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Gusti letterari, che parametri usate?
C di Coll
creato il 23 luglio 2009

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Coll
Confratello
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Inviato il 29 luglio 2009 0:06 Autore
In genere non mi piacciono i romanzi "a tema", quelli cioè dove l'autore ha già un'idea in testa (la religione è male, la guerra fa schifo, lo Stato è corrotto) e utilizza la trama solo per educare il lettore. Però non disprezzo storie dove si trattano argomenti più generali (la caducità della vita, il valore del libero arbitrio, l'importanza della famiglia) che interessano l'essere umano nel suo insieme e non nel suo particolare.

Be', questa secondo me è questione di saper esprimere i contenuti oppure no. Leggendo certi libri, si ha come l'impressione che l'autore ti consideri un bambino o un idiota che deve convincere con ogni mezzo della verità di cui lui è a conoscenza. Questo (ok, sto esagerando) in effetti può essere irritante. Un buon autore non cerca di convincerti, espone il problema e magari dice la sua (anche indirettamente, non esplicitamente).

Qui entriamo in un altro che per me è fondamentale: dire le cose con stile. Per me è importante non solo quello che dice l'autore, ma come lo dice. Ed è forse propro qui, per rimanere nel fantasy, che per me Erikson, Martin (e pure Jordan, anche se non sempre) si innalzano ad un livello superiore rispetto a quello dei loro colleghi.

Per quanto riguarda lo stile in sé per sé, forse questo mi condiziona, ma qualche settimana fa mi è capitato di leggere un racconto di GRRM (canzone per lya) subito dopo aver finito un romanzo di un tale Glenn Cooper (la biblioteca dei morti, vi risparmio i commenti in generale sul libro). Il divario è netto già a partire dallo stile. Non so, forse era colpa anche del traduttore, ma davvero...se scrivi così non stai facendo letteratura..

 

Poi, non so perché, ma a volte ho davvero l'impressione che alcuni autori eccellano in quasi tutto, quasi una cosa tirasse l'altra, e alti abbiano pecche ovunque. bah.


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AryaSnow
Assassina al servizio della Barriera
Guardiani della Notte
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AryaSnow
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Guardiani della Notte

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Inviato il 29 luglio 2009 13:05

Oddio, questo topic è bellissimo e ci sarebbero un sacco cose da dire e il discorso è complessissimo.

 

Prima di tutto, la divisione tra "Letteratura di Alto Livello per Eletti" e "Letteratura commerciale per poveri ignoranti" mi sembra un atteggiamento dato da chiusura mentale o desiderio di fare i superiori nei confronti di qualcuno (in un senso o nell'altro), che non condivido per niente. I libri li divido semplicemente in base a quanto mi piacciono. Punto. Possono esserci libri commerciali e di impatto immediato sulla massa che mi piacciono molto e libri "molto intellettuali" che non mi dicono niente, non giudico per forza peggiori i primi libri, nè viceversa. Poi è vero che ci sono libri che vendono tantissimo che ritengo scarsi (e che penso abbiano così successo perchè molte persone non hanno esperienza di lettura e/o sono superficiali in generale), ma non è un'opinione che mi sono imposta a priori per il pregiudizio "best seller commerciale=schifo".

 

Comunque...

 

1) Personaggi: tendenzialmente è la cosa a cui dò più importanza (poi ci sono mille eccezioni). Un romanzo per me è prima di tutto è una storia di persone, queste devono (in genere) stimolarmi almeno un po'.

 

Le mie esigenze finali a riguardo sono di due tipi (spesso ne viene soddisfatta solo una, e va già bene anche così):

- personaggio coinvolgente non me ne frega nulla se è simile a me o meno, se empatizzo con lui o meno, se rispecchia o meno le mie simpatie o i miei criteri morali. Basta che mi susciti qualcosa! Svariati miei personaggi preferiti infatti mi hanno emozionata molto in negativo: mi hanno irritata, fatto venire voglia di entrare nel libro e ucciderli... e il bello è proprio lì :blink: Significa che è riuscito a staccarsi dalla carta e ad apparirmi come "persona", se riesce a farmi incavolare. Ovviamente mi riferisco al fastidio dato dal carattere del personaggio, non dal fatto che è costruito male =P

- personaggio simpatico se mi affeziono ad un personaggio/mi ritrovo in lui/lo ammiro/mi metto a tifare per lui ovviamente la cosa mi fa piacere. E' bello provare questo tipo di emozioni durante la lettura. Però il coinvolgimento alla base deve sempre esserci: non va per nulla bene un personaggio che moralmente approvo ma che mi lascia fredda mentre ne leggo.

