dopo 16 anni di quasi totale mancanza dalla scena internazionale come grande potenza la russia negli ultimi anni cerca di riafferrare quel ruolo che durante il comunismo si era prepotentemente ritagliata.Ora,che lo strapotere americano venga in qualche modo equilibrato dal sorgere di altre potenze(russia cina e in misura minore anche brasile e india alzano la testa di poche settimane fà la notizia che il brasile stia iniziando a dotarsi di un esercito professionale e di sottomarini nucleari)mi preoccupa piuttosto il ruolo dell'europa in tutto questo,nn si rischia ancora una volta di restare schiacciati in modo opprimente tra asia e america?
nn sarebbe il caso che anche l'europa si doti di organi comuni a tutti gli stati,come la costituzione,un unico parlamento e un esercito interamente europeo e nn più nazionale?
siamo ancora in tempo ad abbandonare l'orgoglio nazionalista e unirci per nn farci schiacciare ancora come dopo la prima e la seconda guerra mondiale??
discorso che in forma minore vale anche per l'italia,siamo davvero a un punto così inconciliabile come ci vogliono far credere?
vi posto questi 2 link:
sconfinamenti russi in georgia
a voi la palla!
Sì, il rischio che l'Europa toni ad essere un vaso di coccio tra due vasi di ferro è molto probabile: gli Usa, seppure in grande difficoltà, restano una potenza e l'Asia sta vivendo una riscossa incredibile. La Russia, grazie al petrolio e al gas metano, è risorta. La Cina cresce a ritmi impressionanti, l'India le sta subito dietro, la Persia (o Iran) sta diventando la potenza centrale del Medio Oriente.
L'Europa non riuscirà mai a diventare un unico stato con una sola costituzione, un solo parlamento, un solo governo. Già il debole tentativo costituente del Trattato di Nizza è stato bocciato dai referendum di Francia e Polonia. Ma non dobbiamo dimenticare la Gran Bretagna, che ha sempre creduto molto di più nel suo Commonwealth che nell'Unione Europea. Il Regno Unito non accetterebbe mai di abbandonare la monarchia e la sterlina, tantomeno le proprie specificità nazionali, come ad esempio i parlamenti di Scozia, Galles, Inghilterra e Irlanda del nord.
Il nazionalismo oggi, paradossalmete, è molto più sentito di un tempo: si pensi alla sorte della federazione di Jugoslavia. La Francia ha un fortissimo orgoglio nazionale, la famosa aspirazione alla "grandeur" che è un retaggio che si porta dietro dai tempi del Re sole e di Napoleone.
In Italia lo slancio europeista è molto diminuito. Il passaggio all'euro ha causato un risentimento nella popolazione, che accusa la moneta unica di aver raddoppiato i prezzi: accusa non vera, anzi, se non ci fosse stato l'euro avremmo fatto la fine dell'Argentina, ma vallo a spiegare alla gente. E poi anche la Commissione europea che ci bacchetta e costringe il governo a far quadrare i conti è molto mal vista, anche se è solo grazie ad essa che abbiamo evitato la bancarotta dello stato. Per non parlare di quanto è odiato il trattato di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini comunitari: da quando la Romania è entrata nell'Unione, i Rumeni sono diventati cittadini comunitari a tutti gli effetti e si sono riversati verso ovest e anche in Italia. E molti italiani non hanno gradito la cosa, anzi, la xenofobia è diventata ancora più forte.
Io sono europeista e vorrei una Unione forte, ma sono anche realista e vedo che mancano le premesse basilari per costruirla.
<_< :unsure:
Quoto tutto quello che ha detto Lord Richard, è tutto estremamente vero.
Io ci aggiungo un "purtroppo", perché da europeista, mi piacerebbe vedere una europa unita politicamente, socialmente ed economicamente.
Cmq la posizione di russia e usa non sta piacendo per niente, poiché fanno e disfano come gli pare e piace senza troppi controlli. Ma penso che appunto il problema sia propria la non esistenza politica dell'europa.
Dal punto di vista strettamente bellico, non sono molto preoccupato: esiste pur sempre l'Alleanza Atlantica, che è sopravvissuta a pressioni ben superiori che qualche minaccia russa. Checchè se ne dica, nessuno, tanto meno gli Usa, ha interesse a lasciare l'Europa da sola, almeno nel medio periodo: siamo sempre, globalmente considerati, la più importante economia del mondo.
In realtà, sono favorevole a un ritorno della Russia ai livelli che le spettano. L'implosione dell'Impero sovietico diede il via a un periodo di forte instabilità, i cui retaggi si avvertono ancora oggi. Ben venga uno stato forte in grado di monitorare la situazione (e mi riferisco in particolare ai pericoli legati al terrorismo internazionale, ma anche alle minacce ambientali connesse allo sfacelo dell'arsenale nucleare). A nessuno fece (e fa) comodo un vuoto geopolitico in una zona cruciale dal punto di vista energetico: già Bush padre, nel '91, arrivò ad implorare l'Ucraina perchè non si scindesse dall'URSS.
L'Europa. Beh, a dirla tutta non vedo il bisogno di un esercito europeo, per i motivi prima detti, e fortunatamente, non esiste (ancora?) un'identità europea in grado di soppiantare quella nazionale.
Dal mio punto di vista, è importante che si giunga a una sempre migliore integrazione tra le economie, in modo da incrementare a vicenda i potenziali e al contempo reagire meglio a crisi internazionali.
Il Regno Unito non accetterebbe mai di abbandonare la monarchia e la sterlina, tantomeno le proprie specificità nazionali, come ad esempio i parlamenti di Scozia, Galles, Inghilterra e Irlanda del nord.
Ammesso che invece non siano le sue specificità nazionali ad abbandonare il Regno Unito <_<
L'Europa è il vaso di coccio tra quelli di ferro, nessun mistero. E con queste premesse, con la totale incapacità di far sì che il parlamento a Strasburgo si possa imporre su quelli singoli, non ci sono le premesse di un cambiamento a breve. Ci sono nazioni che guardano più agli Usa che all'Europa.
A favorire stati come USA e Cina è anche la comunanza della lingua, che qui non abbiamo (siamo seri: ià pochi italiani parlano davvero una lingua straniera "comune" com l'inglese...quanti capiscono il polacco o il greco moderno?).
tristezza... <_<
L'Europa, e quindi anche l'Italia, rischiano decisamente di rimanere in mezzo. Io sono abbastanza freddo come europeista ma non credo che possa essere un altro parlamento a risolvere la questione internazionale. Servirebbe una cooperazione seria a livello di intelligence e difesa, fermo restando il fatto che gli eserciti europei sono inferiori -soprattutto tecnologicamente- a quello britannico. Servirebbe una forte leadeship inglese, ma rimane il solito problema degli orgogli nazionali. Per carità io sono decisamente patriotico ma non stupido, so bene che a livello di esercito abbiamo poco peso; ma la Francia? La Germania? Accetterebbero di sottostare agli inglesi? Per non parlare dei paesi scandinavi che non so nemmeno se abbiano un esercito regolare. Cosa fare quindi? Io cercherei di capire bene dove conviene, si esatto conviene, schierarsi nel caso si arrivi ai ferri corti; spererei poco nell'Europa perchè credo che, sempre in caso di ferri corti, si passerebbe al classico "ognuno per sè e Dio per tutti".
Penso che il rallentamento dell'europeismo sia dovuto solo in parte all'invasione da parte dei cittadini dell'est. Il concetto è che la gente si è resa conto di non voler condividere (e quindi mischiare) le proprie tradizioni con quelle dei vicini. Voglio dire, se ad un anno di distanza si parla ancora di Zidane e Materazzi un motivo ci sarà...e non è certo benevolenza. Non è un ritorno ai nazionalismi, è semplicemente che la gente si è resa conto che, più o meno, sta bene come sta e non vuole casini dovendo cambiare, dovendo mantenere un altro parlamento e magari dover sottostare a qualche stupida direttiva che viene da un posto che nemmeno sa dove sia locato.
