Ma io CREDO nel personalismo!
Io CREDO che ognuno sia il proprio branco, e disprezzo le logiche di gruppo, così come gli ideali imposti dalla società (nonostante a volte ci sia la tentazione... e bella forte).
Questo infatti non è personalismo. E' idiozia. E' disprezzo di sè, che del personalismo è l'opposto... Diogene era personalista eccome, e da quello nasceva il suo disprezzo per il bisogno. Questa non è la libertà concessa dalla società, ma è proprio la coercizione che la società esercita verso il consumismo.
Questo è l'individuo che annulla se stesso per il Dio, come la prostituzione sacra di Ishtar, solo che il dio è l'Euro.
Forse avrei dovuto scrivere "individualismo"...per dire che la società non fornendo una "base etica condivisa" (o, peggio, riferimenti etici negativi) perde il controllo dei suoi consociati. Anche tu, però, che credi nel personalismo devi avere un parametro etico-morale da seguire ed uniformare alla responsabilità di appartenere ad una comunità, altrimenti ci sarebbe una completa anarchia.
Infatti, non credo che il ragazzo fa quello che fa perchè disprezza se stesso. Lo fa perchè vuole soddisfare dei bisogni immediati (che, guarda caso, sono status symbol oramai della comunità giovanile), senza porsi alcun problema di coscienza. Conosco ragazzi che invece di prostituirsi, spacciano droga ma il principio è lo stesso. Questo, imho, è il dato preoccupante. In questo quadro, il fallimento va distribuito tra tutte le componenti sociali; va capito, però, dove si deve intervenire in maniera più urgente e decisa.
Guarda, il mio personalismo passa proprio per la società, perchè al di fuori di questa società liberale non potrei essere me stesso, quindi la difendo e la curo.
Dovendo parlare di parametri comuni, io ne configuro solo due:
- il rispetto per se stessi
- il rispetto per gli altri
In QUESTO ordine.
Tutto il resto segue.
Ma è quello che vedo mancare. Un ragazzo che si cura in quel modo della percezione che hanno gli altri di sè non è un ragazzo che si rispetti. E' logica del branco, non logica societaria. La mia politica "sociale" è la politica di un gruppo di potenze autonome che ogni tanto commerciano, non quella di un gruppo di primati interconnessi dal bisogno e dal sesso, che è invece quella che vedo, che ho sempre visto, e che ho sempre aborritto.
E ora si vedono le buone ragioni per cui la aborrivo anche quando nessuno diceva niente.
Ok, ma la società non fornisce modelli etici; la famiglia come luogo di formazione sta mancando; la scuola non insegna, la TV è alla deriva, ecc. per questo prevale la "morale" del branco. Io credo che il ragazzo pensa di essere un figo, capace di fare proprio ciò che i genitori gli impediscono di fare. Non si pone un limite di coscienza perchè - evidentemente - nessuno del branco se lo pone. In mancanza di un confronto (genitori, professori, ecc.), gli manca un'alternativa etica cui rapportare la propria coscienza peu cui vive da egoista, con il solo scopo di soddisfare i propri bisogni (tra i quali ci può essere - beninteso - anche il rapporto omosessuale).
A che cosa serve l'etica?
Perché diciamo "questo è immorale"?
Non penso che un ragazzino che faccia cose del genere si disprezzi. Quoto completamente Lord Lupo. Si riterrà più furbo perché riesce ad ottenere quello che vuole, scambiandolo con una cosa che per lui vale di meno. Dopotutto, come diceva il grandissimo economista Paul Samuelson, il valore di una cosa è quello che la gente è disposta a pagare per averla. Fine. Tu vuoi una cosa? Bene. Io un'altra? Bene. Ci possiamo mettere d'accordo? Affare fatto.
Sta a me decidere se nello scambio ci perdo o ci guadagno. Sta a me, alla mia vita, al mio caso personale, alle mie esperienze.
Generalmente quando succedono cose del genere ci si chiede "ma dove andiamo a finire", intesa come domanda retorica. Invece è esattamente la domanda a cui mi piacerebbe fosse risposto.
Generalmente quando succedono cose del genere ci si chiede "ma dove andiamo a finire", intesa come domanda retorica. Invece è esattamente la domanda a cui mi piacerebbe fosse risposto.
avere una risposta sarebbe un bel passo avanti, o meglio un Palantìr per "vedere" :wacko:
e pensa che a me, fra un po', toccherà affrontare la spinoso problema dell'educazione di mia figlia...è da quando è nata che ci penso, rimuginando sopratutto sulla frase di Yeats nella mia firma...speriamo bene
Imho, il problema principale è la mancanza, sempre più evidente di riferimenti etici.
La morale religiosa è in crisi da tempo ormai, con le sue contraddizioni insopportabili.
La morale laica sta diventando un mostro che fagocita di tutto in nome della libertà individuale.
Chi pretende il riconoscimento di un diritto appare capriccioso ed aggressivo; chi lo nega diventa illiberale.
C'è uno sgretolamento progressivo della base comune alla maggioranza degli individui a favore di un personalismo spesso eccessivo.
Questo non sarebbe un male in senso assoluto, però in una società culturalmente mediocre sta diventando una catastrofe.
[...] Dare spiegazioni risulta francamente difficile; forse è vero che la colpa principale è del capitalismo, però la questione andrebbe senz'altro approfondita meglio.
Mi spaventa, sopratutto, la totale anarchia che regna nel mondo giovanile e lo scollegamento allucinante con i genitori.
Condivido tutto ciò che affermi.
Pur essendo io una convinta assertrice del valore dell'individualismo inorridisco di fronte a ciò che esso può diventare in una società che abbia eletto a propri idoli degli status symbols che sono tutto fuorchè indispensabili, una società in cui gli individui non siano soltanto "disposti a farsi merce" ma "si sentano merce" anzichè persone.
Il consumismo sta decisamente mostrando i suoi lati più oscuri.
Alyssa, mi hai fatto venire in mente una frase bellissima di un autore che amo moltissimo:
ciò che è essenziale è invisibile agli occhi...
Generalmente quando succedono cose del genere ci si chiede "ma dove andiamo a finire", intesa come domanda retorica. Invece è esattamente la domanda a cui mi piacerebbe fosse risposto.
avere una risposta sarebbe un bel passo avanti, o meglio un Palantìr per "vedere" :wub:
e pensa che a me, fra un po', toccherà affrontare la spinoso problema dell'educazione di mia figlia...è da quando è nata che ci penso, rimuginando sopratutto sulla frase di Yeats nella mia firma...speriamo bene
Intendevo dire: mi piacerebbe sapere cosa intende la gente quando dice una cosa del genere. :blink:
Alyssa, mi hai fatto venire in mente una frase bellissima di un autore che amo moltissimo:
ciò che è essenziale è invisibile agli occhi...
E chi decide cosa è essenziale? :wub:
E chi decide cosa è essenziale? :wub:
l'autore della citazione direbbe il "cuore"...io direi la coscienza :wub:
Ma qui sta il punto... La coscienza è quanto di più personale ci sia.
sì ma deve avere una base etica comune, altrimenti si sfocia nel totale individualismo che, alla lunga, produce degrado sociale, egoismo, ecc.
sarò cinico: almeno lui ci guadagna. Noartri lo prendiamo nel didietro e paghiamo pure. :lol: