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ADWD - CAPITOLO DI DANY TRADOTTO
G di GIL GALAD
creato il 01 novembre 2003

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GIL GALAD
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Inviato il 01 novembre 2003 19:57 Autore

Rieccomi dopo un po' di tempo....

Ecco il capitolo di Dany tradotto da Lady delle Foglie <_<<_<<_<

 

 

 

CAPITOLO DI DANY

 

DAENERYS

 

Sentì arrivare l’uomo morto. Il lento e misurato rumore di passi lo precedette lungo le scale, echeggiando tra i pilastri del salone di marmo purpureo.

"Vostra grazia," disse Ser Barristan Selmy, Lord Comandante della Guardia della Regina, "non c’è bisogno che tu sopporti tutto questo."

"Invece sì." La voce di Dany era ferma. "E’ morto per me." Afferrò più strettamente la sua pelle di leone. Sotto di essa la sua veste da notte di puro lino la copriva solo fino a metà coscia. Stava dormendo quando Missandei l'aveva svegliata, sognando di una casa dalla porta rossa, e non aveva avuto tempo di vestirsi.

"Khaleesi," disse la sua ancella Irri, "non devi toccare il morto. Porta sfortuna toccare i morti”.

"A meno che non li abbia uccisi tu stessa” disse Jhiqui, l’altra ancella. Era più alta e robusta di Irri, con fianchi larghi e seni pesanti. "E’ risaputo."

"E’ risaputo," concordò Irri.

Dany non prestò loro ascolto. I Dothraki erano saggi riguardo i cavalli, ma sapevano essere dei grandi sprovveduti su molte altre cose. E inoltre erano soltanto ragazze. Le sua ancelle avevano all’incirca la sua età, all’aspetto apparivano donne fatte, con i loro capelli neri, la pelle ramata e gli occhi a mandorla, ma nonostante tutto ancora bambine. Erano state un dono di Khal Drogo, il suo sole-e-stelle. Drogo le aveva donato anche il mantello che ora portava, la testa e la pelle di un hrakkar, il leone bianco del mare Dothraki. Era troppo grande per lei e aveva un odore stantio, ma la faceva sentire come se Drogo fosse ancora accanto a lei.

Verme Grigio giunse per primo, salendo i grandini con una torcia in mano. L’elmetto del suo capitano era ornato di tre punte. Dietro di lui venivano quattro dei suoi Immacolati, portando il morto sulle loro spalle. Al di sotto dei loro elmi appuntiti, i loro volti erano così inespressivi che avrebbero potuto essere anch’essi fatti di bronzo.

Daenerys Targaryen li attese seduta sulla panca di ebano che le serviva da trono. I suoi occhi erano ancora assonnati, i suoi capelli argento-dorati arruffati. Io sono il sangue del drago, ricordò a se stessa, e il drago non conosce paura. Posero il corpo a terra ai suoi piedi. Ser Barristan scostò il velo macchiato di sangue. Verme Grigio abbassò la torcia in modo da permetterle di vedere.

 

Il morto non poteva avere più di vent’anni. Il suo viso era liscio e privo di peli, ma le sue guance erano state squarciate quasi da un orecchio all’altro. Era stato un uomo alto, dal bel viso, con occhi azzurro pallido. Un figlio di Lys e della vecchia Volantis, pensò Dany, portato via dai pirati e venduto in schiavitù nella rossa Astapor. I suoi occhi erano aperti, ma erano le sue ferite a lacrimare. Erano molte più di quante Dany potesse contare. Dany lo aveva visto prima, anche se non riusciva a ricordare di avergli mai parlato.

"Vostra grazia," disse Ser Barristan, "c’era il disegno di un’arpia sui mattoni del vicolo in cui è stato trovato…”

"... tracciato col suo stesso sangue." Daenerys era a conoscenza di queste cose. I Figli dell’Arpia compivano i loro massacri di notte, e su ogni vittima lasciavano il loro marchio. "Verme Grigio, perchè quest’uomo era solo? Non aveva un compagno?" Quando gli Immacolati pattugliavano le strade di Meereen di notte, camminavano sempre in coppie.

"Graziosa regina," risposte il Capitano degli Immacolati, “Il tuo servo Scudo Forte non era di servizio la scorsa notte. Era andato... in un luogo... per bere, e trovare compagnia”.

"Un luogo? Che luogo? Che vuoi dire?"

"Una casa di piacere, Vostra Grazia." Al di sotto dell’elmo di bronzo, il volto di Verme Grigio avrebbe potuto essere fatto di pietra.

Un bordello. Metà dei suoi uomini liberati erano di Yunkai, dove i Saggi Padroni erano rinomati per addestrare schiavi da letto. La via dei sette sospiri. Non c’era da stupirsi che i bordelli fossero spuntati come funghi in tutta Meereen. Era tutto quello che conoscevano. Stavano lottando per la sopravvivenza. Il cibo diventava sempre più costoso ogni giorno, mentre la carne era sempre più economica. Nei quartieri più poveri tra le piramidi a gradoni degli schiavisti di Meereen si trovavano bordelli che soddisfavano ogni possibile gusto in fatto di erotismo, eppure...

"Non capisco. Era un eunuco." Tutti gli Immacolati erano eunuchi. "Perchè mai un eunuco dovrebbe fare visita a un bordello?"

"Anche coloro a cui mancano tutte le parti di un uomo possono avere ugualmente il cuore di un uomo", disse Verme Grigio, "A quest'uomo hanno detto che il tuo servo Scudo Forte a volte pagava le donne dei bordelli per dormire abbracciate a lui".

Il sangue del drago non piange. "Scudo Forte. Questo era il suo nome?”

"Se così piace a vostra maestà."

"Sì. E’ un bel nome”. I Buoni Padroni di Astapor non permettevano ai loro schiavi di avere un nome. Alcuni dei suoi Immacolati avevano ripreso i loro nomi dopo che Dany li aveva liberati; Altri si erano scelti dei nuovi nomi. “In quanti erano gli aggressori di Scudo Forte?”

"Non si sa esattamente. Molti."

"Sei o più, direi”, intervenne Ser Barristan. "A giudicare dalle sue ferite lo hanno attaccato contemporaneamente da tutte le direzioni. La sua spada non è stata trovata, ma il suo fodero è vuoto. Forse è riuscito a ferire alcuni dei suoi aggressori.”

"Spero che l’abbia fatto." Dany pregò che qualcuno di essi stesse morendo in quello stesso momento, contorcendosi in agonia tenendosi il ventre."Perché gli hanno tagliato il viso a quel modo?”

"Graziosa regina," disse Verme Grigio, "i suoi uccisori avevano ficcato i genitali di una capra in bocca al tuo servo Scudo Forte. Quest’uomo li ha rimossi prima di portarlo qui”.

Non avevano potuto fargli ingoiare i suoi, di genitali. Gli Astaporiani non avevano lasciato nulla. "I Figli si sono fatti più arditi”, osservò. Fino a quel momento, avevano limitato i loro attacchi a uomini disarmati, aggredendoli per le strade o irrompendo nelle loro case nascosti dalle tenebre per assassinarli nei loro letti. "Questo è il primo dei miei soldati che uccidono”.

"Il primo," avvertì Ser Barristan, "ma non l’ultimo."

Sono ancora in guerra, comprese Dany, solo che ora sto combattendo contro le ombre. Il pensiero la fece sentire stanca. Aveva sperato di trovare una tregua dalla morte, un po’ di tempo per guarire e ricostruire.

Si tolse il mantello e si inginocchiò sul marmo, Accanto al corpo. Jhiqui sussultò mentre Dany chiudeva dolcemente gli occhi del morto.

"Scudo Forte non sarà dimenticato, ve lo prometto. Lavatelo e vestitelo per la battaglia, e seppellitelo con l’elmo, lo scudo e la lancia”.

"Come vostra maestà comanda,"disse Verme Grigio.

"Quando manderete fuori i vostri uomini oggi, mandateli alle case dei guaritori, per cercare notizie di qualsiasi uomo sia andato a farsi medicare una ferita da spada. Che cerchino anche la spada di Scudo Forte, e si informino su quali pastori hanno castrato capre di recente”. Meereen era piena di capre, maiali e cani, ma chiedere non poteva fare danno. “Da ora in avanti, che nessun uomo al mio seguito vada solo dopo il tramonto, che sia in servizio oppure no”.

"Questi uomini obbediranno."

Daenerys si spinse indietro i capelli. "Trovate quei codardi per me," disse con fierezza."Trovateli, così che io possa insegnare ai Figli dell’Arpia cosa significa svegliare il drago”.

"Saranno trovati, vostra grazia."Verme Grigio si congedò. Gli altri Immacolati rimisero a posto il velo, sollevarono il morto sulle loro spalle, e lo portarono fuori dalla stanza.

Ser Barristan Selmy rimase indietro. I suoi capelli erano bianchi, e c’erano delle piccole zampette di gallina attorno ai suoi occhi azzurri. Eppure la sua schiena era diritta, e gli anni non lo avevano derubato della sua abilità con le armi. “Vostra grazia”, disse, “temo che i tuoi eunuchi non siano adatti al compito che vuoi affidare loro".

Dany si sedette sulla panca e si avvolse nuovamente nella pelle di leone. “Gli Immacolati sono i miei guerrieri migliori”.

"Soldati, non guerrieri, se vostra grazia mi ascolta. Sono stati fatti per il campo di battaglia, per stare spalla contro spalla dietro i loro scudi, con la lancia in mano. Il loro addestramento impone loro di obbedire, senza paura, alla perfezione, senza pensieri e esitazioni… non di svelare segreti o fare domande."

"Forse dei cavalieri mi sarebbero più utili?" Selmy stava addestrando dei cavalieri per lei, insegnando ai figli degli schiavi a combattere con lancia e spada alla maniera di Westeros... ma a cosa potevano servire le lance, contro dei codardi che uccidevano dalle ombre?

"Non per questo," ammise il vecchio. "E vostra grazia non ha cavalieri, a parte me. Ci vorranno anni prima che i ragazzi siano pronti.”

"E chi allora, se non gli Immacolati? Non certo i Dothraki."

"No," disse Ser Barristan, infelice.

"No," concordò Dany. Il suo khalasar era piccolo, composto per la maggior parte da ragazzi e vecchi. E i Dothraki combattevano a cavallo, cosa che non sarebbe servita all’interno della città, con i suoi vicoli e stradine. “E poi, c’è bisogno dei miei cavalieri fuori della città”.

Al di fuori delle mura multicolori di Meereen il suo dominio era tenue. Migliaia di schiavi lavoravano ancora nelle vaste proprietà sulle colline, nei campi di grano e di olive, pascendo greggi di pecore e capre, scavando sale e rame nelle miniere. Per il momento i granai di Meereen avevano abbondanza si grano, olio, olive frutta secca, e carne salata, ma la città era piena di bocche da sfamare, e il cibo scarseggiava.

Così Daenerys aveva inviato Aggo, Jhogo, e Rakharo a conquistare la periferia della città, mentre Ben Plumm il Marrone, portava i suoi Secondi Figli a sud per proteggere la città dalle invasioni di Yunkai. Al galante Daario Naharis aveva affidato il compito più importante di tutti. Al di là delle colline orientali si ergeva una catena di montagne rocciose, il passo Khyzai e Lhazar. Se Daario avesse convito gli abitanti di Lhazar a riaprire i traffici di carovane, avrebbero potuto portare approvvigionamento lungo il fiume o sulle colline... ma gli Uomini Agnello non avevano motivi per amare Meereen. Se qualcuno poteva convincerli, quello era Daario. Il capitano mercenario era l’uomo più abile e affascinante che Dany avesse mai conosciuto.

"Forse quando Daario tornerà, potrò usare i suoi Corvi della Tempesta nelle strade”, disse a Ser Barristan, "ma fino a quel momento, ho solo gli Immacolati”. Si alzò in piedi. “Devi scusarmi, ser. I supplici di oggi si staranno radunando ai cancelli. Devo mettere da parte l’aria afflitta e diventare la loro regina. Convoca Reznak e Shavepate, li vedrò quando sarà vestita."

"Come vostra grazia comanda." Si inchinò Selmy.

La Grande Piramide di Meereen era alta ottocento piedi dalla immensa base di mattoni fino alla cima in cui la regina aveva le sue stanze, circondate di piante e piscine fragranti. Una fresca alba stava spuntando sulla città, mentre Dany camminava sul terrazzo. La luce del sole incendiava le cupole dorate del Tempio delle Grazie a ovest, e scavava profonde ombre dietro le piramidi a gradoni. In alcune di quelle piramidi, i Figli dell’Arpia stavano progettando i loro omicidi in quello stesso momento, pensò cupamente.

Viserion percepì la sua inquietudine. Il drago bianco era arrotolato attorno un albero di pere, con la testa posata sulla coda mentre si scaldava al sole. Al passaggio di Dany aprì gli occhi, due pozze di oro fuso. Anche i suoi corni erano dorati, così come le scaglie lungo il suo collo serpentino fino alla coda. "Sei un pigrone", gli disse lei, grattandolo sotto la gola. Le sue scaglie erano calde al tocco, come un'armatura lasciata troppo a lungo al sole. I draghi erano fuoco incarnato. Lo aveva letto in uno dei libri che Ser Jorah le aveva dato come dono di nozze. "Dovresti andare a caccia con i tuoi fratelli. Hai fatto la lotta con Drogon di nuovo?” I draghi erano diventati nervosi di recente. Rhaegal aveva tentato di mordere, e Viserion aveva incendiato il tokar di Reznak l’ultima volta che il siniscalco aveva chiamato. Li ho lasciati troppo tempo da soli, si rimproverò, ma dove posso trovare il tempo per loro?

Viserion frustò l’aria con la coda, colpendo il tronco dell’albero e facendo cadere un pera ai piedi di Dany. Aprì le ali, e mezzò volò mezzò saltò verso il parapetto. Sta crescendo, pensò Dany, guardandolo sbattere le ali e prendere il volo nel cielo. Stanno tutti crescendo. Presto saranno abbastanza forti da poteri cavalcare. Allora avrebbe volato come Aegon e le sue sorelle, finchè Mereen non fosse diventata così sotto di lei, da poterla coprire con un pollice.

Guardò Viserion salire in ampi cerchi, fino a perderlo di vista oltre le acque fangose del Skahazadhan. Solo allora Dany tornò all’interno della piramide, dove Irri e Jhiqui stavano aspettando per pettinarle i capelli e vestirla come si addiceva alla Regina di Meereen, in un tokar di Ghiscari.

L’indumento era piuttosto goffo, un lungo sacco senza forma astretto ai fianchi e sulla spalla passando sotto un braccio, con frange oscillanti disposte con cura. Se avvolto troppo lento rischiava di cadere, se troppo stretto faceva inciampare e ostacolava. Anche indossato correttamente il tokar costringeva chi lo indossava a tenerlo comunque fermo con la mano sinistra, per non farlo scivolare. Per camminare indossando il tokar bisognava fare piccoli passi misurati e avere grande equilibrio, per non calpestare tutte quelle pesanti frange. Non era certo un indumento studiato per lavorare nei campi o nelle cave di pietra. La legge di Ghis vietava a chi faceva questi lavori di indossarlo, Ed era un indumento troppo costoso per il popolino. Il tokar di Ghis era un abito per i padroni, un simbolo di ricchezza e di potere.

Dany voleva bandirne l’uso quando aveva conquistato Meereen, ma il suo concilio l’aveva dissuasa. “La Madre dei Draghi deve indossare il tokar o sarà odiata per sempre", l’aveva avvisata la Grazia Verde, Galazza Galare. "Nella lana di Westeros o in una gonna di merletti di Myr, Vostra Radianza apparirà per sempre una straniera tra noi, un’estranea, una conquistatrice barbara. La regina di Mereen deve vestire come una ladu dell’antica Ghis”. Ben Plumm il Marrone, capitano dei Secondi Figli, aveva ribadito il concetto più succintamente. “Se si vuole regnare sui conigli, bisogna indossare le orecchie da coniglio”.

Le orecchie da coniglio che aveva scelto quel giorno erano di puro lino bianco, con una frangia dorata. Con l’aiuto di Jhiqui era riuscita ad avvolgersi nel tokar correttamente al terzo tentativo, mentre Irri le portava la corona, forgiata nella forma del drago a tre teste simbolo della sua casata. Le spire del drago erano d’oro, le ali d’argento scintillante, e le tre teste d'avorio, onice e giada verde. Alla fine della giornata la testa e il collo le dolevano per il suo peso, ma una corona non deve mai essere comoda da indossare. Uno dei suoi predecessori l’aveva detto, un tempo. Re Aegon. Era stato un Aegon. Ma quale? Cinque Aegon avevano regnato su Westeros, e ce ne sarebbe stato un sesto, se i cani dell'Usurpatore non avessero ucciso il figlio di suo fratello Rhaegar ancora al seno di sua madre. Se fosse vissuto avrei potuto sposarlo, pensò. Aegon sarebbe stato più vicino alla mia età di Viserys.

Ma sognare non serviva a niente. Aegon e sua sorella erano stati assassinati prima ancora che lei nascesse, insieme alla loro madre, Elia di Dorne. Il Principe Rhaegar era morto, prima di loro, ucciso dall’Usurpatore sul Tridente, e Viserys era morto urlando a Vaes Dothrak, incoronato da una corona di oro fuso. Uccideranno anche me, se io glielo permetto. Le lame che hanno ucciso il mio Scudo Forte sono dirette a me.

Non aveva dimenticato i bambini schiavi che il Grandi Padroni avevano inchiodato lungo la strada di Yunkai. Non li avrebbe mai dimenticati. Erano centosessantatrè, un bambino ogni miglio, inchiodato ai pali che segnavano le miglia con un braccio teso a indicare la sua direzione. Dopo che Mereen era caduta, Dany aveva fatto crocifiggere un uguale numero di Grandi Padroni. Le mosche avevano volato a sciami, e il fetore era rimasto a lungo ad aleggiare nella piazza. Eppure certi giorni a Dany sembrava di non avere fatto abbastanza. Gli abitanti di Mereen erano astuti e testardi, e continuavano a resisterle. Avevano liberato i loro schiavi, certo... solo per poi riprenderli come servitori con salari così bassi che potevano a stento permettersi di mangiare. I liberti troppo vecchi o troppo giovani per lavorare erano stati scartati e messi in strada, insieme ai malati e agli storpi. E i Grandi Padroni si radunavano in cima alle loro alte piramidi lamentandosi che la regina di draghi aveva riempito le strade di orde di sudici mendicanti, ladri e puttane.

Per governare Meereen devo conquistare i suoi abitanti, si disse Dany, non importa quanto li disprezzi. “Sono pronta”, disse a Irri.

Reznak mo Reznak e Skahaz mo Kandaq la attendevano un cima ai bianchi scalini di marmo. “Magnificenza”, esordì Reznak, "oggi sei così radiosa che ho paura a guardarti”. Il siniscalco indossava un tokar rosso scuro di seta con una frangi dorata che non riusciva a nascondere il suo corpo grassoccio. Un piccolo uomo ossequioso, Reznak pareva aver fatto il bagno nel profumo. Come tutti gli abitanti di Mereen, parlava una forma imbastardita di Alto valyriano, molto corrotta e mista a interiezioni ghiscariane.

"Sei gentile a dirlo," rispose Dany, nella forma più pura della stessa lingua.

"Mia regina," borbottò Skahaz, dalla testa rasata. I capelli dei ghiscariani erano grossi e stopposi; da molto tempo gli uomini delle Città degli Schiavisti li acconciavano in corna, aculei e ali. Rasandosi, Skahaz aveva lasciato dietro di sè la vecchia Mereen, accettando la nuova. Anche il suo Kandaq aveva seguito il suo esempio. Molti altri lo fecero, se per paura, per moda o ambizioni, Dany non avrebbe saputo dirlo; Teste calve, erano chiamate. Skahaz era la Testa calva... e il più spregevole traditore per i Figli dell’Arpia e la loro stirpe."Ci hanno detto dell’eunuco”.

"Si chiamava Scudo Forte”.

"Ne moriranno altri, se i colpevoli non vengono puniti”. More will die, unless the murderers are punished." Anche con la testa rasate, Skahaz aveva un viso detestabile: una fronte sporgente, occhi piccoli con grandi borse, naso rotto coperto di punti neri, pelle unta che sembrava ancora più gialla dell’usuale colore ambrato dei ghiscariani. Dany poteva solo pregare che fosse altrettanto onesto.

"Come posso punirli se non so dove sono?” domandò Dany. “Dimmelo, ardito Skahaz."

"Non ti mancano certo i nemici, maestà. Puoi vedere le loro piramidi dal tuo terrazzo. Zhak, Hazkar, Ghazeen, Merreq, Loraq, tutte le antiche famiglie di schiavisti. Pahl. Pahl, soprattutto. Una casa di donne, ora. Vecchie donne acide assetate di sangue. Le donne non dimenticano. Le donne non perdonano”.

No, pensò Dany, e i cani dell’Usurpatore lo impareranno quando arriverò a westeros. Era vero che correva cattivo sangue tra lei e la casa di Pahl. Oznak zo Pahl era stato il campione di Meereen fino a che Belwas il Forte lo aveva ucciso davanti alle mura della città. Il padre di Oznak, comandante della guardia di Mereen, era morto difendendo i cancelli mentre il ca**o di Joso li faceva a pezzi e gli Immacolati si lanciavano attraverso la breccia. Lo zio di Oznak era stato uno dei centosessantatrè crocifissi nella piazza. Dany si rivolse a Reznak. "Quanto oro abbiamo offerto per informazioni sui Figli dell'Arpia?"

"Cento onori, se così piace a sua Radianza”.

"Mille onori mi compiacerebbero di più. Fa che sia così”.

"Sua Grazia non ha chiesto il mio consiglio”, disse Skahaz. "Il sangue deve essere pagato con il sangue. Prendi un uomo per ogni famiglia che ho nominato, e uccidilo. La prossima volta che uno dei tuoi verrà ucciso, prendine due e uccidili. Non ci sarà un terzo omicidio".

Reznak emise uno squittio di protesta. "Noooo... gentile regina, una tale barbarie ci attirerebbe le ire degli dei. Troveremo gli assassini, te lo prometto, e quando li avremo trovati si riveleranno spregevole feccia, vedrai.” I siniscalco fece ondeggiare la testa. Era calvo come Skahaz, ma non per essersi rasato. “Non ritenermi sleale perché non mi sono rasato la testa”, le aveva detto quando lo aveva fatto alzare. “Se mai qualche capelli dovesse essere così insolente da apparire, il mio barbiere sarà pronto con il rasoio”.

Nonostante tutte le sue assicurazioni, a Dany non piaceva, e non si fidava affatto di lui. Non aveva dimenticato la maegi Mirri Maz Duur, che aveva ripagato la sia gentilezza con il tradimento. "Skahaz," disse, "Ti ringrazio per il tuo consiglio. Reznak, vediamo cosa riusciamo ad ottenere con mille onori”. Stringendosi nel tokar, Daenerys passò oltre dirigendosi giù lungo l’ampia scalintata di mermo. Procedeva un passo alla volta, per non inciampare nella frangia e non finire a capofitto nella corte.

Missandei la annunciò. La piccola scriba aveva una voce dolce ma forte. “Inchinatevi tutti davanti a Daenerys Nata dalla Tempesta, la Non Bruciata, Regina di Mereen, Regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Khaleesi del Grande Mare d’erba, Colei che ha spezzato le catene, la Madre dei Draghi", gridò, mentre Dany scendeva lentamente.

La sala era gremita. Gli Immacolati stavano con la schiena rivolta ai pilastri, con lance e scudi in mano, le punte dei loro elmi irte come una fila di coltelli. Gli abitanti di Mereen si erano radunati sotto le finestre orientali, una serie di teste rasate e di capelli intrecciati e impomatati. I suoi liberti stavano ben lontani dai loro precedenti padroni. Finchè non fossero stati uniti, Mereen non avrebbe conosciuto pace. “Alzatevi”. Dany si sedette sulla panca. Tutti si alzarono. Almeno questo riescono a farlo tutti insieme, pensò Dany.

Reznak mo Reznak aveva una lista, come sempre. E come sempre, il protocollo richiedeva che la regina cominciasse con l’inviato di Astapor, un ex schiavo che si faceva chiamare Lord Ghael, anche se nessuno sembrava sapere di che cosa fosse lord.

Lord Ghael aveva denti marroni e marci, e il viso giallastro di una donnola. Aveva anche un dono. “Cleon il Grande manda queste pantofole, come segno del suo amore per Daenerys Nata dalla Tempesta, la Madre dei Draghi" annunciò.

Dany fece un cenno ad Irri, che prese le pantofole e gliele mise ai piedi. Erano fatte di pelle tinta d’oro, decorate con perle verdi. Il re macellaio crede forse di poter vincere la mia mano con un paio di pantofole? “Re Cleon è molto generoso”, disse. “Ringrazialo da parte mia. Sono molto belle”. Belle, ma fatte per un bambino. Dany aveva piedi piccoli, ma le pantofole le andavano terribilmente strette.

"Il Grande Cleon sarà lieto di sapere che le hai gradite”, disse Ghael. "Sua Magnificenza mi dice anche che è pronto a difendere la Madre dei Draghi da tutti i suoi nemici.” Se mi propone ancora una volta di sposare Cleon, gli lancerò le pantofole in testa, pensò Dany, Ma per una volta l’astaporiano non fece alcun cenno a un matrimonio. Invece disse, “E’ giunto il momento che Astapor e Meereen pongano fine al selvaggio regni dei Saggi Padroni di Yunkai, nemici giurati di tutti coloro che vivono in libertà. Il Grande Cleon mi prega di dirti che lui e i suoi nuovi Immacolati marceranno presto."

I suoi nuovi Immacolati erano una burla oscena. Dany mantenne il volto inespressivo. “Re Cleaon farebbe bene a occuparsi di casa sua, e lasciare che Yunkai pensi alla propria". Non che portasse particolare amore per Yunkai. Più il tempo passava più si pentiva di avere lasciato la Città Gialla dopo avere sconfitto il suo esercito sul campo. I Saggi Padroni erano tornati allo schiavismo appena lei se ne era andata, raccogliendo nuove leve, affittando mercenari, alleandosi contro di lei. Cleon l’autoproclamatosi Grande era ben di poco migliore, tuttavia. Il re Macellaio aveva ristabilito lo schiavismo ad Astapor nell’istante in cui aveva preso il potere, con l’unica differenza che ora quelli che prima erano schiavi ora erano i padroni e viceversa. Daenerys non voleva allearsi con lui non più di quanto volesse sposarlo... ma non desiderava nemmeno la sua caduta. Sconfitto Cleon, non ci sarebbe stato più nulla a dissuadere Yunkai dal volgere lo sguardo verso Mereen. "Sono solo una ragazza e conosco poco le leggi della guerra", disse Dany a lord Ghael, "ma si dice che ad Astapor si muoia di fame. Che Re Cleon dia da mangiare al suo popolo, prima di condurlo in battaglia."

Fece un cenno di congedo, e il messo si inchinò e si ritirò.

"Magnificenza," intervenne Reznak mo Reznak, "ascolterai il nobile Hizdahr zo Loraq?"

Di nuovo? Sopprimendo un lamento, Dany annuì, e Hizdahr si fece avanti con fare sicuro; era un uomo alto, snello, con una perfetta pelle ambrata. Quando si inchinò, la sua fronte toccò il pavimento della sala, dove il corpo senza vita di Scudo Forte era stato disteso poco prima.

Quest’uomo mi serve, si ricordò Dany. Hizdahr aveva molti amici a Meereen, e ancor più al di là del mare. Aveva visitato Volantis, Lys, e Qarth, aveva parenti a Tolos e Elyria, e si diceva che godesse di notevole influenza a Nuova Ghis, dove gli abitanti di Yunkai stavano cercando di minare il potere di Dany.

Ed è ricco. Straordinariamente ricco... e con buone probabilità di diventarlo ancora di più, se soddisfo la sua richiesta. Quando Dany aveva chiuso le fosse da combattimento della città, il valore delle fosse era crollato. Hizdahr zo Loraq le aveva comperate a piene mani, e ora possedeva la maggior parte delle fosse di Mereen.

Hizdahr portava i capelli acconciati ad ali come se stesse per spiccare il volo. Il suo viso allungate era resco ancora più lungo da una fitta barba nera e rossa legata con fili d’oro. Il suo tokar color porpora aveva frange di perle e ametiste. “Sua radianza vorrà sapere perchè mi trovo qui".

"Beh," disse Dany, "probabilmente perchè non hai altro scopo che tediarmi. Quante volte ti ho giù detto di no?"

"Cinque, magnificenza."

"Ora sono sei. Non riaprirò le fosse da combattimento."

"Se sua maestà ascoltasse le mie ragioni... "

"L’ho già fatto. Cinque volte. Mi hai portato forse nuovi argomenti?"

"Argomenti vecchi," ammise Hizdahr, "nuove parole. Parole amabili, e cortesi, più adatte a persuadere una regina."

"E’ la tua causa che trovo sbagliata, non le tue cortesie. Ho sentito i tuoi argomenti così tante volte che potrei perorarli persino io. Devo farlo?”Si sporse in avanti. “Le fosse da combattimento sono state parte di Mereen si dalla fondazione della città. I combattimenti sono uno spettacolo religioso, un sacrificio di sangue agli dei di Ghis. L’arte mortale di Ghis non è solo uccisione, ma dimostrazione di coraggio, abilità e forza che compiacciono gli dei. I combattenti vittoriosi sono acclamati e nutriti, quelli che cadono da eroi sono onorati e ricordati. Riaprendo le fosse mostrerei al popolo di Mereen che rispetto le loro usanze e i loro costumi. Le fosse sono rinomate in tutto il mondo. Attirerebbero commercio a Mereen, e riempirei i forzieri della città con denaro proveniente da tutti gli angoli della terra. Tutti gli uomini hanno sete di sangue, sete che le fosse possono soddisfare. In questo modo Mereen sarà più pacifica. Per i criminali condannati a morire sulla sabbia, le fosse rappresentano un giudizio attraverso la battaglia, un'ultima possibilità di provare la propria innocenza." Dany scosse la testa. “Ecco. Come sono andata?”

"Sua radianza ha esposto il caso molto meglio di quanto avrei mai potuto fare io. Vedi che sei tanto eloquente quanto bella. Sono convinto”.

Dany rise. "Molto bene... ma io non lo sono”.

"Magnificenza," sussurrò Reznak mo Reznak al suo orecchio, "se mi è concesso ricordarlo, è usanza che la città riceva un decimo dei profitti netti delle fosse come tassa. Quel denaro potrebbe servire per nobili usi”.

"Potrebbe," concordò la regina, “anche se, qualora aprissimo le fosse, dovremmo prendere la decima dalla somma lorda. Sono solo una ragazza e conosco poco del commercio, ma ho vissuto con Illyrio Mopatis e Xaro Xhoan Daxos abbastanza da sapere questo. Non importa. Sei svelto e astuto, Hizdahr, e se fossi in grado di portare tante armate quanto argomenti, potresti dominare il mondo...ma la mia risposta è sempre no. Per la sesta volta.”

L'uomi si inchinò di nuovo, come aveva fatto prima. Le perle e le ametiste tintinnarono contro il pavimento. Hizdahr zo Loraq era molto agile. "la regina ha parlato."

Avrebbe potuto essere considerato bello, se non fosse stato per quei ridicoli capelli, Decise Dany. Reznak e la Grazie Verde l’avevano spronata a sposare un nobile di Mereen, per riconciliarla con la città che governava. Se lo avesse fatto, Hizdahr zo Loraq sarebbe potuto essere un buon candidato. Meglio lui che Skahaz. Testa Pelata aveva offerto di ripudiare sua moglie per prendere lei, ma la sola idea la faceva rabbrividire. Per lo meno Hizdahr sapeva come sorridere, anche se quando Dany provava a immaginare come sarebbe stato condividere il talamo con lui, riusciva a stento a trattenere le risate.

"Magnificenza," disse Reznak, consultando la sua lista, “Il nobile Grazdan zo Galare vorrebbe conferire con te. Lo ascolterai?”

"Con piacere," disse Dany, ammirando lo scintillio dell’oro e delle perle verdi delle pantofole di Cleon, e facendo del suo meglio per ignorare il dolore alle dita dei piedi. Grazdan, le avevano detto, era un cugino della Grazia Verde, il cui aiuto e consiglio Dany aveva trovato indispensabili. La sacerdotessa era una voce di pace, sottomissione, e obbedienza alla sua legittima autorità.

Darò a suo cugino udienza, qualunque cosa desideri.

Ciò che desiderava era oro. Dany aveva rifiutato di rifondere ai Grandi Padroni il valore degli schiavi che aveva liberato, ma gli abitanti di Meereen continuavano a inventarsi nuovi modi per spillarle moneta. Il nobile Grazdan era uno di questi. Una volta possedeva una schiava che era un’abile tessitrice, le aveva detto; i frutti del suo telaio erano pregiati e ricercati non solo a Mereen, ma anche a Nuova Ghis, Astapor e Qarth. Quando questa era diventata vecchia, Grazdan aveva acquistato una mezza dozzina di ragazze e ordinato all'anziana donna di istruirle nei segreti della sua arte. Ora la vecchia era morta. Le ragazze, ora libere, avevano aperto un negozio vicino al porto per vendere i loro prodotti. Grazdan zo Galare chiedeva che gli fosse concessa una parte dei loro guadagni. “Devono a me la loro abilità”, insistette. “Io le ho scelte all’asta e ho dato loro il telaio”.

Dany ascoltò in silenzio, impassibile. Quando l’uomo ebbe finito, lei disse, “Qual era il nome della vecchia tessitrice?” “La schiava?”, Grazdan spostò il peso da un piede all'altro, accigliandosi. "Si chiamava...Elza, mi pare. O Ella. E'morta sei anni fa. Ho avuto molti schiavi, vostra maestà”.

"Diciamo Elza." Dany rsollevò una mano."Ecco il nostro decreto. Dalle ragazze non avrai nulla. E’ stata Elza che ha insegnato loro a tessere, non tu. Le ragazze riceveranno da te un nuovo telaio, il della migliore qualità. Questo è per avere dimenticato il nome della vecchia schiava. Puoi andare."

Reznak avrebbe chiamato un altro sciocco in tokar, ma la regina insistette per chiamare uno dei liberti. Da quel momento in poi avrebbe ascoltato alternativamente gli ex padroni e gli ex schiavi. Molti casi che le venivano presentati riguardavano i risarcimenti.Meereen era stata duramente saccheggiata dopo la sua conquista. Le grandi piramidi dei nobili erano state relativamente risparmiate, ma i quartieri più umili della città erano state protagoniste di un'orgia di uccisioni e saccheggi quando gli schiavi si erano rivoltati, e le orde affamate che giungevano da Yunkai e Astapor si erano riversate attraverso i cancelli. I suoi Immacolati erano infine riusciti a ristabilire l’ordine, ma il saccheggio aveva lasciato una scia di problemi, e nessuno era certo di che cosa prevedessero le leggi. Così venivano a chiedere alla regina.

Fu il turno di una vecchia ricca il cui marito e i figli erano morti difendendo le mura della città. Lei era fuggita da suo fratello spaventata. Poi, al sui ritorno, la sua casa era stata trasformata in un bordello. Le prostitute avevano indossato i suoi abiti e i suoi gioielli. Rivoleva indietro la sua casa, e anche i gioielli. “Possono tenersi i vestiti”, acconsentì. Dany le concesse i gioielli, ma decretò che la casa era stata perduta nel momento in cui lei l'aveva abbandonata.

Venne poi un ex schiavo, per accusare un certo nobile degli Zhak. L’uomo aveva di recente sposato una liberta che era stata la concubina del nobile prima che la città cadesse. Il nobile aveva preso la sua verginità, l’aveva usata per il suo piacere, e l’aveva messa incinta. Il nuovo marito voleva che il nobile fosse castrato per stupro, e voleva che pagasse una somma in oro perchè lui allevasse il suo figlio bastardo come proprio. Dany gli concesse l'oro, ma non la condanna. "Quando giaceva con lei, lei era di sua proprietà, e poteva farne ciò che voleva. Perciò non si può accusare di stupro.” La sua decisione non soddisfò l’uomo, notò Dany, ma se avesse castrato ogni uomo che aveva violentato una schiava da letto, avrebbe presto governato una città di eunuchi.

Poi venne un ragazzo, più giovane di Dany, esile e dalla faccia segnata da una cicatrice, vestito in un tokar grigio con frange argento. La voce gli tremava quando raccontò di come gli schiavi di suo padre si erano rivoltati la notte della conquista. Uno aveva ucciso suo padre, un altro suo fratello maggiore. Tutti e due avevano poi violentato sua madre e poi avevano ucciso anche lei. Il ragazzo era riuscito a sfuggire cavandosela con una cicatrice sul viso, ma uno degli assassini viveva ancora nella casa di suo padre, e l'altro si era unito all'esercito della regina negli Uomini della Madre. Il ragazzo chiedeva che entrambi venissero impiccati.

Sono regina di una città costruita sulla polvere e sulla morte. Dany non ebbe altra scelta che rifiutare la sua richiesta. Aveva dichiarato un’amnistia generale per tutti i crimini commessi durante il saccheggio. Non avrebbe punito gli schiavi che si erano rivoltati contro i propri padroni.

Quando glielo disse, il ragazzo fece per saltarle addosso, ma il suo piede si impigliò nel tokar, e cadde disteso sul pavimento di marmo. Belwas il Forte gli fu addosso in un momento. Il grosso eunuco dalla pelle marrone lo sollevò con una mano e lo scosse con veemenza. “Basta così, Belwas”, disse Dany. “lascialo andare”. Poi si rivolse al ragazzo. “Tieni caro quel tuo tokar, perchè ti ha salvato la vita. Se avessi steso la tua mano su di noi con ira, avresti perso quella mano. Sei solo un ragazzo, per cui ti perdonerò per quello che è accaduto qui. Anche tu dovresti fare lo stesso”. Ma il ragazzo, andandosene, le lanciò uno sguardo da sopra una spalla, e quando Dany vide i suoi occhi, capì che l’Arpia aveva trovato un nuovo figlio.

La giornata proseguì, a tratti noiosa a tratti terrificante. A mezzogiorno Dany avvertiva tutto il peso della corona sulla sua testa, e la durezza della panca sotto di lei. Visto che così tanti attendevano di conferire con lui, non si fermò per mangiare. Mandò invece Jhiqui alle cucine a prendere un piatto di pane, olive, fichi e formaggio. Mangiucchiò qualcosa mentre ascoltava, e bevve una coppa di vino annacquato. I fichi erano buoni, le olive ottime, ma il vino le aveva lasciato un retrogusto metallico. La piccola uva gialla di queste regioni produceva un vino di scarsa qualità. Non commerceremo in vino, pensò Dany mentre beveva. Inoltre, I Grandi Padroni avevano bruciato i vigneti migliori insieme agli uliveti.

Nel pomeriggio venne un famoso scultore Testa Calva, chiedendo il permesso di sostituire la testa della grande Arpia di bronzo nella Piazza della Purificazione con un’effigie di Dany. Lei rifiutò con tutta la cortesia di cui fu capace, cercando di non lasciar vedere il suo disagio.

Nel Skahazadhan era stato pescato un luccio di dimensioni eccezionali, e il pescatore voleva donarlo alla regina. Dany lodò il pesce smodatamente, regalò al pescatore una borsa d’argento, e mandò il luccio alle sue cucine.

Un giovane ramaio aveva lavorato per lei una scintillante cotta di anelli di rame lucidato. Accettò anche questa con ampi ringraziamenti; era molto bella, ma anche se senza dubbio il rame avrebbe scintillato splendidamente al sole, in caso di battaglia avrebbe certamente preferito essere vestita di acciaio. Anche una giovane ragazza che non sapeva niente della guerra lo sapeva.

Le pantofole del Re Macellaio le facevano male in modo intollerabile, e Dany le tolse, sedendo con un piede nudo piegato sotto di sè e l'altro che ondeggiava avanti e indietro. Sapeva che non era una posizione molto regale, ma era stanca di essere regale. La corona le aveva fatto venire il mal di testa, e le sue natiche erano indolenzite.

"Ser Barristan," disse, "Ho capito qual è la qualità di cui un re ha maggior bisogno”.

"Il coraggio?" suggerì il vecchio.

"No," scherzò Dany, "Natiche di ferro. Non faccio altro che stare seduta."

"Vostra Maestà è troppo dura con sè stessa. Dovresti lasciare che i tuoi consiglieri dividano con te il tuo fardello.”

"Di consiglieri ne ho anche troppi. Quello che mi serve sono cuscini". Dany si rivolse a Reznak. "Quanti altri ce ne sono?"

"Ventitrè, se così compiace sua Magnificenza. Con altrettante richieste di indennizzo”. Il siniscalco consultò alcune carte. "Un vitello e tre capre. Il resto si tratterà di pecore o agnelli, senza dubbio".

"Ventitrè," ripetè Dany, incredula. "I miei draghi hanno sviluppato uno straodinario gusto per la carne di bovini da quando abbiamo cominciato a rimborsare i pastori per le loro razzie. Tutte le richieste sono state verificate e controllate?”

Reznak si inchinò. "Magnificenza, se un drago scende dal cielo e mangia la pecora di un uomo, come può egli dimostrarlo? Alcuni hanno portato i resti carbonizzati".

"Anche gli uomini possono accendere fuochi," osservò Dany. "Anche gli uomini mangiano le pecore. Le ossa bruciate non sono una prova. Ben Plumm il Marrone dice che ci sono ancora lupi rossi nelle colline fuori della città, e anche sciacalli e cani selvatici. Dobbiamo forse pagare per ogni agnello che si smarrisce tra Yunkai e il Skahazadhan?"

"No, Magificenza." Si inchinò di nuovo, più profondamente. “Devo mandare via questi furfanti, o vuoi vederli fustigare?”

"Fustigare?" Daenerys si agitò sulla panca. Il legno di ebano era duro. “Nessuno deve temere di venire da me. Pagali.” Alcune delle richieste erano senza dubbio false, lo sapeva, ma altre erano probabilmente vere. I suoi draghi erano diventati troppo grandi per cibarsi solo di topi, cani e gatti, come avevano fatto prima. Più mangeranno più diventeranno grandi, l’aveva avvertita Ser Barristan , e più grandi saranno, più dovranno mangiare. Drogon in particolare era cresciuto più degli altri, e Dany non dubitava che potesse divorare una pecora al giorno. “Pagali per il valore degli animali”, disse a Reznak, "ma da adesso in poi ogni richiedente dovrà presentarsi al Tempio delle Grazie, e fare giuramento davanti agli dei di Ghis."

"Sarà fatto." Reznak si rivolse ai restanti richiedenti. "Sua Magnificenza la Regina ha acconsentito a ripagare ognuno di voi per gli animali che avete perduto”, disse loro, nella lingua di Ghis, la sola lingua che la maggior parte di loro comprendeva."Presentatevi ai miei impiegati domattina e sarete ripagati in denaro o in bestiame, come preferite”.

L’annuncio fu accolto in ostile silenzio. Credevo che sarebbero stati più felici, pensò Dany, irritata. Hanno avuto quello per cui sono venuti. Non c’è dunque modo di accontentare questa gente?

Dopo che gli altri furono usciti, un uomo rimase indietro; era tarchiato, col viso segnato dal vento, vestito in modo dimesso. I suoi capelli erano un ammasso rosso e nero legati all’altezza delle orecchie, e in una mano teneva un sacco di tessuto. Teneva il capo abbassato, guardando il pavimento di marmo come se avesse dimenticato dove si trovava. E questo cosa vuole? Si chiese Dany, corrugando la fronte.

"Inchinatevi tutti davanti a Daenerys Nata dalla Tempesta, la Non Bruciata, Regina di Mereen, Regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Khaleesi del Grande Mare d’erba, Colei che ha spezzato le catene, la Madre dei Draghi", gridò Missandei con la sua voce dolce e chiara.

Mentre Dany si alzava, il tokar cominciò a scivolare. Lo afferrò e lo risistemò. “Tu con il sacco”, chiamò, “Vuoi parlare con noi? Puoi avvicinarti”.

Quando l’uomo alzò la testa, Dany vide che i suoi occhi erano arrossati e gonfi per il pianto. Dany vide con la coda dell’occhio Ser Barristan che si avvicinava, un'ombra bianca al suo fianco. L'uomo si avvicinò strascicando i piedi, un piede dopo l’altro, stringendo a sé il sacco. E’ forse ubriaco, o sta male? Si chiese Dany. Le sue unghie ingiallite erano sporche.

"Che cosa vuoi?" domandò. "Hai qualche lamentela da presentare, qualche richiesta? Cosa possiamo fare per te?"

L’uomo si passò nervosamente la lingua sulle labbra riarse."Io ho…portato... "

"Ossa?" incalzò Dany, impaziente. "Ossa bruciate?"

L’uomo sollevò il sacco, rovesciando il suo contenuto sul pavimento di marmo.

Erano davvero ossa, spezzate e annerite. Le più lunghe erano state spezzate per succhiarne il midollo.

"E’ stato quello verde”, disse l’uomo, con un pesante accento di Ghis."E’ venuto già dal cielo e… e…”

Rhaegal, pensò Dany. No, no, oh no.

"Sei forse sordo, stupido?" Reznak mo Reznak domandò all’uomo. “Non hai udito il mio annuncio? Vieni dai miei impiegati domattina e ti ripagheremo la tua pecora."

"Reznak," disse Ser Barristan con voce roca, "frena la lingua e apri gli occhi. Queste non sono ossa di pecora."

No, pensò Dany, quelle erano le ossa di un bambino.


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ALBIONE
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Inviato il 02 novembre 2003 22:42

L'ho letto! Grazie 1000 Lady delle Foglie per il tuo lavoro!!! <_<

 

 

 

Si sta veramente mettendo male per Dany... <_<


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Logan Snow
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Inviato il 03 novembre 2003 11:34

grazie lady

grazie davvero


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Inviato il 03 novembre 2003 12:21

Grazieeeeeeeee Lady!!! <_<

Come al solito voi della Barriera siete unici!!

 

Nym


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Jaqen H'ghar
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Inviato il 03 novembre 2003 20:33

Grazie di tutto cuore Lady !!! ^_^^_^^_^

 

Ho messo la traduzione online per chi volesse scaricarla e leggerla con più calma! Ecco:

 

Capitolo di Dany

 

 

Ciaoo!!

 

Jaqen


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Inviato il 03 novembre 2003 21:51

Siete grandi raga!!Thx mille Lady 6 gentilissima!! ^_^

 

 

Bry


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Inviato il 03 novembre 2003 23:59

Un grazie di vero cuore a Lady delle Foglie per lo sbattimento.

 

Davvero mitica.

 

^_^^_^^_^^_^


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Damien Amfar
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Damien Amfar
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Inviato il 04 novembre 2003 0:08

GRAZIE LADYYYYYYYYYYYY!!!!

 

 

una bella sorpresa al mio ritorno sulla barriera


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Lady delle Foglie
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Inviato il 04 novembre 2003 0:41

di nulla! è stato un divertimento! ^_^



Viserion
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Viserion
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Guardiani della Notte

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Inviato il 06 novembre 2003 22:55

Grazie mille anche da parte mia Lady!! >_>

Oltretutto leggere del drago che mi interessa in italiano mi regala sempre una certa emozione. >_>

>_>

Viserion


Addio Got

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"Lo scempio ha due teste"

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Inviato il 06 novembre 2003 23:50

>_> certo ke mi aspettavo qualcosina d+ xò!!I capitoli delle piovre erano molto+interessanti......sinceramente d leggere dell'amministrazione di meeren n mi interessava molto!! Martins si è 1 pò sprecato stavolta!!! >_>

 

 

Questo n toglie nulla cmq al tuo immenso lavoro Lady...thx ancora!!

 

 

Bry >_>


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GIL GALAD
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Inviato il 07 maggio 2004 18:55 Autore

Riportiamo il capitolo alla ribalta.


Gil Galad - Stella di radianza





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Alex Nimerya
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Inviato il 10 maggio 2004 12:14

GRAZIE GIL E GRAZIE LADY DELLE FOGLIE!!!!!Siete unici!!!!!

 

Cavoli povera Dany!!!!!

Se i suoi draghi iniziano a mangiucchiarsi uomini e bambini,sarà un casino per lei riuscire a gestirli!!!!!Ma sarà vero o è una trovata dei suoi nemici?Non vedo l'ora che esca AFFC.......anche se io che ho le versioni economiche dovrò aspettare ben due anni.....cavolo ragazzi......un mi passa più!!!!!! >_>


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Inviato il 10 maggio 2004 12:57

Complimenti grazie e tutto il resto. :(

 

Però mi viene un dubbio MOOLTO serio. >_><_<

Ad un certo punto Dany dice che "se Aegon fosse vissuto, avrei potuto sposarlo". Non potrebbe essere un'anticipazione? Un altro indizio a favore della tesi Aegon Alive???

(ps: anche se io nn la sostengo)


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Calinn Vojnngat
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Inviato il 10 maggio 2004 13:00

Noooo Aegon è bello che fritto >_> ! Se deve proprio essere vivo ( ma chi, dopo essere finito in mano a Gregor??)non è ancora apparso, tuutavia io sostengo la sillaba No.

 

<_<


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