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INLAND EMPIRE
M di MezzoUomo
creato il 14 febbraio 2007

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Inviato il 14 febbraio 2007 10:11 Autore

Dedicato al Dan, che con le sue entusiastiche recensioni mi ha fatto scoprire ed apprezzare il Maestro Lynch:

 

"Visto ieri, in una delle famose 25 sale, strapiena di studenti del DAMS. 180 minuti ininterrotti di film, appollaiato su una seggiola di sicuro progettata da un sadico e collaudata da un masochista, un'impresa anche solo fisicamente durissima.

 

Dei film di Lynch (almeno di quelli che ho visto) il più lynchiano di tutti, quello dove la sua poetica e visione del cinema mi è parsa spinta al massimo. Sulla carta sarebbe il classico film sul film, ma ovviamente le cose non sono mai come sembrano, seguiamo Laura Dern (su 180 minuti di film lei credo stia in scena almeno per 150, una prova immagino durissima e di altissimo livello), braccata in modo a volte spietato dalla telecamera, che si muove avanti ed indietro su diversi piani spazio-temporali (anche dimensionali?) trasformata di volta in volta, da luci, trucco e una prova d'attrice strepitosa, in donna della upper-class, proletaria, prostituta...il tutto inframmezzato dalle consuete scene alla Lynch, apparentemente folli e che passi tutto il tempo a chiederti che caxxo vorranno dire...ovviamente si sprecano gli enigmi, gli oggetti e le frasi ricorrenti, etc...i primi 5 minuti sono da delirio puro, segue poi un'ora quasi comprensibile, la seconda ora è invece veramente complicata, per poi terminare con una terza ora un filo meno complessa che sembra condurre ad un sospetto di happy ending...indimenticabili i titoli di coda...

 

Visivamente è superbo, il genio di Lynch traspare potente, uso del digitale e del fuori fuoco, colori sempre virati, luci intermittenti, un (sospetto) gioco sulla scala degli arredi che crea effetti particolarissimi e stranianti.

 

In definitiva mi è piaciuto, e molto, ma non è certo il film che mi sento di consigliare a tutti. Imperdibile per gli amanti di Lynch (Dan ci devi andare!!!), credo doveroso per gli appassionati di cinema, per gli altri...la prova potrebbe risultare insormontabile...


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Inviato il 14 febbraio 2007 13:27

Adoro Lynch, di cui ho visto tutto il vedibile, dovevo andare a vedere Inland Empire lunedi ma è saltato, se riesco vado a vederlo prima che lo tolgano dalle sale, altrimenti me lo procuro in altri modi...e dovevo pure recensirlo... :D :D ^_^


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Inviato il 14 febbraio 2007 13:42

L'ho visto pure io ieri sera, per coincidenza.... Non sapevo neppure ci fosse, pensavo che fosse uscito solo in originale finora! ^_^ A sorpresa siamo andati a vederlo in fretta e furia...

un'esperienza sicuramente che rimarrà nella memoria. Esci dal cinema con emozioni e sensazioni forti, e a volte ce n'è bisogno.

 

Ho letto in rete "una visione è troppo poca, due sono troppe", e per adesso mi trova d'accordo: una visione è poca per comprendere appieno tutti i fili logiche, due sono troppe perchè il cosiddetto senso logico razionale e finale, in definitiva, non c'è. Sembra un incrocio tra strade perdute e mulholland drive, e al contempo un superamento di essi? Forse è la summa di Lynch, non lo so, me ne intendo troppo poco :D tutto è pazzesco in questo film: sia le superbe regie, interpretazioni, montaggi, atmosfere... sia la compenetrazione tra i piani temporali, tra la realtà e la finzione, tra la vita vera e la sceneggiatura del film, tra il sogno e la veglia... e probabilmente tra la logica e l'irrazionalità. Un film che avrei commentato con un "che ca*ata" se non avessi visto altro di Lynch, pertanto non lo consiglio se non a chi ha una cultura cinematografica d'autore (che io non ho ma devo ringraziare Dan)... ma è meraviglioso, forse tra qualche anno verrà considerato il suo più grande capolavoro. E per qualche tempo avrò incubi di sit-com con tizi dalla testa di coniglio. :D


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Inviato il 14 febbraio 2007 15:12 Autore

Il film consiglio di vederlo al cinema perché in Tv secondo me perde parecchio (in Divx poi rischia di diventare inguardabile...).