Ho sempre visto l'Europa Unita come una costruzione molto artificiosa, un'opera d'ingegneria sociale costruita in modo verticistico che ha dimostrato la limitata solidità delle sue basi quando ha voluto premere troppo sull'acceleratore di un'integrazione che andasse al di là di quella puramente economica.
Inutile essere utopisti: lingue e tradizioni diverse, così come faglie geopolitiche più o meno recenti, non si cancellano con un colpo di spugna in pochi decenni (la fine della Jugoslavia e dell'U.R.S.S. dovrebbero insegnare qualcosa in merito), e, secondo la mia modesta opinione, una Costituzione ed un Governo Europei, se mai ci saranno, dovranno attendere ancora parecchio tempo.
Al di là di questa considerazione vedo con favore il ritorno di una Russia forte sulla scena internazionale; il vuoto geopolitico lasciato nella regione dall'implosione dell'ex U.R.S.S. non è stato un bene e, accanto alla vertiginosa ascesa dei nuovi giganti asiatici, non mi dispiace affatto il riemergere di una potenza che, tutto sommato, ha per tradizione maggiori legami storici e culturali con l'Europa.
Certo i Paesi europei (non solo l'Italia) rischiano di tornare ad essere il vaso di coccio fra i vasi di ferro ma solo se non sapranno usare con accortezza ed abilità le loro diplomazie, che restano l'arma migliore per destreggiarsi fra i giganti e per trarre vantaggio dalla loro competizione.
Un maggiore multilaterlismo geopolitico è preferibile all'egemonia di un solo blocco. Per una quindicina d'anni il blocco anglosassone Usa-Gran Bretagna ha dettato una politica estera di tipo interventista, per cui ci sono state più guerre dopo la caduta dell'Urss che prima.
Adesso la Russia riemerge come superpotenza, cosi come emergono la Cina, l'India, l'Iran e il blocco sudamericano Brasile, Venezuela, Bolivia, Argentina: questo pluralismo ha riequilibrato la scena geopolitica.
L'Unione europea, più che cercare un'improbabile trasformazione in un'unico maxi-stato, deve puntare su una concertazione più significativa della politica estera, tenendo conto però del fatto che la potenza militare della Francia e quella economica della Germania rendono queste due nazioni un blocco egemone che ha inevitabilmente più peso degli altri membri dell'Unione.
Per quanto riguardo la Russia, penso che gli stati occidentali abbiano commesso l'errore di identificarla con il comunismo: il comunismo è stato sconfitto, è sconfitta anche la Russia... niente di più sbagliato...
La Russia è un paese dalle risorse quasi illimitate, una nazione orgogliosa e con alle spalle una storia millenaria.
Eltsin l'aveva venduta alle mafie, ma non poteva durare. Tanto di cappello a Putin che l'ha riscattata dall'umiliazione e l'ha riportandola al livello che le compete.
Così come non sottovaluto la Russia, non sottovaluto nemmeno l'UE: Francia e Germania, lo zoccolo duro dell'Unione, da sole valgono quasi come gli Stati Uniti, ed è a questi grandi due paesi che dovremmo "affidarci"...
il Regno Unito invece mi sembra proiettato verso l'altra sponda dell'Atlantico, e i nuovi membri si sono entrati nell'UE solo per ottenere vantaggi economici.
La presidenza Bush ha visto la fine della assoluta supremazia americana: la Russia è rinata, la Cina sta crescendo a pieno ritmo, l'Unione Europea, anche se non ha una politica estera molto coerente, è riuscita a diventare una potenza economica di primissimo livello. L'India, zitta zitta, sta arrivando.
Iran, Brasile, Pakistan e Turchia non sono più società pre-industriali e tra poco cominceranno a voler dire la loro (qualcun lo sta già facendo, no?)
Israele e Giappone sono in declino ma restano comunque nazioni di tutto rispetto
In questo quadro politico, a mio parere più complesso di dieci o venti anni fa, la diplomazia e le alleanze si riveleranno sempre più fondamentali... l'Europa avrà ancora un ruolo importante da giocare...
basta che non si metta a fare il genderme degli Usa come fa Israele in Medio Oriente