Dal 1° settembre entra in vigore la Legge Levi (dal nome del primo firmatario), che
- impone come sconto massimo dei rivenditori sui libri il 15% in occasioni normali e il 20% in una lista di occasioni speciali
- impone come sconto massimo degli editori sui libri il 25%, vincolando l'offerta a tutti i canali distributivi (ad esempio non solo alle librerie di proprietà dell'editore)
Nelle intenzioni del legislatore, almeno in quelle dichiarate, si tratta di un modo per salvare le piccole case editrici e le piccole librerie dalle major del settore, che possono permettersi di applicare sconti più alti perché magari non vendono solo libri. Sempre nelle intenzioni del legislatore, questa legge dovrebbe far sì che le case editrici inizino a farsi concorrenza sul prezzo di copertina e non solo usando gli sconti.
Che ne pensate?
Tutto il male possibile.
Mi spiego. In teoria, la legge dovrebbe fare proprio quello che ha scritto Beric. Nella pratica, non credo sarà proprio così. Perché? Perché se un editore grosso (Mondadori, per esempio) può fare una concorrenza spietata a Coniglio Editore (un editore decisamente più piccolo) a livello di sconti, cosa gli impedisce di mettere in campo la sua potenza già a livello del prezzo, proponendone uno più basso e quindi dall'appeal più alto?
In secondo luogo, la legge vale anche per gli acquisti fatti online. Il che vuol dire che amazon, bol, ibs e tutta questa compagnia di gente si vedranno tagliato quello che era il loro appeal principale, cioè i prezzi più bassi rispetto alle librerie in virtù di offerte particolari. Dato che, a parità di prezzo, una libreria vince in appeal rispetto ad un sito, almeno qua in Italia, si tratta di un colpo basso bello e buono ai danni di quei soggetti che non sfruttano la filiera tradizionale di distribuzione del libro. Se consideriamo che in Italia le più potenti case editrici (Mondadori, RCS, Feltrinelli, Longanesi e tutte le loro relative associate) controllano anche il mondo della distribuzione, si capisce come la legge puzzi lontano un miglio di pugnalata fatta al mondo online per riportare il cliente (e quindi i soldi) nell'ambito delle più tradizionali librerie.
In terzo luogo, questa è una legge che impone un limite alla concorrenza, lungi dal renderla più armoniosa. Non prendiamoci in giro al riguardo. Se prima della legge io piccolo editore X potevo far concorrenza al grosso editore Y su prezzo E sconto, ora posso farlo solamente sul prezzo. E, come ho detto prima, cosa impedirà a Y di fare prezzi base più bassi?
In quarto luogo, chi ci rimette per questa legge sono i lettori, che prima potevano comprarsi diciamo 12 libri l'anno grazie alle offerte, mentre ora, a parità di soldi disponibili, se ne compreranno molti di meno: considerando che alcune offerte online arrivavano anche al 40%, significa che, se va bene, ora quei clienti si compreranno 8 libri. Mi sembra logico: se io sono uno che legge solamente se posso spendere poco, una legge che limita gli sconti (e quindi le offerte che posso trovare in giro), mi danneggerà, mentre il lettore forte comunque non sarà toccato, perché lui leggerebbe tanto comunque. La legge para il fondoschiena a chi mangia sui libri, non a chi li legge o tantomeno alla cultura.
In sostanza, l'ennesima legge che, lungi dal liberalizzare il mercato, lo ingabbia ancora di più nelle maglie della casta editoriale, danneggia i lettori e non risolve i problemi dell'editoria italiana. Piccola domanda provocatoria finale: cosa impedirà ad Amazon, Bol, Ibs e compagnia bella di registrare la loro sede sociale in un Paese straniero dove non risentire degli effetti nefasti della legge?
Il tetto massimo di sconto c'era già da prima, non è una novità; il problema è che ora i siti come Amazon sono equiparati - come tetto massimo - a quelle fisiche. Inoltre il tetto massimo del 25% anche nei periodi in cui si può fare uno sconto maggiore danneggia i negozianti, perché gli impedisce di fare campagne con forti sconti prima di fare i resi.
Risultato: danneggiati i lettori, danneggiati i negozianti.