 

I criteri principali con cui li giudico sono:

- Spessore: ovvero complessità e approfondimento, spesso le due cose vanno insieme (ma non è nemmeno sempre così). Più un personaggio ha dettagli e informazioni, più mi appare facilmente "persona vera e sfaccettata". In questo modo ha anche più possibilità di non essere uguale a 1000 altri. I dettagli ovviamente non devono nemmeno essere eccessivi e messi lì per il compiacimento dell'autore. Inoltre mi piacciono personaggi con conflitti interiori (morali e non) ed emozioni diverse, questo tendenzialmente aumenta la complessità e rende il personaggio più interessante.

- Carisma: con questo intendo semplicemente qualcosa di molto ampio: quell' "energia" che scaturisce dal personaggio e ti dà quel brivido in più in un senso o in un altro. Per questo sono molto importanti i gesti e i dialoghi. E' una cosa completamente diversa dall'approfondimento, può essere data anche da un personaggio del tutto monodimenzionale e stereotipato. Inoltre un personaggio carismatico non deve per forza rappresentare una persona carismativa.

- Originalità: l'originalità vera e propria è assai difficile, dopo secoli di letteratura. Diciamo che già qualcosa di "non particolarmente abusato" è un risultato più che soddisfacente. Non è nemmeno una cosa che richiedo per forza, però se questa originalità c'è la cosa la apprezzo molto.

- Gusto personale: sono abbastanza aperta un po' a tutte le tipologie di personaggio, ma delle preferenze soggettive comunque ci sono: ci sono tipi di personaggio che tendenzialmente mi intrigano di più e altri di meno. Non c'è dietro un motivo razionale e non c'entra molto con la capacità dell'autore, è davvero un puro gusto soggettivo. E, a questo proposito, la penso al contrario di Balon: a me piacciono un sacco i personaggi "tempestosi" che passano da un'emozione all'altra e abbiano un po' di "follia" (o anche molta). Questo non solo perchè io invece un po' "pazzoide focosa" lo sono personalmente, ma anche perchè... semplicemente li trovo interessanti e spesso anche più complessi e sfaccettati. In genere invece detesto il modello della donna-angelo (poi niente è un assoluto, può anche capitarmene qualcuna che mi piace) e in molti casi anche personaggi forzatamente buonisti (ma ci sono molti personaggi "molto buoni" che invece mi emozionano e veramente trasmettono quella forza che spinge ad ammirarli e/o simpatizzare) o molto idolatrati/predestinati (il grande personaggio storico conosciuto e ammirato, l'eroe predestinato a salvare/conquistare il mondo, la simpaticisssima persona che tutti trovano piacevole ecc... ma anche qui ci sono tutte le eccezioni). Non impazzisco nemmeno per personaggi troppo tranquillini e poco energici, in genere.

Esempi riferiti ad ASOIAF? Sansa, Dany, Bran. Questi personaggi non è che mi dispiacciano... ma non mi fanno troppo impazzire.

- Credibilità: un po' è compresa nelle categorie precedenti, ma la cito comunque come cosa a parte. Quoto chi dice che credibilità e realismo sono due cose diverse. Inoltre evidenzio che sono due cose ben distinte l'essere credibili e l'essere comuni: mi va benissimo un personaggio che faccia o viva cose che al 99% una persona non può fare o vivere, mica voglio solo personaggi o eventi ordinari. Basta che una cosa mi suoni possibile.

Altra cosa: in genere ritengo un difetto quando l'autore fa sentire il suo peso sul personaggio, distraendomi dalla lettura e facendomi pensare "ah, questo personaggio di sicuro all'autore sta simpatico, si vede!".

 

Stile: questo è un fattore un po' trasversale, per molti versi è questo che determina gli altri parametri. Ad esempio: un personaggio diventa carismatico proprio se il suo dialogo è scritto molto bene, nel senso anche tecnoco del termine. Poi ci sono altre regole più formali: non usare parole inutili, scrivere per rendere il contenuto e non per autocompacimento del suono delle parole, evitare parole o strutture ripetute, non usare espressioni troppo trite ecc. Ah, la gestione del punto di vista per me è una delle cose più importanti che ci siano nella tecnica.

 

Trama: preferibilmente non troppo scontata e non troppo banale... ma a volte anche con svolte prevedibilissime si riesce a creare una tensione tale che... la cosa è davvero da ammirare. Apprezzo sia la complessità sia la semplicità, ma se è semplice è chiaro che è più facile diventare scontati e banali.

 

Messaggio: se lo condivido o meno in genere non ha molta importanza, basta che sia ben reso, mi emozioni nel bene o nel male (va bene anche se mi disturba). Concordo con Balon: ben venga un romanzo con messaggi profondi e particolari, è qualcosa di molto diverso da un saggio e spesso ha efficacia diversa. Non deve nemmeno esserci per forza chissà quale ragionamento profondo, ma una qualche riflessione in genere voglio che me la faccia fare. Se poi viene espresso in modo troppo forzato, pedante o banale spesso dà fastidio pure a me.

 

Ambientazione: è importante che venga ben resa l'atmosfera di un luogo, che riesca a farmi immegere dentro quel posto al momento della scena. In questo a desempio Martin per me ci riesce benissimo, anche se come studio antropologico-culturale non è affatto tra gli autori fantasy migliori. Di quest'ultima cosa mi importa invece davvero poco, e in particolare non me ne frega niente del fatto che l'autore di sia sbattuto a creare linguaggi particolari per il suo mondo. Non mi piace nemmeno vedere pagine e pagine di pura descrizione dell'ambientazione, come se l'autore desiderasse far vedere che ambientazione curata ha creato e compiacersi del suo bellissssimo mondo: anche se uno ha curato molto l'ambientazione, che me la trasmetta gradualmente, mescolandola ad altre cose, in poco spazio e in maniera emozionante... non mi faccia discorsi pallosi =P Da quest'ultimo punto di vista: ok a Erikson e abbasso Tolkien :wacko: Aspetto il linciaggio :mellow:


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zack86sq
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Inviato il 08 settembre 2009 19:13

Che bel topic! :wub: Frutto la suddivisione di AryaSnow perchè tanto è simile a quella che avevo in mente. >_>

"Letteratura di Alto Livello per Eletti" e "Letteratura commerciale per poveri ignoranti": a quanto pare diversamente da molti di voi credo che questa distinzione sia reale e in qualche modo identificabile immediatamente. Prima di continuare però specifico che nella "letteratura di alto livello", imho, non ci sono solo saggi e romanzi diffusi in 1000 copie. Molti di quelli che reputo capolavori sono anche dei successi commerciali. So che scatenerò le ire di molti fan di Manfredi ma quest'estate ho letto in successione due libri che possono in qualche modo essere paragonati: "Memorie di Adriano" della Yourcenar e "Alexandros" di Manfredi. Si ok, mancava Napoleone. ^_^

Comunque nonostante entrambi siano dei bestseller e mi siano piaciuti molto per ragioni diverse, non credo di fare torto a nessuno dicendo che il primo è letteratura e il secondo è solo intrattenimento commerciale. Come so per certo che "On the Road" di Keruac non è solo un viaggio su strada, o Il signore degli Anelli una storia per bambini e potrei continuare all'infinito. Ogni opera che voglia dirsi Letteratura secondo me trascende dalle vicende che narra, è in grado di sopravvivere allo scorrere del tempo, alle mode del momento, è portatrice di un messaggio universale che può essere compreso e divulgato. Spinge gli uomini a compiere delle azioni, crea movimenti d'opinione, modifica il modo di approcciarsi alla letteratura da parte degli altri scrittori.

Secondo me ciò è possibile perchè l'opera in questione è la sintesi perfetta (o quasi) tra il messaggio che si vuole dare, la storia narrata e la forma. Perciò i propri gusti personali permetteranno di apprezzare più o meno un'opera letteraria, ma credo che indipendentemente da questo Tolkien non avrebbe potuto scrivere TLOR come il capolavoro che conosciamo noi se non nel modo in cui lo ha fatto.

 

Detto questo, quando si parla di opere commerciali, come nel 99% del fantasy e della sci-fi, la mia personale opinione su alcune categorie è piuttosto semplice e si basa sul concetto di verosimiglianza e su una domanda: perchè?

 

Personaggi: Nessuna preferenza specifica sul comportamento se non una: perchè? Cosa gli è successo? Parla, cammina in un certo modo: perchè? Se un uomo si sveglia di notte in preda agli incubi voglio sapere perchè. Fino all'infinito.

 

Stile: Secco e asciutto. Aulico. Volgare e crudo. Periodare complesso, semplice. Non ha importanza. Quello che conta è che sia adeguato ai personaggi e alla storia che racconta. L'importante è che presa una scelta e iniziato in un certo modo non ci siano dei cali e non ci siano errori grossolani che rovinino la lettura e rompano la finzione scenica. Unica cosa che non sopporto è il narratore che anticipa gli eventi e le reazioni dei protagonisti.

 

Trama: Se un libro riesce a rendere interessante un uomo che legge un quotidiano economico è letteratura. Cercando di essere più completo, anche la trama deve rispecchiare il principio di verosimiglianza e la solita domanda: perchè? I deus ex machina sono da abolire. Anche i capitoli che terminano con to be continued, ma finchè son fatti bene lasciamo stare..

 

Messaggio: Necessario. Ciò che distiungue un enterteinment da un'opera letteraria.

 

Ambientazione: Anche qui, non importa cosa l'autore aveva fumato prima di inserire le auto volanti funzionanti a magma terrestre, però deve essere verosimile.


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Giuggy
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Giuggy
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Inviato il 24 ottobre 2009 21:54

I criteri che uso sono molto generali perchè in linea di massima per me l'importante è che i libri mi facciano immedesimare nella storia e viverla come se fossi un personaggio!

 

Trama: importante fino ad un certo punto, la scelta del libro solitamente inizia da qui, quindi solitamente inizio che già mi piace.

 

Ambientazione: non importante, purchè sia ben i luoghi siano ben descritti. Preferisco le amibientazioni inventate perche così posso immaginarmi tutto liberamente.

 

Stile: senza troppi giri di parole, deve saper coinvolgere!

 

Personaggi: importanti devono avere un certo spessore e suscitarmi emozioni (positive o negative)

 

Messaggio: non indispensabile, o meglio voglio che il libro mi lasci qualcosa su cui riflettere ma non morali oppure soliti messaggi ( ad esempio come il libri scolastici che ti devono per forza far imparare qualcosa)


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Metal Duchess
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Inviato il 25 ottobre 2009 0:25

Io faccio parte di quella sezione della popolazione che legge soprattutto i cosidetti "classici".La letteratura contemporanea mi sembra un pò scontata,anche se ci sono delle eccezioni che spiccano(vedi Stefano Benni,Gianni RodARI,Choelo,Marquez e naturalmente Martin ;) ).

A questo punto si inserisce la mia concezione di stile;per me è fondamentale.Un romanzo può avere uno spunto eccellente e una trama anche intrigante,ma se la forma è pasante,le figure retoriche ripetitive e fruste,la struttura della frase e la sintassi poco scorrevole,allora non è un buon romanzo.In questo condivido in tutto e per tutto la teoria del Croce! :D

Per quanto riguarda la trama,ritengo sia fondamentale un intreccio coerente e lineare,anche se complesso.Via libera quindi alle storie parallele,ma sdnza scordarsi la linea guida(cose che purtroppo,in progrtti sempre più spesso ambiziosi,gli scrittori si dimenticano di curare).

Anche i personaggi devono essere ben calibrati al punto di diventare tasselli indispensabili.Fuori quindi i personaggi superflui(a meno ché non siano funzionali al personaggio principale).Per piacermi,in un romanzo devono essercI caratteri in cui mi rispecchio;quindi duri e anche un po freddi,razionali e capaci di affermarsi nel fluire degli avvenimenti:sono loro che scrivono la propria storia,non la storia che li plasma.

D'altro canto,sono necessari anche quei perdsonaggi che si lasciano andare alle passioni,decadenti in maniera evidente,portati alla distruzione e all'autodistruzione.No ai sentimentalismi,ai sentimenti da soap opera che non servono a nulla e non danno messaggi(vedi i protagonisti creati da un Moccia qualsiasi).

Ad ogni modo,servono personalità forti che dirigono la storia,sia in un senso che nell'altro.

Per quanto concerne l'ambientazione,sono necessarie descrizioni dettagliate ma on monotone,che sappiano esaltare gli aspetti caratteristici.Per quanto riguarda i luoghi,mi piace molto la contrapposizione chiudo/aperto o luce/buio.Le ombre,la notte,il fuoco e l'alba.Anche la collocazione temporale è importante:al rogo auto volanti,alieni etc etc...si invece a rappresentazioni realistiche del passato!Ma serie,nel senso che ogni cosa deve congruire con la vera storia.In lcune circostanze possono andare bene anche le ambientazioni futuristiche,ma sempre in un contesto decadente e comunque con punti in comune con la realtà odierna.

E per quanto riguarda il messaggio?

Beh,ritengo che non sia per forza necessario dare un messaggio o educare,soprattutto perchè a volte ci si concentra troppo sul contenuto e la forma viene lasciata un pò a sè stessa.

