Il problema è che Santoro se ne va ma Vespa o Paragone restano...
Il problema è che Santoro se ne va ma Vespa o Paragone restano...
E restano anche Minzolini, Ferrara...
Sono d'accordo con quanto dice Santoro, ma se parlasse di un po' di tutto COMPRESO il governo sarebbe una cosa, ma la sua (e di Travaglio) e' una crociata personale che usa risorse pubbliche per auto alimentarsi (magari non denaro, visto che ne guadagna, ma lo spazio televisivo si). La tv pubblica non dovrebbe fare propaganda, e se capita che parte della rai e' sottomessa a B. e la fa, introdurne dell'altra anche se di segno opposto non mi pare che migliori il giudizio che si potrebbe dare alla rai.
Santoro ha sempre garantito spazio a tutte le voci nella sua trasmissione, tant'è che né Masi né altri sono riusciti a farla chiudere: perché era equilibrata. Ad Annozero hanno avuto spazio fisso persone come Belpietro, Sallusti, Santanchè, Stracquadanio, tutti i più accaniti difensori di Berlusconi, che hanno detto e stradetto tutto quello che gli pareva in assoluta libertà.
Che poi Santoro e Travaglio attacchino Berlusconi può essere ricondotto a una battaglia personale, come la vedi tu, o semplicemente al loro mestiere di giornalisti (come la vedo io): secondo una famosa definizione del giornalismo anglosassone "la stampa è il cane da guardia del potere" e oggi al potere c'è Berlusconi, da più di sette degli ultimi dieci anni. A chi dovrebbe fare le pulci la stampa libera se non a chi guida la politica di questo paese?
E non diciamo che coi governi di centrosinistra ci sia andato leggero. Diversi anni fa nel mio paese d'origine ci fu una grave alluvione e al governo c'era Prodi. Fecero una puntata della trasmissione di Santoro con un obiettivo giornalistico ben preciso: colpire tutte le manchevolezze, gli errori e le negligenze del governo Prodi che avevano amplificato le conseguenze del disastro.
Santoro può non piacere come persona ma come giornalista il suo mestiere lo fa come va fatto: prendendo posizione ma dando spazio a tutti.
Chi segue Travaglio, non solo ad Annozero, sa che colpisce a destra e a sinistra: sia il PD che la sinistra più estrema (è di pochi giorni fa un duro attacco a Vendola e alla sua politica in Puglia). En passant: Travaglio si è sempre definito uomo di destra.
Inoltre, mentre tutti sanno che Santoro è "schierato", personaggi come Vespa hanno la pretesa di apparire imparziali.
Quelli manifestamente schierati (i Santoro, i Fede) non spostano niente. Quelli pericolosi sono i Vespa e i Minzolini...
Santoro ha sempre garantito spazio a tutte le voci nella sua trasmissione, tant'è che né Masi né altri sono riusciti a farla chiudere: perché era equilibrata. Ad Annozero hanno avuto spazio fisso persone come Belpietro, Sallusti, Santanchè, Stracquadanio, tutti i più accaniti difensori di Berlusconi, che hanno detto e stradetto tutto quello che gli pareva in assoluta libertà.
Nelle poche puntate che ho visto c'era forse (e dico forse) un equilibrio formale, ma in tutto il programma, dai monologhi di Travaglio, alle vingnette finali (in gran parte, a mio avviso, di pessimo gusto), fino alle concessioni che garantiva ad alcuni ospiti rispetto ad altri (es. le continue interruzioni e le interpretazioni faziose di ogni frase) mostravano una posizione non propriamente 'super partes', e lo ha dimostrato con la sua insofferenza verso le critiche mosse dalla Annunziata. Questo ad alcuni puo' andare bene. A me, sulla tv pubblica, no, al di la che io sia a favore delle sue posizioni o che trovi ospiti come Ghedini o Belpietro assolutamente insopportabili.