Troppa fatica, hanno già trovato una soluzione piú facile: vendere a N Euro buoni da piú di N Euro.cosa impedirà ad Amazon, Bol, Ibs e compagnia bella di registrare la loro sede sociale in un Paese straniero dove non risentire degli effetti nefasti della legge?
Sostanzialmente la vedo come dice il buon Guardiano della Notte poco sopra, ovvero che il principale bersaglio altro non sia che la dissusione via web.
La piccola libreria non trarrà benefici se non, al massimo, pescare qualcuno che prima cercava su internet ed ora si ritroverebbe lì gli stessi prezzi che gli fanno dietro l'angolo.
Il lettore abituale spenderà più soldi.
Il lettore occasionale leggerà meno.
Le piccole librerie moriranno lo stesso.
I piccoli editori potranno essere fatte fuori allo stesso modo di oggi, tanto Mondadori se vuole può anche mettere i suoi libri al 50% in meno di prezzo in copertina (ma non lo fa eh, dico solo che potrebbe)
Poi c'è il discorsetto sulle biblioteche, che lascia abbastanza basiti. Il lettore di biblioteca avrà maggiori difficoltà a ritrovarsi una vasta raccolta a disposizione.
Quindi chi ci guadagna?
Io no di certo.
Mastro Architetto dei giochi
Indiscusso Campione dell'errore di battituraù
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`Proudly Stark!`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`LaBarriera Fanlover`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`Ned Wannabe`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
"O Wind, If Winter comes, can Spring be far behind?"
(P.B.Shelley)
Ennesima leggina sviluppata in maniera incompetente.Mi ricorda molto la legge Bondi sui supporti di archiviazione....solo che questa è molto meno aggirabile (se può essere indifferente acquistare un ipod o un hd esterno in Germania o in Olanda,non è lo stesso quando si tratta di libri).
Io sinceramente non ho tutta questa preoccupazione per Amazon e Ibs,anche perchè chi pera su internet ha un business molto flessibile e si adatta in maniera molto reattiva ai cambiamenti;già dalla prossima settimana vedrete che spunteranno offerte e trovate che permetteranno al web di restare molto concorrenziale.
Chi ci perde secondo me sono sopratutto i piccoli rivenditori,che da domani non potranno più contrastare lo strapotere dei grossi punti vendita come Messaggerie Musicali o Giunti tramite il ricorso a questa o quella serie di offerte e sconti.
E in seconda battuta i lettori,ovviamente.....
Io vedo come fumo negli occhi tutto quello che limita la concorrenza.
Quindi vedo male anche questa legge, che riduce in maniera drastica le possibilità di utilizzo dello strumento sconto. A mio parere soffriranno soprattutto le piccole librerie: una libreria non può fare nulla sul prezzo di copertina, può agire sul prezzo solo a livello di scontistica. Quindi questa legge ha tolto ai librai un importante strumento di concorrenza.
Inoltre danneggia i lettori, che non potranno più sfruttare le mega offerte. Senza contare che un piccolo segmento di mercato verrà probabilmente eliminato: quelli che, come me e molti altri su questo sito, preferiscono leggere in lingua originale compreranno direttamente all'estero, tipo amazon.fr o amazon.co.uk o waterstone, ecc.
Una certa quota di lettori, poi, che magari non ha molti mezzi, si rivolgerà più spesso alle biblioteche e comprerà meno, probabilmente a malincuore se è come me e ama possedere i libri.
Insomma, come hanno già detto, credo che sia una legge sviluppata male, di cui non sono state valutati a pieno gli effetti... non che sia facile, ma noi, poveri diavoli qui riuniti in un forum, abbiamo trovato diverse falle in meno di 24H.
Potevano arrivarci anche loro.
Immagino abbiano subito pressioni da parte dei grossi editori italiani che subiscono molto la concorrenza del web, ma, a parte il fatto che non credo sia compito del legislatore correre dietro ai problemi di concorrenza dei potentati, hanno toppato di brutto.
I "grandi" di internet troveranno presto una soluzione, se non l'hanno già trovata, e questa legge limita anche le possibilità degli editori e restringe il mercato.
Insomma, per fare un dispetto a Amazon e IBS, si è danneggiato un intero settore, tra l'altro spingendo a "emigrare" chi può permetterselo (a livello linguistico).
Non è che con gli sconti si incentivasse molto la lettura, che in questo paese latita abbastanza per non dire di peggio, tuttavia era cmq una cosa positiva per i lettori abituali come me che acquistano magari anche due o tre libri al mese. Ennesima riprova della inadeguatezza di questo Governo insulso che invece di aiutare la cultura e incentivare in tutte le maniere possibili la crescita della lettura o il mantenimento almeno dei livelli purtroppo già molto bassi che abbiamo ora colpisce alla fine sempre il cittadino "consumatore" di libri e cultura in generale che viene vista come un lusso (vedi parole di Tremonti) e non come il "pane delle menti". Ma a questo esecutivo interessa mantenere gli italiani nell'ignoranza e nel disinteresse in modo da poterli controllare meglio, propinando loro invece "grandi eventi culturali" come il Grande Fratello e L'Isola dei Famosi o i "meravigliosi" programmi della De Filippi che annebbiano i cervelli e incrostano le menti delle ragnatele e del fango del cattivo gusto.
Gil Galad - Stella di radianza
Gil Galad, prima di criticare il Governo per l'ennesima volta (ed io sono il primo che ce l'ho con l'esecutivo attuale, essendo un elettore di centrosinistra), dovresti tenere conto del fatto che l'approvazione alla legge è venuta da entrambi gli schieramenti. Fino a un anno fa lavoravo per un gruppo di librerie (che ovviamente non posso citare pubblicamente sul forum) il cui proprietario, figura importante nel mondo dell'editoria, era uno dei maggiori sostenitori della legge. E indovina un po' a chi si rivolgeva soprattutto questo signore per perorare la causa della legge? Alla sinistra. Né del resto avrebbe potuto fare diversamente, considerando che tradizionalmente il mondo culturale propende verso quella parte politica, chi più chi meno (Mondadori, nel contesto attuale, è un'eccezione).
Senza dimenticare l'esimio Riccardo Franco Levi (PD), da cui la legge prende il nome, collaboratore di Prodi all'epoca del decreto cosiddetto "ammazza blog", proposto sotto il governo Prodi nel 2007 e per ora bloccato alla VII Commissione Cultura. Giustamente, dopo aver provato a tagliare le gambe al mondo web tout court, ora ci riprova con quello dedito alla vendita dei libri.
La verità, caro Gil Galad, è che in questa storia sono sporchi tutti, destra, sinistra e centro senza distinzioni. E chi ci rimette è il lettore, specialmente quello debole. E poi mi vengono a parlare di "incentivi alla cultura" >_> ...
Secondo me prima o poi finirà alla Corte di Giustizia come legge che viola la libera concorrenza, e tanti saluti ^_^
Secondo me la legge effettivamente nasce da un desiderio di tutela, ovvero tutela della distribuzione capillare e delle piccole case editrici.
Tutela perché:
1) nei supermercati, dove i libri si vendono sottocosto perché tanto le lasagne te le fanno pagare con un rincaro del 932856238%, trovi solo i 10 best-seller del momento e poco più
2) le grandi case editrici tendono (come le squadre di calcio, è la stessa identica cosa) a inseguire con contrattoni gli scrittori del momento evitando di curare la propria cantera ovvero promuovere e curare gli scrittori esordienti, laddove le piccole possono servire da trampolino di lancio proprio per questa tipologia di autore
L'esperienza nasce dall'analoga legge francese, dove gli sconti sono rigidamente limitati al 5% e l'editoria è particolarmente fiorente, complice anche una maggiore propensione alla lettura dei transalpini.
Domanda: la legge raggiunge l'obiettivo preposto? Le misure intraprese vanno in quella direzione?
Secondo me il problema non si pone, in quanto la legge è inutile. Inutile in primo luogo perché, come accennato prima, è facile da aggirare: basta spostare la sede dei vari Amazon eccetera all'estero e ci siamo. Anzi, con sede estera tasse all'estero e meno introiti per l'Italia, ma si sfora sul piano economico.
Ma inutile soprattutto perché non tocca per niente il mondo degli e-book. Oggi un autore si fa autopromozione in rete, e le piccole case editrici setacciano la rete alla ricerca di talenti. La distribuzione di domani sarà un banale download.