L'autore non deve scriere per dare un messaggio agli altri,ma per parlare con se stesso.Se la storia è ben scritta(cioè aderisce ai punti prima elencati)l'obbiettivo pedagogico puù passare tranquillamente in secondo piano. :(

piuttosto,vorrei porre l'attenzione anche sulle storie popolari e raccolte di fiabe e leggende:una volta esaminate,si capisce che ormai si è perso qualcosa...io ritengo che la letteratura più vera sia quella...che una volta apparteneva a tutti,mentre ora non appartine che a pochi appassionati..... ^_^


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Seetharaman Toral
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Inviato il 25 ottobre 2009 14:18

Io faccio parte di quella sezione della popolazione che legge soprattutto i cosidetti "classici".La letteratura contemporanea mi sembra un pò scontata,anche se ci sono delle eccezioni che spiccano(vedi Stefano Benni,Gianni RodARI,Choelo,Marquez e naturalmente Martin ;) ).

 

così pochi :( ?

e citi proprio Choelo, che fa fa praticamente un libro uguale all'altro e Benni che fa altrettanto (lo trovo mgliore di Choelo e ha scritto qualche libro davvero carino, ma per il resto è un autoplagio scontatuccio)?

 

 

pochi appassionati..... :D

tranquilla, siamo ancora tanti ^_^


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Inviato il 25 ottobre 2009 21:31

Io faccio parte di quella sezione della popolazione che legge soprattutto i cosidetti "classici".La letteratura contemporanea mi sembra un pò scontata,anche se ci sono delle eccezioni che spiccano(vedi Stefano Benni,Gianni RodARI,Choelo,Marquez e naturalmente Martin :( ).

 

così pochi :D ?

e citi proprio Choelo, che fa fa praticamente un libro uguale all'altro e Benni che fa altrettanto (lo trovo mgliore di Choelo e ha scritto qualche libro davvero carino, ma per il resto è un autoplagio scontatuccio)?

 

 

pochi appassionati..... ^_^

tranquilla, siamo ancora tanti ;)

meglio allora!!!qUANDO PARLO DI oDino e Thor,o anche delle stesse fiabe nordiche(anche se sono nata in italia sono cresciuta con quella cultura :( sembra che parlo di cose fuori dal mondo!!!

 

Ad ogni modo,io ho espresso i miei gusti...Poi ne avrò dimenticati altri(mi viene in mente ora Eco,ad es)ma il senso era che per me,di scrittori davvero bravi,ce ne sono pochi....

ps.Se parli di Benni in quel modo si vede che non hai letto molto di lui,o se l'hai fatto,è stato in maniera superficiale....Leggi Maegherita Dolcevita e la Grammatica di Dio,ad esempio....sono moooolto diversi!Spesso i temi ricorrono,ma il modo in cui sono affrontati sono davvero diversi!!!


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Seetharaman Toral
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Inviato il 25 ottobre 2009 21:42

Margherita dolcevita non m'è piaciuto quasi per niente, quel quasi lo metto per la frase finale davvero bella...di lui ho letto molti libri, ma a parte un paio non li ho trovati nè granchè divertenti nè granchè acuti. Margherita dolcevita ad esempio è quanto di più scontato non si può, Elianto e La compagnia dei celestini sembrano quasi scritti da un altro autore per l'abisso che c'è...ma vabbè siamo OT, non è il topic su Benni questo :D

 

Sui gusti nulla da dire, ognuno ha i suoio e non toccano, però dire che la letteratura moderna a livello di nomi di rilievo si riduce a quattro gatti tra cui Benni e Choelo non mi pare proprio il caso...e sia dell'uno che dell'altro ho letto mooolti libri ^_^

 

Comunque sulle fiabe nordiche e mitologie varie, che io sappia non saranno degli argomenti "bestsellers" ma comunque c'è un bel po' di gente che se le sciroppa...a me le varie mitologie mi son sempre piaciute ma non ho letto granchè su quelle nordiche, solo roba sparsa, dovrò comprarmi un qualche libro un giorno. I miti greci li adoro, erano divertentissimi.

Comunque se ti piacciono queste cose magari leggi "Il libro deglie sseri straordinari" di Borges (grande autore "recente"), è una raccolta di miti e leggende da tutto il mondo riguardo appunto creature varie :(


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Inviato il 25 ottobre 2009 22:00

io ho i libri di fiabe di quando ero piccola :D io non parlo di libri famosi,ma di pubblicazioni locali,scritti anche in Scozzese,che riportano le òeggende popolari...Poi in italiano,ho letto Miti e leggende nordiche.

Carino!è un buon sunto! :(


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