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Aperture domenicali nei Centri Commerciali.
L di LyannaTargaryen
creato il 23 marzo 2013

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moglie di lancia
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moglie di lancia
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Inviato il 25 marzo 2013 16:03

Lavorare per vivere o vivere per lavorare?


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GIL GALAD
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GIL GALAD
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Inviato il 25 marzo 2013 16:40

Conosco bene la problematica dato che mia sorella lavora in un Centro Commerciale. Da quando Monti ha "liberalizzato" le aperture praticamente tutti i giorni dell'anno chi lavora nel commercio viene spolpato vivo. Non hanno, tolto il giorno di riposo settimanale, più una vita propria. Per non parlare di chi ha figli. Prima c'era l'apertura magari di una domenica al mese ora addirittura nei giorni di Pasqua, pasquetta e udite udite pure a ferragosto è prevista l'apertura, il primo maggio non lo cito neppure anche lì ormai non viene più rispettato. Al momento solo il Natale e il 1 Gennaio vengono ancora rispettati, ma ci scommettete che il Dio-Denaro porterà anche quei giorni a diventar lavorativi? Certo vi sono consumatori che approfittano delle aperture domenicali dato che nel corso della settimana non hanno tempo per la spesa, tuttavia qui non si tratta dei consumatori ma della vergogna dello sfruttamento dei lavoratori. E' vero che in tempi di crisi il lavoro è il lavoro ma questo non giustifica che si succhi il sangue alla gente, poi mi domando con la crisi e i consumi in picchiata la soluzione è tenere aperti i centri commerciali la Domenica e i festivi? Non credo proprio sia questo il modo di lottare contro la crisi. Vedrete che a breve a tutti i lavoratori verrà proposto e poi messo come obbligo la domenica lavorativa e non solo nel comparto del commercio. Questa è la follia di un certo credo economico ultra liberista. Qui si liberalizza o meglio si assolutizza solo il lavoro precario mentre di liberalizzazioni nel settore bancario o assicurativo per esempio manco a parlarne. Stiamo tornando velocemente a scenari ottocenteschi per il mercato del lavoro, senza alcuna tutela e alcun diritto. Lavorare non significa morire di lavoro o farsi succhiare anima e corpo da certi datori di lavoro. Naturalmente quando il lavoro manca si cerca di nel nome della difesa dell'occupazione di distruggere ogni forma di tutela e diritto sindacale e quindi chi se ne importa se la precarietà e lo sfruttamento dominano. Questi non sono principi marxisti ma sono la base della civiltà del mondo del lavoro. Oggi persino ammalarsi è un rischio, e per le donne guai a mettere al mondo bambini!! Poi ci si lamenta che i nostri livelli demografici sono i più bassi al mondo. E' tutta una contraddizione.


Gil Galad - Stella di radianza





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ellaria sand
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ellaria sand
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Inviato il 25 marzo 2013 17:14

niente paura gil galad guardati intorno, i centri commerciali sono sempre affollatissimi, crisi o non crisi

certo molta gente va a farci un giro, senza comprare granchè, magari a farsi la solita pizza a cui nessuno rinuncia, anche se con 4 o 5 euro a casa preparebbero un pranzo completo per 4 persone, ma tant'è ognuno si sceglie gli svaghi che preferisce

ma moltissimi, sbirciando nei cestelli della spesa, rinunciano magari agli alimentari ma non alle scarpe da ginnastica pseudofirmate o al cellulare nuovo che ti fa pure il caffè

spesso a credito, pagando poi queste cose molto più care del loro valore fra spese di pratica ed interessi.

Purtroppo da sessant'anni il nostro paese vive come se fosse il paese della cuccagna; due tre telefonini, due tre auto a famiglia, la casa di proprietà, e magari una bella crociera nelle vacanze tanto per gradire.

O almeno una parte del nostro paese, quella che ha un salario mensile garantito e quindi accede liberamente al credito.

Intanto i ragazzini a contratto temporaneo, i free lance, i piccoli commercianti ed artigiani, le false partite iva che nascondono lavori (questi sì) veramente da sfruttamento, si arrangino:

I nuovi proletari ahimè non hanno neppure la lotta di classe per liberarsi, perchè non hanno una classe,

Il sindacato ha ottenuto in questi anni enormi conquiste in materia di orario di lavoro e garanzia del posto assicurato.

E' ora che cominci a lavorare sulle condizioni del lavoro; rispetto, rispetto ci vuole, il dipendente non è una mucca da mungere se conviene, finchè schiatta.

