Premesso che per me il programma di Santoro era anche un programma di grande qualità.....in realtà il discorso che si fa in genere non è proprio questo:quello dell'audience è un dato che si cita spesso perchè una delle obiezioni più sciocche che vengono fatte ad Annozero è quella di "essere pagato con i nostri soldi".Al che si fa presente che in realtà non è cosi,perchè il programma di Santoro è il più seguito del secondo canale e porta alla rete un sacco di soldi.Non è un discorso di audience fine a se stessaE' che in passato ho sentito dire che nel servizio pubblico non bisogna pensare solo all'audience, ma anche alla qualità. Ora invece mi pare di capire che nel caso di Santoro si faccia proprio leva sull'audience per definire ingiustificata la sua cacciata.
Sì, sono abbastanza d'accordo. Il discorso del "pagato dai cittadini" poi è del tutto sbagliato anche da un altro punto di vista. Postula l'idea che il cittadino è soprattutto un elettore piuttosto che (appunto) un cittadino. L'idea è che, siccome Santoro è schierato, allora non è giusto che lo spettatore che non condivide le sue idee paghi il canone o, similmente, non è giusto che Santoro prenda soldi anche da chi non condivide le sue idee. L'impostazione è del tutto sbagliata, non solo per quanto dici tu, ma anche perchè funziona così per tutti i programmi. Per esempio io guardo pochissimo la RAI, però il canone lo pago. Indi diversi dipendenti RAI saranno pagati anche con i miei soldi, nonostante io non guardo i loro programmi. E' l'inevitabile situazione del servizio pubblico: la tassa è generica, non puoi pagare solo per lo spicchio di servizio che ti interessa.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Santoro oggi, senza peli sulla lingua: "Masi? Uno che non distingue tra un televisore e un aspirapolvere":
L'idea è che, siccome Santoro è schierato, allora non è giusto che lo spettatore che non condivide le sue idee paghi il canone o, similmente, non è giusto che Santoro prenda soldi anche da chi non condivide le sue idee. L'impostazione è del tutto sbagliata, non solo per quanto dici tu, ma anche perchè funziona così per tutti i programmi.
D'accordissimo con te, infatti ad avanzare questa sciocca obiezione l'altra sera era Castelli, mentre Santoro faceva la sua sacrosanta sfuriata. "Non voglio pagare Travaglio coi miei soldi", belava il leghista. E allora Minzolini, Vespa, Ferrara, il Tg2? Quelli devono andarci bene per forza? Se il servizio pubblico deve dare spazio a tutte le voci allora che siano tutte: destra, sinistra, cultura, reality, tutto quello che c'è. Poi lo spettatore decide, maggiore è l'offerta e più probabile sarà che trovi qualcosa di suo gradimento e pensi di aver speso bene i soldi del canone.
La Rai diceva di essere "Di tutto di più". Adesso cos'è, "Ma dde che??".
...
Che incubo Michele Santoro. Per Silvio Berlusconi e per tutti. Persino per Stefania Prestigiacomo. Michele Santoro ha mandato a quel paese in diretta il direttore generale della Rai, Mauro Masi. Luigi Bisignani chiede alla ministra: «Verrà licenziato. In qualsiasi azienda al mondo uno che manda affanculo il suo direttore generale viene cacciato». Risponde il ministro: «E’ una ulteriore prova dell’incapacità di questa maggioranza, di questo governo, di gestire ogni cosa. No, non è opportuno cacciarlo. Ma tu lo vuoi fare, no?». Risponde Bisignani: «Se non lo fai adesso non lo fai più, cioè un destro così non ti verrà mai più nella vita».
Poi, Stefania Prestigiacomo si apre, confessa le sue inquietudini e paure: «Ho fatto un sogno, un tetto di un palazzo non finito… io sono una normale». Bisignani: «Vabbè perché io non sono normale?». Prestigiacomo: «Sì, ma capito… la Santanchè… tutte… le trame, ste cose, io sono una trasparente, queste cose mi mettono anche un po’ paura…».
A proposito del caso Santoro, c’è una conversazione tra Bisignani e l’allora direttore generale della Rai, Mauro Masi, agli atti dell’inchiesta napoletana. Santoro è stato sospeso per dieci giorni dall’azienda Rai. Siamo al 14 ottobre del 2010, e Masi: «Santoro è in fuga, non va dal giudice, va all’arbitrato. Sono nà pippa. Le pippe di Santoro.. E’ nà stronzata. La verità vera gliel’ha detto per confondere… La verità è che è in fuga. Come lo sborrone, voleva rompere il c**o a tutti, và all’arbitrato. A parte il fatto che posso decidere io domani mattina, addà ii dal giudice e gli sospendo l’arbitrato, tanto per essere chiari. Abbiamo vinto. G. è morto. Gigi, grande figura, dai retta a Mauro». E Bisignani: «Ma scherzi…». Masi: «Gli stamo a spacca’ il c**o. So’ arrapato come una bestia». Bisignani: «Un abbraccio». Come è finita, poi, la pratica Santoro è tutta un’altra storia.
Il caso Santoro
Per la cronaca, Luigi Bisignani scrive la lettera di licenziamento di Michele Santoro, su indicazione di Mauro Masi: «Egregio dottore, in riferimento a quanto emerso nel corso della trasmissione… del programma andato in onda, per stigmatizzare da un lato l’inaccettabilità, la gravità e l’inedeguatezza della frase e delle espressioni da lei utilizzate, con riferimento alla società e al suo manageament, e dall’altro lato per evidenziare che i toni contenuti nelle predette espressioni sono apparse in aperto e inequivocabile contrasto con quanto da sempre rappresenta la società in Italia e nel mondo….».
