Vi propongo nel link un articolo relativo ad un provocatorio libro francese (non ancora tradotto in Italia) che avrebbe già suscitato parecchie polemiche:
ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA
Mi pare che su Barriera ci siano alcuni papà e mamme felici oltre a persone che in qualche altro topic hanno dichiarato di non voler avere figli.
Cosa ne pensate sull'argomento?
penso che i figli di questa donna siano molto felici di essere considerati dei parassati. :huh: :huh:
a parte questo credo che la sua opinione sia meramente personale e dal mio punto di vista anche piuttosto triste: se lo scopo della vita di questa signora era divertirsi e non rovinarsi le vacanze godendosi i soldi ricavati dai suoi libri (questo perlomeno discutibile e secondo me volutamente scandaloso per vendere) ha sbagliato tutto.
poi non so, non sono padre ma vorrei diventarlo, spero di avere dei figli. magari scoprirò che quella donna h ragione ma ne dubito. sicuramente avere dei figli costa sacrifici, però.....
Non so, io spero un giorno di avere una mia famiglia...questa donna forse non vede oltre la sua generazione dato che anche lei è stata bambina ed è stata mantenuta; sua madre doveva cucinare e lavare i panni a mano (perchè magari le lavatrici non c'erano) e probabilmente non faceva soldi vendendo libri. Spero vivamente che sia stato solo modo per vendere qualche libro e fare una vacanza più lunga, perchè altrimenti non capisco la vita di questa persona.
Io credo che a questa donna se non vuole il prodotto è perchè non riesce a trovare la materia prima. Chi ha orecchie intenda.
Figli si.
Io credo che a questa donna se non vuole il prodotto è perchè non riesce a trovare la materia prima. Chi ha orecchie intenda.
o perchè ha materia scadente, forse rende meglio.....
Non so... Non mi sono mai piaciuti particolarmente i bambini, quindi non mi ci vedo molto con un marmocchio in braccio... Non si possono avere figli già più grandi? Se avessi un figlio o una figlia mi piacerebbe essere più che altro essere visto come un fratello maggiore :huh:
basta adottarne! :huh:
su 'sto pianetucolo siamo abbondantemente in sovrannumero, credo che rinunciando al sogno d'immortalità tramite i propri geni molte cose si potrebbero risolvere.. se solo la burocrazia fosse meno ostile alla gente.....
Penso che lei abbia detto delle cose che magari chi non vuole avere figli pensa, ma non ha il coraggio di dire.
Cmq non sappiamo se lei ha avuto esperienze personali in questo campo, sarebbe interessante saperlo e capire se ha fatto un elenco per sentito dire o perché c'è passata.
Ovviamente ognuno ha la sua idea in merito, perciò si possono condividere o meno le idee della tipa.
Personalmente, a 27 anni, penso sia ancora presto averne (forse anche per alcuni dei motivi che dice sta tipa), perciò rimando l'idea a quando sarò tra i 30 e i 35.
l'autrice ha due figli: ecco una intervista alla diretta interessata:
fonte: http://www.uaar.it/news/2007/08/15/nuovo-l...on-avere-figli/
Nuovo libro di Corinne Maier: “No Kid. Quaranta ragioni per non avere figli”
Consiglio per le giovani generazioni: crescete, ma per favore non moltiplicatevi. Ecco l’ultima provocazione di Corinne Maier, scrittrice e psicanalista francese, famosa per aver scritto Buongiorno lettino, Come sopravvivere alla psicanalisi ridendo e soprattutto Buongiorno pigrizia (Bompiani), un breve libro nel quale proponeva una teoria della resistenza passiva in ufficio, cioè come portare a casa lo stipendio lavorando il meno possibile. Il manuale fu un caso editoriale e valse a Maier l’ammirazione incondizionata dei dipendenti dell’intero mondo industrializzato. Oggi si è spinta oltre.
Il suo nuovo pamphlet - No Kid. Quarante raisons de ne pas avoir d’enfant (No Kid. Quaranta ragioni per non avere figli, ed. Michalon, uscirà per Bompiani l’anno prossimo, e di cui anticipiamo alcuni stralci) - forse non raccoglierà lo stesso incondizionato favore dei lettori. Perché, come lei sottolinea: “Sono pochissimi i genitori, e in particolare le madri, che hanno il coraggio di fare un vero coming out”. Ecco: Corinne Maier ha fatto un coming out: confessa che le è capitato di rimpiangere di aver voluto dei figli. E aggiunge che, quando discute con le amiche, si rende conto che altre donne condividono questo inconfessabile sentimento. Ma lei ha avuto il coraggio di sancirlo con un libro. Provocazione? In parte. Attaccando il mito dei figli quale “bene più prezioso e gioia ineguagliata”, Corinne Maier solleva alcune questioni scomode sul ruolo ricoperto dai figli nella società. Senza essere necessariamente d’accordo con lei, dopo averla ascoltata è impossibile non guardare con occhio diverso le famiglie che la domenica spingono passeggini e raccolgono giocattoli nei parchi o sulle spiagge: se potessero tornare indietro lo rifarebbero?
Signora Maier rimpiange davvero di avere due figli?
“Ci sono dei momenti in cui mi chiedo se ho fatto la scelta giusta e comincio a pensare a cosa avrebbe potuto essere la mia vita senza figli. Mi rendo conto insomma che certe scelte implicano certi sacrifici… Quindi sì a volte mi pento”.
E lo sanno i suoi figli? Ha detto loro, citando il suo libro, che sono dei “parassiti”?
“Certo che lo sanno e non credo che sia così drammatico, sono abbastanza grandi per capire che magari uno non ha voglia di essere sempre lì sull’attenti quando si svegliano al mattino, di pianificare tutta una vita in funzione dei loro bisogni… di fare da domestica…”.
Ma non è distruttivo far capire a un figlio che è di troppo?
“Se ne dicono tante di cose… Le faccio una domanda: crede che sia sano proiettare sui figli tutti i nostri desideri e le nostre aspirazioni?”.
Si spieghi.
“Oggi gli adulti proiettano un’infanzia ideale sui figli, viziandoli senza responsabilizzarli. Nel contempo, ci si aspetta così tanto da loro in termini di socievolezza, di risultati scolastici, di eccellenza, di successo che i genitori saranno per forza delusi e i figli schiacciati dal peso della pressione”.
È per questo che lei dice che le persone felici sono quelle alle quali non è stato chiesto nulla?
“Ripeto: non credo che esista una ricetta miracolosa per far crescere degli individui felici e realizzati ma sono convinta che meno ci si aspetta dai figli e maggiori saranno le sorprese positive. Perché non ci sarà la pressione del risultato. Dai miei non aspetto nulla”. […]]
Infatti nel libro lei dice che spesso usiamo il pretesto dei figli per non fare certe cose.
“Sì, si guardi intorno: la coppia che non divorzia “per il bene dei figli” e vive una relazione miserabile, o le persone che si privano di un certo tipo di vita, di carriera, di avventura con la scusa dei figli, ma in fondo perché non hanno il coraggio di affrontare e realizzare i propri desideri”
Secondo lei carriera e figli sono aspirazioni inconciliabili.
“È una questione complessa ma osserviamo ad esempio la situazione francese: lo Stato promuove una forte politica natalista con un sistema abbastanza efficiente di sussidi, asili nido e doposcuola. Eppure anche se le donne vengono spinte a lavorare rimangono in posti subalterni”.
Perché?
“Perché è troppo faticoso! Stando alle statistiche in Francia le donne hanno il primo figlio a 30 anni. Non sono ancora all’apice della carriera e quindi non guadagnano ancora a sufficienza per pagare una tata a tempo pieno. Devono lavorare il doppio di un collega maschio e la carriera ne risente”
Nel suo caso lavorava 70 ore alla settimana: 40 in ufficio e 30 con i figli…
“È sfiancante. Con ritmi così non si ha più energia. Altro che far carriera! Credo davvero che l’unico modo per essere felici con dei figli è di essere ricchi”. […]
Le donne sono coscienti degli ostacoli che incontreranno, eppure continuano a coltivare il desiderio di maternità.
“Mi sta dicendo che tutte le donne desiderano avere un figlio? Non credo proprio”.
Diciamo che ci sono poche donne che e-sprimono un chiaro desiderio di non procreare. Come lo spiega?
“Penso che sia una costruzione sociale, una pressione fatta sulle donne”.
Nei Paesi dove è stato imposto il controllo delle nascite non è stato sradicato il desiderio di procreare.
“Continuo a pensare che oggi un figlio sia un puro oggetto capitalistico. Ma è chiaro che ci sono anche fattori più profondi quali un certo modo di ripagare un debito verso i propri genitori procreando e una certa idea d’immortalità espressa attraverso la prole. Aggiungo che i figli sono un importante elemento di integrazione sociale e, per dirlo con termini freudiani, sono un fallo ambulante, un oggetto magnifico che ci riempie”.