Se un dipendente ha necessità di avere riposo la domenica, che gli venga assicurato, nei limiti del possibile e venga sostituito da un lavoratore temporaneo e chi lo fa goda di facilitazioni fiscali e contributive sulla nuova assunzione, invece di far sprecare i soldi dei finanziamenti statali su aziende decotte da secoli.

E che si uniformino le condizioni di lavoro; a me piange il cuore nel vedere una commessa poco più che adolescente farsi le sue sei ore domenicali di turno al supermercato, mentre un insegnante protesta se vogliono aumentargli le 22 (dico 22) ore settimanali...


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Guardiano della notte
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Guardiano della notte
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Inviato il 25 marzo 2013 17:20

Uno dei problemi che, a mio giudizio, ha portato a questa corsa al lavoro anche nei giorni tradizionalmente festivi, è il fatto della sempre maggiore presenza di centri commerciali. Non so da voi, ma qui da me a Roma, solo nella mia zona (Cinecittà e dintorni) ci sono qualcosa come 5-6 centri commerciali. A fronte di una clientela che non aumenta ma che viene spartita tra di essi, è quasi giocoforza restare aperti la domenica, nel tentativo di "battere" i concorrenti. Questo perché l'ottica del centro commerciale non è una che privilegia il negoziante (che avrebbe magari il suo interesse a restare chiuso la domenica), ma i proprietari del centro stesso, ai quali non frega niente di chi lavora dentro al centro. Loro vogliono incassare soldi e non cedere nemmeno un millimetro al centro commerciale rivale situato a meno di 2 km? Lasciano aperta la domenica e peggio per i negozianti (spesso i primi a non voler restare aperti).

 

Non credo che una lettera come quella linkata risolverà i problemi. Vuoi per motivi logici, vuoi per passiva abitudine, la gente continuerà ad andare al centro commerciale la domenica. La storia recente insegna che la solidarietà tra lavoratori e clienti che usufruiscono di quel lavoro è una chimera. L'unica soluzione sarebbe, come avvenuto in altri mestieri, lo sciopero senza quartiere. Ma sappiamo benissimo tutti quanti che questo non sarà fatto, perché il proprietario del negozio ci mette poco a trovare qualcuno da mettere in negozio se il dipendente sciopera (dipendente che, date le ridotte dimensioni delle attività commerciali, può essere licenziato con una certa facilità). Ergo, prepariamoci ad una società sempre più consumista, dove il dipendente del negozio avrà potenzialmente 365 giorni lavorativi l'anno, riposo settimanale e ferie escluse.


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ellaria sand
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Inviato il 25 marzo 2013 18:15

Preferisco preoccuparmi della grande quantita di persone (e mi dispiace per quelli sotto i trent'anni soprattutto, costretti dalle misere condizioni di lavoro- quando lo trovano- a non poter vivere da soli o con una loro famiglia) che ferie e riposi settimanali pagati, cassa integrazione e giorni di malattia retribuiti, pensione e TFR, non sanno neppure che cosa siano.

 

Perdonatemi, sono rimasta, a modo mio, irriducibilmente di sinistra.....


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GIL GALAD
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GIL GALAD
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Inviato il 25 marzo 2013 18:28

niente paura gil galad guardati intorno, i centri commerciali sono sempre affollatissimi, crisi o non crisi

certo molta gente va a farci un giro, senza comprare granchè, magari a farsi la solita pizza a cui nessuno rinuncia, anche se con 4 o 5 euro a casa preparebbero un pranzo completo per 4 persone...............

 

E' proprio questo il problema in sintesi, che molte persone famiglie intere, la domenica invece magari di andare in giro per musei mostre, librerie, spettacoli o anche se c'è bel tempo di fare una semplice passeggiata in un parco va al centro commerciale. Come dici tu ci vanno anche senza comprare nulla o per mangiarsi un panino o una pizza. Ci sarebbe da fare un'analisi sociologica e psicologica su questo "fenomeno" e pur avendo dato l'esame di sociologia mi trovo in difficoltà a spiegarmelo, ma forse il fatto è che sono troppo "sofisticato" permettetemi questo brutto termine. Probabilmente la nostra società è divenuta talmente consumistica e malata di pubblicità che solo davanti agli oggetti materiali troviamo una sorta di felicità, anche il solo guardarli senza acquistare nulla ci produce piacere. Questo ovviamente spinge il settore commerciale a tenere i propri esercizi il più possibile aperti dato che sono divenuti una specie di parco-giochi per gli adulti e per i bambini. Per me è la manifestazione di una società "malata" e quindi i lavoratori sono lo specchio contrapposto di questa visione assurda ma purtroppo reale che oggi si ha dei cittadini. Poi è chiaro che è meglio avere un lavoro che ti sfrutta senza appagarti sia economicamente che psicologicamente che stare disoccupato e alla canna del gas per sbarcare il lunario come si dice.


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Donal Noye
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Inviato il 25 marzo 2013 18:57

Ragazzi ho già scritto come la penso, ma non facciamone un dramma adesso. A leggere questi commenti viene a pensare anche a me che noi giovani siamo un po' choosy...

 

Come ha scritto sharingan, meglio lavorare la domenica che non avere nemmeno un lavoro. Ci sono migliaia di giovani disoccupati che si aggrapperebbero a qualsiasi lavoro passi in convento e chi ce l'ha se ne lamenta? E dai, un po' di rispetto, poi insisto nel dire che secondo me sfruttare una persona è decisamente un'altra cosa.


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GIL GALAD
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GIL GALAD
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Inviato il 25 marzo 2013 19:32

Ragazzi ho già scritto come la penso, ma non facciamone un dramma adesso. A leggere questi commenti viene a pensare anche a me che noi giovani siamo un po' choosy...

 

Come ha scritto sharingan, meglio lavorare la domenica che non avere nemmeno un lavoro. Ci sono migliaia di giovani disoccupati che si aggrapperebbero a qualsiasi lavoro passi in convento e chi ce l'ha se ne lamenta? E dai, un po' di rispetto, poi insisto nel dire che secondo me sfruttare una persona è decisamente un'altra cosa.

 

 

Nessuno credo voglia mettere in discussione, soprattutto con la crisi, l'essenzialità di averlo un lavoro. Tuttavia e prendo il caso di mia sorella che lavora in un Bennet, vi sono settimane in cui si avvicina a fare circa 70 ore di lavoro, non ci credete? Ve lo assicuro. A volte inizia alle 6 del mattino e termina alle 21 con due ore di pausa. Certo non lavora in una miniera ma vi assicuro che è faticoso stando a ciò che racconta e poi si ha a che fare con gente che volte non conosce neanche cos'è l'educazione. Quindi qui non si parla di essere schizzinosi, molto spesso va a lavorare anche non stando bene perché si rischia il posto di questi tempi oppure se uno sta male cominciano a prenderti d'occhio e ti puniscono pure, e guai se hai qualcosa da ridire o addirittura se osi rivolgerti ad un sindacato, saresti finito. Vi rendete conto che oggi le tutele e i diritti conquistati dai nostri padri e nonni nel mondo del lavoro o sono stai già cancellati oppure vengono attaccati duramente e quotidianamente? La colpa è del lavoro precario, il potere lo chiama flessibile ma il concetto è identico, che ti espone a qualunque tipo di ricattabilità e che non ti garantisce nessuna copertura. Credo che ognuno di noi voglia un lavoro dignitoso, poi se uno deve morire o ammalarsi per lavorare allora stiamo imboccando una via davvero brutta. Siamo cresciuti con il mito della produttività a qualunque costo, ma oggi per chi si deve produrre? Noi non consumiamo abbastanza e quasi tutto viene fatto per l'esportazione, ma bisogna produrre produrre e produrre a discapito di ogni garanzia di salario, salute e tutele. Non fraintendetemi, non sono un grillino che vuole la decrescita felice (un'assurdità) ma una crescita equilibrata ed economicamente ed ecologicamente sostenibile sia per ritmi di lavoro che per utilizzo delle risorse energetiche e naturali. Pensate alla Cina che è vero che cresce a ritmi spaventosi (ora un po' meno anche lì) ma i lavoratori non hanno nessuna garanzia e soprattutto sono un paese inquinatissimo, un cielo azzurro a Pechino è oramai una rarità. Se la Cina è il modello siamo rovinati sia per l'oggi che per il domani.


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Lochlann
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Lochlann
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Inviato il 25 marzo 2013 23:47

Il problema vero è che in Italia difficilmente si trovano regole efficienti, e le poche che ci sono o vengono disattese spudoratamente (perchè le sanzioni sono rare o fanno ridere) oppure si riescono a trovare mille scappatoie per aggirarle.

 

Il centro commerciale ormai è una realtà importante, e il suo successo è determinato da noi tutti. E' inutile piangere sui piccoli negozi che chiudono nei centri città stritolati dalla concorrenza dei grandi centri della periferia, siamo "noi" clienti che troviamo più comodi ed economici i secondi, e di conseguenza determiniamo il fallimento dei primi. Certo è innegabile un pò di perdita a livello qualitativo, ma difficilmente (anzi direi mai) un cambiamento determina un miglioramento netto sotto tutti i punti di vista.