Aveva fretta, Mauro Masi, di ricevere quella lettera. Al telefono Bisignani: «Mi mandi l’autista tuo… che ti dò un appunto?». Masi: «Sì, perchè io alle tre e mezzo c’ho il sindacato, se non potevo pure passa’ Faccio un salto pure io velocissimo, vado e torno». «Quando. Adesso?». Masi: «Allora scendo, in tre minuti, scendo subito».
Come è finita, poi, la pratica Santoro è tutta un’altra storia.
di Guido Ruotolo
Non solo Michele Santoro.....a quanto pare anche Serena Dandini e il suo "Parla con me" saranno assenti dal palinsesto Rai del prosimo autunno.Ecco il link alla news del Corriere.
L'ennesimo suicidio di un azienda ormai allo sbando totale,visto e considerato che anche Report è in bilico (per la solita questione della copertura legale che la Rai non vuole accollarsi) e che la seconda edizione di "Vieni via con me" andrà su La7....
Ma non temete:per fortuna Vespa e Ferrara sono confermatissimi anche per quest'anno... >_> >_> >_>
Premetto che non amo Santoro. Più che altro detesto il suo modo di fare, quasi da "tu-non-sai-chi-sono-io". Lo trovo antipatico, irrispettoso e maleducato.
A parte questo, sono d'accordo che eliminare Annozero sia stata una pessima scelta per la RAI. Quella di Santoro era una formula vincente, che portava guadagno, quindi andava mantenuta.
A livello più ampio, poi, la RAI ormai è praticamente una tv commerciale... mi chiedo se ci sia ancora qualcosa che si possa definire servizio pubblico nella programmazione RAI.
In più, con gli introiti del canone, fa concorrenza sleale a tutte le tv private, visto che certamente non trasmette meno pubblicità di loro.
Personalmente non vedo l'utilità della tv di Stato.
I messaggi alla nazione potrebbero benissimo essere fatti a reti unificate e le trasmissioni relative alle sedute parlamentari assegnate con gara.
Per il resto, ognuno faccia come meglio creda con i propri mezzi: talk show, reality, serie tv, cartoni animati, film, giochi, trasmissioni di approfondimento, diffusione scientifica, chi più ne ha più ne metta.
E questo perchè la tv di Stato ha un grosso difetto: è di Stato e quindi soggetta all'intromissione diretta, di solito nefanda, dei partiti, che vogliono poterla controllare.
In più la finiremmo con questa storia del canone (simpaticamente nascosto sotto il nome di "tassa per il possesso di apparecchi audiovisivi"), che personalmente trovo un balzello assurdo, pur avendolo sempre pagato. E non tanto per programmi come Annozero, sia chiaro, ma semplicemente perchè non vedo il motivo di mantenere una tv di Stato, che tra l'altro è indistinguibile da una tv commerciale, quando non peggio qualitativamente.
Per nostra fortuna il satellite prima e il digitale terrestre poi hanno portato anche in RAI i canali tematici. Rispetto alle tre reti maggiori, a mio parere sono mille volte meglio.
Questo assioma non è necessariamente vero.Le tv di Stato esistono in tutti i grandi paesi europei,e funzionano a meraviglia.È solo in Italia che si verifica questo scandalo dell'ingerenza partitica.E questo perchè la tv di Stato ha un grosso difetto: è di Stato e quindi soggetta all'intromissione diretta, di solito nefanda dei partiti, che vogliono poterla controllare.
Ne trasmette molta di meno,invece,questo è innegabile.....basta confrontare una qualsiasi prima serata di Canale 5 o Italia 1 con una di Rai 1 o Rai2 .In più, con gli introiti del canone, fa concorrenza sleale a tutte le tv private, visto che certamente non trasmette meno pubblicità di loro.
Inoltre la quantità di pubblicità in Rai è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni a causa di una gestione assolutamente demente,che preferisce comprare a peso d'oro dei format esteri,piuttosto che produrli "in casa" come faceva negli anni d'oro,e che è quindi andata incontro a dei buchi di bilancio pazzeschi
Sono d'accordo sul fatto che una regolata alla quantità di pubblicità nelle reti Rai andrebbe data ma,se i buchi di bilancio rimangono questi,e si vuole porre un tetto alle pubblicità,tieni presente che l'unica alternativa sarà allora quella di aumentare il canone....
:mellow: :mellow: :mellow:Personalmente non vedo l'utilità della tv di Stato.
Sono d'accordo con Joramun. Una TV di Stato è necessaria, perchè, data la potenza del mezzo televisivo, è utile per contribuire culturalmente ai cittadini, integrando in ciò la scuola. Questo naturalmente a patto che essa, pur legata allo Stato, sia svincolata da pesanti ingerenze di partito e non abbia spese tali da costringerla a dedicare una parte preponderante alla pubblicità. La RAI per fortuna non è ai livelli di Mediaset in quanto a pubblicità, ma sull'ingerenza partitica credo che non ci siano mai stati dubbi.
Qualcuno sa per caso come sta messa la BBC? Perché a naso credo che quello possa essere considerato un esempio di ottima tv di Stato. Loro non credo si sarebbero lasciati scappare uno capace di fare gli ascolti di Santoro.