi le gambe da soli togliendo dal mercato gli acquirenti, e finendo per avere sempre meno profitti. L'apice di questa situazione lo stiamo vedendo con Telecom, che per guardare al breve termine e agli investitori che richiedevano questi ricavi non ha voluto investire nel potenziamento dei suoi servizi, con la conseguenza che ora loro rischiano di dover vendere tutto, e noi ci ritroviamo in un paese che sta perdendo l'avvento di un boom economico che l'avanzamento tecnologico sta portando in tanti altri paesi - in particolare del nord Europa.
Il modello Cina non può essere esportato in tutto il mondo perché l'economia collasserebbe se tutti fossero sfruttati e nessuno avesse più soldi da spendere.
Ovviamente concordo e questo vale soprattutto per i medio grandi imprenditori che pensano di stare al passo con la concorrenza internazionale tagliando gli stipendi mentre credo valga meno per i piccoli datori di lavoro e gli artigiani che stando a contatto tutti i giorni con i loro operai capiscono perfettamente molte delle loro esigenze e problematiche e il valore della loro mano d'opera. E' qui torniamo come sempre alla politica, se non si comprende che non possiamo strasformarci in una piccola Cina e acquisire i loro livelli assurdi di salario e i loro standard orari e di condizioni di lavoro molto spesso degni dell'800 non se ne verrà mai fuori. Anche sulla questione del cuoneo fiscale si è fatto pochissimo e ciò che viene aggiunto in busta paga è ridicolo o viene mangiato con gli interessi da altre imposte varie. E' questo lo scandalo, le trattenute che i lavoratori dipendenti sono obbligati a lasciare allo Stato che su di noi succhia come un vampiro mentre altrove chiude non un occhio ma tutte e due ( vedere il caso di quella "bella" personcina che aveva oltre 1200 immobili e non pagava un fico secco all'erario).
Gil Galad - Stella di radianza
Non è un discorso di comunismo, socialismo o comunque di ideologie. Qui si tratta di sopravvivenza materiale di quei lavoratori, e dell'umanità in generale, rispetto alla catastrofe che la logica del profitto dominante sta causando. Perchè tagliare lo stipendio di uno da 1400 a 7-800 € - come implicano le stime circolate in questi giorni - col costo della vita del NordEst italiano, significa condannarlo alla fame.
Gil Galad giustamente dice "Il punto, semplicemente, è che per rilanciare l'economia servirebbe lavoro, che da a tutti potere di spendere che a sua volta si tramuterà in ricavi per chi produce, ed eventuali nuovi aumenti nei salari per aumentare di nuovo il potere d'acquisto. [...] Nell'ottica dei guadagni a breve termine i nostri imprenditori sono dei campioni, ma non capiscono che finiscono per tagliarsi le gambe da soli togliendo dal mercato gli acquirenti, e finendo per avere sempre meno profitti."
Questo è esattamente il limite storico del meccanismo di accumulazione capitalistica. Il sogno di ogni imprenditore è produrre sempre di più al minor costo possibile, con il paradosso che così facendo si arriva ad un punto in cui il mercato si satura, perchè le merci prodotte non possono essere vendute in quanto i loro produttori - gli operai - non hanno i soldi per comprarle, venendo pagati poco o niente. Storicamente il capitalismo reagisce alle crisi di sovrapproduzione con le guerre, che distruggono capacità produttiva, impianti, materie prime e forza lavoro (la carne da cannone sono sempre i lavoratori, mica gli industruiali!), dopo di che il meccanismo di accumulazione può ripartire. Oggi questo non è possibile, perchè una guerra generalizzata porterebbe all'uso di armi nucleari e alla fine della civiltà umana, e così la crisi di questi anni - che pure è crisi da sovrapproduzione - non si risolverà come nelle altre occasioni storiche. Gli scenari futuri nessuno li conosce.
Chissà, magari è la volta buona che l'umanità espellerà il capitalismo e la logica del profitto e dello sfruttamento una volta e per sempre dalla storia.
Non è un discorso di comunismo, socialismo o comunque di ideologie. Qui si tratta di sopravvivenza materiale di quei lavoratori, e dell'umanità in generale, rispetto alla catastrofe che la logica del profitto dominante sta causando. Perchè tagliare lo stipendio di uno da 1400 a 7-800 € - come implicano le stime circolate in questi giorni - col costo della vita del NordEst italiano, significa condannarlo alla fame.
Gil Galad giustamente dice "Il punto, semplicemente, è che per rilanciare l'economia servirebbe lavoro, che da a tutti potere di spendere che a sua volta si tramuterà in ricavi per chi produce, ed eventuali nuovi aumenti nei salari per aumentare di nuovo il potere d'acquisto. [...] Nell'ottica dei guadagni a breve termine i nostri imprenditori sono dei campioni, ma non capiscono che finiscono per tagliarsi le gambe da soli togliendo dal mercato gli acquirenti, e finendo per avere sempre meno profitti."