 

L'apertura nei week-end è un vantaggio per la clientela e per come sono strutturati i centri commerciali (spesso) la domenica è il giorno in cui si lavora di più. Ormai la nostra società è così e bisogna (tristemente) prenderne atto, la libertà che la gente vuole è quella di essere a proprio agio [cit.] e se la domenica si vuole fare un giro facendo shopping non puoi impedirglielo artificiosamente.

 

Come dicevo all'inizio, quindi, se i turni fossero organizzati "bene" ed equamente redistribuiti, se si tenesse conto pienamente degli straordinari e le giornate di sabato e domenica fossero retribuite meglio (ma per davvero, non solo virtualmente), dovreste imparare alla svelta una nuova lingua perchè potete metterci la mano sul fuoco sul fatto che non vi trovate più in Italia.

 

Purtroppo sia per i difetti strutturali del nostro paese, sia per il fatto che veniamo da un sessantennio di estrema rigidità nel mercato del lavoro alla quale si sta continuando a rispondere nel modo peggiore, e cioè passando da un estremo all'altro dividendo così il mondo del lavoro in due metà entrambe estremamente inefficaci e diseguali socialmente, il lavoratore si becca lo straordinario e il giorno festivo e ci lavora a testa bassa, e guai se fiata. Aggiungeteci poi la crisi economica, che ha ulteriormente inasprito la cosa e il gioco è fatto. Oggi se ti lamenti perchè non ti pagano lo straordinario ti rinfacciano subito "ma ci sono i disoccupati, cosa dovrebbero dire loro! vergognati! e allora le foibe??!?", come se peggiorare le situazioni lavorative di quelli che trovano lavoro possa migliorare la situazione. Se ci sono tanti problemi non è che bisogna ignorare quelli "minori" (che poi non si affronta neanche il maggiore è un altro discorso).. si devono affrontare tutti, certo con le dovute priorità.

 

Tutto questo discorso ovviamente non c'entra un ciufolo con le festività maggiori, come la Pasqua. Quei giorni tutti (tranne chi decide altrimenti di propria volontà) ha il sacrosanto diritto al riposo senza ma, se, pi, po gnic e gnac.

 

Lavorando in uno studio commercialista si vedono cose (sia nella P.A. che nel privato) da far accapponare la pelle, per non parlare di situazioni ormai "normali" tipo il lavoro stagionale. Almeno nella bassa costa marchigiana/alta abruzzese (e non penso proprio nel resto del paese la situazione sia molto differente) lo sfruttamento di giovani e stranieri tra chalet/ristoranti/hotel/alberghi fa paura, la mia ragazza ha lavorato quasi quattro mesi tutti e dico tutti i giorni minimo dieci ore al giorno arrivando anche a quattordici nell'alta stagione facendo sia barista che cameriera in un albergo con un contratto PART TIME (sulla carta con giorno di riposo e tutti i crismi eh) lungo solo il periodo necessario per farle avere la disoccupazione (a requisiti ridotti, ovviamente) a gennaio. Ed è così per tutti quelli che fanno lavori simili, anzi lei è stata fortunata perchè se avesse lavorato nella sua zona (costa di Vasto/Termoli) e non nella mia avrebbe preso la metà.

 

In tutto questo dove sono i controlli e i controllori? Ve lo dico io, sono a cena con gli albergatori a mangiare pesce serviti dalla mia ragazza, ecco dove sono.


Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.

All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.

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"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.

I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"

"Yes" said Caladan Brood "you never learn."

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Eddard Seaworth
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Inviato il 26 marzo 2013 10:56

Capisco tutti voi...e tengo la mia posizione.

Io lavoro in albergo quindi sabati e domeniche a casa sono l'eccezione. Mia moglie lavora in un centro commerciale, e le tocca la domenica mattina. Vi lascio immaginare quanto tutti e due voremmo potercene stare tranquilli a casa a goderci il bambino nel fine settimana.

Capisco la necessità di un supermercato aperto il sabato e la domenica (come avviene in Gran Bretagna), ma tutto il resto no. Anche perché, il proliferare della gdo, sta uccidedo sempre più i centri storici...


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Exall
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Inviato il 26 marzo 2013 12:40

Ragazzi ho già scritto come la penso, ma non facciamone un dramma adesso. A leggere questi commenti viene a pensare anche a me che noi giovani siamo un po' choosy...

 

Come ha scritto sharingan, meglio lavorare la domenica che non avere nemmeno un lavoro. Ci sono migliaia di giovani disoccupati che si aggrapperebbero a qualsiasi lavoro passi in convento e chi ce l'ha se ne lamenta? E dai, un po' di rispetto, poi insisto nel dire che secondo me sfruttare una persona è decisamente un'altra cosa.

 

Francamente ti do ragione. Personalmente oltre a lavorare anche sabato o domenica spesso mi capita di continuare a lavorare a casa dopo esser tornato dal lavoro.

Non dico che questo sia un esempio, ma lamentarsi dell'apertura domenicale mi sembra un'esagerazione degna di certe frange sindacali oltranziste.


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Ser Loras Tyrell
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Inviato il 26 marzo 2013 14:00

OT

 

Ma cosa vedono i miei occhi... Il mio primo indimenticato e indimenticabile discepolo e scopritore della fede sommica, ripassa per Approdo del Re!!

Questa settimana inizia già bene! <img alt=" />

 

Ahahha Sommissimo...ogni tanto ripasso :) Così, aleatoriamente e in maniera indiscriminata, come il raffreddore! Spero tutto bene!!!

 

FINE OT


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Guardiano della notte
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Inviato il 26 marzo 2013 15:02

Francamente ti do ragione. Personalmente oltre a lavorare anche sabato o domenica spesso mi capita di continuare a lavorare a casa dopo esser tornato dal lavoro.

Non dico che questo sia un esempio, ma lamentarsi dell'apertura domenicale mi sembra un'esagerazione degna di certe frange sindacali oltranziste.

 

Infatti questo non è un esempio. E' un tuo diritto lavorare di più se vuoi, qualunque siano le ragioni (piacere del lavoro, stipendio extra, scatti di livello, ecc), ma non deve essere considerata la base per tutti. Il concetto di giorno di riposo esiste proprio per questo.

E, come saggiamente dice Lochlann, se ci fossero equa ripartizione dei turni lavorativi, adeguate maggiorazioni per i festivi e diritto di rimanersene a casa almeno a Natale e Pasqua, non staremmo qui a fare sta discussione (che mi pare proprio nata dal fatto che il lavoro nei centri commerciali non è tutelato come dovrebbe essere). Il problema è appunto che questo cose non ci sono e così finiamo per trovarci la botte vuota (orari di lavoro più pesanti) e la moglie sobria (niente compensi adeguati per queste ore in più).

 

Poi è chiaro che "meglio avercelo che non avercelo il lavoro", sono il primo a dirlo. Ma se seguissimo sempre sto ragionamento, staremmo ancora all'800, alle 12 ore lavorative e passa, all'assenza di ferie pagate e al lavoro minorile. E questa mi sembra un'esagerazione perfettamente alla pari con quella delle frange sindacali più estreme.

 

Piuttosto, vorrei sapere da chi è esperto in ambito legale, qual'è attualmente a grandi linee la legislazione al riguardo? La legge prevede effettivamente queste cose oppure esse sono frutto dell'italica tendenza ad aggirare sapientemente le regole?


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Lochlann
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Inviato il 26 marzo 2013 15:33

Non è tanto un problema di cosa prescrive o meno la legge, imho. Puoi fare le leggi che vuoi ma se la situazione economica è tragica il lavoratore medio accetta di tutto, ancora più del solito, piuttosto che perdere il lavoro.. inoltre i controlli sono rari e difficili da provare senza la collaborazione attiva dei lavoratori. In una situazione del genere il lavoro nero o sottopagato è normale che esploda.

 

Poi mettici pure che spesso la stessa legislazione (a parte che cambia alla velocità della luce) è confusionaria e controproducente. Qui in Abruzzo, per dirne una, hanno avuto la brillante idea di mettere una retribuzione minima di 600 € mensili a chi vuole assumere tirocinanti nella propria impresa. L'ovvia conseguenza è che tutti si buttano sui contratti co.co.pro. quando va bene.. nel resto dei casi ti prendono in nero.


Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.

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Inviato il 26 marzo 2013 16:14

A me non sembra che l'idea sia "lavorate 8 0re in più a settimana allo stesso stipendio", ma "ripartite l'orario in modo differente da coprire anche la domenica".

Poi se sbaglio correggetemi.

Agli eccessi mi oppongo (del tipo assurde aperture festive (state aperti a natale!)), ma che un centro commerciale sia aperto la domenica mi sembra la norma.


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