Io mi butto; secondo me è L'alienista di Caleb Carr
Scusate il ritardo e...
Brava korlat! è proprio questo libro.
A te " />
" /> grazie, allora vado:
Quella fu l'ultima volta che lo vide, e pochi giorni dopo, per la prima volta, nella casa si parlò del fatto che Harry era morto.
Harry potter? " />
bè ad essere onesto è la stessa cosa che ho pensato io..Harry potter? " />
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Non le pare di ricordare nessun Harry in quel libro, però la frase ha fato venire in mente alla Dama "La casa degli spiriti" di I. Allende... Tentar non nuoce... " />
No, non è un libro della bravissima Isabel Allende.
tre piccoli indizi:
1) il libro è piuttosto breve
2) Harry non è il protagonista ma il fratello
3) l'autore non è fra i viventi
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un ulteriore aiutino?? " />
Di certo è un libro che porta sfortuna...è breve, il fratello del protagonista è morto, e pure l'autore è defunto....
aggiungo tre indizi:
- il libro in questione fa parte di una saga composta dal altri tre
- ogni libro ha protagonisti diversi... ma il vero protagonista non è umano, umanoide o animale.
- è una saga mitica!!
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più facile di così
Non dirmi che il secondo libro della saga dei Mitago di Robert Holdstick...... la regione sconosciuta, mi pare sia il titolo...
Bravo Eddard, hai capito il libro e l'autore ma il titolo non è quello ^^
Esatto!
a te la palla " />
Adesso vorrei postare una citazione da un libro che ho letteralmente adorato...ma l'ho prestato a mia nipote che non l'ha ancora finito. Quindi devo postarne un'altra, di un altro libro che adoro.
Davanti al caffè, il dottor Skowronnek fece fermare la carrozza. Andò, come ogni giorno, al solito tavolo. La scacchiera era là, come se il capitano distrettuale non fosse morto. Venne il cameriere per portarla via, ma Skowronnek disse: "La lasci, la lasci." e giocò una partita con sé stesso, e intanto sorrideva sotto i baffi, e di tanto in tanto rivolgeva uno sguardo alla poltrona vuota di fronte a lui, negli orecchi il lieve rumore della pioggia autunnale che tuttora, instancabile, scorreva sui vetri.