La logica di mercato non deve travalicare gli interessi della gente. Deve essere uno strumento, non un fine.
in una frase concisa il concetto che volevo esporre io.
il problema è che il liberismo IMHO è sbagliato di fondo.se la so called :lol: ''sinistra'' di questi tempi
permette queste svendite, il mio timore è che in una decina d'anni toccheranno la sanità.
e sarebbe inaccettabile
il telefono in brasile: la privatizzazione ha praticamente distrutto la rete telefonica brasiliana: in ogni regione ci sono piu ditte di telefonia, quindi piu elenchi telefonici, tutte le ditte ovviamente offrono tariffe differenti e ovviamente hanno anche prefissi differenti. Il caos piu totale. Se non sai un numero di telefono sei spacciato
Basterebbe lasciare un unico elenco, prefissi per zona e non per operatore (almeno in ricezione: ossia, se per telefonare con Wind devo anteporre 1088 non c'è problema, lo so; se per telefonare a un Wind dovessi anteporre 1088, dovrei sapere che è un Wind. Basta che non si arrivi alla seconda parte).
La logica di mercato non deve travalicare gli interessi della gente. Deve essere uno strumento, non un fine
Allora io apro sulla cima del Monte Bianco un'attività per cui mi serve l'alta tensione trifase (ma anche solo un classico monofase civile); chi paga tutte le spese di stesura della linea? :lol:
il telefono in brasile: la privatizzazione ha praticamente distrutto la rete telefonica brasiliana: in ogni regione ci sono piu ditte di telefonia, quindi piu elenchi telefonici, tutte le ditte ovviamente offrono tariffe differenti e ovviamente hanno anche prefissi differenti. Il caos piu totale. Se non sai un numero di telefono sei spacciatoBasterebbe lasciare un unico elenco, prefissi per zona e non per operatore (almeno in ricezione: ossia, se per telefonare con Wind devo anteporre 1088 non c'è problema, lo so; se per telefonare a un Wind dovessi anteporre 1088, dovrei sapere che è un Wind. Basta che non si arrivi alla seconda parte).
La logica di mercato non deve travalicare gli interessi della gente. Deve essere uno strumento, non un fineAllora io apro sulla cima del Monte Bianco un'attività per cui mi serve l'alta tensione trifase (ma anche solo un classico monofase civile); chi paga tutte le spese di stesura della linea? :lol:
Mormon, scusami, ma mi sembra pretestuosa.
Io ho parlato di Gente.
Non di Singoli.
E non dico altro.
scusami, ma mi sembra pretestuosa.
Io ho parlato di Gente.
Non di Singoli
Non è pretestuosa: gente o singoli, ci si può comunque trovare nella situazione in cui i costi siano non trascurabilmente piú alti degli attesi ricavi (e notare che parlo di ricavi, non di guadagni); a questo punto, qual è il limite per cui si può dire "No"? C'è?
Dove i costi sono molto più alti dei ricavi, allora non conviene alla Gente costruire.
Nel caso in cui la gente, il Popolo, l'unica autorità sacra della nostra cultura, deleghi a un privato, il privato deve onorare gli obiettivi assegnati dallo Stato, e in cambio dei quali farà sicuramente un sacco di soldi.
Se nessun Privato è disposto a riconoscere quegli obiettivi, si statalizzi e pensi poi lo Stato stesso a vagliare pro e contro.
Non travisare quanto ho scritto. Gli interessi della gente sono nell'equilibrio fra Costo e Servizio, non solo nel Costo, ma sono COMUNQUE lo scopo finale di qualunque operazione finanziaria, piccola o grande.
Il capitalista che si arricchisce DEVE generare utilità corrispondente. Altrimenti è un ladro.
Il gestore di servizi DEVE garantirli entro i limiti imposti e richiesti dalla comunità. Altrimenti non merita l'appalto. La definizione di QUEI limiti fa parte dell'appalto, ma deve tenere in mente per prima cosa le esigenze della gente.
Questo è l'ABC, eh. Si tratta di un sistema basilare di dare/avere che i nostri politici e i nostri economisti conoscono benissimo da dopo il 29, e che viene oggi ignorato solo dai nostri "neoliberisti", per comprarsi meglio pezzi di stato.
Dove i costi sono molto più alti dei ricavi, allora non conviene alla Gente costruire
Il punto è proprio quello in cui tirare la linea del telefono sia piú costoso dei ricavi che quella stessa linea porterà; la gente vuole il telefono, chi deve sostenere le spese?