 

Per il resto è vero che "una visione è troppo poca, due sono troppe", per altro in rete si trovano recensioni di gente che ha detto "la prima volta non ho capito niente, la seconda credevo di aver capito tutto, la terza mi ha nuovamente convinto di non aver davvero capito niente..."


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Inviato il 15 febbraio 2007 1:05

ragazzi, non mi reputo un seguace di Lynch,ma il suo cinema non mi è mai dispiaciuto troppo.

 

Questo film, però, come Mulholland Drive (che ho poi rivalutato, in parte almeno), mi pone davanti a seri problemi.

 

Vorrei capire cosa ci trovate, sul serio. A me pare, a prescindere da tutto, un film assurdamente ingestibile. Non giustifico in nessun modo un cinema di questo tipo.

Aiutatemi per favore, se potete, a salvarmi dal semplicismo e dalla tentazione di un rifugio nella superficialità, che in questo momento mi pare l'unico modo per salvare i miei neuroni dal ricordo di questa pellicola.

E, sempre se potete, risparmiate per favore giudizi del tipo "lynch è così, lo si ama o lo si odia". Preferirei dei fatti, sempre che riteniate possibile descriverlo in tali termini.

 

Grazie a tutti ^_^


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Inviato il 15 febbraio 2007 10:26 Autore

Premetto che sono sicuramente di parte perché adoro Lynch.

 

Ho apprezzato che il film fosse faticoso da seguire, ho apprezzato che la trama fosse aperta a più soluzioni, mi piace un'opera d'arte che ti costringe a spremere le meningi, a metterci del tuo, un'opera d'arte che necessita un'interpretazione.

 

Ho trovato il lavoro di Lynch sugli attori semplicemente strepitoso, in particolare la Dern secondo me si rende protagonista di una prestazione da attrice memorabile. Purtroppo nella versione italiana si perde la differenza di accento e di toni con cui parla a seconda del personaggio interpretato, ma resta il fatto che la sua interpretazione è da manuale.

 

La fotografia, il sonoro, sono eccezionali, le luci lampeggianti, i suoni gracchianti, la ricerca sull'immagine fatta attraverso il digitale, l'uso del fuori fuoco, tutto da l'idea di un'opera nella quale nulla è lasciato al caso, in cui tutto, anche il minimo dettaglio, contribuisce all'impressione finale dello spettatore.

 

E poi ho amato le follie alla Lynch, i tocchi di classe, il cacciavite che appare e scompare, le frasi ricorrenti (il cavallo è alla sorgente), la sit-com dei conigli, per non parlare di 2 scene che reputo magistrali, la Dern in versione clown (forse la cosa più disturbante che abbia mai visto su uno schermo) e la sua prima entrata nel doppio mondo, attraverso la porta dello studio cinematografico, con Theroux che la guarda da fuori...Alice in WonderLand.

 

Sono passati due giorni da quando l'ho visto ed ancora ci penso e ripenso, ho girato tutta la Rete per leggere altri pareri, opinioni, interpretazioni, è uno dei film che più mi ha colpito, che più mi è rimasto impresso, che più mi ha fatto riflettere, quindi direi che sicuramente con me Lynch ha centrato in pieno in bersaglio.

 

Capisco comunque sia un tipo di cinema che certo non tutti possono apprezzare (e sia chiaro che con "non tutti possono apprezzare" non voglio intendere "solo fini esteten und campionen di decadenti raffinatezzen possono capirlo", in sala c'erano una valanga di studenti di DAMS cinema, sicuramente persone che il cinema lo amano, lo studiano e lo capiscono più di me che si sono alzate praticamente schifate), in definitiva credo sia uno di quei film che varca la soglia dell'intrattenimento, anche raffinato, per diventare arte, e lì si finisce in un campo dove l'interpretazione soggettiva regna sovrana...

 

PS: però non capisco cosa intendi con assurdamente ingestibile...


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Doran Nymerios
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Inviato il 15 febbraio 2007 11:55

scusa l' "assurdamente ingestibile", decisamente poco chiaro anche a me ora, ma frutto di frustrazione sommato a tarda ora ^_^

 

per arrivare al vero problema:

 

in definitiva credo sia uno di quei film che varca la soglia dell'intrattenimento, anche raffinato, per diventare arte, e lì si finisce in un campo dove l'interpretazione soggettiva regna sovrana...

 

sono perfettamente d'accordo con la tua ultima cautela metodologica, perchè il problema è appunto cosa si possa definire arte e cosa no, e la cosa è più soggetta che mai all'arbitrio del singolo.

 

Con una notte di riposo alle spalle e un ritorno a mente un po' più fredda sulla pellicola (o meglio, sui ricordi della stessa, il più possibile sfrondati dal pregiudizio e dalla sensazione di essere presi per i fondelli), sono anche io dell'idea che Lynch ci sappia decisamente fare nei giochi di straniamento, nella gestione delle luci, dei suoni, dei travasi di ogni singola scena nella successiva.

L'effetto di straniamento è garantito, perfettamente onirico, labirintico. La mente vortica su se stessa, è prigioniera del proprio stesso gorgo, non ne riesce ad uscire. Tutto questo è magistralmente reso fino nei particolari, dove nulla è evidentemente lasciato al caso, ma è frutto di un accurato studio, ed è ben comrpeso dall Dern che infatti si presta con una ottima prova di attrice, e si capisce anche che dovesse perfettamente trovarsi in linea, sulla stessa lunghezza d'onda di lynch e del suo soggetto, visto che ha accettato di produrre il film.

 

MA, e c'è sempre un ma, è davvero Arte? Rispondo immediatamente con la mia idea, ovviamente negativa.

Quali sono in contenuti? Inattingibili senza una chiave di lettura, che ovviamente non è evidente, ma forse neppure inserita nel tessuto. E se ci sono dei contenuti, mi dispiace dirlo, non mi piace che vengano utilizzati in questo modo. Siamo oltre il surrealismo (al massimo posso dire che il film è surreale, il che è dire tutt'altro). Siamo oltre pure l'ermetismo. Un'arte che non abbia dei contenuti attingibili in maniera immediata cessa di essere arte, ma è artificio. Può avere un suo significato e un motivo di essere comunque, per carità, ma diviene iniziatica, elitaria, gnostica, ipercerebrale, sterilmente intellettualistica. Un'arte che non comunichi a tutti per me vale ben poco.

 

Insomma, ritrovo in questo film tutto quello che ho imparato col tempo e negli anni a odiare della poetica di Lynch, e che mi ostino a osteggiare (perdonate le eufonie ravvicinate), per quanto mi ostini a seguirlo ancora. Io vedo la deriva di una mente verso una involuzione dei messaggi, verso il gioco di specchi per se stesso prima che per gli altri, il delirio di una mente che non riesce più a uscire da se stessa.

Scusate se sono tranchant, questa è patologia, non più divertimento nè tantomeno comunicazione.

 

Questi almeno i due centesimi di dollaro (che vale meno dell'euro) di opinione.


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Inviato il 15 febbraio 2007 12:15 Autore

Uhm...non ti è piaciuto proprio, eh?

 

Rispetto il tuo giudizio, che è poi quello di molti.

 

Personalmente ho trovato il film complesso, ambiguo, ma non incomprensibile ed ermetico come tu dici, i contenuti non mi sono parsi così irragiungibili, Lynch non mi è sembrato particolarmente delirante, ma anzi lucidissimo.

 

Però, ripeto, siamo veramente nel campo del soggettivo, del gusto personale, della concezione che ciascuno ha di bello, di brutto, di apprezzabile e disprezzabile. Ho letto in rete recensioni che parlano di questo film come la Guernica del cinema, altre come di un bidone senza limiti, direi che io sto con la prima, tu con la seconda...


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xaytar
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Inviato il 15 febbraio 2007 12:53

La mia ancora più umile opinione, perchè di cinema ne so meno di voi:

 

Strade Perdute non aveva una spiegazione logica finale, come è stato accolto? (non è una domanda retorica, è una vera domanda perchè non lo so ^_^) Mulholland Drive ce l'aveva, per quanto difficile, e quindi forse lo rendeva più godibile a tutti. Inland Empire non ce l'ha, a quanto pare, mischia un pò i due film precedenti: non penso che l'obiettivo fosse quello di avere una spiegazione logica finale, sono una serie di parallelismi che si sovrappongono, come ho detto prima.

Secondo me Doran sbagli a giudicare solo questo, fermo restando i gusti personali:

 

Siamo oltre il surrealismo (al massimo posso dire che il film è surreale, il che è dire tutt'altro). Siamo oltre pure l'ermetismo. Un'arte che non abbia dei contenuti attingibili in maniera immediata cessa di essere arte, ma è artificio. Può avere un suo significato e un motivo di essere comunque, per carità, ma diviene iniziatica, elitaria, gnostica, ipercerebrale, sterilmente intellettualistica. Un'arte che non comunichi a tutti per me vale ben poco.

 

Secondo me comunica a tutti... addirittura a differenza di Mulholland Drive: la spiegazione logica di quel film non era facile da raggiungere. Di questa sì, perchè non c'è la logica razionale che tutto ingloba e tutto spiega ^_^ rimangono le emozioni, che sono per tutti; rimangono i parallelismi temporali, il sogno e la veglia, la fiction e la vita reale, e queste sono tutte cose spiegate o dette esplicitamente nei dialoghi del film... il messaggio non è nascosto imho: semplicemente si pensa che ci sia una logica molto nascosta e che serva un'enorme operazione intellettualistica per scovarla, ma non c'è, quindi siamo al suo contrario, ad una semplicità perfettamente godibile a chi non cerca tale logica (ed anche io l'ho cercata per tutto il film, tanto da risultarne turbato... sono corso in internet a cercare spiegazioni solo per scoprire che, a quanto pare, l'avevo "capito" perchè non c'era nulla da capire ma solamente da "vivere"). Sulla definizione di arte sono d'accordo, alla fine ognuno ha la sua, quindi non posso (e non voglio, diamine!) dirti nulla. Dal canto mio lo considero un capolavoro, ma non credo nell'arte, quindi sono poco d'aiuto... ^_^


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Inviato il 15 febbraio 2007 13:29

apprezzo a mia volta le vostre posizioni, ci mancherebbe.

 

ora, la mia opinione in merito non cambia, ma si profilano due alternative che in ogni caso rafforzano le mie opinioni.

 

1) il film è quello che dice Xaytar? davvero non ha un contenuto logico? Ok, sono d'accordo, è l'impressione che mi ha dato (ma potrei semplicemente non averlo capito. E come avrete capito, mi irrita tutto ciò che insulta la mia intelligenza)... ma alla fine quello che mi rimane di carpibile, in termini di sensazioni, è disorientamento, confusione, straniamento, ossessione, claustrofobia, labirinto, soffocamento. Ora, non vorrei eccedere nella mia visione platonica dell'arte e nel dubbio valore che attribuisco alla catarsi (in senso artistico, intendo; quello psicologico è un'altra cosa), ma nella mia personale visione del fenomeno artistico, se lo scopo è suscitare emozioni, tali emozioni devono essere legate alla contemplazione del bello, non del disturbante. Non ogni emozione appartiene alla gamma della buona opera d'arte, SE e SOLO SE lo scopo dell'opera è smuovere le emozioni, senza ulteriori contenuti.

 

2) se invece c'è una sottotraccia etica, morale, politica o quant'altro (come sembra sostenere Sergio, ma posso sbagliarmi, visto che in realtà non si è molto sbilanciato in merito ai contenuti), allora pretendo che sia visibile, anche se proposta in maniera disturbante e attraverso emozioni che trovo repellenti.

 

Però sono davvero curioso, voi che avete visto in questo film? Voglio dire, a prescindere dalla forma? Qual è il suo vettore sostanziale, a vostra opinione?

E' tutto qui il problema che non riesco a risolvere ^_^


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Inviato il 15 febbraio 2007 13:58 Autore

Dal punto di vista della trama/senso logico, questo esiste, è aperto a molte interpretazioni, visto che volutamente Lynch confonde realtà e finzione e miscela i piani spazio temporali, ma esiste, tutto ruota intorno alla maledizione che the Phantom getta sulla Lost Girl e che la Dern contribuisce a spezzare.

 

Quanto alla "sottotraccia etica, morale, politica" non so, ma tu credi che un'opera d'arte debba necessariamente averne? La mia non è una domanda retorica, sono credo diversi punti di vista, per te un quadro di Mondrian o di Klee, quale messaggio vuole trasmettere? E vogliono trasmettere un messaggio? Barry Lindon (per me il miglior film della storia) vuole davvero trasmettere un messaggio?

 

Poi è, ripeto, questione di gusti ed impostazioni puramente soggettive, tu mi pari ti poni con l'atteggiamento di chi debba necessariamente capire, comprendere, far proprio, io a volte faccio mio l'attegggiamento di Droctulft, il longobardo del magnifico racconto di Borges, alla vista di Ravenna: "Ninguna de esas fábricas (lo sé) lo impresiona por bella; lo tocan como ahora nos tocaría una maquínaria compleja, cuyo fin ignoráramos, pero en cuyo diseño se adivinara una inteligencia inmortal"

 

PS: aggiungo un link che rimanda a quella che trovo essere la migliore analisi letta sino ad ora del film (o meglio, 'sto tipo dice con parole argute quello che vorrei saper dire io) http://www.beyondhollywood.com/?p=1367


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Inviato il 15 febbraio 2007 15:01
tutto ruota intorno alla maledizione che the Phantom getta sulla Lost Girl e che la Dern contribuisce a spezzare.

 

Ecco... questa mi era sfuggita... non ho nemmeno capito bene chi era sto Phantom ^_^


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Inviato il 15 febbraio 2007 15:23 Autore

Il Phantom è il gestore del circo, il personaggio malvagio vicino di casa di Sue...che alla fine 965181c15d7465cf9e851f350e2fa4e7'965181c15d7465cf9e851f350e2fa4e7

Nikki uccide...


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Inviato il 15 febbraio 2007 16:17

questo infatti non era per niente chiaro... soprattutto non è chiaro chi fosse la lost girl. Ma è lo stesso personaggio che all'inizio compare insieme all'uomo nella stanz d'albergo, entrambi col volto sfuocato?

 

e come fai a dire che si tratta di una maledizione? da cosa lo si capisce, o quando viene fatto intendere?

 

per tornare all'altra questione... beh, cosa vuoi che ti dica, per me arte significa due cose: oggettivizzazione della bellezza (il che è la più dura sfida che si possa immaginare, penso, ma a volte riesce, almeno come approssimazione) o sublimità di contenuto. Vale a dire, o trionfo della forma o della sostanza, possibilmente in pari condivisione. Se devo dirti cosa mi comunica Mondrian, o Klee... beh, posso dirti che non mi piacciono e non ne carpisco il valore artistico. QUanto a Barry Lyndon, che con te concordo essere uno dei massimi capolavori della cinematografia mondiale... beh, è sublimemente bello, no? ^_^

Capisco che questo mio modo di vedere le cose porti a una definizione estremamente nominalistica dell'arte e della stessa possibilità di definire artistico un oggetto, ma è appunto quello che penso. E poi, in fondo, il mondo credo che sopravviva anche senza che io ritenga valido non più del 10% delle opere artistiche riconosciute dalla critica, no? ^_^


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