Che si vende dai 14.
Per comprare cosa... il telefonino, la coca, l'hashish, i soldi per la discoteca.
Ora, io non contesto che il rapporto di ognuno col proprio corpo sia cosa a sè.
Non voglio neanche stare lì a sindacare sui clienti. Preferisco non parlarne.
Sono le ragioni che mi gelano il sangue.
"Per i genitori tutto è superfluo", riferendosi al cellulare nuovo e alla discoteca.
Quindi sono quelle le cose per cui vale la pena vivere?
E per cui vale la pena rischiare di farsi ammazzare da qualche maniaco, o di prendere l'aids?
Era perfino un ragazzino simpatico. Pronto alla risposta, autoironico, sembrava intelligente.
E un ragazzino così deve vendere il sedere per un telefonino?
Io amo Diogene. E mi viene seriamente da imporlo come cultura ufficiale, se non fosse che sarebbe un disastro per gli affari. Che tipo di società è, questa?
Cosa diavolo stiamo cercando?
O cosa ci hanno fatti diventare?
Prostitute. E lui era solo un esempio estremo. Così pochi a conservare l'orgoglio di un cane.
Fammi capire...
Un ragazzino che riesce a trovare più importante cellulare e discoteca del proprio corpo? Con tutti i rischi (maniaci, malattie) che giustamente hai ricordato?
Allegria... :wacko:
Mi spiace veramente tanto per lui.
Ma non è solo lui.
E' tutta la società marcia che ha attorno.
Non era l'unico.
Sono in tanti.
E in giappone funziona già così da almeno 10 anni. Se non di più. "Buruseira"
Che diavolo di ideali stiamo dando?
E lo dice un materialista.
La nostra società permette questo.
Magari tra 50 anni si stupiranno di noi poveri trogloditi che vivevamo con inutili tabu e censure, e il corpo diventerà completamente una merce di scambio per cose "più importanti".
A me spiace per lui perché ritengo che quel ragazzo non abbia capito niente, e che si sia formato una scala di valori completamente distorta. Ma chissà, magari è solo una persona che avrà successo nella vita perché ha a disposizione un'arma che altra gente non usa, avvantaggiandolo.
La nostra società lo premierà, e l'evoluzione dell'uomo, ormai più comportamentale che fisica, porterà alla caduta di un tabu e all'accettazione di questo comportamento.
Gli ideali sono i paletti che volontariamente poniamo come limite alla nostra libertà, ciascuno di noi può scegliere quelli che preferisce.
Evidentemente, una società che non tramanda più ideali permette ad ogni persona di fabbricarseli più agevolmente, in assoluta libertà.
L'evoluzione umana è solo culturale, quella biologica è ferma da tempo. (anche gli andicappati possono aver figli, cosa biologicamente impensabile).
E io sono sicuro di non volere accettare che ci si evolva in direzione di considerare una cosa simile normale.
Domanda collaterale: ce l'abbiamo un controllo sull'evoluzione culturale dell'umanità, o stiamo davvero andando allo sbando?
Dovendo guardare al fenomeno da un punto di vista STORICO, non è niente di nuovo.
I ragazzini hanno sempre dato via il sedere.
Ma mi fa schifo che lo diano in periodo di abbondanza come questo. Per quelle ragioni.
Ma forse è solo la mia formazione mentale, che risente molto sia di diogene che del cristianesimo.
Che poi, per altro... io sono per il formarsi i propri ideali. Ma gli ideali sono i pezzi di plastica e di metallo? Mi sembra folle.
Ognuno ha la libertà di scegliersi i propri, di ideali.
Possono essere quelli studiati a scuola a lezione, quelli imposti dalla famiglia, quelli dettati dalla Chiesa, quelli imparati dagli amici in discoteca, quelli visti in TV, eccetera.
Quel ragazzo è un prodotto della società, che ha scelto consapevolmente di compiere determinate azioni per raggiungere determinato obiettivi.
Probabilmente cento anni fa se avessero pronosticato una società in cui sbandierare seni e cosce su megacartelloni alti decine di metri, avrebbero pensato alla fine del mondo. Panta rei.
Se la cosa sconvolge, possiamo riflettere su come sia stato possibile che quel ragazzino arrivasse a pensare che la discoteca e il cellulare fossero cose più importanti del suo ano.
Se volete, potremo pensare che ad un eventuale processo i genitori saranno condannati come "promotori psicologici" di questa prostituzione, avendo negato al pargolo il denaro per i suoi svaghi.
Chiederci perché.
Penso che l'evoluzione umana sia culturalmente pilotabile, anche se è una cosa complessa. Penso che il controllo dei canali di informazione possa sortire questo effetto.
Imho, il problema principale è la mancanza, sempre più evidente di riferimenti etici.
La morale religiosa è in crisi da tempo ormai, con le sue contraddizioni insopportabili.
La morale laica sta diventando un mostro che fagocita di tutto in nome della libertà individuale.
Chi pretende il riconoscimento di un diritto appare capriccioso ed aggressivo; chi lo nega diventa illiberale.
C'è uno sgretolamento progressivo della base comune alla maggioranza degli individui a favore di un personalismo spesso eccessivo.
Questo non sarebbe un male in senso assoluto, però in una società culturalmente mediocre sta diventando una catastrofe.
Peersonalmente assisto quasi giornalmente, in ogni campo, ad un degrado etico (ancor prima che morale) decisamente preoccupante. Dare spiegazioni risulta francamente difficile; forse è vero che la colpa principale è del capitalismo, però la questione andrebbe senz'altro approfondita meglio.
Mi spaventa, sopratutto, la totale anarchia che regna nel mondo giovanile e lo scollegamento allucinante con i genitori. Da padre sono seriamente preoccupato; la paura di sbagliare è tanta e, allo stesso tempo, mi rendo conto che questa paura è - probabilmente - una delle cause del degrado attuale.
In due parole: sono confuso :wacko:
Ma io CREDO nel personalismo!
Io CREDO che ognuno sia il proprio branco, e disprezzo le logiche di gruppo, così come gli ideali imposti dalla società (nonostante a volte ci sia la tentazione... e bella forte).
Questo infatti non è personalismo. E' idiozia. E' disprezzo di sè, che del personalismo è l'opposto... Diogene era personalista eccome, e da quello nasceva il suo disprezzo per il bisogno. Questa non è la libertà concessa dalla società, ma è proprio la coercizione che la società esercita verso il consumismo.
Questo è l'individuo che annulla se stesso per il Dio, come la prostituzione sacra di Ishtar, solo che il dio è l'Euro.
L'ho beccato anche io ieri in tv il servizio.Si, la cosa che sorprende (lo dico per chi non l'ha visto)è la semplicità disarmante con cui descrive la sua situazione, e il fatto che giustifichi tale scelta non come atta a soddisfare un suo bisogno primario, si voglia pure indirettamente, ma un qualcosa che è realmente superfluo:l'acquisto cellulare nuovo, l'ingresso in discoteca etc etc
Lessi tempo fa un thread qui su barriera,non ricordo quale, dove uscì la frase "in questa società basta avere il successo, il successo è il valore più importante come lo si è ottenuto non importa".Condivido al 90%.Quello a cui il ragazzo punta però non è il successo inteso in modo tradizionale, è il denaro come mezzo per mostrarsi in un dato modo davanti alla società.E'la "maschera sociale" che può mostrare nella partizione di società in cui vive, con al quale maggiormente si relaziona o che semplicemente ritiene più importante di altre.Nella sua testa nutrirsi e il cellulare nuovo (poi arriverà l'auto e via a salire) hanno lo stesso valore.E' l'assenza completa di etica e di valori (intesi come tradizionali) che porta un individuo giovane ad una scelta consapevole, valutata dallo stesso coscientemente come necessaria per..vivere oggi.
Per l'amor di Dio. Ho i brividi. :huh:
Davanti a certe cose non sò veramente che dire.
Scelgo l'opzione delle tre scimmiette
Bry :wacko:
Non mi metto a giudicare i comportamenti e le scelte sessuali di nessuno, ognuno di noi è libero di fare quello che vuole di se stesso e della propria vita. Come molti hanno detto non è una novità che i ragazzini si concedano per certe pratiche, quello che mi lascia molto perplesso è la motivazione alla base di questo comportamento: soddisfare anche la meno essenziale delle necessità. Pochissimi riescono ormai a dire "questo non lo compro" oppure "questa cosa non la faccio", tutti vogliono tutto. La parola "rinuncia" o "impossibilità" sembra essere scomparsa dal nostro vocabolario e questa evoluzione si sta avendo in un periodo in cui i nostri soldi valgono molto meno (1 euro=1000 lire, a volte anche 500 lire), lo scarto fra ciò che possiamo realmente avere e quello che vorremmo avere sta diventando sempre più grande e la gente invece di fare un passo indietro ne fa due in avanti altrimenti ha paura di perdere un treno ormai ritenuto sempre più fondamentale.
Chissà fino a quando questa corda si potrà tendere...
Bye bye :wacko: :huh:
Quoto in pieno ciò che ha detto John..
La cosa che mi da più i brividi è pensare che finchè ci saranno persone che pagano per andare con i ragazzini, che vanno in brasile o in india per il turismo sessuale, queste cose si vedranno sempre. Come potrò crescere mio figlio in questa società? Come farò a spiegargli che ormai è veramente poca la gente di cui ci si può fidare.. la cosa che mi fa più schifo è che il 90% delle persone che pagano per il sesso sono genitori di famiglia, gente per bene, con un buon lavoro e la faccia pulita di giorno. e di notte... bleah...
Ma io CREDO nel personalismo!
Io CREDO che ognuno sia il proprio branco, e disprezzo le logiche di gruppo, così come gli ideali imposti dalla società (nonostante a volte ci sia la tentazione... e bella forte).
Questo infatti non è personalismo. E' idiozia. E' disprezzo di sè, che del personalismo è l'opposto... Diogene era personalista eccome, e da quello nasceva il suo disprezzo per il bisogno. Questa non è la libertà concessa dalla società, ma è proprio la coercizione che la società esercita verso il consumismo.
Questo è l'individuo che annulla se stesso per il Dio, come la prostituzione sacra di Ishtar, solo che il dio è l'Euro.
Forse avrei dovuto scrivere "individualismo"...per dire che la società non fornendo una "base etica condivisa" (o, peggio, riferimenti etici negativi) perde il controllo dei suoi consociati. Anche tu, però, che credi nel personalismo devi avere un parametro etico-morale da seguire ed uniformare alla responsabilità di appartenere ad una comunità, altrimenti ci sarebbe una completa anarchia.
Infatti, non credo che il ragazzo fa quello che fa perchè disprezza se stesso. Lo fa perchè vuole soddisfare dei bisogni immediati (che, guarda caso, sono status symbol oramai della comunità giovanile), senza porsi alcun problema di coscienza. Conosco ragazzi che invece di prostituirsi, spacciano droga ma il principio è lo stesso. Questo, imho, è il dato preoccupante. In questo quadro, il fallimento va distribuito tra tutte le componenti sociali; va capito, però, dove si deve intervenire in maniera più urgente e decisa.
Ho visto il servizio anche io e non credevo che succedessero queste cose, specie fatte volontariamente. Infatti all'inizio del servizio pensavo che dietro ci fosse un racket di magnaccia, invece poi si scopre che questi ragazzi sembra lo facciano di loro spontanea volontà per raccattare soldi qua e la.
Per quanto riguarda i ragazzi extracomunitari, loro lo fanno per necessità vera, per mangiare, così come anche dimostrato dalle fugaci interviste viste nel servizio. Con questo non giustifico la pratica anzi penso ci sia un grosso problema nella società mondiale e nel flusso della ricchezza se questi ragazzi lasciano la loro terra e vengono qua, non trovano un lavoro pur umile che sia e devono andare a prenderlo nel .... per mangiare.
Per quanto riguarda i ragazzini italiani che lo fanno per raccattare soldi per la discoteca o il cellulare o altre cose simili, non credo che sia un fattore religioso o etico come qualcuno ha detto, ma un fattore familiare e sociale. La famiglia non inculca nel ragazzino il concetto di lavoro per ottenere i beni cui aspira o forse non ha la forza di farlo perché si vede sempre più spesso come la gente faccia i soldi facilmente in tv e i mass media sono diventati più forti della famiglia nell'educazione dei ragazzi, cosa mostruosa! Ovviamente il ragazzino cerca sempre la scappatoia, perché è nell'indole umana, però il padre o la madre responsabile dovrebbero educare il ragazzo che i valori sono ben altri.