Se non dal punto di vista romantico della libreria polverosa all'angolo, non ha senso proteggere il tessuto libresco nelle modalità in cui lo propone la legge, legge che, penalizzando comunque la distribuzione dei volumi cartacei, alla fine spinge proprio verso l'e-book.
Gil Galad, prima di criticare il Governo per l'ennesima volta (ed io sono il primo che ce l'ho con l'esecutivo attuale, essendo un elettore di centrosinistra), dovresti tenere conto del fatto che l'approvazione alla legge è venuta da entrambi gli schieramenti. Fino a un anno fa lavoravo per un gruppo di librerie (che ovviamente non posso citare pubblicamente sul forum) il cui proprietario, figura importante nel mondo dell'editoria, era uno dei maggiori sostenitori della legge. E indovina un po' a chi si rivolgeva soprattutto questo signore per perorare la causa della legge? Alla sinistra. Né del resto avrebbe potuto fare diversamente, considerando che tradizionalmente il mondo culturale propende verso quella parte politica, chi più chi meno (Mondadori, nel contesto attuale, è un'eccezione).
Senza dimenticare l'esimio Riccardo Franco Levi (PD), da cui la legge prende il nome, collaboratore di Prodi all'epoca del decreto cosiddetto "ammazza blog", proposto sotto il governo Prodi nel 2007 e per ora bloccato alla VII Commissione Cultura. Giustamente, dopo aver provato a tagliare le gambe al mondo web tout court, ora ci riprova con quello dedito alla vendita dei libri.
La verità, caro Gil Galad, è che in questa storia sono sporchi tutti, destra, sinistra e centro senza distinzioni. E chi ci rimette è il lettore, specialmente quello debole. E poi mi vengono a parlare di "incentivi alla cultura" >_> ...
Non sapevo fosse una legge bipartisan (ero via all'inizio di Settembre); bé ancora più grave allora, è tutto il mondo politico ad essere ottuso con l'aggravante che è la sinistra lo schieramento che di più si riempie la bocca con la difesa della cultura e fa marce di protesta per poi fare accordi magari notturni con la destra. :dart: :dart:
Gil Galad - Stella di radianza
Se non sapevi che la legge è partita dal centrosinistra e che quindi le sue responsabilità sono bipartisan, perché hai sparato subito ad alzo zero contro il Governo? Ricordati che per quei furbetti di Montecitorio gli elettori schierati aprioristicamente, che partono in quarta col paraocchi, sono come la manna dal cielo: è così che porcate come questa legge, che ha fatto comodo sia a destra che a sinistra, possono passare. Già vedo i signori Feltrinelli fregarsi le mani e stiamo parlando di quella che è storicamente la grande casa editrice più schierata a sinistra che ci sia (basta vedere che fine fece Giangiacomo Feltrinelli).
Dobbiamo essere aperti di mente e sempre vigili, Gil, il pericolo per la cultura (e non solo) viene sia da Mordor che da Isengard.
Se posso aggiungere qualcosa a quanto dice Guardiano della Notte (che quoto tout court), è inutile e anche un po' superficiale accusare l'attuale governo di essere la causa della programmazione scadente delle nostre tv.
Il Grande Fratello c'è da 10 anni, per esempio (e purtroppo), non penso che possiamo appioppare la colpa di questa trasmissione all'attuale governo, che ne ha già abbastanza delle sue senza bisogno di aggiungerne quando non ne ha (e lo dico da elettrice tendenzialmente di centro destra).
Se trasmissioni come Il Grande Fratello, l'Isola dei Famosi e la de Filippi vanno per la maggiore è perchè le persone (tante persone) accendono la tv e guardano quelle trasmissioni, anche oggi che, con il digitale terrestre, ci sono molti più canali, non necessariamente a pagamento, e quindi una maggiore scelta, anche con numerosi programmi di qualità.
Per non parlare delle migliaia e migliaia di giovani e meno giovani che si presentano alle selezioni, cercando una strada facile e veloce per diventare ricchi e famosi.
Amberlith, scusa, ma non riesco a capire il nesso del tuo post, a parte l'essere d'accordo con Guardiano della Notte.... :unsure:
Qui si parla di una legge che riguarda i libri, nessuno ha fatto riferimento a reti TV o trasmissioni di sorta; per questi motivi il tuo intervento risulta essere alquanto OT.....
Commentavo un precedente intervento di Gil Galad, scusate.