Imporle a una ditta privata, può avere senso unicamente sotto alcune condizioni; da parte dello Stato... qual è il limite, se c'è, oltre cui lo Stato può dire "No"?
Il capitalista che si arricchisce DEVE generare utilità corrispondente. Altrimenti è un ladro.Il gestore di servizi DEVE garantirli entro i limiti imposti e richiesti dalla comunità. Altrimenti non merita l'appalto. La definizione di QUEI limiti fa parte dell'appalto, ma deve tenere in mente per prima cosa le esigenze della gente
Ma penso che questo non sia in discussione, a quanto ho capito il punto è quanto sopra: semplificando il discorso, devo tirare una linea telefonica che mi costerà 10 milioni di Euro, ricavi previsti 5 milioni di Euro. È da fare, per fornire il servizio alla gente?
Dipende dalla sua utilità SOCIALE.
Il new deal presentò perdite notevoli, ma servì enormemente per il popolo americano.
Il confine è la ragionevolezza, e quella non è codificabile. La vendita di Telecom ci può stare, ma bisogna vedere come. Il punto è tutto lì.
Piccolo aggiornamento, ieri sera al telegiornale hanno detto che ENI ed ENEL hanno preso il controllo di alcuni giacimenti (otto mi pare) di gas in russia. Lo hanno acquisito in quanto hanno comprato delle aziende locali...ora perchè i russi non hanno fiatato alla "colonizzazione" italiana mentre noi dobbiamo scannarci per la colonizzazione di americani e messicani. Anche perchè fra le varie idee bislacche è uscita anche quella della "cordata europea" come se oltreoceano esistessero solo dei Satana. Il comportamento delle autorità mi sembra pessimo (e non voglio dire che con Silvio sarebbe stato diverso) perchè dimostra come si faccia sempre il ragionamento del tipo "io si e tu no", rimanendo poi indignati quando la Francia blocca l'acquisizione di un'azienda da parte di una nostra italiana (affare di qualche tempo fa). Non mi piace la doppiezza e soprattutto non mi piace l'intervento statale nel libero mercato, i servizi essenziali possono benissimo stare in mano a dei privati; sempre che ci sia concorrenza e sempre che il gestore della rete sia pubblico o senza fini di lucro.
Il problema è che con Telecom finirebbero in mano straniera, oltre alla rete, anche settori strategici di estrema importanza.
Un esempio su tutti, i laboratori T-LAB, ex CSELT, pilastro della ricerca in Italia, degnamente in grado di competere con i laboratori della AT&T.
Ogni volta che guardate un filmato MPEG-4, ricordate che è nato da noi, alla Telecom.
La scomparsa di Telecom vorrebbe dire che l'Italia smette di essere un soggetto del mercato delle TLC (dopo che è già scomparso da informatica, farmaceutica, elettronica, non dimentichiamolo) per diventarne oggetto.
Certo, resterebbero realtà di eccellenza (ENI, ENEL, Finmeccanica, FIAT se la Bravo avrà successo), ma il dato di fatto resta.
Non mi pare che con la cessione di Yukos i russi smettano di essere un soggetto del mercato dell'energia.
Questa è, a mio avviso, la differenza sostanziale tra il caso italiano e quello russo.
Ma penso che questo non sia in discussione, a quanto ho capito il punto è quanto sopra: semplificando il discorso, devo tirare una linea telefonica che mi costerà 10 milioni di Euro, ricavi previsti 5 milioni di Euro. È da fare, per fornire il servizio alla gente?
Questo é un ragionamento che ha senso per una ditta privata, che guarda prima di tutto i costi e i ricavi.
Un ente statale si preoccupa per prima cosa di offrire il servizio.
Facciamo l'esempio con l'attivitá sul Monte Bianco:
Nel caso di un ente statale, la linea per l'attivitá sul Monte Bianco, te la pagano tutti i contribuenti, tu incluso.
Nel caso di un ente privato, paghi lo stesso le tasse, che si tramutano in sovvenzioni per le ditte che gestiscono le linee elettriche, e una parte se la intascano loro, il resto finisce in mano di piccole ditte specializzate che sono in appalto con la ditta gestore del servizio. Per intascarsi piu soldi (ovvio, sono ditte private, ci vogliono guadagnare qualcosa) sia il gestore, che le ditte in appalto lavorano nel modo piu economico possibile, facendo perdere qualitá al servizio, il che ha due vantaggi: 1) costa di meno, 2) é piu alta la probabilitá di guasti e malfunzionamenti, che richiedono un ulteriore intervento.