Questo è esattamente il limite storico del meccanismo di accumulazione capitalistica. Il sogno di ogni imprenditore è produrre sempre di più al minor costo possibile, con il paradosso che così facendo si arriva ad un punto in cui il mercato si satura, perchè le merci prodotte non possono essere vendute in quanto i loro produttori - gli operai - non hanno i soldi per comprarle, venendo pagati poco o niente. Storicamente il capitalismo reagisce alle crisi di sovrapproduzione con le guerre, che distruggono capacità produttiva, impianti, materie prime e forza lavoro (la carne da cannone sono sempre i lavoratori, mica gli industruiali!), dopo di che il meccanismo di accumulazione può ripartire. Oggi questo non è possibile, perchè una guerra generalizzata porterebbe all'uso di armi nucleari e alla fine della civiltà umana, e così la crisi di questi anni - che pure è crisi da sovrapproduzione - non si risolverà come nelle altre occasioni storiche. Gli scenari futuri nessuno li conosce.
Chissà, magari è la volta buona che l'umanità espellerà il capitalismo e la logica del profitto e dello sfruttamento una volta e per sempre dalla storia.
Il Capitalismo ha portato benessere ma ora ha terminato direi la sua funzione storica con la sconfitta del comunismo e soprattutto la sua spinta pertanto bisognerebbe adottare un nuovo sistema socio-economico basato su nuovi valori e obiettivi. Certo purtroppo mi pare impossibile togliere il profitto come aspirazione portante dell'uomo che fa affari e commerci. L'Uomo è troppo individualista ed egoista e quindi deve intervenire la politica che dovrebbe in teoria ma in pratica non lo fa quasi mai pensare al bene più ampio e collettivo.
Gil Galad - Stella di radianza
Attenzione, non è la spinta a migliorarsi e il sano senso degli affari e dei commerci, rispettoso dell'ambiente e della dignità umana, a dover essere bandito, ma la logica di profitto e di sfruttamento senza scrupoli. Quella politica virtuosa che subordina gli appetiti e la voracità degli uomini al bene comune, che tu Gil galad giustamente auspichi, viene spesso identificata col comunismo, ma l'esperienza storica più importante effettivamente realizzata di comunismo, l'Unione Sovietica, ha negato le premesse positive da cui è nata, mettendo su una burocrazia dittatoriale, una sorta di capitalismo di Stato liberticida. Guarderei più all'esperienza contemporanea sudamericana, dove paesi come Venezuela, Bolivia, Nicaragua, stanno tentando una via originale al socialismo.
Attenzione, non è la spinta a migliorarsi e il sano senso degli affari e dei commerci, rispettoso dell'ambiente e della dignità umana, a dover essere bandito, ma la logica di profitto e di sfruttamento senza scrupoli. Quella politica virtuosa che subordina gli appetiti e la voracità degli uomini al bene comune, che tu Gil galad giustamente auspichi, viene spesso identificata col comunismo, ma l'esperienza storica più importante effettivamente realizzata di comunismo, l'Unione Sovietica, ha negato le premesse positive da cui è nata, mettendo su una burocrazia dittatoriale, una sorta di capitalismo di Stato liberticida. Guarderei più all'esperienza contemporanea sudamericana, dove paesi come Venezuela, Bolivia, Nicaragua, stanno tentando una via originale al socialismo.
Forse hai fraeinteso, certo non auspico di andare verso il sistema comunista sovietico. Quello che ci vuole è un modello completamente nuovo di sistema socio economico per il futuro. Questo modello solo gli economisti, i sociologi e i grandi pensatori possono proporlo e poi i governi farlo proprio, ma la questione è che non ci si prova neppure a ipotizzare strade diverse. Anni fa c'era il movimento no global che animava e avvertiva sui pericoli che si sono poi verificati, ma i metodi e le infiltrazioni violente hanno distrutto quel movimento senza che si sia ottenuto alcun risultato. Parli dei paesi del Sud America le cui nuove esperienze certo danno qualche speranza purché non seguano il flop del Brasile dove il nuovo socialismo si è trasformato in governi corrotti.
Gil Galad - Stella di radianza
Guarda un pò, il Brasile ha fatto flop perchè tra quei Paesi è quello che più ha deviato dalla strada, strizzando l'occhio alle lusinghe della speculazione finanziaria e del profitto...
Dà un'occhiata anche all'esempio abbastanza famoso della cittadina spagnola di Marinaleda (vedi Wikipedia).