Un oggetto che faciliterebbe la carriera politica. Perché?
“Perché un capo di Stato senza figli è sospetto. A livello inconscio la nostra società giudica in modo negativo una persona senza figli. Come se la persona in questione fosse incompleta e - caricaturando - immatura. In particolare per chi vuole condurre una carriera politica, la mancanza di figli può essere un handycap: come se mancasse l’esperienza di gestire una famiglia, direi quasi l’esperienza della vera vita”.
Insomma un genitore è più rassicurante di una persona senza figli.
“Sì, l’individuo senza figli è spiazzante, è un elettrone libero che dipende meno dalla struttura sociale”.
Infatti lei parla del ruolo normativo dei figli nella nostra società.
“Dico che una coppia con figli è più facilmente “controllabile”.
Che significa?
“Una coppia con figli non cambierà mai attività, città, amicizie sulla base di un colpo di testa. Non potrà permettersi un comportamento asociale, non si ribellerà facilmente proprio perché deve pensare al benessere dei figli. Un individuo o una coppia senza figli sono molto più liberi e imprevedibili. In un certo senso il nucleo familiare è un elemento stabilizzante della società, è il collante di un certo ordine e conformismo. Provi a immaginare un gruppo importante di persone che decide di non procreare e di realizzare invece i propri desideri: non c’è nulla di più sovversivo!”. […]
Aggiunge che la società ama i neonati e i bambini piccoli. Ma quando arrivano a 18 anni li abbandona.
“Perché li amiamo in quanto oggetto. Ma quando diventano soggetto è tutto molto più problematico e nessuno si preoccupa del loro avvenire. È drammatico vedere tutti questi giovani vittime della precarietà e senza sbocchi. È un paradosso interessante: abbiamo dedicato uno spazio enorme ai piccoli ma una volta cresciuti né lo Stato né la società attribuiscono loro un posto”.
Ci dia il motivo principale per non avere figli.
“Se vogliamo davvero realizzare i nostri sogni e i nostri desideri, dobbiamo sapere che i figli sono un ostacolo a questa realizzazione”.
E se una donna le rispondesse che la sua più bella realizzazione sono, appunto, i figli?
“Avrei dei dubbi sulla sua sincerità: mi interesserebbe andare oltre le apparenze e scavare nel vissuto di questa persona”.
altre ragioni, credo più pertinenti, sono queste, anche se sfidano l'opinione comune:
Tolto il fatto che non vorrei mai essere figlia di una donna del genere, non trovo molto scandalose le sue affermazioni.
L'istinto materno oramai non è più qualcosa che tutte le donne hanno. Avere un figlio deve essere una scelta consapevole, bisogna essere convinti sul fatto che da qual momento in poi la propria vita sarà dedicata a rendere felici un'altra persona (il che non vuol dire fargli da cameriera e portargli la colazione a letto, se lei non è stata in grado di educare i suoi figli problemi suoi).
Avere un figlio comporta enormi sacrifici di ogni tipo e alla fine magari si è ricompensati solo da un "grazie mamma, ti voglio bene". Per alcune questo ha un valore immenso, per altre il gioco non vale la candela.
Il problema secondo me è che molte ragazze prendono la cosa alla leggera e pensano che un figlio sia un bel bambolotto da mostrare alle amiche, e da come parla questa donna mi pare che anche lei abbia riflettuto veramente molto poco su cosa voglia dire avere un figlio. Quello che mi stupisce è che di figli ne ha avuti due: dopo la prima volta piena di rinunce e frustrazioni ha deciso di farne un altro? Una donna molto coerente mi pare.
Per quanto riguarda il movimento volontario di estinzione della razza umana, non sono d'accordo. Voglio una famiglia mia, voglio dei figli miei e mi pare sia un istinto e un comportamento molto più naturale del volermi estinguere. Forse sarà un ragionamento egoistico e mi rendo conto che il problema del sovrapopolamento è piuttosto serio, ma sta di fatto che il mio istinto e la mia voglia di maternità prevalgano. Al massimo sarei disposta a pensare ad un'adozione piuttosto che al non avere figli.
Lady delle Gocciole Extra Dark
We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
Penso che lei abbia detto delle cose che magari chi non vuole avere figli pensa, ma non ha il coraggio di dire.
Condivido, anche perchè c'è moltissima retorica di segno opposto riguardo alla maternità.
L'autrice avrà anche calcato la mano per motivi commerciali ma credo si debba riconoscerle il merito di una franchezza inusuale e molto poco politicamente corretta.
Personalmente sono sempre stata allergica all'idea della maternità (pur non volendo "convertire" altri alle mie opinioni in merito) e mi dà parecchio fastidio il conformismo di chi fa figli per poi lamentarsi dei sacrifici e delle responsabilità che questa scelta comporta.
su 'sto pianetucolo siamo abbondantemente in sovrannumero, credo che rinunciando al sogno d'immortalità tramite i propri geni molte cose si potrebbero risolvere.. se solo la burocrazia fosse meno ostile alla gente.....
mi verrebbe da dire fortuna tua che i tuoi genitori la pensavano diversamente da te :huh: :huh:
per quanto riguarda il sovrannumero: il problema non credo siano i figli che faccio io, basti pensare che nella sola cina sono quasi tanti quanto europa e usa sommati insieme....
un figli sogno di immortalità???? a me sembra una cosa piuttosto naturale avere un figlio, poi uno la veda come vuole
Personalmente sono sempre stata allergica all'idea della maternità (pur non volendo "convertire" altri alle mie opinioni in merito) e mi dà parecchio fastidio il conformismo di chi fa figli per poi lamentarsi dei sacrifici e delle responsabilità che questa scelta comporta.
Condivido. Credo che il desiderio di maternità sia una di quelle caratteristiche personali non dissimili dall'orecchio musicale o dalla memoria visiva...puoi averne tanto, poco, pochissimo, zero proprio...e non c'è niente di male in nessuno dei casi.
Personalmente a trent'anni abbondanti non ho mai avuto la minima voglia di fare figli e, per fortuna, chi vive con me la pensa esattamente allo stesso modo.
Tra gli amici (a grandi linee coetanei) che hanno figli - e sono una minoranza assoluta - ce ne sono alcuni che ammettono serenamente che, tornando indietro, non lo rifarebbero. L'onestà è una gran bella cosa...in fondo l'autrice del libro ha scoperto l'acqua calda.
mi verrebbe da dire fortuna tua che i tuoi genitori la pensavano diversamente da te
beh, se avessero pensato così, io non sarei nata, ma non esistendo, non avrei certo potuto lamentarmene...
...e magari un bambino orfano avrebbe potuto trovare una casa accogliente, perchè no?
insomma, nascere o no è una cosa piuttosto casuale, fare discorsi "se l'avessero pensata così te non ci saresti" permette di fare qualunque tipo di discorso.. potrei, per dire, dispiacermi per PierUgo, il figlio che avrei potuto aver concepito due anni fa, cosa mai successa, ma non essendo nato nè avendo io nemmeno avuto lontanamente l'idea di farlo non posso rimpiangere qualcosa che non è mai successo, nè l'eventuale Pierugo potrebbe dolersene...
e in effetti capisco che non siamo noi occidentali a riempire il mondo di bambini (anche se noi ciucciamo la maggior parte delle risorse del pianeta) però non vedo che ci sia di male nelle persone che, rendendosene conto, decidono di non mettere al mondo un'altra creatura.. il fatto è che effettivamente nella nostra cultura chi non ha figli viene guardato con sospetto, è meno inquadrabile, e ci si stupisce di come possa non provare il desiderio di riprodurre i propri geni.. e soprattutto mi stupisce vedere quanta gente portatrice di malattie geneticamente trasmissibili faccia di tutto pur di procreare, pur sapendo che il figlio avrà probabilità di nascere malato.. o quelle coppie sterili che si sottopongono a pesanti terapie ormonali pur di averne uno proprio... ma non è davvero meglio adottare uno dei tanti che hanno bisogno? è così difficile poter considerare come proprio discendente uno che non abbia il proprio codice genetico?
io, per esempio, in un futuro lo farei, ma non potrò farlo, dato che non ho intenzione di sposarmi, ma di convivere... ah, amo la burocrazia :huh:
non ho capito qual'è il problema,cioè mi spiego chi mi impedisce di avere figli miei e quindi portare avanti la mia "stirpe"(ashan nn condivido la tua posizione al 100% ma sul desiderio di "immortalità la pensiamo in modo simile) e di adottare dei bambini che anche senza avere il mio sangue io possa considerare miei figli?mi pare che le due cose nn si escludano a vicenda!
riguardo all'argomento del topic,trovo migliore una del genere che dice cose abbastanza bastarde ma che tuttavia chi più chi meno può pensare che nn una come la mia vicina di casa tutta casa e figli che poi è talmente frustrata che li riempie di mazzate!