Che poi Santoro e Travaglio attacchino Berlusconi può essere ricondotto a una battaglia personale, come la vedi tu, o semplicemente al loro mestiere di giornalisti (come la vedo io): secondo una famosa definizione del giornalismo anglosassone "la stampa è il cane da guardia del potere" e oggi al potere c'è Berlusconi, da più di sette degli ultimi dieci anni. A chi dovrebbe fare le pulci la stampa libera se non a chi guida la politica di questo paese?
Fare una puntata o un servizio contro B. e' un conto, dedicare una intera stagione (o piu') televisiva a scovare le nefandezze del governo e di chi ne fa parte un'altro. Intendiamoci, l'unica perplessita' che ho e' che utilizzava un servizio pubblico per una crociata che non mi sembrava adatta ad un servizio pubblico, e mi auguro vivamente che possa continuare in una tv privata.
E non diciamo che coi governi di centrosinistra ci sia andato leggero. Diversi anni fa nel mio paese d'origine ci fu una grave alluvione e al governo c'era Prodi. Fecero una puntata della trasmissione di Santoro con un obiettivo giornalistico ben preciso: colpire tutte le manchevolezze, gli errori e le negligenze del governo Prodi che avevano amplificato le conseguenze del disastro.
E infatti non dico che sia al livello di quell'individuo inqualificabile chiamato Emilio Fede, che mi stupisco che non sia ancora stato radiato dall'albo, ma solo che, attualmente, da un taglio al proprio programma che non e' a mio avviso adattissimo ad un servizio pubblico, perche' troppo vincolato alle sue opinioni personali e alle sue motivazioni personali per garantire un equilibrio da servizio pubblico.
Capisco le argomentazioni di Manifredde, però io penso che il servizio pubblico debba garantire soprattutto il pluralismo in un senso diverso. Permettere cioè a persone di diverse idee di farsi il proprio programma, per quanto ultrafazioso sia (e quello di Santoro lo è, non c'è alcun dubbio). Piuttosto che cacciare Santoro, avrei preferito che fosse stato permesso anche a conduttori di opposta ideologia di fare il proprio programma. Un po' si è provato a farlo, il problema è che tutti i conduttori di area centrodestra che hanno tentato qualcosa di simile hanno floppato in maniera catastrofica.
Insomma io credo che sia inutile cercare l'equilibrio nei tal-show politici, piuttosto sarebbe meglio lasciar libertà creativa ai conduttori bravi che portano ascolti (come Santoro).
L'equilibrio per come lo intende Manifredde IMO sarebbe invece auspicabile nei TG, in cui oltre alla semplice enuncizione delle notizie non si va. Da un punto di vista creativo qui c'è poco da fare, bisogna raccontare semplicemente la verità (o ciò che più si avvicina ad essa).
Ma tutti questi discorsi hanno comunque poco senso finchè i partiti hanno in mano la RAI. Sembrerà semplicistico ma gran parte del problema risiede lì.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
L'equilibrio per come lo intende Manifredde IMO sarebbe invece auspicabile nei TG, in cui oltre alla semplice enuncizione delle notizie non si va. Da un punto di vista creativo qui c'è poco da fare, bisogna raccontare semplicemente la verità (o ciò che più si avvicina ad essa).
Ma tutti questi discorsi hanno comunque poco senso finchè i partiti hanno in mano la RAI. Sembrerà semplicistico ma gran parte del problema risiede lì.
D'accordo. I telegiornali dovrebbero dare notizie in maniera asettica e veritiera. Basta con i giornalisti opinionisti.
Per gli altri programmi non è strettamente necessario, stante il pluralismo.
Intanto, anche Fazio scrive a Repubblica, protestando verso la Rai, colpevole di indifferenza, censure e ostilità nei confronti di "Vieni via con me" e "Che tempo fa".