Ah, dimenticavo, la linea sul Monte Bianco, te la scordi, costa troppo. Se sei ricco, te la puoi comperare da solo, se sei povero ti attacchi al tram.
Viva il mercato libero! :stralol:
Ragazzi, un tizio e una comunità sono due cose ben diverse. In ogni caso, imho, portare i cavi o meno rimane nel diritto di chi deve spendere dei soldi per costruire la rete. Se la rete è dello stato potrebbe volere portarli anche dove non gli conviene (e io da contribuente non è che sarei proprio felice, perchè il tizio che abita solo in montagna paga le tasse quanto me che condivido la linea con centinaia di altri). E poi volete dirmi che non ci sono altri modi di comunicare al giorno d'oggi? Internet via parabole, telefoni satellitari, cellulari normali, chi più ne ha più ne metta.
Perché c'è gente che in cima a una montagna c'è nata, e vorrebbe continuare a viverci decentemente, il che implica il telefono - ce ne sono abbastanza di difficoltà, te lo garantisco. Infatti io sono uno di quelli, e se mi dici che non ho diritto ad avere il telefono alle stesse condizioni di chi sta qualche cento metri più in basso scusa ma mi inca**o.
Nessuno vuole sradicarti dalla montagna, ma se ci sono difficoltà che ti sembrano abbastanza (ti giuro che ti credo) sta a te decidere se rimanerci in montagna o meno. Mi spieghi perchè io, anche indirettamente, anche in minima parte, dovrei sborsare dei soldi per alleggerirti la vita e far sì che tu possa restarci?!?
Tu fai qualcosa per me? Dai dei soldi perchè, che ne so, la tangenziale di Bologna abbia tre corsie vere invece di due più una monca? No?! E allora parliamo di fuffa e interessi particolari (occhio, non ce l'ho con te, è tanto per esemplificare).
Concetto di Stato... non ho mai studiato politologia ma mi sembra che sia semplice: tutti mettono assieme le loro forze per star tutti meglio. E al giorno d'oggi questo vuol dire rispettare i diritti dei deboli, per esempio dei deboli economicamente come le regioni povere, ossia quelle sottosviluppate (come, per esempio, molte zone del sud italia) e quelle svantaggiate dalla geografia (come, per esempio, molte regioni di montagna). Altrimenti, seguendo la tua linea di pensiero, si dovrebbe cancellare mezzo meridione e vaste zone del nord dalla cartina dell'Italia; riduciamola a Milano, Torino, Roma e due o tre altre città ricche e produttive, dopotutto le altre zone non rendono abbastanza e non meritano di essere servite dallo Stato...
No, mi spiace, lo Stato è formato dalla grande città, dalla campagna sottosviluppata e dalla montagna in cui si fa fatica a portare il telefono. E lo Stato deve garantire servizi essenziali a queste regioni, tra cui il telefono o la posta. Può farlo benissimo, visto che ci sono altre zone che producono dei surplus.
Questo è ovviamente un discorso di principio. Se dico che ci sono soldi per garantire questi servizi non tengo in considerazione il fatto che in Italia i soldi pubblici siano impiegati male - cosa che mi sembra scontata sia un problema da risolvere a monte. Se dico che bisogna garantire i servizi essenziali anche per le piccole comunità, non vuol dire che bisogna aprire un ufficio postale di 3 dipendenti anche a Valle Abbandonata (2019 m s/m, abitanti 23 contando cani e gatti, distanza dal centro più vicino 15 km). Ma, per esempio, garantire il telefono al villaggio di 100 abitanti se vuol dire aumentare solo di 1 km i fili. C'è da trovare un equilibrio tra costi e benefici - ma da spostarlo il più possibile verso i benefici. E una ditta privata non può garantire questo impegno, deve farlo lo Stato.
Un ritorno e trovo un bell'argomento su cui dire la mia :P Che per altro ho già espresso in altri thread :PP
doverosa premessa
Premetto: stiamo qui a parlare di Telecom solo perchè abbiamo privatizzato come dei rincitrulliti da terzo mondo intellettuale (non solo la telefonia, qualsiasi cosa che avesse asset clamorosi tipo le autostrade o la rete del gas).
