da circa 13 anni (escludendo libano 82) l'italia partecipa attivamente alle missioni di peace,missioni che per un motivo o per l'altro dividono il nostro paese.
sarei curioso di sapere cosa ne pensate... :unsure:
Io sono favorevole alle missioni di peace-keeping che ha svolto e svolge l'Italia, compresa la tanto odiata missione Antica Babilonia in Iraq. Sono favorevole perchè mantenere (o cercare di) la pace in territori instabili è una missione di responsabilità soprattutto verso la popolazione civile che spesso non ha una forza statale a proteggerli. Sono favorevole perchè le missioni di pace non sono solamente un presidio militare ma anche costruzione di ospedali, scuole, strade, infrastrutture in generale; in certi casi (come l'Iraq) c'è anche la grande responsabilità di addestrare le truppe di polizia in loco, vista la mancanza o la non sufficienza o autorevolezza dello stato o delle forze statali. Come dicono in USA "Support our troops".
Eh.
Bella domanda.
Alcune operazioni di pace sono state assolutamente necessarie. Avevamo il Kossovo sotto casa, avevamo emergenze serie vicine.
Altre, francamente, se le potevano risparmiare. Al di là del lato morale, l'Iraq è un impiego di fondi spaventoso. I soldati DEVONO essere retribuiti bene, visto che rischiano la pelle e peggio. Mi sta bene che prendano 10.000 euro al mese lì.
Però dopo alle nostre caserme cascano i muri e non ci sono i soldi per ripararli...?
Costi e ricavi.
Potrei dire banalità del tipo "sono d'accordo solo con quelle supportate dall'ONU, ma mi mordo la lingua, pensando che l'ONU è poco più che un'associazione a delinquere... :unsure:
Kosovo, Iraq, Afghanistan, Libano...sono situazioni che hanno parecchio in comune, ma soprattutto sono accomunate su due punti:
- la sofferenza delle popolazioni civili: questa dev'essere la priorità assoluta. Va garantita la distribuzione di viveri, generi di conforto, beni di prima necessità e roba simile. Quindi, se il "guaio" è già stato fatto (traduzione:la guerra è già scoppiata) si deve fare in modo che le popolazioni civili ne soffrano il meno possibile.
- il (mancato) rispetto dei diritti umani: fateci caso...Bosnia, Kosovo, Afghanistan, Iraq e Libano sono cinque situazioni nelle quali la popolazione civile si è trovata in mezzo a due (o più) fazioni, tutte poco o per nulla sensibili al rispetto dei suddetti dirittti. Serbi, Croati, Taliban, Baathisti, membri dell'Alleanza del Nord, Israeliani, Hizbullah, Americani, tanto per citarne alcuni. Mandare soldati una volta che la crisi si è verificata è un pò come cercare di incollare assieme pezzi di guscio dopo che l'uovo si è rotto. Meglio cercare di non far rompere l'uovo.
Anzichè perdersi in sterili dibattiti se sia opportuno o meno esportare la democrazia con le bombe (che di per sé già è una contraddizione in termini...), i nostri politici dovrebbero porsi il problema di un'effettiva promozione dei diritti umani nel mondo che, gradualmente, porti ad un loro più diffuso rispetto (e nel contempo alla diminuzione delle aree di crisi).
Su queste basi quindi mi dichiaro favorevole al mantenimento delle nostre missioni all'estero, a patto che abbiano carattere di ESCLUSIVA assistenza alle popolazioni disagiate, e non di supporto militare nei confronti di una delle parti.
Sono d'accordo con il Sindaco Lyga... (quando ti candidi?).
Aggiungo solamente che mi dà abbastanza fastidio l'idea dell'Italia come paese all'avanguardia nella vendita di mine antiuomo e poi di missione per la pace... sembra quasi che si voglia creare il mercato per gli interventi :unsure: a volte le missioni di "pace" (odio chiamarle così, così come chiamarle di "guerra": sono entrambe le cose, dai, ammettiamolo. Aiutano i civili e li proteggono pacificamente ma partecipano anche alle operazioni di guerra. Ogni parte politica la chiama con un nome perchè gli fa comodo), anzi direi molto più che a volte sono delle missioni politiche (se non economiche, ahimè), e questo proprio non mi va giù, per questo sono contrario in linea generale. Tuttavia quando la guerra è già scoppiata, il fallimento della diplomazia (anche per colpa di qualcuno a cui fa comodo così, come in tutti i casi recenti) costringe ad intervenire in qualche modo per salvaguardare i civili, e allora ben venga. (certo, poi di posti tipo Chapas e Rwanda il mondo "civile" se ne fotte, ma non divaghiamo).
QUindi il mio massimo rispetto a tutti i nostri soldati impegnati in tali missioni, che rischiano la vita spesso per proteggere civili, costruire strade, salvare vite di persone che non sono neppure connazionali. Meritano tutti gli onori italiani, e non concordo con i miei "compagni" che li generalizzano a burattini berluscoamericani o a guerrafondai postfascisti. Meritano rispetto ed onore, come i medici senza frontiere, i preti che aiutano i sofferenti nelle missioni e in generale chi va all'estero per aiutare chi sta peggio di noi: a volte per difendere civili innocenti serve pure l'intervento armato, non dobbiamo essere ipocriti, ovviamente senza farlo diventare l'aiuto ad una delle parti in guerra. Quindi massimo rispetto ai nostri. Fermo restando la mia condanna alla cornice politica :D
io sn daccordo :unsure: :D :huh:
l'altra sera ho rivisto nassirya e mi ha colpito moltissimo....altro che missione di pace....però i soldati italiani sono stati davvero esemplari.