Insolito per me aprire discussioni per una sola pellicola, ma l'ultima fatica di Olmi può aprire anche discussioni che esulino dal solo cinema. Ovviamente senza cercare il degenero, trovo più che corretto postare delle riflessioni su una pellicola tanto difficile, quanto riuscita. Distribuito quasi un anno orsono o ora disponibile in Dvd, il film narra la storia di un professore che da un giorno all'altro decide di lasciarsi il passato alle spalle. Ma prima, inchioda al pavimento cento dei libri della biblioteca scolastica, tutti di matrice religiosa. Nella sua fuga, troverà una nuova vita in un paesino di campagna, e verrà chiamato dagli abitanti / nuovi vicini di casa Cristo, per via del suo look.
A parte un'interpretazione di Raz Degan veramente notevole, e quantomai inaspettata, la pellicola offre tematiche scomode, quali l'abbandono della letteratura e della religione in favore di una riscoperta dei valori veri della vita. Per dare il senso di quanto Olmi si sia spinto avanti in questa sua crociata personale ma convidivisibilissima, ecco alcune delle frasi pronunciate dal protagonista.
"La sapienza del mondo è una truffa. I libri servono ogni padrone. Dio non parla con i libri. È Dio il massacratore del mondo, non ha salvato neanche suo figlio sulla croce. Il giorno del giudizio sarà lui a dover render conto di tutta la sofferenza del mondo. Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico"
Notare che la pellicola ha subito forti critiche e boicottaggi, ma ora l'edizione dvd le rende finalmente giustizia. Una pellicola senza dubbio scomoda, ma quanto mai sentita, genuina e vera. Se ne vedono pochi di film così coraggiosi e "diversi" al giorno d'oggi.
Qualcun altro l'ha visto?
finalmente con l'edizione dvd potrò gustarmelo... conto di vederlo quanto prima, mi avevano colpito alcune frasi delle poche pubblicità viste un anno orsono... a maggior ragione se il nostro critico cinefilo preferito ne è rimasto colpito :unsure:
Visto e apprezzato! Molto azzeccate alcune scene. Sicuramente è riuscito a trasmettere bene il suo pensiero, condivisibile o meno.
"lei fa parte di qualche organizzazione clandestina a scopo eversivo o terroristico?"
"si, ho fatto parte del corpo insegnanti"
"ma non è un reato"
"a volte si"
Non mi ha convinto troppo, a dire la verità. Certo, io non faccio testo sotto molti punti di vista non essendo un estimatore di Olmi (definire imbarazzante Cantando dietro i Paraventi è quasi fargli un complimento per quanto mi riguarda) eppure non considero questo film un totale spreco di tempo. Un po' perchè è italiano, e se certi particolari ne soffrono non è solo colpa del Regista, un po' perchè l'inizio mi aveva quasi convinto, lo avevo trovato essenziale al punto giusto. Però non posso fare a meno di registrare come il resto del film ondeggi paurosamente tra la presunzione di un messaggio che viene abbozzato ma non arriva mai, o meglio, si disperde in tante direzioni, tutte comprensibili, senza mai scegliere una via univoca, ed alcune soluzioni stilistiche da film TV. Come lessi da qualche parte ai tempi in cui vidi il film, sembra non sia mai possibile capire se ci si trova davanti a una schifezza o a un saggio di cinema insubordinato.
Chiariamoci, non che non abbia dei lati positivi, ma comincio ad essere stufo delle nostre "pellicole scomode" volontariamente verbose e che troppo spesso si riducono ad una pastetta facile facile, di modo che uscendo dal cinema tutti sappiano esattamente cosa pensare. Non mi attira, ma è pur sempre la mia personalissima opinione.
SJ