Non gli si vuole dare conferma che i programmi saranno fatti (nonostante manchi poco e si dovebbe già iniziare la preparazione) e si pongono dei paletti e delle imposizioni che Fazio ritiene inaccettabili.
http://www.repubblica.it/politica/2011/06/13/news/lettera_fazio-17608558/?ref=HREC1-1
Tra l'altro proprio Fazio scrive nella sua lettera un passaggio che mi sembra delinei nel modo più corretto il concetto di pluralismo nella televisione pubblica:
[La Rai] È il maggiore Editore italiano, mi ha insegnato che la Televisione di tutti è una tivù che aggiunge e che non sottrae; che la pluralità delle opinioni è data dall'insieme dei programmi di tutta la televisione e che chiedere ad ogni programma di contenere tutto e il suo contrario significherebbe ridurlo a zero. Al nulla.
Condivido pienamente.
Anche perchè un programma cosi in Rai esiste già,si chiama Porta a Porta,ed è uno dei peggiori programmi di approfondimento mai creati.[La Rai] È il maggiore Editore italiano, mi ha insegnato che la Televisione di tutti è una tivù che aggiunge e che non sottrae; che la pluralità delle opinioni è data dall'insieme dei programmi di tutta la televisione e che chiedere ad ogni programma di contenere tutto e il suo contrario significherebbe ridurlo a zero. Al nulla.
Intervengo solo per chiedere a Manifredde cosa intenda lui per "servizio pubblico" che Santoro non effettuerebbe. Non ho potuto seguire per intero tutte le puntate di annozero perchè dalla norvegia non è banale :unsure: ma ho visto diversi pezzi su internet, molti commenti e i dati, l'ascolto. Se a 7 milioni o più di italiani interessa il programma di Santoro, non lo rende solo questo fatto servizio pubblico nel senso che molte persone con il telecomando scelgono di vedere quel programma? Mi sembra il sistema più semplice, in quanto capisci che un programma soddisfa gran parte delle persone che pagano il canone. Se al suo posto mettono un programma che è seguito da 1 milione o meno di telespettatori credo che la RAI perderebbe non solo soldi e credibilità, ma anche la sua funzione di servizio pubblico per i 6 milioni di telespettatori che sceglieranno altri canali. Questo, almeno, è il mio pensiero.
Intervengo solo per chiedere a Manifredde cosa intenda lui per "servizio pubblico" che Santoro non effettuerebbe. Non ho potuto seguire per intero tutte le puntate di annozero perchè dalla norvegia non è banale :unsure: ma ho visto diversi pezzi su internet, molti commenti e i dati, l'ascolto. Se a 7 milioni o più di italiani interessa il programma di Santoro, non lo rende solo questo fatto servizio pubblico nel senso che molte persone con il telecomando scelgono di vedere quel programma? Mi sembra il sistema più semplice, in quanto capisci che un programma soddisfa gran parte delle persone che pagano il canone. Se al suo posto mettono un programma che è seguito da 1 milione o meno di telespettatori credo che la RAI perderebbe non solo soldi e credibilità, ma anche la sua funzione di servizio pubblico per i 6 milioni di telespettatori che sceglieranno altri canali. Questo, almeno, è il mio pensiero.
Quindi questa discorso varrebbe anche con programmi come.... chennesò "L'isola dei famosi"?
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Sbaglio o si parlava di approfondimento politico? :wacko:
Intervengo solo per chiedere a Manifredde cosa intenda lui per "servizio pubblico" che Santoro non effettuerebbe. Non ho potuto seguire per intero tutte le puntate di annozero perchè dalla norvegia non è banale :unsure: ma ho visto diversi pezzi su internet, molti commenti e i dati, l'ascolto. Se a 7 milioni o più di italiani interessa il programma di Santoro, non lo rende solo questo fatto servizio pubblico nel senso che molte persone con il telecomando scelgono di vedere quel programma? Mi sembra il sistema più semplice, in quanto capisci che un programma soddisfa gran parte delle persone che pagano il canone. Se al suo posto mettono un programma che è seguito da 1 milione o meno di telespettatori credo che la RAI perderebbe non solo soldi e credibilità, ma anche la sua funzione di servizio pubblico per i 6 milioni di telespettatori che sceglieranno altri canali. Questo, almeno, è il mio pensiero.
Quindi questa discorso varrebbe anche con programmi come.... chennesò "L'isola dei famosi"?