Ci si trova davanti a 3 strade,che rispecchiano i 3 approcci ideologici che stanno a monte.
1)VIA ROSSA:ossia, nazionalizzare telecom tutta.Ha una sua logica,per carità, ma in una moderna economia di mercato sarebbe una pessima pezza,che odora di bandiere rosse e ideologie sovietiche.No, il danno è stato fatto e la via da percorrere resta un'altra.Nemmeno chiamare in causa imprenditori nostrani e difendere l'italianità del gestore a tutti i costi cambierà molto.Almeno a noi.Forse qualcuno lassù se la sta facendo un pochino sotto,visto le magagne che certuni operatori svincolati dalle perverse logiche politiche italiane potrebbero non solo non sopportare,ma far venire alla luce.A monte però sta questa vocina...Telecom era in attivo per circa 100 mila miliardi l'anno finche' e' stata dello stato...poi la privatizzazione agli amici degli amici,a ndustriali incompetenti e..puff passivo di 50 miliardi di euro.Questo approccio verte sull'idea che in questo caso siano in ballo interessi generali tali da giustificare l'interveno sulla proprietà e sull'iniziativa privata.
2)VIA AZZURRA:ossia faccia il mercato.Pure questo approccio lassista ha una sua logica.Sostanzialmente,se sti idioti han privatizzato con il deretano ad interim sulle facoltà celebro-cognitive, il problema è loro e chi se la compra sta Telecom faccia ciò che vuole.E' menefreghista ha diversi limiti...ma almeno ricorda a qualche politicante che in Italia c'è una certa cosa chiamata proprietà privata e che non è che puoi scavalcarla solo perchè ti sei accorto di aver fatto una frittata.Chi è sostenitore di questo approccio ricorda che la rete sara' stata costruita quando la telecom era statale, con le nostre tasse, ma nel momento in cui e' stata privatizzata, gli azionisti hanno comprato a prezzo di mercato l'azienda ripagandone ampiamente lo stato.Inoltre,visti i recenti scandali intercettazioni, le collusioni con la politica e amenità simili, che interesse dovremmo avere a tenere telecom in mano ai campioni nazionali?L'unico rischio che si correrebbe sarebbe che a far porcate sarebbero altri.Problemi dei politici.Di sicuro AT&T e i messicani non si metteranno a smantellare la rete e a delocalizzare in turkmenistan
3)VIA DOS ( non ho resistito) VIA NEUTRA:figlia del liberismo.Quello vero però, da "ricchezza delle nazioni" non da interpretazioni statofobiche posteriori.E' chiaro a tutti (tranne a chi ha privatizzato) che Telecom rappresenta un monopolio privato.E l'Antitrust nella situazione attuale (anche per assenza di volontà politica) può assai poco:certi interventi son addirittura comici.Se ci fosse veramente un'antitrust serio, avremmo avuto proprio quello che è capitato in usa per la AT&T figlia di quello scavallatore di idee di Bell, dove l'Antitrust ha il reale potere di imporre lo scorporo della rete infrastrutturale dalla gestione dei servizi.Si potrebbe sfruttare questa occasione per risistemare un po' le cose, e magari tirare un occhio agli inglesi che posson solo insegnarci in fatto di pubblic company,che non sono quel becero scimmiottamento che abbiamo oggi in Italia.Sfruttare cioè l'occasione per fare un'offerta solo riguardo alla rete fissa che e' il vero nocciolo del monopolio. Si potrebbe intervenire e a)ripigliarsi la rete e darla all'Antitrust che allora avrebbe veramente senso e un potere b) (via che preferisco) dare la rete in gestione a una societa' privata con regole severe e normative puntigliose per quanto riguarda le azioni acquistabili e lasciare che qualunque azienda, dietro pagamento di corrispettivo, possa utilizzare tale infrastruttura a piacimento.Allora parleremmo di vera concorrenza. Io quindi continuo a proporre la nota soluzione common carrier, ossia con la rete appartenente ad una societa' indipendente ( privata o pubblica e' di secondaria importanza in sto caso,gli inglesi l'hanno privata per coerenza) e le aziende possono farsi tutta la concorrenza che "vogliono" sopra questa rete. Già è applicata in GB per le telecomunicazioni, nelle ferrovie giapponesi...niente di rivoluzionario,se non per un paese sottosviluppato sotto questo aspetto come noi. Nessuno inoltre vieta a chicchessia di costruirsi la sua rete parallela e sfruttarla per se, o migliorare alcuni tratti utilizzandoli a suo uso e consumo, altrimenti tutti pagano lo stesso balzello per ogni minuto di chiamata fatta passare sulla linea.E amen.Un'altra soluzione sulla falsa riga di questa che ho proposto potrebbe esser rappresentata dallo scorporo dellla rete fissa e ricomprarsela tramite la Cassa Depositi e Prestiti mentre il resto dell'azienda può essere privatizzata:tenere cioè la rete statale e permettere ai vari operatori di fasi concorrenza.
Piccolo aggiornamento, ieri sera al telegiornale hanno detto che ENI ed ENEL hanno preso il controllo di alcuni giacimenti (otto mi pare) di gas in russia. Lo hanno acquisito in quanto hanno comprato delle aziende locali...ora perchè i russi non hanno fiatato alla "colonizzazione" italiana mentre noi dobbiamo scannarci per la colonizzazione di americani e messicani. Anche perchè fra le varie idee bislacche è uscita anche quella della "cordata europea" come se oltreoceano esistessero solo dei Satana. Il comportamento delle autorità mi sembra pessimo (e non voglio dire che con Silvio sarebbe stato diverso) perchè dimostra come si faccia sempre il ragionamento del tipo "io si e tu no", rimanendo poi indignati quando la Francia blocca l'acquisizione di un'azienda da parte di una nostra italiana (affare di qualche tempo fa). Non mi piace la doppiezza e soprattutto non mi piace l'intervento statale nel libero mercato, i servizi essenziali possono benissimo stare in mano a dei privati; sempre che ci sia concorrenza e sempre che il gestore della rete sia pubblico o senza fini di lucro.
Si ma va detto che son due situazioni diverse.Yucus non è monopolista in Russia, ed Enel ed Eni han acquistato sotto due condizioni:il beneplacito proprio del Cremlino, e il nulla osta di Gazprom, che potrà rilevare il 51% di quanto acquistato "dai nostri" per fini strategici, tra un tot di anni.C'è poi un altro fatto sostanziale, che giustamente ricorda Matte
Il problema è che con Telecom finirebbero in mano straniera, oltre alla rete, anche settori strategici di estrema importanza.
Un esempio su tutti, i laboratori T-LAB, ex CSELT, pilastro della ricerca in Italia, degnamente in grado di competere con i laboratori della AT&T.
Ogni volta che guardate un filmato MPEG-4, ricordate che è nato da noi, alla Telecom.
La scomparsa di Telecom vorrebbe dire che l'Italia smette di essere un soggetto del mercato delle TLC (dopo che è già scomparso da informatica, farmaceutica, elettronica, non dimentichiamolo) per diventarne oggetto.
Certo, resterebbero realtà di eccellenza (ENI, ENEL, Finmeccanica, FIAT se la Bravo avrà successo), ma il dato di fatto resta.
Non mi pare che con la cessione di Yukos i russi smettano di essere un soggetto del mercato dell'energia.
Questa è, a mio avviso, la differenza sostanziale tra il caso italiano e quello russo.
(e non voglio dire che con Silvio sarebbe stato diverso)
abitualmente vi chiamate per nome?
(e non voglio dire che con Silvio sarebbe stato diverso)
abitualmente vi chiamate per nome?
:stralol: :stralol: :stralol: Io l'ho solo pensato! :stralol:
@ Loras: la via neutra mi suona bene, ma solo fino ad un certo punto... Commento domani, che adesso devo scappare. Ciauz
3)VIA DOS (Immagine IPB non ho resistito) VIA NEUTRA:figlia del liberismo.Quello vero però, da "ricchezza delle nazioni" non da interpretazioni statofobiche posteriori.E' chiaro a tutti (tranne a chi ha privatizzato) che Telecom rappresenta un monopolio privato.E l'Antitrust nella situazione attuale (anche per assenza di volontà politica) può assai poco:certi interventi son addirittura comici.Se ci fosse veramente un'antitrust serio, avremmo avuto proprio quello che è capitato in usa per la AT&T figlia di quello scavallatore di idee di Bell, dove l'Antitrust ha il reale potere di imporre lo scorporo della rete infrastrutturale dalla gestione dei servizi.Si potrebbe sfruttare questa occasione per risistemare un po' le cose, e magari tirare un occhio agli inglesi che posson solo insegnarci in fatto di pubblic company,che non sono quel becero scimmiottamento che abbiamo oggi in Italia.Sfruttare cioè l'occasione per fare un'offerta solo riguardo alla rete fissa che e' il vero nocciolo del monopolio. Si potrebbe intervenire e a)ripigliarsi la rete e darla all'Antitrust che allora avrebbe veramente senso e un potere b) (via che preferisco) dare la rete in gestione a una societa' privata con regole severe e normative puntigliose per quanto riguarda le azioni acquistabili e lasciare che qualunque azienda, dietro pagamento di corrispettivo, possa utilizzare tale infrastruttura a piacimento.Allora parleremmo di vera concorrenza. Io quindi continuo a proporre la nota soluzione common carrier, ossia con la rete appartenente ad una societa' indipendente ( privata o pubblica e' di secondaria importanza in sto caso,gli inglesi l'hanno privata per coerenza) e le aziende possono farsi tutta la concorrenza che "vogliono" sopra questa rete. Già è applicata in GB per le telecomunicazioni, nelle ferrovie giapponesi...niente di rivoluzionario,se non per un paese sottosviluppato sotto questo aspetto come noi. Nessuno inoltre vieta a chicchessia di costruirsi la sua rete parallela e sfruttarla per se, o migliorare alcuni tratti utilizzandoli a suo uso e consumo, altrimenti tutti pagano lo stesso balzello per ogni minuto di chiamata fatta passare sulla linea.E amen.Un'altra soluzione sulla falsa riga di questa che ho proposto potrebbe esser rappresentata dallo scorporo dellla rete fissa e ricomprarsela tramite la Cassa Depositi e Prestiti mentre il resto dell'azienda può essere privatizzata:tenere cioè la rete statale e permettere ai vari operatori di fasi concorrenza.
Quanto detto da Franz riassume, nella versione b, più simile cioè a quanto è successo in GB, tutto quello che penso, aggiungere qualcosa sarebbe superfluo. :D
Concetto di Stato... non ho mai studiato politologia ma mi sembra che sia semplice: tutti mettono assieme le loro forze per star tutti meglio. E al giorno d'oggi questo vuol dire rispettare i diritti dei deboli, per esempio dei deboli economicamente come le regioni povere, ossia quelle sottosviluppate (come, per esempio, molte zone del sud italia) e quelle svantaggiate dalla geografia (come, per esempio, molte regioni di montagna). Altrimenti, seguendo la tua linea di pensiero, si dovrebbe cancellare mezzo meridione e vaste zone del nord dalla cartina dell'Italia; riduciamola a Milano, Torino, Roma e due o tre altre città ricche e produttive, dopotutto le altre zone non rendono abbastanza e non meritano di essere servite dallo Stato...
No, mi spiace, lo Stato è formato dalla grande città, dalla campagna sottosviluppata e dalla montagna in cui si fa fatica a portare il telefono. E lo Stato deve garantire servizi essenziali a queste regioni, tra cui il telefono o la posta. Può farlo benissimo, visto che ci sono altre zone che producono dei surplus.
Forse ti aspetti che mi venga la lacrimuccia... :D
La questione non è buttare nel ce**o le aree più arretrate del paese (cosa che non ho mai detto), è considerare obiettivamente la situazione: portare kilometri di cavo fino alla casa di chiunque ne faccia richiesta (perchè vuol vivere in montagna, sul fondo di un lago, su una mongolfiera, dove cacchio gli pare) non c'entra niente con le politiche nazionali, regionali o provinciali. Lo Stato si occupa già delle comunità montane identificandole come soggetti particolari e, addirittura, sovvenzionandole: queste potranno pur spendere parte dei soldi ricevono (e che oggi vanno un po' in stipendi un po' in mal fatta promozione turistica) per mettersi d'accordo con l'azienda che deve stendere i cavi e dividere in qualche modo i costi?!?!?
A me pare che lo Stato spenda già più che in abbondanza, che di inefficienze che ingrassano gente che non fa nulla ce ne siano a bizzeffe e che proprio in casi come questi si voglia botte piena e moglie ubriaca, senza muovere un dito "perchè sto in condizioni disagiate" e quindi devo essere aiutato per editto divino. E' ora di tirare una riga su cose come questa, è un approccio mentale distorto che porta vantaggi ridicoli per la quantità di risorse che viene spesa!
Ciauz :(