E poi, nessuno ha mai chiesto all'isola dei famosi di chiudere (io no almeno), ciò non toglie che non mi piace, non la vedo, compatisco i suoi fan, e fine della storia :lol:
Mi pare un filino diverso :P
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Sbaglio o si parlava di approfondimento politico? :wacko:
Intervengo solo per chiedere a Manifredde cosa intenda lui per "servizio pubblico" che Santoro non effettuerebbe. Non ho potuto seguire per intero tutte le puntate di annozero perchè dalla norvegia non è banale :unsure: ma ho visto diversi pezzi su internet, molti commenti e i dati, l'ascolto. Se a 7 milioni o più di italiani interessa il programma di Santoro, non lo rende solo questo fatto servizio pubblico nel senso che molte persone con il telecomando scelgono di vedere quel programma? Mi sembra il sistema più semplice, in quanto capisci che un programma soddisfa gran parte delle persone che pagano il canone. Se al suo posto mettono un programma che è seguito da 1 milione o meno di telespettatori credo che la RAI perderebbe non solo soldi e credibilità, ma anche la sua funzione di servizio pubblico per i 6 milioni di telespettatori che sceglieranno altri canali. Questo, almeno, è il mio pensiero.
Quindi questa discorso varrebbe anche con programmi come.... chennesò "L'isola dei famosi"?
E poi, nessuno ha mai chiesto all'isola dei famosi di chiudere (io no almeno), ciò non toglie che non mi piace, non la vedo, compatisco i suoi fan, e fine della storia :lol:
Mi pare un filino diverso :P
Mi interessava appunto conoscere cosa ne pensava Ciffo, perchè dal suo post mi pare di capire che "servizio pubblico = grandi ascolti". Non mi pare che ponesse differenze tra genere di programmi. E' che in passato ho sentito dire che nel servizio pubblico non bisogna pensare solo all'audience, ma anche alla qualità. Ora invece mi pare di capire che nel caso di Santoro si faccia proprio leva sull'audience per definire ingiustificata la sua cacciata.
Per quanto mi riguarda i due aspetti vanno tenuti in conto entrambi. Io per esempio leverei "L'isola dei famosi" dalla RAI, perchè mi pare poco consona ad un servizio pubblico, anche se non lo considero un programma scandaloso.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Premesso che per me il programma di Santoro era anche un programma di grande qualità.....in realtà il discorso che si fa in genere non è proprio questo:quello dell'audience è un dato che si cita spesso perchè una delle obiezioni più sciocche che vengono fatte ad Annozero è quella di "essere pagato con i nostri soldi".Al che si fa presente che in realtà non è cosi,perchè il programma di Santoro è il più seguito del secondo canale e porta alla rete un sacco di soldi.Non è un discorso di audience fine a se stessaE' che in passato ho sentito dire che nel servizio pubblico non bisogna pensare solo all'audience, ma anche alla qualità. Ora invece mi pare di capire che nel caso di Santoro si faccia proprio leva sull'audience per definire ingiustificata la sua cacciata.
Effettivamente non avevo minimamente pensato all'isola dei famosi, visto che per me non è un programma televisivo. Tra gli italiani (e quindi tra chi paga il canone) ci sono anche persone a cui piacciono questo genere di cose, e quindi è giusto che ci siano... Esiste sempre il telecomando che ti permette di cambiare canale o spengere la tv se quel che vedi non ti interessa. Chiaramente non vuol dire che ci deve essere questo tipo di programmi 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno.... a tutto c'è un limite, che dovrebbe essere dettato dal buonsenso che purtroppo è facile da invocare ma difficile da applicare.
Se la RAI fosse una società televisiva "normale" valorizzerebbe tante persone che lavorano bene e portano soldi (tra cui Santoro), e con più introiti potrebbero far diminuire o addirittura eliminare il canone (una tassa che mi sembra ormai obsoleta e che molti comunque non pagano), ma chiaramente gli interessi in ballo sono ben altri...
Il tutto, ovviamente, IMHO :lol: